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la valle a piccoli passi/Luserna San Giovanni
Cenni storici
La storia ultra millenaria di Luserna San Giovanni ha percorso fasi celtiche, romane e le invasioni
da parte dei saraceni; fino a giungere al periodo delle signorie, che vide Luserna, nel 1276, dotarsi
del primo “Statuto Comunale”. Un evento, questo, che si colloca tra i primi, in ordine di tempo,
dell’intero Piemonte, e che avvenne sotto la volta della Chiesa di San Giacomo.
Il casato di Luserna - le cui origini si fanno risalire ai primi del XI secolo - ha dominato con rapporti
di vassallaggio nel corso di diversi secoli e su un territorio alquanto ampio, arrivando a
comprendere, secondo la epoche, Bibiana, Bagnolo, Campiglione, Mombrone (ora Montebruno di
Garzigliana), Macello e numerosi altri centri.
Indiscussa capitale economica nel Medievo, vide svolgersi sul suo territorio mercati e fiere di
rilevanza internazionale, grazie a trattati economici con il Delfinato e con altre regioni.
Nella valle, dal XV secolo all’inizio del XIX, si scontrarono, per motivi politici e religiosi, le
diverse componenti che vi si erano insediate, sovente ingaggiate dai Signori di Luserna, dominatori
assoluti e con scopi non sempre nobili. Le guerre di potere videro scontrarsi truppe francesi e
spagnole con soldati di provenienza svizzera, tedesca, milanese, napoletana a fianco delle milizie
locali. Ciò causò la distruzione di numerosi monumenti romanico-medievali (comprese le quattro
porte di accesso alle fortificazioni), creando un’irreparabile perdita di carattere storico e culturale,
lasciando come testimonianza del tempo solo qualche elemento del vecchio centro storico.
Fu questo il clima che portò il Comune alla divisione, nel 1657, tra la parte valdese (San Giovanni)
e quella cattolica (Luserna), con la costituzione dei due rispettivi comuni di San Giovanni Pellice e
Luserna.
Luserna fu inoltre la sede del Tribunale Mandamentale, con sede nel vecchio palazzo di Via Pietro
Guglielmo, e nello stesso periodo (1630-1697) fu capoluogo di provincia, sostituendosi a Pinerolo
(allora occupata dai Francesi).
Fu solo a metà del XIX secolo che l’intolleranza religiosa si stemperò e l’Editto di Re Carlo Alberto
del 17 febbraio 1848, recante il riconoscimento dei diritti politici e civili al popolo valdese, permise
il ricongiungimento dei due Comuni separati. L’atto di riunificazione fissò la propria decorrenza a
partire dal 1° gennaio 1872, definendo “Luserna San Giovanni” quale nuova denominazione del
Comune. Quale capoluogo e sede del palazzo municipale fu designato il nucleo territoriale di Airali
(fino ad allora occupato da campi), dove, in breve periodo, si assistette allo sviluppo dei settori
industriale e residenziale.
L’industrializzazione del comune si sviluppò per oltre un secolo con importanti insediamenti
produttivi riguardanti soprattutto i settori tessile-cotoniero, dolciario e meccanico, oltre alla grande
rilevanza rivestita dall’estrazione e dalla lavorazione della pietra. Nell’ultimo dopoguerra il settore
tessile-cotoniero entrò in crisi irreversibile, e, nel 1965, ci fu il crollo dell’”impero Mazzonis”, con
pesanti ripercussioni occupazionali, economiche e sociali che si estesero nell’intera vallata.
Le scelte politico-amministrative del Comune di Luserna San Giovanni resero possibile, dagli anni
‘60, un recupero nel settore industriale, che oggi porta ad avere sul territorio importanti aziende:
- la CAFFAREL, leader nel settore dolciario, la cui proprietà è stata recentemente acquisita dalla
Lindt;
- la CORCOS, azienda impegnata nel “Corteco”, di proprietà tedesca;
- la MICROTECNICA, operante in settori strategici.
È tuttora di interesse rilevante l’area coperta dall’estrazione e lavorazione della pietra, sebbene si
sia fortemente ridimensionata. È poi in forte espansione l’attività della “PONTEVECCHIO s.r.l.”,
con ben cinque marchi nel settore delle acque minerali: “Sparea”, “Fonte delle Alpi”, “Valmora”,
“Alpi Cozie” e “Monviso”.
Accanto alle aziende sopra citate, sorgono sul territorio decine di piccole e medie aziende
operanti sia nel campo della produzione sia in quello dei servizi. Un solo dato è sufficiente
a indicare l’importanza di Luserna San Giovanni nel settore industriale: circa l’80%
dell’occupazione industriale della valle è concentrata sul suo territorio.
AZIENDE ARTIGIANE
ALIMENTARI 11
ARTISTICO/TRADIZIONALE 3
BENESSERE/SANITÀ 20
COMMERCIO 14
TERZIARIO AVANZATO 11
COSTRUZIONI 118
FEDERMODA 7
FITA 7
IMPIANT ISTICA 28
PRODUZIONE 42
SERVIZI ALLA COMUNITÀ 13
VARIE 4
totale 278
Luserna S. Giovanni
Caffarel vedi file storico
Annovati S.p.a.
da oltre 40 anni è il produttore per eccellenza di truciolati
Corcos vedi file storico
ecomese
Confezioni Bubel Snc abbigliamento
Turati Idrofilo S.r.l.
Produttori di 100% cotone idrofilo da oltre 50 anni
Fapam S.r.l. Lamiere - Produzione
Graziano trasmissioni
--allarme maggio 2009
Cavourese trasporti
La Cavourese S.p.A. viene costituita in Cavour (TO) il 14.12.1945 con rogito
Notaio Giolitti. Nasce con un solo autobus di proprietà, modello FIAT 626 di 30
posti, ed un solo autista impegnato sulla linea locale Cavour- Pinerolo.
Microtecnica
La Microtecnica S.r.l., fondata nel 1929 con sede in Torino, Italia, è un'azienda
associata alla Hamilton Sundstrand Divisione della United Technologies
Corporation (UTC).Le capacità della Microtecnica derivano da oltre 70 anni di
esperienza nella progettazione e costruzione di prodotti ad alto livello
tecnologico
per
applicazioni
aerospaziali.
Oggi la Microtecnica si dedica alla progettazione, sviluppo, produzione e
supporto di una vasta gamma di sistemi e prodotti aerospaziali, quali:Sistemi di attuazioneSistemi di condizionamento e di controllo termicoSistemi di generazione/regolazione potenza motoreSistemi di integrazione
velivolo (Iron Bird) e banchi di prova.
Idro meccanica
Cmg, meccanica di precisione
Mecab officine meccaniche
Cornici Val Pellice Snc
I Tre Remagi Snc panettoni
L'azienda di acque minerali Pontevecchio
ecomese
Pralafera
A Luserna esistevano gli stabilimenti tessili di Pralafera del barone
Mazzonis (vedi storia)
le cave della pietra di Luserna
la cultura delle pietre
Bonet del Prete (area estrattiva storica della Val Luserna) e Seccarezze (zona di
estrazione di blocchi da segagione - Val Luserna).
la resistenza
Già a metà giugno 1943, a Torre Pellice, in casa Rollier, famiglia antifascista, prendeva forma un
coordinamento con uomini politici di Torino, Firenze e Milano.
Giorgio Agosti, che poi sarebbe stato l’intrepido e intelligente capo di Giustizia e Libertà per il
Piemonte, i fratelli Sandro e Carlo Galante Garrone, i fratelli Mussa Ivaldi Vercelli, Airaldo Banfi,
Spini, Coisson, Roberto e Gustavo Malan e altri trovarono a casa Rollier, con tutta la famiglia,
l’ambiente giusto per l’organizzazione di una Resistenza possibile, anche armata.
il racconto di Paolo Favout:
E così l’8 settembre non giunse del tutto inatteso. Ecco la diversità con altre zone del
Pinerolese.Non avevo obblighi militari, essendo in congedo assoluto per una ferita
riportata nei Balcani; ma le cose viste e patite, l’avversione per un regime illiberale, mi
spinsero verso impegni politici più chiari.
L’avversione per generali e gerarchi responsabili di un asservimento insopportabile trovò
in amici, reduci anche loro da prove negative, un’analoga volontà di discutere sui fatti
quotidiani, di coltivare un comune sentire.
Già la sera del 9 eravamo saliti a Villanova, dove un forte presidio di Guardie alla Frontiera
doveva difendere i confini con la Francia. Invitammo la guarnigione a difendersi dagli
attacchi "provenienti da ogni parte" (leggi Tedeschi), come proclama ultimo dell’armistizio.
Ci misero al muro per "sobillazione". Per fortuna un precario telefono da campo portò la
conferma dello sbando.
Scesi a Bobbio appena in tempo per vedere giungere un carro armato, un’auto blindata
preceduta dal solito moto-sidecar. Il Colonnello italiano consegnò, sulla piazza, sull’attenti,
la propria pistola, il magazziniere le chiavi dei depositi… Con un migliaio di soldati straniti,
si era chiusa la guerra dei regolari in Val Pellice. Si apriva la guerra dei ‘ribelli’. Lo sbando
generale era in linea con lo sbando delle altre piazze.
http://www.alpcub.com/paolo_favout.htm
Aldo Del Pero- grande dirigente sindacale, fondatore del sindacato tessile di Torino, bracciante
agricolo , operaio alla Mazzonis, era l’unico a cui Mazzonis non dava del tu. Organizzatore degli
scioperi del 43 e poi del 60 alla Mazzonis. Intervistato a lungo da Bruna Peyrot che ora vuole
scrivere su di lui.
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