n. 3/2014 III Trimestre / Anno XXX Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale 70% Filiale di Ancona SOMMARIO l Olio di oliva: fresco o raffinato? Il K270 contro frodi ed alterazioni l Diventa obbligatorio il tappo antirabbocco 2 l Mercato dell’olio d’oliva, buone prospettive l Zucchi nuovo presidente 3 4 5 l La Calabria punta all’Igp per rafforzare l’offerta l In Puglia si è allentata la morsa della Xylella l L’olivicoltura del Nord-Est, un’eccellenza ... l Lombardia, produzione di nicchia ed un occhio ... l Olio e turismo: un binomio per le Marche l Olive da mense: organizzarsi per la raccolta l Residui potatura: consentita la bruciatura l Il primo database per l’extravergine 6 l Dalle olive all’olio: le ultime settimane prima della raccolta l Cambio al vertice di Unaprol: Granieri succede a Gargano 7 l Il Gruppo Pieralisi al fianco dell’Aifo l Flos Olei premia i Clienti Pieralisi l Olio, meglio condire a crudo 8 Pieralisi unisce la filiera olivicola a quella zootecnica Un progetto per valutare le tecniche di estrazione per la migliore conservazione dei polifenoli e le qualità nutrizionali nei formaggi di ovini alimentati con i residui di lavorazione del DMF Leopard È in fase di realizzazione un interessante progetto sulle strategie di valorizzazione e miglioramento del contenuto di polifenoli nelle olive e sugli effetti della qualità nutrizionale dell’olio extravergine di oliva e dei formaggi ovini ottenuti dal latte di pecore alimentate con le sanse. Proponenti il progetto sono le Università di Pisa, Firenze e Siena(1) insieme ad un gremito gruppo di partner privati, tra cui aziende olivicole, frantoi, cooperative di allevamento zootecnico (ovini), consorzi di trasformazione dei prodotti animali e, naturalmente, Pieralisi. Perché Pieralisi da sempre è sensibile ad attività di ricerca nel settore olivicolo e oleario che possono, direttamente o indirettamente, supportare l’attività dei frantoiani. Il progetto prevede attività sia in oliveto che in frantoio, fino alla stalla ed al caseificio con i seguenti obiettivi. • Determinare l’effetto della gestione del suolo e di brevi periodi di deficit idrico in oliveto (irrigazione controllata) sulla concentrazione e composizione fenolica e volatile degli oli di oliva. • Individuare le tecniche di estrazione più idonee a preservare il contenuto di polifenoli dell’olio. • Mettere a punto sistemi di conservazione e stabilizzazione delle sanse in grado di preservarne il contenuto in polifenoli e garantirne un efficiente utilizzo nell’alimentazione zootecnica. • Studiare il destino metabolico dei polifenoli nella pecora da latte, il loro potenziale di trasferimento al latte e al formaggio e l’effetto dell’utilizzo delle sanse di oliva sulla produttività e sulla qualità dei su detti prodotti. La coltivazione dell’olivo e l’allevamento della pecora da latte sono due realtà produttive che caratterizzano molte regioni italiane. Tuttavia, non è un mistero che entrambe le filiere abbiano necessità di un’ulteriore valorizzazione del prodotto finito. Questo può derivare dall’aumentato interesse dei consumatori verso quegli alimenti in grado di apportare sostanze biologicamente attive - come i composti fenolici idrofili - che svolgono, per la loro capacità antiossidante, un ruolo positivo nella prevenzione di alcune patologie cardiovascolari e alcune forme tumorali. Per ottenere però un olio ricco in polifenoli sono necessari specifici accorgimenti fin dalla fase di sviluppo e maturazione dell’oliva. Studi recenti, condotti dall’Università di Pisa e da quella di Perugia, hanno mostrato che un certo grado di deficit idrico prolungato durante il periodo di sviluppo del frutto aumenta la concentrazione fenolica nella polpa dell’oliva. Pertanto, la disponibilità idrica nel suolo, legata non solo alla possibilità di irrigare ma anche alla tessitura, alla stratigrafia e alla profondità del terreno stesso, può dare origine ad olive e oli con concentrazioni fenoliche distinte. I polifenoli contenuti nell’oliva devono poi essere preservati durante il processo di estrazione dell’olio in frantoio: da qui l’importanza delle innovazioni tecnologiche ed, in particolare, della nuovissima tecnologia DMF Pieralisi che permette di otte- nere gli oli con il più alto contenuto di polifenoli (a parità di materia prima). Uno dei problemi che storicamente affligge la filiera dell’olio di oliva è quello rappresentato dallo smaltimento dei sottoprodotti. Nel tempo sono state proposte varie soluzioni (uso energetico, compostaggio, ecc.), ma nessuna di queste è in grado di va- lorizzare appieno il potenziale nutraceutico residuo di questi sottoprodotti. Da questo punto di vista la filiera del latte e del formaggio ovino potrebbe essere una valida opportunità: recenti ricerche, infatti, hanno dimostrato che il formaggio ovino può apportare alla dieta dell’uomo sostanze bioattive di notevole interesse che originano dall’alimentazione delle pecore. Allo stesso tempo, il rialzo dei costi alla produzione del latte ovino, dovuti al rincaro delle materie prime per mangimi, è uno dei fattori riconosciuti che alimentano la crisi del settore ed erodono margini di competitività delle aziende. Quindi poter alimentare gli animali con prodotti derivanti da filiere fortemente rappresentate in ambito regionale potrebbe rappresentare una notevole risorsa per entrambi i settori, olivicolo ed ovino. Nel caso delle sanse di olive, il loro riutilizzo nell’alimentazione ovina è stato valutato più volte nel passato con risultati spesso deludenti a causa della bassa digeribilità di questo prodotto per l’elevato contenuto di nocciolino e, quindi, di lignina. La nuova tenologia DMF Pieralisi ha risolto a monte questo problema, permettendo di ottenere un prodotto, il paté, che - venendo separato direttamente all’interno del tamburo del decanter - non contiene nocciolino e possiede un bassissimo contenuto di lignina, notevolmente inferiore alla sansa denocciolata in post-estrazione e paragonabile ad una sansa proveniente da olive denocciolate. Il paté del DMF ha inoltre un elevato contenuto di polifenoli: recenti ricerche condotte dalle Università di Pisa e Perugia hanno dimostrato che tali composti migliorano il profilo lipidico ed esercitano un effetto protettivo dall’ossidazione, dei prodotti latte e formaggi degli animali alimentati con il paté. In questo contesto il progetto in corso permetterà alle due filiere, quelle dell’olio e quelle del latte di pecora, nuove prospettive di sviluppo. Elisa Venturi Business Development Pieralisi Spa (1) Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, il Centro Interdipartimentale di Ricerca per la Valorizzazione degli Alimenti dell’Univeristà di Firenze e il Dipartimento di Biotecnologie, Chimica e Farmacia dell’Università di Siena 2 Olio di oliva: fresco o raffinato? Il K270 contro frodi ed alterazioni Olio di oliva genuino Il parametro K270 fornisce informazioni utili sulla qualità dell’olio di oliva e sul suo livello di ossidazione. Si contraddistingue da altri tipi di parametri ed analisi che generalmente si eseguono per controllare la qualità del prodotto (Acidità, Perossidi e Polifenoli). Il K270 è utile contro le frodi alimentari sull’olio perché permette di: l identificare l’olio rettificato o raffinato l scoprire se all’olio di oliva sono stati aggiunti altri tipi di olio l riconoscere un olio adulterato L’analisi dell’ossidazione primaria di un olio è verificabile attraverso i valori di perossidi e acidità ma non basta per scoprire se un olio abbia subito un processo di raffinazione, di rettifica o comunque di ossidazione secondaria che può derivare anche dal fatto che l’olio sia vecchio o mal conservato. In linea generale per definire meglio la condizione ossidativa dell’olio e per rimuovere tutti i dubbi circa la sua genuinità è necessario determinare altri parametri più specifici: K232, ΔK, K270 ovvero i parametri che misurano l’assorbimento della luce ultravioletta da parte dell’olio. Il K270 è il parametro più interessante dei tre menzionati perché da solo è sufficiente per avere un dato significativo circa le condizioni di qualità di un olio di oliva. Ad esempio, se abbiamo un campione di una partita di olio e lo vogliamo analizzare, conoscere il valore dei perossidi ed anche il valore di K270 permette un esame molto approfondito dell’olio in questione, sia sotto l’aspetto della qualità, della conservazione che dell’adulterazione. L’analizzatore CDR OxiTester permette di analizzare Perossidi, Acidità Polifenoli ed anche il K270. Il K270 Gli oli di oliva freschi, appena estratti attraverso metodi più o meno meccanizzati, non contengono catene di acidi grassi formate da doppi o tripli legami coniugati. Generalmente questi tipi di legami si creano durante la raffinazione o rettificazione dell’olio. La presenza di questi legami nell’olio altera il valore del K270 perché la modifica della struttura chimica dell’olio cambia anche la sua capacità di assorbire la luce ultravioletta. Il valore di K270 di un olio di oliva Diventa obbligatorio il tappo antirabbocco Per le bottiglie d’olio di oliva servite nei ristoranti Le bottiglie di olio di oliva sulle tavole dei ristoranti dovranno avere il tappo “antirabbocco”, che non ne consenta cioè un nuovo riempimento. È quanto prevede un emendamento alla legge Comunitaria approvato dall’Assemblea di Montecitorio, che impone anche l’indicazione del termine “miscela” per gli oli originari di più di uno Stato Membro della Ue, in modo da evitare il nome “made in Italy” per oli non interamente prodotti in Italia. L’emendamento approvato prevede che “gli oli di oliva vergini proposti in confezioni nei pubblici esercizi, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, devono essere presentati in contenitori etichettati e forniti di idoneo dispositivo di chiusura in modo che il contenuto non possa essere modificato senza che la confezione sia aperta o alterata e provvisti di un sistema di protezione che non ne permetta il riutilizzo dopo l’esaurimento del contenuto originale indicato in etichetta”. “È importante questo stop alle oliere truccate nei ristoranti che potranno servire l’extravergine solo in bottiglie dotate di tappo antirabbocco per evitare che possano essere allungate o addirittura riempite ex novo con prodotti che non hanno nulla a che vedere con quello originario”. Lo sostiene il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente l’emendamento approvato sul tappo “antirabbocco” alla legge Comunitaria. “Nel rispetto della normativa comunitaria l’Italia non ha rinunciato questa volta a svolgere il ruolo di leader nella tutela della qualità e della sicurezza alimentare in Europa” ha affermato il presidente della Coldiretti, nell’apprezzare la decisa svolta dell’Esecutivo che si è dimostrato vicino agli interessi reali delle imprese agricole e dei consumatori. Valori K270 Olio extra vergine di oliva Olio di oliva raffinato Olio di sansa di olive Olio di mais Olio di arachidi < 0,20 0,65 1,3 2,00 7,90 fresco e di buona qualità è sempre inferiore a 0,20. La tabella sopra mostra la differenza tra i valori di K270 di alcuni tipi di oli vegetali. E’ evidente quanto può essere utile questo parametro per identificare l’origine di un olio. Il K270 può essere facilmente tenuto sotto controllo. Come si determina il K270? Basta una semplice lettura di un campione di olio a 270 nm per effettuare il test. Si misura il cosidetto coefficiente di estinzione (K) e viene calcolato il valore del K270 nell’olio. Questa lettura può essere effettuata con uno spettrofotometro all’interno di un laboratorio professionale. Oppure si può usare CDR OxiTester, direttamente in frantoio, ed in pochi minuti senza bisogno di personale specializzato. CDR OxiTester è un analizzatore portatile in grado di effettuare letture spettrofotometriche a diverse lunghezze d’onda. Il sistema sfrutta metodiche e procedure di analisi ottimizzate che rendono i test semplici da eseguire, veloci ed affidabili. Ciò rende possibile il suo utilizzo da parte di personale non chimico, completamente in sicurezza e in qualunque tipo di ambiente, anche in frantoio. Non è necessario avere un laboratorio attrezzato e neanche rivolgersi a un laboratorio professionale esterno perché con CDR OxiTester i risultati delle analisi si ottengono subito ed in maniera autogestita. Ecco le caratteristiche ed i vantaggi dell’analisi del K270 con CDR OxiTester: l Strumento pronto all’uso e pre-calibrato l Lettura dell’assorbanza a 270 nm l Tempo di analisi immediato l Conformità al metodo di riferimento l Analisi su campione tal quale l Metodo di analisi con cuvette non in quarzo, non costose ma usa e getta l Metodica di analisi semplice e veloce l Affidabilità dei risultati. Dott. Simone Pucci, Responsabile laboratorio chimico CDR Contatti per avere maggiori informazioni sul sistema di analisi per olio di oliva OxiTester: CDR Srl, via degli Artigiani, 6 - 50055 Ginestra Fiorentina (FI) Tel. 055 8714336 Sito web: www.OxiTester.it 3 Mercato dell’olio d’oliva, buone prospettive Zucchi nuovo Assitol sottolinea le tendenze per il 2014, ma evidenzia anche criticità Rialza la Cina il mercato dell’olio d’oliva, dopo la contrazione della domanda, interna ed estera, che nel 2013 ha molto pesato sull’andamento del comparto (-3,5%). Ma se le prospettive del settore nel 2014 sono buone, le imprese soffrono sempre di più nella competizione internazionale, la crisi dei consumi, della filiera divisa, e soprattutto di sistema-Paese lontano dalle esigenze del mercato. È l’analisi del settore che Assitol, l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia, ha delineato alla presentazione del “Monitoraggio degli oli di oliva e di sansa”. Per il 2013, l’Italia mantiene la leadership mondiale nell’olio confezionato. Alla fine dell’anno, la ripresa ha cominciato a farsi sentire, per poi rafforzarsi nei primi mesi del 2014. Stando ai dati del monitoraggio del periodo novembre 2013 - aprile 2014, il settore rileva una tendenza positiva, con una robusta crescita a due cifre degli oli extravergini di oliva, rispetto allo scorso anno, dovuta principalmente alle marche italiane. Il dato positivo inizia a confermarsi anche per le esportazioni, che registrano una discreta ripresa nei primi mesi dell’anno, con segni di rafforzamento in aprile. Tuttavia gli operatori lamentano rigidità del sistema-Paese, che mette in difficoltà le imprese, abituate a confrontarsi con il mercato ma sempre più svantaggiate rispetto alla concorrenza straniera. A questo si aggiungono le divisioni interne alla filiera, che non consentono di investire su una promozione complessiva dell’olio d’oliva nei principali mercati. “Correre da soli non fa bene - ha osservato Giovanni Zucchi, neo-presidente di Assitol - i nostri competitor possono contare su un sistema nazionale che valorizza l’intero settore oleario, difendendolo in caso di attacchi esterni e di polemiche pretestuose. Uno svantaggio competitivo che dobbiamo cercare di colmare, ognuno con un passo verso l’altro”. A caratterizzare l’andamento del mer- cato degli oli di oliva e di sansa, secondo il Monitoraggio di mercato presentato da Assitol, è la contrazione dei consumi. Nel dettaglio, le aziende hanno commercializzato sul mercato italiano 94.329 tonnellate di oli di oliva e di sansa, registrando un calo del 3,5% rispetto all’anno precedente. A fare la parte del leone, è l’extravergine con 69.730 tonnellate (73,5% degli oli venduti), seguito dall’olio di oliva (22,5%), ed il 2,3% per la sansa. I più venduti sono gli oli convenzionali, vale a dire le grandi marche italiane, con 69.370 tonnellate: in pratica, il 91,6% della categoria. Il “100%” italiano si attesta a 4543 tonnellate (6,5% del settore), mentre olio biologico e Dop/ Igp rappresentano l’1,9% delle vendite di extra in Italia (1270 tonnellate). La Grande Distribuzione Organizzata rappresenta il principale canale di vendita per il comparto. Anche i volumi dell’export sono diminuiti con 117.898 tonnellate di oli di oliva e sansa scambiati all’estero (-14,7%). Ciò ha inciso negativamente sul settore, da sempre caratterizzato da una forte propensione internazionale. L’extravergine nel 2013 ha perso il 15,4% dell’intera categoria: sono calati anche gli oli convenzionali (-25,4%), quelli di origine italiana-(25,4%), il biologico (-23,3%). presidente Giovanni Zucchi, amministratore delegato di Oleificio Zucchi Spa, è il nuovo presidente di Assitol. La scelta di puntare su un presidente relativamente giovane - 42 anni - rappresentante di una delle famiglie storiche del mondo oleario italiano, nasce da una profonda necessità di rinnovamento all’interno del comparto. “Apprezzo molto l’impegno profuso fino ad oggi dalla dirigenza dell’Associazione - ha dichiarato il neo-presidente - ed intendo proseguire lo sforzo nel valorizzare il lavoro delle aziende del settore anche attraverso il dialogo con le istituzioni ed i diversi interlocutori della filiera, perché si instaurino collaborazioni costruttive che favoriscano l’evoluzione e la crescita dell’intero settore”. 4 La Calabria punta all’Igp per rafforzare l’offerta In Puglia si è allentata la morsa della Xylella Ma la cultivar prescelta - la Carolea - non convince tutti Ridotte le restrizioni alle movimentazioni vegetali La Calabria prova a rilanciare la sua ricca produzione olearia con l’istituzione di una Indicazione Geografica Protetta da affiancare alle tre Dop esistenti (Brutio, Lametia e Alto Crotonese) che fino ad oggi hanno fatto fatica ad imporsi. Una scelta forte ed importante, anche per riaffermare un considerevole patrimonio varietale autoctono di cui non sono sfruttate appieno tutte le potenzialità. Il percorso per il riconoscimento comunitario dell’Igp “Olio di Calabria” è già cominciato su iniziativa della Regione e sta alimentando un interessante dibattito tra associazioni olivicole e produttori. C’è infatti in tutti la piena consapevolezza che si tratti di un passo importante e che ottenere una Igp rappresenterebbe un punto di svolta (basti pensare che, ad oggi, l’unica Igp in Italia è rappresentata dal quotatissimo olio toscano). Ma il tema forte su cui si è accesa la discussione, anche nel corso della pubblica audizione, è stato quello relativo al “fulcro” che unisce tutte le zone olivicole, individuato dalla stessa Regione nella cultivar Carolea. Si allentano le restrizioni poste dalla Regione Puglia per combattere la Xylella fastidiosa, patogeno che ha colpito migliaia di ettari di ulivi in 5 focolai puntiformi in provincia di Lecce, in particolare nella zona di Gallipoli. Il Comitato fitosanitario permanente di Bruxelles ha infatti stabilito che le restrizioni alle movimentazioni vegetali dai vivai del leccese non debbano più riguardare l’intera provincia, come deciso a febbraio, ma solo le zone delimitate definite il 18 aprile scorso, ovvero la zona focolaio e la zona tampone. La decisione è arrivata dopo che a Bruxelles hanno esaminato gli ultimi risultati del monitoraggio, delle analisi di laboratorio e delle ricerche svolte dalle istituzioni scientifiche impegnate contro l’emergenza. E la prima delle conclusioni che anche Bruxelles ha fatto sua è che la Xylella fastidiosa individuata in Puglia è un ceppo con specifiche peculiarità che lo rendono diverso da quelli riscontrati in altri continenti con specifici ospiti vegetali ad esso associato. Il via libera all’allentamento delle In particolare il disciplinare prevede, all’articolo 5, che un olio può aspirare all’Igp se registra una percentuale elevata di Carolea, pari al 70%. E qui si è subito evidenziato che il livello necessario di tale varietà, non essendo presente in maniera uniforme in tutta la regione, potrebbe limitare di molto la produzione. Se ne è fatta interprete anche Confagricoltura la quale ha evidenziato che “oltre il 50% del prodotto olivicolo calabrese affonda le proprie radici nella provincia di Reggio Calabria e nelle cultivar Ottobratica e Sinopolese, che vantano radici storiche antichissime”, rispetto alle quali per altro si sono concentrati gli sforzi degli olivicoltori per una produzione di altissima qualità. Di qui l’auspicio che, oltre alla Carolea, vengano prese in considerazione anche queste due varietà e che comunque la presenza di una delle tre scenda dal 70 al 50%, per favorire la diffusione di blend caratterizzati dal ricchissimo parco varietale esistente in Calabria e contribuire alla diffusione ed apprezzamento per l’olio calabrese nel mondo. restrizioni è legato, a doppio filo, al rigore scientifico degli studi effettuati sul caso (che ha pienamente convinto la Ue) insieme al piano di azione adottato da tutte le strutture coinvolte dalla Regione Puglia. I campioni analizzati infatti sono stati oltre 16mila ed è emerso che la Xylella fastidiosa è rimasta, nella provincia di Lecce, in 5 focolai puntiformi, oltre che nella zona più ampia di Gallipoli. E anche lì dove il focolaio c’è, la percentuale di diffusione è maggiore nelle aree a sud di Gallipoli, e nettamente inferiore negli altri punti. “Gli studi scientifici effettuati e le misure adottate hanno quindi consentito - ha spiegato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni - di bloccare le attività dei vivai solo per le piante ospiti e solo per le aziende all’interno delle aree infette e non, come inizialmente previsto dalla proposta di decisione del Comitato pemanente europeo, anche per tutti i vivai della provincia di Lecce e tutte le varietà di piante presenti nelle aziende in questione”. 5 L’olivicoltura del Nord-Est, un’eccellenza Olio e turismo: all’avanguardia in quantità e valore un binomio La fotografia del settore nel convegno dell’Aipo Verona: oltre 8 mila produttori Conta più di 8 mila produttori e 7 mila ettari di oliveto di altissima qualità: è l’olivicoltura del Nord-Est, una realtà imprenditoriale all’avanguardia che sull’olio extra vergine di oliva fa girare l’economia dei territori. Gli ultimi dati di vendita - elaborati dall’osservatorio economico di Unaprol - evidenziano che in questa parte della Penisola sono venduti mediamente, attraverso la grande distribuzione, circa 35 milioni di litri di extra vergine per un corrispondente valore di 145 milioni di euro. Per quanto concerne le Dop, sono stati venduti circa 980 mila litri di olio per un valore di 10 milioni di euro. L’olio prodotto è di qualità eccellente e trova sbocchi soprattutto nel Nord Europa, riuscendo a spuntare prezzi maggiori rispetto alla media nazionale degli oli a denominazione. I dati sono emersi dal convegno “Agricoltura spes nostra salve” di Aipo Verona. Per quanto riguarda il Veneto, i dati mostrano una superficie in produzione pari a circa 3.000 ettari. La ripartizione provinciale delle superfici indica la predominanza della provincia di Verona con il 77% delle aree coltivate ad oliveto. Per la campagna 2013/2014 si evidenzia un livello produttivo pari a circa 900 tonnellate di olio, in progressione notevole rispetto alla campagna precedente (+40%). In Veneto opera anche una denominazione di origine protetta: la Dop Veneto, corrispondente alle provincie di Verona, Padova, Vicenza, Treviso e divisa in tre menzioni geografiche: Del Grappa, Euganei e Berici, Valpolicella. In queste zone l’olivicoltura non è meno importante rispetto alla riviera del Garda e vi si ritrovano più o meno le stesse varietà: Casaliva, Frantoio, Leccino, Grignan, Favarol, Raza, Trepp, Less. Lombardia, produzione di nicchia ed un occhio verso l’Expo 2015 “Verso Expo 2015: sviluppo integrato del territorio, prospettive future per l’olivicoltura lombarda e del Garda bresciano” è stato il tema dell’incontro promosso da Aipol Brescia. L’occasione ha permesso di ricordare i numeri di eccellenza dell’olivicoltura lombarda: 2.316 ettari, con la provincia di Brescia che detiene l’88% degli investimenti. Una piccola nicchia nel panorama nazionale ma di altissima qualità, grazie alle favorevoli condizioni climatiche: l’area di produzione è infatti circoscritta lungo le riviere dei laghi lombardi e del Garda. Qui si coltivano le varietà Leccino, Pendolino, Frantoio, Casaliva, Bresa, Moraiolo. Sono presenti sul territorio regionale due denominazioni di origine: Garda, nelle province di Mantova e Brescia, e Laghi Lombardi nelle province di Brescia, Como, Lecco e Bergamo. Le ultime quotazioni all’origine evidenziano per la Dop Garda un livello di 9,25 euro/kg (f.co azienda produttore - mer- Olivi sul Lario (foto di Sofia Merelli) ce nuda, iva esclusa). La domanda è in continua crescita e sempre più produttori guardano con interesse anche al mercato estero. L’iniziativa dell’Aipol si inserisce in un quadro di attività che punta a rafforzare la presenza delle aziende del Garda bresciano in scena- ri internazionali sostenute anche dalla buona annata olivicola 2013/2014, con un livello produttivo pari a circa 900 tonnellate di olio, in progressione del 35% rispetto alla campagna precedente ed in previsione dell’esposizione universale del prossimo anno. per le Marche L’olivicoltura marchigiana si prepara ad affrontare la nuova campagna olearia con gli strumenti messi a disposizione dai fondi strutturali europei. Oltre un miliardo di euro in 7 anni, buona parte di questi destinati all’agricoltura, che dovrebbero modificare in meglio le prestazioni di un’olivicoltura antica che punta a incrociare nuovi consumatori facendo leva sul turismo. L’occasione viene da un convegno sull’alta qualità dell’olio di oliva promosso dall’associazione Enhobby che ha curato per Unaprol un momento di approfondimento sulle filiere olivicole tracciate che contribuiscono a migliorare l’offerta italiana di olio extra vergine di oliva nel mercato europeo e mondiale. Dal focus dell’osservatorio economico di Unaprol emerge che l’olivicoltura marchigiana copre una superficie pari a circa 9.500 ettari. Quasi il 17% della superficie olivetata è coltivata con metodi di produzione biologica. Sono presenti nella regione marchigiana due Dop, rispettivamente per l’olio nella provincia di Pesaro e Urbino (Cartoceto) e per le olive da tavola nella provincia di Ascoli (Ascolana tenera). La produzione di olio di oliva nelle Marche, per la campagna 2013/2014, si è attestata - secondo le recenti stime Ismea - intorno alle 3700 tonnellate, con una contrazione pari al 10% rispetto ai livelli raggiunti nella precedente campagna. 6 Olive da mense: organizzarsi per la raccolta A fine settembre - inizio ottobre, si consiglia di raccogliere le varietà da mensa, quando il colore vira dal verde al giallo paglierino, per la preparazione delle olive in salamoia. Un classico esempio è rappresentato dalla Ascolana tenera, conosciuta in tutto il mondo nella classica preparazione delle “olive all’ascolana”, assai apprezzata farcita con un ripieno a base di carne, impanata e fritta. La notevole dimensione del frutto e l’eccessiva morbidezza della polpa la rendono particolarmente appetitosa alla mosca dell’olivo e suscettibile a grandinate. L’estrema delicatezza delle olive impone una raccolta necessariamente manuale, per “brucatura”, per evitare le ammaccature e gli indesiderati imbrunimenti della polpa, con indubbie riper- Olive in salamoia DOP “Oliva ascolana del Piceno” cussioni sui costi di produzione. Dopo la raccolta le olive vengono sottoposte alle seguenti fasi di lavorazione: 1. deamarizzazione delle olive con immersione in soluzione di idrato sodico (NaOH) la cui concentrazione può variare dall’1,5 al 3%, durata del processo 8 - 12 ore; 2. lavaggi delle olive con acqua, per eli- Il primo database per l’extravergine Costituito in Puglia il primo database dell’olio extravergine d’oliva relativo alle quattro cultivar: Coratina, Ogliarola, Cima di Mola e Peranzana. Protagoniste due aziende - la Oliveti Terra di Bari e la Olearia Basile di Andria - in collaborazione con il Consorzio Carso e il Cra Rende. Hanno provveduto a georeferenziare 450 alberi, muniti di una targa recante il codice alfanumerico d’identificazione. L’olio ottenuto con la tecnica della micromolitura è stato poi suddiviso in campioni analizzati da due piattaforme di risonanza magnetica nucleare. Lo scopo è quello di collegare le caratteristiche organolettiche e nutraceutiche dell’olio extravergine d’oliva monovarietale con quelle genetiche della pianta di provenienza. Questo database servirà ai produttori per sostenere scientificamente il loro prodotto ed ai consumatori per essere informati sulla provenienza. minare la soda residua; 3. immersione in una salamoia di concentrazione prossima all’8% di Cloruro di Sodio (NaCl) dove inizia il processo fermentativo degli zuccheri costitutivi delle olive con produzione di acido lattico, che consente l’abbassamento del ph della salamoia a valori prossimi al 4, necessari per una ottimale conservazione. L’Ascolana del Piceno A cavallo tra le regioni Marche e Abruzzo, interessa il territorio delle provincie di Ascoli Piceno e di Teramo. Il Disciplinare prevede il 100% di varietà Ascolana tenera e l’elaborazione delle olive sia in salamoia che ripiene. Si riportano le caratteristiche al consumo: - in salamoia: colore uniforme dal verde al giallo paglierino; odore caratteristico di fermentato; sapore lievemente acido, leggero retrogusto amarognolo, fragranza e croccantezza in bocca; polpa piena, fine, compatta, non raggrinzita, non granulosa; - ripiena: forma leggermente allungata (ellittica), irregolare; presenza di aree verdi percettibili; alla rottura la panatura rimane aderente all’oliva, con impasto che si presenta compatto; percezioni olfattive di media intensità con note fruttate di oliva verde e spezie; il prodotto risulta croccante, di sapore delicato con retrogusto amaro da intenso a mediamente intenso. Barbara Alfei Residui potatura: consentita la bruciatura Con l’approvazione del Decreto Legge n. 91 del 24 giugno 2014 - art. 14 comma 8 sono definitivamente risolti tutti i dubbi rimasti: per i residui di potatura è consentita la bruciatura in campo, come avviene da sempre. Il Consorzio Nazionale Olivicolo saluta con soddisfazione questo chiarimento di cui tutti gli operatori sentivano la necessità. “Anche gli amministratori locali - sottolineano dal Consorzio hanno ora la necessaria serenità per dare tutte le disposizioni al riguardo e consentire a chi si impegna quotidianamente nelle attività agricole di non avere ulteriori problemi in un momento già così difficile”. 7 Dalle olive all’olio: le ultime settimane prima della raccolta Nel mese di settembre iniziano a delinearsi quantità e qualità della produzione. I frutti sono in fase di accrescimento e procede la sintesi dell’olio. Fondamentale garantire la sanità delle drupe Arricchire il terreno in sostanza organica È fondamentale garantire al terreno un buon livello di sostanza organica, soprattutto nel caso di olivicoltura biologica. Un miglioramento significativo della dotazione in sostanza organica richiede tempi molto lunghi, pertanto se il contenuto di partenza è molto basso, non è sufficiente un’abbondante fertilizzazione organica di fondo, ma è necessario continuare ad apportare sostanza organica dopo l’impianto dell’oliveto, attraverso la restituzione al terreno dei sottoprodotti della lavorazione delle olive al frantoio, la trinciatura e l’eventuale interramento dei residui di potatura. Tra gli ammendanti, il letame è quello maggiormente utilizzato per la concimazione di fondo, in genere quello bovino, ma possono essere usati anche letami di altri animali (equini, ovini, conigli, polli, ecc.). Una valida alternativa al letame, spesso non facile da reperire, è costituita dal compost derivante da trasformazione aerobica di biomasse aziendali e di scarto (sansa, paglie, residui di potatura, stocchi, letami di vari origine, ecc.), che porta alla formazione di sostanza organica ben umidificata. Gli ammendanti, oltre a influenzare la fertilità chimica del terreno apportando elementi nutritivi, hanno un effetto anche sulla fertilità fisica, migliorando la struttura con positive ripercussioni sulla permeabilità all’aria ed all’acqua e aumentando la capacità di accumulo idrico, e sulla fertilità biologica. Sostanza organica può essere apportata anche mediante il sovescio, seminando un miscuglio di grami- di rame. Nel mese di settembre è importantissimo seguire costantemente il livello di infestazione di mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), monitorare la presenza degli adulti con trappole cromotropiche e/o a feromone, verificare settimanalmente l’ovideposizione nei frutti e lo stadio di sviluppo delle larve, intervenendo con prodotti chimici o biologici solo al superamento della soglia economica di convenienza. Olive da olio Nel caso di forti attacchi di mosca è compromessa la qualità dell’olio (foto di Alberto Alesi) nacee e leguminose (le più utilizzate sono orzo + favino o veccia, con semine autunnali) o altre essenze a rapido accrescimento. Quando si fa il sovescio come fertilizzazione di fondo è opportuno effettuare lo sfalcio in epoca relativamente avanzata, dopo la spigatura delle graminacee e la fioritura delle leguminose, perché il più alto contenuto di lignina e cellulosa accumulato nella massa vegetale determina un aumento della resa in humus stabile. Accorgimenti per le zone fredde Negli ambienti del centro-nord Italia si consiglia di ridurre gradualmente l’apporto idrico nella tarda estate, per garantire un sufficiente indurimento dei tessuti ed aumentare la resistenza al freddo delle piante, senza creare però situazioni di stress che arrestino l’attività delle foglie. Vanno inoltre evitati gli eccessi e gli apporti tardivi di azoto che stimolano l’attività vegetativa, in maniera da limitare lo sviluppo delle piante all’inizio dell’autunno e favorire la maturazione dei tessuti. Evitare anche interventi di potatura in occasione della raccolta; i tagli infatti stimolano l’attività vegetativa della pianta e rendono i tessuti maggiormente sensibili al freddo. Occhio ai parassiti Pioggia ed elevata umidità nel periodo autunnale favoriscono la diffusione di funghi, quali occhio di pavone, cercosporiosi o piombatura dell’olivo con conseguenti problemi all’apparato fogliare; per contenere le avversità fungine sono consigliati trattamenti con prodotti fitosanitari a base di sali Cambio al vertice di Unaprol: Granieri succede a Gargano Cambio al vertice di Unaprol, il più grande consorzio europeo di imprese olivicole tutte italiane. David Granieri, membro della giunta Coldiretti, presidente regionale del Lazio e della federazione dell’organizzazione agricola di Roma succede nell’incarico di presidente a Massimo Gargano che lascia la presidenza del consorzio olivicolo italiano dopo otto anni. Granieri, imprenditore agricolo 35 anni gestisce un’azienda multifunzionale agricola a Nerola (Rm), a prevalente indirizzo olivicolo, agrituristico e zootecnico orientata alla filiera corta certificata. L’assemblea dei soci di Unaprol riunitasi per l’approvazione del bilancio ha rinnovato inoltre l’intero consiglio di amministrazione che resterà in carica per il triennio 2014/2017. Nel suo messaggio di saluto il neo presidente Davide Granieri ha ringraziato Massimo Gargano per il suo impegno alla guida di Unaprol in tutti questi anni. “Il nostro obiettivo - ha detto Granieri - è difendere l’origine del prodotto targato made in Italy. Il no- Il territorio protagonista nel nuovo Consiglio Il nuovo Consiglio di amministrazione di Unaprol è formato da sedici componenti in rappresentanza delle principali aeree di produzione del miglior prodotto targato made in Italy. Di seguito i territori ed i nominativi dei dirigenti che li rappresenteranno per il triennio 2014/17. Abruzzo: Luciano Di Massimo (Pe); Basilicata: Quarto Piergiorgio (Mt); Calabria: Hyerace Gianluigi (Rc); Campania: Guardascione Emanuele (Na); Emilia Romagna: Filippo Tramonti (Fc); Lazio: Granieri David (Rm); Liguria: Alessandro Vignolo (Ge); Lombardia: Zanelli Silvano (Bs); Marche: Federici Pierluca (An); Puglia: Piccinno Pantaleo (Le); Sardegna: Pinna Giovanni (Ca); Sicilia: Giuseppe Piccolo(Me); Toscana: Neri Massimo Felice (Gr); Umbria: Scatolini Giulio (Pg); Veneto: Si consiglia di predisporre il cantiere di raccolta per le olive da olio tenendo sotto controllo gli indici di maturazione al fine di stabilire l’epoca ottimale di raccolta, in base alla varietà, alla zona, alla carica delle piante, all’annata. Si consiglia di valutare il metodo di raccolta più efficace ed economicamente conveniente in base alle dimensioni dell’oliveto, le varietà, l’età delle piante, la forma di allevamento e di programmare le necessità di manodopera in base al cantiere di raccolta previsto. Si ricorda ai frantoiani di avviare la manutenzione delle macchine e verificare che tutta la documentazione e i registri siano a posto. Per l’utilizzazione agronomica delle acque reflue, è opportuno preparare le pratiche per la distribuzione presentando richiesta al Sindaco almeno 30 giorni prima dell’inizio dello spandimento, e provvedendo alla relazione tecnica di un professionista, in base a quanto sancito dal Decreto Ministeriale 6 luglio 2005. Barbara Alfei Il nuovo presidente di Unaprol David Granieri stro Paese è vincente sui mercati di tutto il mondo solo se promuove il prodotto dei suoi mille territori. Occorre - ha aggiunto - investire sul concetto di biodiversità che è il valore competitivo del nostro prodotto italiano rispetto all’offerta indistinta di olio extra vergine che un mercato poco attento al concetto di qualità ci ha abituati. In questa prospettiva - ha poi concluso Granieri - l’Expo 2015 rappresenta un’opportunità per le imprese e per l’intero settore che dobbiamo cogliere facendo leva anche sugli strumenti della promozione comunitaria”. Il consiglio direttivo di Unaprol rappresenta 71 associazioni a livello territoriale in tutta Italia, la più grande rete di rilevazione europea dell’olio di oliva con un campione di oltre 7mila aziende monitorate e 640 filiere certificate. 8 Il Gruppo Pieralisi al fianco dell’Aifo Al congresso dell’Associazione Frantoiani Oleari un contributo sull’innovazione ambientale Il responsabile commerciale Centro-Nord Pieralisi, Beniamino Tripodi “L’impresa olearia tra tradizione e innovazione: dall’olio di qualità alle energie rinnovabili” è stato il tema del congresso dell’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (Aifo) svoltosi a Catania il 13 e 14 giugno scorso, a cui hanno partecipato anche alcuni tecnici del Gruppo Pieralisi. La prima giornata del convegno è stata dedicata all’analisi delle attività svolte dall’Aifo durante il 2013, agli obiettivi raggiunti e alle proposte di nuovi progetti, con relativa approvazione del bilancio. Un argomento di rilevante importanza che è stato affrontato e discusso è stato quello dell’olio artigianale, vista la recente approvazione della legge regionale pugliese sulla creazione della figura del frantoiano come artigiano. L’obiettivo essenziale è valorizzare e rendere riconoscibile al pubblico il lavoro che il frantoio compie ogni anno, come produttore di olio extravergine di oliva. Un’attività artigianale che di fatto, adesso, assume il riconoscimento anche giuridico come “mastro di frantoio”. Sempre nello stesso giorno si sono tenuti tre tavoli di discussione tecnica: uno legislativo, uno di marketing ed uno ambientale ed innovativo. I tecnici del Gruppo Pieralisi hanno partecipato a quest’ultimo dibattito sull’innovazione in termini ambientali, durante il quale Beniamino Tripodi, responsabile commerciale Centro-Nord Pieralisi, ha esposto i vantaggi del nuovo estrattore centrifugo Leopard. Uno degli argomenti, in particolare, su cui si è discusso in questo tavolo tecnico è stato quello del riutilizzo dei sottoprodotti di lavorazione e i vari vantaggi economici che i frantoiani ne possono trarre. Il giorno successivo è stato dedicato agli interventi delle associazioni di categoria, tra cui Unaprol, del direttore della forestale, di diversi tecnici e dei direttori di Agea e del Sian che hanno spiegato quali sono le modifiche sui nuovi obblighi anche a livello tecnico a cui i frantoiani, e non solo, andranno incontro durante la prossima campagna Per il Gruppo Pieralisi l’esperienza è stata molto positiva, ed è stata l’occasione per allacciare rapporti ed avere i canali giusti da cui attingere informazioni tecniche di rilevante importanza per gli aggiornamenti da fare al software “Olivosoft”. Olio, meglio Flos Olei premia i Clienti condire a crudo Pieralisi “Flos Olei 2014” - guida al mondo dell’extravergine - ha premiato i migliori 20 oli al mondo che brillano per l’ottimizzazione totale della filiera produttiva. Elementi essenziali per ricevere l’ambito premio “The Best 20” sono l’elevata qualità mantenuta nel corso degli anni e il valore aggiunto che le realtà produttive prese in esame apportano al proprio territorio. Tra le realtà premiate dal “Concorso Internazionale Flos Olei 2014” numerose sono le aziende che impiegano tecnologie Pieralisi. Ecco di seguito i Clienti Pieralisi che rientrano nella rosa dei migliori 20 nelle diverse categorie per il migliore olio extravergine d’oliva: - Azienda Agricola Pruneti (Migliore Olio Extravergine di Oliva da Agricoltura Biologica e Dop/Igp); - Frantoio Bonamini (Miglior Olio Extravergine di Oliva Dop/Igp Fruttato Leggero); - Frantoio Franci (Migliore Olio Extravergine di Oliva Blended Fruttato Intenso); - Frantoio Romano Morgenster Wine and Olive Estate (Le Aziende del Cuore); - Nuovo Oleificio Sandro Chiusi (Migliore Olio Extravergine di Oliva Blended Fruttato Medio); - Società Agricola Colli Etruschi (Migliore Olio Extravergine di Oliva da Agricoltura Biologica e Dop/Igp). Contrasta la comparsa del cancro e di altre malattie, ma per sfruttarne tutti i benefici è meglio consumarlo a crudo: l’olio extravergine di oliva perde gran parte delle sue proprietà peculiari durante la cottura, qualunque sia il metodo di preparazione utilizzato. A svelarlo è uno studio pubblicato su Food Research International da un gruppo di ricercatori dell’Università di Porto (Portogallo). “Purtroppo diversi metodi di cottura, dalla comune friggitura, alla bollitura e alla cottura al microonde, modificano senza dubbio il profilo chimico dell’olio d’oliva”, precisano gli scienziati. La conseguenza pratica è la perdita dei composti fenolici e degli altri antiossidanti che conferiscono all’extravergine le sue proprietà salutari. Questo fenomeno non comporta nessun rischio per la salute. Infatti dopo la cottura l’olio extravergine continua ad essere salutare almeno tanto quanto gli altri oli di origine vegetale. Tuttavia, sarebbe meglio utilizzarlo per condire le pietanze a crudo, preferendo oli d’oliva di qualità inferiore per le cotture. In alternativa è possibile aggiungere l’extravergine in padella solo poco alla volta, in modo che non si scaldi troppo e riesca a mantenere tutte le sue caratteristiche salutari. Società editrice PIERALISI SpA Direttore Responsabile Stefano Brecciaroli Redazione, amministrazione e pubblicità Via Don Battistoni,1 - 60035 JESI (AN) Tel. +39.0731.2311 [email protected] Progetto grafico e impaginazione www.cps-comm.it Stampa TECNOSTAMPA - Loreto (AN) Aut. Trib. di AN N.28 del 30.07.1984