“La risposta femminile davanti alla crisi alimentare”
Università degli Studi di Milano, 2 dicembre 2009
Donne, Microfinanza e
Sicurezza alimentare.
Jardena Tedeschi
Facoltà di Scienze Politiche
Dipartimento di scienze economiche aziendali e statistiche
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Università degli Studi di Milano, 2 dicembre 2009
Sicurezza alimentare
“La condizione di sicurezza alimentare viene raggiunta
quando tutte le persone in modo continuativo hanno
accesso fisico, sociale ed economico ad una quantità di
cibo sufficiente, sicuro e nutriente, che incontri le loro
necessità nutrizionali e le loro preferenze, tanto da
permettere di condurre una vita attiva e sana”
Fonte: FAO 2001
Obiettivi del Millennio (MDG)
1. Dimezzare la poverta’ assoluta e la malnutrizione entro il 2015
3. Promuovere la parità tra i sessi e il ruolo della donna
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Microfinanza
“La microfinanza…è intesa come l’offerta di prodotti e servizi finanziari a clienti
che per la loro condizione economico-sociale hanno difficoltà di accesso al
settore finanziario tradizionale”
(Fonte: “Microfinanza in Europa”, a cura di L.Viganò, Giuffrè 2004 e www.fdga.org).
Il report della Banca Mondiale “Finance For All” (novembre 2007) indica come
principali prodotti di microfinanza i servizi di risparmio, di pagamento a distanza,
di assicurazione e di credito, rivolti ad un target a basso reddito escluso dai
sistemi finanziari formali.
Contro la tendenza a identificare microfinanza con microcredito, è utile
sottolineare che il microcredito è solo uno dei prodotti/servizi offerti dalla
microfinanza (da cui prende il nome) e forse neanche il più rilevante.
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Vulnerabilità e capabilities
Nella sua accezione originaria il MICROCREDITO consiste nel finanziamento di
attività generatrici di reddito anche a carattere informale.
I problemi principali della popolazione a basso reddito che influenzano il successo
delle politiche di microcredito riguardano:
• vulnerabilità (sia personale che collettiva)
• mancato sfruttamento delle capacità potenziali (‘capabilities’, cfr.Sen)
L’osservazione empirica dell’utilizzo del microcredito per scopi diversi dall’obiettivo
prefissato da un lato, e la domanda di servizi di risparmio dall’altro, hanno suggerito
la necessità di integrare i servizi di microcredito con altri servizi di natura finanziaria.
Alla soluzione di questi problemi contribuiscono tutte le componenti della
microfinanza.
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Le istituzioni di microfinanza
A metà anni ’70-inizio anni ’80, a seguito del fallimento dei programmi di credito
amministrato/sussidiato, nasce la convinzione che sia più importante garantire
l’accesso al credito più che il mettere a disposizione credito a basso costo.
Nascono così i primi programmi di microcredito, con la caratteristica di:
• essere promossi soprattutto da ONG
• finanziare le micro-attività produttive del settore economico informale (rurale)
• utilizzare metodologie di group lending (“peer monitoring”)
• avere alti tassi di rimborso
Il ruolo delle ONG è stato quello di canalizzare il credito verso soggetti non
bancabili e in prospettiva renderli bancabili così da rendere effettiva la domanda
potenziale di credito.
Alcune di queste ONG, nel corso del successivo decennio, si trasformano in
istituzioni regolate (per es. Bancosol e Grameen). Nascono così le prime
istituzioni di microfinanza.
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Donne e microcredito
Donne raggiunte dal microcredito nel periodo 1999-2007 (in milioni):
Fonte: Microcredit Summit Report 2009
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Dei 106.6 milioni di clienti più poveri (meno di 1$ al
giorno) raggiunti dal microcredito a fine 2007, l’83.2%
erano donne (cioè 88.7 milioni)
Le donne raggiunte dal microcredito passano così dai
10.3 milioni di fine 1999 agli 88.7 milioni del 2007.
Il numero di donne povere che hanno ricevuto
microprestiti in questi 8 anni è cresciuto ad un tasso
medio annuo superiore al 30%
Fonte: Microcredit Summit Report 2009
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