Zona LPN
bollettino non conforme
numero 1— ottobre 2008
...cultura dell’azione
ZONA LPN OTTOBRE 2008
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SOMMARIO
LOCRIPATRIANOSTRA:
CAVALCHIAMO L’ONDA
pag. 3
ESTATE 2008:
PERENNE MOVIMENTO
pag. 4
CITTA’ DI LOCRI:
REGINA DELL’ESTATE
pag. 5
NOTTE DI MEZZA ESTATE:
NOTE RIBELLI
pag. 6
MALINTENT:
SCANNER LEGGI-PENSIERO
pag. 7
VERSO LA META:
DALLA REALTA’ AL MITO
pag. 8
FRATELLI PER FORZA
pag. 9
CAPITAN HARLOCK:
IL CAVALIERE ELETTRICO
pag. 10
ZonaLPN: agenzia di informazione interna a cura dell’ass. cult. LPN
ZONA LPN OTTOBRE 2008
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LOCRIPATRIANOSTRA:
CAVALCHIAMO L’ONDA
Mentre cammini per strada, mentre fai la fila al supermercato per comprare due etti
di mortadella, quando sei davanti al televisore che guardi l’ennesima replica del tuo
telefilm preferito, quando macini chilometri inutilmente con il tuo fuoristrada ultimo modello, quando mangi il pesce nel ristorante più in, tu non lo sai ma loro hanno vinto, si sono presi la tua vita e inesorabilmente, giorno dopo giorno ti hanno
annebbiato la mente e di quei pochi neuroni rimasti ne hanno fatto un sol boccone,
non ci credi, non è vero, loro hanno vinto, COMPRA, CONSUMA, CREPA,
l’unico Dio in cui devi credere è il denaro, non sei un uomo, non sei una donna,
non importa il tuo avvenire, la tua spiritualità, non importa se sei onesto, fedele o
giusto, sei merce e merce devi acquistare, anche quando non ne hai bisogno, ti creano nuovi bisogni e ti offrono le dovute risposte ed allora entra in una zona di resistenza umana, dove libere menti, ancora sognano e sperano e credono fortemente
che l’uomo sia qualcosa di più che un semplice strumento di profitto. ZonaLPN è
un area indefinita che prende corpo, che diventa forma (e sostanza), ti appassiona,
un manipolo di folli pronti a tutto. La vita come campo di battaglia, idee che irrompono come tuoni, colpi assestati con fermezza ma con la dovuta grazia.
ZonaLPN è la tua cattiva coscienza, il tuo grillo parlante, l’onda si cavalca o ti travolge ed allora uomini e donne libere, pazzi poeti, nuovi cantori, futurarditi di cielo,
di mare, di terra, di campagna e di città, c’è un virus da diffondere...in marcia.
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ESTATE 2008:
PERENNE MOVIMENTO
La nostra associazione, dal sei all’otto agosto, presso il lungomare di Locri, lato nord, ha organizzato una mostra fotografica “Oltre la linea del tempo” (all’interno del “Locride Summer Village 2008”, evento organizzato dall’associazione Giovani per la locride).
Un lungo viaggio, appunto “oltre la linea del tempo”, suddiviso in otto sezioni:: vette, mare / cielo, tempo, fiori, ruderi, alberi, persone e militia. La lunga carrellata, sono state utilizzate più di cento fotografie, volutamente in bianco e nero, invitava alla riscoperta del nostro
essere, alla conoscenza di noi stessi, cercando di chiarire ancora una volta, che l’essere deve
essere contrapposto all’apparire. Ogni fotografia, era accompagnata da una didascalia, sono
state utilizzate frasi tratte da libri, film, canzoni per noi significative. La mostra fotografica è
stata accompagnata, inoltre, da un filmato sempre prodotto dalla nostra associazione, dove
scorrevano tutte le fotografie, con tanto di sottofondo musicale. L’evento, ha riscontrato
molto interesse ed un discreto successo, con un pizzico di modestia, possiamo affermare che
i nostri stand sono stati tra quelli più frequentati, lo si evince dalle centinaia di brochure distribuite nel corso delle tre serate.
La sera del sette agosto, in concomitanza con l’apertura dei giochi olimpici a Pechino, sempre all’interno del Summer Village, abbiamo voluto manifestare la nostra incompleta ed assoluta vicinanza al popolo tibetano ed abbiamo segnalato come fosse vergognoso svolgere le
olimpiadi in Cina. Infatti, è stato effettuato un volantinaggio, dove si ribadiva il perché delle
nostre ragioni, ma ancor di più, per la durata dell’intera serata, sui nostri stand ha volteggiato
(perché sorretto da palloni gonfiati ad elio), uno striscione di diversi metri con su scritto
“TIBET LIBERO” ed anche tale azione è sembrata non dispiacere ai numerosi presenti.
Ultima segnalazione degna di nota, della nostra partecipazione al Summer Village, è stata
l’organizzazione in collaborazione con i curatori dell’intero evento, del torneo di beach tennis. Un’attrattiva che ormai spopola da diversi anni, sulle spiagge di tutta Italia, ma che da
noi a Locri e nell’intera Locride e forse addirittura in tutta la provincia di Reggio Calabria,
era completamente sconosciuta. Centinaia i partecipanti, il torneo suddiviso in due categorie:
doppio misto e doppio maschile, ha veramente divertito ed è stato di sicuro l’evento sportivo
più seguito. Non siamo soliti, lusingare nessuno, specie quando si opera all’interno di un
gruppo e per il gruppo, ma questa volta, una nota di merito va all’uomo del triskell, che in
fatto di sport riesce ad essere sempre un passo avanti a tutti, vera avanguardia sportiva, chissà con cosa se ne uscirà l’anno prossimo. Un ringraziamento sincero ai GIOVANI PER LA
LOCRIDE...all’anno prossimo.
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CITTA’ DI LOCRI:
REGINA DELL’ESTATE
Un noto settimanale, distribuito su tutta la nostra provincia, ha decretato che lo scettro di
regina dell’estate 2008, non poteva che essere assegnato alla città di Locri. La notizia ci ha
strappato un sorriso (vero), anche perché il giornale in questione, non è mai stato tenero con
la nostra cittadina ed inoltre, viene pubblicato nella vicina Siderno (un po’ di sano campanilismo non guasta mai).
Eppure, consapevoli che si tratta, con tutto il rispetto, di titoli di giornali, crediamo che guardandoci intorno, quest’anno non ci possiamo proprio lamentare.
Sbagliato, anche quest’anno, puntuali come sempre, ci siamo imbattuti nei soliti lagnosi disfattisti, “regina di che? ma quando mai” e via con le solita litania “ma voi vi ricordate cosa
era Locri tanti anni fa”, basta, basta, ma dove vivete, si avete capito bene, su quali frequenze
siete sintonizzati, ma veramente siete locresi o trovate il modo di esserlo solo se governate e
mangiate voi. Siam stufi, siamo stanchi di sentire che quest’estate Locri ha riproposto le solite cose e che niente di particolare è successo, anzi che sicuramente è andata meglio gli altri
anni. Bravi, disprezzate, minimizzate, tenete tutti buoni e zitti ed il popolo bue abbocca, perché parlare bene del proprio paese? Lacrime e sangue, dobbiamo essere sinonimo solo di
questo e verrebbe da dire che forse ce lo meritiamo. Non si riesce a capire come ci si possa
continuare solo ed esclusivamente a lamentarsi, a fare del vittimismo, mentre chi si rimbocca
le maniche se gli va bene viene sottoposto alle solite critiche e maldicenze. Estate da urlo?
Niente di tutto questo, ma fatevi un esame di coscienza e diteci se quest’anno non avete avuto l’imbarazzo della scelta, sport, musica, intrattenimento, cultura, eventi mai organizzati prima, locali pieni, chioschi che spuntavano come funghi, cosa non secondaria, mare pulito,
spazi abbandonati per anni restituiti alla gente. Tutto questo è stata (scusate il gioco di parole) l’estate locrese.
Non ci sono turisti, è vero, ma qualcosa si muove, si può migliorare, qualche iniziativa non
ha dato i frutti sperati, sono stati commessi degli errori, ma d’altra parte solo chi fa sbaglia, il
resto critica. Qualche zona è rimasta tagliata fuori, segnalatelo o mettetevi all’opera, proponendo iniziative per il prossimo anno. Viviamo su Marte? Può darsi, siamo faziosi? È vero,
amiamo troppo questa maledetta città, per non accorgersi che quest’anno partivano da tutti i
paesi limitrofi per venire a Locri. Sono finiti i tempi in cui scendevi alla Marina in giacca e
cravatta, oggi, ogni paese della costa, compie sforzi notevolissimi pur di non far spostare i
paesani e per attirarne di nuovi, ma a Locri, come scritto sopra, tutto questo è successo.
Mammamia che cattiveria, quando ci vuole ci vuole ed ora con tutta calma, aspettiamo, i soggetti di cui sopra, che saranno pronti a criticare anche noi, pazienza. D’altra parte, la battaglia
è sempre la stessa: da una parte la locresitudine (maldicenza, invidia, pettegolezzo, difesa dei
propri interessi), dall’altra la locresità (consapevolezza della nostra storia, delle nostre origini,
coloro che sanno che portiamo sulle spalle trenta secoli di civiltà, che veniamo da lontano ed
andiamo lontano), noi ci schieriamo con quest’ultimi, incuranti di maldicenze e pregiudizi,
camminiamo a testa alta e facce al sole, sempre a difesa della propria terra.
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NOTTE DI MEZZA ESTATE:
NOTE RIBELLI
Sabato nove agosto, presso la villa comunale, abbiamo dato vita ad un concerto di musica non
conforme. Una splendida serata, quasi due ore di musica, piene, intense, grazie all’impegno profuso dai nostri musicisti e non solo. Accanto al palco, in un luogo veramente suggestivo, su uno
schermo scorrevano, immagini e filmati che ben rappresentavano il significato delle canzoni ed
ad ogni esecuzione delle stesse, un’introduzione, con parole che più di una volta hanno fatto
veramente emozionare i presenti. Anche questa volta, al di sopra, di ogni più rosea aspettativa,
le presenze sono state tantissime, anzi nei giorni seguenti più d’uno ci ha rimproverato per non
averlo invitato o comunque per non aver pubblicizzato l’evento adeguatamente. È vero, le locandine sono state affisse in mostruoso ritardo ed il nostro solito e solido tam tam, questa volta
non ha funzionato (sbagliando si impara). L’evento, comunque, era presente sul cartellone estivo del comune e questo ha fatto si, che al solito nostro pubblico, fosse presente un bel numero
di curiosi e persone mai viste e conosciute.
Musica e parole non conformi, senza infingimenti, senza giri di parole, questa è la nostra musica, la cantiamo perché dice questo e perché questi siamo. Più il concerto andava avanti, più i
mille dubbi iniziali, le mille ansie, sparivano, per far posto a sorrisi, pacche sulle spalle e come
detto prima forti emozioni. Che la serata prometteva bene, lo abbiamo intuito all’arrivo delle
nostre maglie, senza neanche aprire la scatola, già le avevamo vendute tutte, “LOCRI È SPARTA” ha lasciato senza fiato più di uno ed infatti, abbiamo dovuto ristamparla ed ancora gente
furiosa ci insegue per strada alla ricerca dell’ambito trofeo. Tornando al nostro concerto, Ada,
Ciccio e Teresa (rigorosamente in ordine alfabetico), hanno eseguito i pezzi in maniera magistrale, ottima l’acustica, voci impeccabili, esecuzioni da brivido. Chi si loda si broda, si dice in
qualche parte in Toscana, non ci interessa, per una volta lasciamo da parte la nostra notoria e
proverbiale umiltà, per dire che queste sono le cose che ti ripagano di tanto sacrificio ed impegno e ti spingono a dire ci vediamo l’anno prossimo (o forse prima).
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MALINTENT:
SCANNER LEGGI-PENSIERO
Quando la realtà supera la fantasia. Navigando su internet (il messaggero.it) ci siamo
imbattuti su questo articolo ed inizialmente avevamo pensato che fosse uno scherzo,
ma andando avanti ci siamo resi conto che si trattava della nuda e cruda realtà. Giudicate voi.
Prevenire il crimine prima che venga commesso. Arrestare il killer prima che l’efferato delitto
abbia luogo. Il regista Steven Spielberg lo aveva già immaginato nel film Minority Report, dove
nel 2050 la polizia di una Washington ipertecnologica e sofisticata riesce (ma soltanto fino a
quando il sistema non mostrerà tutta la sua fallibilità) ad annientare la criminalità grazie a precognizioni e letture del pensiero
Oggi quell’ipotesi fantasiosa non sembra più tanto lontana stando ai primi esperimenti effettuati negli Stati Uniti. Nessun medium né esseri preveggenti all’opera, ma contro terroristi e malintezionati scenderà in campo uno scanner speciale, in grado di leggere nel pensiero.
Il nome dell'ultima novità tecnologica nella lotta al terrorismo si chiama “Malintent” e utilizza
sofisticati sensori che registrano il battito cardiaco, la temperatura corporea e il respiro. Inoltre,
è in grado di valutare le espressioni facciali per comprendere gli “intenti criminali”.
La prima sperimentazione potrebbe avvenire negli aeroporti, dove oltre ai normali metal dector
verrebbe installato anche lo scanner leggi-pensiero. Già, ma cosa succede se l’ignaro viaggiatore
è alle prese con problemi familiari, se ha appena scoperto il tradimento della moglie o ha appena perso il lavoro e, diciamo così, l’umore non è proprio alle stelle? Rischierà di essere scambiato per un terrorista imbottito di tritolo? «Niente paura - assicura l’équipe americana - Malintent
è in grado di riconoscere le persone che sono semplicemente stressate o nervose dai reali
“terroristi”».
Dopo la sperimentazione negli aeroporti lo scanner, sviluppato da “U.S. Department for Homeland Security”, potrebbe essere utilizzato anche negli stadi e durante tutti gli eventi che richiedono misure di sicurezza elevate.
La tecnologia attualmente è installata in un laboratorio mobile che analizza il comportamento
delle “cavie” con molteplici sensori. Il primo test, su 140 volontari, è avvenuto la settimana
scorsa in Maryland. «Siamo ancora nella fase iniziale di sperimentazione, ma i risultati sono
molto promettenti» dice John Verrico. «Abbiamo rilevato - aggiunge - circa il 78 per cento delle
cattive intenzioni». Ma sarà veramente lecito fermare un individuo solo per le sue intenzioni?
Certo è che per la giurisprudenza il solo fantasticare o “avere l’intenzione di” commettere un
reato non rientra nella sfera della punibilità. Ben diversa però la situazione se il soggetto individuato dallo scanner sarà trovato armato o imbottito di cocaina. Fortunatamente, come ammette
Amy Kudwa del Dhs, la strada da percorrere è ancora lunga: «Prima di applicare la tecnologia ci
vorranno ancora molti anni». Intanto godiamoci la libertà di essere tristi e arrabbiati senza rischiare di essere scambiati per killer, dirottatori o narcotrafficanti.
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VERSO LA META:
DALLA REALTA’ AL MITO
Dalle origini ai nostri giorni
UN MITO
Il rugby è figlio della passione e del coraggio. Ma anche della tradizione, del rispetto e della lealtà. Il tutto accompagnato dal profumo della leggenda.
Leggenda che nasce un giorno del 1823, quando in un college della cittadina britannica di
Rugby (circa 150 km a Nord Ovest di Londra), un ragazzo di nome William Webb Ellis, mentre
i compagni giocano a pallone, decide di prendere la palla con le mani per dirigersi verso la linea
di fondo.
Ci piace pensare che in quell’istante, da quel gesto così istintivo, sia nato uno sport tanto affascinante da non riuscire a far distinguere la realtà dal mito. Perché di giochi come il rugby la
storia, quella con la “s” maiuscola, ricorda primordi più antichi (si parla del XVII secolo), ma
racconti del genere meritano di essere celebrati.
SBARCA IN ITALIA
Il pallone ovale dalle origini britanniche, dai mille valori e dai rimbalzi imprevedibili, dopo un
lungo viaggio in giro per il Mondo iniziato nel 1823, sbarca quasi 70 anni dopo anche in Italia.
L’apparizione della palla ovale risale agli ultimi anni dell’Ottocento, come accadde per il calcio,
per merito di una comunità inglese, insediatasi a Genova. Ma la prima partita di cui si ha notizia
è in realtà datata 1910. Si gioca a Torino e a scendere in campo sono il Racing Club Parigi e il
Servette di Ginevra... L’anno dopo, finalmente, è la volta dell’Us Milanese contro i francesi del
Voiron.
Gli anni passano, ma è solo il 28 settembre 1928 che l’Italia si dota di un’istituzione: nasce infatti la Federazione Italiana Rugby, che proprio in questo periodo festeggia i suoi primi 80 anni.
L’anno seguente si disputa il primo campionato: lo giocano sei delle 16 squadre attive in quel
momento. Il primo campione d’Italia è la milanese Ambrosiana. A quei tempi si gioca a Milano
e Roma in particolare, ma anche a Torino, Bologna, Napoli e Parma. Nel 1929, infine, ecco
l’esordio internazionale: ma l’Italia, a Barcellona, perde 9-0 con la Spagna.
IL RUGBISTA
“La differenza fra il calcio e il rugby è che nel calcio ci si abbraccia fra compagni, nel rugby fra
avversari”. Senza essere famosa come quella di Oscar Wilde (“Una partita di rugby è un'ottima
occasione di tenere trenta energumeni fuori dalla città”), questa libera interpretazione del mondo ovale - pronunciata da un allenatore di casa nostra - rende merito allo spirito del gioco. Chi
lo pratica, infatti, incarna diversi valori: il rugbista è forte, coraggioso, ma anche altruista e leale.
Non c’è posto per le primedonne, una squadra di rugby è come una famiglia, in cui ognuno ha
il proprio ruolo: il potente sfonda, il veloce corre, il piccolo si infila. Tutti (piloni, trequarti, terze ali...) sono al servizio del gruppo, nessuno escluso.
Insomma, ha ragione, l’allenatore di prima, quando afferma “anche quando piove e fa freddo, la
fidanzata ti tradisce, la scuola va male o il lavoro fa schifo...su un campo di rugby splende sempre il sole”. (tratto liberamente da www.tuttorugby.it - prima parte )
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FRATELLI PER FORZA
Daniele Resini Strade Blu Mondadori - € 20
“Sulla carta stampata le fotografie vengono derubricate a iconette di mero supporto. Nel rugby,
azioni, volti, gesti, passioni esigono ben altro. E' giusto affidarne alle immagini la magia” spiega
Daniele Resini.
Fotografo ed ex rugbista, guida il riscatto dell'immagine sulla parola. Il tempo e la carta per l'introduzione di Mauro Bergamasco e una piccola presentazione da parte di Resini stesso, e poi
via: immagini su immagini
Di tutti i tipi, raccolte dal Sei Nazioni 2001 in poi: bambini che giocano, All Blacks, tongani e
samoani che ballano le loro danze, tifosi sorridenti e pieni di birra, partite di campionato, Coppa, Sei Nazioni e Mondiali. Il rapporto s'inverte: l'immagine occupa l'intera pagina, la parola
l'accompagna. Citazioni di ogni tipo: da
Pisolini a Seneca, da Tex Willer a Poe, da
Hugo a Nietzsche.
Poi un'orgia d'immagini. Carlos Spencer
che chiama l'haka della Nuova Zelanda,
passando in rassegna la truppa. Inglesi che
piegano gli australiani nei raggruppamenti. Umaga che scaccia via Mauro Bergamasco. Gregan che fa girare l'Australia. Ragazze scozzesi con il volto dipinto. Il francese Jauzion che finisce nella nassa inglese. E poi foto di gruppo, mischie, botte.
Senza protagonisti, se non masse di uomini che se le danno di santa ragione.
E poi foto di bambini che giocano. Bambini appoggiati a un palo in divisa di squadra che si leggono un fumetto. Anche
bambini cresciutelli, Under 18 e Under 21
che provano a fare le cose da grandi. La
rassegna di immagini è vasta e completa;
soprattutto le foto di 'gruppo', le mischie,
ci fanno vedere una realtà che spesso
sfugge allo spettatore di stadio o televisivo. Lividi, zigomi e sopraccigli gonfi, ferite e tagli, piedi e pugni che mulinano minacciosamente.
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CAPITAN HARLOCK:
IL CAVALIERE ELETTRICO
In un'epoca in cui si vive solo per sè, in un'epoca in cui l'uomo viene considerato solo nel suo
avere e non nel suo essere, un personaggio mitico come il Capitano può essere preso come
simbolo di quella ribellione giovanile contro un sistema che ci vorrebbe schiavi e ciechi esecutori di ordini.
“Un pirata tutto nero che per casa ha solo il ciel, il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà…” queste alcune strofe della sigla iniziale del cartone giapponese che ci ha cresciuto da
quando, nel lontano 1979, approdò in Italia dopo essere circolato in formato cartaceo.
Dunque, è giunta l’ora di recuperare un personaggio che per molti, soprattutto i più giovani, è
sconosciuto, ma che rappresenta meglio di chiunque altro il nostro sentimento a voler remare
contro: contro una società sempre più globalizzata e massificata che fa del profitto a tutti i costi
l'unico fine per il quale ogni mezzo diviene lecito. Una società che sradica dalle proprie radici
culturali i popoli, imponendo la mescolanza di culture nella prospettiva della creazione di un'unica melassa globalizzata ed omologata; una società che, attraverso i media, cerca di ottenere il
controllo delle menti dell'uomo gettandolo nella pigrizia e nell'apatia totale. Una società in cui
la testa viene riempita dai buoni propositi dei politici, dalle loro promesse elettorali che svaniscono il giorno dopo la chiusura delle urne; una società in cui tutti reclamano diritti e nessuno
però ha dei veri e propri doveri...diceva bene Platone “...è in una società in cui prospera troppa
licenza che germoglia e cresce una mala pianta: la tirannia”.
Capitan Harlock rappresenta il guerriero errante, che vagando per lo spazio infinito lotta contro
il male ma soprattutto non si piega al canto delle sirene che ha ovattato le orecchie degli umani
rendendoli schiavi delle stesse macchine che loro hanno creato; un Don Chisciotte del futuro
che combatte più per un'idea che contro qualcuno: i suoi stessi nemici, le Mazioniane, in realtà
sono un popolo in cerca di una propria terra dove vivere e crescere; alla fine dei conti non rappresentano poi dei veri e propri “cattivi”.
Un eroe che lotta per la propria libertà ma soprattutto per difendere l'Umanità dalla distruzione, per combattere l'appiattimento culturale che ha portato l'uomo ad essere privo di sentimenti
ed emozioni.
Capitan Harlock è stato ideato e scritto dallo sceneggiatore giapponese Leiji Matsumoto, inizialmente come fumetto manga che riscosse un notevole successo, tanto da trasformarlo in un anime nel 1978 da parte della Toei Animation. In Italia verrà trasmesso su Raidue nel aprile del
1979. E’ vestito con un mantello e un costume nero, con nel petto raffigurato un teschio. Come
ogni pirata che si rispetti ha una benda sull'occhio destro e una cicatrice sul viso, è armato con
una spada e una pistola a raggi laser e non è un tipo molto loquace.
La serie di Capitan Harlock (Il pirata spaziale Capitan Harlock) è stata prodotta dalla TOEI in
42 episodi e fu trasmessa in Italia verso la metà degli anni settanta dalla RAI. Nel 1982-83 viene
prodotta una seconda serie Waga Seishun no Arcadia - Mugen Kido SSX (L'Arcadia della mia
giovinezza - Rotta infinita SSX) in 22 episodi in cui si racconta di come Harlock decise di lasciare la Terra sull'Arcadia insieme alla Regina Esmeralda.
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NOTA PER IL LETTORE:
Senti un po’, si proprio a te, si si, tu che
stai leggendo, stiamo parlando con te,
non fare facce strane. Che stai pensando, ti è piaciuto, non te ne frega niente,
non vuoi che questo scritto ti raggiunga
più, basta dirlo, hai qualcosa da dire, allora non perdere tempo, questa pagina
è tua, la dedichiamo a te, vuoi darci una
mano, scrivi a [email protected], lascia traccia della tua
follia al resto penseremo noi, tanta fortuna.
N.B. astenersi perditempo, frustrati, delatori, antiqualsiasicosaapriori.
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Stiamo e
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a
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www.loc
Nuovo
materiale
in arrivo, dopo lo
strepitoso
successo delle maglie estive, abbiamo pensato di farti passare un caldo inverno...a breve riceverai notizie!
Noi sappiamo di
coloro
che proseguirono,
non di coloro
che abbandonarono!
(J.R.R. Tolkien)
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Zona numero1 - Locri Patria Nostra