POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46)
ART.1, COMMA 1, DCB ROMA
SABATO 15 GENNAIO 2011
D.L.
seven
BEN ALIAIN FUGA
ANNO IX • N°10 • € 1,00
S TA M P A
BLOG
TV
Capitale,
lavoro
e diritti
comprimibili
Moratti copia
Zingaretti: dopo Roma
wifi gratis a Milano.
E anche a Pordenone
Ma la televisione
è sempre stata
il salotto
della politica?
Le accuse gravissime
i i per il caso Ruby
b sconvolgono
l
di nuovo lla politica
li i iitaliana
li
Rito breve per prostituzione
Non è come le altre volte
La Tunisia
si libera
del despota
TIZIANA BARRUCCI
Girard: «Pessima
notizia per i regimi
della regione»
SIMONE VERDE
A PAGINA
5
Un reato odioso, leggi inaggirabili, procura convinta. Berlusconi è alle corde?
L’
accusa è concussione continuata e aggravata e prostituzione minorile per l’affaire Ruby,
al secolo Karima El Mahroug,
all’epoca dei fatti minorenne. Ieri
per Berlusconi è arrivato un colpo
durissimo dalla procura di Milano,
che insieme al premier – per il
quale è stato chiesto il processo
immediato – indaga la consigliera
regionale del Pdl Nicole Minetti,
il direttore di Tg4 Emilio Fede e
Lele Mora. «Una gravissima intromissione nella vita privata del presidente del consiglio», dicono gli
avvocati del premier i quali negano che Berlusconi abbia avuto
rapporti sessuali con la minorenne e affermano che in ogni caso
non è il tribunale di Milano competente a procedere, quanto il tribunale dei ministri e quello di
Monza. Il Pdl fa quadrato attorno
a Berlusconi e denuncia una «stra-
tegia di destabilizzazione per
strangolare anche i tempi del processo» da parte di alcuni magistrati che «imbarbarisce tutta la vicenda politica». Sul piano politico,
tuttavia, il Cavaliere sembra voler
adottare la stessa linea scelta rispetto alla sentenza della Consulta
che, appena ventiquattr’ore prima,
aveva bocciato la legge sul legittimo impedimento, ovvero lo scudo
istituzionale che lo proteggeva dai
ROBIN
IL NUOVO SCANDALO
Il miracolo
di Karol
Sesso con minore,
il Cavaliere
sotto processo
FRANCESCO LO SARDO
ALDO MARIA
VALLI
Le armi
spuntate
della difesa
I
l miracolo è stato riconosciuto:
una suora malata di Parkinson è
guarita in modo scientificamente
inspiegabile grazie all’intercessione
di Giovanni Paolo II. Dunque si può
procedere con la cerimonia di beatificazione, che avverrà il prossimo
primo maggio, giorno dedicato alla
divina misericordia, ricorrenza voluta proprio da papa Wojtyla sulla
base delle rivelazioni della suora polacca Faustina Kowalska.
A sei anni dalla morte, quindi a
tempo di record rispetto ai tempi
normalmente richiesti dalla Chiesa,
Giovanni Paolo II viene innalzato
alla gloria degli altari. Benedetto XVI
ha così deciso di fare piazza pulita
delle polemiche sollevate anche in
tempi recenti, per esempio circa le
presunte responsabilità di Wojtyla
nel nascondere i casi di pedofilia o
rispetto alla sua amicizia con Wanda
Poltawska, frequentata per tanti anni in Polonia e poi ricevuta spesso
anche a Roma. SEGUE A PAGINA 3
processi. «Non mi farò intimidire.
Anche questa vicenda non avrà
alcuna influenza sull’azione del
governo che andrà avanti». Nondimeno Berlusconi accusa i «giudici di sinistra» di sottoporlo a una
vera e propria persecuzione politica, attraverso «processi e accuse
ridicole». «Abbiamo un premier
in fuga dal paese e da se stesso»,
è il commento del segretario del
Pd Pier Luigi Bersani. A PAGINA 2
Monsignor
Immagino che monsignor Fisichella relativizzerà anche questa.
GABRIELLA MONTELEONE
A PAGINA
2
FIAT ■ AFFLUENZA AL 96 PER CENTO DEI LAVORATORI, PIÙ DI POMIGLIANO. DA OGGI UN’ALTRA STORIA
Gli operai votano in massa, Mirafiori verso il Sì
GIANNI DEL VECCHIO
INVIATO A TORINO
A
sera, quando lo spoglio è appena cominciato, i boatos
sono univoci: vince il Sì. Non sarà
indifferente capire lo scarto finale
ma dal tardo pomeriggio il “naso”
dei vari sindacati fiutava una proporzione non molto diversa da
quella di Pomigliano. Ma – quando scriviamo – sono cifre del tutto
ipotetiche. Solo voci. Resta il fatto
che il risultato è legittimato dall’al-
ta affluenza alle urne. Alla fine ha
votato il 96 per cento dei lavoratori, perfino più del precedente record di Pomigliano (il 95 per cento), è una percentuale altissima
che ha soddisfatto prima di tutto i
sindacati del Sì, che sulla consultazione si sono giocati buona parte della loro credibilità. Tanto che
a Claudio Chiarle, segretario della
Fim torinese, scappa la battuta.
«Questa straordinaria affluenza
dimostra come il vero assenteismo
in fabbrica sia del 4 per cento, mol-
to sotto i livelli che ci ha chiesto
Marchionne, abbiamo fatto bene
a firmare l’accordo».
Meno contenti invece quelli
della Fiom, che questo referendum l’hanno sempre considerato
illegittimo e che considerano la
grande partecipazione figlia
dell’intromissione della Fiat. «Tutto scontato, è la stessa azienda a
organizzare il voto», dice Giorgio
Airaudo, ricordando le assemblee
improvvisate tenute negli ultimi
giorni dai capisquadra. «Non è
❱❱ LA MOSTRA SUL PCI ❰❰
PARTITO DEMOCRATICO
Tendenza
Bersani
Dopo la direzione,
le lotte fra
gli ex popolari
FRANCO
MONACO
RUDY FRANCESCO CALVO
Verso il Lingotto,
l’enigma
della scissione
FRANCESCO CARUSO
A PAGINA
possibile che solo oggi la Fiom
scopra che la Fiat non è vergine. Il
Lingotto s’è sempre comportato
così in occasioni analoghe», controbatte Chiarle.
Scende il sipario nella fredda
notte di Mirafiori. Da domani si
comincia a ragionare su cosa è
sucesso, sui morti e feriti di questa
estenuante vicenda operaia che è
destinata a segnare le relazioni
sindacali e sociali per il prossimo
futuro. Ieri è stata un’altra giornata caldissima. SEGUE A PAGINA 4
3
A
lla direzione del Pd Bersani ha
riproposto la sua e nostra diagnosi allarmata della condizione in
cui versa il paese. Sotto il profilo
materiale e morale, democratico e
sociale. Non una premessa di rito
(non una mera giaculatoria, ha detto), ma la sostanza del ragionamento. Tutto ciò che segue sta o cade in
relazione al consenso intorno a
quella dirimente diagnosi posta a
fondamento.
SEGUE A PAGINA 8
Al mausoleo del Partito
MARIO
LAVIA
L
a battutaccia probabilmente era
inevitabile: «Ma ti immagini,
fra 90 anni, una mostra sulla storia
del Pd, con i quaderni di Veltroni e
Franceschini?». Chi vivrà vedrà.
Facile ironizzare, oggi, dinanzi ai
Quaderni (con la Q maiuscola),
quelli veri, redatti alla luce fioca di
una candela in una cella di pochi
metri da un gigante del pensiero
che si chiamava Antonio Gramsci.
Eccoli lì – abbiamo potuto sfiorarli
con la mano, prima che fossero
richiusi da una pesante teca di vetro
–, uno per uno, i 30 e passa quaderni gramsciani, scritti con piccolissima calligrafia: li hanno tirati fuori l’altro giorno dal caveau di una
banca nel centro di Roma dove sono custoditi alla stregua di un Rembrandt o di una corona antica. E in
effetti i Quaderni dal carcere sono il
piatto forte della grande mostra
sulla storia del Partito comunista
italiano allestita con scrupolo scientifico dalla Fondazione Gramsci e
dal Cespe, sotto l’attenta regia della
Fondazione Ds, legittima erede dei
“beni” del Pci, diretta da un Ugo
Sposetti ieri comprensilmente
emozionato.
SEGUE A PAGINA 9
Perché
stavolta
è diverso
S
iamo, e rimaniamo, nel partito
minoritario di quelli che preferirebbero girar la testa dall’altra
parte, piuttosto che provare ad approfittare di una inchiesta giudiziaria per sconfiggere un avversario
politico più forte. Da anni prendiamo insulti d’ogni genere, per questa che viene descritta come connivenza con Berlusconi quando invece è solo la convinzione che si
debbano conquistare menti e cuori
degli italiani mostrandosi migliori
di lui nel confronto politico.
Oggi però, di fronte al blitz che
la procura di Milano tenta contro
«l’utilizzatore finale» delle prestazioni della minorenne Karima el
Mahroug, tornare sulla prevalenza
della via politica sulla via giudiziaria appare insufficiente. Questa
non è una indagine come le altre,
le implicazioni giuridiche sono diverse da
quelle conImpensabile suete, infila rileche rimanga ne
vanza soa palazzo
ciale del
Chigi in caso reato è terribile.
di processo per
Basti
un reato così una sola
considerazione per
capirne l’eccezionalità. Per la prima
volta, mettendosi nei panni dei difensori di Berlusconi, una via
d’uscita non è proprio immaginabile, nonostante sia stata percorsa
tante volte in passato: cambiare le
leggi vigenti sulla prostituzione dei
minori. Per aiutare Berlusconi stato depenalizzato il falso in bilancio,
e gli italiani lo hanno digerito: depenalizzare lo sfruttamento delle
minorenni è oltre il pensabile.
Non che qualcuno ipotizzi una
simile assurdità, ma il paradosso
rende l’eccezionalità del caso.
Dalla parte della procura c’è la
possibilità di ricorrere, per reati
simili, a procedure rafforzate difficili da aggirare. Tempi di prescrizione lunghissimi. E c’è la credibilità che lo stesso Bruti Liberati s’era
conquistato, su questa vicenda,
quando ne escluse la rilevanza penale allo stato delle informazioni di
cui disponeva. Il Pdl allora lo elogiò, oggi è difficile demonizzarlo.
La prima reazione del premier
è stata, al solito, combattiva, sulla
linea della continuità di governo.
In realtà le sue condizioni politiche
erano difficili ed è improbabile che
ora migliorino. Per una volta, però,
ci sentiamo di dire che la politica
verrà dopo: un’invalicabile questione morale impedisce di pensare
che, in caso di giudizio ravvicinato
per un simile reato, Berlusconi
possa continuare a governare l’Italia e a rappresentarla nel mondo.
Chiuso in redazione alle 20,30
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Rito breve per prostituzione Non è come le altre volte