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PROVE
Numero 20
14 Giugno 2011
89 Pagine
NEWS
MOTOGP
SUPERBIKE
MotoGP Silverstone
Rossi: “abbiamo dei
problemi” | Perché HRC
non ha sostituito
Pedrosa? | Pag. 16
MOTOCROSS
14 Giugno
Anno
Numero
2011
01
20
SPORT
Mercato
MV Agusta F3
Erik Buell Racing
1190RS | Pag. 62
Superbike Misano
Checa imprendibile
Badovini sempre più
vicino al podio Pag. 40
| PROVA CRUISER |
Yamaha VMax
da Pag. 2 a Pag 13
All’Interno
MOTOGP: Stoner irraggiungibile | Le pagelle e i perché del GP di Silverstone | N. Cereghini “la bionda di Colin “
MX: Speciale GP del Portogallo | NEWS: Benelli TNT 899 e 1130 | LML Star 200 4 tempi | Le Yamaha da cross 2012
YAMAHA VMAX
PREGI
Motore e prestazioni
DIFETTI
Dimensione e consumo
PREZZO € 22.000
PROVA CRUISER
Burner King
di Francesco Paolillo | Brucia le gomme come il pane.
La VMax rimane ancora unica per lo stile e le prestazioni, che tolgono il fiato.
Coppia e potenza senza pari, e nessun controllo di trazione: qui si guida sul serio!
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SUPERBIKE
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SPORT
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Intake), invece, cambia la lunghezza dei condotti di aspirazione,
un condotto d’aspirazione lungo è più efficace ai bassi e medi regimi, mentre un condotto d’aspirazione corto incrementa le prestazioni agli alti. Una triade di enormi dischi a margherita consente
di rallentare la massa della VMax, coppia da 320 mm sulla ruota anteriore (con pinze radiali a sei pistoncini) e singolo da ben
298 mm per quella posteriore (pinza a pistoncini contrapposti).
A sovraintendere il tutto, un impianto ABS, che mette al riparo da
cattive sorprese. Considerando la massa in gioco, sono di particolare importanza anche le sospensioni. Forcella da ben 52 mm con
steli rivestiti in titanio ossidato e regolazioni della compressione
ed estensione. La sospensione posteriore Monocross, anch’essa
regolabile nell’idraulica e anche nel precarico (con un comodo comando remoto), può contare su una cinematica progressiva. Le
ruote sono entrambe da 18 pollici e calzano rispettivamente pneumatici 120/70 e 200/55.
I
l test della Yamaha VMax
Ignorante, arrogante ma anche terribilmente affascinante,
la Yamaha VMax è davvero una moto particolare. Questo è il
verdetto univoco della nostro prova. É passato qualche anno dal
lancio sul mercato (era il 2008), ma le sue linee e soprattutto il suo
V4 sono lungi dal potersi considerare sorpassati.
Scolpita nel metallo, questa Yamaha è un’orgia di particolari e
pezzi di meccanica lavorati con cura maniacale. Piaccia o non
piaccia, le sue linee non passano assolutamente inosservate, e
dove non arriva l’occhio, ci pensa il suono del suo terribile V4 ad
attirare l’attenzione.
4
Che numeri!
1.679 cc, 200 CV a 9.000 giri, con una coppia di 17 Kgm, tanti che
ci potresti trainare una barca (neanche tanto piccola), numeri che
impressionano su una superbike, ma che terrorizzano su una moto
cruiser da 310 kg in ordine di marcia. La trasmissione della potenza passa attraverso un cambio a 5 rapporti e soprattutto ad un
cardano dal look davvero pregevole. Il V4 di 65°incastonato in un
telaio a diamante in alluminio, non possiede alcun filtro, 0 controlli
di trazione, la potenza è tenuta a bada solo dal pilota, attraverso
l’YCC-T, Yamaha Chip Controlled Throttle, la gestione elettronica dell’acceleratore. Il sistema YCC-I (Yamaha Chip Controlled
La prova su strada
Bastano tre secondi, il tempo di salire sulla VMax, per capire che il
“gioco è divertente” ma l’impegno richiesto non è da tutti. Il peso
c’è e si sente tutto, soprattutto da fermo. Il solo gesto di raddrizzare la moto e togliere il cavalletto laterale, richiede uno sforzo decisamente sopra la media. Manovrare l’ampio manubrio è altrettanto impegnativo, e fino a quando non ci si mette in movimento gli
sforzi sono ripetuti e continuati! Un giro di chiave (se di chiave si
può parlare vista l’inusuale forma cilindrica della stessa) ed il cruscotto remoto (in quanto posizionato sul finto serbatoio) vi dà il
benvenuto, mentre la strumentazione analogica sul manubrio inizia ad agitarsi. Il suono emesso dagli scarichi è da brivido, e un paio
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di manate al gas permettono di intuire il carattere del quadricilindrico Yamaha. La posizione di guida è comoda e la sella accoglie
le terga del guidatore in maniera principesca, mentre l’eventuale
passeggero è meglio che se ne stia a casa. Esco dalla redazione
e non appena mi immetto sulla strada pelo il gas … e sgommo!
Mah ci sarà dello sporco a terra, mi dico, la gomma fredda...le
congiunture astrali e quant’altro. Niente di tutto ciò, con la VMax
se non si vuole far perdere aderenza al posteriore, ci si deve concentrare e agire sul gas come se si stesse maneggiando un uovo
fresco di gallina. Le partenze dai primi semafori sono tutte quante
caratterizzate da vistose strisce nere lasciate dal 200 posteriore,
che a causa dell’asfalto non proprio caldo fatica a mettere a terra
la potenza. Il problema principale in questi casi è “non prenderci
troppo gusto”, ed è davvero difficile ve lo assicuro. In compenso
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SPORT
quando c’è da curvare e districarsi nel traffico, l’interasse chilometrico (1.700 mm) e la tendenza dello sterzo a chiudere sono
pessimi compagni di ventura. L’unica strada digerita dalla VMax in
ambito cittadino è il vialone sgombro e rettilineo, per il resto... meglio evitare. Il motore da parte sua, invece, si comporta in maniera
educata, basta trattarlo con i guanti bianchi, mentre la trasmissione è davvero messa a punto, frizione e cambio sono entrambi
precisi e relativamente leggeri da utilizzare. Anche il cardano svolge il suo compito in maniera pregevole, ed è totalmente esente
da strappi. Finalmente abbandoniamo la città e ci fiondiamo in
autostrada, territorio poco adatto (vedi protezione aerodinamica
nulla ) ma caratterizzato da ampi curvoni e lunghi rettilinei dove
dare sfogo alla potenza esuberante del motore. Che dire, la VMax
si distingue per la precisione di guida, e per l’incredibile capacità
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2011
“
Le partenze dai primi semafori
sono caratterizzate da vistose
strisce nere lasciate dal
200 posteriore.
Il problema principale in
questi casi é “non prenderci troppo
gusto”, ed è davvero difficile
“
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di ripresa del propulsore. Tutto ciò finché non si decide di alzare il
ritmo. Sfruttando le potenzialità del motore, emergono i limiti legati al tipo di gomme montate e soprattutto al peso. Il profilo piuttosto piatto del gommone posteriore (anni luce da quello ciccione
che abbiamo apprezzato sulla Ducati Diavel) permette di mettere
a terra i cavalli sul dritto e nella prima parte della piega, ma non
appena si accenna a inclinare maggiormente la moto (che ha una
luce a terra di tutto rispetto) ci si trova a guidare su una sorta di
spigolo, con capacità di trazione davvero bassa. Considerando la
mancanza di un controllo di trazione, è consigliabile “tirare i remi
in barca”, anche perché il peso mette in crisi la sospensione posteriore che inizia a pompare vistosamente. Usciti dall’autostrada,
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portiamo la nostra Yamaha su una bella strada che alterna misto
lento e veloce. É sorprendente come sopra i 60/70 chilometri orari, la VMax riesca a essere moderatamente agile e guidabile, mentre il potentissimo impianto frenante permette di tirare staccate
degne di nota, e non si stanca davvero mai. Se non si pretende di
guidare in maniera troppo allegra, la cruiser Yamaha si dimostra
“quasi facile”, ma come ben sappiamo il richiamo del V4 è troppo
forte. E allora l’impegno diventa notevole e le uscite di curva molto
coreografiche e deleterie per la gomma posteriore! Una camomilla
al bar è quello che ci vuole, dopo aver trascorso una giornata in
sella a questo animale (o forse era meglio berla prima la camomilla?). Anche la VMax ha sete, e che sete! A darci dentro con il
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Mitica!
E’ un’opera d’arte
semplicemente e da tale
acquisisce un “senso”. Mi spiego...
avessi la possibilità di acquistare
una moto di tale spessore, la
terrei in salotto come oggetto da
collezione, usandola poco per
viaggi effettivi ma per
passeggiate goduriose. E poco
importa quanto beve poco importa se non è una mangiacurve.....
ma quando al semaforo ti trovi i
missili e gli sparisci lasciandoli a
bocca aperta....la goduria
strappabraccia diviene massima!
F A V O L O S A. Poi ovvio mai
come prima moto.
Pilotino10 - 10/06/2011
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1 Cruscotto remoto posizionato sul
finto serbatoio.
2 Coppia di dischi da 320 mm sulla
ruota anteriore con pinze radiali a sei
pistoncini.
3 Strumentazione analogica posta
sul manubrio.
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“
Potenza massima rilevata alla ruota: 169,1 cavalli a 8.800 giri/min
Coppia massima rilevata alla ruota: 151 Nm a 6.500 giri/min
Peso in ordine di marcia (dato dichiarato): 310 kg
Peso rilevato senza benzina: 302 kg
Consumo medio durante il test: 11 km/l
Velocità massima: 220 km/h (limitata elettronicamente)
YAMAHA
SCHEDA TECNICA
Che dire,
la VMax
si distingue
per la precisione
di guida, e per
l’incredibile
capacità
di ripresa
del propulsore
“
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gas non si percorrono i 5 km
con un litro, ma anche andando piano è difficile allontanarsi
dai 10.... d’altronde 200 cv devono pur bere! Le conclusioni
su questa moto sono davvero
difficili da tirare. Affascinante nella sua assurdità, brutale
come nessun altra (per favore
non paragonatela alla Ducati
Diavel se non esteticamente
perché per il resto sono totalmente diverse!) è un oggetto
esclusivo e costoso (22.000 €)
e praticamente inutile. Però nel
mondo delle moto quelle inutili
e assurde sono sempre quelle
che fanno parlare di più e che
col passare del tempo creano
il mito. Avete presente la prima
VMax?
VMAX
Tempi: 4
€ 22.000
Cilindri: 4
Cilindrata: 1679 cc
Disposizione cilindri: a V
Raffreddamento: a liquido
Avviamento: E
Potenza: 200 cv (147.2 kW) / 9000
giri
Coppia: 17 kgm (166.8 Nm) / 6500
giri
Marce: 5
Freni: DD-D
Misure freni: 320-298 mm
Misure cerchi (ant./post.): 18’’ / 18’’
Normativa antinquinamento: Euro 3
Peso: 310 kg
Lunghezza: 2395 mm
Larghezza: 820 mm
Altezza: 775 mm
Capacità serbatoio: 15 l
Segmento: Custom
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