Q uesto num ero esce in concom itanza con l’iniziativa di aggiornam ento prim averile dell’A niat che si svolgerà in terra toscana sui curricoli della cultura tecnologica nella scuola di base riform ata e sulle prospettive per la scuola secondaria. U n program m a ricco di spunti e sollecitazioni al fine affrontare una riform a nel m igliore dei m odi e senza traum i focalizzando i nodi principali in term ini di collocazione professionale che vuole significare anche quota locale e nazionale, organico funzionale, am biti - aree disciplinari e discipline, titoli di studio e classi di concorso, onda anom ala, ecc. Problem atiche che sono state oggetto di discussione sia nelle nostre assem blee o incontri provinciali, sia sui quotidiani locali e nazionali, sia sui giornali delle organizzazioni sindacali, sia sulle riviste specializzate delle associazioni professionali. L’A niat, chiusa l’epoca dei convet, apre quella dei cicli che si incanala nei nuovi param etri dell’offerta form ativa con l’unitarietà, la trasversalità, la contem poraneità, la flessibilità, la m odularità e nella nuova disciplina tecnologia che si dipana in un percorso scolastico verticale dai 3 ai 18 anni. In questo scenario sicuram ente non m ancherà l’opportunità di analizzare la form azione, la riqualificazione, l’utilizzazione, la riconversione, l’aggiornam ento e i raccordi con l’università. E’ il principio di una rivoluzione in cui l’A niat si inserirà nel cam po degli studi tecnologici con un bagaglio ricco di esperienza Protocollo d’intesa per far sì che la riform a venga affrontata dai docenti di ogni ordine e grado del settore con strum enti adeguati attraverso la form azione e l’aggiornam ento su tem i di rilevante interesse per la didattica disciplinare. Ed è per questo che M inistero della P.I., nella persona del M inistro prof. Tullio D e M auro, e A niat, nella persona del sottoscritto, il 12 febbraio u.s. hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per l’attuazione di un program m a com une allo scopo: - di m igliorare la qualità dell’insegnam ento delle discipline tecnico – tecnologiche, anche in relazione alla legge quadro in m ateria di riordino dei cicli dell’istruzione; - di contribuire per quanto riguarda le discipline tecnico-tecnologiche alle attività per la definizione dei curricoli com e previsto dall’articolo 8 del R egolam ento sull’autonom ia. In tale prospettiva un C om itato paritetico - costituito da sei m em bri (tre designati dal M inistero e tre dall’A niat) - sta progettando e organizzando ( a nom e e per conto del M inistero) corsi di form azione e aggiornam ento sulla didattica della cultura tecnologica dalla scuola di base alla scuola superiore con program m a, m odalità e tem pi da stabilire; m entre l’Aniat m etterà a disposizione le com petenze tecniche e didattiche m aturate e le istituzioni scolastiche, in piena autonom ia, potranno aderire ai percorsi form ativi. A l fine di fornire supporto didattico e com unicazioni sulle iniziative, sul sito istituzionale del M inistero sarà realizzato e curato dalla nostra A ssociazione un link, così com e verrà attivato dalla stessa A niat – in accordo sem pre con il M inistero – un sistem a di m onitoraggio delle esperienze innovative in atto negli istituti di ogni ordine e grado. O vviam ente il protocollo d’intesa prevede altri punti, m a volutam ente li tralasciam o per trattarli in altre occasioni o m om enti, poiché siam o proiettati sull’iniziativa di C hianciano che segna l’inizio di un nuovo percorso, e corona anche 36 anni di lavoro dell’A niat al servizio della scuola, della società e della com unità tutta; peccato che gli assenti perdano queste ore di incontro e di scam bi di idee e opinioni. C om unque, al di la di ogni considerazione, la collocazione della cultura tecnologica in tutto il percorso verticale dei cicli è un m om ento storico per la scuola e l’intesa con il M inistero lo sottolinea. Cesare Leone 2 AT Sulla bozza di Regolamento recante le norme in materia di curricoli della scuola di base ai sensi dell’art.8 del D.P.R. n. 275/99 il C.N.P.I. registra che, a tutt’oggi: Non esistono le garanzie minime per l’entrata in vigore dei curricoli N on esistono le garanzie m inim e per l’entrata in vigore, a partire dal 1 settem bre 2001, dei curricoli per tutte le prim e due classi della scuola di base e che gli stessi curricoli sottintendono una concezione di scuola non condivisibile perché priva di respiro pedagogico - culturale e fondata su un m odello funzionalista dei saperi. D el parere riportiam o alcuni passi con particolare riguardo alla tecnologia … … … … … … … … … .. § 2 V A LU TA ZIO N I E O SSER V A ZIO N I G EN ER A LI A . Principi ispiratori della riform a 1. Il profilo di scuola Sem bra ad alcuni che si validi un’idea di scuola com e strum ento utile e funzionale al m ondo delle professioni, dei servizi e delle im prese: una concezione di scuola basata su un m odello funzionalista dei saperi, priva di respiro pedagogico e culturale, fondata su m otivazioni di carattere socio-politico e non psicopedagogico, con tutte le conseguenze negative di questa scelta. Sem bra invece ad altri che proprio nella prem essa alle indicazioni curricolari si ragioni di un principio educativo che parta dalla centralità del soggetto che apprende e che si ponga il com pito di form are gli alunni ad essere persone libere e responsabili, capaci di iniziativa, consapevoli delle loro responsabilità. In questa chiave anche il possesso di conoscenze e com petenze che la scuola è tenuta a garantire diventa funzionale “ alla m aturazione della identità personale, all’educazione a diventare liberi cittadine e cittadini di una N azione antica e rinnovata quale è l’Italia della R epubblica”. Il C.N.P.I. rileva che, nell’im pianto proposto, il bilanciam ento tra l’orario della quota obbligatoria nazionale e della quota obbligatoria riservata alle scuole pare coerente con l’im pianto disegnato dall’autonom ia , così com e è stato recepito e inteso dalle scuole. Il concetto stesso di curricolo, inteso com e attuazione e costruzione da parte della scuola dell’intero progetto educativo, a partire dalle indicazioni nazionali, sem brerebbe andare in questa direzione, soprattutto nella m isura in cui si affida alla responsabilità culturale e progettuale di tutti i soggetti della vita della scuola. Ciò rende indispensabile garantire alle istituzioni scolastiche elem enti di certezza norm ativa e risorse congrue per la realizzazione concreta dell’intero curricolo. 2. Processualità della R iforma N ella legge di riform a è prevista una verifica triennale della efficacia e sostenibilità della riform a stessa; il C .N .P.I. condivide tale procedura perché essa riporta al soggetto prim o della riform a, cioè al Parlam ento, la titolarità per eventuali adeguam enti e m odifiche. Il C .N .P.I. rileva però che la scuola non è stata coinvolta per fornire un contributo sulle ipotesi elaborate dall’apposita C om m issione m inisteriale, e ciò ha reso difficile, da parte della scuola stessa, form ulare proposte di m odifica, in continuità con i processi di riform a già avviati, a partire dalle sperim entazioni degli istituti com prensivi e dell’autonom ia. 3. La continuità Il docum ento, nel rispetto della Legge 30/2000, si propone di realizzare una sostanziale continuità del percorso com plessivo dai tre ai diciotto anni, con la dovuta attenzione alla gradualità, alle tappe del percorso di apprendim ento e dello sviluppo affettivo,cognitivo e relazionale di ogni allieva e allievo. Si tratta di una proposta curricolare che accom pagna allieve e allievi dalla scuola dell’infanzia alla conclusione dell’intero ciclo scolastico, avendo cura di evitare ripetizioni e ridondanze, pur nel rispetto di quelle discontinuità necessarie alla m aturazione delle personalità di allieve e allievi. 4. Scuola dell’infanzia Il C .N .P.I. ritiene necessario definire, anche per questo segm ento, quanto afferm ato nell’articolo 8 del D PR 275/99. Il C .N .P.I. ritiene, com unque, positiva l’attivazione ai sensi dell’art.11 del D PR 275 di “iniziative finalizzate all’innovazione”. Tale processo va sostenuto da atti, interventi e proposte concrete tali da consentire alla scuola dell’infanzia di intraprendere un qualificato processo di riform a e di generalizzazione che contribuirà a portare elem enti utili alla verifica triennale del processo di riform a stesso. 5. Scuola di base Il C .N .P.I. sottolinea l’im portanza, per realizzare le finalità assegnate a questo segm ento dalla Legge 30/2000, dell’indicazione - nel passaggio dal vissuto al sistem a form alizzato delle conoscenze - di un percorso graduale dagli am biti alle discipline che possa prevedere sia approcci disciplinari, sia approcci integrati alle conoscenze, nel rispetto dei tem pi dell’apprendim ento, della struttura delle discipline (contenuti, codici, procedure) e del loro valore form ativo. Tutto ciò anche in una eventuale ipotesi di com presenza che traduca il necessario m om ento di lavoro progettuale collegiale, so- AT D irettore responsabile: C esare Leone V ice D irettore: V incenzo V alenza A m m inistrazione: C esare Leone, G ian Piero B enente, A ngelo B ellonio Im paginazione grafica: Fabio Leone A utorizzazione del T ribunale di T orino n. 1859 del 9 m arzo 1967 Stam pato in proprio (Continua a pagina 3) AT (Continua da pagina 2) stanziale presupposto dell’attività di insegnam ento - apprendim ento. N el prosieguo del docum ento si proporranno alcune ipotesi em endative al fine di realizzare in m aniera ottim ale il sopra citato principio della continuità. 6. Scuola secondaria Pur in considerazione del fatto che alcune linee di principio enunciate nella parte di prem essa si riferiscono anche alla scuola secondaria, il C .N .P.I. si riserva di esprim ersi nel m erito, allorquando saranno approntate le relative indicazioni curricolari. Il C .N .P.I. esprim e, a tale proposito, disagio per il fatto di dover dare una valutazione sull’im pianto com plessivo senza disporre del segm ento conclusivo dell’intero percorso. Preoccupa, altresì, l’esistenza di docum enti, avallati e diffusi dal M inistero, contenenti ipotesi strutturali per la scuola secondaria che sem brano voler prefigurare soluzioni, rispetto al lavoro, appena avviato sul secondo ciclo, dall’apposita C om m issione m inisteriale. B. Le condizioni di fattibilità Il C .N .P.I. rileva difficoltà in relazione sia alla ristrettezza dei tem pi di attuazione, sia all’esiguità delle risorse professionali, econom iche e strutturali, per quanto riguarda: - la problem aticità della ridefinizione dei Piani dell’offerta form ativa, e della revisione dell’intera problem atica attinente ai libri di testo; - l’ assenza di un vero organico funzionale, strum ento necessario per dare concretezza alla progettualità prevista dall’autonom ia e per realizzare la stessa riform a; - la carenza di un approfondito confronto culturale con le scuole e con la società nel suo com plesso; - la necessità di realizzare una inform azione/ form azione in servizio che non sprechi risorse, che superi le logiche dei piani astratti e lontani dai bisogni reali, e che trovi la sua legittim azione nella autonom a capacità e operatività della scuola di collegare strettam ente la crescita di una qualifiprofessionalità di tutti gli operatori cata alla costruzione/im plem entazione dei processi di riform a. A tal proposito si sottolinea la necessità di una form azione adeguata alle 3 esigenze connesse all’avvio della riform a per il prim o biennio del ciclo di base. N on appare infatti ipotizzabile il ricorso a “prestazioni d’opera” o allo “straordinario” o a soluzioni non saldam ente ancorate a una qualificata professionalità docente. La fase di transizione dovrà garantire a tutto il personale in servizio, attraverso specifiche opportunità form ative, l’acquisizione di un profilo professionale giuridicam ente e funzionalm ente unitario per i docenti della scuola di base, partendo da reali e personalizzate esigenze form ative e tenendo conto delle com petenze e delle esperienze professionali m aturate; - la necessità di riorganizzare in tempi certi la rete scolastica anche attraverso la configurazione e l’adattam ento funzionale delle strutture scolastiche della scuola di base; - la necessità di richiam are la funzione istituzionale della R epubblica nel garantire a tutte e a ciascuna scuola di base le stesse condizioni strutturali e infrastrutturali: risorse edilizie, attrezzature laboratoriali e adeguati m ateriali didattici; - la necessità di prevedere esplicitam ente la possibilità di coprire la quota di com petenza dell’istituzione scolastica con le professionalità necessarie e coerenti con le soluzioni previste dal piano dell’offerta form ativa di ogni singola istituzione scolastica. Il C .N .P .I. ritiene necessario, in prospettiva, la definizione di una form azione iniziale di livello universitario altam ente qualificata per tutto il personale docente, insegnanti tecnico-pratici com presi, condizione fondam entale per la qualità del processo di R iform a. PA R TE PR IM A : BO ZZA D I R EG O LA M EN TO PR EM ESSA A G LI EM EN D A M EN TI Sulla base di quanto evidenziato nella prem essa e nelle osservazioni relative alle condizioni di fattibilità del piano di attuazione della Legge 30/2000, alcuni ritengono lo schem a di R egolam ento inadeguato rispetto alle esigenze della scuola dell’autonom ia, carente sul piano delle flessibilità e indefinito nelle risorse con cui far fronte alla quota oraria obbligatoria di curricolo di istituto e alle attività opzionali, e fonte di inevitabili conflittualità interne. A ltri ritengono che lo schem a di R egolam ento, in un quadro di com plessiva coerenza con l’insiem e dei provvedim enti già definiti, necessiti di specifiche m odifiche e integrazioni, tenendo conto dei connotati di gradualità e sperim entalità del prim o triennio di attuazione, precedente la prevista verifica parlam entare. V engono pertanto proposti specifici em endam enti allo schem a di R egolam ento e all’allegato docum ento di indirizzi per l’attuazione del curricolo della scuola di base. M O TIV A ZIO N I E C O N TESTU A LIZZA ZIO N E D ELLE PR O PO STE EM EN D A TIV E N el caso del R egolam ento in oggetto, la prescrizione norm ativa di definire finalità generali m a anche “obiettivi specifici di apprendim ento connessi alle com petenze degli alunni” dovrà essere coerentem ente collocata nel quadro dell’autonom ia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche. In particolare la stretta connessione tra gli art. 3 e 8 del D PR n. 275/99 costituisce, a parere del C N PI, la corretta chiave di lettura sia del R egolam ento che degli indirizzi per l’attuazione del curricolo. In questa prospettiva, potrà ricom porsi in m odo equilibrato e funzionale l’esigenza m anifestata dal m ondo della scuola di punti di riferim ento chiari e unificanti per la progettazione e la pratica didattica e per la piena realizzazione dell’autonom ia didattica e organizzativa. S ulla base di questo basilare orientam ento condiviso, secondo alcuni non realizzabile in base alla proposta, si evidenziano alcune questioni relative all’articolato dello schem a stesso. 1) O R A R IO O BBLIG A TO R IO D EI C U R R IC O LI D alla orm ai lunga esperienza della riform a degli ordinam enti della scuola elem entare introdotta con la L . 148/90, è venuta em ergendo sul piano norm ativo, nel dibattito pedagogico e nella pratica didattica, un’interpretazione dell’am bito disciplinare com e spazio di operatività didattica che risponde alle esigenze del (Continua a pagina 4) 4 soggetto che apprende piuttosto che a rigide com posizioni disciplinari. Se per l’intero arco del settennio le discipline costituiscono un rigoroso riferim ento conoscitivo, l’am bito deve potersi costituire sulla base delle autonom e progettualità delle scuole, senza vincoli rigidi nella m odalità di aggregazione delle discipline e delle attività anche di tipo laboratoriale. E’ im portante, quindi, evidenziare la possibilità per le scuole di definire, nel quadro dei Piani dell’O fferta Form ativa, m odalità diverse, sia nel passaggio dagli am biti disciplinari alle discipline che nella stessa configurazione degli am biti disciplinari. V anno garantite le risorse professionali affinchè la quota oraria obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche sia coerente con le scelte del PO F. Il tem po scuola e l’articolazione degli orari rappresentano un elem ento strutturale decisivo per la scuola di base. In tale contesto le decisioni delle istituzioni scolastiche relativam ente ai m odelli orari, nell’am bito della flessibilità organizzativa prevista dallo schem a di regolam ento, devono essere ricondotte alle scelte progettuali contenute nel PO F, superando ogni rigida divisione tra scelte pedagogico-didattiche ed esigenze socioam bientali. A l riguardo il C N PI raccom anda una particolare attenzione all’area espressiva, affinchè siano garantite le attività indicate nell’allegato docum ento sul curricolo. C onseguentem ente, com e evidenziato nella prem essa del presente parere, l’organico dei docenti deve garantire in tutti i m odelli organizzativi, in relazione al tem po scuola adottato, i relativi spazi di contem poraneità, già a partire dalle prim e classi coinvolte nell’attuazione della riform a, quali condizioni indispensabili per la qualità dell’intervento didattico. Le dotazioni di personale attribuite alle istituzioni scolastiche devono garantire l’attuazione del curricolo per tutti gli am biti, le discipline e le attività previste, con i relativi quadri orari di riferim ento. In particolare, occorre chiarire che il tem po scuola necessario per rispondere alle esigenze del territorio, ivi com presa la fruizione del servizio m ensa, fino ad un m assim o di 40 ore settim anali, si aggiunge alla quota oraria a disposizione delle scuole.A parere del C N PI AT la scelta del m odello di tem po scuola, così com e configurato dall’art. 2 com m a 2, com e di seguito em endato, va garantita a tutte le istituzioni scolastiche che lo richiedano. PR O PO STE D I EM EN D A M EN TO A rt. 2 com m a 2: dopo le parole “può essere increm entato”, sopprim ere il resto del periodo e aggiungere: “, in relazione al PO F, fino ad ulteriori 330 ore” A rt. 2 com m a 3 lettera A (3° e 7° rigo): sostitu ire “ m atem atico -scientifico” con “matematico-scientifico-tecnologico” A rt. 2 com m a 3 lettera B (3° e 7° rigo): sostitu ire “ m atem atico ” co n “ lo g ico matematico” A rt. 2 com m a 4: dopo le parole “le istituzioni scolastiche possono definire” aggiungere “, in relazione alle esigenze del PO F,” ; dopo le parole “delle com petenze dei docenti” sopprimere il resto del periodo fino al punto; aggiungere di seguito i seguenti periodi “In questa logica l’articolazione ipotizzata al precedente comma 3, non deve essere intesa in forma rigida, ma rimodulabile in relazione al PO F. Le istituzioni scolastiche, in relazione ai percorsi di studio e di apprendimento adottati, possono altresì definire soluzioni organizzative aperte e flessibili nella configurazione degli ambiti disciplinari”. A rt. 4 (Lim ite della flessibilità di com pensazione): dopo le parole “com pensazione fra discipline” aggiungere “, anche appartenenti ad ambiti diversi,”. 2) V A L U T A ZIO N E D ID A T T IC A E V A LU TA ZIO N E D I SISTEM A Il processo di valutazione di sistem a, a partire dalla scuola dell’infanzia, va inteso nella prospettiva della incentivazione della qualità da cui discende una adeguata organizzazione scolastica, la quale contribuisce a garantire e prom uovere il raggiungim ento delle finalità condivise e auspicate. L’am biente e l’analisi del contesto rappresentano aspetti essenziali e ineludibili del processo di valutazione. In tale prospettiva si ritiene che la valutazione di sistem a debba integrare e innestarsi con la valutazione didattica, evitando che prevalga una dim ensione tassonom ica centrata sulla m isurazione. D iventa, pertanto, fondam entale la valutazione form ativa, riferita ai processi di crescita e di sviluppo delle singole persone, in quanto essa costituisce un preciso contrappunto al profilo delle com petenze in uscita degli alunni, indicate dal docum ento sugli indirizzi curricolari. A lla luce di queste considerazioni il C N PI insiste sull’esigenza di un effettivo coinvolgim ento delle istituzioni scolastiche nel concorrere alla valutazione di sistem a. PR O PO STE D I EM EN D A M EN TO A rt. 6 (V alutazione degli alunni): si propone di sostituire l’intero articolo con la seguente form ulazione: 1) Il curricolo della scuola di base si conclude con un esame di stato dal quale deve emergere una indicazione orientativa, non vincolante per il proseguimento degli studi. 2) Le singole istituzioni scolastiche definiscono modalità e tempi della valutazione formativa. 3) La valutazione finale degli alunni si svolge con particolare riferimento agli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze, anche in relazione ai criteri definiti dal PO F. A rt. 7 (Standard relativi alla qualità del servizio) : si propongono le seguenti m odifiche: - sostituire il titolo con “Valutazione di sistema”; - sostituire l’intero testo con 1) La valutazione del sistema compete in primo luogo alle scuole con il sostegno di repertori informativi relativi al quadro territoriale e nazionale. 2) Il M inistro della P.I., a norma dell’art. 8, comma 1, lettera h), definisce gli standard di qualità. 3) D ISPO SIZIO N I D I PR IM A A PPLIC A ZIO N E A lcuni ritengono im proponibile un R egolam ento che prevede all’art. 10 l’entrata in vigore dei curricoli della scuola di base all’inizio dell’anno scolastico 2001/2002, sia per AT l’ inadeguatezza dei tem pi a disposizione per l’adozione dei provvedim enti necessari a garantire l’avvio della riform a, sia per i num erosi problem i di fattibilità, di scarsa chiarezza di indicazioni e di m ancanza di certezze operative per le istituzioni scolastiche autonom e. A ltri ritengono che le condizioni di fattibilità della riform a devono essere realizzate con scelte coerenti e tem poralm ente definite, insistendo sui caratteri di sperim entalità del prim o triennio di attuazione che porterà alla verifica parlam entare della stessa Legge 30/2000. PR O PO STE D I EM EN D A M EN TO A rt. 10 (D isposizioni di prim a applicazione) Proposta a) : sopprimere l’art. 10. Proposta b): dopo il com m a 1 aggiungere il seguente com m a: “2) N ell’anno scolastico 2001/2002, per le prime due classi della scuola di base, le istituzioni scolastiche possono, in relazione a specifiche condizioni territoriali di fattibilità, individuare modalità graduali e flessibili di attuazione di quanto previsto nel presente regolamento”. 4) D ISPO SIZIO N I TR A N SITO R IE R elativam ente al problem a della cosiddetta “onda anom ala”, il C N P I ritiene im proponibile la soluzione prevista all’art. 11 dello schem a di R egolam ento, di affidare alla responsabilità delle scuole, in sede di scrutinio, l’anticipo alla classe successiva a gruppi di alunni. S i ritiene che tale m eccanism o generi, inevitabilm ente, conflittualità all’interno delle scuole nell’individuazione di criteri che im propriam ente sono ricondotti nell’am bito della valutazione degli alunni. L e conseguenze di una disposizione norm ativa di così am pia portata vanno tem pestivam ente riconsiderate dall’A m m inistrazione C entrale. PR O PO STA D I EM EN D A M EN TO A rt. 11 (D isposizioni transitorie): sopprimere il comma 2 5 PA R TE SEC O N D A : BO ZZA D I IN D IR IZZI PER L’A TTU A ZIO N E D EL C U R R IC O LO PR EM ESSA A G LI EM EN D A M EN TI Il C N PI intende richiam are prelim inarm ente l’attenzione su alcuni aspetti di carattere generale quali: − ιl riconoscim ento del com pito e delle responsabilità della scuola e del gruppo docente nel ricercare e garantire condizioni ottim ali di apprendim ento; − l’im portanza dell’azione dell’insegnante in ordine alla scelta, alla progettualità e alla responsabilità decisionale nell’elaborazione e nella costruzione dei percorsi curricolari; − l’attenzione ad un sapere procedurale che rafforzi un’alfabetizzazione di base, m arcando, com unque, l’esigenza di un sapere disciplinare, in senso epistem ico e form ativo. Q uanto alla struttura ed al linguaggio del docum ento il C N P I raccom anda di uniform arlo, curando che: a) siano adottate scelte lessicali univoche (ad esem pio contenuti o contenuti essenziali; com petenze conclusive o profilo di uscita); b) ciascuna ipotesi curricolare si concluda con l’elenco delle com petenze conclusive o con il profilo di uscita; c) le finalità delle discipline non siano collocate nella parte conclusiva, m a prim a del punto B d) sia precisato in m odo più evidente che si tratta di indicazioni curricolari e non dei curricoli della scuola di base, anche per evitare che il testo possa essere letto, nella fase di elaborazione affidata alle scuole, nella logica di un program m a prescrittivo; e) la dicitura “O biettivi specifici di apprendim ento relativi alle com petenze degli alunni” non sia ripetuta per ogni voce. M O TIV A ZIO N I E C O N TESTU A LIZZA ZIO N I D ELLE PR O PO STE EM EN D A TIV E N .B . Per esigenze redazionali, le proposte em endative debbono così intendersi: - I testi compresi nelle parentesi, in grassetto sottolineato, sono da eliminare - I testi in grassetto sono da inserire C apitolo II – La scuola dell’infanzia Premessa agli emendamenti proposti (O missis) …… Emendamenti al capitolo III La scuola di LAUREA Il 21 Marzo u.s. Marco Gianmaria Patrizio TOMAINO (Marco per gli amici), figlio del nostro caro amico Giuseppe, socio Aniat ed ex Consigliere Nazionale degli anni 70, ha conseguito la Laurea in Ingegneria Elettronica - indirizzo Telecomunicazioni presso l'Università di Ancona. La complessa e laboriosa tesi di laurea svolta e relazionata brillantemente dal neo dottore Marco ha fatto sì che la Commissione giudicatrice abbia potuto valutarla molto positivamente ed esprimere la massima, votazione. Marco ha sviluppato una procedura di pianificazione radio per un sistema di copertura radiomobile privato di telecomunicazione, utilizzante lo standard digitale TETRA, a supporto delle attività di polizia municipale della città di Milano, sia in ambito urbano che suburbano. A Marco, neo ingegnere, auspicando un futuro sempre in crescendo, le congratulazioni più vive e sincere dall’équipe di Area Tecnologica. 6 AT base punti B e C (om issis) A M BITO M A TEM A TICO -SCIEN TIFICO (aggiungere – TEC N O LO G IC O ) (om issis) TEC N O LO G IA G li obiettivi… sono stati suddivisi in due segm enti ( 3–5; 6-7) I contenuti e le attività riguardano il quinquennio 3 – 5 anno IN TER PR ETA R E - individuare le funzioni di un oggetto (m ateriale o virtuale) e distinguere fra funzioni e funzionalità anche in rapporto alla form a e ai materiali utilizzati - descrivere e rappresentare, anche con sem plici schizzi, elem enti del m ondo artificiale cogliendone le differenze di form a, m ateriali e funzioni - leggere e applicare le indicazioni di uno schema di montaggio di semplici oggetti riconoscere e descrivere le caratteristiche e le funzioni di sem plici dispositivi autom atici C O N TESTU A LIZZA R E Saper esam inare oggetti/processi considerandone l’im patto con l’am biente e il contesto sociale V alutare il tipo di m ateriali in funzione dell’im piego graficam ente, form e bidim ensionali e tridim ensionali sia con strum enti tradizionali sia con le nuove tecnologie leggere e com prendere schem i di m ontaggio di apparati vari e disegni tecnici specifici dei vari settori tecnologici valutare negli oggetti, gli aspetti relativi alla funzionalità, all’affidabilità, all’estetica, ai costi in rapporto alla funzione da svolgere, alle risorse utilizzate e all’im patto am bientale e sociale riconoscere e descrivere le caratteristiche e le funzioni di dispositivi autom atici, dai più sem plici ai più com plessi saper riconoscere le situazioni che suggeriscono l’uso di strum enti inform atici per m igliorare la qualità del proprio com pito e saper usare tali strum enti 6 - 7 anno IN TER PR ETA R E individuare negli oggetti aspetti relativi alla struttura, al principio di funzionam ento, ai processi produttivi e al loro rapporto con l’uom o e con l’am biente individuare, riconoscere e rappresentare PR O D U R R E E O R G A N IZZA R E saper organizzare le conoscenze sotto form a reticolare con m appe concettuali anche con l’uso di strum enti inform atici e telem atici saper utilizzare le con le conoscenze relative ai sistem i di progettazione industriale e del design nell’ideazione progettazione e PR O D U R R E E O R G A N IZZA R E saper ricercare, raccogliere e organizzare con m appe concettuali inform azioni, anche con l’uso di strum enti inform atici e telem atici saper ideare progettare e realizzare oggetti (materiali o virtuali) seguendo una definita m etodologia progettuale saper riconoscere in un prodotto il suo processo di produzione a partire dalle risorse È uscito il numero di aprile 2001. Ne pubblichiamo il sommario: I FA TTI (a cura di G ian Piero Benente) 1- Finalm ente ci siam o: la tecnologia in tutta la scuola di base 18 - Il disegno anim ato con Pow er Point: la progettazione di oggetti (G ian Piero Benente) D O C U M EN TI SU I N U O VI C U R R IC O LI 3 - Indicazioni di curricolo per la tecnologia (Estratto dal docum ento generale consegnato al C N PI) PSIC O LO G IA E PED A G O G IA IN C LA SSE 20 – La parola ai docum enti (Carlo Arabia) TEC N O LO G IA E SC U O LA PR IM A R IA 6 - Tecnologia - scuola elem entare e di base. V erso un itinerario "com prensivo". Far stare gli oggetti: pensiero plastico della collocazione (Gabriele Righetto, Segretario Generale del Centro d'Ateneo di Ecologia Umana, Università di Padova) D ID A TTIC A D ELL'ED U C A ZIO N E TEC N IC A 9 - La tecnologia per m uoversi. M obilità e am biente (Liliana Ferraiolo) 13 - Im pianti tecnici per l'edilizia. G li im pianti per la distribuzione dell'energia elettrica (Chiara Vitale) SO STEG N O A I PO R TA tO R I D I H A N D IC A P 25 - Portatori di handicap: M inorati della vista e prospettive nella scuola dell’obbligo (quinta parte) (Angelo Bellonio) A G G IO R N A M EN TO TEC N IC O SC IEN TIFIC O 27 – Tecniche di separazione: Fusione, elettrolisi, elettrodialisi, elettroforesi (Sisto Cherchi, Consulente di organism i Internazionali per i problem i energetici) ED U C A ZIO N E A L C O N SU M O 31 – I danni della clorazione dell’acqua potabile (M ichele Piccione) AT realizzazione di m odelli, oggetti, strum enti utilizzare form e di com unicazione telem atica interattiva individuare i possibili interventi tecnologici per risolvere i problem i relativi all’inquinam ento del suolo, dell’aria, dell’acqua saper ideare, progettare e realizzare oggetti (m ateriali o virtuali) seguendo una definita m etodologia progettuale C O N TESTU A LIZZA R E esam inare le trasform azioni di utensili o sem plici dispositivi e inquadrarle nelle tappe evolutive della storia dell’um anità rapportare dispositivi e sistem i tecnici alle vicende storiche che ne hanno connotato il divenire e che da essi sono state influenzate C ontenuti e/o attività ( 3 – 7 anno) … … … … … … … .. rappresentazione di oggetti e processi (aggiungere sia con strumenti tradizionali, sia con strumenti informatici) progettazione e realizzazione pratica di oggetti … … … … … … … … .. program m azione, (aggiungere organizzazione ) e attuazione di visite guidate Profilo d’uscita relativo alle competenze degli alunni Si individuano le competenze culturali che la tecnologia si propone di fare acquisire e sviluppare su vari livelli adeguati alle diverse età degli alunni • Interpretare il mondo costruito dall’uomo - essere competenti nel ricostruire e nel rappresentare le caratteristiche di semplici sistemi tecnologici per quanto concerne la loro forma, funzione e funzionalità, i materiali. • Produrre e organizzare - essere competenti nel seguire, comprendere e predisporre processi e procedure allo scopo di ideare, progettare e realizzare oggetti, fisici o virtuali, seguendo una definita metodologia progettuale. • C ontestualizzare la tecnologia e la sua evoluzione nell’ambiente e nella società essere com petenti nel m ettere in relazione la tecnologia con i contesti socio am bientali, cogliendo dei fenom eni tecnologici, la dim ensione storico culturale che li determ inano e che contribui- 7 scono a determ inare. Em endam enti al punto D ) Le finalità delle discipline Prim o capoverso, seconda e quarta riga, ..... (tecnica), tecnologia Secondo capoverso, (la tecnica ha prodotto e produce mutamenti profondi in moltissimi campi dall’arte, alla scienza, all’economia, allo sport, in un intreccio strettissimo tra conoscenze e azioni: non può allora essere relegata sul piano della semplice operatività) Q uarto capoverso (La cultura della tecnica) la cultura tecnologica si ... Sesto capoverso (tecnologie) i prodotti della tecnologia Settim o capoverso (il mondo della tecnica) la realtà tecnologica C O N C LU SIO N I La m aggioranza dei consiglieri, che intendono prescindere dalla condivisione o m eno dell’im pianto e dei principi ispiratori della Legge Q uadro, recante norm e in m ateria di riordino dei cicli scolastici – Legge che, peraltro, non può essere oggetto di parere - registrano che, a tutt’oggi, non esistono le garanzie m inim e per l’entrata in vigore, a partire dal 1 settem bre 2001, dei curricoli per tutte le prim e due classi della scuola di base e che gli stessi curricoli sottintendono una concezione di scuola non condivisibile perché priva di respiro pedagogico - culturale e fondata su un m odello funzionalista dei saperi. In un clim a non certo favorevole all’intervento riform atore, un avvio non garantito sotto il profilo del tem po scuola per tutti gli insegnam enti com presi nell’am bito disciplinare, com e configurati dal R egolam ento in esam e, pregiudica l’esito della stessa riform a. La richiesta di sopprim ere l’articolo 10 del R egolam ento e, quindi, il conseguente e necessitato rinvio dell’attuazione della legge 30/2000 è m otivata dalla ristrettezza di tem pi tecnici congrui ad una serie di adem pim enti anche am m inistrativi e, soprattutto, dall’esigenza di predisporre un quadro certo e chiaro delle condizioni di fattibilità utili, per un verso, a rasserenare il clim a e rassicurare gli operatori e, per altro, a dare credibilità e praticabilità ad un processo che, se pur graduale, non può essere affidato all’im provvisazione, all’aleatorietà delle risorse finanziarie, strutturali, um ane e professionali o, peggio, a strum enti ed istituti im propri ed incoerenti con gli obiettivi e le finalità della legge e dell’autonom ia didattica e organizzativa. Il rinvio consentirebbe, altresì, di: • favorire un vero e pacato dibattito all’interno delle istituzioni scolastiche con la relativa conoscenza delle innovazioni; • attivare, in tem pi distesi, un serio e qualificato percorso di form azione in servizio di circa 85000 insegnanti, tanti sarebbero quelli coinvolti nell’attuazione del prim o biennio del ciclo di base; • definire itinerari di form azione iniziale per tutto il personale, insegnanti tecnicopratici com presi; • riorganizzare la rete scolastica funzionale alla scuola di base; • prom uovere iniziative m irate all’inform azione delle fam iglie che, così, potranno operare scelte consapevoli. L’insiem e di queste e di altre m isure, program m ate e finanziate, renderebbe più chiari tutti gli elem enti di riform a e ne agevolerebbe l’avvio e lo sviluppo. A lla luce, pertanto, delle valutazioni di m erito contenute nel corpo del parere e, con particolare riferim ento all’assenza delle condizioni iniziali di fattibilità, il C .N .P.I. esprim e, a m aggioranza, parere contrario al testo proposto dal M inistro. IL SEG R ETA R IO (M . R osario C O C C A ) IL V IC E PR ESID EN TE ( M . G U G LIETTI) La presente copia è stata stampata a il 19 aprile 2001 A R E A T E C N O LO G IC A N otiziario dell'A N IA T A ssociato all'U SPI U nione Stam pa Periodica Italiana 8 AT Nuovi curricoli della cultura tecnologica nella scuola di base riform ata e prospettive per la scuola secondaria 23-27 aprile 2001 Hotel Alba – Chianciano 14.00/ 19.00 A rrivo e sistem azione in albergo 20.00 C ena 21.00 Incontro prelim inare dei partecipanti per la presentazione del program m a e illustrazione degli obiettivi e finalità di A niatissim a 2001 (prof.ssa L u isa M an d osso, m em bro della C om m issione C icli sui curricoli) D ibattito e distribuzione del m ateriale occorrente per i lavori 9.00 A pertura dei lavori 9.30 N odi della riform a e collocazione professionale: quota nazionale/quota locale, organico funzionale, titolo di studio, classi di concorso (prof. C esare L eon e, P residente N azionale A niat) 10.00 S viluppo professionale dell’A rea T ecnologica e ruolo delle A ssociazioni professionali (dott. G iu sep p e M aru cci, Ispettore M inistero P .I., m em bro della C om m issione C icli sui curricoli) 09.00 L a didattica m odulare nella scuola riform ata (prof. G ino C ap p é, D irigente S col. L iceo A rtistico di C arrara) 09.45 P er una lettura epistem ologica degli artefatti. T ecnologia com e cultura. (prof. G ab riele R igh etto, S egr. G en. C entro d’A teneo di E cologia U m ana, U niv. di P adova) 10.30 L e T IC nei nuovi curricoli di tecnologia nella scuola di base e la didattica del III m illennio. E sem plificazione interdisciplinare su “ il legno”. (proff. A . C aserta e M . Bava, docenti scuola m edia) 11.00 Ipotesi di percorsi tecnologici per i prim i anni della scuola di base. (P rof. M . S ch ivard i, docente sc. m e- 11.30 D ibattito 13.00 S ospensione dei lavori - P ranzo 15.00 A sse scientifico – tecnologico: prospettive per la scuola secondaria (Prof. G iancarlo Sacchi, R esp. del C D E di Piacenza, m em bro com m issione dei cicli sui curricoli). 15.45 E lem enti fondanti per un’analisi epistem ologica della T ecnologia. (prof. M aria F am iglietti, D irigente S col., com andata Servizio A ggiornam ento IR R SA E Em ilia R om agna, m em bro della com m issione cicli sui curricoli). 16.30 Lavoro seminariale per gruppi sulle tematiche proposte 19.00 S ospensione dei lavori 20.00 C ena e serata libera. (R iu n ion e D irettivo A n iat) 10.45 Q u ale T ecn ologia? E sam e dei n u ovi cu rricoli n el percorso scolastico verticale. (prof. G ian P iero B en en te, m em bro del C onsiglio N azionale P .I.) 11.30 Q uale professionalità docente nella scuola della riform a: al servizio o serva dell’allievo? (prof. C arlo A rab ia, docente S cuola M edia) G iornata interam ente dedicata al com pletam ento dei lavori di gruppo. A l term ine e per i fam igliari saranno organizzate visite cu ltu rali nei dintorni. 12.15 D ibattito 20.30 C ena e S erata di G ala 13.00 S ospensione dei lavori - P ranzo 15.00 S perim entazione a gruppi: C reare e gestire un laboratorio di inform atica W ork S hop a cura di P rogram m id ea 09.30 R elazioni sui lavori sem inariali da parte di ciascun gruppo di lavoro 16.00 F orm azione e inizio lavori di gruppo 10.30 D ibattito 19.00 S ospensione dei lavori 11.00 Intervento di chiusura della Direzione e termine dei lavori. 20.00 C ena e serata program m ata 12.00 P ranzo e partenza.