La dispersione
scolastica fra gli
alunni di altra
nazionalità: fra
identità e
integrazione
C. MAURIZIO GENTILE
Psicologo, Psicoterapeuta, Ufficio
Scolastico Regionale per la Sicilia
Coordinatore Osservatorio sul Fenomeno
della Dispersione Scolastica
Come definire il problema degli Immigrati in rapporto alla
Scuola?
Deserto d’ignoranza
Difficoltà a reperire dati
certi, che abbiano una
buona dose di attendibilità
• CHI SONO GLI IMMIGRATI?
• QUANTI SONO I BAMBINI INSERITI NELLE SCUOLE?
• DA DOVE VENGONO E DOVE ABITANO?
• COME VIVONO NELLE NOSTRE CITTA’?
•QUAL E’ LA QUALITA’ DELLA LORO INTEGRAZIONE
SOCIO-SCOLASTICA?
TREND INSERIMENTO ALUNNI “IMMIGRATI”
NELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE SICILIANA
12153
10030
2005/2006
2006/2007
5298
4175
1849
2493
2116
2651
2088
TO
TA
LE
G
R
.
2°
M
ED
IA
1°
G
R
.
M
ED
IA
P
R
IM
A
R
IA
SC
.I
N
FA
N
ZI
A
1513
ISCRITTI PER PROVINCIA
SCUOLA
INFANZIA
iscr
SCUOLA
PRIMARIA
iscr
ag
150
ag
337
cl
111
cl
213
ct
416
ct
954
en
40
en
155
me
323
me
964
pa
414
pa
1305
rg
330
rg
589
sr
128
sr
349
tp
204
tp
432
2116
5298
ISCRITTI PER PROVINCIA
SCUOLA
SECONDARIA
DI 1° GR.
SCUOLA
SECONDARIA
DI 2° GR.
iscr
iscr
ag
182
ag
107
cl
95
cl
67
ct
470
ct
392
en
32
en
21
me
401
me
370
pa
664
pa
430
rg
362
rg
259
sr
212
sr
143
tp
233
tp
299
2651
2088
(A.S. 2006/2007)
Scuola
%
Tunisia
Marocco
Germania
Albania
Sri-Laka
Bangladesh
Cina
Infanzia
27%
10%
9%
8%
6%
5%
4%
(A.S. 2006/2007)
Romania
Cina
Sri-Lanka
5%
6%
Scuola
%
Tunisia
Marocco
Albania
10%
9%
Germania
6%
17%
7%
Primaria
(A.S. 2006/2007)
Scuola
%
Sri-Lanka
Marocco
Albania
Cina
Romania
Sri-Lanka
Germania
Secondaria 1°
grado
20%
16%
10%
7%
6%
6%
5%
(A.S. 2006/2007)
Marocco
Sri-Lanka
Germania
Albania
Cina
Filippine
7%
7%
6%
5%
5%
Scuola
%
Tunisia
8%
17%
Secondaria 2°
grado
La dispersione scolastica:
scuola primaria (I.D.G.)A.S. 2006/2007
0,70
I.D.G. POP.
TOTALE
5,4
0,45
3,6
0,52
0,92
0,95 0,36
3,2 3,1
2,9
0,53 2,8 2,7
2,1
0,66
2,3
0,67
0,23
I.D
.G
.
Tp
Sr
Rg
Pa
Me
En
Ct
Cl
Ag
0,6
La dispersione scolastica:
scuola secondaria di 1° grado
(I.D.G.)-A.S. 2006/2007
14
14
12
9,1
4,6
6,2
14
12 5,2
10
4,9
8
6,7
10
6,3
4
3,9
6,48
4,2
I.D
.G
.
Tp
Sr
Rg
Pa
Me
En
Ct
Cl
0
Ag
I.D.G. POP.
TOTALE
La dispersione scolastica:
scuola secondaria di 2° grado
(I.D.G.)-A.S. 2006/2007
32
29
26 16
25
24
21 21
16
13
27
I.D.G. POP.
TOTALE
26
19
14
14
17
I.D
.G
.
Tp
Sr
Rg
Pa
Me
En
Ct
Cl
Ag
5
12
15
12
• FIGLI DI LAVORATORI STRANIERI CHE
SI TROVANO NEL NOSTRO PAESE E CHE
SEMPRE PIU’ SPESSO SONO ANCHE NATI
IN ITALIA
• FIGLI DI NOSTRI VECCHI EMIGRANTI
CHE SONO RITORNATI IN PATRIA
• MINORI
ADOTTATI
SECONDO
DISPOSITIVO INTERNAZIONALE
• MINORI FIGLI DI CLANDESTINI
IL
Quali le condizioni di vita….
„
„
„
„
„
„
„
„
Coabitazione di più nuclei familiari.
Abitazioni spesso fatiscenti e pericolanti.
I familiari sono impegnati in attività
lavorative per quasi tutto l’arco della
giornata.
Attività lavorative precarie dei familiari.
Coinvolgimento dei minori in attività
lavorative (spesso per strada e di notte).
Assenza di permesso di soggiorno.
Aumento progressivo di alunni nati in Italia
con entrambi genitori di altra nazionalità
Presenza di alunni nati da unioni “miste”
…. a scuola…. quali problematiche?
Alta mobilità degli alunni di altra nazionalità sia in
entrata che in uscita.
„ Frequenti allontanamenti, anche della durata di più
mesi, per raggiungere la loro patria e poi tornare.
„ Inserimento in corso d’anno scolastico di allievi appena
“arrivati”
„ Ritardi scolastici dovuti alla classe “scelta” al momento
dell’inserimento scolastico
„ Effetti connessi allo “sradicamento” socio-linguistico ed
affettivo
„ Difficoltà nell’apprendimento della Lingua italiana
come L2
„ Difficoltà di comunicazione con le “famiglie”
„ Valore attribuito all’”infanzia” nelle altre culture
„ Difficoltà nel processo di inserimento/adattamento
„
Caratteristiche strutturali che segnano la
condizione iniziale del bambino
immigrato
• Non è lui che ha “deciso” di emigrare;
• Spesso egli non comprende le motivazioni addotte dai “grandi” per
giustificare la loro scelta;
• Il suo mondo familiare è “intrappolato” nella stessa crisi migratoria e
spesso il bambino è costretto a condividere il panico e l’angoscia dei
genitori;
• In molti casi il bambino diventa bersaglio dell’aggressività familiare o
viene del tutto “dimenticato” dai genitori troppo impegnati a risolvere
questioni di sopravvivenza economico-sociale;
Allo sradicamento culturale e linguistico, infatti, si accompagna di
frequente una situazione conflittuale in cui il bambino viene tenuto
fra due mondi spesso in opposizione fra loro.
•
A SCUOLA, la comunità ospitante spinge
verso l’acculturazione
•
IN CASA, la famiglia non vuole far perdere al
bambino la sua storia, i suoi costumi, la sua
Identità etnica originaria
L’INTEGRAZIONE del Bambino Immigrato dipende sia da come la
Famiglia risolve i propri problemi di Identità sia dalle facilitazioni
che troverà nella cultura ospitante
La
La Scuola,
Scuola, ovviamente,
ovviamente, può
può giocare
giocare un
un
ruolo
ruolo fondamentale
fondamentale nella
nella facilitazione
facilitazione
del
del processo
processo d’Integrazione
d’Integrazione del
del minore
minore
immigrato
immigrato nel
nel più
più vasto
vasto contesto
contesto
sociale.
sociale.
La Scuola è l’Istituzione più esposta
della Comunità Ospitante
Principi di base a cui si ispira il modello di
integrazione socio-scolastica italiano- Linee
guida- La via Italiana all’Integrazione
Universalismo
¾ Istruzione come diritto di ogni minore
¾ Istruzione come dovere degli adulti
¾Pari opportunità di accesso e di riuscita
Scuola
Comune
Intercultura
¾ Inserimento/integrazione nelle classi
comuni
¾Valenza positiva della socializ. tra pari
¾Valore del confronto con la diversità
¾ Promozione del confronto e del
dialogo fra le culture
¾Aprire l’intero sistema scolastico a
tutte le differenze
Centralità
della Persona
¾Attenzione alla diversità di ciascuno
¾Attenzione al carattere relazionale della persona
Un
-inclusivo
va
Un modello
modello integrativo
integrativo-inclusivo
va costruito
costruito
quotidianamente
quotidianamente sul
sul terreno
terreno della
della pratica
pratica ee nell’incontro
nell’incontro
relazionale
relazionalevissuto
vissuto
Impegno socio-culturale ed etico
Lavorare
Lavorare perché
perché fra
fra gruppo
gruppo Ospitato
Ospitato ee Comunità
Comunità
Ospitante
Ospitantesisisviluppino
sviluppinodei
deimicro-adattamenti
micro-adattamentireciproci,
reciproci,
capaci
capacididifar
farperdere
perdereaaciascuno
ciascunouna
unaparte
partedidisé
séche
chesisi
riacquista
in
un’integrazione
di
livello
superiore
riacquista in un’integrazione di livello superiore
La scuola come luogo elettivo in cui tali ansie, una
volta esplicitate, possono essere accolte ed
elaborate.
di
a
c
i
t
t
un’o
ne
o
p
p
u
s
e
r
p
ò
Ci Educazione
Interculturale
Approccio educativo capace
di favorire una dialettica
costruttiva fra identità e
alterità,
allontanando
la
concezione della diversità
come inferiorità, pericolo
sociale, sintesi del negativo
Educazione
Interculturale
Modo di essere e di sentire
l’azione pedagogica
orientata a sostenere un
clima socio-educativo
capace di promuovere
accoglienza, rispetto
reciproco, decentramento
etnico, comprensione
emotiva, riconoscimento
delle Identità, cooperazione
produttiva, superamento dei
pregiudizi e degli stereotipi.
Ma una Scuola Interculturale
si fonda su alcune azioni
positive che devono essere
realizzate per favorire la
costruzione di una mente
interculturale
Organizzare
L’accoglienza
Prevenire e
tutelare le
situazioni di
“rischio”
Esprimere
apertura
e intenzionalità
Comunicativa
interculturale
AZIONI
POSITIVE
IN PROSPETTIVA
INTERCULTURALE
Riconoscere e
valorizzare le
lingue di
origine
Sperimentare
percorsi
didattici per
l’insegnamento
dell’italiano
come L2
Prevedere attività
per aiutare nello
studio
Sostenere la
relazione psicoeducativa con le
famiglie
Particolare attenzione,
ovviamente, va data
all’insegnamento dell’Italiano
come L2
tale apprendimento non deve
avvenire a scapito della lingua
materna
„ i
genitori
devono
essere
incoraggiati
ad
utilizzare
la
lingua-madre (che veicola meglio
emozioni,
sentimenti,
stati
d’animo indispensabili per la
crescita della mente)
„
ricerche
sperimentali
hanno
dimostrato che la conoscenza
solida della lingua materna, oltre a
giocare un ruolo determinante
nella
costruzione
identitaria,
risulta
fondamentale
nel
predisporre gli apprendimenti di
altre lingue
„ sul
piano
organizzativo
e
didattico
occorre
progettare
laboratori
linguistici,
moduli
intensivi di lingua italiana (sia
all’interno che fuori la Scuola),
momenti di accompagnamento
dentro la classe
„
Perché vi è un aumento del
coinvolgimento di minori extracomunitari in attività devianti?
Perché continuare ancora a chiamarli
“stranieri”?
Bisogna prendere atto che la costruzione di una cultura
dell’accoglienza e del riconoscimento identitario presuppone
un grande lavoro emotivo che impegna soprattutto gli adulti
che hanno responsabilità educative.
Non bastano le norme incoraggianti per sviluppare una reale
capacità di accoglienza delle “differenze”……
Lavorare per una reale integrazione dei minori Immigrati nella
Scuola, dunque, significa soprattutto
Lavorare su di Sé (adulti)
Lavorare sul gruppo-classe
Per elaborare e trasformare
quei meccanismi emotivoaffettivi che spesso
impediscono la creazione di un
clima di genuina accoglienza
della diversità/estraneità
Ciò presuppone
Creazione di spazi operativi dentro la Scuola per utilizzare il
gruppo-classe come laboratorio della convivenza plurale e del
riconoscimento dell’ Ecosistema delle Identità
Per muoversi in tale ottica
Insegnante/Educatore capace di
• “essere” in relazione;
• “creare” relazioni prima inesistenti;
• “riempire” di relazioni luoghi
ci
prima
vuole
vuoti
un
di
COMUNICAZIONE;
• “riflettere” sulle relazioni che lui stesso ha contribuito a
creare
“La scuola è fatta apposta per questo, per insegnare ai ragazzi
che gli uomini nascono e rimangono uguali nei loro diritti pur
essendo diversi, per insegnare che la diversità tra gli uomini è
una ricchezza, non un handicap (….)
Sappi infine che ogni faccia è un miracolo. È unica. Non potrai
mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno
importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni
faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno
ha diritto di umiliare un’altra persona.
Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si
rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di
meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del
rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità.”
(Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, 1999)
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