Duomo di Montecelio Chiesa S. Giovanni Evangelista GuiDonia montecelio DUOMO di MONTECELIO Chiesa S. Giovanni Evangelista piazza S. Giovanni - Montecelio (Rm) Informazioni Tel. 0774.51.03.68 Prenotazione visite guidate Tel. 0774.33.65.43 - 334.916.16.61 [email protected] facebook.com/arcaguidoniamontecelio web page video attività ricerca cultura ambiente www.arcaguidoniamontecelio.it a cura di BaseNatura Srl | ©2014 ArcA Guidonia Montecelio Il Comune di Guidonia Montecelio (Rm) è stato costituito il 21 ottobre 1937, ampliando il preesistente Comune di Montecelio. Guidonia è sorta a servizio degli impianti scientifici della DSSE (Direzione Superiore Studi ed Esperienze) ed è famosa nella storia dell’aeronautica per essere stata definita la Cape Canaveral degli Anni ‘30. Prende il nome dal generale Alessandro Guidoni, che morì proprio nella base militare nel 1928, mentre stava sperimentando un nuovo tipo di paracadute. A Guidonia sono stati stabiliti numerosi record mondiali, è nata la medicina aerospaziale e sono stati fatti i primi esperimenti con velocità superiori a quella del suono. Questo è un territorio ricco di storia: Montecelio si identifica probabilmente con l’antica Corniculum, fondata dai Latini nel XIII secolo a.C. Conquistata e distrutta da Tarquinio Prisco, diede però un re a Roma. Infatti Ocresia, la figlia (o forse la moglie) del signore di Corniculum, venne portata schiava nella reggia di Tarquinio Prisco mentre era incinta. Qui diede alla luce un figlio che per le sue capacità diventò il sesto re di Roma, Servio Tullio. Con un decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del 4 aprile 2011 viene concesso al Comune di Guidonia Montecelio il titolo di Città d’Italia, «in quanto essa risulta essere un ammirevole esempio di città di fondazione del periodo architettonico razionalista». Chiesa Duomo di Montecelio S. Giovanni Evangelista Navata centrale verso l’abside La Chiesa di S. Giovanni Evangelista è collocata nella piazza principale del paese di Montecelio, situata nella sella formata dai due rilievi di Montecelio e Monte Albano, nel luogo in cui sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di S. Giovanni Evangelista in Forcella. Nel 1697 si decise di intraprendere una generale ristrutturazione e fu chiamato l’architetto Filippo Leti da Roma per condurre i lavori. Questi, dopo aver considerato lo stato di degrado della chiesa vecchia fece presente alla Comunità di Monticelli che, in luogo del restauro sarebbe stato opportuno ricostruire l’edificio dalle fondamenta. Il progetto presentato prevedeva la costruzione di una nuova chiesa, più grande di quella antica, a navata unica coperta a volta, fiancheggiata da cappelle e ornata con paraste, capitelli, cornici, arConfessionale e Pulpito (1748) chi e modanature “il tutto con buona regola d’architettura”. L’opera di costruzione della nuova fabbrica prese il via, dopo non poche vicissitudini nel 1705 ed il 16 novembre 1710, l’edificio venne finalmente consacrato al culto. Si presenta come un edificio a navata unica fiancheggiato da tre cappelle per lato che si estende nella parte anteriore fra le due torri campanarie. La copertura è a volta lunettata priva di decorazioni ad esclusione della campata di raccordo tra la navata e l’abside stessa, che sono affrescate. I pilastri che dividono le cappelle sono decorati da paraste con capitelli L’Immacolata Concezione compositi che si ripetono nel Scultura lignea (1627) coro. Su questi corre un’alta cornice, la cui terminazione costituita da una fila di dentelli e da modaglioni, crea un forte effetto di chiaroscuro. La decorazione dell’abside fu affidata a Domenico Muratori (1708) ma queste pitture vennero ricoperte agli inizi del secolo da P. Michelangelo Cianti (1840-1923), religioso francescano e rinomato pittore, che decorò anche le cappelle (ad eccezione di quelle centrali e di quella di S.Luigi). L’esterno presenta una facciata su due ordini conclusa da un timpano triangolare fra i due campanili. Le lesene movimentano la superficie attraverso una serie di linee spezzate particolarmente evidenti nell’ampia e sporgente cornice che separa i due ordini. La parte centrale (corrispondente alla navata interna), ha una posizione di maggior rilievo nell’insieme della facciata in quanto sporge rispetto alle parti laterali, il cui coronamento è costituito dalle torri campanarie a pianta ovale. A differenza del resto della chiesa, tutta stuccata, sulle torri campanarie è usato il mattone a faccia vista. Dall’osservazione dei caratteri della chiesa emerge una tipologia architettonica che si ricollega ai modelli della fine del ‘500 piuttosto che alle opere più schiettamente barocche con una tendenza alla razionalità compositiva con un disegno tipico della grande fabbrica a croce latina con navata unica e transetto, ove la navata costituisce spazio prevalente e dominante. L’Organo Positivo E’ nell’anno 1753 che viene proposto in Consiglio di costruire un organo per la nuova chiesa di S. Giovanni. Dall’Archivio Comunale si evince che l’architetto dei Borghese, Antonio Asprucci ricevette 6 scudi quale onorario “per aver fatto il disegno del nuovo organo”. L’attuale organo, collocato nella chiesa, reca sul coprisecreta il tipico cartiglio con stampigliato: “Johannes Conradus Werle Germanus Romae fecit 1769”. Giovanni Corrado Verlè nacque il 2 agosto 1701 a Vils in Tirolo. Dal 1733 fu sicuramente a Roma dove occupò la bottega con annessa abitazione che si trova, ancor oggi, al pian terreno dell’odierno Palazzo Bennicelli, già Spada. La qualità dei suoi lavori e la fama crescente gli valsero incarichi per la costruzione di strumenti in chiese di notevole prestigio a Roma. Salvo i grandi organi, il tipico suo strumento è il positivo. L’esemplare della Chiesa di S. Giovanni, secondo una relazione per la fattibilità del restauro fatta da P. e E. Piket, due organari di fiducia dei Padri Resurrezionisti, riporta: “…lo strumento ha la tastiera di 45 note ricoperta di legno con i frontoni lavorati con incisione a semicerchio, la pedaliera di 9 note è del tipo a cassetta con tasti sporgenti dal mobile. L’alimentazione dovrebbe essere fornita da due manticetti a cuneo e un piccolo mantice d’immagazzinamento. Il somiere a stecche è comandato da dieci pomoli più uno per il Ripieno”. L’esemplare è stato sottoposto a parziale restauro nel 2001 per quanto riguarda le sue parti lignee, la tastiera, la pedaliera e sono state ricostruite le canne mancanti.