Duomo di Montecelio
Chiesa S. Giovanni Evangelista
GuiDonia montecelio
DUOMO di MONTECELIO
Chiesa S. Giovanni Evangelista
piazza S. Giovanni - Montecelio (Rm)
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Il Comune di Guidonia Montecelio (Rm) è stato costituito il 21
ottobre 1937, ampliando il preesistente Comune di Montecelio.
Guidonia è sorta a servizio degli impianti scientifici della DSSE
(Direzione Superiore Studi ed Esperienze) ed è famosa nella
storia dell’aeronautica per essere stata definita la Cape Canaveral degli Anni ‘30.
Prende il nome dal generale Alessandro Guidoni, che morì proprio nella base militare nel 1928, mentre stava sperimentando
un nuovo tipo di paracadute. A Guidonia sono stati stabiliti
numerosi record mondiali, è nata la medicina aerospaziale e
sono stati fatti i primi esperimenti con velocità superiori a quella
del suono.
Questo è un territorio ricco di storia: Montecelio si identifica
probabilmente con l’antica Corniculum, fondata dai Latini nel
XIII secolo a.C. Conquistata e distrutta da Tarquinio Prisco,
diede però un re a Roma. Infatti Ocresia, la figlia (o forse la
moglie) del signore di Corniculum, venne portata schiava nella
reggia di Tarquinio Prisco mentre era incinta. Qui diede alla
luce un figlio che per le sue capacità diventò il sesto re di Roma,
Servio Tullio.
Con un decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del 4 aprile 2011 viene concesso al Comune di Guidonia
Montecelio il titolo di Città d’Italia, «in quanto essa risulta essere un ammirevole esempio di città di fondazione del periodo
architettonico razionalista».
Chiesa
Duomo di Montecelio
S. Giovanni Evangelista
Navata centrale verso l’abside
La Chiesa di S. Giovanni Evangelista è collocata nella piazza
principale del paese di Montecelio, situata nella sella formata dai
due rilievi di Montecelio e Monte Albano, nel luogo in cui sorgeva l’antica chiesa parrocchiale di S. Giovanni Evangelista
in Forcella. Nel 1697 si decise di intraprendere una generale
ristrutturazione e fu chiamato l’architetto Filippo Leti da Roma
per condurre i lavori. Questi,
dopo aver considerato lo stato di degrado della chiesa
vecchia fece presente alla
Comunità di Monticelli che,
in luogo del restauro sarebbe stato opportuno ricostruire
l’edificio dalle fondamenta. Il
progetto presentato prevedeva la costruzione di una
nuova chiesa, più grande di
quella antica, a navata unica
coperta a volta, fiancheggiata da cappelle e ornata con
paraste, capitelli, cornici, arConfessionale e Pulpito (1748)
chi e modanature “il tutto con
buona regola d’architettura”. L’opera di costruzione della nuova
fabbrica prese il via, dopo non poche vicissitudini nel 1705 ed
il 16 novembre 1710,
l’edificio venne finalmente
consacrato al culto. Si presenta come un edificio a navata unica fiancheggiato da
tre cappelle per lato che si
estende nella parte anteriore
fra le due torri campanarie.
La copertura è a volta lunettata priva di decorazioni ad
esclusione della campata
di raccordo tra la navata e
l’abside stessa, che sono
affrescate. I pilastri che dividono le cappelle sono decorati da paraste con capitelli
L’Immacolata Concezione
compositi che si ripetono nel
Scultura lignea (1627)
coro. Su questi corre un’alta
cornice, la cui terminazione costituita da una fila di dentelli e da
modaglioni, crea un forte effetto di chiaroscuro. La decorazione
dell’abside fu affidata a Domenico Muratori (1708) ma queste
pitture vennero ricoperte agli inizi del secolo da P. Michelangelo Cianti (1840-1923), religioso francescano e rinomato pittore,
che decorò anche le cappelle (ad eccezione di quelle centrali e
di quella di S.Luigi). L’esterno presenta una facciata su due ordini
conclusa da un timpano triangolare fra i due campanili. Le lesene
movimentano la superficie attraverso una serie di linee spezzate
particolarmente evidenti nell’ampia e sporgente cornice che separa i due ordini. La parte centrale (corrispondente alla navata interna), ha una posizione di maggior rilievo nell’insieme della facciata in quanto sporge rispetto alle parti laterali, il cui coronamento
è costituito dalle torri campanarie a pianta ovale. A differenza del
resto della chiesa, tutta stuccata, sulle torri campanarie è usato il mattone
a faccia vista. Dall’osservazione dei
caratteri della chiesa emerge una
tipologia architettonica che si ricollega ai modelli della fine del ‘500
piuttosto che alle opere più schiettamente barocche con una tendenza
alla razionalità compositiva con un
disegno tipico della grande fabbrica a croce latina con navata unica
e transetto, ove la navata costituisce
spazio prevalente e dominante.
L’Organo Positivo
E’ nell’anno 1753 che
viene proposto in Consiglio di costruire un
organo per la nuova
chiesa di S. Giovanni.
Dall’Archivio Comunale si evince che l’architetto dei Borghese, Antonio Asprucci ricevette
6 scudi quale onorario
“per aver fatto il disegno del nuovo organo”. L’attuale organo,
collocato nella chiesa,
reca sul coprisecreta
il tipico cartiglio con
stampigliato: “Johannes Conradus Werle Germanus Romae fecit 1769”.
Giovanni Corrado Verlè
nacque il 2 agosto 1701 a Vils in Tirolo. Dal 1733 fu sicuramente
a Roma dove occupò la bottega con annessa abitazione che si
trova, ancor oggi, al pian terreno dell’odierno Palazzo Bennicelli, già Spada. La qualità dei suoi lavori e la fama crescente
gli valsero incarichi per la costruzione di strumenti in chiese di
notevole prestigio a Roma. Salvo i grandi organi, il tipico suo
strumento è il positivo. L’esemplare della Chiesa di S. Giovanni,
secondo una relazione per la fattibilità del restauro fatta da P. e
E. Piket, due organari di fiducia dei Padri Resurrezionisti, riporta: “…lo strumento ha la tastiera di 45 note ricoperta di legno
con i frontoni lavorati con incisione a semicerchio, la pedaliera
di 9 note è del tipo a cassetta con tasti sporgenti dal mobile. L’alimentazione dovrebbe essere fornita da due manticetti a cuneo
e un piccolo mantice d’immagazzinamento. Il somiere a stecche
è comandato da dieci pomoli più uno per il Ripieno”.
L’esemplare è stato sottoposto a parziale restauro nel 2001 per
quanto riguarda le sue parti lignee, la tastiera, la pedaliera e
sono state ricostruite le canne mancanti.
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