Capitolo 11 I punti di forza e di debolezza, le minacce e le opportunità di Dario Frisio 11.1.Premessa Da alcuni anni l'analisi SWOT, che origina dall’economia aziendale e in particolare dalle strategie di marketing, viene spesso impiegata nella valutazione dell’evoluzione di settori economici o come strumento di supporto per l’individuazione di linee strategiche di politica economica. La metodologia consiste in un procedimento di carattere logico che permette di sistematizzare e rendere immediatamente utilizzabili informazioni raccolte riguardo una specifica tematica. L’acronimo SWOT deriva dalle chiavi di lettura utilizzate per l’individuazione del fenomeno preso in esame: Strenghts (punti di forza), Weaknesses (Punti di debolezza), Oppurtunities (Opportunità) e Threats (Minacce). Le prime due categorie – punti di forza e di debolezza – riguardano i fattori endogeni e, pertanto, prendono in considerazione le variabili che sono parte integrante di un sistema produttivo e sulle quali è possibile agire direttamente per perseguire gli obiettivi strategici. In particolare l’attenzione viene posta su quei fattori endogeni in grado di determinare una condizione di vantaggio/svantaggio competitivo in relazione al fenomeno preso in considerazione. In tal senso l’individuazione dei punti di forza e di debolezza può essere agevolata grazie all’impiego di indicatori strutturali, economici, sociali, territoriali. E’ bene osservare che, in alcuni casi, un fattore considerato punto di forza del sistema, nella misura in cui diventa un vincolo, possa figurare anche come punto di debolezza. I fattori esogeni, ovvero le variabili esterne al sistema in grado di condizionarlo in senso sia positivo che negativo, vengono invece ricondotti alle categorie delle opportunità e delle minacce, rispettivamente. In questo caso l’intervento diretto di governo del fenomeno è impossibile, tuttavia l’individuazione delle caratteristiche dei fattori esogeni, della loro evoluzione e del relativo impatto sul sistema stesso, possono consentire la predisposizione di misure atte a prevenire/ridurre i prevedibili effetti negativi e a sfruttare/favorire quelli positivi. L’individuazione delle opportunità e delle minacce, a differenza dei punti di forza e di debolezza, deriva da valutazioni con un certo grado di incertezza che, tuttavia, possono essere suffragate da modelli di simulazione dell’impatto dei fattori esogeni. 214 La validità di un’analisi SWOT, che rimane comunque prevalentemente di carattere soggettivo, dipende perciò dall’accuratezza dell’analisi preliminare dei fattori endogeni ed esogeni. Il fenomeno che si viene a valutare deve essere analizzato in modo approfondito allo scopo di evidenziarne le diverse caratteristiche strutturali e congiunturali, mettendo in luce l’eventuale relazione con altre situazioni che esulano dallo specifico oggetto di indagine, ma sono rilevanti nel contesto più ampio in cui esso si colloca. In particolare la metodologia SWOT risulta efficace se, oltre alla capacità di sintesi insita nello strumento di indagine, perviene ad una lettura incrociata dei fattori individuati, tale da formulare indicazioni per la definizione delle politiche/strategie di intervento. La lettura incrociata dei risultati dell’analisi può essere facilitata attraverso la sua rappresentazione in un semplice diagramma sintetico che assume solitamente la forma seguente: Tabella 11.1 - Diagramma di rappresentazione dell’analisi SWOT Strenghts (punti di forza) .. .. .. Opportunities (opportunità) .. .. .. Weaknesses (punti di debolezza) .. .... Threats (minacce) .. .. .. In taluni casi, e in particolare nell’analisi di sistemi complessi, può risultare utile procedere ad una rappresentazione preliminare dei risultati che evidenzi le principali aree di intervento (comparti produttivi, ambiti territoriali, problematiche specifiche, ecc.) e i fattori endogeni ed esogeni che le caratterizzano seguendo uno schema di lettura che può assumere la seguente forma: Tabella 11.2 - Schema preliminare di rappresentazione dell’analisi SWOT di sistemi complessi Aree .. S W O T .. .... .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. .. La metodologia SWOT va comunque a sostanziarsi in una classificazione dei risultati dell'analisi preliminare all'interno di uno schema predefinito in grado di 215 facilitare l'individuazione di priorità di intervento, supportando quindi i processi decisionali. In questa direzione un’ulteriore modalità di rappresentazione dell’analisi è rappresentata dalla cosiddetta matrice SWOT che, mettendo in diretta relazione i punti di forza e i punti di debolezza con le opportunità e le minacce, consente di enucleare le possibili strategie da sviluppare per far leva sulle opportunità esogene e da attuare per contenere preventivamente l’impatto dei fattori di rischio. Tabella 11.3 - Matrice SWOT Opportunities (Opportunità) Threats (Minacce) Strenghts Weaknesses (Punti di Forza) (Punti di debolezza) Strategie S-O Strategie W-O Strategie S-T Strategie W-T Le strategie S-O mirano a sfruttare le opportunità esogene che investono direttamente i punti di forza del sistema. Le strategie W-O mirano a superare i punti di debolezza al fine di sfruttare le opportunità che si aprono. Le strategie S-T individuano i modi in cui sfruttare i punti di forza al fine di attenuare o eliminare le minacce esogene. Le strategie W-T, infine, individuano piani di difesa per evitare che le minacce esterne acuiscano i punti di debolezza. La metodologia dell’analisi SWOT, nel suo complesso, può quindi costituire un utile strumento a sostegno delle attività decisionali e operative dei soggetti pubblici e privati coinvolti. 11.2. Analisi SWOT degli effetti della Riforma a Medio Termine della PAC sul sistema agroindustriale lombardo Sulla base di quanto evidenziato in precedenza, la metodologia SWOT è stata utilizzata per valutare gli effetti della Riforma a Medio Termine della PAC sul sistema agroindustriale lombardo a partire dall’analisi preliminare dei fattori endogeni ed esogeni. Tale operazione, come già osservato, costituisce la base fondamentale per la realizzazione di un’analisi SWOT affidabile. Per quanto riguarda i fattori endogeni l’analisi è stata sviluppata a partire dall’esame delle caratteristiche del sistema agroindustriale lombardo, contenuta nel Cap. 3 del presente rapporto e compendiata da informazioni e osservazioni desunte da “Il sistema agro-alimentare della Lombardia - Rapporto 2003”. L’individuazione dei punti di forza e di debolezza del sistema rappresenta, per 216 altro, un aggiornamento dell’analisi SWOT dei fattori endogeni contenuta nel Piano di Sviluppo Rurale 1998-2003 della Regione Lombardia, alla luce dell’evoluzione più recente e del supporto informativo desumibile dai risultati del Censimento dell’Agricoltura del 2000. Così come per i fattori endogeni, anche l’individuazione dei fattori esogeni si è sviluppata a partire da un’accurata analisi preliminare che ha preso in considerazione sia aspetti più strettamente connessi alla Riforma che elementi più generali di scenario, come l’evoluzione dei prezzi e dei mercati (cap. 4), l’allargamento dell’Ue ai PECO (cap. 5), la politica agricola Usa (cap. 6) e i negoziati WTO (cap. 7). Con riferimento al fattore “Riforma a Medio Termine”, l’analisi svolta ha potuto avvalersi dei modelli di simulazione sviluppati sia a livello microeconomico (cap. 8) che macroeconomico (cap.10) e dell’individuazione delle sue probabili ricadute per comparto produttivo, in termini finanziari e in relazione all’attuazione delle politiche di sviluppo rurale (cap.9). Il quadro che ne deriva appare perciò sufficientemente completo per lo sviluppo di un’analisi SWOT che consenta di formulare alcune strategie che, allo stato attuale delle conoscenze, possano consentire di accompagnare il fenomeno, nel tentativo di sfruttare al meglio le opportunità che si aprono e di contenere i possibili effetti negativi della Riforma. L’analisi realizzata viene presentata in forma sintetica, come tipico della metodologia SWOT, attraverso una serie di schemi relativi ai principali comparti produttivi e ai sistemi territoriali dell’agroalimentare lombardo che trovano un ulteriore punto di sintesi nella presentazione di una matrice SWOT relativa al sistema agroindustriale regionale nel suo complesso. L’obiettivo di questa presentazione è quello di fornire una base di discussione per i processi decisionali che, a diversi livelli, dovranno essere sviluppati per il governo della Riforma e, per questa sua caratteristica e funzione, l’analisi SWOT realizzata non deve essere considerata “definitiva”, ma propedeutica ad una definizione più puntuale delle linee strategiche di intervento da parte degli attori coinvolti nel processo decisionale. Tabella 11.4 - Analisi SWOT per comparti produttivi regionali PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA Mais Elevata produttività Funzionalità rispetto al comparto carne Emergenza problemi fitosanitari (aflatossine, diabrotica) Monocoltura Adozione innovazioni (comprese quelle biotecnologiche) in grado di migliorare l’efficienza Ingestibilità questione OGM (tolleranza zero) Riduzione attività R&S in Italia Possibile introduzione dell’obbligo di rotazioni Riso Legami di filiera Specializzazione territoriale Strutture aziendali Specializzazione territoriale Limitate possibilità di adattamento Eccesso di offerta sul mercato europeo causa importazioni da paesi terzi Sviluppo mercato PECO RECUPERO COMPETITIVITÀ DI PREZZO SUL MERCATO EUROPEO Mancato raggiungimento accordi in sede WTO Costi di imple-mentazione del sistema di traccia-bilità POSSIBILE INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO DI Limitata redditività Dispersione dell’offerta POSSIBILE INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO DI Dipendenza da GDO Costi manodopera Maggiore reddività rispetto ad altre colture (aree periurbane, aree vocate – sud est Lombardia) COMPARTI Altri cereali OPPORTUNITA’ MINACCE ROTAZIONI Competizione PECO Riduzione prezzi ROTAZIONI Orticoltura IV gamma Vicinanza mercati al consumo Rapporto con GDO Internazionalizzazione catene GDO Freno all’espansione a causa della formazione di rendite Segue 217 218 Tabella 11.4 - Analisi SWOT per comparti produttivi regionali (segue) COMPARTI PUNTI DI FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITA’ MINACCE Barbabietola Specializzazione aziendale Funzionalità agronomica Rapporti di filiera a monte e a valle Elevati costi di meccanizzazione e manodopera Miglioramento genetico e delle tecniche colturali in funzione di un aumento dell’efficienza produttiva Aumento delle rese in saccarosio PROSPETTIVE OCM Accordi internazionali Soia Inserimento nelle rotazioni colturali Consolidamento tecniche di coltivazione Limitata redditività Competizione prodotto extraeuropeo Adozione innovazioni (comprese quelle biotecnologiche) in grado di migliorare l’efficienza Mercato OGM-free POSSIBILE INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO DI Competizione PECO Ingestibilità questione OGM (tolleranza zero) Foraggere Inserimento nelle rotazioni colturali (foraggere avvicendate) Funzionalità rispetto al comparto al latte Silomais Stretta dipendenza dall’utilizzo aziendale Monocoltura (silomais) POSSIBILE INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO DI Segue ROTAZIONI ROTAZIONI Sviluppo mercato prodotto disidratato PER SILOMAIS: POSSIBILE INTRODUZIONE DELL’OBBLIGO DI ROTAZIONI Contrazione superfici foraggere permanenti Tabella 11.4 - Analisi SWOT per comparti produttivi regionali (segue) COMPARTI PUNTI DI FORZA Carni Elevata specializzazione Caratteristiche strutturali degli allevamenti suini Latte Centralità nel sistema produttivo agricolo regionale Prodotti tipici Esistenza di un tessuto capillare di imprese di trasformazione Vicinanza mercati al consumo PUNTI DI DEBOLEZZA Quote produttive Dimensioni aziendali Crisi finanziaria di alcune grandi imprese di trasformazione Divisioni tra produttori OPPORTUNITA’ MINACCE Riduzione del costo dei mangimi Ingestibilità questione OGM (tolleranza zero) Calo dei prezzi Competizione PECO Innovazioni di prodotto (crudo, biologico, ecc.) Innovazioni di processo funzionali ad innovazioni di prodotto e a riduzione dei costi (composizione degli alimenti) Acquisto quote produttive fuori regione Miglioramento dei rapporti di filiera POLITICHE CALO DI REDDITIVITÀ (MAGGIORE NELLE PICCOLE IMPRESE) CHIUSURA ALLEVAMENTI (ZONE MONTANE) Riduzione prezzo latte alimentare – maggiore concorrenza prodotto estero Instabilità dei prezzi dei derivati e della materia prima Evoluzione sistema nazionale imprese di trasformazione Costi di imple-mentazione del sistema di traccia-bilità Qualità e sicurezza materie prime per alimentazione bestiame Meccanismo di ripartizione dei premi a livello nazionale (periodo di riferimento delle quote latte) REDISTRIBUTIVE A FAVORE DELLE ZONE SVANTAGGIATE (PAGAMENTO SUPPLEMENTARE, SVILUPPO RURALE) 219 220 Tabella 11.5 - Analisi SWOT per sistema agricolo territoriale SISTEMA AGRICOLO TERRITORIALE PUNTI DI FORZA Montagna e zone svantaggiate Pluriattività (integrazione dei redditi agricoli) Prodotti tipici (formaggi, vino, salumi, ecc.) Turismo Multifunzionalità Diversificazione produttiva in nicchie di mercato (piccoli frutti, ovicaprini, biologico, ecc.) PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITA’ Elevata presenza di anziani Marginalità delle strutture aziendali agricole Marginalità territoriale (infrastrutture, trasporti, zone alta quota) Elevati costi di approvvigiona-mento dei mezzi produttivi (man-gimi) Forme associative inadeguate Forte dipendenza dalla filiera latte Servizi sociali Valorizzazione dei prodotti tipici del territorio in integrazione con turismo e agriturismo Riordino fondiario POLITICHE REDISTRIBUTIVE A FAVORE DELLE ZONE SVANTAGGIATE (PAGAMENTO SUPPLEMENTARE, SVILUPPO RURALE) MINACCE Insufficiente ricambio generazionale (fragilità del modello della pluriattività) Territorio (dissesto, degrado boschi, riduzione SAU nei fondovalle) CALO REDDIVITIVITÀ ALLEVAMENTI BOVINI DA LATTE Tabella 11.5 - Analisi SWOT per sistema agricolo territoriale (segue) SISTEMA AGRICOLO TERRITORIALE PUNTI DI FORZA Agricoltura professionale Elevata produttività Capitale umano in grado di garantire buone capacità di adattamento Aziende agricole con elevate dotazioni strutturali Buona diversifi-cazione produtti-va a livello di sistema terri-toriale Sviluppo orticol-tura IV gamma Posizionamento strategico rispetto ai mercati al consumo Tessuto del settore di trasformazione privato e cooperativo (soprattutto nel settore caseario) PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITA’ Vincoli derivanti dagli ingenti investimenti strutturali delle aziende agricole Elevata specializzazione in alcune aree Tendenza verso la monocoltura Impatto ambientale dell’attività agricola Elevata frammentazione del siste-ma delle imprese di trasformazione Crisi finanziaria di alcune grandi imprese di trasformazione del comparto lattierocaseario Dipendenza accentuata nel rapporto con la GDO Rete dei servizi privati alle imprese agricole inadeguata Miglioramento dei rapporti di filiera (qualità, standard, tracciabilità) Consolidamento dell’associazioni-smo MAGGIORE ORIENTAMENTO AL MERCATO Valorizzazione marchi delle aree protette Adozione innovazioni (comprese quelle biotecnologiche) in grado di migliorare l’efficienza SVILUPPO DELLA RETE DI ASSISTENZA TECNICA ALLE IM-PRESE (MARKETING, INGEGNERIA FINANZIARIA, CERTIFICAZIONE DI PROCESSO E DI PRODOTTO, INNOVAZIONE TECNOLOGICA, INFORMAZIONE LEGISLATIVA) MINACCE Possibile crisi del modello della grande famiglia coltivatrice per insufficiente ricambio generazionale Accentuazione della competi-zione internazio-nale nei comparti cerealicoli e zootecnici Internazionalizzazione catene GDO ELEVATO IMPATTO DELLA RIFORMA SIA PER IL NUMERO DI AZIENDE CHE PER LE SUPERFICI COINVOLTE EFFETTI DELLA MODULAZIONE CREAZIONE DI RENDITE POSSIBILI DIFFICOLTÀ DI ADATTAMENTO IN ALCUNI COMPARTI STRATEGICI (LATTE) 221 222 Tabella 11.5 - Analisi SWOT per sistema agricolo territoriale (segue) SISTEMA AGRICOLO TERRITORIALE PUNTI DI FORZA Aree periurbane Capitale umano con forte propen-sione alle inno-vazioni di processo e di prodotto Florovivaismo Sviluppo dell’orticoltura di IV gamma Prossimità ai grandi centri di distribuzione e consumo Industria alimen-tare di rilevanza nazionale e inter-nazionale Presenza di nu-merosi parchi regionali PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITA’ Frammentazione fondiaria Difficoltà di ampliamento della base produttiva Associazionismo limitato Dipendenza dalle strategie di mercato della GDO e delle grandi imprese alimentari Valorizzazione dei prodotti agri-coli delle aree sensibili tutelate Sviluppo di forme associative Sviluppo agricoltura multifunzionale e agriturismo non residenziale (didattico, ristorazione, ecc.) MINACCE Ulteriore sottrazione SAU per usi non agricoli Internazionalizzazione catene GDO DIFFUSIONE DI SUPERFICI NON COLTIVATE (TRASFERIMENTO DI DIRITTI ) 223 L’analisi SWOT dei principali comparti produttivi (tab. 11.4) mostra come per la maggior parte i fattori esogeni predominanti siano relativamente indipendenti dalla Riforma e vadano ricondotti in larga parte a due variabili principali quali l’andamento dei prezzi e la capacità di innovazione. D’altra parte le analisi e le simulazioni condotte nei capitoli precedenti evidenziano come l’impatto della Riforma sui redditi agricoli possa variare, sia per i seminativi che per il comparto latte, in relazione a diversi scenari di prezzi, scelte colturali e rese produttive, passando da ipotesi (in presenza di consistenti riduzioni dei prezzi e/o in assenza di adattamenti produttivi) che prevedono significative riduzioni del reddito ad altre (in presenza di limitate riduzioni dei prezzi e/o con possibili adattamenti produttivi e aumenti di rese) che limitano tali variazioni a pochi punti percentuali. E’ evidente come, stante questa valutazione di carattere generale, la possibile tenuta dei diversi comparti sia legata, principalmente, all’effettiva realizzabilità degli adattamenti. Ciò a sua volta dipende sia da fattori endogeni, evidenziati dai punti di forza e di debolezza dei singoli comparti, ma riconducibili in via più generale alle capacità di adattamento proprie delle risorse umane esistenti (ampiamente dimostrate nell’immediato passato), sia da fattori esogeni e, soprattutto, dall’attivazione di strategie mirate a favorire tale processo di adattamento. In tal senso le differenziazioni tra i diversi comparti riguardano le diverse tipologie di innovazione da perseguire che comprendono sia quelle di processo (soprattutto nel caso delle commodities) che quelle di prodotto (ortaggi, ma anche foraggi e latte), mentre il settore nel suo insieme risulterebbe beneficiato da investimenti mirati al miglioramento delle organizzazioni di filiera, in una logica di valorizzazione delle caratteristiche di integrazione proprie dell’agricoltura lombarda, e al suo rafforzamento in termini di competizione verticale. Per quanto riguarda i fattori esogeni relativi all’attuazione della Riforma, invece, da un lato essi si presentano allo stesso tempo come opportunità per taluni comparti e come minacce per altri (in particolare per quanto riguarda la possibile introduzione dell’obbigo delle rotazioni), dall’altro portano, nel caso del latte, a prefigurare una minaccia più accentuata nelle situazioni strutturalmente più deboli e, in particolare, nelle zone svantaggiate di montagna. A tale riguardo anche l’analisi SWOT condotta per sistemi agricoli territoriali (tab. 11.5) evidenzia, sempre a partire dalle analisi di impatto sviluppate nei capitoli precedenti, una marcata differenziazione. Nel sistema agricolo territoriale della montagna e delle zone svantaggiate la minaccia che deriva dall’attuazione della Riforma è di entità complessivamente ridotta, ma in grado di mettere in crisi il tessuto produttivo portante di tale sistema costituito dagli allevamenti bovini da latte, per i quali si prevede un significativo calo di redditività, sia pure attenuato negli scenari più favorevoli della simulazione. A tale minaccia, che va a innestarsi in una situazione già caratterizzata da numerosi punti di debolezza, si contrappone l’opportunità di sfruttare in una logica redistrubutiva alcune misure ed in particolare quelle legate alla politica di sviluppo rurale. Ciò, al pari dell’opportunità data dalla valorizzazione dei prodotti tipici integrata all’offerta turistica, richiederà 224 probabilmente l’attuazione di misure aggiuntive specifiche da attuarsi a livello regionale, stante le prospettive di dotazione finanziaria di tale politica evidenziate nel capitolo 9. Nel sistema agricolo territoriale di agricoltura professionale, viceversa, l’impatto sarà sicuramente maggiore in termini sia di aziende che di superfici coinvolte, ma in questo caso la minaccia più rilevante può derivare da un’attuazione della Riforma che tenda ad ingessare lo stato attuale, limitando così la principale opportunità che può derivare dalla Riforma, ovvero la spinta ad un maggiore orientamento al mercato. In questo sistema, tuttavia, sono rinvenibili diversi e notevoli punti di forza su cui far leva attraverso misure che facilitino l’adattamento e, in alcuni casi, il cambiamento dell’attività produttiva, anche attraverso lo sfruttamento di opportunità che possono aprirsi, quali ad esempio il sostegno allo sviluppo di una rete di servizi reali alle imprese. Il sistema agricolo territoriale delle aree periurbane, infine, appare quello meno esposto alle conseguenze della Riforma, in virtù del peso rilevante che giocano al suo interno comparti produttivi “estranei” alla stessa (florovivaismo in particolare, ma anche orticoltura di IV gamma). Anche questo sistema può, tuttavia, trarre consistenti benefici dall’attuazione di linee strategiche volte a governare gli effetti della Riforma a Medio Termine che possono essere riassunte in prima battuta nella matrice SWOT riportata nella seguente tabella. Tabella 11.6 - Matrice SWOT Opportunities (Opportunità) Threats (Minacce) Strenghts Weaknesses (Punti di Forza) (Punti di debolezza) Strategie S-O Strategie W-O Politiche di orientamento al Potenziamento delle misure di mercato e di accompagnamen- sviluppo rurale e implementato dell’adattamento (adozione zione di misure redistributive di innovazioni di processo, di prodotto e di organizzazione di filiera) Strategie S-T Strategie W-T Politiche di accompagnamento al cambiamento dell’attività produttiva (strutture aziendali, multifunzionalità, ecc.) Ruolo attivo nella fase di elaborazione delle normative e delle modalità di attuazione operativa della MTR (latte, zone svantaggiate, ecc.)