Capitolo 11
I punti di forza e di debolezza, le minacce e le opportunità
di Dario Frisio
11.1.Premessa
Da alcuni anni l'analisi SWOT, che origina dall’economia aziendale e in
particolare dalle strategie di marketing, viene spesso impiegata nella valutazione
dell’evoluzione di settori economici o come strumento di supporto per
l’individuazione di linee strategiche di politica economica. La metodologia
consiste in un procedimento di carattere logico che permette di sistematizzare e
rendere immediatamente utilizzabili informazioni raccolte riguardo una specifica
tematica.
L’acronimo SWOT deriva dalle chiavi di lettura utilizzate per l’individuazione
del fenomeno preso in esame: Strenghts (punti di forza), Weaknesses (Punti di
debolezza), Oppurtunities (Opportunità) e Threats (Minacce).
Le prime due categorie – punti di forza e di debolezza – riguardano i fattori
endogeni e, pertanto, prendono in considerazione le variabili che sono parte
integrante di un sistema produttivo e sulle quali è possibile agire direttamente per
perseguire gli obiettivi strategici. In particolare l’attenzione viene posta su quei
fattori endogeni in grado di determinare una condizione di vantaggio/svantaggio
competitivo in relazione al fenomeno preso in considerazione. In tal senso
l’individuazione dei punti di forza e di debolezza può essere agevolata grazie
all’impiego di indicatori strutturali, economici, sociali, territoriali. E’ bene
osservare che, in alcuni casi, un fattore considerato punto di forza del sistema,
nella misura in cui diventa un vincolo, possa figurare anche come punto di
debolezza.
I fattori esogeni, ovvero le variabili esterne al sistema in grado di condizionarlo
in senso sia positivo che negativo, vengono invece ricondotti alle categorie delle
opportunità e delle minacce, rispettivamente. In questo caso l’intervento diretto di
governo del fenomeno è impossibile, tuttavia l’individuazione delle caratteristiche
dei fattori esogeni, della loro evoluzione e del relativo impatto sul sistema stesso,
possono consentire la predisposizione di misure atte a prevenire/ridurre i
prevedibili effetti negativi e a sfruttare/favorire quelli positivi. L’individuazione
delle opportunità e delle minacce, a differenza dei punti di forza e di debolezza,
deriva da valutazioni con un certo grado di incertezza che, tuttavia, possono essere
suffragate da modelli di simulazione dell’impatto dei fattori esogeni.
214
La validità di un’analisi SWOT, che rimane comunque prevalentemente di
carattere soggettivo, dipende perciò dall’accuratezza dell’analisi preliminare dei
fattori endogeni ed esogeni. Il fenomeno che si viene a valutare deve essere
analizzato in modo approfondito allo scopo di evidenziarne le diverse
caratteristiche strutturali e congiunturali, mettendo in luce l’eventuale relazione
con altre situazioni che esulano dallo specifico oggetto di indagine, ma sono
rilevanti nel contesto più ampio in cui esso si colloca.
In particolare la metodologia SWOT risulta efficace se, oltre alla capacità di
sintesi insita nello strumento di indagine, perviene ad una lettura incrociata dei
fattori individuati, tale da formulare indicazioni per la definizione delle
politiche/strategie di intervento.
La lettura incrociata dei risultati dell’analisi può essere facilitata attraverso la
sua rappresentazione in un semplice diagramma sintetico che assume solitamente
la forma seguente:
Tabella 11.1 - Diagramma di rappresentazione dell’analisi SWOT
Strenghts (punti di forza)
..
..
..
Opportunities (opportunità)
..
..
..
Weaknesses (punti di debolezza)
..
....
Threats (minacce)
..
..
..
In taluni casi, e in particolare nell’analisi di sistemi complessi, può risultare utile
procedere ad una rappresentazione preliminare dei risultati che evidenzi le
principali aree di intervento (comparti produttivi, ambiti territoriali, problematiche
specifiche, ecc.) e i fattori endogeni ed esogeni che le caratterizzano seguendo uno
schema di lettura che può assumere la seguente forma:
Tabella 11.2 - Schema preliminare di rappresentazione dell’analisi SWOT di sistemi complessi
Aree
..
S
W
O
T
..
....
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
La metodologia SWOT va comunque a sostanziarsi in una classificazione dei
risultati dell'analisi preliminare all'interno di uno schema predefinito in grado di
215
facilitare l'individuazione di priorità di intervento, supportando quindi i processi
decisionali.
In questa direzione un’ulteriore modalità di rappresentazione dell’analisi è
rappresentata dalla cosiddetta matrice SWOT che, mettendo in diretta relazione i
punti di forza e i punti di debolezza con le opportunità e le minacce, consente di
enucleare le possibili strategie da sviluppare per far leva sulle opportunità esogene
e da attuare per contenere preventivamente l’impatto dei fattori di rischio.
Tabella 11.3 - Matrice SWOT
Opportunities
(Opportunità)
Threats (Minacce)
Strenghts
Weaknesses
(Punti di Forza)
(Punti di debolezza)
Strategie S-O
Strategie W-O
Strategie S-T
Strategie W-T
Le strategie S-O mirano a sfruttare le opportunità esogene che investono
direttamente i punti di forza del sistema.
Le strategie W-O mirano a superare i punti di debolezza al fine di sfruttare le
opportunità che si aprono.
Le strategie S-T individuano i modi in cui sfruttare i punti di forza al fine di
attenuare o eliminare le minacce esogene.
Le strategie W-T, infine, individuano piani di difesa per evitare che le minacce
esterne acuiscano i punti di debolezza.
La metodologia dell’analisi SWOT, nel suo complesso, può quindi costituire
un utile strumento a sostegno delle attività decisionali e operative dei soggetti
pubblici e privati coinvolti.
11.2. Analisi SWOT degli effetti della Riforma a Medio Termine della
PAC sul sistema agroindustriale lombardo
Sulla base di quanto evidenziato in precedenza, la metodologia SWOT è stata
utilizzata per valutare gli effetti della Riforma a Medio Termine della PAC sul
sistema agroindustriale lombardo a partire dall’analisi preliminare dei fattori
endogeni ed esogeni. Tale operazione, come già osservato, costituisce la base
fondamentale per la realizzazione di un’analisi SWOT affidabile.
Per quanto riguarda i fattori endogeni l’analisi è stata sviluppata a partire
dall’esame delle caratteristiche del sistema agroindustriale lombardo, contenuta
nel Cap. 3 del presente rapporto e compendiata da informazioni e osservazioni
desunte da “Il sistema agro-alimentare della Lombardia - Rapporto 2003”.
L’individuazione dei punti di forza e di debolezza del sistema rappresenta, per
216
altro, un aggiornamento dell’analisi SWOT dei fattori endogeni contenuta nel
Piano di Sviluppo Rurale 1998-2003 della Regione Lombardia, alla luce
dell’evoluzione più recente e del supporto informativo desumibile dai risultati del
Censimento dell’Agricoltura del 2000.
Così come per i fattori endogeni, anche l’individuazione dei fattori esogeni si è
sviluppata a partire da un’accurata analisi preliminare che ha preso in
considerazione sia aspetti più strettamente connessi alla Riforma che elementi più
generali di scenario, come l’evoluzione dei prezzi e dei mercati (cap. 4),
l’allargamento dell’Ue ai PECO (cap. 5), la politica agricola Usa (cap. 6) e i
negoziati WTO (cap. 7). Con riferimento al fattore “Riforma a Medio Termine”,
l’analisi svolta ha potuto avvalersi dei modelli di simulazione sviluppati sia a
livello microeconomico (cap. 8) che macroeconomico (cap.10) e
dell’individuazione delle sue probabili ricadute per comparto produttivo, in
termini finanziari e in relazione all’attuazione delle politiche di sviluppo rurale
(cap.9).
Il quadro che ne deriva appare perciò sufficientemente completo per lo
sviluppo di un’analisi SWOT che consenta di formulare alcune strategie che, allo
stato attuale delle conoscenze, possano consentire di accompagnare il fenomeno,
nel tentativo di sfruttare al meglio le opportunità che si aprono e di contenere i
possibili effetti negativi della Riforma.
L’analisi realizzata viene presentata in forma sintetica, come tipico della
metodologia SWOT, attraverso una serie di schemi relativi ai principali comparti
produttivi e ai sistemi territoriali dell’agroalimentare lombardo che trovano un
ulteriore punto di sintesi nella presentazione di una matrice SWOT relativa al
sistema agroindustriale regionale nel suo complesso.
L’obiettivo di questa presentazione è quello di fornire una base di discussione
per i processi decisionali che, a diversi livelli, dovranno essere sviluppati per il
governo della Riforma e, per questa sua caratteristica e funzione, l’analisi SWOT
realizzata non deve essere considerata “definitiva”, ma propedeutica ad una
definizione più puntuale delle linee strategiche di intervento da parte degli attori
coinvolti nel processo decisionale.
Tabella 11.4 - Analisi SWOT per comparti produttivi regionali
PUNTI DI FORZA
PUNTI DI DEBOLEZZA
Mais
Elevata produttività
Funzionalità rispetto al
comparto carne
Emergenza problemi
fitosanitari (aflatossine,
diabrotica)
Monocoltura
Adozione innovazioni
(comprese quelle
biotecnologiche) in grado
di migliorare l’efficienza
Ingestibilità questione
OGM (tolleranza zero)
Riduzione attività R&S in
Italia
Possibile introduzione
dell’obbligo di rotazioni
Riso
Legami di filiera
Specializzazione
territoriale
Strutture aziendali
Specializzazione
territoriale
Limitate possibilità di
adattamento
Eccesso di offerta sul
mercato europeo causa
importazioni da paesi terzi
Sviluppo mercato PECO
RECUPERO
COMPETITIVITÀ DI
PREZZO SUL MERCATO
EUROPEO
Mancato raggiungimento
accordi in sede WTO
Costi di imple-mentazione
del sistema di traccia-bilità
POSSIBILE INTRODUZIONE
DELL’OBBLIGO DI
Limitata redditività
Dispersione dell’offerta
POSSIBILE INTRODUZIONE
DELL’OBBLIGO DI
Dipendenza da GDO
Costi manodopera
Maggiore reddività rispetto
ad altre colture (aree
periurbane, aree vocate –
sud est Lombardia)
COMPARTI
Altri cereali
OPPORTUNITA’
MINACCE
ROTAZIONI
Competizione PECO
Riduzione prezzi
ROTAZIONI
Orticoltura
IV gamma
Vicinanza mercati al
consumo
Rapporto con GDO
Internazionalizzazione
catene GDO
Freno all’espansione a
causa della formazione di
rendite
Segue
217
218
Tabella 11.4 - Analisi SWOT per comparti produttivi regionali (segue)
COMPARTI
PUNTI DI FORZA
PUNTI DI DEBOLEZZA
OPPORTUNITA’
MINACCE
Barbabietola
Specializzazione aziendale
Funzionalità agronomica
Rapporti di filiera a monte
e a valle
Elevati costi di
meccanizzazione e
manodopera
Miglioramento genetico e
delle tecniche colturali in
funzione di un aumento
dell’efficienza produttiva
Aumento delle rese in
saccarosio
PROSPETTIVE OCM
Accordi internazionali
Soia
Inserimento nelle rotazioni
colturali
Consolidamento tecniche
di coltivazione
Limitata redditività
Competizione prodotto
extraeuropeo
Adozione innovazioni
(comprese quelle
biotecnologiche) in grado
di migliorare l’efficienza
Mercato OGM-free
POSSIBILE INTRODUZIONE
DELL’OBBLIGO DI
Competizione PECO
Ingestibilità questione
OGM (tolleranza zero)
Foraggere
Inserimento nelle rotazioni
colturali (foraggere
avvicendate)
Funzionalità rispetto al
comparto al latte
Silomais
Stretta dipendenza
dall’utilizzo aziendale
Monocoltura (silomais)
POSSIBILE INTRODUZIONE
DELL’OBBLIGO DI
Segue
ROTAZIONI
ROTAZIONI
Sviluppo mercato prodotto
disidratato
PER SILOMAIS: POSSIBILE
INTRODUZIONE
DELL’OBBLIGO DI
ROTAZIONI
Contrazione superfici
foraggere permanenti
Tabella 11.4 - Analisi SWOT per comparti produttivi regionali (segue)
COMPARTI
PUNTI DI FORZA
Carni
Elevata specializzazione
Caratteristiche strutturali
degli allevamenti suini
Latte
Centralità nel sistema
produttivo agricolo
regionale
Prodotti tipici
Esistenza di un tessuto
capillare di imprese di
trasformazione
Vicinanza mercati al
consumo
PUNTI DI DEBOLEZZA
Quote produttive
Dimensioni aziendali
Crisi finanziaria di
alcune grandi imprese di
trasformazione
Divisioni tra produttori
OPPORTUNITA’
MINACCE
Riduzione del costo dei
mangimi
Ingestibilità questione OGM
(tolleranza zero)
Calo dei prezzi
Competizione PECO
Innovazioni di prodotto
(crudo, biologico, ecc.)
Innovazioni di processo
funzionali ad innovazioni
di prodotto e a riduzione
dei costi (composizione
degli alimenti)
Acquisto quote
produttive fuori regione
Miglioramento dei
rapporti di filiera
POLITICHE
CALO DI REDDITIVITÀ
(MAGGIORE NELLE PICCOLE
IMPRESE)
CHIUSURA ALLEVAMENTI
(ZONE MONTANE)
Riduzione prezzo latte
alimentare – maggiore
concorrenza prodotto estero
Instabilità dei prezzi dei
derivati e della materia prima
Evoluzione sistema nazionale
imprese di trasformazione
Costi di imple-mentazione del
sistema di traccia-bilità
Qualità e sicurezza materie
prime per alimentazione
bestiame
Meccanismo di ripartizione
dei premi a livello nazionale
(periodo di riferimento delle
quote latte)
REDISTRIBUTIVE A
FAVORE DELLE ZONE
SVANTAGGIATE
(PAGAMENTO
SUPPLEMENTARE,
SVILUPPO RURALE)
219
220
Tabella 11.5 - Analisi SWOT per sistema agricolo territoriale
SISTEMA AGRICOLO
TERRITORIALE
PUNTI DI FORZA
Montagna
e
zone
svantaggiate
Pluriattività
(integrazione dei redditi
agricoli)
Prodotti tipici
(formaggi, vino, salumi,
ecc.)
Turismo
Multifunzionalità
Diversificazione
produttiva in nicchie di
mercato (piccoli frutti,
ovicaprini, biologico,
ecc.)
PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITA’
Elevata presenza di
anziani
Marginalità delle
strutture aziendali
agricole
Marginalità territoriale
(infrastrutture, trasporti,
zone alta quota)
Elevati costi di
approvvigiona-mento
dei mezzi produttivi
(man-gimi)
Forme associative
inadeguate
Forte dipendenza dalla
filiera latte
Servizi sociali
Valorizzazione dei
prodotti tipici del
territorio in integrazione
con turismo e agriturismo
Riordino fondiario
POLITICHE
REDISTRIBUTIVE A
FAVORE DELLE ZONE
SVANTAGGIATE
(PAGAMENTO
SUPPLEMENTARE,
SVILUPPO RURALE)
MINACCE
Insufficiente ricambio
generazionale (fragilità
del modello della
pluriattività)
Territorio (dissesto,
degrado boschi,
riduzione SAU nei
fondovalle)
CALO REDDIVITIVITÀ
ALLEVAMENTI BOVINI
DA LATTE
Tabella 11.5 - Analisi SWOT per sistema agricolo territoriale (segue)
SISTEMA AGRICOLO
TERRITORIALE
PUNTI DI FORZA
Agricoltura
professionale
Elevata produttività
Capitale umano in grado
di garantire buone
capacità di adattamento
Aziende agricole con
elevate dotazioni
strutturali
Buona diversifi-cazione
produtti-va a livello di
sistema terri-toriale
Sviluppo orticol-tura IV
gamma
Posizionamento
strategico rispetto ai
mercati al consumo
Tessuto del settore di
trasformazione privato e
cooperativo (soprattutto
nel settore caseario)
PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITA’
Vincoli derivanti dagli
ingenti investimenti
strutturali delle aziende
agricole
Elevata specializzazione
in alcune aree
Tendenza verso la
monocoltura
Impatto ambientale
dell’attività agricola
Elevata frammentazione del siste-ma
delle imprese di
trasformazione
Crisi finanziaria di
alcune grandi imprese di
trasformazione del
comparto lattierocaseario
Dipendenza accentuata
nel rapporto con la GDO
Rete dei servizi privati
alle imprese agricole
inadeguata
Miglioramento dei
rapporti di filiera
(qualità, standard,
tracciabilità)
Consolidamento
dell’associazioni-smo
MAGGIORE
ORIENTAMENTO AL
MERCATO
Valorizzazione marchi
delle aree protette
Adozione innovazioni
(comprese quelle
biotecnologiche) in
grado di migliorare
l’efficienza
SVILUPPO DELLA RETE
DI ASSISTENZA TECNICA
ALLE IM-PRESE
(MARKETING,
INGEGNERIA FINANZIARIA, CERTIFICAZIONE DI PROCESSO E
DI PRODOTTO, INNOVAZIONE TECNOLOGICA, INFORMAZIONE LEGISLATIVA)
MINACCE
Possibile crisi del
modello della grande
famiglia coltivatrice per
insufficiente ricambio
generazionale
Accentuazione della
competi-zione
internazio-nale nei
comparti cerealicoli e
zootecnici
Internazionalizzazione
catene GDO
ELEVATO IMPATTO
DELLA RIFORMA SIA
PER IL NUMERO DI
AZIENDE CHE PER LE
SUPERFICI COINVOLTE
EFFETTI DELLA
MODULAZIONE
CREAZIONE DI RENDITE
POSSIBILI DIFFICOLTÀ
DI ADATTAMENTO IN
ALCUNI COMPARTI
STRATEGICI (LATTE)
221
222
Tabella 11.5 - Analisi SWOT per sistema agricolo territoriale (segue)
SISTEMA AGRICOLO
TERRITORIALE
PUNTI DI FORZA
Aree
periurbane
Capitale umano con
forte propen-sione alle
inno-vazioni di processo e di prodotto
Florovivaismo
Sviluppo dell’orticoltura di IV gamma
Prossimità ai grandi
centri di distribuzione e
consumo
Industria alimen-tare di
rilevanza nazionale e
inter-nazionale
Presenza di nu-merosi
parchi regionali
PUNTI DI DEBOLEZZA OPPORTUNITA’
Frammentazione
fondiaria
Difficoltà di
ampliamento della base
produttiva
Associazionismo
limitato
Dipendenza dalle
strategie di mercato
della GDO e delle
grandi imprese
alimentari
Valorizzazione dei
prodotti agri-coli delle
aree sensibili tutelate
Sviluppo di forme
associative
Sviluppo agricoltura
multifunzionale e
agriturismo non
residenziale (didattico,
ristorazione, ecc.)
MINACCE
Ulteriore sottrazione
SAU per usi non
agricoli
Internazionalizzazione
catene GDO
DIFFUSIONE DI
SUPERFICI NON
COLTIVATE
(TRASFERIMENTO DI
DIRITTI )
223
L’analisi SWOT dei principali comparti produttivi (tab. 11.4) mostra come per
la maggior parte i fattori esogeni predominanti siano relativamente indipendenti
dalla Riforma e vadano ricondotti in larga parte a due variabili principali quali
l’andamento dei prezzi e la capacità di innovazione.
D’altra parte le analisi e le simulazioni condotte nei capitoli precedenti
evidenziano come l’impatto della Riforma sui redditi agricoli possa variare, sia
per i seminativi che per il comparto latte, in relazione a diversi scenari di prezzi,
scelte colturali e rese produttive, passando da ipotesi (in presenza di consistenti
riduzioni dei prezzi e/o in assenza di adattamenti produttivi) che prevedono
significative riduzioni del reddito ad altre (in presenza di limitate riduzioni dei
prezzi e/o con possibili adattamenti produttivi e aumenti di rese) che limitano tali
variazioni a pochi punti percentuali.
E’ evidente come, stante questa valutazione di carattere generale, la possibile
tenuta dei diversi comparti sia legata, principalmente, all’effettiva realizzabilità
degli adattamenti.
Ciò a sua volta dipende sia da fattori endogeni, evidenziati dai punti di forza e
di debolezza dei singoli comparti, ma riconducibili in via più generale alle
capacità di adattamento proprie delle risorse umane esistenti (ampiamente
dimostrate nell’immediato passato), sia da fattori esogeni e, soprattutto,
dall’attivazione di strategie mirate a favorire tale processo di adattamento.
In tal senso le differenziazioni tra i diversi comparti riguardano le diverse
tipologie di innovazione da perseguire che comprendono sia quelle di processo
(soprattutto nel caso delle commodities) che quelle di prodotto (ortaggi, ma anche
foraggi e latte), mentre il settore nel suo insieme risulterebbe beneficiato da
investimenti mirati al miglioramento delle organizzazioni di filiera, in una logica
di valorizzazione delle caratteristiche di integrazione proprie dell’agricoltura
lombarda, e al suo rafforzamento in termini di competizione verticale.
Per quanto riguarda i fattori esogeni relativi all’attuazione della Riforma,
invece, da un lato essi si presentano allo stesso tempo come opportunità per taluni
comparti e come minacce per altri (in particolare per quanto riguarda la possibile
introduzione dell’obbigo delle rotazioni), dall’altro portano, nel caso del latte, a
prefigurare una minaccia più accentuata nelle situazioni strutturalmente più deboli
e, in particolare, nelle zone svantaggiate di montagna.
A tale riguardo anche l’analisi SWOT condotta per sistemi agricoli territoriali
(tab. 11.5) evidenzia, sempre a partire dalle analisi di impatto sviluppate nei
capitoli precedenti, una marcata differenziazione.
Nel sistema agricolo territoriale della montagna e delle zone svantaggiate la
minaccia che deriva dall’attuazione della Riforma è di entità complessivamente
ridotta, ma in grado di mettere in crisi il tessuto produttivo portante di tale sistema
costituito dagli allevamenti bovini da latte, per i quali si prevede un significativo
calo di redditività, sia pure attenuato negli scenari più favorevoli della
simulazione. A tale minaccia, che va a innestarsi in una situazione già
caratterizzata da numerosi punti di debolezza, si contrappone l’opportunità di
sfruttare in una logica redistrubutiva alcune misure ed in particolare quelle legate
alla politica di sviluppo rurale. Ciò, al pari dell’opportunità data dalla
valorizzazione dei prodotti tipici integrata all’offerta turistica, richiederà
224
probabilmente l’attuazione di misure aggiuntive specifiche da attuarsi a livello
regionale, stante le prospettive di dotazione finanziaria di tale politica evidenziate
nel capitolo 9.
Nel sistema agricolo territoriale di agricoltura professionale, viceversa,
l’impatto sarà sicuramente maggiore in termini sia di aziende che di superfici
coinvolte, ma in questo caso la minaccia più rilevante può derivare da
un’attuazione della Riforma che tenda ad ingessare lo stato attuale, limitando così
la principale opportunità che può derivare dalla Riforma, ovvero la spinta ad un
maggiore orientamento al mercato. In questo sistema, tuttavia, sono rinvenibili
diversi e notevoli punti di forza su cui far leva attraverso misure che facilitino
l’adattamento e, in alcuni casi, il cambiamento dell’attività produttiva, anche
attraverso lo sfruttamento di opportunità che possono aprirsi, quali ad esempio il
sostegno allo sviluppo di una rete di servizi reali alle imprese.
Il sistema agricolo territoriale delle aree periurbane, infine, appare quello meno
esposto alle conseguenze della Riforma, in virtù del peso rilevante che giocano al
suo interno comparti produttivi “estranei” alla stessa (florovivaismo in particolare,
ma anche orticoltura di IV gamma). Anche questo sistema può, tuttavia, trarre
consistenti benefici dall’attuazione di linee strategiche volte a governare gli effetti
della Riforma a Medio Termine che possono essere riassunte in prima battuta
nella matrice SWOT riportata nella seguente tabella.
Tabella 11.6 - Matrice SWOT
Opportunities
(Opportunità)
Threats (Minacce)
Strenghts
Weaknesses
(Punti di Forza)
(Punti di debolezza)
Strategie S-O
Strategie W-O
Politiche di orientamento al Potenziamento delle misure di
mercato e di accompagnamen- sviluppo rurale e implementato dell’adattamento (adozione zione di misure redistributive
di innovazioni di processo, di
prodotto e di organizzazione di
filiera)
Strategie S-T
Strategie W-T
Politiche di accompagnamento
al cambiamento dell’attività
produttiva (strutture aziendali,
multifunzionalità, ecc.)
Ruolo attivo nella fase di
elaborazione delle normative e
delle modalità di attuazione
operativa della MTR (latte,
zone svantaggiate, ecc.)
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