Corso di Formazione – Le vaccinazioni nella prevenzione delle malattie infettive Regione Piemonte- Dipartimento Formazione Permanente ASL 13 Novara Strategie vaccinali G. Bartolozzi - Firenze Novara 17-18 dicembre 2004 Vaccini Antibiotici Promozione della Salute Livello culturale Assetto socio-economico Accanto agli antibiotici, le vaccinazioni rappresentano l’arma più efficace contro le malattie infettive Numero di casi di malattie prevenibili con i vaccini, prima della vaccinazione e nel 2003 (MMWR, 2004, 53:687) Malattia Era prevaccinica Anno N. casi 2003 % di riduzione Difterite 1921 206.939 1 >99,9 Morbillo 1941 894.134 32 >99,9 Parotite 1968 152.209 231 99,8 Pertosse 1934 265.269 11.647 95,6 Poliomielite 1952 21.269 0 100 Rosolia 1969 57.687 7 >99,9 1964-5 20.000 1 99,8 Tetano 1948 1.560 20 98,7 Epatite B 1987 22.339 7.526 66,3 M. invasiva da Hib 1984 20.000 187 98,9 Malattia invasiva da pneumococco < 1990 15.933 14.382 9.7 Rosolia congenita Eventi avversi 0 11.365 Le otto classi dei vaccini 1) Vaccini interi uccisi: influenza, Salk, epatite A, rabbia, pertosse intero 2) Vaccini vivi attenuati: BCG, MPR, Sabin, febbre gialla, varicella, Ty21a 3) Vaccini con componenti purificati: influenza a sub-unità o split, pertosse acellulare, anatossina difterica e tetanica, vaccini coniugati (Hib, pneumococco e meningococco) 4) Vaccini coniugati: Haemophilus influenzae tipo b, meningococco, pneumococco 5) Vaccini DNA ricombinanti: HBsAg 6) Vaccini a DNA: contro tutti gli agenti infettivi; non ancora entrati in commercio 7) Vaccini da piante, geneticamente modificate: la rivoluzione verde 8) Reverse vaccinology: meningococco gruppo B VACCINAZIONI: POSSIBILI OBIETTIVI Assenza di controllo della malattia Controllo Eliminazione Eradicazione regionale Eradicazione vera, universale L’infezione è eradicabile se: • microrganismo geneticamente stabile • assenza di serbatoi non umani • scomparsa dell’agente ottenuta la guarigione • immunità permanente • contagiosità breve • breve periodo d’incubazione • quadro clinico specifico, facilmente identificabile • assenza di casi asintomatici Immunizzazione attiva INDIVIDUO SUSCETTIBILE VACCINAZIONE INDIVIDUO IMMUNE Immuni e suscettibili Immuni: già ammalati + vaccinati (responder) Suscettibili: mai ammalati + non vaccinati + vaccinati non responder Schema di trasmissione interumana Persona suscettibile infetta Persona immune R0 = 4 Tasso critico di copertura vaccinale della popolazione Anderson RM e May RM, 1990. modificato Malattia Morbillo Pertosse Varicella Parotite Rosolia Difterite Poliomielite Hib R0 20 15-17 12-13 10-12 7-8 5-6 5-6 1,1 Copertura vaccinale ≥95% 92-95% 90-92% 90-92% 85-87% 80-85% 80-85% ~ 80% Valore dei vaccini - Valore sociale versus valore economico Rappuoli R et al. Science 2002, 297:937-8 Proteine e polisaccaridi contenuti nei vaccini 1980 Vaccino Difterite/Tetano Pertosse intero Proteine Vaccino 2000 Polisaccaridi/Proteine 2 Difterite/Tetano 2 ~ 3.000 Pertosse acellulare 2-5 Polio 15 Polio Morbillo 10 MPR Parotite 9 Hib 1 Rosolia 5 Pneumococco 7 Epatite B 1 Varicella 69 Totale ~3.041 15 10+9+5 122-125 La copertura vaccinale L’ICONA 2 Icona 2003 – Coperture vaccinali nazionali Percentuali di copertura 100 90 80 70 60 12 mesi 12-24 mesi > = 16 mesi 50 40 30 20 10 0 DT3 poli3 HBV3 PER3 Hib3 MPR La copertura per MPR/morbillo è calcolata sui bambini di 15 mesi o più. Motivi di mancata/ritardata vaccinazione 5% MPR non noto altro 6% 17% malattia opinione medico 18% 18% ha già avuto il morbillo organizzazione servizio 5% vaccinerà più tardi 25% 3% 3% vacc.pericolose/inefficaci/ malattia rara malattia poco pericolosa Conclusioni ICONA 2003 • La vaccinazione contro il morbillo prevede due dosi • Le coperture vaccinali sono migliorate e si è ridotto il divario fra regioni • La vaccinazione MPR resta il nostro problema principale • E’ necessario intervenire sui ritardi • La copertura vaccinale per i bambini “a rischio” è scarsa Il gergo Sensibilità: probabilità che la prova dia un risultato positivo negli ammalati. In altre parole i veri positivi sul totale degli ammalati. Specificità: probabilità che la prova sia un risultato negativo nei sani. In altre parole la specificità indica i veri negativi sul totale dei sani. La sensibilità di una prova indica la proprietà di riconoscere quanti siano i soggetti che hanno realmente la malattia fra i soggetti che si sottopongono alla prova. Più la sensibilità è alta e più la prova è in grado d’individuare i pazienti affetti dalla malatia per la quale viene eseguita la prova. La specificità indica la capacità della prova di identificare i soggetti sani nella popolazione sottoposta alla prova. Più la specificità è alta e più la prova è in grado d’individuare i soggetti che non hanno la malattia per la quale viene eseguita la prova. Ancora il gergo Valore predittivo positivo: probabilità che il paziente abbia la malattia, una volta che la prova sia risultata positiva. Corrisponde cioè al rapporto fra tutti i soggetti che hanno la malattia e i soggetti positivi alla prova. Valore predittivo negativo: probabilità che il paziente sia sano una volta che la prova sia risultata negativa. Corrisponde cioè al rapporto fra i pazienti che non hanno la malattia e che hanno un risutato negativo e l’intera popolazione di soggetti con prova negativa. Valore predittivo veri positivi Positivo = veri positivi + falsi positivi veri negativi Negativo = veri negativi + falsi negativi x 100 x 100 La sensibilità e la specificità sono i parametri più conosciuti per la valutazione di una prova diagnostica. Tuttavia i valori predittivi, positivo e negativo, forniscono informazioni più direttamente utilizzabili per la gestione del paziente. In ultima analisi il valore predittivo indica la probabilità che il paziente appartenga realmente alla categoria, indicata dalla prova (sano o ammalato) una volta che sia stata eseguita la procedura diagnostica. A. E. Tozzi, Area Pediatrica, dicembre 2002 A. Chan et al., Pediatrics 107:e8, 2001 Prove per la malattia celiaca Prova Anti-tTg EMA Sensibilità Specificità Valore predittivo + Valore predittivo - 89% 94% 67% 98% 89% 97% 80% 98% Le due prove hanno un’elevata concordanza e una resa simile Pertanto gli anti-tTG sono una valida alternativa agli EMA. Il valore predittivo positivo degli anti-tTG è tuttavia inferiore a quello degli EMA. Con una prova positiva per gli anti-tTG abbiamo solo il 67% di essere in presenza di una vera celiachia. La variabilità del normale = la deviazione standard 1 DS (1 σ) = radice quadrata della somma delle differenze quadrate, divise il numero dei casi, meno 1. 2 DS (2 σ) = 1 DS x 2 Maggiore è il numero dei casi studiati e più il valore della DS corrisponde alla realtà. In linea di massima gli eventi patologici si trovano al di sopra o al di sotto delle 2 DS.