Gino Bartali: un eroe sui pedali e nella vita. Gino Bartali è stato un grande campione di ciclismo. Nacque a Ponte a Ema (Firenze) il 18 luglio 1914 e già a 20 anni era un ciclista professionista. Vinse 3 Giri d’Italia (1936,1937,1946) e 2 Tour de France (1938,1948), oltre a numerose altre gare tra gli anni Trenta e Cinquanta. Fu avversario di un altro famoso ciclista, Fausto Coppi. La rivalità che c’era tra i due accese gli animi nell’Italia del dopoguerra. E’ celebre la foto che li ritrae mentre si passano una bottiglietta d’acqua durante una salita al Tour de France nel 1952. Una frase che ripeteva era :”L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!”, che un po’ riassume il suo carattere sanguigno e brontolone (infatti era soprannominato Ginettaccio), ma aveva un cuore grande e la storia che leggerete lo sta a dimostrare. 20 agosto 1943 L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare! Come potrei non essere arrabbiato! Sul più bello della mia carriera, quando ero un ciclista affermato, questa disgraziatissima guerra ha interrotto i miei sogni e le mie aspirazioni. Ma per me va alla meno peggio, in qualche modo ce la farò. E’ questa gente innocente che mi fa pena, tanta pena. Mi sento ribollire il sangue nelle vene al pensiero che ebrei… uomini, donne, anziani, bambini siano perseguitati con una violenza così disumana. Sono furioso… non posso stare a guardare: io mi voglio tirare fuori da questa follia. Ma come? Cosa posso fare? 10 settembre 1943 Penso di aver trovato la strada giusta: mi metterò a servizio con quello che so far meglio: correre in bici e ci metterò la mia faccia: sono un personaggio famoso o no? Anche se è tempo di guerra, devo comunque sempre tenermi in allenamento. Chi può sospettare di me? 25 settembre 1943 Ho deciso: entrerò a far parte di un’organizzazione clandestina. A Firenze il rabbino Cossuto e l’arcivescovo Dalla Costa hanno organizzato una rete di salvataggio e serve qualcuno che trasporti da Firenze fino al monastero di San Quirico ad Assisi documenti falsi necessari alla fuga di quanti più ebrei sia possibile. Sarò io il corriere. Nasconderò le carte nella canna della mia bicicletta: non penso proprio che ai nazisti venga in mente di smontarmi la bici! 27 febbraio 1944 Sono due mesi che faccio la staffetta: correre non mi pesa, ma non nego che ci sono momenti in cui me la vedo brutta. Spesso i nazisti mi fermano, mi perquisiscono, mi interrogano. Ho paura: se mi scoprono è finita, ma io sono uno tosto: non lascio trapelare alcuno stato d’animo… La posta in palio è troppo grande: vite umane! … E poi confido nella mia bici: so che non mi tradirà! 3 giugno 1944 La bicicletta non mi ha tradito, ma una persona l’ha fatto. Mi sento in pericolo: so che qualcuno ha riferito il mio nome alla polizia e ora sono ricercato. Scapperò a Città di Castello: lì rimarrò nascosto presso parenti e amici. Ma intanto questa carneficina continua… 5 Giugno 1945 La guerra è terminata: sono vivo, ce l’ho fatta, ma gli altri… Si parla di milioni di ebrei sterminati. Io, nel mio piccolo, mi sono ribellato a queste atrocità: ho contribuito a salvare vite umane e sono fiero di me, sono fiero di aver trovato il coraggio e la coerenza non solo di scandalizzarmi a parole, ma anche di agire concretamente. Certo… c’è voluta pure una bella dose di sana incoscienza, ma non è quella che mi manca! Non mi va però di dirlo in giro: ho fatto quello che era giusto, nulla di più. Parlarne per me significa vantarsene e non mi sembra il caso. Gesù Cristo non ha forse detto: “Non sappia la tua mano destra ciò che fa la sinistra”? Gino Bartali morì a Firenze il 5 maggio 2000. Quello che fece per salvare gli ebrei si conobbe dopo la morte. Nel 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d’oro al merito civile per aver salvato “circa 800 ebrei”. Per essere inserito a Yad Vashem era necessaria la testimonianza di un ebreo salvato. Una volta lanciato l’appello nel mensile Pagine Ebraiche, in molti hanno risposto. Giorgio Goldenberg, oggi residente in Israele, ha svelato di essere stato nascosto insieme ai genitori e la sorellina nella cantina di casa Bartali a Firenze. Il 23 settembre 2013 Gino Bartali è stato dichiarato “Giusto tra le Nazioni” da Yad Vashem, il sacrario della Memoria di Gerusalemme. Nel sito dell’organizzazione si legge: ”Bartali è stato un cattolico devoto e, durante l’occupazione tedesca in Italia, ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cossuto e l’Arcivescovo della città, il cardinale Elia Angelo Dalla Costa”. Quest’ultimo era già stato riconosciuto da Yad Vashem Giusto tra le Nazioni nel 2012. Uno spunto per introdurre il personaggio. Gino Bartali è un personaggio conosciuto. Potrebbe essere utile, come fase iniziale del percorso, coinvolgere gli alunni con alcune domande da sottoporre ai nonni, raccogliendo informazioni che poi sono riassunte, in parte, nella breve biografia d’apertura. Queste potrebbero essere le domande basilari. 1. Sapete chi era Gino Bartali? 2. Dov’era nato? 3. Cosa vi ricordate di lui? 4. Qual era la frase che ripeteva spesso? 5. Chi era il suo grande rivale? 6. C’è una foto che li ritrae mentre si passano una bottiglietta d’acqua durante il Tour de France: ve la ricordate? Perché è diventata così importante? Cosa rappresenta? Testi e proposte didattiche di Francesca Barzi