porcini e ovuli, re dei funghi Funghi buoni... I boleti Il porcino o “funzo neigru ” lo possiamo trovare sotto spoglie morfologiche più o meno diverse che, pur mantenendo caratteri simili, danno origine a quattro differenti specie: Boletus edulis, Boletus aestivalis, Boletus aereus e Boletus pinophilus. I caratteri comuni sono: la carne bianca ed immutabile al taglio, il colore dei tubuli e dei pori dell’imenio, da bianco candido in esemplari giovani, a giallo verdastro e verdastro nelle successive fasi di crescita; la presenza di un fitto reticolo sul gambo, più chiaro del colore di fondo del gambo stesso o concolore, e ben visibile soprattutto appena sotto il cappello; il colore della sporata bruno-olivastra, la morfologia generale dell’intero corpo fruttifero. L’odore ed il sapore sono sempre gradevoli sia a fungo fresco che a fungo essiccato. Boletus edulis E’ un fungo dal cappello di diametro variabile tra 5 e 35 cm, dapprima emisferico con orlo aderente al gambo, poi allargato, da convesso a guancialiforme fino a diventare quasi spianato: colorazione variabile dal quasi bianco all’ocra chiaro al caffelatte al castano scuro, più sfumato verso la periferia. I pori della parte imeniale, sono dapprima piccolissimi, chiusi e bianco candido, per poi assumere con la maturità, una colorazione giallo verdognola fino al verde olivastro. Ha un odore gradevole che diventa sempre più penetrante con l’essiccamento. Il Boletus edulis è un fungo cosmopolita, lo si può ritrovare infatti in quasi ogni parte del mondo, pur avendo una predilezione per il continente europeo dove cresce in simbiosi con faggio, castagno, quercia, carpino, nocciolo e betulla ma anche pino e peccio. Nasce grosso modo dalla tarda primavera fino ad autunno inoltrato con un periodo di pausa nella fase più secca dell’estate. E’ un fungo che ama le stagioni temperate e quindi il periodo di crescita è influenzato dall’andamento climatico, dall’altitudine e dall’esposizione (sud o nord) del bosco. Boletus aestivalis Molto simile al Boletus edulis, è leggermente più piccolo: il diametro del cappello, infatti, varia dai 5 ai 20 cm. Inoltre la cuticola del cappello, per le caratteristiche di secco dei periodi crescita, si spacca formando dei tasselli poligonali, piuttosto ampi, che lasciano intravedere la carne bianca sottostante; il reticolo sul gambo presenta una colorazione più marcata e percorre il gambo stesso per quasi tutta la lunghezza. L’odore è già marcato nel fungo fresco ma nell’essiccato è più intenso e penetrante. Il sapore è molto dolce, ma le caratteristiche di commestibilità sono le stesse dell’Edulis. Il Boletus aestivalis può presentare in natura esemplari concresciuti. Pare che sia il fungo più venduto sui nostri mercati. Boletus aereus Boletus Pinophilus (Berton) Boletus Edulis Differisce dai precedenti per l’habitat ed il periodo di crescita più limitato. Ama infatti il caldo secco e quindi popola più volentieri le zone meridionali dell’Europa e la fascia mediterranea di Asia ed Africa. La differenziazione tra il Boletus aereus e le altre specie consorelle è data, soprattutto, dalla colorazione. Boletus pinophilus Nonostante il nome, cresce indistintamente sotto latifoglie e conifere; in Liguria lo si trova più frequentemente sotto faggio. Cresce in periodi freschi ed umidi e predilige le zone collinari e pedemontane. Si differenzia dai suoi consimili per la colorazione del cappello, tendente al granata-violaceo ed al rosso-nerastro. Tale colorazione, a differenza dei suoi simili, rimane anche dopo il trattamento di bollitura. Russula Virescens Le amanite Colombine e galletti Questo genere comprende tra le sue specie funghi deliziosi, funghi appariscenti e funghi mortali. Infatti, chi non conosce la prelibatezza della carne dell’Amanita caesarea, fungo così denominato perché pasto degli imperatori già al tempo dei romani? Chi non si è mai imbattuto, nel bosco, nella pittoresca Amanita muscaria, magico fungo delle favole e delle leggende nordiche? Oppure, chi incontrando l’Amanita phalloides, affascinante e mortale, non si è fermato a pensare agli effetti devastanti del suo potente veleno? Ecco perché questo genere di funghi non ha solo interessato i “Cesari” ed i buongustai di tutti i tempi, ma anche maghi, stregoni e uomini di medicina antichi e moderni. Per non incorrere quindi in avvelenamenti, facendo sì che andar per funghi e consumarli possa continuare ad essere un piacere, occorre fissare nella mente le caratteristiche principali di tale genere. Non solo i funghi nobili sono protagonisti delle nostre tavole, ma anche funghi considerati minori dal punto di vista commerciale, possono sicuramente soddisfare i palati più sopraffini. Tra questi ricordiamo le “Colombine”, miceti appartenenti al genere Russula ed i “Galletti” (Cantharellus). I primi costituiscono un genere facilmente individuabile per la caratteristica frattura gessosa della carne che risulta anche digeribile. Sono funghi di piccolemedie dimensioni con imenoforo a lamelle e dalle colorazioni del cappello che vanno dal viola-verdastrolilacino (R. cyanoxàntha) al grigio-verde di Russula virescens, al giallo-aranciato di Russula aurea (o aurata). Gli esperti distinguono le Russule commestibili da quelle potenzialmente tossiche (Russule gruppo emètica) basandosi sul sapore della carne che è mite nel caso delle russule commestibili ed acre o piccante nel caso di quelle tossiche o non commestibili. Il Cantharellus cibarius, volgarmente “Galletto”, è un ottimo miceto di piccole dimensioni, che ha una colorazione variabile dal giallo uovo al giallo arancio, l’imenoforo è dotato di lamelle che per caratteristiche sono più simili a nervature. Da prestare attenzione alla possibile confusione con il tossico Omphalotus olearius o “fungo dell’ulivo” che presenta tuttavia colorazione più accesa, dimensioni maggiori e diversa tipologia di crescita (cespitoso e lignicolo anziché gregario su terreno). Amanita caesarea E’ un fungo di medie e grandi dimensioni, caratterizzato da un cappello arancio-rossastro striato al margine, la cui parte sottostante è formata da lamelle fitte di un bel colore giallo maionese che contraddistingue anche il gambo e l’anello presente sullo stesso. Alla base del gambo è sempre evidente una volva sacciforme bianca e membranacea, residuo del velo generale che avvolge l’intero carpoforo nel suo stadio primordiale, dando a quest’ultimo un aspetto d’uovo, da cui il nome volgare “Ovolo buono”. E’ il fungo che può essere consumato crudo per eccellenza grazie alla sua carne particolarmente digeribile. hanno collaborato alla realizzazione di questa pagina i micologi dell’’Associazione “Il Cerchio delle Streghe” Amanita Caesarea Cantharellus Cybarius ...e cattivi I boleti “luridi” In natura esistono dei boleti che per morfologia e caratteri macroscopici ricordano i porcini e possono trarre in inganno i cercatori meno esperti, come i boleti appartenenti alla sezione dei “luridi”, di cui il più pericoloso è il Boletus satanas. Questi ultimi però, presentano particolari caratteristiche che li rendono riconoscibili ad un’attenta osservazione: colorazioni vivaci della parte imeniale (tubuli e pori), variabili dal giallo al giallo aranciato, al rosso; reticolo sul gambo, rossastro o comunque mai bianco; carne bianco-giallastra virante al- l’azzurro al taglio. Altro sosia, non tossico, è il Tylopilus felleus o “boleto del fiele”, così chiamato per il gusto amarissimo della carne. Talvolta viene raccolto e cucinato insieme ai boleti, rovi- nando completamente l’intera pietanza. Per riconoscerlo, osservare attentamente la colorazione dei pori, che da un bianco ghiaccio arriva, con la maturazione, a tonalità di rosa anche cariche. Muscaria e Phalloides Amanita Muscaria Amanita Phalloides Boletus Satanas Il pericolo di confusione con la specie commestibile è maggiore nello stato iniziale di crescita (ovolo). Infatti, allo stadio adulto, le specie tossiche e velenose presentano lamelle, gambi ed anello a colorazione bianca. Poiché la confusione in questi casi può portare a serie patologie con esito talvolta mortale, si preferisce in questa sede omettere consigli e trucchi per individuare correttamente la specie, suggerendo ai raccoglitori di far verificare sempre il proprio bottino da esperti micologi operanti presso le strutture pubbliche. 1