FC · IN ITALIA E NEL MONDO
N˚ 28 · 2014
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SAN CAMILLO
400 ANNI DOPO
CON I MALATI E I POVERI: I CAMILLIANI SULLA FRONTIERA DEL DOLORE
CROCEVIA DI SPERANZA
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RELIGIOSI E LAICI. LAVORANO IN OSPEDALI, CASE DI CURA,
HOSPICE. AIUTANO CHI SOFFRE CONIUGANDO TERAPIE
ALL’AVANGUARDIA E UN’UMANITÀ ALIMENTATA DAL VANGELO.
PER LE EMERGENZE, C’È UNA TASK FORCE PRONTA A PARTIRE
di Laura Badaracchi
COMPETENZA E TENEREZZA
Così i Camilliani assistono
infermi ed emarginati.
Sopra, da sinistra:
fratel Gerardo Diglio,
in una casa della Sicilia;
un religioso nella missione
camilliana del Benin.
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FC · GIUBILEO CAMILLIANO
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IL 12 LUGLIO A BUCCHIANICO
DUE NUOVI SACERDOTI
NEL PAESE DI CAMILLO
L
ultima frontiera in Italia? L’hospice inaugurato a Capriate
San Gervasio, in provincia di
Bergamo, un Comune dove per
altro i Camilliani animavano
già una casa di riposo, un centro diurno per anziani, un reparto per pazienti in stato vegetativo e un nucleo protetto per malati
di Alzheimer. Le periferie geografiche
ed esistenziali, spesso citate da papa
Francesco, i religiosi dell’Ordine dei ministri degli infermi le frequentano con
assiduità. Ogni giorno.
«Oltre alla pastorale sanitaria, ci siamo aperti alle emergenze sociali», afferma fratel Carlo Mangione, coordinatore
degli eventi organizzati per il quarto
centenario della morte del fondatore.
«A conclusione di questo impegno, tornerò in Sicilia per dedicarmi agli ultimi», confida. Ha nostalgia del servizio
svolto alla casa famiglia per malati di
Aids inaugurata oltre vent’anni fa nella
diocesi di Acireale, «quando ancora la
malattia faceva una gran paura e scatta-
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TESTIMONI DEL VANGELO
TRA CHI SOFFRE
Sopra: un religioso in una stanza
d’ospedale. In alto: fratel Vincenzo
Duca nella mensa San Camillo di
Acireale. Nella foto grande:
i partecipanti al Capitolo generale
straordinario (giugno 2014).
vano meccanismi di emarginazione.
C’era chi, dimesso dall’ospedale, non veniva riaccolto in famiglia. Ora, grazie alle terapie, la vita di questi pazienti si è
allungata, ma non sempre la sua qualità: alcuni hanno problemi mentali. Ed
è aumentata la presenza di stranieri
che scoprono di essere sieropositivi».
Ad Acireale funziona a pieno ritmo
anche un centro per cinquanta homeless: mensa, docce, centro di ascolto frequentati – in tempo di crisi – anche da
italiani. «I giovani del Mezzogiorno che
vogliono fare discernimento vocazionale vengono a lavorare in queste opere.
Per capire che i poveri e malati sono le
vere cattedre universitarie: li definisco
schegge di Vangelo», commenta fratel
Carlo. Ma i Camilliani sono anche a Milano, Genova, Bologna, Grottaferrata e
Torino, dove nella Comunità Madian
trovano una casa sia i minori stranieri
sia i migranti malati.
Ma i Camilliani non dimenticano le
frontiere più lontane. Per agire tempestivamente durante le emergenze, 13 anni fa hanno attivato una task force internazionale. Dal 2010, la coordina il filippino padre Aris Miranda: «Rispondere ai bisogni di vittime di disastri non
fa parte del nostro Dna, ma 400 anni fa
il fondatore aveva attivato un’équipe
durante un conflitto armato. Quindi abbiamo riscoperto un aspetto del carisma originario», spiega. Camilliani e volontari locali (per lo più laici) erano
all’Aquila dopo il terremoto del 2009,
poi ad Haiti e in Cile, in Kenya e in Pakistan, in India e nelle Filippine, «per rispondere alle necessità materiali, ma
anche a quelle psicologiche e spirituali». Certi traumi che spazzano via affetti e radici sono lenti a guarire.
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IL NUOVO SUPERIORE GENERALE
«NOI, SAMARITANI
NELLE ESTREME
PERIFERIE
DEL MONDO»
«Vogliamo lenire le sofferenze
delle persone e fronteggiare
le laceranti emergenze sociali»
di Laura Badaracchi
PADRE
LEOCIR PESSINI
È nato il 14 maggio
del 1955 a Santa
Catarina in Brasile.
Ha origini italiane
I
Camilliani voltano pagina, dopo le
vicende dai risvolti penali che hanno caratterizzato il finire del 2013. E
lo fanno a partire da un nuovo superiore generale, un sudamericano,
padre Leocir Pessini, eletto a grande
maggioranza durante il capitolo elettivo straordinario che si è chiuso il 21 giugno scorso.
Di origini italiane (i suoi bisnonni
emigrarono in Brasile da Cremona), il
neoeletto superiore della congregazione è volato oltreoceano per salutare familiari e collaboratori, chiudendo il suo
lavoro di superiore provinciale. Rientrerà definitivamente a Roma per la solenne chiusura del quarto centenario della
morte del fondatore san Camillo de Lellis, assumendo ufficialmente il 14 luglio – quale suo sessantesimo successore – il governo dell’Ordine, presente in
40 Paesi del pianeta.
«Abbiamo una storia di carità e donazione ai malati e ai sofferenti», ricorda padre Pessini, 59 anni compiuti il 14
maggio. «Insieme a tutti coloro che
Non succedeva da secoli
a Bucchianico, in provincia di Chieti,
paese natale di san Camillo de Lellis.
Invece quest’anno, proprio
in occasione del quarto centenario
della sua morte (avvenuta il 14 luglio
1614), vengono ordinati sacerdoti
due giovani religiosi camilliani
compaesani del loro fondatore,
patrono dei malati e degli operatori
sanitari. L'arcivescovo di Chieti-Vasto,
monsignor Bruno Forte, ordina
presbiteri Umberto D'Angelo
e Germano Santone nella chiesa
abbaziale di Sant'Urbano, durante
la celebrazione eucaristica
in programma sabato 12 luglio
alle 10.30. I due preti novelli presiedono
la loro prima Messa il giorno seguente,
nella stessa chiesa e alla stessa ora.
Umberto e Germano fanno parte
dell'Ordine dei ministri degli infermi,
che in Italia conta circa 250 religiosi
e che il 14 luglio chiude solennemente
l’anno giubilare indetto in memoria
della morte di Camillo de Lellis,
il quale – giova ricordare – prima
di diventare il santo degli infermi,
condusse una vita randagia
e dissoluta, tra battaglie (era soldato
di ventura, figlio di un ufficiale
al servizio dell’imperatore Carlo V)
e gioco d’azzardo. Convertitosi, dopo
aver scelto di servire Gesù nei malati,
Camillo si spense nel cuore di Roma,
presso la chiesa della Maddalena
a due passi dal Pantheon, ora Casa
generalizia della congregazione, dove
sono conservate le sue spoglie
e alcune reliquie. Qui il nuovo
superiore generale, padre Leocir
Pessini, presiede la solenne
celebrazione di chiusura del Giubileo
alle 19 del 14 luglio, mentre alle 21
il momento della morte di san Camillo
viene ricordato con una veglia
di preghiera guidata dall’arcivescovo
monsignor Zygmunt Zimowski,
presidente del Pontificio consiglio
per la pastorale della salute.
L.B.
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UN NUOVO PROGETTO IN INDIA
CONTRO AIDS, MISERIA
E PREGIUDIZI
India, Stato del Tamil Nadu, distretto
di Krishnagiri, quartiere Veppinapalli.
Aumentano gli orfani sieropositivi
o affetti da Aids conclamato, che
hanno contratto la malattia dai
genitori, ma che – grazie alle cure –
riescono a rendere stabile e cronica
l’infezione, vivendo un’esistenza
“normale” che consente loro,
ad esempio, di frequentare la scuola.
«Per gli adolescenti abbiamo appena
inaugurato un centro adatto alla loro
età e alle loro esigenze, rivolto alla
formazione professionale», racconta
padre Efisio Locci, fondatore
e presidente di Salute e sviluppo,
un’Ong che opera a fianco
dei Camilliani in tutto il mondo.
«Il nostro obiettivo? Migliorare le
condizioni sanitarie, contribuendo
all'autosufficienza. Malattia e povertà,
infatti, sono il primo nemico da
combattere per condurre una vita
dignitosa. Per questo costruiamo
ospedali, scuole, acquedotti e anche
fattorie per la produzione alimentare»,
puntualizza padre Efisio, che monitora
continuamente i progetti in una
quarantina di Paesi. Il nuovo centro
in India per il momento ospita una
ventina di ragazzi e altrettante ragazze
sieropositivi, «ma arriveremo a
200 presenze complessive nel giro
di due anni», assicura padre Locci.
Oltre all'accoglienza e al trattamento
della malattia, la struttura intende
assicurare cultura e insegnare
un mestiere. «Un aspetto molto
importante nella promozione di quanti
fanno parte di caste “deboli”.
Se studiano hanno la possibilità
di reinserirsi nella società. Sono
previsti corsi di elettronica, meccanica,
fotografia, informatica, comunicazione,
segreteria, allevamento e agricoltura».
Un sogno reso possibile grazie a vari
donatori, compresa la Conferenza
episcopale italiana, che ha stanziato
400 mila euro tratti dai fondi dell’8 per
mille. Info: www.salutesviluppo.org L.B.
RELIGIOSI E LAICI INSIEME
Sopra: task force camilliana
in Kenya, impegnata in un progetto
di tutela della salute. A sinistra:
san Camillo de Lellis, nato
a Bucchianico il 25 maggio 1550,
morto a Roma il 14 luglio 1614.
(I CAMILLIANI IN CIFRE)
1.200
2.500
i Camilliani oggi
attivi nel mondo, di
cui 250 in Italia
i membri laici della
Famiglia camilliana
782
200 circa
le strutture in cui
operano i Camilliani
sparse in 40 Paesi
i giovani che si
stanno formando
per diventare
Camilliani, la
maggior parte dei
quali in Burkina
Faso (157), in
Thailandia (144) e
nelle Filippine (91)
condividono la passione per le persone fragili e malate, anche noi Camilliani siamo stimolati dagli appelli di papa
Francesco. Desideriamo qualificare
sempre di più la nostra azione per venire incontro a chi soffre e per fronteggiare le nuove emergenze sociali, spesso
drammatiche».
Oltre al portoghese, padre Pessini
parla e scrive in inglese, spagnolo e italiano; è autore di decine di pubblicazioni sui temi della bioetica, della pastorale della salute e dell’umanizzazione delle cure. Lo affiancherà il cinquantottenne padre Laurent Zoungrana, originario del Burkina Faso, finora superiore
dello Studentato camilliano di Roma e
designato dal capitolo straordinario come vicario generale.
«Siamo una presenza samaritana
nelle periferie geografiche ed esistenziali tanto care a papa Bergoglio, e vogliamo continuare a sviluppare il nostro carisma nella promozione umana e nella
valorizzazione della vita fino ai suoi ultimi istanti», ribadisce padre Leocir. ●
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