San Camillo de Lellis
Patrono dei malati, degli operatori sanitari
e degli Ospedali
Bucchianico (Chieti)
Il 25 maggio 1550, in questo
paesino in provincia di
Chieti, nacque Camillo,
figlio di Giovanni de Lellis
e Camilla de Compellis.
Casa natale, Bucchianico
Nacque in una stalla,
per devozione a Gesù
e a San Francesco.
Durante la gravidanza
sua madre, soprannominata
santa Elisabetta per la tarda età
con cui si apprestava ad avere
un figlio, sognò una schiera
di bambini con sul petto
una croce rossa.
Cappella attigua alla casa natale,
Bucchianico
Rimasto presto orfano di madre,
Camillo fu introdotto dal padre
nelle compagnie militari
dove trovò commilitoni per misurarsi
nel gioco delle carte.
Di lì a poco, sul collo del piede destro,
gli spuntò una vescichetta che presto
divenne una piaga che nessun
rimedio riuscì a curare.
Dio per lui aveva altri piani.
Ospedale San Giacomo,
Roma
Si recò allora a Roma,
all’ospedale San Giacomo degli Incurabili.
Era il 7 marzo 1571.
Non avendo i soldi per pagare la cura,
si mise a lavorare come inserviente,
sordo però alle richieste dei malati:
il gioco, infatti, aveva sempre la
precedenza!
E così ben presto i padroni dell’ospedale
lo cacciarono via perché
“malato di molto terribile cervello”!
Cappella del San Giacomo
Roma
Senza soldi in tasca, in attesa di nuovi
arruolamenti si recò a Manfredonia,
dove sui gradini della chiesa
di san Domenico, il 30 novembre 1574,
si ridusse a chiedere l’elemosina.
Qui un certo Antonio di Nicastro
gli propose di lavorare come manovale
alla costruzione del convento
dei cappuccini.
Camillo accetta suo malgrado.
Chiesa di san Domenico
Manfredonia
Il 1° febbraio 1575, i frati lo mandarono al
vicino convento di san Giovanni Rotondo
per uno scambio di doni.
Lì, P. Angelo, il Guardiano di quel
convento, lo intrattenne la sera prima della
partenza con discorsi su Dio e sulla vita:
“Dio è tutto, il resto è nulla. Salvar l’anima
che non muore è l’unico impegno
per chi vive una vita breve e sospesa
com’è quella dell’uomo sulla terra”.
Il seme è stato gettato.
Convento frati Cappuccini,
Manfredonia
La mattina seguente, Camillo partecipò
alla S. Messa nella cappellina
dedicata alla Madonna delle Grazie,
attigua all’attuale convento
di San Giovanni Rotondo.
Poi si mise in viaggio verso
Manfredonia.
Cappella Madonna delle Grazie
San Giovanni Rotondo
E il 2 febbraio 1575, in una terra arida
e rocciosa, chiamata Valle dell’Inferno,
chiese perdono a Dio per i suoi peccati
e soprattutto di avere tempo
di vera penitenza:
“Non più mondo! Non più mondo!”
Ara votiva, Valle dell’Inferno,
Manfredonia
Avrebbe voluto diventare Cappuccino,
ma per via della piaga,
che intanto si era estesa al polpaccio
e che si riapriva
a causa della ruvidità del saio,
fu licenziato dai frati.
Doveva curarsi.
Lapide commemorativa,
Convento Manfredonia
Ed eccolo di nuovo al san Giacomo, dove
iniziò a prendersi cura dei malati, trascurati
al punto da restare senza cibo per giorni.
In questo scenario, dove si permette che
molti muoiano e i più si lascino marcire tra
vermi e… altro, Camillo intona il canto
della carità del darsi senza riserve
al Cristo sofferente presente in ogni malato.
Lapide commemorativa
ospedale San Giacomo
Roma
La sua diligenza fu tale che ben presto
divenne Maestro di Casa
(una sorta di supervisore dell’economia e
del personale dell’ospedale).
Così, il 15 agosto 1582, mentre era di
turno in ospedale, decise di organizzare
una “compagnia di uomini pii e dabbene
che non per mercede, ma volontariamente
e per amor di Dio servissero gli infermi
con la stessa carità e amorevolezza che
hanno le madri per il proprio figlio
infermo”.
È l’inizio di una nuova sanità!
Camillo salva i malati dall’inondazione
del Tevere
La proposta trovò vari ostacoli.
Tra l’ostilità dei signori dell’ospedale
che accusarono tale compagnia di volersi
impossessare del comando dell’ospedale,
e il diniego del padre spirituale di Camillo,
san Filippo Neri, che lo considerava
“ignorante e senza lettere”
per “governare gente congregata assieme”,
Camillo fu tentato di lasciar perdere
fino a quando un giorno…
Crocifisso che parlò a san Camillo,
Chiesa della Maddalena
Roma
…mentre si trovava in preghiera,
il Crocifisso staccò le braccia
e gli disse:
“Di che ti affliggi o pusillanime?
Seguita l’impresa che io ti aiuterò,
essendo questa opera mia
e non tua”.
Statua di san Camillo,
Bucchianico
Divenuto sacerdote, il 26 maggio 1584,
con l’animo sereno di fare la volontà
del Padre, Camillo, dopo varie
vicissitudini, chiese al Papa Sisto V
il permesso di “portare sull’abito
una croce di color leonato perché più
somigliante al legno della croce
di Cristo”.
Era il 29 giugno 1586.
Stemma dell’Ordine dei Ministri degli Infermi,
Camilliani
E quella compagnia di uomini pii
divenne col tempo
l’Ordine dei Ministri degli Infermi.
L’Ordine, formato da Padri e Fratelli,
ha per scopo il servizio completo
del malato nella globalità del suo essere.
In particolari circostanze di luogo e di
tempo, e in risposta alle necessità più
urgenti della Chiesa e del prossimo,
è aperto ad altre opere, specialmente in
favore dei bisognosi.
Chiesa S. Maria Maddalena
Roma
Camillo morì a Roma il 14 luglio 1614
nella attuale casa Generalizia,
Casa della Maddalena.
I suoi resti mortali si trovano nell’attigua
ed omonima chiesa, vicino al Pantheon.
Urna di Camillo de Lellis
Chiesa della Maddalena
Roma
Oggi i Religiosi Camilliani sono presenti in
tutto il mondo al servizio dei malati e dei più
poveri.
La grande famiglia camilliana comprende
uomini e donne, consacrati e laici, che
vogliono testimoniare l’amore
misericordioso di Dio verso tutti gli infermi.
Per saperne di più visita i siti:
www.camilliani.org
www.sancamillo.org
o chiama la Casa Generalizia al numero:
06-899281
Statua “taumaturga”di san Camillo,
Bucchianico
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San Camillo De Lellis: sulle ali della carità