Albino 16 aprile 2012
PROGETTO
“ADOLESCENTI, ORIENTAMENTO
E DISPERSIONE SCOLASTICA”
Lo stato dell’arte
e le prospettive di sviluppo
A.Varani
Il coordinamento dei referenti per l’orientamento
Esperienza rara, forse inedita, da valorizzare e potenziare:
 attiva una struttura di rete tra le scuole
(che si potrebbe sviluppare anche su altri fronti)
 costruisce cultura orientativa comune e condivisa
 evidenzia l’importanza dell’orientamento
 migliora il servizio sul territorio
Caratteristiche del gruppo:
 autonomia
 produttività (capacità di darsi obiettivi realistici e di conseguirli)
 forte ricambio interno
 conferma della tenuta della struttura
 rischio di disomogeneità interna (necessità di formazione?)
Rendere più visibile la sua presenza
Il Protocollo orientativo
Procede per raffinamenti successivi, pur mantenendo la sua fisionomia
di partenza.
Le migliorie apportate:
• più completo (disabili, DSA, stranieri)
• supera la logica dell’esposizione di singole esperienze in favore di
una modellizzazione più generale (ri-orientamento, giusto togliere
ex punto 8)
• più legato al territorio e alle sue risorse
• aggiornato rispetto alle modifiche istituzionali
• giustamente il lavoro di quest’anno non si è concentrato sulla
revisione della Scheda di accompagnamento (rischio di visione
burocratico/formale dell’orientamento)
• valorizzazione della dimensione didattica
Punti di attenzione:
• Accoglienza (i test di ingresso disciplinari sono coerenti?)
• Sposterei le indicazioni didattiche del punto 2 in allegato
Ricerca sull’area bresciana
Maddalena Colombo (Un. Cattolica)
Dispersione scolastica e politiche per il successo formativo
Erickson 2010
Oggi per dispersione scolastica non si intende solo l'abbandono
scolastico fisico della scuola.
Solomon parla di "in-school drop-out" per definire quella tipologia di
ragazzi che rimane fisicamente a scuola, ma che mostra
disimpegno, disinteresse e disinvestimento emotivo verso
l’apprendimento, verso la scuola e il conseguimento di un titolo
scolastico.
Quindi consideriamo dispersione scolastica tutti i fenomeni che non
sono successo scolastico: abbandoni, ripetenze, interruzione o
intermittenza della frequenza, ritardo nel corso degli studi, qualità
scadente degli esiti, basso rendimento rispetto alle reali capacità
del soggetto, marginalità e tendenza ad isolarsi, demotivazione
verso lo studio…)
Le cause del fenomeno
Superare la polarizzazione: cause sociali vs cause individuali.
Il disagio scolastico è un fenomeno complesso che vede si nella scuola
il luogo di insorgenza e di manifestazione, ma dipende da una serie di
variabili personali e sociali.
 Cause remote:
le condizioni famigliari economiche e sociali svantaggiate
 Cause dirette:
 vissuti negativi dei giovani nel contesto formativo
 disfunzioni interne alla scuola
 Cause nascoste:
connesse al “sogno lavoristico” dei giovani di poter ambire a stili di
consumo più ampi e veloci
Cause dirette: il deficit di orientamento scolastico
L’azione orientativa rientra a pieno titolo tra i mandati scolastici.
La scuola come luogo in cui si formano e si sviluppano le condizioni
negative che conducono all’abbandono.
Difficoltà di molti insegnanti a cogliere il valore orientativo delle
discipline, assunte come conoscenze da possedere in quanto tali.
In particolare nella secondaria di I grado: famiglie e insegnanti
riproducono stereotipi sugli indirizzi di studio: alti/bassi, difficili/facili.
Ciò determina lo scarto tra aspettative e capacità reali del soggetto
► crollo della motivazione = abbandono / dilatazione dei tempi.
A ciò si aggiunge una difficoltà di ri-orientamento per:
• una certa rigidità degli adolescenti a pensare il cambiamento;
• fragilità di fronte agli insuccessi;
• una più generale incapacità di immaginarsi il futuro.
Ricerca Regione Umbria
Utilizzo del consiglio orientativo
ADESIONE AL CONSIGLIO (77% )
Allievi consapevoli
Hanno una buona capacità critica circa la scelta da intraprendere.
La loro decisione è matura e centrata sul proprio sé.
L’accettazione del consiglio orientativo esprime grande
consapevolezza del proprio profitto e delle inclinazioni,
Seguire la scuola indicata vuol dire pianificare il percorso formativo.
Allievi deleganti
Non hanno alcuna consapevolezza del proprio talento e delle
inclinazioni. Delegano le loro scelte future agli adulti.
Accettare il consiglio diventa funzionale perché rappresenta una
continuità del proprio sé percepito non dall’idea che ha l’allievo di sé
stesso ma da quella che hanno gli adulti, in particolare i professori.
(Falsa idea di sé).
RIFIUTO DEL CONSIGLIO 23%
ALLIEVO PIANIFICATO
Il rifiuto non dipende dalle inclinazioni del ragazzo ma dal bisogni di piegarsi a
ragioni di pianificazione familiare, il tipo di scuola indicata non rientra in questo
piano di sviluppo familiare.
La collocazione del ragazzo, nel piano di sviluppo familiare, è stata decisa senza
tener conto del profitto e delle sue inclinazioni.
ALLIEVO AFFILIATO
Si colloca in una struttura familiare che non ha nessun piano di sviluppo preciso
ma che presenta abitudini e direttive rigide, che non devono essere turbate.
Così, qualsiasi scuola indicata che può portare problemi di qualsiasi tipo, viene
rifiutata. Il ragazzo rifiuta il consiglio perché vuole rimanere ancorato all’idea di
appartenenza alla famiglia, importante per lui perché appare sostitutiva di un
rapporto di fiducia con la scuola non mantenuto, o mai nato.
ALLIEVO REATTIVO
Rifiuta il consiglio perché è venuto meno in rapporto di fiducia con la scuola, non
ha alcun rapporto significativo con la famiglia e la sua identificazione è rivolta al
mondo dei pari. Qualsiasi scuola indicata sarebbe stata rifiutata. L’unica scuola
presa in esame potrebbe essere quella intrapresa dell’amico. In questo caso
manca assoluta consapevolezza di talento o profitto o qualsiasi desiderio
riguardante la sua vita.
Dalla ricerca emergono nuove e conseguenti linee di analisi:
 Rapporto di fiducia con la scuola
 Senso di appartenenza al mondo scolastico, familiare, gruppale
 Conoscenza del sé
 Conflitto con il mondo degli adulti.
 Atteggiamento dei docenti
Coord. provinciale progetti orientamento Venezia
Ricerca su 3.799 allievi che hanno concluso positivamente il primo
grado incrociati con gli esiti ottenuti al termine del primo anno del
secondo grado 2008/2009
Prima criticità metodologica
il fatto che un alunno, iscritto ad una scuola diversa rispetto a
quella indicata, possa comunque essere promosso nel primo anno
di scuola superiore.
Ipotesi: il suo talento si poteva esprimere al meglio in un indirizzo di
studi diverso rispetto a quello per lui previsto.
Il valore percentuale andrà confrontato con la % di promozioni
registrata nel medesimo anno per comprendere al meglio come
hanno affrontato gli “incoerenti” la scuola superiore.
Seconda criticità metodologica
Il fatto che un alunno orientato verso una determinata scelta, nell’ambito
del successivo anno scolastico di scuola superiore, possa non esser
promosso.
Ipotesi:
l’insuccesso può dipendere da diversi fattori non tutti registrabili.
La causa può essere ricondotta alla scelta di una scuola non adatta,
ma non è da escludersi che possa dipendere da una insufficiente
applicazione indipendente dal percorso di studi scelto.
Considerando le due criticità
La barra verde (azione degli orientatori) esprime il peso dell’azione
orientativa (rispetto al 100% ipotizzato come esito di un’azione
orientativa che ha visto non promossi tutti i “non coerenti” e promossi
tutti i “coerenti”).
Ipotesi di lavoro 2012-13
Ricerca sull’efficacia del consiglio orientativo
Due aspetti:
1. Scostamento tra consiglio orientativo – scelta effettuata
2. Risultati scolastici al termine del 1° anno
• dei “coerenti”
• degli “incoerenti”
• confronto tra i diversi tipi di scuola
I dati raccolti e rielaborati possono diventare un importante
elemento di riflessione e di azione successiva della rete della
scuole.
Seminario
Ipotesi di interventi:
1. Presentazione del gruppo di coordinamento e del Protocollo
2. Interventi specifici su alcuni punti qualificanti del protocollo con
le sue variazioni
3. Pit Stop
4. Gisella Persico
5. Lancio della ricerca sull’efficacia del consiglio orientativo
6. Intervento Varani
7. Conclusioni di Walter Fornasa
(psicopedagogia dell’orientamento, Un. degli Studi di Bergamo)
8. Ivo Lizzola
9. MariaAssunra Zanetti Unipv
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