Capitolo 3 Entropia, la condivisione dell’energia 1. Processi spontanei e sistemi isolati Esistono altri modi per esprimere il secondo principio della termodinamica? La formulazione di Clausius del secondo principio sancisce l’impossibilità del fatto che il passaggio di calore da bassa ad alta temperatura sia l’unico risultato di una trasformazione termodinamica. Per ottenere questo spostamento “innaturale” occorre compiere del lavoro dall’ambiente esterno sul sistema, e quindi l’esterno ne risulta modificato in maniera indelebile. Il permanere di tracce che non si possono cancellare nemmeno ripercorrendo il cammino a ritroso, sono quindi un effetto che si affianca sempre al trasferimento di calore da bassa ad alta temperatura. Ma la necessità di un intervento esterno implica che il sistema, da solo, spontaneamente, non seguirebbe mai questa trasformazione. Possiamo dunque riformulare il secondo principio dicendo che il trasferimento di calore da bassa ad alta temperatura non è un processo spontaneo. Cosa si intende per processo spontaneo? Un processo si dice spontaneo quando un sistema lo compie senza alcun apporto dall’esterno, né di lavoro, né di calore né di materia. Nel caso in cui, anche in assenza di qualunque stimolo da parte dell’ambiente, il sistema compia una trasformazione, questa si dirà una trasformazione spontanea. Chiaramente se un processo è spontaneo, non può esserlo, nelle stesse condizioni il processo inverso. E’ poi immediato osservare che se il sistema si trova già in una condizione di equilibrio, per definizione non vi sono tendenze interne che fanno mutare le sue variabili di stato e quindi non compirà mai una trasformazione spontanea. Pertanto abbiamo la definizione seguente: Trasformazione spontanea: qualunque processo compiuto da un sistema isolato che si porti da uno stato di non equilibrio verso uno stato di equilibrio. 55 Con quali sorgenti di calore può interagire un sistema isolato? Q B A Un sistema, se è realmente isolato, dovrà contenere tutte le sue sorgenti di calore, perché nulla può essere scambiato con l’esterno. I soli flussi permessi sono quelli del calore che scorre dalle sorgenti interne, e del calore che scorre verso le sorgenti interne, e tutti i fenomeni termodinamici sono racchiusi nel sistema. Un semplice trucco permette di costruire un sistema isolato partendo da qualunque sistema termodinamico B . E’ sufficiente, infatti, inglobare nel sistema anche la porzione di ambiente A che lo circonda, e con la quale avvengono gli scambi energetici, così che tutte le sorgenti divengano interne. In qualunque trasformazione che riguarda l’intero sistema, dovremo però considerare ora sia il calore scambiato dal sistema vero e proprio, sia quello scambiato dalle sue sorgenti. Quali esempi di trasformazioni spontanee si possono fare ? Una trasformazione spontanea la si osserva ponendo acqua calda e fredda in un thermos e chiudendo il tappo (cioè isolando il sistema: esso non scambia né calore né lavoro né materia con l’ambiente). In breve tempo, da questa condizione di non equilibrio, senza che ci sia bisogno di fare nulla, nel thermos viene raggiunto uno stato di equilibrio in cui l’acqua si trova ad una temperatura intermedia. Altri esempi di processi spontanei possono essere quello di una pallina che scende lungo una discesa, di un gas che si espande fino a riempire omogeneamente lo spazio racchiuso da un contenitore, del ferro che arrugginisce, dell’acqua che congela se la temperatura è inferiore allo zero, delle persone che invecchiano... La Controfisica Cosa hanno in comune tutti i processi spontanei ? Si osserva che alcune sostanze rilasciano spontaneamente calore verso l’ambiente, diminuendo la propria energia interna (accade in molte reazioni chimiche, o ad esempio durante fusione del ghiaccio se chiuso in un contenitore a t>0°C ). Altre invece sottraggono spontaneamente calore all’ambiente, con incremento della loro energia interna (il congelamento dell’acqua in un contenitore a t<0°C, alcune reazioni chimiche). Vi sono anche processi spontanei senza cessione di calore all’ambiente, come quelli che si osservano in meccanica. Alcuni di questi eventi sono molto rapidi, altri sono lenti: la spontaneità riguarda solo l’accadere di un processo ma non la sua velocità. Le caratteristiche con cui avvengono i processi spontanei , siano essi termodinamici o di meccanica , sono molto varie (vedi riquadro a lato). Possiamo riassumere le osservazioni dicendo che la spontaneità di un processo non dipende dalla via percorsa ma solamente da qualche proprietà degli stati di partenza e di arrivo del sistema. In termodinamica si osserva che la spontaneità di un processo è guidata dal verso naturale del rilascio del calore: quello che va da temperature maggiori verso temperature minori. Più in generale, tutti i processi spontanei , anche quelli non guidati dal rilascio di calore nella direzione naturale, hanno un aspetto in comune: l’energia complessiva, (sempre costante a norma del primo principio), al termine della trasformazione risulta distribuita più uniformemente fra le varie parti del sistema. Ad esempio due corpi identici a temperatura differente che raggiungono l’equilibrio termico, si sono ripartiti in modo uguale il contenuto energetico dovuto all’agitazione termica. Lo stesso principio guida la caduta di una pallina lungo un piano inclinato, (che alla fine avrà ceduto la sua energia potenziale riscaldando per attrito sé stessa e l’ambiente), o anche la fusione del ghiaccio. Aumento spontaneo della condivisione dell’energia Un sistema guidato da una trasformazione spontanea tende a raggiungere uno stato in cui la sua energia interna è condivisa in modo più uniforme fra le parti del sistema stesso. In termodinamica questo è realizzato dal rilascio di calore nella direzione naturale caldo-freddo. E’ il primo principio della termodinamica a prescrivere questo tipo di comportamenti? No: nella formulazione del primo principio della termodinamica, (che esprime la conservazione dell’energia) non vi è nessuna prescrizione che in un contatto fra due corpi vieti a quello caldo di diventare un poco più caldo ed a quello freddo di diventare ancora più freddo. E’ sufficiente invece che, durante il processo, l’energia totale si conservi, cioè basta che il calore che esce da uno dei due oggetti entri in ugual misura nell’altro e le norme del primo principio risultano soddisfatte. 56 La spiegazione va cercata allora nel secondo principio ? Si, il secondo principio dà indicazioni qualitative proprio su questi comportamenti, stabilendo la direzione naturale dello scambio di calore. Ad una maggiore condivisione dell’energia sappiamo infatti che consegue una diminuzione della capacità di usare quell’energia per compiere lavoro sulla scala degli oggetti, a causa del livellamento delle temperature. Ci proponiamo ora di riformulare il secondo principio per ricavarne uno strumento quantitativo, che permetta di sapere in anticipo quali sono le direzioni possibili per l’evoluzione spontanea di un sistema, e quali invece non sono ammesse. Allo scopo di approfondire cosa guida le trasformazioni spontanee ci concentreremo su di un sistema che per sua natura può effettuare solo processi spontanei, cioè un sistema isolato. Perché un sistema isolato può compiere solo trasformazioni spontanee? La risposta risiede nella definizione di sistema isolato, il quale non scambia né materia né energia con l’ambiente. Per il fatto stesso che niente interviene dall’esterno, tutto ciò che il sistema fa lo può fare solo spontaneamente, guidato unicamente da tendenze interne che lo portano da stati di non equilibrio a stati di equilibrio. 70°C 30°C Vi sono quindi degli stati termodinamici che un sistema isolato non raggiunge mai ? Certamente già siamo a conoscenza del fatto che ad un sistema che non riceve né energia né materia dall’esterno sono accessibili solo quegli stati la cui energia è uguale a quella posseduta inizialmente. Il primo principio della termodinamica ci assicura che non si osserverà mai un sistema isolato raggiungere una configurazione in cui la sua energia complessiva è variata. Tuttavia esistono anche degli stati che, pur avendo energia uguale a quella iniziale, non sono mai raggiunti. Si consideri il semplice esempio di un recipiente isolato dall’esterno, ove si sia fatto il vuoto e siano posti due blocchi di uguale massa a temperature differenti, rispettivamente di 70°C e 30°C . L’esperienza mostra che, sebbene il contenuto energetico interno sia identico nei tre casi proposti, dopo un certo intervallo di tempo i blocchi si portano nella situazione di equilibrio A, mentre la situazione B non viene mai raggiunta. Lo stato termodinamico accessibile A, differisce da quello precluso B solo per una distribuzione più omogenea della stessa energia fra le varie parti del sistema. E se il sistema non è isolato ci sono ancora degli stati che non è possibile raggiungere? Potendo intervenire dall’esterno ogni trasformazione diventa possibile. Un sistema aperto non è soggetto nemmeno all’obbligo di mantenere costante la propria energia, giacché per definizione può ricevere apporto energetico dall’ambiente. Analogamente non esiste nemmeno il vincolo di una direzione per il rilascio di calore: nell’esempio precedente, intervenendo da fuori con un adeguato apporto di lavoro, possiamo senz’altro raffreddare il blocco a sinistra e riscaldare quello a destra portandoci nella situazione B che prima era vietata. 2. Entropia Occorre una nuova grandezza fisica per individuare quali stati sono permessi? Abbiamo certamente necessità di una grandezza che esprima quantitativamente in che misura le trasformazioni effettuate da un sistema termodinamico siano state guidate dal rilascio spontaneo di calore da alta verso bassa temperatura ed abbiano condotto ad una maggior condivisione di energia fra le parti del sistema. Essa dovrà tenere conto dello stato iniziale del sistema, di quello finale, e di quali scambi di calore possano condurre dal primo al secondo. Ciascuno scambio andrà pesato, cioè mes57 A 50°C 50°C B 80°C 20°C so in relazione sia con la temperatura alla quale viene ceduto calore da una parte del sistema, sia con quella alla quale viene acquistato da un’altra parte. In questo modo si potrà avere un’idea di quanto spontanea sia stata la trasformazione in esame, cioè di quanto essa sia stata la conseguenza di un flusso di calore nella direzione naturale. Poiché poi, lo scorrere spontaneo del calore comporta modifiche indelebili nell’ambiente, questa grandezza che stiamo cercando permetterà anche di quantificare il carattere di irreversibilità di ogni trasformazione. Con questa grandezza potremo prevedere gli stati permessi ad un sistema isolato? Lo scopo che ci prefiggiamo è proprio quello di legare la seconda legge della termodinamica, che sancisce la direzione del rilascio spontaneo di calore, agli stati termodinamici che un sistema isolato può raggiungere. Se, infatti, stiamo cercando di quantificare in che misura il raggiungimento di un nuovo stato termodinamico viene guidato dal rilascio spontaneo di calore, nel caso di un sistema è isolato possiamo facilmente conoscere il futuro perché la sua evoluzione può essere guidata solo dal flusso spontaneo di calore. Si potrà quindi stabilire matematicamente verso quali stati gli è permesso evolvere e quali invece sono inaccessibili, e conoscere in anticipo la direzione naturale del cambiamento. Quali caratteristiche matematiche deve avere la nuova grandezza? Poiché dovrà indicare quali sono gli stati che un sistema isolato non può mai raggiungere, la nuova grandezza non potrà dipendere dalle caratteristiche delle trasformazioni. Se, infatti, quegli stati sono preclusi, non importa la via che il sistema tenterà di seguire: l’accesso ad essi deve essere comunque impedito. Essa dovrà godere quindi delle stesse proprietà di cui godono ad esempio, in meccanica, la quota sopra al livello del mare, oppure in termodinamica la temperatura o l’energia interna. Possiamo raggiungere un’altezza di 100 m seguendo infiniti tragitti differenti, ma questo non influisce sul valore finale della funzione di stato denominata “quota”. Analogamente, se accade che un sistema passi da uno stato A ad uno stato B aumentando - diciamo di 30C - la sua temperatura, sia che il processo venga realizzato con un’adiabatica e poi un’isocòra, oppure con un’isocòra seguita da un’isòbara, così come in infiniti altri modi ancora, la differenza di temperatura T fra lo stato iniziale e quello di arrivo sarà sempre 30C . Questa proprietà si esprime dicendo che la temperatura, come l’energia interna o la pressione, sono funzioni di stato. Al contrario calore e lavoro scambiati, non essendo funzioni di stato, dipendono sensibilmente dal percorso di trasformazione ed infatti li usiamo per caratterizzare proprio le trasformazioni. Cerchiamo quindi una grandezza che sia una funzione di stato. Di quali indicazioni disponiamo per costruire questa nuova grandezza? In un passaggio naturale di calore fra due corpi, risulta utile l’informazione espressa dal rapporto calore /temperatura , cioè il numero di joule in ingresso (od uscita) per kelvin . passaggio spontaneo : T1 Q Q1 Q2 + 0 T1 T2 allora la quantità Q1 /T1 relativa al calore che lascia il corpo a temperatura alta sarà nega- T2 tiva, ed in valore assoluto minore della quantità positiva Q2 /T2 relativa al calore che entra nel corpo a temperatura bassa. Ponendo per semplicità che il calore scambiato sia piccolo e non alteri le temperature, la somma dei rapporti Q1 /T1 Q2 /T2 in uno scambio spontaneo fra due corpi è allora sempre positiva perché il calore uscente ha il denominatore più grande, e tanto maggiore quanto più alta è la differenza fra le temperature, e quanto più elevato è il calore scambiato. In un certo senso il numero Q1 /T1 Q2 /T2 cresce quanto più sono marcate le caratteristiche che rendono spontaneo il processo . Possiamo allora pensare di misurare il grado di spontaneità delle trasformazioni costruendo una funzione di stato a partire proprio dalla somma dei rapporti fra calori e temperature di ingresso od uscita. Il teorema di Clausius assicura che in un ciclo reversibile è nulla la somma dei rapporti fra i calori scambiati Qi e le temperature delle sorgenti di scambio Ti : 58 Q 1 Q2 Q3 ... 0 T3 T1 T2 ciclo revers P B Questa proprietà si può esprimere in modo differente, individuando all’interno di un ciclo reversibile due stati qualunque A e B . Immaginiamo di dividere il percorso chiuso in un tratto da A verso B, che chiameremo I, ed un altro da B verso A, che chiameremo II. Risulta: I II Q Q Q Q Q Q Q 1 Q2 ... 1 2 ... 0 1 2 ... 1 2 ... T1 T2 I T1 T2 II T1 T2 I T1 T2 II A V Osserviamo il secondo membro dell’ultima uguaglianza: poiché la temperatura in kelvin è sempre positiva, il segno negativo davanti cambia il verso dei calori scambiati, cioè quelli acquisiti diventano ceduti, e quelli ceduti, acquisiti. Ma essendo la trasformazione II reversibile, cambiare di segno ai calori equivale a percorrerla al contrario, cioè da A verso B come per la I. Quindi risulta: Q Q Q 1 Q2 ... 1 2 ... T1 T2 AB I T1 T2 AB II ciclo reversibile diviso in due percorsi P IV B I Come si interpreta questo risultato? Abbiamo dimostrato che la somma dei rapporti fra calori e temperature di scambio, in una trasformazione reversibile che porti da uno stato A ad uno stato B, assume sempre lo stesso valore indipendentemente dal percorso seguito nel piano. Da questa proprietà si può trarre spunto per una candidata ad essere la nuova grandezza: la somma algebrica (cioè con segno positivo o negativo a seconda del verso) del rapporto fra i calori scambiati e le temperature di scambio lungo le trasformazioni reversibili. III II A V Qual è il significato di questa proprietà? Essa consente di introdurre una nuova funzione di stato per i sistemi termodinamici. Scegliamo dunque una conveniente condizione di equilibrio termodinamico O che svolga la funzione di stato di riferimento per il sistema, (proprio come si fa con il livello del mare per la misura delle quote). Indichiamo con A un qualunque altro stato di equilibrio: Entropia Si chiama entropia di un sistema che si trova nello stato di equilibrio termodinamico A la quantità: Q Q S A 1 2 ... T1 T2 OA composta dalla somma dei rapporti fra i calori scambiati e le temperature delle sorgenti di scambio, calcolata lungo una trasformazione reversibile qualsiasi, che porti il sistema da uno stato O , scelto come stato termodinamico di riferimento, allo stato A Poiché lo stato O è fissato, la somma che definisce l’entropia dipende unicamente dalla condizione di arrivo ed è quindi una funzione soltanto di A , come abbiamo voluto indicare chiamandola S A . Ad ogni stato del sistema è quindi associabile questa nuova grandezza fisica, alla quale Clausius diede il nome di entropia, che in greco 59 La quantità : (Q1 /T1 Q2 /T2 ...)AB assume sempre lo stesso valore indipendentemente dal fatto che si segua il percorso I , II , III , IV significa rivolgimento interno. Le unità di misura dell’entropia si ricavano immediatamente dalla sua definizione: [S ] J /K . B 500 m Come varia l’entropia quando il sistema cambia il suo stato da A in B ? Cerchiamo di capire come varia la nuova funzione di stato quando il sistema si sposta da A in una nuova posizione di equilibrio termodinamico B . Immaginiamo di muoverci da A B , seguendo una via complicata, cioè passando prima per la condizione di riferimento O , secondo un percorso A O B , che sia in ogni fase sempre reversibile. E’ un po’ come se per salire da un paese che sta a quota 1000 m ad uno che si trova a quota 1500 m , invece di prendere la strada diretta più breve, scendessimo prima a valle e poi risalissimo su per un’altra fiancata del monte. Se non si conta la differenza in termini di fatica, il risultato, dal punto di vista del cambiamento di quota, sarà sempre quello di aver superato un dislivello di 500 m . Nella prima trasformazione, quando ci muoviamo da A O , cambia semplicemente il segno dei calori rispetto al muoversi da O A e quindi avremo : A O Q Q 1 1 ... SA ... T1 AO T1 OA P B S Q 1 ... S B T1 OB SB S A A Nella seconda fase, da O B abbiamo invece, per definizione: La somma complessiva dei rapporti fra i calori e temperature per andare da A B sarà la semplice addizione dei valori trovati per i due percorsi in cui abbiamo suddiviso la trasformazione AB , cioè di SA (relativa ad AO ), con S B (relativa ad OB ): O V Q 1 Q2 ... SB S A T 1 T2 AB Possiamo quindi calcolare la somma dei rapporti fra i calori scambiati reversibilmente e le temperature di scambio T anche senza conoscere il percorso, ma solo facendo la differenza dei valori di entropia all’inizio ed alla fine del percorso. Quindi si può calcolare la variazione di entropia da A in B lungo qualunque percorso? E’ proprio così: in base alla definizione data, la variazione di entropia P S AB S B SA di un sistema che si porti da uno stato di equilibrio A ad uno staB A V to di equilibrio B , può essere calcolata lungo qualunque trasformazione che conduca da A B il sistema, purché sia reversibile, (altrimenti non avremmo potuto applicare il teorema di Clausius). Q Q S AB SB SA 1 2 ... T1 T2 revers E come si può invece calcolare il valore di S associato ad uno stato? La nostra definizione ci permette solo di legare ad ogni trasformazione una variazione di entropia S ma non consente di conoscere il valore di entropia S posseduto dal corpo. Per valutare S dovremmo decidere, proprio come si fa per la quota sul livello del mare, lo stato O di riferimento (il livello del mare appunto) e ad esso riportare tutte le variazioni di entropia. Ma non è un problema troppo importante, giacché ci siamo 60 proposti di costruire una grandezza che descriva in quale misura il passaggio da uno stato ad un altro è stato guidato dal rilascio spontaneo di calore, quindi ciò che ha significato fisico in questo contesto non è il valore dell’entropia, ma solo la sua variazione. Ma se la trasformazione è irreversibile come si calcola S ? Se si desidera calcolare S dovuto ad una trasformazione irreversibile: ad esempio la variazione di entropia prodotta bruciando un pezzo di carta, dovremo trovare una trasformazione reversibile, immaginaria, che conduca carta ed ambiente nella stessa situazione finale della combustione irreversibile. E cosa si ha calcolando la stessa somma lungo la trasformazione reale irreversibile? Potremmo senz’altro fare la somma dei rapporti fra i calori scambiati e le temperature delle sorgenti di scambio lungo la vera trasformazione, quella irreversibile. Infatti, le temperature delle sorgenti, al contrario di quelle del sistema, sono sempre definite pure se la trasformazione è irreversibile. Tuttavia il risultato che otterremmo sarebbe una quantità differente dalla variazione di entropia, quantità che viene detta somma integrale di Clausius: Q La Controfisica Q I 1 2 ... S Ricordiamo che le temperature nella T1 T2 reale somma di Clausius sono quelle delle e che non gode della proprietà di essere una funzione di stato come l’entropia, ma ha le sue stesse unità di misura J /K . Perché la somma di Clausius non dà lo stesso risultato della variazione di entropia? Benché coincidano gli stati d’equilibrio iniziale e finale, A e B , nella somma di Clausius tutti gli addendi sono differenti rispetto a quelli che figurano in S . Infatti per calcolare la variazione di entropia si immagina una trasformazione reversibile, le cui sorgenti di scambio ed i cui calori scambiati sono fittizi e non hanno nulla che vedere con quelli reali. Il solo vincolo che la trasformazione ideata per il calcolo di S deve rispettare, è che alla fine conduca il sistema dallo stato iniziale A verso lo stesso stato finale B come accade nella realtà. sorgenti con cui scambia calore, e non quelle del sistema. Infatti, essendo la trasformazione reale irreversibile, in generale non è nemmeno possibile associare un unico valore di temperatura a tutto il sistema. Anche nel caso della somma che definisce l’entropia le temperature sono quelle delle sorgenti, tuttavia essendo in quel caso le trasformazioni reversibili, le temperature delle sorgenti coincidono con le temperature del sistema. Che relazione sussiste fra la variazione di entropia e la somma di Clausius? Per rispondere, consideriamo una trasformazione irreversibile da A B e notiamo che, ritornando da B A attraverso una trasformazione reversibile, ed unendo le due trasformazioni possiamo costruire un ciclo. Il ciclo ha la parte A B irreversibile e quindi risulta irreversibile nel suo complesso: ad esso possiamo applicare la disuguaglianza di Clausius: (Q1 /T1 ...) 0 . Separando nella disuguaglianza di Clau- P I AB sius i calori scambiati nel percorso irreversibile A B da quello scambiati nel percorso reversibile B A , quando si va irreversibilmente da A in B otteniamo la somma di Clausius I AB e quando si ritorna reversibilmente da B in A la variazione B di entropia: SBA Q1 /T1 ...ciclo Q1 /T1 ...irr Q1 /T1 ...rev I AB SBA 0 Abbiamo visto che, essendo l’entropia una funzione di stato, si ha SBA SAB , quindi: Q 1 S AB 0 ... T1 ABirr 61 Q S AB 1 ... T1 ABirr A V Se pertanto un sistema passa da uno stato di equilibrio A ad un nuovo equilibrio B , la sua variazione di entropia è sempre maggiore od al più uguale alla somma di Clausius calcolata sulla trasformazione reale. Come calcolare S di un solido od un liquido che siano riscaldati o raffreddati? m fornello a T regolabile Il più semplice calcolo di S possiamo effettuarlo per un corpo di massa m che aumenti la propria temperatura passando da TA a TB . Nella realtà il processo sarà irreversibile, (pensiamo ad una padella posta sulla fiamma), ma per il calcolo della variazione di entropia dobbiamo ingegnarci ad immaginare una serie di trasformazioni reversibili che portino l’oggetto dalla temperatura iniziale a quella finale. Poiché una trasformazione reversibile prevede una successione di stati di equilibrio e scambi di calore senza differenze di temperatura fra corpo e sorgenti, possiamo servirci di un fornello a temperatura regolabile con una manopola. Scalderemo il corpo da TA a TB fornendogli calore a temperature che crescono gradualmente, ma che sono solo di pochissimo superiore alla sua, in modo da considerare reversibile ogni passaggio di calore. Inizialmente il fornello sarà a temperatura di pochissimo superiore a TA : indichiamo con T tale differenza. La sorgente scambierà reversibilmente col corpo un “micro-calore” q1 portandolo a T1 TA T . Girando la manopola del fornello ripetiamo il processo, mettendo il corpo a contatto con una successione di sorgenti sempre a temperature di poco superiori alla sua. Alla fine avremo fatto raggiungere TB al nostro oggetto solo attraverso una serie di scambi reversibili di calo- y T1 base altezza T 1 T re. Calcoliamo dunque la variazione di entropia del corpo S AB addizionando i rapporti fra i “micro-calori” scambiati e le temperature delle varie sorgenti lungo questa immaginaria trasformazione irreversibile: q q q S AB 1 2 3 ... T1 T2 T3 rev 1 T area ln TA T TB TA TB La Controfisica In un piano cartesiano dove in ascissa abbiamo una grandezza, ad esempio la temperatura T ed in ordinata il suo reciproco 1/T, addizionare le variazioni relative di tale grandezza, cioè ∆T/T significa sommare le aree di tanti rettangoli di base ∆T ed altezza 1/T che hanno il vertice in alto poggiato sull’arco di iperbole equilatera y=1/T. La somma dei rettangoli produce l’area fra l’arco di iperbole e l’asse delle ascisse e le due rette verticali in corrispondenza del valore iniziale TA e di quello finale TB. Tale area viene chiamata in matematica logaritmo naturale: il suo valore è memorizzato nelle calcolatrici tascabili e si ottiene premendo il tasto ln . Più precisamente, se TA e TB sono i valori sull’asse delle ascisse in corrispondenza delle rette verticali che delimitano l’area, questa è pari al logaritmo naturale del loro rapporto: area =ln(TB/TA) Sappiamo dalla termologia che, indicando con c il calore specifico del materiale, ogni scambio di micro-calore qi è legato al salto di temperatura Ti dalla relazione qi mcTi . Inserendo otteniamo: SAB cm T1 T1 cm T2 T2 T T2 ... cm 1 ... T1 T2 L’ultimo termine fra parentesi è la somma degli incrementi relativi di temperatura T /T . Un incremento relativo è la variazione di temperatura per unità di temperatura, cioè quanti kelvin di variazione possono essere associati ad ogni kelvin già presente. Abbiamo già incontrato questa quantità quando ci siamo occupati del lavoro di una isoterma reversibile (in quel caso dovevamo addizionare gli incrementi relativi dei volumi): sappiamo che la somma degli incrementi relativi di una grandezza che passa da un valore iniziale TA ad uno finale TB è pari al logaritmo naturale del loro rapporto: ln(TB /TA ) . Sostituendo, abbiamo la formula che permette il calcolo della variazione di entropia di un oggetto che cambia temperatura: S AB cm ln 62 TB TA Sappiamo dalla matematica che il logaritmo naturale risulta negativo per un numero minore di 1 , positivo se il numero è maggiore di 1. Pertanto se il corpo viene riscaldato e si ha TB TA (quindi TB /TA 1 da cui ln(TB /TA ) 0 ) la sua entropia aumenta: nella formula risulta infatti S AB 0 . Viceversa se l’oggetto viene raffreddato, cioè TB TA (quindi TB /TA 1 da cui ln(TB /TA ) 0 ), si ha S AB 0 l’entropia di quel particolare oggetto diminuisce1. Come possiamo calcolare S in un processo di fusione o di solidificazione? Mentre una massa m fonde (o solidifica) sappiamo che la sua temperatura T rimane costante quindi possiamo sostituire il processo reale con uno scambio reversibile con una sorgente alla stessa T . Poiché la quantità di calore trasferita è sempre Q mLf , dove Lf è il calore latente di fusione (solidificazione), risulta: S acqua cacqua 4186 J /kgK cghiaccio 2090 J /kgK Lf 3.34 103 J /kg aacqua 1.00 kg/m 3 ghiaccio 0.92 kg/m 3 mLf T ed il segno positivo è per la fusione, durante la quale si riceve calore, cioè Q 0 . Anche in questo caso la variazione di entropia dell’oggetto ha lo stesso segno del calore che esso scambia. Esercizi 1. Un cucchiaio di rame ( c 377 J /kg K ) di massa m 0.0500 kg , inizialmente alla temperatura ambiente di 300 K , viene immerso nell’acqua bollente. Stimare l’integrale di Clausius e la variazione di entropia del cucchiaio dovuta al processo in cui questo raggiunge la temperatura dell’acqua. SOSTANZA C J/kgK acqua 4186 ghiaccio alluminio 2090 900 Q mc(373K 300K) (0.0500 377 373)J 7.03 104 J vetro 837 Pertanto il cucchiaio riceve irreversibilmente Q 7.03 104 J da una sola sorgente a 373 K e quindi la somma integrale di Clausius vale: ferro 448 rame 386 ottone 385 bronzo 364 alcohol 2457 Schematizziamo l’acqua bollente come una sorgente a T (273 100) K 373 K . Il calcolo dell’integrale di Clausius procede seguendo la trasformazione reale, dove il cucchiaio riceve il calore che lo porta fino alla temperatura dell’acqua bollente: I AB Q Q Q 7.03 104 1 2 ... J /K 18.8 J /K T1 T2 373 K 373 reale Per trovare la variazione di entropia dobbiamo invece immaginare una trasformazione reversibile che conduca allo stesso stato finale. Ricordando che un processo reversibile non ammette differenze di temperature, possiamo pensare che il cucchiaio sia in un bagno d’acqua inizialmente alla sua stessa temperatura di 300 K e che questa venga lentamente portata fino a 373 K seguendo passo dopo passo il riscaldamento del metallo. Sfruttando il fatto che ad ogni apporto di micro-calore q corrisponde un micro-aumento di temperatura T tale che q mc T , possiamo usare la formula per la variazione di entropia in un corpo solido che cambia temperatura: T 373 J /K 23.4 J /K SAB mc ln B 0.0500 377 ln T 300 A e come ci attendevamo, risulta SAB I AB . 1 Ma, come vedremo più avanti, in una trasformazione irreversibile in cui un oggetto viene raffreddato, aumenta l’entropia dell’intero Universo. 63 legno 176 mercurio oro 139 131 piombo 128 2. Un blocchetto di rame di massa m 0.250 kg ( c 385 J /kgK ) a temperatura ambiente T1 300 K viene scaldato in un forno a T2 400 K e successivamente raffreddato gettandolo in una piscina dove l’acqua ha temperaturaT3 285 K . Calcolare la variazione di entropia del blocchetto nell’intero processo, ed il corrispondente integrale di Clausius. [R: 14.5 J /K, 14.8 J /K ] 3. Durante un lungo viaggio un’automobile fa numerose pause nelle quali il motore viene fatto raffreddare. Al termine del tragitto si misura la temperatura del cofano di ferro (c 444 J /kgK) e si osserva che risulta più alta del 10% rispetto a quella che aveva alla partenza. Calcolare la variazione di entropia del cofano sapendo che la sua massa è m 23.5 kg . [R: 995 J /K ] 4. Durante la cottura della pasta, mentre la pentola piena d’acqua sta bollendo si osserva evaporare una massa m 200 g . Ricordando che il calore latente di evaporazione dell’acqua è Lev 540 kcal/kg , calcolare la variazione di entropia dell’acqua evaporata. [R: 1.21 103 J/K ] 5. Dentro ad un forno alla temperatura T2 500 K vengono poste due sfere di uguale massa m 1.25 kg , la prima di alluminio e la seconda di ottone, inizialmente alla temperatura ambiente T1 300 K . Calcolare la variazione di entropia subita da ciascuna. Calcolare la massa che dovrebbe avere la sfera di ottone affinché la sua variazione di entropia risulti uguale a quella della sfera di alluminio. [R: 137 J /K, 59J /K, 2.9 kg ] 6. Ripetere i calcoli dell’esercizio precedente sostituendo le variazioni di entropia con i corrispondenti integrali di Clausius. [R: 108 J /K, 46J /K, 2.9 kg ] 7. Una bottiglia contenente una quantità d’acqua di m 0.750 kg a temperatura T1 300 K viene posta in un frigo dove si raffredda fino a 0C . Calcolare la variazione di entropia dell’acqua. Successivamente, l’acqua gela completamente in ghiaccio a 0C . Calcolare la variazione di entropia di questa seconda trasformazione. [R: 296 J /K, 918 J /K ] 8. Un laghetto alpino ha una superficie 0.785 km 2 , e d’inverno gela per uno strato profondo 25 cm . Calcolare la sua variazione di entropia del lago quando in primavera ritor[R: 2.2 105 J/ K ] na liquido. [ ghiaccio 0.92 kg/m 3 ]. 9. Un cubetto di ghiaccio di m 0.350 kg inizialmente alla temperatura di 10.0C viene posto all’aperto e fonde completamente lasciando solo acqua a temperatura ambiente 20.0C . Calcolare la variazione di entropia del cubetto. [R: 559 J/K ] Che informazione contiene la variazione di entropia associata ad una trasformazione? L’entropia risponde alla necessità di quantificare il ruolo svolto dallo scorrimento spontaneo di calore in una qualunque trasformazione. Con in mano questo nuovo strumento, torniamo pertanto alla questione centrale delle trasformazioni spontanee. Dato che il calore non passa spontaneamente da un corpo freddo ad uno caldo, studiamo cosa accade all’entropia durante una trasformazione spontanea, concentrandoci su di un sistema che per sua natura può effettuare solo trasformazioni spontanee: un sistema isolato. 64 Un sistema isolato può seguire una trasformazione reversibile? Sembra davvero una stranezza ammettere che un sistema isolato possa compiere una trasformazione reversibile. Il passaggio di calore deve avvenire in modo ideale, senza attrito, attraverso una successione infinita di stati di equilibrio. In linea di principio non sono permesse differenze di temperatura fra il sistema e le sue sorgenti interne. Se, infatti, mettiamo a contatto due corpi a temperatura differente, non abbiamo un sistema in equilibrio: si tratta di una condizione che non rimane stabile nel tempo. Se una trasformazione reversibile viene interrotta ad un certo istante intermedio, il sistema deve arrestarsi sui suoi valori di P , V e T , in equilibrio nello stato in cui si trova, cosa impossibile se è coinvolto un flusso di calore fra temperature differenti. E’ certamente impensabile che tutto questo accada spontaneamente, senza che si intervenga in alcun modo a guidare il processo dall’esterno. Ma lo studio delle trasformazioni reversibili in un sistema isolato ha in realtà uno scopo solo teorico: serve a capire cosa accade alla grandezza S , che abbiamo introdotto per misurare il ruolo svolto dal flusso di calore nella direzione naturale da alta a bassa temperatura, nel caso limite in cui il fenomeno non c’è: cioè quando scorre calore senza che vi sia differenza misurabile di temperatura. L’obiettivo è quindi di stimare quale può essere il limite inferiore ai processi che guidano le trasformazioni reali. Come varia l’entropia di un sistema isolato? Nel caso particolare in cui il sistema sia isolato e quindi non riceva calore, sarà nullo ognuno dei calori realmente scambiati che figurano al numeratore degli addendi nella somma integrale di Clausius I . Sarà quindi nulla anche l’intera la sommatoria. Poiché si è dimostrato che S I , risulta che in un sistema isolato, se la trasformazione compiuta è irreversibile: Sirr 0 e se invece è reversibile, dato in questo caso la variazione di entropia coincide con l’integrale di Clausius: Srev 0 In che modo possiamo allora riformulare il secondo principio della termodinamica? Una possibile nuova formulazione del secondo principio della termodinamica è: Secondo principio della termodinamica: le trasformazioni reversibili non cambiano l’entropia di un sistema isolato, le trasformazioni irreversibili aumentano l’entropia di un sistema isolato Come interpretare questo risultato in termini di evoluzione di un sistema isolato? Nel caso in cui il calore può spostarsi solo reversibilmente all’interno di un sistema isolato, cioè spostarsi fra corpi ad uguale temperatura, vale zero la grandezza S che misura quanto, nella trasformazione, il flusso calorico ha seguito il verso naturale caldo freddo. Se il calore si sposta invece in modo irreversibile, S è positiva. Abbiamo quindi trovato un modo quantitativo di esprimere che il calore passa spontaneamente da un corpo freddo a uno caldo portando ad una distribuzione più omogenea dell’energia: in un sistema isolato le trasformazioni reversibili lasciano invariata l’entropia mentre quelle irreversibili la aumentano. Questo ha importanti conseguenze: 1. Un sistema isolato evolve solo verso quegli stati la cui entropia è maggiore di quella che possiede al momento. 2. Un sistema isolato, una volta raggiunto uno stato in cui l’entropia sia massima, non può più evolvere. 65 SISTEMI ISOLATI S 0 vietato Indica quali stati termodinamici S 0 sono accessibili raggiungibile Infatti, abbiamo dimostrato che ad ogni trasformazione di un sistema isolato consegue una aumento di entropia. Se tuttavia il sistema si trova già in uno stato di massima entropia, ogni variazione violerebbe il secondo principio, perché comporterebbe uno spostamento verso valori minori di entropia. Quali sono quindi gli stati termodinamici accessibili ad un sistema isolato ? I sistemi isolati, i quali evolvono unicamente grazie a trasformazioni spontanee, hanno accesso solo a stati termodinamici di entropia non inferiore a quella inizialmente posseduta, e tendono a raggiungere una condizione di massima entropia, che rappresenta, per loro, una configurazione di equilibrio. Come si calcola S se il sistema è composti da parti che non sono in equilibrio? La variazione di entropia è definita solo fra stati di equilibrio, e questo per continuità col fatto che devono essere di equilibrio tutti gli stati intermedi delle trasformazione reversibile. Ad esempio il sistema isolato dei due blocchi a temperatura diversa, proposto all’inizio di questo capitolo, parte da una situazione di non equilibrio e raggiunge l’equilibrio al termine del processo spontaneo di passaggio di calore. Se in generale un sistema è composto di più parti a contatto, ognuna con valori omogenei e definiti di temperatura e pressione, non siamo certamente in una situazione di equilibrio. Tuttavia possiamo ugualmente calcolare la variazione di entropia fra due stati qualunque, immaginando di racchiudere ogni parte del sistema in un contenitore rigido ed isolante. In questo modo si blocca idealmente il sistema nella situazione di quell’istante, in cui tutte le sue parti sono in equilibrio ed esso non evolve più perché si è impedito ogni scambio energetico. Allora l’energia del sistema è pari alla somma delle energie delle parti che lo compongono2, ed il lavoro svolto nel complesso è la somma dei lavori svolti dalle sue parti. In questo caso allora anche l’entropia si ottiene sommando i contributi delle singole parti: S S1 S 2 Notiamo che questa regola additiva non vale per l’integrale di Clausius, cioè: I I1 I 2 70°C 30°C A Esercizi 10. Due blocchi di rame di massa m 10.0 kg , inizialmente alle temperature 70.0C e 30.0C , vengono posti in un contenitore isolante di capacità termica trascurabile finché non raggiungono l’equilibrio termico a 50.0C . Calcolare la variazione di entropia relativa al processo. Verificare che lo stato in cui l’oggetto caldo si riscalda fino a 80.0C e quello freddo si raffredda fino a 20.0C non è accessibile al sistema isolato dei due blocchi. 50°C 50°C Useremo la formula per la variazione di entropia di un oggetto che cambia temperatura, considerando che i due blocchi partono dai valori : T1 (70 273) K 343 K T2 (30 273) K 303 K B 80°C 20°C e raggiungono la condizione di equilibrio: TE (50 273) K 323 K Il calcolo lungo una trasformazione reversibile che conduca i blocchi allo stato produce: 323 T T 323 15.0 J /K S S1 S2 mc ln E mc ln E 10.0 377 ln ln 343 T T 303 1 2 2 Se le condizioni sono tali per cui non vi sono contributi energetici dovuti alle superfici di contatto. 66 Come si vede si ottiene S 0 , un valore positivo a garantire che lo stato di equilibrio chiamato A in figura risulta accessibile a questo sistema isolato. Analogamente si verifica che sono raggiungibili tutti gli stati intermedi in cui il corpo freddo si riscalda e quello caldo si raffredda, in quanto a tutti corrisponde una variazione positiva di entropia. Calcoliamo ora la variazione di entropia corrispondente al riscaldamento dell’oggetto già caldo ed al raffreddamento di quello già freddo per vedere che si tratta di una configurazione che è vietato raggiungere partendo dai dati iniziali qui proposti. Risulta Tf 1 (80 273)K 353K , Tf 2 (20 273)K 293K , da cui: S mc ln Tf 1 T1 mc ln 353 293 18.3 J /K 10.0 377 ln ln 343 T2 303 Tf 2 Si ottiene in questo caso S 0 , cioè un valore negativo. Questo significa che raggiungere la situazione indicata con B in figura comporterebbe una diminuzione di entropia, cosa inammissibile per un sistema isolato. Il riscaldamento del blocco già caldo non avviene perché diminuirebbe l’entropia? Si, ma è più corretto affermare che proprio perché non avvengono questi processi si è introdotta una grandezza fisica che quantifica i comportamenti non ammissibili. Per un sistema non isolato in che modo può variare l’entropia ? Per un sistema non isolato, non vi sono particolari prescrizioni circa la variazione di entropia, e si possono riscontrare tanto aumenti quanto diminuzioni del suo valore. Che conseguenze hanno questi risultati sull’evoluzione dell’Universo? L’Universo, per definizione, contiene tutto ciò che esiste e quindi non può scambiare calore, o alcunché, semplicemente perché non esiste alcun altro soggetto con il quale interagire. Ne consegue che anche l’Universo, come tutti i sistemi isolati, evolve spontaneamente verso uno stato di massima entropia, ed un processo che comporti diminuzione dell’entropia dell’Universo non è realmente possibile. Processi realmente possibili Un processo realmente possibile comporta sempre SUniverso 0 . Quindi la condizione SUniverso 0 permette di distinguere le trasformazioni possibili da quelle che dobbiamo limitarci ad immaginare: le prime aumentano l’entropia dell’Universo, le seconde no. Possiamo ad esempio pensare ad una trasformazione che abbia l’unico risultato di spostare calore da basse verso alte temperature, ma sappiamo che essa non avrà mai luogo perché diminuirebbe l’entropia dell’Universo. Non si dimentichi infine che nell’Universo, tutti i processi realmente possibili sono anche spontanei - nel senso di “guidati dall’interno del sistema” che abbiamo dato a questa parola. Pertanto ogni trasformazione possibile è prodotta dalle tendenze interne che, passo dopo passo, conducono l’Universo dalle attuali condizioni di non equilibrio verso uno stato definitivo di equilibrio termico, quello di massima entropia. La legge dell’aumento dell’entropia ha avuto conseguenze sulla civiltà? La civiltà umana ha bisogno di energia sfruttabile per compiere del lavoro: ciò che ha più valore per noi è non tanto la disponibilità di calore, quanto piuttosto la capacità di spostare il punto di applicazione di una forza e produrre delle configurazioni più vantaggiose. Sollevare un peso con una gru, ad esempio. Ma anche: arare un campo, spostarci senza fatica comodamente seduti dentro un’auto, far volare un aereo e così via. In tutti questi esempi, l’utilizzo di un motore risolve il problema: il passaggio spontaneo di calore da una sorgente calda ad una fredda, per il tramite delle variazioni di forma e volume di qualche sostanza, produce del lavoro, più utile del calore per modificare il mondo a nostro vantaggio. Ma nella realtà un tale passaggio di calore comporta il progressivo abbassarsi della temperatura della sorgente calda ed il 67 progressivo innalzarsi di quella della sorgente fredda. Abbiamo quantificato tutto questo attraverso la variazione di entropia. Dato però che l’entropia di un sistema isolato aumenta sempre, oppure, che è lo stesso, il calore passa spontaneamente da alte a basse T , è inevitabile che tutte le temperature di un sistema isolato procedano spontaneamente verso un progressivo livellamento. Se il sistema in questione è l’Universo, tale fenomeno è noto come morte termica dell’Universo. Questo scomparire delle differenze di temperatura costituisce un problema? Il livellarsi delle temperature renderà sempre meno possibile la trasformazione di calore in lavoro. Difatti si è visto che il teorema di Carnot pone un limite al massimo rendimento di qualunque motore: 1 TF /TC , e tale limite è legato proprio alla differenza fra le temperature tra le quali il motore lavora. A mano a mano che si procede verso la morte termica dell’Universo, le differenze di temperatura sono destinate ad appianarsi, e di conseguenza la nostra possibilità di generare del lavoro si va assottigliando di pari passo con l’inesorabile aumento di entropia dell’Universo. Con il passare del tempo, mentre l’energia totale dell’Universo rimarrà sempre la stessa, come previsto del primo principio, essa sarà sempre meno sfruttabile per produrre lavoro. In tale senso si parla di progressiva degradazione dell’energia, ed il secondo principio, nella forma in cui sancisce l’aumento dell’entropia di un sistema isolato, stabilisce la degradazione dell’energia dell’Universo, cioè il passaggio dell’energia a forme non sfruttabili per compiere lavoro. Quindi l’energia, anche se non scompare, diventa inutilizzabile ? La Controfisica L’entropia aumenta sempre? No, l’entropia di una parte dell’ Universo può diminuire, in particolare può diminuire l’entropia di un sistema aperto. Ad esempio ponendo una bibita in frigo stiamo senz’altro riducendo l’entropia del liquido. E’ l’entropia dei sistemi isolati e quella dell’intero Universo a non diminuire mai. Esattamente: in un certo senso l’Universo si va progressivamente scaricando. E al riguardo non si può fare nulla. Parte di tale processo già è avvenuto ed avviene continuamente sotto i nostri occhi. Si consideri l’immenso contenuto energetico degli oceani: una massa di acqua sterminata che si trova ad una temperatura media, poniamo di 280 K Se la si potesse raffreddare, ad esempio fino a 270 K se ne potrebbe estrarre un quantitativo considerevole di calore, pari al prodotto della sua massa per il calore specifico dell’acqua per la differenza di temperatura. Mancando però una sorgente più fredda, un tale contenuto energetico non risulta sfruttabile per compiere nessuna azione utile: si tratta di energia ormai degradata, non può più produrre lavoro. Non è buona nemmeno per far cuocere un piatto di pasta! L’Universo è sempre esistito? Il secondo principio della termodinamica, nella forma in cui esprime il progressivo livellamento delle temperature, fornisce anche un interessante indizio del fatto che l’Universo non può essere esistito per un tempo infinito nel passato. Se, infatti, ci fosse stato un tempo infinito a disposizione, tutte le differenze di temperatura sarebbero ormai scomparse. L’Universo dovrebbe essere molto diverso da quello che osserviamo oggi, cioè non dovrebbe contenere energia in forma capace di innescare nuove trasformazioni, ma anzi avrebbe già raggiunto lo stadio di morte termica. La cosmologia del Big Bang attualmente accettata dagli astrofisici, conferma questi indizi, indicando per l’Universo un’età di 13.7 miliardi di anni. Come possiamo riassumere il contenuto dei due principi della termodinamica? Per chi ha ben chiaro cosa si intende per entropia, ed in particolare conosce le sue proprietà che riguardano i cicli reversibili, un modo sintetico di esprimere le due leggi è il seguente: Primo principio: l’energia non può essere creata e non può essere distrutta: il suo valore nell’Universo rimane costante Secondo principio: l’entropia può essere creata ma non può essere distrutta: il suo valore nell’Universo aumenta sempre 68 3. Calcolare ∆S per i sistemi di oggetti Come varia l’entropia di un sistema isolato se la trasformazione è reversibile? Q Abbiamo già ricavato il risultato S rev 0 per qualunque trasformazione reversibile che interessi un sistema isolato; possiamo ora vedere come questo appaia naturale immaginando di suddividere il sistema in due porzioni. Diremo A l’insieme delle parti che cedono calore, fra le quali sono comprese tutte le sorgenti del sistema, necessariamente interne in quanto isolato, e con B indicheremo l’insieme della parti che ricevono calore. Ricordando che la reversibilità richiede che A ceda calore a B senza che fra di loro vi sia differenza di temperatura, assumeremo che questo passaggio avvenga tramite una successione di stati di equilibrio dove fra le due parti si mantiene sempre T 0 . Questo è possibile se immaginiamo microscopici spostamenti di calore, che diremo elementari, ognuno pari ad un quantitativo q , piccolissimo rispetto al calore complessivamente transitato Q . Ad ogni calore elementare q , positivo, entrante nella parte B a temperatura T corrisponde un flusso elementare q , uguale e contrario, uscente dalla parte A sempre alla stessa T . Si trova facilmente che la B A variazione microscopica di entropia in ogni micro-scambio S SA SB è nulla in quanto si tratta di addizionare due flussi di calore uguali ma con verso opposto, dopo averli divisi per uguali temperature di scambio: q q q q S 0 T T T T A B (sistema isolato) e di conseguenza poiché addizionando valori tutti nulli si ottiene ancora zero, è nulla anche la variazione totale di entropia S della trasformazione. Quant’è la variazione di entropia dell’Universo in un processo reversibile? Essendo l’Universo un sistema isolato, per qualunque trasformazione reversibile si ha SUniverso 0 . In conseguenza di questo, in una trasformazione reversibile la variazione di entropia del sistema deve essere uguale e contraria a quella delle sue sorgenti, cioè dell’ambiente. Vale quindi la relazione: Ssistema Sambiente (trasformazioni reversibili) In particolare un motore reversibile, che come tutti i motori compie un ciclo e quindi la corrispondente variazione di entropia è nulla, produce anche una variazione nulla nell’entropia dell’ambiente. Che cosa cambia nel processo se la trasformazione è irreversibile? Il sistema è ancora isolato e quindi contiene tutte le sue sorgenti, che anche in questo caso dobbiamo inserire nel bilancio totale dell’entropia. Ma ora lo spostamento di calore internamente al sistema avviene in conseguenza di una differenza di temperatura, e questo tipo di trasferimento è un processo irreversibile perché comporta l’attraversamento di stati che non sono di equilibrio (le temperature sono diverse, quindi non può esistere equilibrio per definizione: T non si potrebbe individuare univocamente). 360 K Come varia l’entropia di un sistema isolato se la trasformazione è irreversibile? Immaginiamo di versare in un recipiente isolato due quantità di acqua, la prima di massa m1 0.500 kg e temperatura T1 300 K , la seconda di massa m2 1.500 kg e temperatura T2 360 K . Come dovremmo procedere per calcolare la variazione di entropia di questo sistema isolato? Sappiamo che, trascorso un sufficiente periodo di tem69 300 K po, il sistema raggiunge un equilibrio alla temperatura TE cm1T1 cm2T2 cm1 cm2 345 K . Ma se lo stato finale è di equilibrio, non lo è lo stato di partenza (si tratta quindi proprio di quel tipo di processo che abbiamo definito spontaneo), e non lo sono nemmeno gli stati intermedi, durante i quali i due fluidi si mescolano e non è possibile individuare un valore unico di temperatura per il sistema. Come NON si deve calcolare la variazione di entropia in questa trasformazione? Anche supponendo di conoscere la serie delle temperature via via più calde TiF , che conducono ogni porzione di acqua fredda da T1 300 K fino a TE 345 K , e la serie delle temperature TiC attraversate dalle porzioni di acqua calda per andare da T2 360 K a TE 345 K , nonché i calori scambiati Qi , sarebbe in ogni caso errato cercare la variazione di entropia sommando i rapporti Q1C Q1F Q2C StaT1C T1F T2C remmo infatti addizionando quantità che descrivono il processo reale, processo irreversibile perché la temperatura TiC alla quale l’acqua calda cede il calore Qi è differente da quella TiF alla quale l’acqua fredda lo riceve. Il risultato sarebbe piuttosto la somma degli integrali di Clausius delle due quantità di acqua3 . Qual è il giusto modo di calcolare la variazione di entropia della trasformazione? 360 K 345 K TF 345 K 300 K TC Per trovare quanto vale S non ci interessa la maniera in cui il sistema effettivamente arrivi allo stato finale, ma piuttosto occorre ingegnarsi per trovare una via reversibile che ve lo conduca. Dobbiamo immaginare un processo reversibile di trasferimento di calore, tramite il quale le due quantità di acqua, partendo dalla situazione iniziale T1 300 K e T2 360 K , arrivino allo stato di equilibrio a TE 345 K in cui li porta la trasformazione reale. Una procedura possibile è quella di servirsi di due fornelli a temperatura regolabile agendo su di una manopola. L’acqua fredda passerà da 300 K fino a 345 K ricevendo calore a temperature che crescono gradualmente, ma che sono di pochissimo superiore alla sua in modo da considerare reversibile il passaggio. Analogamente l’acqua calda verrà raffreddata diminuendo lentamente la temperatura della sorgente esterna da 360 K fino a 345 K sempre mantenendo T 0 rispetto all’acqua: anche in questo caso tutti gli stati intermedi attraversati possono considerarsi degli equilibri e gli scambi di calore avvenuti praticamente senza differenze di temperatura. Quanto vale quindi la variazione di entropia ? La variazione di entropia di ciascuno dei due processi reversibili di raffreddamento e di riscaldamento sarà zero, poiché si è dimostrato in precedenza che per tutti i processi reversibili S 0 . Tuttavia, per calcolare il S della trasformazione originale dovrò solo tenere conto dei calori ceduti dall’acqua calda e di quelli ricevuti da quella fredda: le sorgenti ausiliarie non sono parte del processo seguito dal sistema considerato. Immaginando il calore scambiato suddiviso in tanti flussi elementari q , se con c indichiamo il calore specifico dell’acqua, per ognuno dei micro-calori q avremo un incremento infinitesimo di temperatura T tale che q mc T . Sommando tutti questi calori, ognuno diviso per la temperatura di scambio T , si ottiene la variazione di entropia: 3 Che non è l’integrale di Clausius del sistema isolato, il quale invece vale zero, perché nullo è il calore scambiato con l’ambiente. 70 S q1 T1 T Tfin T2 1 ... mc ... mc ln T1 T2 T2 Tin q2 Questa formula vale tanto per il riscaldamento dell’acqua fredda quanto per il raffreddamento di quella calda, e quindi, sfruttando che l’entropia è additiva: S S1 S2 mc ln TE TE T2 345 345 (0.500 4186)ln (1.50 4186) ln J /K 25.3 J /K 300 360 T1 m2c ln Il ragionamento fatto per la quantità di acqua può essere ripetuto per qualunque oggetto che cambia temperatura. Quindi, in generale: Un oggetto di massa m e calore specifico c che passi da una temperatura T1 ad una temperatura T2 subisce una variazione di entropia: S mc ln T2 T1 L’entropia può cambiare anche se non avvengono scambi di calore? La variazione di entropia viene calcolata lungo delle trasformazioni reversibili immaginarie che conducono il sistema dallo stato termodinamico iniziale a quello finale. Non ha alcuna importanza ai fini del calcolo di S la trasformazione seguita, ma solo il cambiamento termodinamico che essa ha prodotto. Ad esempio, se la temperatura di un oggetto viene alzata grazie al lavoro dell’attrito, non vi sono stati scambi di calore nella realtà, tuttavia escogitando una trasformazione reversibile che porti l’oggetto alla stessa temperatura finale, possiamo calcolare la variazione di entropia associata al processo. Esercizi 11. Con un martello di ferro di massa mFe 3.00 kg si batte su di una lastra di rame di mCu 2.00 kg per lavorarla. Inizialmente i due oggetti sono alla temperatura ambiente TA 300 K , ma alla fine della lavorazione la loro temperatura è diventata TB 330 K . Calcolare la variazione di entropia complessiva dei due oggetti. Come si vede non ha luogo alcuno scambio di calore in questo processo, tuttavia per calcolare S dobbiamo immaginare che il martello e la lastra siano condotti tramite trasformazioni termodinamiche reversibili, dallo stato di equilibrio termodinamico iniziale a 300 K verso quello finale a 330 K . Osservando che per i calori specifici si ha cFe 448 J /kg K e cCu 386J /kg K , la variazione di entropia complessiva dei due oggetti risulta allora: S S Fe SCu mFecFe ln TB TA mCucCu ln TB TA (mFecFe mCucCu )ln TB TA 330 (3.00 448 2.00 386) ln J/K 202 J/K 300 G 12. Un serbatoio cilindrico di altezza h 2.00 m è pieno di una massa m 6280 kg di acqua alla temperatura dell’ambiente intorno, T1 293 K . Un foro sul fondo lo svuota completamente formando a terra uno strato d’acqua di spessore trascurabile, così che tut71 h ta l’energia potenziale si è convertita in energia interna. Calcolare la variazione di entropia dell’acqua. Trattandosi di un processo molto rapido, ha luogo alcuno scambio di calore. Per calcolare S dobbiamo immaginare che l’acqua venga portata tramite trasformazioni termodinamiche reversibili, dallo stato di equilibrio termodinamico iniziale a 293 K a finale in cui la temperatura è leggermente salita per effetto della conversione di energia potenziale in energia interna. Dal primo principio della termodinamica applicato al sistema costituito dall’acqua e dal pianeta Terra: U grav E int L esterno Q 0 E int U grav (0 mgyG ) mgh /2 La piccola variazione di temperatura dell’acqua corrispondente a questo incremento di energia interna, risulta legata al calore specifico: dalla relazione: E int mcT Uguagliando le due espressioni per E int si ottiene: E int mca T T mgh / 2 gh 9.81 2.00 K 2.34 103 K mca 2ca 2 4186 Applicando la formula per la variazione di entropia di una grande massa d’acqua che aumenta, seppur di pochissimo, la sua temperatura, si ha infine: T T T T S mca ln 2 mca ln 1 mca ln(1 ) T1 T1 T1 6280 4186 ln(1 0.00234 )J/K 210 J/K 293 13. Un blocco di rame (c 386J/kgK ) di massa m 50.0 kg alla temperatura am- h biente T1 290 K viene lanciato su per cuneo di rame di M 200 kg ad una velocità di 8.00 m/s . Sapendo che l’attrito arresta il blocco ad un’altezza h 75.0 cm , calcolare la variazione di entropia di tutto il rame. [R: 21.2 J/K ] vA 1 v 2 A vB 14. Due sfere di piombo (c 128 J/kgK ) di massa m 24.0 kg e temperatura 1 v 2 B T1 285 K , che si vengono incontro con velocità vA 4.00 m/s e vB 3.00 m/s , subiscono un urto parzialmente anelastico da cui escono con velocità dimezzate. Calcolare la variazione di entropia del piombo. [R: 1.58 J/K ] Come possiamo calcolare la variazione di entropia di una sorgente? Ricordiamo che una sorgente termica scambia calore mantenendo costante la sua temperatura e non compiendo lavoro. Si tratta chiaramente di un’astrazione, ma non mancano sistemi reali che con ottima approssimazione soddisfano ai requisiti. Una miscela di acqua e ghiaccio a 0C , finché sono presenti entrambe le fasi, può ricevere o cedere calore mantenendo costante la propria temperatura. Il lavoro svolto tuttavia non è esattamente zero a causa delle piccole variazioni di volume. Ad ogni scambio di calore compete in ogni caso una variazione di energia interna. Un falò acceso, l’atmosfera, il terreno, laghi e fiumi, un fornello, possono considerarsi delle sorgenti termiche. Poiché il calore scambiato ha l’unico effetto di variare l’energia interna della sorgente, lasciando inalterati temperatura e volume, quello che conta è solo il quantitativo di calore Q ricevuto o ceduto e non la modalità (reversibile od irreversibile) di trasferimento. E’ importante, quindi, solo quanta “benzina” abbiamo messo nel “serbatoio” dell’energia interna, e non se il rifornimento è stato fatto lentamente con una cannuccia, oppure rapidamente, tramite una pompa. Dal punto di vista dello stato termodinamico della sorgente, è indifferente ricevere 100 J per via reversibile, oppure irreversibilmente, ad esempio tramite contatto con un sistema a tem72 peratura differente. Essendo costante la temperatura T alla quale tutto il calore Q viene scambiato, la variazione di entropia si calcola immediatamente come: S q1 T1 q2 T2 ... 1 Q (q q2 ...) T 1 T Esercizi 15. Un motore reale funziona fra TF 300 K e TC 400 K ed il suo rendimento è la metà di quello massimo teoricamente possibile. Sapendo che ad ogni ciclo 50.0 J vengono ceduti per calore alla sorgente fredda, si stimi la variazione di entropia della sorgente calda in un ciclo. Il rendimento massimo possibile è quello di un motore di Carnot che lavora fra le stesse temperature C 1 TF /TC . Il motore proposto ha pertanto rendimento: 1 C 1 (1 TF /TC ) 1 (1 300/ 400) 0.125 2 2 2 Quindi dalla sorgente calda viene prelevato un calore QC pari a: QC |QF | QC QC |QF | 1 50.0 J 57.1J 1 0.125 Per il S della sorgente calda, giacché QC è uscente da essa, si ha: S QC TC 57.1 J/K 0.143 J/K 400 Ci sono altri casi in cui si può applicare la formula per il S delle sorgenti? Si può applicare quando un qualunque sistema termodinamico subisce una trasformazione isoterma. La variazione di entropia si calcola immaginando uno scambio reversibile con una sorgente alla medesima temperatura T del sistema, e quindi S è ancora espressa dal semplice rapporto fra calore fornito e temperatura, indipendentemente dalle modalità, reversibile od irreversibile, del trasferimento. Esercizi 16. Un uomo beve 30.0 cl di una bibita fredda, che si trova alla temperatura di 280 K . Assumendo che l’uomo sia una sorgente di calore a 37.0°C stimare l’integrale di Clausius della bibita, la variazione di entropia della bibita, dell’uomo e dell’Universo (nell’ipotesi che sia coinvolto solo lo scambio di calore). Al termine del processo la bibita avrà raggiunto la temperatura del corpo umano, Tf (37 273) K 310 K , ricevendo un calore pari a : Q mcT [0.300 4186 (310 280)]J 3.77 104 J . Per l’integrale di Clausius della bibita si tiene conto della temperatura costante della sorgente, in questo caso il corpo umano: 0.300 4186 (310 280) Q mcT Ibibita J/K 122 J/K T T 310 Per la variazione di entropia del corpo umano, ricordiamo che in una sorgente non conta che lo scambio sia reversibile o meno, ma soltanto la fuoriuscita di calore: Q 3.77 104 J : Suomo Q 3.77 104 J/K 122 J/K T T 73 Per il Sbibita si deve immaginare un trasferimento reversibile di calore che la porti da 280 K a 310 K : 310 ) J/K (0.300 4186 0.0328) J/K 128 J/K 280 Ed infine sfruttiamo l’additività dell’entropia per il sistema “uomo e bibita”, considerandolo isolato: Suniverso Sbibita Suomo (128 122) J/K 6 J/K Sbibita (mc ln Osserviamo infine che l’integrale di Clausius per questo sistema isolato risulta nullo. 17. In un giorno d’estate la temperatura è 32.0°C e per dissetarci facciamo sciogliere completamente un cubetto di ghiaccio di m 30.0 g a 0°C in un bicchiere contenente 20.0 cl di aranciata. Stimare la variazione di entropia del ghiaccio, dell’aranciata e dell’Universo. [ ca 4186 J/kgK , Lf 334 k J /kg ] [R: 36.8 J /K, 19.4 J /K,17.4 J /K ] 18. Un mestolo di acciaio INOX ( c 510 J /kg K ) di massa m 100 g , alla temperatura ambiente di 27.0°C , viene utilizzato per girare della minestra che sta bollendo in un pentola. Calcolare la variazione di entropia del mestolo, della minestra (trattandola come se fosse acqua) e dell’Universo (trascurando altre dispersioni di calore). [R: 11.1J /K, 9.97 J /K,1.1J /K ] 19. Un mestolo di acciaio INOX ( c 510 J /kg K ) di massa m 100 g , alla temperatura ambiente di 27.0°C , viene utilizzato per girare della minestra che sta bollendo in un pentola. Successivamente è riportato alla temperatura ambiente immergendolo in un lavandino colmo d’acqua. Al termine di questo processo stimare l’integrale di Clausius della minestra (trattandola come se fosse acqua), dell’acqua nel lavandino, del mestolo e dell’Universo (trascurando altre dispersioni di calore). Calcolare la variazione di entropia del mestolo. [R: 11.1J /K,12.4 J /K, 1.3 J /K, 0 J /K ] 20. Un sasso di massa m 0.100 kg viene fatto cadere un’altezza di 10.0 m in un secchio contenente 450 cl di acqua. Nell’ipotesi che sia coinvolto solo la trasformazione di energia potenziale in aumento dell’energia interna dell’acqua, stimare la variazione di entropia dell’Universo sapendo che la temperatura ambiente è di 300 K . [R: 0.0327 J /K ] 21. Stimare di quanto aumenta l’entropia dell’Universo se macchiate il vostro caffè, nell’ipotesi che nel processo sia coinvolto solo il cambiamento di temperatura. Assumere che 25.0 g di latte a t 7.00°C vengano aggiunti a 200 g di caffè alla temperatura di t 67.0°C e che il calore specifico dei due liquidi sia quello dell’acqua. Trovare quindi anche il valore dell’integrale di Clausius per questo processo. [R: 0.400 J /K, 0J /K ] 22. Una massa m 2.50 kg di acqua viene scaldata reversibilmente da una temperatura calori specifici aria cV 0.1702 kcal/kgK 0.7125 kJ /kgK cP 0.2389 kcal/kgK 1.0000 kJ /kgK aria 1.229 kg/m 3 di 25.0C fino ad una temperatura di 35.0C . Calcolare la variazione di entropia [R: 1.08 104 J /K , 0 J/K ] dell’ambiente e quella dell’Universo. 23. Il potere calorifico di un certo tipo di legname è 2500 kcal/kg . Se si riscalda una stanza di 125 m 3 bruciandone 10.0 kg , stimare la variazione di entropia della legna, dell’aria nella stanza e dell’Universo, nell’ipotesi che sia coinvolto solo lo scambio di calore. Si assumano, per la temperatura ambiente 27.0°C , per la fiamma viva la temperatura di 700C , e si consideri per l’aria cV 0.1702 kcal/kgK e densità 1.00 kg/m 3 . [R: 25.7 J /K, 70.8 J /K, 45.1J /K ] 74 24. Si mantiene in ebollizione dell’acqua tramite un recipiente il cui fondo è una piastra elettrica a temperatura TR 500 K . Si osserva che una massa m 400 g evapora. Calcolare la variazione di entropia dell’acqua e dell’Universo ( Lev 2260 kJ/kg ). [R: 2.42 103 J /K , 610 J/K ] 25. All’interno di una stazione spaziale di forma cubica avente spigolo s 3.00 m viene acceso un fiammifero (fiamma a 700C ), che rilascia 1.000 k J nell’aria inizialmente a 288.00K (vedi valori in tabella). Calcolare la variazione di entropia del fiammifero, della stazione spaziale e dell’Universo. [R: 1.03 J/K , 3.56 J/K , 2.53 J/K ] 26. Una sfera di rame ( c 386 J/kgK ) di massa m 1.40 kg alla temperatura 120C viene gettata in una piscina, la cui temperatura di 18C non cambia in modo apprezzabile. Calcolare la variazione di entropia del rame, della piscina e dell’Universo. [R: 162J/K , 189J/K , 27 J/K ] 27. Un motore reale opera fra due sole sorgenti, 350 K e 400 K , ha rendimento 0.140 e cede 600J per calore ad ogni ciclo. Calcolare la variazione di entropia del fluido che compie il ciclo, delle sorgenti e dell’Universo. [R: 0 J /K , 0.214 J/K , 0.214 J/K ] 28. Un motore reale che usa una sorgente calda a TC 500 K si raffredda in un laghetto a temperatura media TF 290 K ed il suo rendimento è un quarto di quello massimo teoricamente possibile. Sapendo che ad ogni ciclo 75.0 J vengono prelevati per calore dalla sorgente calda, si stimi la variazione di entropia del laghetto e dell’Universo dopo 200 cicli. [R: 46.3 J/K , 16.3 J/K ] 29. Un motore di Carnot opera fra 450 K e 600 K fornendo un lavoro L 200 J ad ogni ciclo. Calcolare la variazione di entropia della sorgente fredda in un ciclo. [R: 1.33 J/K ] 30. Un motore reversibile utilizza una sorgente calda a 300 K e per sorgente fredda un blocco di rame (c 386 J/kgK ) di massa m 2.00 kg la cui temperatura, dopo un certo numero di cicli è salita da T1 280 K a T2 295 K . Ricordando che in un ciclo S fluido 0 , e che nelle trasformazioni reversibili SUniv 0 scrivere la variazione di entropia delle sorgenti e da questa calcolare il calore prelevato dalla sorgen[R: 2.44 105 J ] te calda. 31. Un macchinario di ferro ( c 448 J/kgK ) di massa m 45.0 kg si scalda per attrito aumentando la propria temperatura in kelvin del 15.0%. Calcolare la sua variazione di entropia. Esso viene poi raffreddato immergendolo in 100 kg di acqua ( c 4186 J/kgK ) facendo abbassare la temperatura del macchinario di 20.0C . Calcolare l’incremento in percentuale della temperatura dell’acqua, sapendo che Sacqua 8000 J /K . [R: 2.82 103 J /K , 4.5% ] 75 4. Calcolare ∆S per i gas perfetti Esporremo adesso una serie di strategie per il calcolo delle variazioni di entropia prodotte da trasformazioni di gas perfetti. Osserviamo innanzitutto che, per come è definita l’entropia, una volta fissati lo stato iniziale e quello finale, una trasformazioni che collega tali stati - sia essa reversibile od irreversibile - produce sempre lo stesso S . La differenza nel caso particolare in cui la trasformazione sia reversibile sta nel fatto che essa non altera l’entropia dell’Universo e quindi la variazione di entropia dell’ambiente sarà uguale ed opposta a quella del sistema (in questo caso il gas). Se dunque la trasformazione è reversibile, tutte le formule qui ricavate quindi potranno essere utilizzate per il calcolo della variazione di entropia dell’ambiente semplicemente cambiando segno: Sambiente Ssistema Pin Quanto vale S di un gas perfetto che si sposta fra due stati che hanno la stessa T ? Pfin Vin Visto che il percorso reale non ha importanza ai fini del calcolo di S , possiamo senz’altro immaginare che il gas segua un’isoterma reversibile. Trattando il caso delle sorgenti termiche abbiamo già visto che per una trasformazione isoterma, reversibile od irreversibile, di un qualsiasi sistema termodinamico, risulta S Q /T . Nel caso particolare in cui si abbia a che fare con l’isoterma reversibile di un gas perfetto, abbiamo l’ulteriore informazione che risulta U 0 , e quindi, dal primo principio Q W nRT ln(V fin /Vin ) . Possiamo scrivere quindi: Vfin S nRT ln Vfin /Vin Vfin Q W nR ln T T Vin T Come si vede abbiamo S 0 quando il volume finale è maggiore di quello iniziale, S 0 viceversa. Infine, se la trasformazione è reversibile si ha anche Sambiente nR lnVfin /Vin . Quanto vale S di un gas perfetto che si sposta fra due stati che hanno la stessa P ? Pin Pfin Qualunque trasformazione segua il gas perfetto, reversibile od irreversibile, se la pressione finale eguaglia quella iniziale possiamo immaginare che il percorso seguito sia un’isobara reversibile e calcolare la variazione di entropia lungo di essa. Lungo una trasformazione reversibile isobara per ogni apporto infinitesimo di calore q si ha Vfin Vin un incremento di temperatura T tale che q ncP T . Quindi: S q1 T1 T Tfin Vfin T 1 ... ncP ... ncP ln ncP ln T2 T2 Tin Vin T1 q2 Nell’ultimo passaggio si è sfruttata l’equazione di stato dei gas perfetti, che lungo un’isobara prevede Tin /Vin Tfin /Vfin , ottenendo due espressioni per S . Pin Quanto vale S di un gas perfetto che si sposta fra due stati che hanno lo stesso V ? Qualunque trasformazione segua il gas perfetto, reversibile od irreversibile, se il volume finale è tornato ad essere quello iniziale possiamo immaginare che il percorso seguito sia un’isocòra reversibile e calcolare la variazione di entropia lungo di essa. Lungo una trasformazione reversibile isocòra, per ogni apporto infinitesimo di calore Pfin Vin Vfin q si ha un incremento di temperatura T tale che q ncV T . Quindi: 76 S q1 T1 T Tfin Pfin T 1 ... ncV ... ncV ln ncV ln T2 T2 Tin Pin T1 q2 Nell’ultimo passaggio si è sfruttata l’equazione di stato dei gas perfetti, che lungo un’isocora prevede Tin /Pin Tfin /Pfin , ottenendo due espressioni per S . Quanto vale S di un gas perfetto che compie una trasformazione qualunque? Se la condizione finale e quella iniziale del gas non hanno nessuna variabile di stato in comune, sia che il processo abbia avuto luogo reversibilmente od irreversibilmente, possiamo sempre immaginare di giungere alla posizione finale nel piano di Clapeyron prima seguendo un’isocòra e poi un’isòbara reversibili. La variazione di entropia sarà la somma di quelle dovute alle due trasformazioni: S Sisobara Sisocora ncP ln Vfin Vin ncV ln Pin Pfin Pin Come calcolare la variazione di entropia di un gas perfetto che compie un’adiabatica? Anche se lungo un’adiabatica non viene scambiato calore, e quindi l’integrale di Clausius è sempre nullo, IC 0 , bisogna fare attenzione al fatto che solamente se Pfin Vin Vfin l’adiabatica è reversibile possiamo concludere che la variazione di entropia vale anch’essa zero. Solo in questo caso infatti tutti i micro-calori q1 , q2 ... che figurano nella sommatoria che definisce S sono quelli effettivamente scambiati e pertanto tutti nulli. Per una trasformazione adiabatica non reversibile invece, tutto quello che si può dire in generale è che non si ha mai diminuzione dell’entropia del gas essendo S IC 0 . Sappiamo che il calcolo di S va effettuato escogitando una via reversibile, alternativa a quella reale, che conduca al medesimo stato finale. In generale il nuovo percorso potrà comportare uno scambio di calore. La via da seguire andrà scelta caso per caso, è comunque possibile seguire il percorso già esaminato isobara-isocora ed applicare la formula per le trasformazioni qualunque. Per un gas perfetto quanto vale S al termine di un’ espansione libera ? Come abbiamo visto, il lavoro che un gas compie quando si espande dipende dalla pressione esterna che lo contrasta. Se quindi il gas aumenta il proprio volume senza incontrare l’ostacolo di alcuna pressione esterna, il lavoro svolto è nullo perché non c’è niente su cui esercitare una forza. Inoltre, poiché la rapidità e le turbolenze impediscono di definire il valore della pressione interna, il processo risulta irreversibile e non è quindi descritto dall’equazione dell’adiabatica reversibile PV costante . Supponendo che il gas sia confinato in una porzione di un contenitore tramite un setto di separazione al di là del quale si ha il vuoto, la rimozione del setto produce proprio questo tipo di espansione, che viene detta espansione libera. Se ci serviamo di un contenitore isolato risulta inoltre Q 0 durante tutto il processo. Il primo principio della termodinamica impone E int Q L 0 così che, per un gas perfetto - dove l’energia interna dipende solo dalla temperatura - durante un’espansione libera T rimane costante. Trattandosi quindi di un processo che oltre ad essere adiabatico è pure isotermo possiamo applicare la formula che fornisce la variazione di entropia di un’isoterma reversibile S nR ln(V fin /Vin ) . Infine osserviamo che vale zero l’integrale di Clausius in quanto il sistema non scambia calore. 77 L0 E int 0 calore specifico di gas perfetti monoatomico cV 3 R cP5 R 2 2 biatomico cV 5 R cP7 R poliatomico cV 3R cP 4R R 8.31 2 2 J atm 0.0821 molK mol K Patm 1.01 105 Pa Esercizi 32. Una quantità n 2.00 mol di gas perfetto poliatomico è chiuso in un contenitore con un pistone scorrevole. Il fondo è una piastra elettrica a 400K che riscalda irreversibilmente il gas, il quale si espande facendo scorrere il pistone da V1 50.0 a V2 75.0 . La pressione del gas all’inizio ed alla fine del processo è quella atmosfe- rica. Calcolare la variazione di entropia del gas e quella dell’Universo, supponendo che il processo sia così rapido da trascurare le dispersioni di calore nell’ambiente. Si tratta di una trasformazione reversibile in cui il valore di pressione alla fine è uguale a quello all’inizio. Possiamo calcolare S immaginando un’isobara reversibile che porti il volume del gas da V1 aV2 . Dato che sono noti i valori di volume ma non quelli di temperatura, usiamo la formula in funzione del rapporto di volumi: energia interna di gas perfetti monoatomico 3 nRT 2 3 PV biatomico 5 nRT 2 5 PV poliatomico 3nRT 3PV 2 2 S ncP ln Vfin Vin n 4R ln V2 V1 2.00 4 8.31ln 75.0 J /K 30.0J /K 50.0 Come si vede, avendo a che fare con un rapporto, non si è reso necessario trasformare i volumi in unita del SI. La variazione di entropia dell’Universo si otterrà sommando a quella del gas il S della piastra del contenitore, che potrà essere trattata come una sorgente a T 500K che cede il calore Q al gas. Essendo il processo irreversibile, per il calcolo di Q scambiato dal gas non possiamo utilizzare la formula per le isobare reversibili Q ncP T , ma dovremo servirci del primo principio, dove per il lavoro useremo la formula L Pesterna V valida per le trasformazioni irreversibili: Q E int L 3(PV PV ) Pest (V2 V1 ) 2 2 1 1 3(PatmV2 PatmV1 ) Patm (V2 V1 ) 4Patm (V2 V1 ) 4 1.01 105 (75.0 103 50.0 103 )J 1.01 104 J avendo stavolta trasformato i volumi in unità SI. Considerato che Q esce dalla piastra, la sua variazione di entropia risulta: Q 1.01 104 J 20.2 J /K T 500K e quella dell’Universo: Suniverso S gas S piastra (30.0 20.2)J /K 9.8 J /K S piastra 33. Una quantità n 4.00 mol di gas perfetto monoatomico subisce una trasformazione reversibile a volume costante che ne triplica la temperatura. Calcolare la variazione di entropia del gas, dell’ambiente e dell’Universo. [R: 54.8 J /K , 54.8 J/K , 0 J /K ] 34. Una quantità n 6.00 mol di gas perfetto subisce una trasformazione isoterma reversibile che porta la pressione da P1 2.00 atm a P2 5.00 atm . Calcolare la va[R: 45.7 J/K ] riazione di entropia dell’ambiente. P1 35. Un certo quantitativo di gas perfetto biatomico subisce una trasformazione in cui le pressione iniziale è uguale alla finale, ma il volume risulta quadruplicato. Sapendo che in conseguenza di questa trasformazione l’entropia dell’Universo ha subito un incremento SU 15.0 J /K e quella dell’ambiente una diminuzione 1 S A 50.0 J /K , calcolare il numero delle moli di gas coinvolte. P2 [R: 1.61 mol ] 2 V1 V2 36. Una quantità n 5.00 mol di gas perfetto poliatomico subisce la trasformazione raffigurata qui a lato, dove P1 4.00 atm , P2 1.50 atm , V1 3.00 102 m 3 e 78 V2 8.00 102 m 3 . Si calcoli la variazione di entropia del gas, dell’ambiente e [R: 41J /K , 41J/K , 0J /K ] dell’Universo. 37. Una quantità n 3.50 mol di gas perfetto monoatomico subisce la trasformazione isocora reversibile 1-2 in figura seguita dall’espansione isoterma reversibile 2-3. Sapendo che V1 20.0 e V3 65.0 calcolare la variazione di entropia [R: 85.7 J/K ] dell’ambiente. P2 P1 2 1 3 V1 38. Ricavare una formula per la variazione di entropia di una trasformazione qualsiasi di un gas perfetto monoatomico in funzione dei volumi e delle temperature iniziale e finale. A [R: S nR ln(Vfin /Vin ) nR ln(Tfin /Tin ) ] P 39. Si dica se è possibile che un quantitativo n 2.00 mol di gas perfetto monoatomico che segue il percorso A-B-C-A in figura, dove P è la pressione atmosferica, 40. Una quantità n 4.50 mol di gas perfetto, non si sa se monoatomico, biatomico o poliatomico subisce la trasformazione isobara 1-2 seguita dall’isocora 2-3 entrambe reversibili, riportate in figura. Calcolare S del gas. [R: 25.9 J/K ] terna alla temperatura TR 400 K che porta il gas a T2 380 K . Calcolare la variazione di entropia del gas e dell’Universo supponendo che quello fra resistenza e gas sia l’unico scambio di calore coinvolto. [R: 54.1J /K , 50.3J /K ] 79 C V [R: no, perché... ] 41. Un contenitore isolante mantiene n 4.00 mol di gas perfetto monoatomico alla temperatura T1 350 K . Ad un certo istante viene accesa una resistenza elettrica in- B 3P 3 2 produca nell’ambiente una variazione di entropia S A 50.0J /K . V3 P 1 2 1 P 3V 2 3 V 2V 80