percorso di lavoro in classe prima
“La conoscenza del mondo tra Matematica
e Scienze ricordando Daniela Furlan”
18-19-20 giugno 2008
Rosa Santarelli
Accogliere e ascoltare
• Ciascun bambino arriva a scuola con una propria storia
personale e strutture di conoscenze già formate che
rappresentano un canale per iniziare il processo
d’apprendimento
• La discussione in classe  strumento preferenziale per
– far emergere le idee (e le convinzioni) su un certo argomento o
oggetto di apprendimento
– condividerle, confrontarle, negoziarle
– modificarle o correggerle (le strutture possono essere anche
sbagliate), integrarle attraverso un processo continuo di
costruzione di nuova conoscenza
• Un gioco di smontaggio/ricostruzione del sapere e del
saper fare che accomuna le aspettative degli alunni ai
bisogni degli insegnanti di “scoprire” i bambini.
Attenzione al clima relazionale
• Le RELAZIONI con gli altri sono una
risorsa da valorizzare nella formazione.
• Attraverso le relazioni è più facile
promuovere l’apprendimento: è necessario
imparare a costruire saperi con gli
altri, imparare a dialogare, a
collaborare.
Approccio metacognitivo
• Riflettere sul proprio modo di apprendere
può aiutare l’allievo a
– controllare il proprio apprendimento
– gestire le proprie conoscenze, in modo da
facilitarne il recupero e l’applicazione
(possibilmente in contesti di vita autentici)
– utilizzare strumenti di controllo
Cosa me ne faccio?
Che cosa so già
su questo …?
Come e perché
lo uso?
Incontro con i NUMERI
La ricerca sull’intelligenza numerica e le varie ricerche in
didattica della matematica mi hanno portata a:
• Sviluppare insieme e con uguale impegno tutti i significati
riconducibili ai numeri (ordinalità, cardinalità, misura, …)
• Considerare da subito non solo i numeri da 0 a 9, ma anche i
“grandi numeri”.
• Accrescere le capacità di conteggio, considerando i seguenti
PRINCIPI
– la corrispondenza uno a uno (una sola parola ad ogni
oggetto)
– l’ordine stabile (sempre la stessa sequenza di parolenumero)
– la cardinalità
e le PROCEDURE alla base delle attività di conteggio:
– astrazione (oggetti di ogni tipo possono essere raggruppati e
contati)
– irrivelanza d’ordine
Le tappe significative del percorso
di matematica
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
“Incontro con i numeri”
Anche le case hanno i numeri?
Confrontiamo le mani
Confrontiamo e ordiniamo i nostri nomi
Costruiamo il dado per giocare insieme
Quanto siamo alti?
La forma della palla
Confrontiamo le palline
Uno più, uno meno… dalla scatola delle cianfrusaglie alla
“striscia” dei numeri
I numeri a due cifre e i segreti nei loro nomi
Numeri pari e dispari… nell’esperienza dei bambini
Quanto siamo cresciuti? Quanto pesiamo? Dal confronto la
differenza…
Storie con i numeri
Stralci da alcuni percorsi
•
•
•
•
“Incontro con i numeri”
Anche le case hanno i numeri?
Quanto siamo alti?
Uno più, uno meno… dalla scatola delle
cianfrusaglie alla “striscia” dei numeri
• I numeri a due cifre e i segreti nei loro
nomi
• Numeri pari e dispari… nell’esperienza dei
bambini
• Quanto siamo cresciuti? Quanto pesiamo?
Dal confronto la differenza…
INCONTRO CON
I NUMERI
Classi prime - Sc. primaria C. Goldoni
a.s. 2007-2008
1° Circolo Didattico di Spinea
Ins. R. Santarelli
Attività dei primi giorni di scuola
• Il primo giorno di scuola era necessario conoscerci:
abbiamo cominciato con il presentarci, dicendo il
colore, l’animale, che cosa ci aspettiamo dalla scuola.
Ho cominciato io: “Mi chiamo Rosa, mi piace il rosa … il
gatto …”
• I bambini sapevano già qualcosa di me:
– che mi piace il computer
– che insegno matematica e scienze (l’ha detto Martina, la
sorella di un mio alunno dell’anno scorso)
– che insegno i numeri
• Ho chiesto: ma voi i numeri li conoscete? La domanda
ha scatenato le varie conte: qualcuno sapeva contare fino a
10, qualcuno fino a 30, alcuni sono arrivati al 100 senza
sbagliare
• Ho chiesto ai bambini di provare a scrivere i numeri che
conoscevano e a disegnarmi dove li avevano visti …
Cosa ti aspetti dalla scuola?
Sono Giulia, mi piace
andare a scuola per
fare matematica e
scienze.
Tu sai che cosa sono la
matematica e le scienze?
Le hai fatte nella scuola
nell’infanzia?
A scuola qua sotto, con la
maestra Margherita
abbiamo fatto il gioco,
quello delle torri.
Elisa, mi piace avere tante
amiche, dalla scuola mi
aspetto di fare i compiti
Io sono Roberta e mi
aspetto di imparare tante
cose qui a scuola, tipo a
contare, scrivere.
Mi chiamo Giorgia, vorrei
usare il computer
Cosa sai sulla Matematica?
• Ins: Martina ha detto che io insegno la matematica,
ma voi sapete che cos’è la MATEMATICA?
• M: impari i numeri, poi puoi fare 4+4, quelle cose là
• G: dei numeri che si può imparare a fare, 2+2+2 e fa tre,
fa queste cose e dopo si può mettere anche in ordine.
• R: la matematica impari i numeri. Guardi sul computer, ti
insegnano come usare il computer, poi i numeri servono
anche per contare quanti anni hai. (aspetti funzionali)
• M: Per me invece per imparare tanti giochi e tante cose
belle sui libri, sugli animali…. Sulle scritte, dopo ti fanno
insegnare come si può disegnare bene…
• G: invece puoi fare anche 1+1 fa due e puoi imparare tanti
giochi con la matematica, e dopo un gioco che puoi fare
tutti i contorni con la matematica e dopo colori dentro e
dopo puoi anche giocare al computer e sapere tutti i
numeri.
• E: non so …
• F: impari a scrivere impari a leggere, insomma queste cose
difficili e anche altro.
• D: per imparare tanti numeri e tante cose sulla
matematica. Impari a fare i disegni, a fare palestra, sport…
• R: La matematica è qualcosa per imparare sui numeri
• M: Si fa anche scienze.
• A: scrivere, dopo quando finisci vai dalla maestra e ti dà il
voto.
• G: impari a leggere.
• … La matematica sono i numeri.
• D: la matematica è quanto fa 10 + 20, uno più due.
• G: la matematica è come le tabelline.
• Ins: ma tu sai che cosa sono le tabelline?
• G: sì, sono per imparare i numeri.
• Ins: ne conosci una?
• G: no, non ne conosco.
• E: 10+10+10 fa venti. Dei numeri.
•
•
•
•
•
•
•
•
Ins: nella scuola materna avete fatto la matematica?
E: niente.
… la storia di Angela.
Ins: io so che avete giocato anche con il dado, vero?
M: abbiamo fatto il lavoro con il dado e anche con il pongo.
… anche con le scatole.
Ins: avete lavorato anche con le scatole?
E: Con una scatola delle pizze abbiamo fatto la villa di
Angela, con il ferro che girava, con il pongo …
Chiedo anche agli altri bambini, ma mi rispondono che non
sanno che cos’è la MATEMATICA.
SCRIVI TUTTI I NUMERI CHE
CONOSCI
Disegni in cui i numeri sono
mescolati con le lettere dell’alfabeto
In questi disegni si riconoscono le cifre,
ma sono presenti anche numeri con più
cifre. Per esempio Alessio ha letto il
dieci, mi ha detto che il terzo segno era
un due …
Yorman ha disegnato
alcuni oggetti che hanno i
numeri e ha scritto dei
numeri. Nel suo disegno si
legge la serie 1, 2, 3, 4, 5,
6…
Vicino al dado Riccardo e
Davide hanno messo il 5
Nei numeri scritti sono
stati usati gli zeri …
Marcello, che ha una
sorella più grande, scrive
anche il segno + e lo legge
‘più‘
Nei disegni si legge bene la
successione dei numeri da 1
a 8, da 1 a 10 e oltre.
Martina nella conta ruota a spirale,
siccome le manca il foglio incastra
l’11, il 12, tra il 10 e il 9. Ribalta le
cifre del 12, 13, 14 e 15 quando
ruota verso sinistra…
Anche Giorgia ha deciso di
girare continuando da destra
verso sinistra con la sua conta
Disposizione diversa della
sequenza: come sulla tastiera
del telefono, in riga, in verticale
…
Elia con la sua conta è arrivato fino al
52!
Davide arriva ad 11 e poi conta per
dieci ripetendo più volte la
successione quando arriva forse a
100, lo scrive come se fosse un 10,
per cui riparte a contare per 10.
Le correzioni sono state
fatte dal bambino che si è
accorto di aver sbagliato.
Elisa il primo giorno ha contato fino a
100 senza sbagliare. Sa già leggere i
numeri. Per non confonderli ha
cambiato il colore ad ogni numero
I NUMERI SI SCRIVONO,
SI LEGGONO, SI DICONO
(aspetti lessicali)
GLI OGGETTI CHE
HANNO I NUMERI
(aspetti funzionali)
Flaviano ha disegnato parecchi
oggetti con i numeri e ha anche
scritto da solo tutte le parole. Sa
già leggere e scrivere
UN NUMERO
PER “RICONOSCERCI”
“All’asilo avevate un “simbolo” per riconoscervi? “
“… Sì, io avevo un cagnolino,
… io la rana
… io un gattino …
… l’uccellino…
… la tazza…”
“Ora però siete grandi, nella scuola primaria
scegliamo un numero, quello che vi piace di più,
siete d’accordo?”
• Ho sparso sulla cattedra dei cartellini con
i numeri: ogni bambino è venuto a
scegliersi il NUMERO che preferiva.
• Hanno poi disegnato il loro ritratto con lo
scotch ci hanno attaccato il numero.
• Man mano che i bambini mi portavano il
ritratto io lo attaccavo con un po’ di
pastafix su un cartellone colorato,
appeso alla lavagna.
I cartelloni con i ritratti
Sono in ordine i ritratti?
• Il giorno dopo ho chiesto ai bambini di spiegarmi che cosa
avevamo fatto il giorno prima, poi ho chiesto:
• “sono in ordine i ritratti sul cartellone?”
• Perché non sono ordinati?
• Ho raccolto le idee dei bambini e poi insieme abbiamo
messo in ordine i ritratti seguendo l’ordine dei numeri
Perché non sono ordinati?
• Rob: Perché non ci sono i numeri al loro posto
• Marc: perché non c’è l’uno esatto con il 2, il 3, il
4, il 5, …. 1 2 3 4 5 6 7…
• Gior: perché non ci sono tutti i numeri, mancano
l’8 e il 9.
• Ins: Ci sono due bambini assenti?...
• … Perché qualcuno è ammalato
• Gian: l’1 deve andare sopra, poi 2 deve andare
sopra, di fianco a lui, il 3 sopra, di fianco al 2… il
4 va di fianco al 5, il 5 di fianco al 4, poi il 6 di
fianco….
• Giu: Non si potrebbe mettere tutti in fila in
basso, tutti ordinati … 1 2 3 4 fare una riga per i
primi, dopo 5, 6, 7 8 9 … e 19 11 12 13 14 e 15
….
• Elia… l’uno va sopra, il due va sotto, il 3 va sotto,
il 4 va sotto, il 5 va sotto dopo …. 1 2 3 4 5 6 7 8
9…
• … Dopo tutti i numeri quei numeri là non ci
stanno dall’alto al basso, bisogna metterli in fila
come quelli, solo non così sparsi …
• Matteo: dobbiamo mettere tutto in ordine, l’uno
al posto primo, il due al posto secondo, il tre al
posto terzo …
In ordine con i numeri
Formiamo il trenino dei numeri
12345678…
I numeri col pongo
I giorni passano …
• Ogni giorno aggiungiamo una pasta dentro un barattolo e
un puntino sul calendario
• Ogni giorno contiamo le paste e poi contiamo i puntini
• Ricerchiamo modi diversi di contare le paste, i pastelli, i
puntini, i bambini, le ghiande …
• Contiamo facendo gesti con il corpo: battendo le mani, i
piedi, facendo ciao, alzando le braccia, battendo sul banco,
alzando le dita...
1° OTTOBRE
• Alla fine di settembre, abbiamo chiuso il primo barattolo e
abbiamo iniziato a riempire il secondo, quello di ottobre
• Se un bambino compie gli anni, segniamo con una torta il
giorno del suo compleanno …
AGGIUNGIAMO UNA PASTA AL GIORNO E CONTIAMO I
GIORNI CHE PASSANO …
ACCORGERSI DEL TEMPO CHE PASSA …
CONTIAMO I GIORNI SUL CALENDARIO
SEGNIAMO I PRIMI
COMPLEANNI
QUANTE
CANDELINE?
QUESTE TORTE CI SERVIRANNO PIU’ AVANTI PER COSTRUIRE IL GRAFICO
DEI COMPLEANNI E PER SAPERE QUANTI BAMBINI SONO NATI IN
SETTEMBRE, QUANTI IN OTTOBRE …
IN CLASSE A CACCIA DI NUMERI:
DOVE LI TROVIAMO?
SCATOLA DELLE SCARPE
VIDEOCASSETTA
AGENDA
BARATTOLO
CALENDARIO
TERMOMETRO
RIGHELLO
MAGLIETTE
PORTALISTINI
BARATTOLO DEI COLORI
PAGINE DEL DIARIO
Usciamo alla ricerca dei numeri
I NUMERI
DELLE CLASSI PRIME
PIU’ MASCHI O
PIU’ FEMMINE?
14 FEMMINE
8 MASCHI
QUANTI DI PIU’?
13 FEMMINE
9 MASCHI
AZIONI IN ORDINE
Una procedura per eseguire un lavoro: “ordinare gli
orsetti dal più piccolo al più grande”.
VIA
VIA
1
COLORO
RITAGLIO
2
ORDINO
3
INCOLLO
4
FINE
FINE
Mettiamo i numeri
COSA VUOL DIRE CONTARE?
COME SI FA A CONTARE?
G: contare vuol dire che uno sta scaricando la sua
propria voce, come dico io sempre … vuol dire che uno sa
scaricare la voce e sa contare: uno, due, tre, quattro,
cinque, sei … venti…
… ma come fai a contare le paste?
M: con le dita.
R: ha preso una pasta e l’ha strisciata e la bocca ha contato
diciassette paste.
C: ho contato con le mani … alzo un dito, un altro e un altro e
un altro…
… alzi un dito e la tua bocca dice uno, alzi un altro dito e la
bocca dice due, ne alzi un altro e dici tre e così via fino a …
M: con la bocca faccio uno, due, tre, quattro … diciassette
colori. Con tutte le dita prima li ho presi e dopo li ho
contati fino all’ultimo colore e ho detto diciassette.
E: per il telecomando …
… e cosa conti con il telecomando?
E: conto i canali che mi piacciono.
M: i prezzi.
… e come li conti i prezzi?
M: niente, non li conto.
E: conta i soldi.
… conti i soldi dentro il salvadanaio.
M: prima avevo detto che i prezzi hanno i numeri.
G: serve per comprare, perché se uno ti dice voglio 5 euro tu
gli dai i soldi di 5 euro.
B: i numeri servono per contare le candeline quando compi gli
anni.
M: quando si gioca alla tombola, quando ti mettono i sassi
sulla scheda dei numeri, si conta, per sapere il numero.
Quante ghiande Giulia ha raccolto
in giardino?
1 2 3 4 5 6 7 ….
21
Riccardo prende una ghianda e la butta nel barattolo e conta uno, ne
prende un’altra e conta due … e così via fino al numero 21.
Contiamo le paste
CONTIAMO
I GESTI
Classi prime - ottobre 2007
Sc. C. Goldoni – Spinea 1°
Ins. Santarelli
…quando
invitiamo gli
amici o gli altri,
gli dico il numero
e dopo lui vede
una casa bianca
con il numero
che gli ho detto io
e lui lo sa…
…per quando
qualcuno si
perde e non
ritrova più la
casa. Anche il
numero di
telefono si può
usare, per
telefonare a
casa …
Serve a
riconoscere la
via di casa…
…. ma perché
c’era bisogno
di metterci il
numero?
… e se non c’è
nessuno a
casa?
I discorsi dei bambini
• Anna: se un amico deve andare da un altro suo amico e
non sa la casa, gli telefona, gli fa scrivere il numero di casa
e dopo va nella sua casa…
• Francesca: serve per i ragazzini grandi, che per la prima
volta vanno via da soli,… quando tornano pensano alla via,
trovano il numero e vanno a casa…
• Micol: se magari uno è cieco non può vedere il
numero e come fa? Deve magari telefonare se è cieco e
non so dopo.
• Anna: se uno è cieco … però se ha un campanello vicino,
prova a sentire, dopo sente un campanello, lo schiaccia,
dopo viene una signora e le dice se lo accompagna a casa…
• Ins: lo sai che i ciechi non vedono, ma usano però le mani
per leggere.
• Carlo: se i numeri non hanno i puntini i ciechi non
possono capire che numero è.
• Ins: A quali persone serve conoscere il numero di casa?
• Marcello: serve per la famiglia, per gli amici, per le zie,
per tutti. Poi pure per quelli che portano la pizza a
domicilio, così sanno il numero della casa dove devono
andare…
• Giulia: se un postino può andare in una casa e non c‘è il
francobollo, lui deve anche sapere la casa del numero,
perché se non c’è il francobollo lui deve pensare che casa è.
• Ins: Serve solo il francobollo sulla lettera?
• … no anche l’indirizzo e il numero.
• Elia: i numeri servono per il postino che viene, se no si
confusionano, il postino mette la posta in un altro che è
dell’altro e dopo mette la posta dell’altro che è di un altro,
così serve per dividere le poste.
• Sara: se no le case non si riconoscono.
I numeri e l’alfabeto Braille
Il GIORNO DOPO PORTO AI BAMBINI I NUMERI A PUNTINI E UN PO’
DI SCATOLE DELLE MEDICINE DOVE CI SONO I PUNTINI IN
RILIEVO.
Maestra, sai
dove puoi
trovare tu
l’alfabeto dei
ciechi? In
ascensore!
(Carlo)
… dalla scatola delle cianfrusaglie alla
“striscia” dei numeri
Classi prime – scuola “C. Goldoni
Spinea 1° Circolo
Ins. Rosa Santarelli
Alcuni bambini
danno forma alle
loro ghiande per
contarle meglio, tra
di loro si passano le
strategie…
Quante ghiande?
Dopo il lavoro abbiamo disegnato con la matita il contorno
delle ghianda e poi abbiamo scritto il numero
Dagli oggetti concreti ai simboli…
Abbiamo tolto le ghiande, ordinato i foglietti e costruito la
“pista dei numeri”
La scatola delle cianfrusaglie
Tu sai che cosa
sono le
CIANFRUSAGLIE?
Sono delle cose che
non servono e si
mettono dentro ad
una scatola e se no
si buttano via (Marc)
Discorsi sulle cianfrusaglie
• M: sono cose vecchie, è passato tanto tempo dal giorno che
le hai usate e… non è tanto bello che le butti, se una volta
le hai usate tanto, saranno dei bei ricordi..
• A: se compri qualcosa e dopo la butti via dopo magari la
rivuoi e hai speso soldi per niente.
• D: le cianfrusaglie se le butti via e dopo se fai un lavoro e
ti servono? Non serve che le butti via, te le tieni perché ti
possono servire ancora.
• F: per me le cianfrusaglie sono una cosa che tu compri per
fare un lavoretto e le cose che avanzano si mettono in uno
scatolone e dopo, quando ti servono … le tiri fuori per fare
uno lavoro e non sprechi i soldi.
Un pezzo di retta attaccato alla
parete dell’aula
Sulla parete c’è disegnato
un lungo filo con dei puntini
tutti alla stessa distanza.
Non ci sono scritti i
numeri (Anna)
• Sulla cattedra ho preparato i sacchetti, i fili per
chiuderli, i cartellini con i numeri.
• I bambini iniziano a raggruppare le cose “uguali”,
le contano e le mettono nei sacchetti.
• Cercano poi il cartellino con il numero “giusto”,
poi vanno ad appendere il sacchetto sulla linea…
Facciamo un po’ di ordine
Ma non è quello
il posto del sei!
Se qua c’è lo zero
e conti uno, due,
tre, quattro,
cinque, sei… il sei
va qui, non qui!
E perché?
• Il primo sacchetto con sei oggetti lo sistemo io in un
punto a caso della linea.
• I bambini contestano la mia scelta. Hanno contato i puntini,
si sono accorti che prima ce ne sono molti di più di sei … mi
dicono che bisogna partire da zero … dico loro che può
succedere di incontrare nel nostro lavoro altri numeri, che
stanno prima dello zero.
E’ vero, c’è il sotto
zero! Come nel frigo!
I discorsi continuano nell’altra
classe
• Abbiamo iniziato con i bambini della prima A a fare ordine
nella scatola delle cianfrusaglie. Arrivano i bambini di
prima B che osservano il lavoro e lo interpretano.
• S: c’è un cartellone nuovo.
• D: la linea dei numeri.
• M: dentro dei pacchettini c’è qualcosa, in quello del tre c’è
una chiave.
• Ins: Vai a vedere se c’è solo una chiave?
• M: no, sono tre.
• G: ho visto delle lineette nere.
• Ins: come sono le lineette?
• G: a me però sembra un metro, ma non credo che lo sia.
• A: ho visto un sacchetto con dentro degli elastici verdi.
• G: ho visto un sacchettino tutto bianco.
• M: c’è anche un sacchetto al n° 11 con dentro delle
cannucce.
• G: cannucce no, sono gessi.
• R: sono 11, perché c’è attaccato il numero 11.
• Ins: e nel sacchetto con il 5 quali cose ci sono?
• G: sono viti.
• R: no, sono bulloni!
• Spiego ai bambini che abbiamo iniziato a far
ordine nella scatola delle cianfrusaglie. Mostro la
scatola ancora piena di cose di ogni tipo.
Ripropongo anche a loro la domanda: voi sapete
che cosa sono le cianfrusaglie?
Continuiamo il lavoro
Dove
attacchiamo il
sacchetto con
10 tappi?
Prima dell’11.
Dopo il 9…
• I bambini lavorando a coppie ordinano le cose nei
sacchetti e le attaccano al “ posto giusto”.
E prima dell’1?
Mettiamo lo
Zero e il
sacchetto
vuoto …
Come possiamo chiamarla?
• Sul pavimento ho
attaccato una striscia di
nastro adesivo lunga
come l’aula.
• Con delle striscette ho
segnato i punti di
incrocio con i lati delle
piastrelle
• Vicino ho scritto i
numeri, questa volta da
zero… Come possiamo
chiamarla?
Possiamo camminare
andando avanti e tornando
indietro. Proviamo tutti,
contando in avanti e
contando all’indietro.
E’ una specie di metro,
ma non proprio un
metro…
Ha delle striscette come il
metro, solo che il metro le
ha anche più corte…
E’ una striscia che ha i
numeri
Un contatore di
piastrelle…
Un contatore di passi …
Ok, la chiamiamo striscia dei numeri o contatore di
passi. Proviamo a camminarci su e a contare i passi
in avanti e indietro? …
Classi prime A e B - Dicembre 2007
Scuola primaria C. Goldoni – Spinea 1°
Ins. R. Santarelli
Confrontiamo ed ordiniamo i colori
• Prima confrontare le
altezze dei bambini
confrontiamo quella
di 5 colori.
OSSERVAZIONE
Dopo i primi tentativi i bambini si
accorgono dell’importanza di
appoggiare i colori su una linea
(esempio: il bordo del quaderno, la
linea di bordo del banco, su una
matita o un righello…)
Nell’ordinare i bambini sistemano subito il colore più corto, poi prendono un colore
alla volta, uno a caso, e lo confrontano con quello/i già sistemati e così individuano
la posizione; procedendo in questo modo sistemano tutti gli altri.
Una strategia per ordinare
Che dite se procediamo andando sempre alla
ricerca del più corto tra quelli rimasti?
Per ordinare dal più piccolo al più grande …
1. Cerco il più corto
2. Lo appoggio sulla linea dell’astuccio, su un righello o una
matita, sul bordo del banco o del quaderno …
3. Cerco tra quelli rimasti il più corto e lo sistemo al
secondo posto
4. Cerco ancora tra quelli rimasti il più corto e lo sistemo al
terzo posto e così via fino a sistemare l’ultimo, il più
grande.
Ora tocca a noi: ci confrontiamo e
ordiniamo
Ci siamo
confrontati, ci
siamo misurati se
uno era più alto o
più basso
… avevamo fatto la
fila sulla lavagna,
dal più piccolo al
più grande.
• Elisa sta cercando di ordinare i bambini dal più basso al più alto.
Procede sistemando un bambino alla volta nella fila: mentre
scorre la fila portandosi dietro il bambino, valuta se è più piccolo o
più grande di …
M. Abbiamo
preso i bambini
dal più piccolo al
più grande, il più
grande stava
per ultimo e il
più piccolo era il
primo
Z. era il primo, S era
seconda, Alice la terza,
dopo siamo andati in
scala salendo e siamo
andati fino al più grande.
E tu in che
posto eri?
Ero quinto.
… Davide era il
più piccolo e
l’abbiamo
messo vicino al
banco là, dopo
abbiamo messo
l’Aurora.
L’ultima era
Matilde che era
a destra.
M: ci siamo misurati dal più piccolo al più grande. Abbiamo fatto la scala.
Chi è il primo? Chi è l’ultimo?
Segniamo l’altezza sul cartellone
CHE COSA CI DICE QUESTO
CARTELLONE?
.
Guardando
questo
cartellone che
cosa riusciamo Riccardo:
a capire?
chi è più alto
e chi è più
basso…
C: abbiamo misurato i bambini e
prima di misurarci ci siamo tolti le
scarpe.
T: prima ci siamo tolti le scarpe e
dopo abbiamo visto dove
arrivavano gli amici.
Come abbiamo segnato dove
arrivano gli amici?
T: con il pennarello abbiamo
scritto i nomi e dopo abbiamo visto
dove arrivavano.
Le righe sul cartellone sono in
scala?
… nooo!
M: perché prima di scrivere
dovevamo pensare .. prima di
tutto dovevi chiamare D. e dopo
chiamare S.
Dal cartellone si capisce quanto alti
siamo?
Se i bambini vanno a casa a
raccontare alla mamma che
cosa abbiamo fatto su
questo cartellone che cosa le
direbbe?
M: posso raccontare chi era più
alto e chi era più basso.
R: chi era medio, chi era un po’
più piccolo. Io sono più alta dei
bambini più piccoli di me, che
sono più bassi.
… A sinistra c’era A., a destra
Tatiana.
R: io sono un po’ più alta di
Alessio e un po’ più basso di T.
io ero tra
Giulio e
Carlo
…io ero tra
Mattia e la Micol
io ero un po’ più alta
di Saraluna e di
Marcello, ma un po’
più alta di Alice
Quanto alti siamo?
Troviamo una strategia per dire quanto alti siamo?
M: possiamo prendere un bambino e misurarlo con un altro
bambino.
Elena: possiamo andare a vedere il cartellone che abbiamo
fatto con le altezze.….
M: Basta leggere il nome sulla linea.…
Ma se tornate a casa come fate a dire alla mamma quanto
siete alti? Se un bambino dice:”sono più alto di Davide”, la
mamma capisce? La mamma gli può dire: “ma quanto alto è
Davide? La mamma sa quanto alto è Davide?
G: solo se una mamma conosce quel bambino può sapere se è
più alto o più basso di lui.…
F: possiamo praticamente fare una cosa difficile, possiamo
procurarci stecche di metri, stecche lunghe, lunghe, e
fini, quelle che si misurano …
Conoscete tutti le stecche di metro di cui parla Francesca?
… sììì…
Il metro che conosciamo
Il doppio metro della maestra
• Prendo il mio doppio metro,
chiedo ai bambini se lo
conoscono.
• … Il mio papà ce l’ha
• … quello di mio nonno è
tutto giallo
• Elena, tu lo conosci?
• … Non tanto
• Questo mio è un doppio
metro. Che cosa vuol dire?
• Francesca: che è due
metri.
• … Mio nonno lo usa
• … Anche il mio..
• … Ha anche i numeri
Siamo più alti o più bassi di un
metro?
I bambini si passano il doppio
metro e guardano i numeri … Lo
piego in due… qualcuno mi dice
che quello è un metro.
Sul cartellone aggiungiamo la
righetta rossa dove arriva il metro.
Siete più alti o più bassi del
metro?
…più altiii!
E questi pezzettini con i numeri
quanto sono lunghi?
F: sono i centimetri.
Allora i numeri stanno contando i
centimetri?
F: Sì…
Siete tutti d’accordo a cbiamarli
centimetri?
… sì
Ci misuriamo
• I bambini osservano
i numeri sul doppio
metro, il primo
numero è 0, poi c’è
l’1, il 2… Arrivano al
100 sul chiodino…
qualcuno legge il
199 e poi… il 200
• Registriamo la
misura, chi è capace
legge i numeri e dice
agli altri che quell’1
che sta prima si dice
cento…
L’uno prima si
dice cento …
Leggiamo le misure degli altri
compagni
Rappresentiamo
Coloriamo la striscia dell’altezza
Ordiniamo le strisce
• Insieme, in corridoio, confrontiamo le
strisce e le ordiniamo …
Abbiamo conservato i
cartelloni con le misure,
ora proviamo a
misurarci ancora per
vedere quanto siamo
cresciuti…
Siamo cresciuti!
Le linee rosse
sono più alte di
quelle nere!
MAGGIO
Misure a confronto e la differenza
La differenza che cos’è?
Uno è blu e uno e
verde!
Quello blu è più
lungo.
Quello verde è
più corto
Quello blu non
ha la punta…
Di quanto è più
lungo.
La situazione e le domande
Ci sono due colori, uno verde e uno blu. Quello verde è
lungo 11, quello blu 17.
QUALI DOMANDE?
Le domande evidenziano i
diversi punti di vista (e anche i
diversi livelli cognitivi).
Controlliamo le risposte: per
alcune la risposta è un nome,
per altre un numero che è già
nel testo, per altre occorre un
pensiero. Per certe domande
bisogna fare un’operazione.
Proviamo a distinguerle..
Di chi sono i
colori?
Domande sulla classe
La nostra classe ha 22 bambini. Alcuni sono
maschi, altri sono femmine.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Quanti sono i maschi?
Quante sono le femmine?
Quanti sono i bambini?
Se metto insieme M e F, quanti sono in tutto?
Chi sono i maschi?
Chi sono le femmine?
Le femmine quante sono di più dei maschi?
I maschi quanti sono di più delle femmine?
Perché ci sono meno maschi e più femmine?
Tipologie di domande
Ci sono domande che
iniziano con…
Osserviamo le
risposte…
Qual è…?
Perché…?
Quanti…?
Chi? Di chi?
…
parole
pensieri
numero
nomi
…
Domande che ci portano
a trovare la differenza di
lunghezza:
Quanto è più lungo il
colore blu?
Quanto è più corto
quello verde?
Qual è la differenza?
Io ho capito che…
Tra le figurine di Giorgia e quelle di
Marcello
Scelta della
domanda che ci
porta a trovare la
DIFFERENZA:
Quante figurine ha
in più Marcello?
I nostri “numeri” nella carta di
identità …
• Abbiamo discusso su che cos’è’ una carta di
identità. Una collega presente in classe ne
aveva una e l’ha mostrata ai bambini, poi i
bambini hanno deciso quali dati scrivere sulla
loro carta di identità.
• Dalla discussione è uscito un modello di
carta di identità a cui io ho dato forma,
utilizzando il computer.
• I dati numerici: numero identificativo, la
data di nascita, il numero di anni, di fratelli, la
taglia, il peso, l’altezza, il numero di scarpe, il
codice di avviamento postale di Spinea, il
numero civico, il numero di telefono …
I numeri e i loro nomi
Classi prime – Febbraio 2008
Scuola primaria C. Goldoni - Spinea 1°
Ins: R. Santarelli
Osserviamo i nomi dei numeri
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
DIECI
C’è la parola
UNDICI
DICI!
DODICI
TREDICI
QUATTORDICI
QUINDICI
SEDICI
DICIASSETTE
DICIOTTO
DICIANNOVE
VENTI
DICI assomiglia a
10, perché i numeri
tipo l’undici e il dodici
hanno sempre l’uno
davanti
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
DIECI
UNDICI
DODICI
TREDICI
QUATTORDICI
QUINDICI
SEDICI
DICIASSETTE
DICIOTTO
DICIANNOVE
VENTI
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
Discorsi sui nomi dei numeri
• D: ho scoperto che certi numeri come dieci e undici
hanno sempre la finale ci e ci.
• E: ho scoperto che il dieci e l’undici hanno per prima
l’uno.
• M: io ho scoperto invece che nel dieci il di sta prima e
il ci per ultimo. Quello in basso ce l’ha tutto attaccato.
C’è la parola DICI.
• G: … su undici, dieci e dodici c’è la CI sempre…quelle
parole sono fatte uguali alla fine.
• G: anche i numeri hanno il loro nome
• M: io ho scoperto che su tutti i numeri c’è il DICI:
tredici, quattordici.
• A: su tutti i numeri non c’è il DICI, ma solo sui primi fino
al diciannove, sul venti non c’è.
• M: c’è il tredici e la parola che c’entra è il tredici, allora
c’è TRE—DICI e allora c’è anche la parola TRE, anche lì
c’è il QUATTRO, c’è il QUATTOR—DICI
.
• Ins: tu stai dicendo che quel QUATTOR è il
QUATTRO?
• M: io ho sempre saputo che c’è un numero che
ha il QUATTRO e c’è scritto quattordici. Allora c’è
questo che nasconde il 4…
• Ins: e il DICI che cosa nasconde?
• M: il DIECI.
• A: per me c’è su tutti i numeri DICI.
• E: nel QUINDICI, anche là c’è il DICI.
• D: non possono essere tutti i numeri fino al cento
con il DICI, allora fino a venti. Il VENTI non ha il
numero DICI, fino al 19 c’è
• M: allora c’è il dieci che ha l’UNO e lo ZERO. Poi
c’è l’uno e un altro uno, c’è sempre l’uno con
uno, con due e tre… così. Il tredici ha il tre dietro,
il dodici il due e l’undici l’uno.
• G: a me sembra che facciamo anche la fila tipo i numeri,
vi siete accorti che stiamo andando avanti con la fila dei
numeri? se qua c’è zero, uno, due e tre, poi qua ci sono
il quattro, il cinque, il sei, il sette … stiamo andando
avanti con la fila dei numeri.
• M: lo zero è come se fa ri-iniziare la conta … se vado a
prendere l’ottanta, è come contare dall’uno … dallo zero,
uno, due … quando si arriva a 19 dopo si ricomincia .
• D: sul VENTI davanti c’è sempre il 2, ma si legge sempre
VENT-UNO, VENTI-DUE... Si capisce che è passato il
venti.
• G: ventitre, ventiquattro, venticinque, sono tutte parole
del VENTI.
• E: dopo c’è il venti e dopo il ventinove c’è il trenta, dopo
c’è tre e uno, tre e due, tre e tre…
• C: dopo il quaranta anche c’è il quarantuno, il
quarantadue, il quarantatre… anche quarantasei e
quarantasette.
• R: il due, il tre, lo zero, l’uno, non hanno il DICI perché
non hanno l’uno davanti…
• E: quell’uno significa 10.
• Mau: se metti il 18 vuol dire che l’uno è il
numero con cui hai contato il dieci, se ci
mette invece l’otto vuol dire che ci sono otto
numeri passati il 10.
Alcuni numeri hanno
seguito la regola, tipo il
diciassette, il diciotto, il
diciannove, … ma l’undici,
il dodici, il tredici, il
quattordici, il quindici il
sedici non hanno seguito la
regola (Elia)
E perché non
seguono la
regola?
... perché il DICI,
invece di essere per
primo sta dopo!
Ogni bracciale deve avere 10
paste
• I bambini
lavorano in
coppia.
• Ogni coppia
riceve un
piattino con
delle paste,
bisogna
costruire dei
bracciali.
• La regola è:
ogni bracciale
deve avere 10
paste.
Raggruppiamo per 10
• I bambini infilano le
dieci paste e poi le
legano con un filo.
Raggruppiamo per 10, gli avanzi
nel piatto
• Nel piattino restano
gli avanzi. Contiamo
i bracciali e le paste,
scriviamo il numero.
VENTITRE
TREDICI
TRENTAQUATTRO
Dieci più ….
DODICI PASTE
TRENTUNO PASTE
VENTIDUE
DICIASSETTE
QUATTORDICI
Registriamo il
risultato e il
nome del
numero sul
cartellone
Costruzione del cartellone: Il “filo
dei numeri”
• Partendo dal 10 abbiamo
cominciato a chiamare i
numeri. I bambini
venivano con i bracciali
fatti, il piatto con gli
avanzi e il loro disegno
che abbiamo incollato sul
cartellone.
Cartellone
Raccogliamo le idee
FARE GRUPPI
FARE UN MUCCHIO
RAGGRUPPARE
ATTACCARE COSE
METTERE INSIEME
nei
SACCHETTI
RETI
CARTINE
METTERE UNO SOPRA L’ALTRO
BUSTINE
SCATOLE
CONTENITORI
PACCHETTI
Raggruppiamo per 10 dodici
Quanti colori
colori
ci sono?
• Prendiamo dodici
colori e
raggruppiamoli per
10 utilizzando un
elastico.
• Quali domande vi
vengono in mente
guardando il lavoro?
Quanti colori
sono
raggruppati?
Quanti colori
avanzati?
Le domande dei bambini riguardano il numero dei colori. E’ stato
faticoso portarli a pensare una domanda che riguardasse il “gruppo”.
Alla mia domanda “quanti sono i gruppi?” alcuni bambini
rispondevano 10. Non stavano guardando il gruppo ma i 10 colori.
Facciamo i pacchetti di dieci
• Proviamo ora a raggruppare per dieci i 16
cubetti facendo pacchetti.
6 AVANZI
6 AVANZI
1 pacchetto
1 pacchetto
Le domande
• I pacchetti
nascondono i dieci
cubetti e sono più
“visibili” per i
bambini.
• Le domande possibili
ora diventano
quattro
Attenzione!
Le domande che
diciamo devono
avere un numero
come risposta!
Quanti
cubetti in
tutto?
Quanti
pacchetti?
Quanti
cubetti nel
pacchetto?
Quanti
cubetti
avanzano?
Modi diversi di guardare
PENSIAMO ALLE
DOMANDE
• Quanti pacchetti di
fazzoletti?
• Quanti fazzoletti
dentro un pacchetto?
• Quanti veli in un
fazzoletto?
• Quanti sono tutti i
veli?
Che cosa guardo? Quanti
sono?
Contiamo i
quadretti?
Contiamo i
fogli?
Sono
troppo
tanti …
Classi prime – Scuola C. Goldoni
Marzo - Aprile 2008
Ins. Rosa Santarelli
Che cosa sai sui numeri pari e
dispari?
Dal problema alla discussione
Pari e dispari con la moneta
• ML. dispari è un numero, però non so che numero, pari è
un altro numero e questa conta si fa quando… se una
vuole fare la torta e la mamma non la vuole fare, questi si
mettono a fare questo: con il soldo si butta e se viene
fuori la parte del pari allora si fa quella roba, se viene
dispari non si fa.
• INS: e qual è la parte pari o dispari del soldo?
• ML: la parte pari è il disegno che c’è dietro il soldo e la
parte dispari è la parte dove c’è il numero.
• AI: dispari o pari… se io voglio comprare un giocattolo e la
mamma non me lo vuole comprare, buttiamo la moneta e
se viene pari me lo compra.
• INS: che disegno deve avere la moneta per essere pari?
• AI: pari è qua e dispari è qua, pari dove c’è il disegno e
dispari dove c’è il numero.
DISPARI
PARI
Pari e dispari con le mani
• DZ: si può fare anche quando c’è un gioco a carte, a chi
inizia prima.
• Ins: come fai?
• DZ: Faccio pari e dispari con le mani. La mamma fa così
(butta un numero con le mani), io faccio così (ne butta un
altro)… (proviamo, è pari o dispari?)
• GS: il pari e dispari si può usare anche nei giochi, allora se
io ho un gioco e siamo arrivati a pari, tutti e due, non so, 9
e 9, dobbiamo fare pari o dispari, chi dice pari, arriva fino
a dieci, chi dice dispari va indietro di un punto …
• AB: con pari e dispari si può anche giocare, che tu devi
dire “alle bombe del cannon…”, però tu prima di dirlo devi
scegliere o “pari” o “dispari”. Prima bisogna dire chi è pari e
chi è dispari e dopo devi dire “alle bombe del cannon,
pim, pum, pam…” e poi bisogna buttare un numero. Se
uno ha buttato 4 e anche l’altro 4 allora è pari, se invece
uno ha buttato 4 e uno 3 e dispari.
• INS: se uno butta 4 e l’altro 3 è pari o dispari?
• AB: dispari! Perché non è il numero uguale, pari vuol
dire che il numero è uguale e dispari che non è
uguale.
• D: pari e dispari sono diversi perché …magari uno manda
un numero che è 10 e l’altro manda 4 è dispari, perché non
sono uguali i numeri. Invece, se uno manda 4 e l’altro lo
stesso 4, viene pari.
• A: … doveva decidere una cosa, tipo che tu volevi andare
dai tuoi nonni per esempio, ha scelto quel numero (pari o
dispari) che ho detto prima, dopo se viene 2 più 2 allora è
pari e ha vinto quello che voleva andare da sua nonna.
• C: Pari vuol dire che se uno fa 5 e un altro fa 5 è pari,
invece se uno fa 3 e l’altro magari fa 4, non è pari, ma
dispari.
• …
• G: per decidere come iniziare, allora se fa pari la
squadra che è la Juve, … e butta l’altro dispari…. Chi vince?
La Juve che ha buttato il 4. Poteva buttare il 5, invece ha
buttato il 3. Allora la Juve inizia a tirare il pallone.
Idea del pari e dispari che si
alternano
• FC: … praticamente si può chiamare sia dispari e pari
che pari o dispari. Sapete perché? Il modo corretto
sarebbe dispari pari , perché prima si dice dispari e
dopo pari, dispari pari, dispari e pari…
• INS: attenti a che cosa sta dicendo FC.
• FC: maestra, la ridico? stavo dicendo che il modo
corretto di chiamare dispari e pari, sarebbe proprio
dispari e pari, non pari e dispari. La sequenza giusta
sarebbe dispari e pari, prima dispari e poi pari,
dispari e pari… prima dispari e poi pari.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10 11
…
• INS: tu parti da dispari… che numero ci metti dietro il primo
dispari?
• FC: il numero 1…
• INS: allora dispari è l’uno… allora vuol dire che lo zero è
pari?...
• FC: scusa maestra, che cosa intendi dire?
• INS: Da dove parti, da che numero per dire dispari? Da
zero o da uno?
• FC: a casa mia si parte dall’uno a contare …
• INS: parti dall’uno allora l’uno è dispari?
• FC: sì
• INS: Vuol dire allora che lo zero è pari?
• FC: Lo zero è dispari se parti da zero!
• INS: allora l’uno è pari?
Cosa vuol dire ALTERNARSI?
Scrivo la sequenza dispari,
pari, dispari, pari … alla
lavagna, faccio notare che si
alternano, prima l’uno e
dopo l’altro.
Ins: avete capito che cosa
significa “si alternano?” .
• F: no, neanch’io.
• R.: hai detto che il pari e
dispari si alternano.
Provo a chiamare dei
bambini e a metterli in fila,
uno alla volta, prima una
bambina, poi un bambino,
un bambino, una bambina…
… Sara,
Davide,
Aurora,
Marcello….
Guardate,
che cosa
osservate?
DV: che sono aumentati.
FC: Sara è 1…dispari…
INS: dispari? Sara è una femmina,
Davide è un maschio, Aurora è una
femmina… maschio, femmina
AB: sono maschio e femmina, maschio
e femmina… come pari e dispari… si
alternano.
Versione nuova del gioco
• FC: vuol dire che si alternano maschi e femmine. … io
conosco lo stesso gioco che prima aveva detto la Anna, ve
lo spiego? Si gioca così: ci si mette d’accordo, ad esempio
siamo io e Z. Ci mettiamo d’accordo, ad esempio lui è
dispari e io sono pari. Buttiamo un numero, ad esempio io
butto 5 e lui 3, poi si conta: dispari, pari, dispari, pari,
dispari, pari… (toccando le dita)… è uscito pari.
Proviamo a fare come dice FC, poi rappresentiamo la
sua idea.
Proviamo a giocare come dice
Francesca
Che numero
è uscito? E’
pari o
dispari?
Dispari, pari, dispari, pari,
dispari!
I bambini prima decidono chi di loro è pari e chi
dispari, poi buttano il numero recitando la filastrocca
detta da Anna.
Se esce pari, il bambino che ha scelto il pari
accompagna il compagno bendato …, viceversa, se
esce dispari, viene bendato e si fa accompagnare.
Che numero è
uscito? E’ pari
o dispari?
Dispari, pari, dispari, pari,
dispari, pari, dispari!
Dispari, pari, dispari, pari,
dispari, pari, dispari, pari!
Targhe alterne a Spinea
• GB: quando qualcuno non può correre in
macchina, pari o dispari…
• INS: sentite cosa dice GB? E’ una cosa che
interessa i vostri papà e le vostre mamme.
• GZ: quando uno non può correre in
macchina c’è un pari e dispari.
• INS: che cosa in questo caso è pari o
dispari?
• GZ: la targa.
• INS: tu stai parlando di targhe dispari e di
targhe pari?
• ML: sulla targa delle macchine ci sono
numeri pari o dispari. Si usa quando c’è
tanto traffico, quando vai verso Mestre, stai
arrivando da Spinea a Mestre, ci sono
sempre questi cartelli elettronici, che
dicono che tra il 18 e il 19 ci saranno le
targhe del pari, che non potranno andare
nel circolo. Ci sono queste robe perché c’è
troppo traffico, anche sulla tangenziale di
Mestre.
Ordinanza del Comune di Spinea
Giornate pari e giornate dispari
Quali sono le
GIORNATE PARI?
QUALI QUELLE
DISPARI?
Scriviamo alla lavagna e sul
quaderno tutti i numeri del mese
di marzo, poi con la regola di
Francesca coloriamo solo le
caselle con i numeri pari
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
Quali sono le
TARGHE PARI?
QUALI QUELLE
DISPARI?
• Nella giornata pari circolano solo i veicoli aventi
l’ultimo numero a destra della targa pari.
• Nella giornata dispari circolano solo i veicoli
aventi l’ultimo numero della targa dispari.
Come compito per casa dico ai bambini di ricopiarsi su
un foglietto la targa della macchina del papà o della
mamma…
Giochiamo a simulare la realtà di
Spinea
• Se il giorno è pari il
bambino (auto) con la
targa pari può circolare
e fare il giro della
terrazza e tra i banchi,
se è dispari porta la
macchina in garage (il
proprio banco)
• Il gioco lo ripetiamo per
due giorni.
Idea del pari se il numero è formato
da due numeri uguali
• G: basta anche il pari, tipo il calcio, tipo due a due sono pari…
anche il 22, perché ci sono due squadre...
• F: Il 22 lo dividi in due gruppi, 11 di qua e 11 di là.
• E: se ci sono 11 giocatori contro 11 giocatori, se loro si mischiano
e diventano tutta una squadra, viene fuori il 22 e il 22 è pari,
perché il numero si divide in due numeri uguali, è formato
da due numeri uguali.
• F: se i numeri vanno pari e dispari, pari e dispari, pari e dispari… il
20 è pari perché è 10 e 10 e il 22 deve essere pari …
• …
• F: Se tu conti per due così: 2, 4, 6, 8, 10, quelli là sono
numeri pari, perché ne salti uno e conti solo quelli pari.
• E: tutti i numeri che sono formati da due numeri uguali sono tutti
pari, quelli che non si formano con due numeri uguali non sono
pari.
11 di qua e 11 di là
Proviamo a disporci in due gruppi
anche noi
Giochiamo a passarci la palla
•
•
•
•
•
2 bambini
4 bambini
6 bambini
8 bambini
…
uno di qua e uno di là
due di qua e due di là
tre di qua e tre di là
quattro di qua e quattro di là
LA CONTA PER 2 E I NUMERI PARI
0
2
4
6
8
10 12 14 16 18 20 22
Giochiamo a lanciarci la palla
Chi lancia
per primo?
Si gioca prima a coppie, poi
formando due squadre con più
bambini. Prima però si gioca a
pari e dispari per capire quale
squadra deve lanciare per
prima la palla.
Le varie soluzioni
Nessuna
squadra di là
Nessuna
squadra di qua
0
1
2
3
4
5
6
0
1
2
3
4
5
6
Pensiero di Flaviano
• Se i numeri sono pari e dispari, pari e
dispari, pari e …, se l’1 è dispari allora
lo zero è pari, perché sta prima dell’1!
La mamma mi ha detto
che la targa della sua
macchina è dispari
perché l’uno non si
può dividere.
Se l’uno è dispari
perché non si può
dividere, allora lo
zero come si fa a
dividere? [EC]
Considerazioni finali
•
•
•
•
Quest’attività è stata molto coinvolgente per i bambini, ha riguardato le
loro esperienze, i loro giochi.
Sono emerse due interpretazioni del gioco del pari e del dispari, una è
stata quella del buttare tutti e due lo stesso numero per fare pari. In
questo caso i bambini non considerano pari un’uscita del tipo 2 e 4. L’anno
prossimo in seconda questo discorso dobbiamo riprenderlo per
approfondirlo.
Il problema delle targhe alterne era attuale e sentito nelle famiglie, i
bambini lo hanno riportato a scuola. E’ stato interessante capire come si fa
a riconoscere una targa pari da una dispari e una giornata pari da una
giornata dispari.
I bambini all’inizio avevano un’idea di numero pari come un contenitore di
due numeri uguali (si può dividere per due). Successivamente l’idea
l’hanno modificata osservano i numero pari e numero dispari che si
alternavano nella successione dei numeri e osservano che la somma di
due numeri dispari 9+3 dà un numero pari, la somma di due numeri pari è
sempre pari... Con un ragionamento logico un bambino è arrivato a dire
che lo zero è pari. Resta comunque il problema di Elia: come si fa a
dividere lo zero in due parti uguali? Per ora ci siamo accontentati di dire
che 0 è uguale a 0+0 e a immaginare due squadre di 0 bambini.
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Incontriamo i numeri - Istituto Comprensivo Spinea 1