Composizione materie prime La materia prima per la produzione del vino è l'uva, la quale, attraverso un processo chiamato pigiatura, diventerà mosto. L'uva è costituita da: la buccia contenente cellule epidermiche ricche di cellulosa, pectina, pigmenti colorati e sostanze aromatiche; dalla polpa, la quale contiene il succo acido e zuccherino dell'uva e da vinaccioli. Dopo la pigiatura l'uva diventa mosto, cioè una soluzione zuccherina composta per il 70-80% da acqua, per il 15-30% da zuccheri esosi, per lo 0.51.5% da acidi organici e per la parte rimanente da vitamine, tannini, proteine e sali minerali. Importanza del contenuto zuccherino Di grandissima importanza è tenere sotto controllo il contenuto zuccherino dell'uva, perché questo, attraverso la fermentazione alcolica, diverrà per gran parte, alcol etilico il quale influirà sulla graduazione alcolica del vino. Tra gli zuccheri presenti nel mosto abbiamo: quasi per il 100%, fruttosio e glucosio in eguali quantità, i quali daranno luogo alla fermentazione, e, se anche in piccole quantità, sono presenti anche xilosio ed arabinosio. Importanza degli acidi organici Tra gli acidi organici presenti nel mosto troviamo: l'acido citrico, presenti in piccolissime quantità, il quale durante la fermentazione sarà perso totalmente; l'acido tartarico, che è l'acido tipico dell'uva ed è caratteristico della sua acidità e l'acido malico che è presente in quantità minore rispetto all'acido tartarico, ma non trascurabili, inoltre, per varie tipologie di vini (soprattutto quelli rossi) esso può dar luogo ad una seconda fermentazione, la fermentazione malolattica, capace di cambiare completamente le caratteristiche del vino dandogli un sapore morbido e rotondo, dovuto alla presenza dell'acido lattico. Altre sostanze presenti nel mosto Tra le altre sostane presenti nel mosto troviamo: Composti fenolici: essi conferiscono al vino colori e sapori particolari e tra essi troviamo antociani, leucoantociani, catechine e flavoni Sostanze azotate: esse possono derivare da fonti organiche o inorganiche, e la loro composizione dipende dalla condizione di crescita dell'uva; comunque il loro contenuto totale non supera 1 g/l; tra esse troviamo proteine, polipeptidi, amminoacidi (sopratutto la prolina), ammidi, ammine, sali ammoniacali e nitrati Enzimi: i quali derivano, quasi tutti, dalla sintesi cellulare del frutto e tra essi troviamo ossidasi, proteasi ed enzimi pectolitici Vitamine: le quali sono importanti fattori di crescita per i lieviti e conferiscono un importante valore nutritivo; tranne la vitamina A, le altre sono tutte vitamine idrosolubili come B1, B2, B6, B12, C, PP, acido folico e acido pantotenico Sali minerali: sono presenti soprattutto nella forma ionica e tra essi troviamo: potassio (k+), il calcio (Ca2+), il magnesio (Mg2+), il ferro (Fe2+), il rame (Cu+), il piombo (Pb++), lo zinco (Zn++), i fosfati (PO4)3- ed i cloruri (Cl-) La Vendemmia La vendemmia è il primo processo per la produzione del vino ed è la fase di raccolta dell'uva. I metodi principali per la raccolta dell'uva sono due essenzialmente: quello manuale e quello meccanico. Il metodo manuale viene praticato se si vuole ottenere un vino di particolare qualità perché è importante operare una scelta selettiva dei grappoli e selezionare solo i migliori o solo quelli adeguati per il vino che si vuole ottenere (questo porta anche a prezzi molto elevati). Inoltre durante la vendemmia, bisogna avere una particolare attenzione a non schiacciare il frutto, perché questo potrebbe causare un cambiamento di sapore e quindi potrebbe compromettere la qualità del vino. Pigiatura, raspatura e sgrondatura Questi due processi possono avvenire anche in una sola operazione, quando si fa una lavorazione meccanica. I macchinari principalmente usati per queste operazioni sono: pigiatrici, diraspatrici, pigia-diraspatrici, presse, torchi e sgrondatori. Le raspatura si effettua quando la presenza del raspo non è consigliabile nel pigiato, perché potrebbe cedere troppi composti polifenolici che potrebbero alterare la composizione del vino. Questo macchinario permette un’operazione di sgranellatura e diraspatura soffice e delicata, con minore formazione di feccia, sostanze intorbidanti e frantumazione di raspi, quindi sono più facili da rimuovere. Questo macchinario è anche il più utilizzato. La sgrondatura, che avviene attraverso gli sgrondatori, consiste in un eliminazione immediata, dal pigiato, del raspo appunto per evitare che si trasferiscano composti fenolici. Questo è il classico esempio di pigiatura manuale. Solfitazione Questa pratica consiste nell'addizionare anidride solforosa (SO2 ) al mosto, in modo omogeneo e continuo. Questa operazione svolge numerose azioni, tra cui: azione antisettica, cioè, fa in modo che non vi crescano batteri azione antiossidante, evita gli imbrunimenti dovuti alla presenza dell'ossigeno azione da solvente, perché aiuta alcuni coloranti poco solubili ad entrare in soluzione azione chiarificante, perché facilita la decantazione spontanea favorendo l'aggregazione delle frazioni proteiche, agendo sul loro punto isoelettrico La solfitazione viene praticamente effettuata nei tini di fermentazione, come quello sotto riportato. Dopo la solfitazione, finalmente si può passare alla fermentazione alcolica tramite l'aggiunta di lieviti selezionati come i: Saccharomyces cerevisiae, Saccharomyces rosei, Schizosaccharomyces pombe e la Candida mycoderma. La preparazione del ceppo selezionato avviene separatamente dai processi che abbiamo già visto e non starò a soffermarmi su questo. La fermentazione, dall'inoculo sul mosto,avviene in due fasi: la prima fase non è proprio una fermentazione, ma una respirazione aerobia da parte dei lieviti questa fase serve per far crescere in maniera esponenziale i lieviti e per farli crescere, stando attenti alla temperatura e alle concentrazioni dei nutrienti; la seconda fase invece è la fermentazione vera e propria, nella quale, quello che era il contenuto zuccherino dell'uva si trasformerà il alcol etilico. Questa pratica viene effettuata soprattutto per i vini rossi, perché, attraverso la fermentazione malolattica, per il vino si passa da un sapore aspro, caratteristico dell'acido malico, ad un sapore più morbido e rotondo caratteristico dell'acido lattico.