AL 44 .Alessandria e provincia STAMPA .LA DOMENICA 7 APRILE 2013 il caso VALENTINA FREZZATO MIRIAM MASSONE ALESSANDRIA N ella città che ha sfornato (è il caso di dirlo) la massaia-diva della tv Benedetta Parodi non si può evitare di parlare di cibo. E nemmeno di dire che, al contrario di ciò che pensano i soliti criticoni, Alessandria è diventata, negli anni, uno di quei posti dove si mangia bene e si cucina ancor meglio. Mentre in televisione la concittadina trionfa ai fornelli di La7, tra gamberi surgelati e buste di cibi pronti (e criticati), diventando l’eroina di chi ha poco tempo per spignattare, gli chef alessandrini si riscoprono cultori dei piatti semplici e degli ingredienti di qualità. «Non esiste un grande cuoco senza una grande materia prima» spiega Andrea Ribaldone, chef del ristorante La Fermata fino al 2012, ora executive chef all’Eataly di Tokyo. «Noi cuochi alessandrini siamo facilitati dall’ampia scelta di prodotti di pregio. Montebore, ceci della Merella, zafferano, fragoline di Tortona, per citarne alcuni», che rendono la cucina del territorio ricca di gusto. «Molti pensano che le nostre siano ricette prevalentemente invernali, invece anche in primavera e in estate danno emozioni. Questo è un territorio ricco, che guarda anche alla modernità» conferma Ribaldone, che proprio in questo momento, in Giappone, ha in menù i rabaton. «Mi piace portare la nostra cucina a Tokyo, ai giapponesi piace tanto, la apprezzano. Amano i nostri prodotti: i rabaton li facciamo con il formaggio nostrano e le loro erbe»; Ribaldone propone Alessandria a tavola anche quando partecipa a «La Prova del Cuoco», il programma di Antonella Clerici: «Proprio qualche giorno fa ho preparato gli agnolotti alla monferrina, esattamente come li facevano mia zia e mia madre». Non conosceva la cucina alessandrina, ma ha studiato per riproporla fedelmente. Domingo Schingaro arriva da Bari e dal 2004 è lo chef del ristorante dell’albergo Alli Due Buoi Rossi, in via Cavour; conferma che questa è una città molto attenta alla ristorazione: «I clienti sono esigenti, soprattutto adesso che i cuochi sono le star della tv. Da noi ordinano piatti ricercati, ma alla fine i più richiesti sono gli agnolotti». Anche lui è attento alle materie prime: «E’ più difficile cucinare con ingredienti semplici rispettando la stagionalità. La mia è una cucina tradizionale fusion, con influssi mediterranei». Ama cucinare i risotti: il suo «cavallo di battaglia» è quello con piselli e carpaccio di gamberi di Sanremo. Risotti in testa alle preferenze pure di Beppe Sardi, da 37 anni dietro i fornelli dello storico ristorante «Il Grappolo», nel centro città: seduto al tavolo nell’elegante sala che anticamente era «teatro» del consiglio comunale di I migliori ai fornelli Dall’alto a sinistra Beppe Sardi del ristorante «Il Grappolo», è anche leader dell’Unione italiana ristoratori, accanto c’è Domenico Sorrentino, giovane e talentuoso chef del ristorante «Libando» di Castellazzo, poi Andrea Ribaldone, storico master chef alessandrino, ora all’Eataly di Tokio e sotto, Domingo Schingaro del ristorante «All due Buoi Rossi» La città, inaspettata palestra dei talentuosi “master chef” Dietro le quinte dei ristoranti: “Se un piatto riesce qui, funziona ovunque” Nella cucina di Sky Aspiranteconcorrente «Barbieriilmiopreferito» n C’è anche chi sogna di diventa re, un giorno, il terzo Masterchef ita liano. Claudia Morelli, la responsabi le amministrativa dell’hotel Alli Due Buoi Rossi ama cucinare da sempre: «Gli amici ritengono che sia abba stanza brava». Per questo ha deciso di partecipare alle selezioni per la ter za edizione del programma con dotto da Carlo Cracco, Bruno Bar bieri e Joe Bastiani ch su Sky (ora è in onda in replica la seconda stagione su Cielo). Claudia, che ha 39 anni, è di Carbonara Scrivia e ha un passato da cantante, spera di essere scelta per diventare una delle concorrenti: «Mi piacerebbe essere apprezzata dallo chef Barbieri, che temo tantissimo. A Bastianich vorrei dire “mi stai diludendo”». [V. F.] Alessandria, davanti a un caffè servito chicchi), nel suo ristorante i piatti con raffinato centrino di pizzo come «must» restano gli agnolotti e il carrello sottopiatto, Sardi si fa «paladino» della dei bolliti (7 tagli e 14 salse). Altra genetradizione e della semplicità. Ricorda razione, altro modo di intendere l’arte gli anni d’oro, dei 100 coperti al giorno del cucinare, l’autodidatta Domenico «dal 1978 al 1983» e fa una breve storia Sorrentino, 28 anni, da appena due alle della cultura culinaria: «Sono cambiati prese con pentole e mestoli, è lo chef del i gusti e il modo di mangiare, e i menù si ristorante Libando di Castellazzo Borsono dovuti adeguare. Spariti i carrelli mida e pure della «Prova del cuoco» dodegli antipasti e dei dolci, archiviata ve seduce con i cibi: «Il segreto? Prepal’esperienza della nouvel cousine , che rarli assieme, raccontare cosa si è fatto comunque ci ha insegnato a mangiare e cosa si sta mangiando e presentarli anche con gli occhi, oggi il cliente è più bene». Qui il talento sta nell’estro, e nel confuso, si sente più esperto, complice fiuto: Sorrentino - col pomodoro (suo la tv, ma al tempo «marchio») cucito stesso non sa cosa I RABATON VOLANO ALL’ESTERO sopra ogni capo - ha trova all’interno di che la carta Andrea Ribaldone li prepara intuito un locale». C’è una vincente, oggi, può spersonalizzazio- a Eataly di Tokyo: «Con le loro essere il mix tra vecerbe e il nostro formaggio» chio e nuovo, tra ne, e anche una bulimia di notizie sul fantasia e territorio, mondo dell’enogastronomia che se da tra etnico e made in Italy. E così che ha un lato fa i «palati» più colti, dall’altro partorito il suo sushi all’italiana con pedisorienta. Ma il vaso ora è colmo: «Si sce e carne: «Utilizzo tecniche giappotornerà ai sapori antichi, all’essenziali- nesi con prodotti alessandrini: il risotto tà, alla tradizione». Sardi già lo fa con al posto del riso acetato e il carpaccio l’amore di chi crede che la qualità degli invece dell’alga». Talmente insolito che ingredienti faccia la differenza sul se- il rischio fosse un flop e invece: «Una corio. «Padre» del risotto al Gavi, e artefi- sa è certa: se piace agli alessandrini piace del suo personale guinness con il ri- ce a chiunque. Sono così esigenti... Quesotto più piccolo al mondo («Solo 40 sta città è la migliore palestra». Al Retail Park Le«sculturediverdura» delcuocotvMenconi n Lo chef Claudio Menconi, volto popolare di Uno mattina, Occhio alla spesa e La prova del cuoco, si esibisce oggi dalle 11 al Serravalle Retail Park, nel punto vendita Abita. Showcoo king per svelare i segreti della cucina decorativa, le tecniche d’intaglio e le sculture vegetali. Porterà in tavola creazioni artistiche ma commestibili. E per gli aspiranti chef prosegue, sempre al Retail Park, l’evento «Vuoi pubblicare la tua ricetta?», in collaborazione con l’asso ciazione novese «IoCucinoItaliano». Le ricette dovranno arrivare entro giu gno, attraverso i siti www.iocucinoia liano.eu e www.abita.bottegadiloren zi.it. Le più belle saranno raccolte in un libro e il ricavato della vendita devolu to alla onlus «Ascolta l’Africa». [M.M.]