Redazione Editoriale Pubblicita', Diffusione CHEF ITALIANI NEL MONDO Direttore Generale Marco Medaglia Direttore Responsabile Pierluigi Maniero Direttore Editoriale Mauro Bellodi Coordinatore Editoriale Lamberto Selleri Redazione Cook CIM Francesco Greco Giuseppe Simonetti Giorgio Dracopulus Sergio Zanardi Alice Motti Alessandro Allocco Raffaele D'Angelo Fabio Tira Ufficio P.R. Ernestina De Paola Consulenza Gastronomica Chef CIM Consulenza Scuole Scuola di Cucina Alma F.I.C I.F.S.E. Per le Foto ringrazziamo i nostri Chef e le Fonti stampa accreditate al Mahazine Cook CIM Grafic Designer Elisa Rattalino la riproduzione delle foto originali non e' permessa la riproduzione degli articoli e' solo su autorizzazione scritta e cittando la fonte. Scritti e foto inviate alla redazione non saranno restituite Pag.2 L’editoriale di Marco Medaglia Pag.4 Un sogno chiamato Italia libro di Renato Di Carlo Pag.6 News Italian Food Style Education I.F.S.E. Pag.7 Cacciate dalle strade perche? Pag.8 Spot Fabbri Pag.10 Chef del Mese “ Chef Oscar Bagattini “ Pag.14 Sritti di Gusto di Giorgio Dracopulos Pag.18 La giornata Mondiale delle Cucine Regionali con lo Speciale Pag.22 Chef Italiani nel Mondo Pag 28 Cucina Evolution Pag.30 Intinerari diVini di Raffaele D’Angelo Pag.32 Flos Olei 2013 di Marco Oreggia Pag.37 Assolutamente “ Italiano” Pag..38 Adotta un Clementino Pag 40 Stampa Rational Pag.42 Quale cucina Scegliere “ Giuseppe Simonetti” Pag.43 Stampa HotmixPro E Cacciate dalle strade perché ricordavano povertà fatica del lavoro manuale, ricompaiono vestite a festa nei luoghi più chic delle nostre città. Agghindate, colorate, cariche di ghiottonerie (poche, selezionate e di qualità) si piazzano nelle vie dello shopping e nelle piazze meglio frequentate, dispensando gelato artigianale (un po’ come il vecchio carretto munito di trombetta), frittura, sushi, panini con lampredotto (ma di mare), offrendo flessibilità nel servizio, negli orari, nei luoghi. Con consegna nel giardino di casa, piuttosto che davanti alla facoltà per feste e ricorrenze. aperitivo di V. RussoFlò è uno di questi furgoncini scanzonati, arriva dalla Resti di Terranuova Bracciolini (Ar), pronta a conquistare il mercato con le carapine, fa da apripista ad altri progetti, pensando anche a mezzi sempre meno impattanti per l’ambiente. L’investimento iniziale si aggira sui 40mila euro, dipende dall’allestimento, per questo fa gola a molti giovani, ma anche a persone che un lavoro lo hanno perso e se lo devono reinventare. E vuoi mettere quel senso di libertà che incarna, piazzata su tre (l’Ape Piaggio) oppure quattro ruote (il Porter), simbolo di un’Italia di stile, che piace. Dal gusto retrò. grille di Street Food MobileLa tendenza è ormai affermata negli Stati Uniti da dove è partita una decina di anni fa. Approdata in Europa attraverso il Regno Unito dove oggi sta spopolando, ha recentemente conquistato la Francia. “L’Italia, il paese dove nascono questi mini shop su ruote – dice Andrea Carletti, architetto toscano, ideatore della Street Food Mobile, azienda specializzata nel rifare il maquillage ai food truck – in realtà è ancora in dietro. E pensare che abbiamo tante specialità gastronomiche invidiate dagli stranieri”. Nel nostro Paese l’Ape agghindata a festa è ancora avanguardistica? Allora Carletti la esporta. Come altre ditte similari, ad esempio la vicentina Sperotto che guarda ad Africa, Russia, Caucaso, Arabia (dove richiedono truck monolitici, con tanto di aria condizionata, dispensatori di frutta e verdura in una sorta di vecchio porta a porta). Flo` di resti ad ArezzoCarletti però guarda al Vecchio Continente e insiste a proporre i suoi calessini a motore nel Belpaese. Così all’idea vincente del “Gurmetti”, piazzato a Londra, dove fanno la coda per un “tomito” (burrito con tonno del Chianti di Dario Cecchini), a Milano una signora americana risponde vendendo pane e dolci sulla “California Bakery”, mentre “ApeBistrot” stappa champagne e dischiude ostriche. E ancora: “Pizza e Mortazza” porta la merenda agli universitari romani di Tor Vergata, a Napoli il primo brindisi dopo un matrimonio si fa sul sagrato della chiesa con “Aperitivo”. California Bakery di Street Food MobileQuest’ultima è un’idea dello chef trentenne Vincenzo Russo, e fun ziona. Per i prossimi giorni ha in carnet diversi catering e feste. “All’epoca mi occupavo di banqueting. Mancava un’alternativa simpatica per festeggiare con pochi soldi – racconta il giovane – et voilà vidi il sito di Carletti e pensai di creare Ape…ritivo, ossia il primo brindisi itinerante. L’investimento è basso se paragonato a quello di un ristorante o un bar. L’unico ostacolo sono i permessi, la burocrazia italiana è pachidermica, ma con caparbietà li ho ottenuti. In pratica è un negozio senza affitto. aperitivo di vincenzo russoI costi di gestione sono a buon mercato (assicurazione, garage e contributi Inps). Se esco guadagno, se non esco non perdo, e dici poco…”. Segno distintivo, la tipicità degli stuzzichini serviti in abbinamento al calice: cicoli e ricotta, tarallo sugna e pepe, trippa, menù ad hoc. “L’impatto sulle persone ha dell’incredibili – commenta Vincenzo Russo – C’è voglia di accorciare le distanze e di una cucina che ci appartenga, che riconosciamo emotivamente. E poi il vero lusso secondo me sta nella semplicità. La cucina migliore è quella senza fronzoli, da cui è possibile riconoscere i sapori di quando eravamo bambini. Un po’ come nel finale del film Ratatouille. Sì, un’esperienza che consiglio vivamente a chi abbia idee e voglia di mettersi in gioco”. FABBRI LA GELATINA A SPRUZZO Novità irresistibile Fabbri 1905 S.p.A. Via Emilia Ponente, 276 - 40132 Bologna Tel. 051.6173111 - Fax 051.6173276 www.fabbri1905.com La prima gelatina in versione a spruzzo. Negli ultimi anni, l’utilizzo di prodotti spray in pasticceria e ristorazione si è enormemente diffuso (es. staccanti per teglie), perché consente rapidità d’uso e risparmio di prodotto. Per questo Fabbri presenta una novità di sicuro interesse: FrescaFrutta Gelée in versione a spruzzo. I vantaggi sono immediati: > consente di risparmiare il 70% di gelatina, rispetto all’uso con il pennello > dimezza i tempi di preparazione > si utilizza in modo semplice e pratico > permette di erogare la quantità di prodotto desiderata, grazie al beccuccio regolabile I PLUS SONO UNICI: > evita l’imbrunimento della frutta > è subito pronta all’uso > è perfetta da +5°C a -20°C > è gluten free BOTTIGLIA PRODOTTO 800 g NEBULIZZATORE CON BECCUCCIO REGOLABILE (sacchetto da 2 pezzi cartone da 3 sacchetti) Istruzioni per l’uso L’utilizzo è semplicissimo: basta svitare il tappo della bottiglia e sostituirlo con il nebulizzatore. La gelatina è così pronta per essere erogata a spruzzo direttamente sul dolce. Un dessert al piatto, una macedonia o una crostata di frutta richiedono attenzione e tempo per la loro preparazione. Sforzi produttivi che possono rivelarsi inutili, se le specialità non sono poi conservate in modo adeguato; come ogni professionista infatti sa, la frutta tende a ossidarsi e scurire e i dolci più delicati patiscono l’esposizione all’aria. Dalla secolare esperienza di Fabbri 1905 ecco la soluzione: è FrescaFrutta Fabbri, una gelatina nella nuova confezione a spruzzo da 800 g. Pratica e conveniente, evita l’imbrunimento della frutta (ma anche della verdura) e mantiene i dolci lucidi e invitanti. FrescaFrutta è comoda da utilizzare grazie al nebulizzatore, che permette di erogare solo la quantità di prodotto desiderata, grazie al beccuccio regolabile: una soluzione pratica che consente di risparmiare circa il 70% rispetto all’uso di gelatina con il pennello. Disapore neutro e priva di glutine, FrescaFrutta non va miscelata o riscaldata, ma è subito pronta all’uso a temperature che vanno da +5°C a -20°C. Una gelée di grande versatilità, che può essere utilizzata su molti prodotti, per esempio sulle tartellette salate, semplicemente aggiungendo della riduzione di brodo salato, in proporzione di 5 g ogni 100 g di gelatina. La zona situata lungo la costa sul confine tra le Province di Pisa e Livorno si chiama Calambrone, ma anticamente era denominata “Caput Labronis”. Per secoli e fino ai primi decenni del 1900 è stata una zona paludosa salmastrosa e praticamente disabitata con alcune vestigia storiche collegate al periodo della Repubblica Marinara di Pisa (dal XI al XV Secolo) e del suo antico porto. Nel 1920 questo territorio apparteneva alla Tenuta Reale di Tombolo. Proprio in quegli anni in tutta Italia furono messi in campo dei mega progetti che coinvolsero tutto il paese: tra questi molte furono le bonifiche e le nuove fondazioni di centri abitati. Anche il Calabrone nel 1925, dopo la bonifica, divenne la sede della nuova “Città Elioterapica”. Il progetto fortemente voluto dai reparti pediatrici dell’Ospedale di Pisa e di Livorno fu apertamente appoggiato da potenti politici locali come il Livornese Costanzo Ciano (1876-1939), ministro del governo di allora, e il podestà di Pisa Guido Buffarini Guidi (18951945). Tra il 1931 e il 1938 sorsero, sulla spiaggia del Calabrone tra il viale XXVIII Ottobre (oggi viale del Tirreno) e il mare, sei complessi moderni e arditi. Edifici, architettonicamente importanti che seguivano lo stile denominato “Razionalismo Italiano”, meglio conosciuti come “colonie estive”. Le avveniristiche costruzioni, con tutti i più moderni servizi (piscine, palestre, cinema, teatri, librerie, strutture di primo soccorso), furono edificate sotto la guida di famosi ingegneri e architetti come il Bolognese Angiolo Mazzoni del Grande (1894-1979), i Romani Giulio Pediconi (19061999), Ghino Venturi (1884-1970) Mario Paniconi (1904-1973) e Marcello Piacentini (1881-1960). Oltre a ciò la zona venne resa autonoma con la costruzione anche di altre strutture come la Chiesa di Santa Rosa, la direzione sanitaria, gli ambulatori, la zona uffici, le lavanderie, i magazzini, la centrale termica e le autorimesse. Per agevolare le comunicazioni, il 26 agosto 1935, fu completata la linea ferroviaria Pisa-Marina di Pisa-Tirrenia-Calambrone-Livorno, che, partendo dal centro Pisano, arrivava a Livorno, alla stazione di Barriera Margherita, proprio davanti all’Accademia Navale. Mi ricordo benissimo, per esserci stato, il cosiddetto “trammino” per i Pisani e il “trenino” per i Livornesi, comodo e divertente. Purtroppo, il servizio fu interrotto il 15 settembre del 1960. Le colonie estive del Calabrone ebbero il grande merito di curare con la talassoterapia e l’elioterapia, oltre che ad assisterli gratuitamente in ogni tipo di loro necessità, migliaia di bambini, tra i 6 e i 12 anni, soprattutto di famiglie bisognose. Lungo tutti i litorali dello stivale Italico le colonie servirono a limitare moltissimo le malattie che allora erano causa di un’altissima mortalità infantile. Anche se vivevano in una penisola, solo grazie alle colonie, la stragrande maggioranza dei bambini Italiani conobbe il mare. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Calambrone fu quasi completamente abbandonato e gli edifici delle colonie iniziarono a deteriorarsi. La località balneare si è sviluppata invece intorno al centro di Tirrenia. Solo dai primi anni del 2000 la zona è rinata con un grande progetto di riqualificazione turistico/residenziale che coinvolge anche il recupero di tutte le vecchie Colonie come edilizia privata. Nell’ambito di questo progetto una delle più belle strutture che sono nate al Calambrone è il Green Park Resort, “4 Stelle S”, vero e proprio “gioiello” Pisano del Gruppo Soft Living Places della Famiglia Madonna. Il Gruppo è proprietario di altri due lussuosi Hotel in Versilia, l’Hotel Byron “5 Stelle L” di Forte dei Marmi e l’Hotel Plaza e de Russie “4 Stelle”di Viareggio. Al Green Park Resort cinque grandi strutture a due piani immerse in 5 ettari di pineta e macchia mediterranea circondano un bellissimo verdeggiante parco giardino (da girare con apposite “golf buggy” elettriche”) con la grande piscina scoperta intorno alla quale in estate si effettua ”Il Grill”. Quattro suites, 42 junior suites, un centinaio di accoglienti camere delux e superior dotate di ogni comfort, il centro congressi, la sala fitness e la SPA, fanno di questo Resort il luogo ideale per una vacanza rilassante dove si può essere totalmente coccolati. Oltre a tutto ciò ci sono due ristoranti, “Le Ginestre” e il “Lunasia”. Il primo, grande e accogliente, fino a 500 persone, offre una cucina espressa di alto livello con un servizio puntuale e attento, l’altro, data la sua grande importanza gastronomica necessita di una accurata e dettagliata descrizione. Dal mese di maggio 2000, responsabile della ristorazione, della banchettistica e del food & beverage del Green Park Resort e lo chef executive Luca Landi. Luca è nato a Lucca il 19 gennaio 1974, la sua è una famiglia di artigiani, per la precisione “figurinai”, coloro che producono figurine in gesso. Per tutto il novecento questa nota produzione, vanto della Lucchesia, è stata esportata in tutto il mondo. La passione di Luca per la cucina ha un seme nell’ammirazione e nell’amore per la sua mamma, una ottima cuoca, che fin da piccolo ha voluto emulare. Poi col crescere Luca ha frequentato e si è diplomato come tecnico, nel 1993, ad una delle migliori scuole, l’Istituto Professionale di Stato Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera “Giuseppe Minuto” di Marina di Massa (MS). Qui è stato seguito da esperti professori come Giancarlo Aldrovandi e Rolando Paganini che gli hanno dato solide basi con i loro insegnamenti sui principi fondamentali di una cucina professionale. Durante i praticantati estivi in ristoranti e hotel vicini alla scuola, Luca fa l’incontro con colui che trasformerà la sua passione in un amore senza compromessi, in un desiderio teso alla ricerca della perfezione per mezzo dell’assoluta applicazione e dedizione: il grande maestro della cucina creativa Italiana Angelo Paracucchi. Angelo (1929-2004), originario umbro, era lo chef/patron del famoso ristorante “Locanda dell’Angelo” ad Ameglia (SP); insieme lui Luca, oltre a quel primo periodo, tornerà a lavorare per diversi mesi nel 1997. Luca Landi, uno dei migliori allievi di Angelo Paracucchi, quando parla degli straordinari insegnamenti del maestro, della sua arte culinaria, del suo fascino di uomo e di Chef, non riesce a trattenere l’emozione. Luca ha fatto varie esperienze, sia in Italia che all’estero, nelle cucine di grandissimi Chef super “stellati” come, tra gli altri, Italo Bassi e Riccardo Monco dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Pierre Simonazzi al Ristorante “La Closerie des Lilas” di Parigi, Frank Cerruti al ristorante “Louis XV” a Montecarlo, Carles Abellan al Ristorante “Commec 24” e Jordi Vilà al Ristorante “Alkimia”, ambedue a Barcellona. Luca ha trascorso un periodo, per uno stage, anche al bellissimo e super moderno ristorante “El Celler de Can Roca”, a Girona in Spagna, dai fratelli Roca, Joan, Josep e Jordi, recentemente premiato con il titolo di “Primo Ristorante al Mondo” secondo la classifica 2013 della “The World’s 50 Best Restaurants”. Il ristorante “Lunasia” ha aperto nel 2004, Luca Landi non solo ha ideato la proposta gastronomica ma ha anche seguito la progettazione e ne ha impostato la filosofia. Molto bella la struttura del “Lunasia” all’interno del resort, ricorda una nave. Arrivati all’ingresso, da una porta automatica, si accede ad uno spazio con di fronte il bancone bar, a destra, tramite in corto corridoio, da cui si può vedere la cucina, si entra nella grande e luminosissima sala. Su due lati, infatti, una grandissima panoramica vetrata curva, interrotta solo da alcune colonnine colorate, permette di godere della vista del parco/giardino. Nel complesso una struttura molto accogliente con diversi angoli provvisti di comodi divani. La “mise en place” è curatissima nei minimi dettagli, come tutto del resto. La “Carta dei Vini”, in realtà sono tre, una dedicata alle strade del vino di Toscana, la seconda con champagne, spumati e vini bianchi, la terza con i vini rossi. Le scelta è molto ampia sia di prodotti Italiani che di quelli provenienti da altre parti del mondo. Una selezione di etichette molto esperta in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Ci sono poi la Carta delle Acque, quella dei Caffè e quella delle Tisane. Il Menu è vario, di terra e di mare, oltre all’ampia scelta alla carta “Cartoline di Sapore”, ci sono tre menu degustazione con un diverso numero di portate: “Paesaggi”, “Simone e Claudio (sous-chef) in Fantasia” e “Primavera di Toscana”. Un discorso a parte meriterebbe il magnifico pane assortito della casa, nelle varie forme e sapori, servito premurosamente durante tutta la degustazione, ma lo spazio è tiranno, posso solo dire che era eccellente. La degustazione è stata accompagnata da: - “Marchese Antinori Nature Spumante Metodo Classico”, sboccatura 2012, 12% Vol., prodotto dall’Azienda Agricola Marchesi Antinori di San Casciano Val di Pesa (FI); - “Testamatta Bugia 2009”, Bianco Toscana I.G.T., 100% ansonica, da vigneti dell’Isola del Giglio, 13% Vol., prodotto dall’Azienda Agricola Testamatta a Fiesole (FI); - “Badia a Passignano Riserva 2003”, Chianti Classico D.O.C.G., 100% sangiovese, 13,5% Vol., dell’Azienda Agricola Marchesi Antinori di San Casciano Val di Pesa (FI). Sono state servite le seguenti portate: “Aperitivo ….. del Marinaio … Le repubbliche Marinare ……. “ - PISA, lo scoglio : cono di gelato di cozze e datteri (cono all’olio extravergine di oliva, gelato di cozze pelose, marmellata di datteri, sfoglia di guanciale); - GENOVA, la scatola: acciughe e l’orto (pasta frolla sablé alle olive taggiasche, gelato alle acciughe, crudités di verdure); - AMALFI, il sale: pesce azzurro e burrata (crocchette di pesce azzurro con carotine e spuma di burrata); - VENEZIA, la rete: corallo e crostacei (pane mantecato con bisque di crostacei, maionese al riccio di mare, moleche al parmigiano e uovo); - VENEZIA, il mangia e bevi: cosmoscampo (gelato di scampo su cialdine di semola soffiata al nero di seppia nella fiala succo di mirtillo, lime, vodka e cointreau); - “Arca di Noè”: zuppa di mare come un panino (base di malto, sandwich di lievito madre bagnato con una zuppa di pesce, carote e cipollotti bruciati alla fiamma, polpo e triglie); - piccoli ravioli di latte, cannolicchi e asparagi, pane nero e uova sperlano (ravioli fatti in casa con pasta delicatissima “tipo Paracucchi” ripieni di latte affumicato, crema di asparagi, uova di sperlano, pesce migratore che vive in acque marine litorali e anche in acqua dolce, marinate nel wasabi, bricioli di polvere di nero di seppia); - il piccione: ricordi di Maremma pensiero …… in ingredienti (piccione Maremmano, aletta marinata e cucinata in salsa, filetto scottato, petto arrostito, coscetta farcita di foie gras e ricoperta da una impanatura di semi vari, marmellata di arance e olive, salsa con ossa di piccione, rape bianche e rosse); - pan.pe.ato: pan bagnato, pepe & co, gelato menta e rucola (ganache al pepe, coulis di fragole e crema di peperone, biscotto bagnato nel latte, nel bicchierino un mojito); - “girandola di sensazioni zuccherine”. Che dire ……… belle e coreografiche le presentazioni, per il resto uno “tsunami di ottimi sapori”. La Cucina di Luca Landi è esperta, precisa, attenta, mai scontata, divertente, coniuga con molta perizia la tradizione con la modernità e il gusto con l’estetica. Luca dice che segue sempre la regola delle tre “r”: rispetto (per gli ingredienti e la territorialità), rigore (nell’esecuzione dei procedimenti per la realizzazione di ogni piatto), ricetta (elaborare l’idea, trasformarla in pietanza mantenendo sempre i giusti equilibri, le giuste fasi di lavorazione e di cottura, l’armonica costruzione architettonica e cromatica). In cucina Luca è supportato dai validi Sous-chef Simone Di Maio, Claudio Biondo e Cristian Cecconi. La Brigata di Sala, molto efficiente e professionale, è guidata dalla responsabile Maitre e Sommelier Claudia Parigi, dal secondo Maitre Sfar Amir e dalla Chef di sala Sandra Pullia. A Luca Landi e al Ristorante “Lunasia” in questi anni sono arrivati molti premi e riconoscimenti, oltre ad ottime valutazioni su tutte le principali guide gastronomiche, compresa, dal 2012, la prestigiosa “Stella” della Michelin. Un particolare ringraziamento per l’ospitalità va al gentilissimo Salvatore Madonna amministratore delegato del Gruppo Alberghiero Soft Living Place. Nell’accogliente Ristorante “Lunasia” del Green Park Resort di Tirrenia, in Località Calabrone, nella più assoluta quiete e tranquillità, mi sono molto divertito ad assaggiare l’originale e creativa cucina del grande Chef Luca Landi Ristorante Lunasia c/o Green Park Resort Via dei Tulipani, 1 Tirrenia (PI) Tel. 050 3135711 www.greenparkresort.com/ Gegè Mangano, pugliese Docg, come lui stesso si definisce, muove i primi passi nella cucina materna di cui è un acuto osservatore ed estimatore. La vita lavorativa lo porta in giro per l’Italia, giovanissimo con la catena CIGA Hotels e per il mondo sulle navi da crociera con destinazione Caraibi. Diventa sommelier professionista e lavora in alcuni ristoranti che riaccendono in lui la “fiamma della passione“ per la cucina. Così, poco più che trentenne, decide di aprire, nella sua città natale, Monte Sant’Angelo (FG) il Ristorante “Li-jalantuumene”, che tradotto significa I Galantuomini. Come e perché inizia la carriera di chef? Per passione e per la voglia di creare qualcosa di personale. Sono praticamente un autodidatta, prima per anni sono stato maitre d’hotel e sommelier i in tanti alberghi e ristoranti, poi ho aperto Li-jalantuumene. Da quanti anni fa questo lavoro? Da quattordici anni da quando ho aperto il ristorante ho imparato nella cucina di mia madre a fare piatti gustosi, con pochi ingredienti, una volta non c’erano grandi disponibilità eppure la fantasia suppliva le altra mancanze. Lo chef deve essere come la massaia capace di creare tanto dal nulla, pochi ingredienti per fare un grande piatto. blico. Lo chef è come un bambino, si deve sempre chiedere Si diventa grandi chef quando si ha il rispetto del proprio “perché?” per poter crescere… territorio. Un sogno nel cassetto? A proposito di territorio in questo settore è diventato di E’ il mio quotidiano, anche se vorrei portare la stella Mimoda parlarne… chelin sul Gargano! Un sogno che manca da anni. Il territorio non si è mai perso, le rispondo con dei miei versi: “Fare lo chef insegna a non aver paura del buio, a non vergognarsi quando si sbaglia a non esaltarsi quando va tutto vene a ricordare che senza la terra non ci sarebbe il volo.” Senza il territorio non ci sarebbe la sperimentazione, tutto è e passa di moda , la fusion, la molecolare …Il territorio c’è sempre. E quello realizzato? La guida che ho scritto insieme a Veronelli “Terra Cultura Cucina del Gargano”. Veronelli diceva sempre “ Non dimenticare mai la tua terra perché mangiare una melanzana da te non è come negli altri posti… L’ingrediente preferito che non manca mai nella sua cucina di casa? Il pomodoro e l’olio d’oliva che da qualche anno produco direttamente, in cucina ne uso tre cultivar (varietà) diverse Cosa avrebbe fatto se non fosse diventato chef ? a seconda dei piatti, una ogliarola di origine garganica a L’attore. Sì,mi sarebbe piaciuto molto. Penso che fare lo crudo, una di leccino e una paranzana per cuocere. chef abbia qualche analogia, creare un piatto significa comunicare, dare e ricevere emozioni, sensazioni. Tra me ed Un aggettivo per definire la sua cucina? i clienti c’è lo stesso rapporto che si crea tra attore e pub Territorio con un tocco di innovazione. Cappuccino di troccoli con ragù di fave e pistilli di zafferano Ingredienti per 4 persone 400g troccoli (o spaghetti alla chitarra) 200g di fave secche (gia sgusciate) ½/ cipolla ½ patata n 3 pomodorini 1 spicco d’aglio qb.sale, peperoncino olio extra vergine d’oliva. qb Pistilli di zafferano Procedimento: In una casseruola mettere le fave secche e coprire con acqua fredda,lasciar bollire e schiumare le fave, aggiungere la cipolla, patata, pomodorini, qb sale peperoncino e lasciar cuocere per circa 2 ore. Cuocere la pasta in acqua salata e saltare il tutto con il ragù di fave servire il tutto con un filo d’olio frantoi ano e pistilli di zafferano. su richiesta per il Download chiedere a [email protected] ..Cuocere 100 gr di spada in padella con olio aglio semi di finocchio, fatto questo frullare il tutto e solidificare con agar Mettere in uno stampo e lasciare raffrddare Nel frattempo preparare un dressing di pomodoro e solidificare anch esso e sistemate sullo spada Prepare ora del caviale di champagne con 200 grammi di champagne il 1% di alginato di sodio e 0,5% di xantana. Come base preparare una gelitina di acqua e rum cin fiori eduli Al momento di servire sopra tutto mettere un po di mousse di olive nere un cappero e il caviale di champagne Danyel D’amato executive chef nato a Nurtingen Germania il 08.07.1973. Cresciuto in Costiera amalfitana a Maiori, ho iniziato a conoscere la cucina mediterranea in tenera età assaporandone le ricette e tutto quello che rappresentava la cucina tipica Campana. Dopo anni di esperienza in Italia, iniziai a girare il mondo Germania, Austria, Svizzera, Irlanda, Spagna, Florida negli Stati uniti d’America, ampliando la mia conoscenza personale sulle cucine internazionli, e scoprendo nuovi prodotti e nuove tecniche di cucina, da prima come dipendente e inseguito come consulente internazionale di cucina italiana. Dopo l’ultima esperienza all’estero, Florida, terminata da un mese, mi sono ritagliato un breve periodo di pausa, anche se impossibile, attendendo di ripartire per una nuova avventura negli States al ristorante Culina del Beverly Hills Hotel di Los Angeles. Ingredienti x una porzione: 1 cucchiaio di olio extravergine 1 fetta di cipolla di Tropea 4 vongole veraci 1 capasanta 3 fasolare 4 fiori di zucca 1 filetto di rombo 1\2 bustina di zafferano 20 gr di pancetta affumicata 10 gr di pomelo disidratato 5 gr di papaia disidratata Preparazione: far soffriggere la cipolla tagliata finemente nell olio, aggiungere la pancetta affumicata tagliata a cubetti e far rosolare, aggiungere i frutti di mare e attendere che si aprano. Quando i frutti di mare si sono aperti aggiungere i fiori di zucca far cucinare per tre minuti e poi sfumare il tutto con vino bianco. Nel frattempo mettere a bollire l’acqua per la pasta e calarvi la chitarra fresca al bollore, lasciar quocere per circa 5 minuti. In un altra padellina mentre la pasta si cuoce, riscaldare una noce di burro, tagliare a cubetti la papaia disidratata e a julienne il pomelo disidratato porre il filetto di rombo e dorare un lato alla volta, salare sfumare con vino bianco e aggiungere lo zafferano. Una volta che il nostro sugo di cottura si sarà ridotto siamo pronti per assemblare il piatto. Colare la pasta e saltarla nellla padella con i frutti di mare la pancetta i fiori di zucca e capesanti. Porre nel piatto, su di un lato il filetto di rombo decorandolo con la papaia il pomello e la pancetta in modo da avere il contrasto dolce della frutta salato e affumicato della pancetta, e poi fare un nido con la chitarra e porlo affianco al filetto di rombo continuando la decorazione con i frutti di mare e bagnando il tutto con la riduzione di cottura rimasto. Vino consignato bianco falanghina del Beneventano. Lorenzo ferro sono un giovane sous chef e attualmente lavoro in Francia in un noto 4 stelle della costa azzurra.La cucina per me è passione ogni giorno cercò di elaborare piatti nuovi per continuare ad accrescere il mio bagaglio culinario, qui sotto vi allego foto del piatto e c.v grazie e in attesa di una vostra cordiale risposta distinti saluti 4 capesante 2 zucchini Un fiore di zucca Spuma astice Pomodoro concasser CIps di patate viola Lamelle di tartufo nero D,Alba Puntarelle di rapa rossa Procedimento: spuma D,astice fare rosolare le teste in una casseruola con Dell,olio D,oliva, sfumare con del brandy, aggiungere verde del porro, qualche finocchio carota e scalogno e fare rosolare bene. Schiacciare bene le teste ed aggiungere 1lt di panna per 5 teste D,astice e un cucchiaio di concentrato di pomodoro. Appena bolle spegnere e coprire con la pellicola e lasciare riposare per circa 1 ora, dopodiché frullare e passare il tutto al colino. Fiori di zucca e zucchini : prendere i fiori di zucca pulirli all,interno e aggiungere una farcia composta da 500 g di ricotta , 3 grammi di tartufo nero in brunoise,parmigiano reggiano 2 bianchi D,uovo, sale pepe quanto basta. Lavorare il tutto con una spatola fino a quando gli ingredienti non sono ben amalgamati, cuocere a vapore per 5 minuti a 100 gradi.per gli zucchini invece fare cuocere in acqua salata per 8 minuti, fare raffreddare e tagliarli a ventaglio, aggiungere il parmigiano reggiano e farli gratinare per 5 minuti. Procedimento piatto: fare rosolare le capesante in una padella ben calda con del burro di cacao, in modo da formare una crosta dorata da entrambe le parti. Mettere nel piatto i pomodori concasser, le 4 capesante, i zucchini gratinati al parmigiano reggiano, i fiori di zucca farciti, le lamelle di tartufo nero,le puntarelle di rapa rossa e la spuma D,astice ben ben mixata con un mixer in modo da formare una puma ben composta e in fine qualche Cips di patata viola. Per le Quaglie Cosce di Quaglia Fette di speck Olio e.v.o. Sale e pepe n. 4 n. 4 q.b q.b Per le Fave Fave gr.100 Foglie di Menta n.2 Olio e.v.o. q.b Sale e pepe nero q.b Per la Peperonata Peperone rosso Peperone Giallo Cipollotto Olive taggiasche Passata di pomodoro Rametti di timo Sale e pepe gr. 30 gr. 30 gr. 12 gr. 20 gr. 15 n. 1 q.b Disossate le cosce di quaglia, regolatele di sale e pepe e bordatele con le fette di speck. Rosolotate le cosce in una padella antiaderente e ultimate la cottura in forno a 160° per 4 minuti In una casseruola sbollentate le fave , fatele cuocere per circa 3 minuti e raffreddatele in acqua e ghiaccio. Pelate le fave, passatele al setaccio , incorporate la menta trittata ed emulsionat con olio e.v.o.; regolate di sale e pepe. Tritate il cipollotto e fatelo soffrigere a fuoco lento in padella con olio e.v.o. Tagliate i Peperonie e le olive taggiasche in brunoise piccolissima, saltatele rapidamente in padella con pochissimo olio e.v.o. Profumate con il timo tritato e incorporate il soffritto di cipollotto e la passata di pomodoro fresco, Regolate di sale e pepe Considerazioni sulla cucina E’ l’ora, di uno slogan nuovo per la cucina moderna: riprendiamoci il gusto. Nell’inseguire il “fenomeno” si è infatti perso di vista il fondamentale: l’ingrediente. La materia prima non esiste piu’. E’ stata martoriata dalla grande industria alimentare che ha inondato il mercato di additivi, manipolazioni, sofisticazioni. Anche il nostro stesso gusto è stati completamente alterato. Nessuno conosce piu’ il gusto ed il profumo di un pane appena sfornato lavorato solo con lieviti naturali, di un olio di frantoio, di una sana pasta fatta in casa con farine macinate a pietra. Per non parlare della salute che demoliamo ogni giorno sedendoci a tavola dopo una spesa tra barattoli e scatoli colorati dove gli ingredienti sono scritti a caratteri piccoli, troppo piccoli quasi nel pudore di nascondere additivi e insane misture. I nostri figli non sanno nemmeno cosa sia una crema di nocciole perchè quella in barattolo col pupazzetto in omaggio è piu’ gustosa, perché le patatine rifritte in olio stantio sono piu’ saporite, perché siamo riusciti a far si che le verdure ad appaiono “innaturali”. Lo chef è come il giornalista Lo chef, come il giornalista, è sempre alla “ricerca”, l’uno del gusto l’altro della notizia. E la stessa esultanza che coglie il cronista quando riesce a sfondare con una notizia inedita, originale, curiosa, coglie ogni chef che scopre in un piatto nuovo le medesime sensazioni. Entrambi si rivolgono ad un largo pubblico dalla quale soddisfazione trovano la motivazione nello svolgere il loro mestiere. Il piatto è come una notizia. Ci sono piatti che fanno solo clamore, fatti per stupire, apparire ma si rivelano poi inconcludenti come molti scoop sparati sui giornali. E ci sono piatti studiati, approfonditi che riescono a regalare un’emozione, a catturare attenzione a stupire con passione come qualsiasi testo che esca da mano abile e infervorata. Gli chef moderni sono sempre piu’ “mediatici”, in una professione che è anche comunicazione. Sono lontani i tempi in cui i cuochi rinchiusi nei loro antri tra mestoli e scodelle soddisfavano voraci appetiti. Il cliente che si approccia all’alta cucina non cerca solo l’appagamento: ricerca la sensazione, gode nell’emozione. Si va al ristorante per cercare un’esperienza sensoriale. Lo chef ai fornelli è come un maestro d’orchestra intento a miscelare armonie che regalano sensazioni. I migliori arrivano alle sinestesie. L’ingrediente fondamentale, per una cucina di successo, è la cultura. Leggere Boudelaire giova piu’che studiare l’Artusi. Pasquale Caliri, è uno chef Alma, L’istituto di alta cucina di Gualtiero Marchesi. Attualmente e’ lo chef di “Marina Del Nettuno Yachtin Club” immerso nello scenario quasi surreale dello Stretto di Messina di fronte alle coste calabre dove grazie alla scommessa dell’imprenditore Ivo Blandina e’ nato uno dei ristoranti piu’ suggestivi nel panorama italiano . Per lo chef si tratta di una piccola parentesi nella citta’ natale prima di partire per Stati Uniti dove sara’ a capo di uno dei piu’ rinomati ristoranti di cucina italiana nello stato della Georgia nella citta’ Atlanta. I suoi piatti sono l’espressione di una cucina che si destreggia tra tradizione siciliana, innovazione e contaminazione. Appassionato di cucina d’avanguardia ha ampliato le sue conoscenze presso vari ristoranti in Italia ed in Oriente. Tra le collaborazioni piu’ significative quella con il Joia il ristorante milanese di alta cucina vegetariana stellato Michelin e quella con il grande pastry chef Paco Torreblanca . Seguace dell’alta cucina naturale, dopo un soggiorno in oriente alla scoperta della cucina asiatica, approda nella sua sicilia con l’imperativo: riprendiamoci il gusto. La sua è una cucina attenta alle “radici”del sapore, raffinata ed essenziale. Esperienza e maniacale attenzione alle materie prime si traducono in risultati che continuano a “regalare emozioni”. Numerose le attestazioni non solo del pubbllico ma anche della stampa e della critica internazionale. Ingredienti: Gamberoni Lardo di colonnata Pasta Kataifi Uova Asparagi Procedimento: Per i gamberoni:liberare i crostacei dal carapace lasciandone la testa e la coda. Dopo averli devenati avvolgerli in una fetta sottilissima di lardo di colonnata e successivamente arrotolare nella pasta kataifi. Friggere al momento. Cuocere le uova sino ad ottenerle sode, sgusciare e ricavarne il rosso. Frullare quest’ultimo al minipimer con olio, prezzemolo ed erba cipollina. Sbollentare gli asparagi in acqua e successivamente brasarli in una padella. Comporre il piatto disponendo gli elementi in successione, con le uova sode scavate e riempite con la salsa d’uovo. Decorare con germogli, fiori del cappero ed alga dulse. CUCINARE ANTI-AGING? LA NUOVA CULTURA ALIMENTARE Parlare di dieta anti-aging è diventata una moda. Convinti che sia sufficiente mangiare alcuni super-cibi come l’olio extravergine di oliva, i mirtilli o le cipolle nere e demonizzando altri ingredienti, come il burro o gli additivi, per contrastare l’invecchiamento cellulare definendo erroneamente tali accorgimenti “dieta mediterranea”. «Non è così: se la nostra cucina naviga nell’olio, afferma Chiara Manzi, l’ingrediente sano diventa dannoso. Così come il burro, nelle giuste quantità, è più salutare della margarina». Chiara Manzi, nutrizionista, nonché direttore scientifico di Cucina Evolution (www.cucinaevolution. it), ha fondato un centro di formazione per cuochi sulla nutrizione applicata alla cucina, l’Art Joins Nutrition Academy, prima scuola di alta formazione in Europa in Culinary Nutrition presso il Relais Marchese del Grillo – Fabriano, per diffondere attraverso l’arte del cuoco arricchita della scienza della nutrizione, una nuova cultura alimentare: gusto & benessere anti-aging. “Il nostro obiettivo, afferma sempre la dott.ssa Chiara Manzi, attraverso l’Art joins Nutrition Academy, è far evolvere il cuoco da ambasciatore nel mondo del gusto italiano ad ambasciatore di gusto e benessere italiani. Oggi è possibile far incontrare l’arte dello cuoco con la scienza della nutrizione. Ai cuochi il compito di diventare i Maestri della nuova cultura alimentare”. A supporto dell’Art joins Nutrition Academy, vi è l’ASSIC - Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina - il cui Presidente del Comitato di Cucina è Massimo Bottura, che ha appena concluso in collaborazione con la dott.ssa Manzi e l’Università degli Studi di Parma, una importantissima ricerca sui benefici del sottovuoto, un metodo di cottura all’avanguardia, per la conservazione delle vitamine nella carne. Prossimamente pubblicheremo i risultati della ricerca. Il segreto della cucina anti-aging? I pilastri, a ben vedere, sono 7: cucina italiana, prodotti italiani di elevata qualità, gusto ed estetica del piatto. Le giuste quantità, che abbiamo definito more&less, cioè più ingredienti anti-aging e meno sostanze dannose per la salute ed infine, importantissimi, metodi di cottura ottimali e abbinamenti potenzianti. Racconta Chiara Manzi: “ Un punto irrinunciabile di Cucina Evolution, è il rispetto della tradizione, che possiamo definire in “evouzione”. Ma c’è un altro aspetto fondamentale: “Non chiediamo mai agli chef, di snaturare la propria cucina, magari imponendo “standard” nutrizionali percepiti come estranei, ma semplicemente di riadattarla, migliorandola da un punto di vista della salute. Si tratta di sintonizzarsi sulle esigenze dello chef, sensibilizzarlo sul valore nutrizionale di certi ingredienti che usa solitamente, lasciare spazio alla sua creatività per riformulare piatti della tradizione, concepiti per lo più con alimenti italiani. Un altro punto, complementare al primo, riguarda ovviamente il gusto. La selezione di materie prime eccellenti e ricercate sul territorio italiano, laddove raggiungono la massima capacità espressiva, non solo permette di valorizzare i sapori, ma di diminuire le quantità usate. Il terzo, diventa allora il bilanciamento nutrizionale dei piatti, in linea con le indicazioni della Società Italiana di Nutrizione Umana e dell’INRAN (Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione), e della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Per ultimo, ma non meno importante, l’ estetica del piatto e la sua presentazione. Il senso di fame viene infatti gestito in modo del tutto nuovo al ristorante, e risulta altrettanto importante dei valori nutrizionali degli alimenti. Il rituale del pasto viene così scandito da pause più lunghe tra una portata e l’altra, in modo da consentire al senso di sazietà di affacciarsi gradualmente. Il rischio infatti –evidenzia la Dr.ssa Manzi- “è quello di abbuffarsi magari con il pane nei primi 5 minuti, in attesa che arrivi il primo piatto, e così facendo ingerire un monte calorico eccessivo”. Inoltre le portate vengono presentate dallo chef che diventa un punto di riferimento per una alimentazione “consapevole”: lo chef svela i segreti, spiega il proprio cibo, in una narrazione più ampia, un vero e proprio “chanteur” che svela la dimensione irrimediabilmente culturale e alta del cibo. L’esperienza dimostra che ci si alza da tavola leggeri ma sazi. Perché la sazietà non è solo una questione di calorie. La famiglia Odoardi di antica origine tedesca si stabilisce in Calabria nel 1480 nel territorio dell’attuale Nocera Terinese in provincia di Catanzaro. I membri della famiglia, dediti nel tempo alle professioni ed anche all’agricoltura, si rivelano proprietari terrieri innovativi legati al territorio e al suo sviluppo tendendo sempre ad affinare la qualità dei prodotti. L’ampia proprietà che va dal fiume Savuto a Falerna, con centralitá operativa in Nocera Terinese, ha terreni particolarmente vocati alla olivicoltura e alla viticoltura. L’azienda di oltre 270 Ha produce olio d’oliva e vini provenienti da singole vigne. Possiede la DOC Savuto e la DOC Scavigna. La zona del Savuto DOC si estende per circa 40 Ha ed è situata nel Comune di Nocera Terinese, la zona dello Scavigna DOC è estesa per circa 40 Ha ed è situata nel Comune di Falerna. Le terre prettamente collinari si affacciano sul mare Tirreno di fronte le Isole Eolie e le coltivazioni sono disposte su diverse altitudini che vanno dal livello del mare fino a 600 metri. L’ultima generazione degli Odoardi rappresentata da Gregorio Lillo Odoardi e la moglie Barbara Spalletta continua la tradizione familiare con impegno e successo ottenendo qualificati riconoscimenti e conquistando mercati di assoluto significato in Italia e all’estero. L’EXTRAVERGINE secondo FLOS OLEI Seconda parte: IN SALA IL MONDO DEGLI OPERATORI L’OLIO NEL TRADE E NELLA RISTORAZIONE Dopo aver parlato dell’utilizzo dell’olio nella cucina di un ristorante, siamo giunti ai consigli che riguardano la presenza dell’olio in sala. Vediamo dunque che cos’è un carrello degli oli, e come organizzarlo e gestirlo. E come si compila una carta degli oli. È singolare come spesso - ci è capitato di notarlo in più di un’occasione - in un ristorante, soprattutto se di livello medioalto, si incontri l’angolo con i più svariati tipi di aceto, o il cameriere che ti porta e ti illustra diversi tipi di sale, o i pani fatti artigianalmente; e poi magari compare sulla tavola la famigerata oliera, la quale non solo non si addice al prodotto, che tende ad alterarsi e a deperire più facilmente al suo interno, ma è proprio vietata per legge! Per carrello degli oli si intende dunque comunemente un mobile, spesso proprio un carrello servitore, adibito a contenere e presentare più bottiglie di olio, di differenti tipologie. Ma può essere anche un luogo della sala dedicato, dove l’avventore va a curiosare, a scegliere o a farsi consigliare l’extravergine che meglio si abbina al suo piatto. In tutti i casi, mobile o angolo che sia, la presenza di un carrello degli oli in un ristorante è un modo per nobilitare il prodotto extravergine e per incuriosire l’ospite ad approfondire la sua conoscenza. Insomma, è un modo per fare cultura dell’olio. Un carrello di tutto rispetto contiene da un minimo di tre, fino anche a una ventina di bottiglie. Non possono mancare le diverse categorie di fruttato (leggero, medio, intenso), così come sarà interessante poter proporre oli di diverse regioni italiane, dal Nord, al Centro, al Sud, senza dimenticare le isole. I più raffinati conoscitori oseranno infine uscire dai confini nazionali e proporre delle “chicche” non solo del Mediterraneo (Spagna, Francia, Croazia, Slovenia, Grecia, Portogallo, Marocco, per nominare solo alcuni paesi produttori) ma persino d’oltre oceano (Cile, Argentina, Uruguay, Australia…). Per rendere il carrello ancora più ricco, poi, non potrà non esserci almeno un esemplare per ogni tipologia che abbiamo descritto diffusamente all’interno di questa rubrica. Stiamo parlando degli oli monovarietali (o monocultivar), ovvero prodotti da un’unica varietà di oliva, dei blend, ottenuti dall’assemblaggio di più varietà di olive, e dei denocciolati, da olive denocciolate; senza trascurare gli extravergine tutelati da un marchio: Dop, Igp, da Agricoltura Biologica e/o Biodinamica. Saper comporre un carrello è importante; ma lo è altrettanto, se non ancora più essenziale, saperlo gestire. Per non rischiare di rovinare il contenuto delle bottiglie, invalidando tutta l’operazione culturale e causando anche un notevole dispendio economico, bisogna prestare particolare attenzione alla conservazione delle bottiglie stesse. *Conservare un olio extravergine L’olio extravergine di oliva è un alimento vivo e, come tale, molto delicato. Dopo aver scelto un prodotto di qualità, ecco alcuni consigli per preservarne le virtù salutistiche e le caratteristiche organolettiche: • Acquistare o utilizzare olio contenuto in bottiglie scure: l’olio infatti teme la luce (fotolabile) che provoca la perdita di alcuni elementi di pregio (vitamina E). *Conservare un olio extravergine • Evitare gli sbalzi termici: l’olio è un prodotto termolabile e le basse, così come le alte temperature ne provocano la degradazione. Si sconsiglia dunque di tenere le bottiglie vicino ai fornelli, al forno o ad altre fonti di calore (termosifoni, stufe etc.); così come vanno evitati ambienti troppo freddi. *Conservare un olio extravergine • Preferire confezioni di piccole dimensioni: il contatto con l’ossigeno accelera il naturale processo di irrancidimento dell’olio. Se si acquistano quantità maggiori, al momento dell’apertura, travasare in bottiglie più piccole riempiendole totalmente. *Conservare un olio extravergine • Un olio filtrato si conserva più a lungo rispetto a uno non filtrato. Naturalmente è d’obbligo l’utilizzo di bottiglie con tappi antiriempimento, per evitare, anche soltanto per una malaugurata evenienza, che venga aggiunto un quantitativo di olio nuovo in una bottiglia che già ne contiene di più vecchio. Quest’ultimo causerebbe l’irrancidimento precoce anche di quello più recente. Inoltre consigliamo di non aprire troppe bottiglie tutte insieme; e comunque di passare periodicamente all’utilizzo in cucina quelle aperte da più tempo. A questo proposito rimandiamo alla nostra appendice con le “istruzioni per l’uso”, ovvero le buone norme per una corretta conservazione di un extravergine*. Arrivati a questo punto, l’approdo naturale di un carrello degli oli è la carta degli oli, uno strumento pratico e facilmente fruibile che il ristoratore offre all’ospite per dargli modo di scegliere l’extravergine giusto per ogni piatto: questo diventa quel tocco in più nel condimento, capace, se valutato con arte, di regalare intensità e complessità a ogni preparazione. Naturalmente la carta andrà spiegata e illustrata, per guidare l’avventore all’interno di questo mondo così affascinante e ricco di sorprese. E anche qui, come per il carrello, avere una carta degli oli è per il ristoratore un segno di distinzione, un elemento che denota sensibilità verso un settore in grande crescita e di cui si conosce ancora così poco. Se fatta bene, la carta è sicuramente uno dei modi migliori per apprendere l’esistenza di una così ampia gamma di oli, specialmente nella nostra penisola. E per valorizzarli, catalogandoli. Una carta degli oli può essere compilata seguendo criteri diversi. E sicuramente, a questo proposito, l’esperienza del mondo del vino (che vanta spesso carte ponderose) può essere di grande aiuto. Un “classico” è la divisione secondo Paesi e Regioni: all’interno di ogni paese/regione ci possono essere poi le varietà (suddivise secondo l’intensità del fruttato) e i migliori produttori che ne sono interpreti. Non tralasciando di dare spazio a tutte le tipologie già ricordate (oli monovarietali, blend, denocciolati, Dop, Igp, da Agricoltura Biologica e/o Biodinamica). Un altro metodo può essere quello di prescindere da una divisione nazionale-regionale, preferendo giocare su una preliminare tripartizione: oli dal fruttato leggero, medio, intenso. Per ogni categoria si andranno quindi a classificare i diversi paesi/regioni, le diverse varietà e le aziende produttrici. Questo sistema è forse migliore da un punto di vista informativo-culturale, sicuramente più pratico e funzionale, nonché moderno, giovanile e leggero. Infatti, tenendo presente che il punto di partenza è sempre il piatto da condire, la scelta più importante è quella della categoria adatta dal punto di vista dell’intensità di fruttato. Una volta individuata la categoria corretta, sarà più immediata (e anche più soggettiva) la selezione della nazione e della regione, e poi quella della varietà e del suo interprete. Per renderla uno strumento ancora più completo, la carta può essere infine arricchita con parti introduttive di carattere informativo generale o più particolareggiato. Azienda Agricola Trabucchi Monte Tenda 37031 Illasi (VR) Tel. +39 045.7833233 E.mail: [email protected] Web: www.trabucchidillasi.it Nome Olio Extravergine di Oliva: San Colombano - Dop Veneto - Valpolicella - Da Agricoltura Biologica Varietà di Olive: Grignan (50%), frantoio (30%), leccino (10%), perlarol (10%) Categoria Degustativa: Fruttato Medio Nota Organolettica: Di un bel colore giallo dorato intenso con nuance verdoline, limpido. Al naso è elegante e complesso, dotato di un’ampia carica fruttata, con sentori di pomodoro acerbo, banana e mela bianca. In bocca è avvolgente e fine, con toni vegetali di sedano, lattuga ed erbe balsamiche, con basilico e prezzemolo in evidenza. Amaro e piccante presenti e ben armonizzati. Abbinamenti: Buono l’abbinamento con maionese, antipasti di ceci, carpaccio di dentice, crostacei al vapore, marinate di trota, passati di fave, primi piatti con funghi ovoli, fritture di calamari, tartare di spigola, formaggi freschi a pasta molle, dolci lievitati. Castello di Ama Lecchi in Chianti Località Ama 53013 Gaiole in Chianti (SI) Tel. +39 0577.746031 E.mail: [email protected] Web: www.castellodiama.com Nome Olio Extravergine di Oliva: Castello di Ama - Dop Chianti Classico Varietà di Olive: Correggiolo (50%), moraiolo (40%), leccino, altre (10%) Categoria Degustativa: Fruttato Intenso Nota Organolettica: Appare alla vista di un bel colore giallo dorato intenso con delicate sfumature verdi, limpido. All’olfatto si esprime sottile e composto, caratterizzato da nette note di lattuga, carciofo e cicoria di campo, con sentori aromatici di rosmarino e menta. Al gusto è morbido e armonico, dotato di toni di ortaggi freschi, pepe nero e mandorla. Amaro e piccante presenti ed equilibrati, con dolce in evidenza. Abbinamenti: È un perfetto accompagnamento per antipasti di funghi porcini, bruschette, insalate di spinaci, radicchio arrosto, passati di carciofi, primi piatti al ragù, tonno alla brace, carni rosse o cacciagione alla griglia, formaggi stagionati a pasta dura. Azienda Agricola Il Conventino Via Giulio Turcato, 4 61024 Monteciccardo (PU) Tel. +39 0721.910574 E.mail: [email protected] Web: www.il-conventino.it Nome Olio Extravergine di Oliva: Fra’ Bernardo Varietà di Olive: Ascolana Tenera (100%) Categoria Degustativa: Fruttato Intenso Nota Organolettica: Si presenta alla vista di un bel colore giallo dorato intenso con lievi nuance verdi, limpido. Al naso si apre deciso e ampio, con ricchi sentori fruttati di pomodoro di media maturità, mela bianca e banana, cui si aggiungono note di basilico e menta. In bocca è avvolgente e complesso, dotato di toni vegetali di sedano, lattuga e fave. Amaro e piccante presenti e ben espressi. Abbinamenti: Ottimo su antipasti di funghi porcini, bruschette con pomodoro, insalate di tonno, radicchio arrosto, passati di carciofi, primi piatti al ragù, pesce azzurro gratinato, agnello ai ferri, cacciagione alla piastra, formaggi stagionati a pasta filata. Frantoio Giovanni Batta Via San Girolamo, 127 06126 Perugia Tel. +39 075.5724782 E.mail: [email protected] Web: www.frantoiobatta.it Nome Olio Extravergine di Oliva: Frantoio Batta - Dop Umbria - Colli del Trasimeno - Da Agricoltura Biologica Varietà di Olive: Frantoio (50%), dolce agogia (20%), leccino (20%), moraiolo (10%) Categoria Degustativa: Fruttato Medio Nota Organolettica: Alla vista si offre di colore giallo dorato intenso con leggere sfumature verdi, limpido. Al naso è deciso e ampio, con ricche note vegetali di carciofo, cardo ed eleganti sentori balsamici di menta e basilico. Al gusto è complesso e avvolgente, con toni di ortaggi di campo, pepe nero e spiccata mandorla in chiusura. Amaro e piccante presenti e ben armonizzati. Abbinamenti: È eccellente per antipasti di fagioli, insalate di pesce persico, marinate di salmone, patate arrosto, zuppe di orzo, risotto con molluschi, crostacei in umido, tartare di tonno, coniglio al forno, pollame ai ferri, formaggi freschi a pasta filata. Azienda Agricola Biologica Paola Orsini San Martino Via Villa Meri, 10 04015 Priverno (LT) Tel. +39 0773.913030 E.mail: [email protected] Web: www.olioorsini.it Nome Olio Extravergine di Oliva: Orsini - Dop Colline Pontine - Da Agricoltura Biologica Varietà di Olive: Itrana (100%) Categoria Degustativa: Fruttato Medio Nota Organolettica: Appare alla vista di colore giallo dorato intenso con riflessi verdolini, limpido. Al naso è deciso e avvolgente, ricco di note di pomodoro di media maturità, banana, mela bianca e spiccati sentori vegetali di fave fresche, sedano e lattuga. In bocca è complesso e fine, con ampi toni aromatici di basilico, menta e pepe nero. Amaro e piccante presenti ed equilibrati. Abbinamenti: Buono l’abbinamento con antipasti di funghi porcini, bruschette con pomodoro, insalate di pesce spada, radicchio alla brace, passati di lenticchie, primi piatti con salsiccia, cacciagione di piuma o pelo al forno, formaggi stagionati a pasta filata. Società Agricola Fratelli Ferrara Contrada Posta Locone 71043 Canosa di Puglia (BT) Tel. +39 335.356733 E.mail: [email protected] Web: www.fratelli-ferrara.it Nome Olio Extravergine di Oliva: Posta Locone Varietà di Olive: Coratina (100%) Categoria Degustativa: Fruttato Intenso Nota Organolettica: Di colore giallo dorato intenso con delicate nuance verdi, limpido; al naso è deciso e avvolgente, con sentori vegetali di carciofo, cardo selvatico e cicoria, cui si aggiungono note di mandorla amara e pepe nero. Al gusto è elegante e complesso, con toni balsamici di menta e rosmarino. Amaro potente e piccante spiccato. Abbinamenti: Un ottimo abbinamento è con carpaccio di carne chianina con funghi porcini, marinate di polpo, pomodori gratinati, minestroni di verdure, cous cous di carne, tonno alla brace, carni rosse o cacciagione al forno, formaggi stagionati a pasta filata. L’Italia è famosa in tutto il mondo per il suo raffinato cibo e stile di vita, ma pochi sanno che tra Torino e Milano, in quella Casale Monferrato dalla storia importante e complessa che dal municipium Romano di Vardacate diviene capitale del Marchesato del Monferrato poi passato ai Gonzaga di Mantova e, ai giorni nostri, importante centro culturale ed economico, si svolge una rassegna con degustazioni di cibo Kasher. Non avevo idea che una cucina con regole così ferree nella preparazione degli alimenti potesse esprimere raffinate proposte di prodotti certificati dal gusto particolare e assolutamente “Italiano”. L’aggettivo kasher o kosher, che significa adatto, conforme, opportuno, indica quei cibi che si possono consumare appunto perchè conformi alle regole; il contrario di kasher è taref. In origine questa parola indicava la carne degli animali uccisi da bestie predatrici; in seguito è passata ad indicare tutti quegli animali che, non macellati secondo le regole alimentari ebraiche, restano proibiti. Per estensione, nel linguaggio comune è definito taref qualsiasi cibo che non sia kosher. La cucina Kasher si fonda sull’interpretazione che i rabbini forniscono della Torah. Secondo queste interpretazioni l’uomo venne originariamente concepito come essere vegetariano, pur se sovrano di tutti gli animali. In effetti, la normativa ebraica sul cibo è centrata sulla questione dell’alimentazione carnivora: se non fosse per il consumo di carni, in pratica non esisterebbe. La carne entra a far parte dei cibi concessi all’uomo solo dopo il Diluvio, con Noè. La normativa ebraica sul cibo è centrata sulla questione dell’alimentazione della carne con delle regole che la riguardano: le carni lecite sono quelle di quasi tutti i volatili e dei pesci (ad eccezione dei frutti di mare e di quelli di dubbia conformazione) nonché le carni di quei quadrupedi che hanno l’unghia fessa e che ruminino (come il vitello, ma non il maiale o il coniglio) macellati nella cosiddetta shechitah e cioè la competenza per esercitare il mestiere di macellaio rituale, approfondendo le regole e ricevendo la licenza fornita dai rabbini. (La macellazione ebraica prevede uccisione dell’animale con un solo taglio alla gola eseguito con un coltello affilatissimo, in modo da provocarne l’immediata morte e il completo dissanguamento). Vene fatto divieto di consumare il sangue e alcune parti di grasso tradizionalmente riservate al culto al Tempio di Gerusalemme e di mescolare carne e latticini nello stesso pasto. La Torah in ben tre passi raccomanda di non cuocere “il capretto nel latte di sua madre”. Partendo da questa norma, la tradizione rabbinica ha proibito la commistione nello stesso pasto di latte (o dei suoi derivati) e carne di qualunque animale; per questo gli ebrei osservanti hanno due servizi di piatti e stoviglie diversi, scomparti distinti in frigorifero, addirittura lavelli, spugne e lavastoviglie separati. Per quanto riguarda i latticini, ricordiamo che anche il formaggio deve essere kasher, e cioè sottoposto a controllo rabbinico per accertarsi che sia prodotto da caglio vegetale oppure di animale macellato secondo le regole. Il vino kasher non richiede particolari procedure di preparazione o di invecchiamento, ma è stato semplicemente sorvegliato nel corso delle varie fasi di lavorazione, dalla spremitura all’imbottigliamento, per evitare il contatto con sostanze considerate impure. Se, come abbiamo detto, la kasherut riguarda essenzialmente il consumo di carne, vi sono però alcune norme relative anche ai vegetali; così, ad esempio, in base all’idea che ogni primogenito appartenga al Signore, è proibito cibarsi del primo frutto di un nuovo albero. Oggi parliamo in modo sempre più pressante di ecologia, qualità dei cibi, sfruttamento sconsiderato delle risorse che il nostro pianeta ci mette a disposizione, inquinamento, manipolazione genetica degli alimenti. Mi viene quasi in mente che gli ebrei possano essere stati i primi ad occuparsi di “ecologia”, garantendo al nostro pianeta di poter continuare a produrre i suoi frutti. Ogni autunno la manifestazione si svolge a Milano e Torino, in primavera nel Monferrato, per presentare le eccellenze gastronomiche di cui l’Italia è ricca: paste, sughi, formaggi, salumi, dolci artigianali, birra, cioccolato accanto alla selezione di 100 migliori vini d’Italia, i Top Hundred. Entrambe le edizioni, di Milano e del Piemonte, salutano ogni anno la nuova Guida Critica Golosa dedicata a Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta con le indicazioni precise su dove vale la pena mangiare e acquistare prodotti. Mangiare Kasher è sempre più apprezzato anche da chi non è ebreo, per il legame con la cucina italiana in particolare con quella romana tradizionale e la qualità degli alimenti usati come in questo piatto della tradizione ebraica italiana: Basar Me’udeh, Nusach Ilana (carne stufata a fette con foglie di verdura) 1 kg lombata di manzo, 2 pomodori passati o 1 latta di passata di pomodoro, 1 tazza di vino rosso, 60 gr margarina, 1 cipolla tritata, 3 spicchi d’aglio, olio per frittura, una piccola porzione di oca affumicata (o tacchino), 1 dado di brodo di manzo, 6 foglie di sedano cotte, sale, pepe. Affettare la carne finemente. Mettere un po’ di olio e di margarina in una casseruola. Friggere la cipolla, l’aglio e l’oca affumicata per cinque minuti. Aggiungere la carne. Salare e pepare a piacere. Continuare a friggere fino a doratura. Aggiungere il vino e cuocere a fuoco medio fino a che non sia evaporato. Aggiungere i pomodori schiacciati o la passata. Lasciare evaporare un po’, quindi aggiungere ½ tazza d’acqua tiepida. Ridurre il fuoco coprire la casseruola e lasciare sobbollire per 1 ½, 2 ore. Mentre cuoce aggiungere acqua tiepida di tanto in tanto, quando richiesto. Verso la fine della cottura aggiungere il dado e le foglie di sedano. Servire caldo come piatto principale con vino rosso o frizzante e pane casereccio. Adottare un albero di clementine senza semi? Perché no. La Treccani descrive la clementina come ibrido tra mandarino e, forse, arancio amaro (detto anche melangolo granito); la sua culla è l’Algeria, da dove poi si è diffuso nel sud Italia verso gli anni quaranta. È un agrume con un alto contenuto di vitamina C, che si presta al consumo fresco in quanto poco acido rispetto agli altri agrumi. Adottare un albero di clementine senza semi fa solo bene alla salute, come dicono i nutrizionisti. Infatti, oltre a essere un’ottima fonte di Vitamina C, contiene fibre e minerali essenziali quali calcio, potassio e magnesio. Adottare un albero di clementine vuol dire mangiare, frutta di stagione e in più contribuire a mantenere le colture locali. Inoltre, vuol dire anche mangiare Italiano, per aiutare la nostra economia. L’idea di adottare un albero potrebbe essere un’idea regalo originale, ma questo scritto non promozione a questa o quella azienda, ma solamente una presa di posizione per chi crede ancora nell’agricoltura, per chi vive il territorio con passione. Per saperne di più cliccate qui: http://www.adottaunclementino.it/adozioni Il ClubRATIONAL raggiunge quota 40.000 Il ClubRATIONAL è la piattaforma esclusiva di Rational che consente agli chef professionisti di mettersi in contatto con i colleghi di tutto il mondo, di scaricare gratuitamente aggiornamenti software e di accedere a ricette e suggerimenti utili per il lavoro quotidiano di cucina. Il ClubRATIONAL annovera attualmente 40.000 membri, ma questo numero cresce di giorno in giorno. Il ClubRATIONAL offre ai suoi membri continui input per rendere l’attività di cucina sempre più facile. La libreria dei filmati applicativi, per esempio, contiene una vasta selezione di video che insegnano come preparare con semplicità una vasta gamma di pietanze utilizzando le attrezzature Rational – dal pollo arrosto all’anatra alla pechinese. Altrettanto popolare è la lista delle oltre 1.400 ricette che i membri del Club possono condividere, scambiare o classificare. Un altro vantaggio accattivante per i membri ClubRATIONAL è l’opportunità di aggiornare in qualsiasi momento le loro attrezzature Rational con l’ultima versione software disponibile; in questo modo hanno quindi l’opportunità di beneficiare sempre degli ultimi sviluppi della ricerca culinaria Rational. Come funziona? “E’ sufficiente scaricare l’aggiornamento mediante l’apposita chiavetta USB Rational e installare il software nell’unità,” spiega Elke Voss, Online Marketing Manager di Rational. Proprio perché il ClubRATIONAL si fonda su una piattaforma web, è particolarmente facile per i suoi membri potersi mettere in contatto con altri chef e condividere le proprie esperienze in qualsiasi luogo del mondo si trovino. L’iscrizione al Club è totalmente gratuita, basta accedere al sito www.club-rational.com e seguire le istruzioni di registrazione. I membri potranno a breve usufruire di nuove funzioni poiché Rational sta già pianificando ulteriori utili servizi per il Club. L’esperta Rational dell’online, Elke Voss, non si sbilancia ancora sulle novità ….ma: “Vi dirò solo questo: abbiamo trovato il modo di rendere ancora più accessibile e diffusamente disponibile la nostra esperienza culinaria per i membri del Club.” Lingue e paesi vengono anch’essi regolarmente aggiornati. “Cresciamo a livello internazionale e quindi anche il Club deve adattarsi” afferma Elke Voss. Di recente, ad esempio, India e Messico sono stati aggiunti nella lista dei paesi del ClubRATIONAL. Il video promozionale del ClubRATIONAL si può visualizzare in Internet: http://youtu.be/zt79KzWCflQ Una nuova conferma per Rational Italia: DIGRIM raddoppia Venerdì 12 luglio scorso l’azienda ha organizzato “Market sharing”, il nuovo training di condivisione in esclusiva per i rivenditori DIGRIM. Tendenze di mercato e tecniche di vendita nel settore foodservice sono state le tematiche affrontate dal management Rational e dallo chef Michele Cocchi per aiutare le aziende a crescere e vincere grazie al SelfCookingCenter whitefficiency. Ci sono tanti buoni motivi per appoggiarsi alle innumerevoli funzionalità dei prodotti Rational e i rivenditori DIGRIM, sull’onda del successo riscontrato dal training organizzato nel 2012, hanno voluto bissare. Nel corso della giornata esclusivamente dedicata agli associati del principale gruppo di acquisto italiano nel settore della distribuzione di attrezzature per il foodservice, tenutasi presso la sede di Saps Italia – Pentole Agnelli a Lallio in provincia di Bergamo venerdì 12 luglio scorso, Rational ha voluto condividere le esperienze sulle tendenze di mercato e le tecniche di vendita insieme ai suoi rivenditori. Dopo una presentazione dell’azienda e della performance dei prodotti targati Rational, in questa nuova occasione di confronto e partecipazione si è voluto dare spazio alle testimonianze e alle storie concrete di chi ha scelto il SelfCookingCenter whitefficiency per la ristorazione collettiva e la grande distribuzione. L’evento, infatti, è proseguito con il racconto di Euroristorazione, società veneta specializzata in servizi di ristorazione collettiva e cliente Rational da anni. Dopo l’acquisto di due forni e dando la giusta importanza al valore aggiunto che il SelfCookingCenter whitefficiency avrebbe portato alla loro realtà, tra cui la semplicità nell’utilizzo e la costanza del risultato, l’azienda ne ha ordinati altri 10, destinati ad implementare le strutture esistenti e le nuove acquisizioni. A seguire, la testimonianza di Project Center ha evidenziato il nuovo approccio commerciale che Rational offre per fidelizzare il cliente, approfondendo la funzione KitchenManagement System per il controllo e la gestione in remoto. L’azienda, da oltre 30 anni presente sul mercato come azienda di riferimento nei settori della refrigerazione industriale e della ristorazione collettiva e da 14 anni rivenditore Rational, ha specificato come, grazie al software, è possibile connettersi alle unità dei forni dal proprio PC per gestire il controllo integrato a distanza di tutte le funzioni attraverso un display facile e intuitivo. Ma non è tutto perché si possono anche registrare ed importare tutti i dati HACCP automaticamente da ciascuna unità Rational e archiviarli secondo le esigenze. «La decisione di rinnovare l’appuntamento con e per DIGRIM ha rappresentato una nuova occasione di confronto e di condivisione sull’andamento, ma soprattutto sugli sbocchi futuri del settore, nonostante il difficile momento economico» – conferma Enrico Ferri, AD Rational Italia. «La condivisione di fatti, dati, esperienze e modalità di approccio ad un mercato che vanta ancora una forte potenzialità è un bene imprescindibile in un’ottica di partnership concreta. Ecco perché Rational Italia ha deciso di svelare i suoi segreti partendo dalle reazioni dei clienti e dai risultati ottenuti, ascoltando le loro esperienze, le loro esigenze e i criteri di scelta». Chi ci legge, probabilmente penserà...dicono sempre la stessa cosa, riferita agli Chef, ma il concetto dell’unicità dei singoli interpreti, non ci stancheremo mai di ripeterlo. Quale cucina scegliere...e soprattutto in che modo,è senza dubbio una bella domanda, partiamo da una nostra convinzione che non esiste uno Chef uguale ad un’altro, di conseguenza, pur con regole comuni, non esiste una cucina uguale ad un’altra, perché saranno diverse le esigenze di ogni singolo interprete. La massima espressione di uno Chef non può e non deve essere costretta da soluzioni standard che non permettano lo sviluppo della propria creatività. In questo capitolo continueremo a parlare di innovazione, argomento importantissimo che ci differenzia dalle comuni realizzazioni che rispondono solo a requisiti di prezzo, nello specifico ci occuperemo delle cucine a gas e tuttopiastra. Difatti noi di Ambach vogliamo essere sempre un passo avanti e comprendere le tendenze e le necessità di un mercato qualificato e molto professionale. La continua ricerca tecnologica realizzata nel laboratorio Ambach, garantisce una forte innovazione, osservate con attenzione le ns. macchine, vi renderete conto della loro grande innovazione. Chi sceglie una ns. cucina è già pronto per il futuro. ...COTTURE CON PENTOLE E PADELLE Il classico modo di cottura rimane sempre quello con le pentole e padelle. Una buona domanda potrebbe essere: alimentate con quale fonte di energia? La risposta Ambach è “con quella che il cliente desidera”. La completissima gamma di apparecchiature Ambach, permette di scegliere fra cucine a gas (fuochi aperti e tuttopiastra), oppure elettriche (cucine a piastra singole, tuttopiastra). Tutte con una moderna tecnologia e semplicità d’uso e di esercizio. Nello specifico ci occuperemo dei fuochi aperti e tuttopiastra a gas. I ns. fuochi aperti si contraddistinguono per una semplice e agevole pulizia, profondi stampaggi con angoli raggiati, i bruciatori sono a tenuta stagna (nessuna infiltrazione di sporco), con termocoppia e fiamma pilota integrate nel bruciatore, pertanto è sufficiente inserire nel vano un po’ di acqua, (per evitare che si attacchino sul fondo i residui di cibo), e a fine lavoro con una spugna velocemente si pulisce e la cucina torna splendente come nuova, evitando di inserire la classica e antipatica stagnola. Un’alternativa valida e performante in aggiunta ai fuochi aperti risulta essere il tuttopiastra a gas, senza cerchiata a tutta superficie a filo piano con angoli raggiati e canalina perimetrale,la semplicità di pulizia è estrema. La temperatura superficiale del tuttopiastra è strutturata per 3/4 dedicata alle cotture, mentre il restante 1/4 è dedicata al mantenimento dei sughi etc.. Altra peculiarità del tuttopiastra è che nei moduli doppi, la macchina è a due zone, pertanto se lo Chef ha bisogno utilizzerà mezza o l’intera superficie, a tutto vantaggio del risparmio energetico. Il tuttopiastra risulta utilissimo sopratutto nella zona secondi, perché permette di sfruttare l’intera superficie sia per la cottura e sia per il mantenimento, questo ci consente di progettare cucine compatte senza inutili sprechi. Una massima di Confucio in chiusura di questo tema: Imparare senza pensare porta a nulla; pensare senza imparare è pericoloso HOTMIXPRO CON GLI CHEF DI MESAMÉRICA 2013 (MESSICO) Modena, 10 giugno 2013. Dal 20 al 23 marzo scorso, si è svolta in Città Del Messico la seconda edizione di Mesamérica. A quest’incontro hanno partecipato i più grandi chef internazionali, riuniti per parlare del futuro della gastronomia e, in particolare, della cucina messicana e sud americana che stanno acquisendo sempre più importanza e prestigio. Tra gli chef più rinomati erano presenti i primi 6 della classifica The World’s 50 Best Restaurants, e quindi anche il più grande chef italiano nel mondo Massimo Bottura, che nel 2013 ha conquistato il 3° posto di questa prestigiosa classifica. Come ogni volta, lo Chef ha utilizzato HotmixPRO per aiutarsi nelle sue preparazioni. HotmixPRO era presente anche nelle cucine di Mesamérica, a disposizione di tutti gli chef che avessero desiderato un aiuto speciale. HotmixPRO ha riscosso un grande successo: lo chef venezuelano Carlos Garcia, patron del ristorante Alto, ha pubblicamente ringraziato su Twitter HotmixPRO: “Grazie per il vostro aiuto con queste macchine magnifiche! Diventano realmente indispensabili!” La gamma HotmixPRO è composta da 4 modelli: Easy, Gastro, Gastro Twin e Creative. I thermal mixers professionali hanno funzionalità avanzate che si adattano alle esigenze di ogni chef. HotmixPRO è esportato in oltre 40 paesi al mondo: per gli Chef è garanzia di qualità Made in Italy, con assistenza in loco, ovunque siano le vostre cucine. Per maggiori informazioni visita: www.hotmixpro.com Ricorda: un prezzo speciale è riservato ai membri del CIM