Il campo elettrico La struttura dell’atomo L'atomo è così chiamato perché inizialmente dai filosofi greci era considerato l'unita più piccola ed indivisibile della materia. In realtà sappiamo che non è così. Cercando su un dizionario possiamo trovare la seguente definizione. Definizione: minima porzione di elemento chimico, che ne contiene tutte le caratteristiche chimiche e fisiche, costituito da un nucleo centrale formato da neutroni e da protoni con carica positiva, attorno a cui sono disposti, in numero uguale ai protoni, elettroni con carica negativa. Come si può notare vi sono elettroni più vicino al nucleo ed elettroni più lontani. Nel caso in cui due atomi interagiscano sono proprio gli elettroni più esterni a subire le sollecitazioni(attrattive o repulsive). Tali interazioni sono in grado di far passare alcuni elettroni da un atomo all’altro provocando in essi un difetto o un eccesso di elettroni. Nelle reazioni naturali che possiamo osservare sulla terra il nucleo rimane intatto e non cede particelle. Inoltre poiché gli elettroni hanno carica negativa con la loro quantità determinano dell’atomo considerato, vedremo in seguito di approfondire questa affermazione. la carica Le prime osservazioni sui fenomeni elettrici sono semplici esperienze che consistono nello sfregare una bacchetta con un tessuto, va bene anche una penna sfregata sulla manica di un maglione, per mettere in evidenza che dopo tale operazione la bacchetta è in grado attirare piccoli pezzetti di carta. Cosa è successo durante l’operazione precedente? Lo sfregamento tra bacchetta e tessuto ha provocato un trasferimento di elettroni tra i due corpi, pertanto la bacchetta al termine dell’operazione ha accumulato un eccesso o un difetto di carica negativa (ciò dipende dal tipo di tessuto utilizzato). I corpi inizialmente neutri, cioè con lo stesso numero di cariche positive e negative, hanno modificato il loro stato di equilibrio. Sperimentalmente si può verificare che corpi identici che vengono sfregati con lo stesso materiale si respingono, mentre in alcuni casi corpi identici che vengono sfregati con tessuti differenti si attraggono. Non vengono poi evidenziate altre interazioni. Quindi possiamo dedurre da tale fenomeno l’esistenza di due possibilità per l’elettrizzazione: due corpi aventi la stessa carica si respingono due corpi aventi carica opposta si attraggono Per quanto appena osservato, poiché le alternative possibili nel fenomeno di elettrizzazione sono due, possiamo affermare che: esistono corpi carichi positivamente (presentano un difetto di elettroni rispetto ai protoni); esistono corpi carichi negativamente (presentano un eccesso di elettroni rispetto ai protoni); Legge di Coulomb Ora che abbiamo osservato tali fenomeni attrattivi o repulsivi, vediamo di quantificare l’intensità di tale forza che si stabilisce tra due carice. Sperimentalmente il valore dell’azione che si stabilisce tra due cariche è stabilito dalla legge (sperimentale) di Coulomb. F= 1 q1q2 4πε 0 d 2 La forza che si stabilisce tra due cariche allora è: direttamente proporzionale alle cariche ; è inversamente proporzionale al quadrato della distanza. L’unità di misura della carica è il Coulomb, che verrà definito in seguito in quanto la sua formulazione si ottiene come conseguenza della definizione dell’Amperè, unità di misura dell’intensità della corrente elettrica. La forza inoltre dipende da una costante, il termine 1 4πε 0 , dove ε 0 rappresenta la costante dielettrica del vuoto. Definiremo ε 0 quando avremo introdotto il concetto di campo elettrico. Per ora diamo il valore ε 0 = 8,85 ⋅ 10 −12 C2 . Nm 2 Nella risoluzione di esercizi può essere più utile utilizzare al seguente formulazione F =k q1q2 d2 dove k = 9 ⋅ 109 C2 Nm 2 Nel caso in cui la forza di Coulomb si sviluppi in un mezzo materiale, la formula diventa F= 1 q1q2 4πε 0ε r d 2 Dove ε r rappresenta la costante dielettrica relativa del mezzo rispetto al vuoto. Definizione: si definisce ε costante dielettrica assoluta di un mezzo il valore ε = ε 0ε r . Mezzo Costante dielettrica relativa Aria 1.00059 Idrogeno 1.00026 Acqua ca. 80 Etanolo 25 Etere etilico Petrolio 1.352 2.1 Vetro comune 5 - 10 Plexiglas 3.40 Mica 8 Ebanite 2 Paraffina 2.1 Glicerolo 42.6 εr La legge di Coulomb stabilisce una relazione di tipo vettoriale, vediamo di determinare allora direzione e verso della forza elettrica che si instaura tra due cariche q1 e q2 poste tra loro ad una certa distanza r . Direzione Date due cariche la forza elettrica ha la direzione della retta che passante per q1 e q2 . q2 q1 Verso Il verso della forza che si stabilisce tra due cariche è attrattivo se le cariche sono dello stesso segno (cioè le cariche si avvicinano muovendosi lungo la retta della direzione ) o repulsivo se le cariche hanno segno opposto (cioè le cariche si allontanano muovendosi lungo la retta della direzione ). a) verso attrattivo q2 q1 b) verso repulsivo q2 q1 Nel caso vi fossero più cariche la loro azione andrebbe calcolata tenendo conto della direzione considerando poi tutte le componenti orizzontali e verticali delle forze che si stabiliscono tra le cariche. Elettrizzazione Per elettrizzare un corpo vi sono tre possibilità. a) elettrizzazione per strofinio Come già osservato in precedenza, s strofiniamo una bacchetta di un certo materiale su di un tessuto, la bacchetta acquisisce la capacità di attirare a sé piccoli pezzetti di carta. Quello che è avvenuto durante lo sfregamento è stato un passaggio di elettroni da un corpo all’altro, lasciano sula bacchetta un difetto o un eccesso di elettroni che determinano in questo modo la carica (positiva se vi è un difetto, negativa se sono in eccesso). b) elettrizzazione per contatto Supponiamo di avere un corpo carico positivamente ed un corpo neutro in cui gli elettroni di conduzione siano in grado di muoversi liberamente (un conduttore, come vedremo più avanti, cioè un corpo in grado di lasciarsi attraversare dalle cariche). Se tocchiamo il corpo neutro con il corpo carico positivamente, cioè che contiene un difetto di elettroni, parte degli elettroni del primo corpo si trasferiranno sul secondo corpo. Tale movimento di carica si arresta quando i due corpi raggiungeranno un equilibrio. Poiché gli elettroni dei due corpi sono in numero inferiore rispetto al numero globale dei protoni, essi si distribuiranno sui due corpi che avranno al termine del moto di carica entrambi un difetto di elettroni, cioè saranno carichi positivamente (il difetto di elettroni iniziale si ridistribuisce tra i due corpi). Corpo neutro con cariche distribuite equamente + + + + - - + + + + - Corpo carico + + + + + + Corpo neutro con cariche distribuite equamente + + - - + + Corpo carico Notare come le cariche del corpo neutro sentano l’azione delle cariche + + + + - - - + + del + + omologhe vengono respinte nella corpo carico: le cariche parte più lontana mentre le cariche + + opposte vengono attratte. Contatto + + Quando avviene il contatto parte + della carica positiva del corpo + + + + + + elettrizzato annulla cariche negative + sul corpo in equilibrio lasciandolo una prevalenza di cariche positive. + Corpo carico + Corpo carico + + Ora i corpi sono entrambi carichi positivamente. + + + + + + + + c) elettrizzazione per induzione L’elettrizzazione per induzione sfrutta il fatto che la Terra sia carica negativamente e quindi ha la capacità di assorbire cariche positive. Come nella situazione precedente si ha un corpo in equilibrio e un corpo carico positivamente. Avvicinando i due corpi senza farli venire a contatto si ha un orientamento delle cariche del corpo neutro: le cariche positive si disporranno lontano dal corpo carico, mentre le cariche negative saranno vicine alla bacchetta. A questo punto per “scaricare le cariche positive a terra” basterà collegare con un filo di rame la parte positiva del corpo neutro con la terra. In questo modo la carica positiva del corpo verrà annullata dalle cariche negative presenti al suolo. Il corpo neutro sarà quindi carico negativamente. Corpo neutro con cariche distribuite equamente + - + + + - - + + + + Corpo carico + + - + + + + Corpo neutro con cariche distribuite equamente + + - - + + Corpo carico Come prima le cariche del corpo neutro sentono l’azione delle cariche + + + + - - + + del corpo carico. + + + + Corpo neutro con cariche distribuite equamente + + - - + + Corpo carico Il filo di rame permette di scaricare a terra la carica positiva del + + + + - - + + + + + + - - - - - - - - conduttore. Corpo carico - Corpo carico - + Ora i corpi sono entrambi carichi uno - - - + positivamente e uno negativamente. + + Osservazione In tutti gli esempi illustrati avvengono delle interazioni tra cariche. Se facciamo un bilancio tra cariche positive prima della reazione e dopo la reazione troviamo che: il numero di cariche positive prima e dopo l’evento è sempre lo stesso; il numero di cariche negative prima e dopo l’evento è sempre lo stesso. Durante l’evento non si è creata nessuna nuova carica e nessuna carica è sparita. Durante l’evento vi è stata una ridistribuzione delle cariche. Principio di conservazione della carica In un sistema isolato, la somma algebrica delle cariche elettriche si mantiene costante. Cioè la quantità di carica positiva [negativa] prima di un evento è uguale alla quantità di carica positiva [negativa] dopo l’evento. Osservazione La carica è una grandezza scalare. Il campo elettrico Il concetto di campo è un concetto che richiama un’azione a distanza, cioè alcuni corpi risentono dell’influenza di alcuni corpi pur non venendo a contatto con essi. Cosa significa ciò? Possiamo rispondere che: alcuni corpi modificano le caratteristiche dello spazio loro circostante. Tale perturbazione interagisce con altri corpi in grado di generare modifiche dello spazio loro circostante. Due cariche modificano lo spazio che e circonda, le due perturbazioni entrano in contatto e quindi le cariche interagiscono tra loro. Ricordiamo che più in generale un campo vettoriale è una schematizzazione dello spazio che associa a ogni punto un vettore dello spazio stesso. Definizione: si definisce campo elettrico un campo vettoriale generato da una quantità di carica elettrica. Quindi una carica elettrica che genera un campo elettrico modifica lo spazio ad essa circostante in maniera tale che ad ogni punto è possibile associare un vettore che rappresenta la direzione, il verso e l’intensità del campo elettrico in quel punto. Se in una certa zona dello spazio vi è un campo elettrico in essa si stabiliscono azioni meccaniche di attrazione o repulsione tra le varie cariche elettriche presenti nella zona stessa. Per evidenziare l’esistenza di un campo elettrico è necessario porre una carica in una certa zona dello spazio e osservare se essa subisce una forza. Se la carica di prova subisce una forza attrattiva è presente un campo elettrico di segno opposto, se l’azione è repulsiva il campo elettrico ha segno uguale alla carica di prova, se non subisce alcuna azione non è presente alcun campo elettrico (a meno che la carica venga posizionata in un punto in cui su di essa la somma algebrica delle interazioni sia nulla e rimanga in quiete). Quindi il campo elettrico deve essere messo in evidenza da una carica di prova q . Definizione: si definisce campo elettrico generato dalla carica Q in un punto P sulla carica di r prova q il vettore E definito dalla relazione: r r F E= q [E ] = F = N q C r dove F è la forza elettrica che si stabilisce tra la carica Q che genera il campo e la carica esploratrice q . r Analiticamente l’espressione di F è data dalla legge di Coulomb, possiamo scrivere allora 1 Qq F 4πε 0 d 2 1 Q = E= = q q 4πε 0 d 2 che possiamo scrivere anche E=k Q d2 r Riguardo il vettore E possiamo affermare: direzione: è la retta che congiunge le due cariche Q e q . verso: q si avvicina a Q se hanno cariche opposte (verso centrifugo) mentre q si allontana da Q se hanno cariche uguali (verso centripeto). Diamo ora la definizione di ε 0 . Definizione: si definisce costante dielettrica quella grandezza fisica che descrive la capacità di un mezzo materiale (detto anche dielettrico) di lasciarsi attraversare da un campo elettrico e quindi ridurre l’intensità del campo elettrico totale. Essa rappresenta la “predisposizione” di un materiale a trasmettere un campo elettrico. Vediamo ora di rappresentare graficamente il campo elettrico tenendo conto della natura delle cariche. Linee di campo Osservazione importante (linee di campo) Per qualsiasi grandezza vettoriale, quindi anche per un campo vettoriale è possibile rappresentare con una curva l’andamento del vettore o del campo vettore vale: in ogni punto della linea di campo il campo vettoriale ha direzione della tangente alla linea stessa; il verso si determinata sulla retta tangente (quella della direzione) proseguendo dal punto di tangenza sulla retta tangente nel senso di percorrenza della linea di campo. Illustriamo con un esempio quanto detto. 1. Sia dato un campo vettoriale descritto dalla curva rappresentata di seguito. La freccia indica il verso in cui viene percorsa la linea di campo. 2. Consideriamo sulla linea un punto qualsiasi. 3. Tracciamo la tangente alla traiettoria per il punto considerato. 4. Dal punto considerato prolunghiamo il moto del punto lungo la tangente seguendo il verso della linea di campo. Questo vettore rappresenta il campo vettoriale nel punto considerato. Possiamo ripetere il procedimento sopra descritto per ogni punto della linea di campo. I vettori che si trovano rappresentano il campo vettoriale nei punti. Definizione: si definisce linea di campo per un campo vettoriale una curva per cui in ogni punto le tangenti hanno la direzione del campo vettoriale e verso del campo nel punto di tangenza. Linee di campo per cariche positive e negativa Data una carica puntiforme positiva adotteremo la convenzione che le linee di campo siano uscenti nella carica assegnata in direzione radiale. Data una carica puntiforme negativa adotteremo la convenzione che le linee di campo siano entranti nella carica assegnata in direzione radiale. L’interazione tra cariche avviene tramite la sovrapposizione dei rispettivi campi vettoriali, che sono rappresentabili da linee di campo. Queste ultime, con la convenzione appena stabilita, permettono di rappresentare l’interazione tra cariche elettriche. 2 cariche positive 2 cariche negative 1 carica positiva e 1 carica negativa Osservare come nel caso di cariche uguali le linee di campo non si uniscono né si sovrappongono per rappresentare la repulsione mentre nel caso di cariche opposte le linee di campo si uniscono per rappresentare l’attrazione. Le linee di campo elettrico inoltre sono proporzionali all’intensità della carica che genera il campo elettrico. Date due cariche distinte dalla carica maggiore uscirà (o entrerà) un numero maggiore di linee di campo, cioè la densità delle linee di campo è proporzionale all’intensità del campo elettrico. Nei primi due esempi precedenti al centro, tra le due cariche, il campo elettrico è nullo (non vi è alcuna linea di campo). Nell’ultimo esempio invece al centro il campo elettrico è massimo (la densità delle linee di campo è massima). Osservazione: si faccia attenzione a non confondere la forza che si stabilisce tra due cariche e il campo elettrico generato da una carica. Definizione: data una superficie S sulla quale si distribuisce uniformemente una quantità di carica Q si definisce densità superficiale σ di carica il rapporto σ= Q S [σ ] = Q = C2 S m Un campo elettrico si definisce uniforme in una certa regione del spazio se in ogni punto esso ha sempre gli stessi: direzione verso modulo Definizione: si definisce condensatore piano la struttura costituita da due lastre piane, uguali e parallele sulle quali è distribuita una carica uguale ma di segno opposto. +Q −Q All’interno di un condensatore piano il campo elettrico è uniforme, infatti la densità delle linee di campo è costante. Notare come in corrispondenza dei bordi vi sia dispersione e le linee di campo presentino una curva. Questo è un fatto caratteristico in corrispondenza di irregolarità delle superfici. Flusso del campo elettrico Come in precedenza introduciamo il concetto di flusso in generale. Definizione: data una superficie piana S si definisce normale alla superficie la direzione perpendicolare a tutte le rette appartenenti al piano assegnato. Poiché lo stesso ragionamento può essere effettuato anche per al superficie inferiore del piano si dovrà stabilire quale sia il verso per una normale alla superficie nel caso di un’area piana. Per una solido o una superficie tridimensionale la normale alla superficie ha verso rivolto sempre verso l’esterno della curvatura del corpo assegnato. Nel caso di superficie che presentino curvatura la definizione precedente di perpendicolare alla superficie si ottiene come segue: consideriamo un elemento molto piccolo della superficie sferica tale da poterlo approssimare con una sezione piana, su di essa si traccino gli assi di un riferimento cartesiano La freccia indica nel disegno la normale alla superficie per l’elemento si area considerato. Il disegno precedente illustra ancora il significato di normale alla superficie. r r Definizione: dato un campo vettoriale V e una superficie S la cui normale sia n , si definisce r flusso del campo V attraverso al superficie S lo scalare r r r Φ S V = V • n S = VS cos α () r r dove α è l’angolo formato dal campo vettoriale V con la normale alla superficie n . Esempi r Sia data la seguente superficie S con la relativa normale n : S r n r r Caso 1: V // n e concorde S r n r r Il flusso del campo vettoriale V è massimo attraverso la superficie S quando la direzione di V con r r n forma un angolo nullo, cioè V è perpendicolare alla superficie S. r r r Φ S V = V • n S = VS cos(0) = VS () r r Caso 2: V , n in posizione generica S r n r r Il campo vettoriale V forma con n un angolo α , il flusso è dato allora dalla formula: r r r Φ S V = V • n S = VS cos(0) = VS () r r Caso 3: V ⊥ n S r n r r r Il flusso del campo vettoriale V è nullo attraverso la superficie S quando la direzione di V con n r forma un angolo retto, cioè V è parallelo alla superficie S. r r r π Φ S V = V • n S = VS cos = 0 2 () r r Caso 4: V // n e disconcorde S r n r r r r La direzione di V è la stessa di n ma i versi son opposti, cioè V forma un angolo di 180°con n . Allora: r r r Φ S V = V • nS = VS cos(π ) = −VS () Il flusso del campo elettrico Quanto detto in precedenza si applica ad un campo elettrico che attraversi una superficie. Vediamo di determinare la dipendenza del flusso in relazione alle cariche presenti. Situazione 1 Analizziamo il caso di un superficie cubica (area di ogni faccia del cubo S) immersa i un campo elettrico uniforme E (ad esempio quello di un condensatore). Consideriamo un campo elettrico uniforme tra le armature di un condensatore. La normale alla superficie è diretta verso l’esterno della superficie cubica, quindi: A B Consideriamo una vista dall’alto del condensatore con il cubo all’interno: n2 2 n1 1 3 n3 4 n4 Consideriamo i singoli contributi delle superfici del cubo al flusso totale: superfici superiore e inferiore (A e B del primo disegno), la basi del cubo hanno normale che forma un angolo retto con la direzione del campo, cioè le basi sono parallele al campo elettrico, quindi il flusso attraverso esse è nullo; superfici laterali 2 e 4 (secondo disegno), anche per loro le rispettive normali n2 e n4 sono perpendicolari con la direzione del campo (le superfici sono parallele al campo elettrico) quindi il flusso attraverso esse è nullo; superfici laterali 1 e 3 (secondo disegno), le rispettive normali n1 e n3 sono parallele alla direzione del campo elettrico (le superfici sono parallele al campo elettrico) quindi il flusso attraverso ognuna di esse da un contributo al flusso. La normale n1 forma con il campo elettrico un angolo di 180° (infatti sono parallele e discordi) mentre la normale n3 forma con il campo elettrico un angolo di 0° (infatti sono parallele e concordi). Quindi il flusso totale del campo elettrico attraverso la superficie del cubo vale: Φ(E ) = Φ( A) + Φ (B ) + Φ(1) + Φ(2) + Φ(3) + Φ(4) = Φ(1) + Φ (3) = SE cos(180) + SE cos(0) = = − SE + SE = 0 Quindi il flusso è nullo. È possibile ripetere tale ragionamento per una superficie S qualunque. S Possiamo approssimare la superficie in tanti piccoli elementi piani di superficie e sommare tutti i contributi al flusso portati dai singoli elementi superficiali. Il risultato che si ottiene è sempre Φ (E ) = 0 Possiamo generalizzare allora il risultato ottenuto. Il flusso del campo elettrico attraverso una superficie chiusa qualunque che non contiene cariche è nullo Consideriamo ora il caso di una superficie che contiene cariche al suo interno. Analizziamo il caso di una sfera contenente una carica al centro. + Il campo elettrico sul bordo è costante, in quanto tutti i punti della superficie hanno distanza R dal centro. Se approssimiamo/suddividiamo la sfera in tanti elementi infinitesimi di superficie piana, la linea di campo che consideriamo attraverserà il corrispondente elemento superficiale in maniera tale da essere parallela e concorde alla normale alla superficie per la sezione superficiale considerata. Quindi per ogni elemento di superficie si ha α = 0 . Il flusso del campo elettrico è quindi la somma di tutti i flussi attraverso gli elementi superficiali ∆S1 , ∆S 2 , ∆S 3 ,..., ∆S n in cui è stata suddivisa la sfera. Possiamo scrivere allora Φ (E ) = E ⋅ ∆S1 + E ⋅ ∆S 2 + E ⋅ ∆S3 + ... + E ⋅ ∆S n = E ⋅ (∆S1 + ∆S 2 + ∆S 3 + ... + ∆S n ) = = E⋅S = 1 Q Q 4πR 2 = 2 4πε 0 R ε0 La somma di tutti gli elementi superficiali Il campo elettrico per punti della sfera ∆S1 + ∆S 2 + ∆S 3 + ... + ∆S n da equidistanti come risultato la superficie stessa della dalla carica posta centro è dato dalla formula sfera, cioè 4πR 2 1 Q 4πε 0 R 2 Tale risultato si può generalizzare al caso di: superfici sferiche contenenti una o più cariche in posizione generica (cioè non al centro); superfici generiche contenenti una o più cariche. Possiamo ora enunciare il risultato generale. Teorema di Gauss per il flusso del campo elettrico (nel vuoto). r Il flusso di un campo elettrico E attraverso una superficie chiusa S è dato dalla relazione Φ S (E ) = Dove ∑Q ∑Q ε0 indica la somma algebrica delle cariche contenute nella superficie chiusa. Osservazione Se il campo elettrico non si trovasse nel vuoto per il teorema di Gauss si deve utilizzare la costante dielettrica assoluta del mezzo al posto della costante dielettrica del vuoto: Φ S (E ) = ∑Q ε Osservazione Applichiamo il teorema di Gauss per calcolare il campo elettrico tra le lastre si un condensatore. Consideriamo una superficie ideale avente una faccia immersa nel campo elettrico uniforme tra le armature di un condensatore mentre l’altra sia esterna al condensatore. Per quanto osservato in precedenza il flusso è nullo sulle superfici parallele alla direzione del campo elettrico. La superficie A in grigio è perpendicolare al campo elettrico E (normale alla superficie // direzione campo), mentre la superficie esterna non è immersa in un campo elettrico, quindi il flusso del campo elettrico per essa è nullo. L’unica superficie che da un contributo è A, allora per la superficie S possiamo scrivere: Φ S (E ) = A ⋅ E Per il teorema di Gauss il flusso attraverso S vale: Φ S (E ) = ∑Q ε0 Uguagliando tra loro i secondi membri abbiamo: E⋅A= ∑Q ε0 La superficie A intercetta una quantità di carica distribuita sulla lastra del condensatore che è data dal termine ∑Q . Ricordando la densità di carica superficiale σ = Q dove Q si riferisce alla quantità totale di carica A considerata. Allora possiamo scrivere che σ= Q Q = σA A Sostituendo la relazione appena trovata nella formula E ⋅ A = E⋅A= E= ∑Q ε0 si ottiene σA ε0 σ ε0 Campo elettrico all’interno di un condensatore. Moto di cariche in un campo elettrico uniforme Consideriamo una particella q carica positivamente che si muova orizzontalmente di moto rettilineo uniforme. Se ad un certo punto essa incontra (perpendicolarmente) nel suo cammino un campo elettrico uniforme di un condensatore subirà: una repulsione dalla lastra positiva una attrazione dalla lastra negativa +Q +q h = distanza verticale tra la particella all’istante in cui entra nel campo elettrico e h la lastra che la attira −Q Poiché sarà sottoposta all’azione della forza elettrica il moto lungo l’asse verticale sarà uniformemente accelerato. La forza verticale si ricava data dall’intensità del campo elettrico dalla relazione E = F , infatti: q (1). F = qE Dal punto di vista meccanico del moto poiché lungo l’asse verticale vi è una forza per il moto della particella vale la seconda legge della dinamica. (2) F = ma Poiché la (1) e la (2) esprimono la stessa forza possiamo uguagliare tra loro i secondi membri: ma = qE Da cui si ottiene Accelerazione di una particella di a= qE m massa m che entra perpendicolarmente in un campo elettrico E. Poiché il moto è composto da: 1) moto rettilineo uniforme lungo l’asse delle x; 2) moto uniformemente accelerato lungo l’asse delle y. Il moto risultante della particella all’interno del campo elettrico è un moto parabolico. Detta vx la componente (costante) orizzontale della velocità, si ha v y = − at = − qE t m Per lo spazio percorso possiamo scrivere: s x = v x t 1 qE 2 s y = h − 2 m t Osservazioni Se la particelle non riesce ad uscire dal campo elettrico prima di giungere alla lastra negativa, essa si deposita sull’armatura. Per uscire dalla struttura il tempo del moto traslatorio per percorrere tutta la lunghezza del condensatore deve essere inferiore al tempo necessario affinché la particela giunga sulla lastra che la attira. Se la particella esce dal campo elettrico avrà una velocità con direzione data dalla tangente alla traiettoria parabolica nell’ultimo punto prima di uscire dal condensatore e intensità pari alla somma delle componenti vx e v y nell’ultimo istante in cui è sottoposta all’azione del campo elettrico. +Q −Q Il tempo di caduta della particella sulla lastra La particella esce con velocità avente direzione tangente all’ultimo punto della traiettoria parabolica e che la attira da un’altezza h è dato dalla formula velocità v = v x2 + v 2y (i valori delle 2mh t= qE componenti sono riferiti sempre all’ultimo istante di moto parabolico). (simile alla formula per al caduta di un grave, soltanto che qui si usa un’accelerazione diversa da quella di gravità). Osservazione Analogie e differenza tra le forze associate al campo elettrico e al campo gravitazionale. Forza elettrica Formula Analogie F= 1 q1q2 4πε 0 d 2 F =G m1m2 d2 La forza è direttamente proporzionale La forza è direttamente proporzionale al prodotto delle cariche. Analogie Forza gravitazionale al prodotto delle masse. La forza è inversamente proporzionale La forza è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra le cariche al quadrato della distanza tra le masse. Analogie La forza dipende da una costante di La forza dipende da una costante di proporzionalità Differenze proporzionalità La forza può essere attrattiva (cariche La forza tra masse è sempre attrattiva. opposte) o repulsiva (cariche uguali). Osservazione La costante di proporzionalità nei due casi ha valori diversi, infatti: 1 4πε 0 è un valore molto grande, quindi permette di avere facilmente forze di intensità notevole anche tra cariche non troppo grandi; G è un valore vicino allo zero, quindi per avere forze di intensità notevole servono masse molto grandi. Esempio Date due cariche di 1 C poste ad un metro di distanza, al forza elettrica vale F =k q1q2 = 9 ⋅ 109 N d2 Per avere una forza della stessa intensità tra due masse uguali poste ad un metro di distanza possiamo scrivere F =G m1m2 d2 9 ⋅ 109 = 6,67 ⋅ 10 −11 m 2 m 2 = 1,35 ⋅ 10 20 m = 1,35 ⋅ 10 20 = 1,16 ⋅ 1010 kg Quindi ogni massa dovrebbe essere dell’ordine di grandezza di 1010 kg .