TESSUTO MUSCOLARE Il tessuto muscolare è caratterizzato dalla proprietà contrattile particolarmente sviluppata legata alla presenza di filamenti contrattili: actina e miosina Il TMSS non è costituito da singole cellule ma da cellule fuse tra di loro, i mioblasti che costituiscono la fibra muscolare.. Alcuni mioblasti rimangono all’esterno della membrana del miotubo e costituiscono una riserva per necessità rigenerative o riparative del muscolo (cellule satelliti). Si ha un’intensa sintesi di proteine contrattili che si organizzano in miofilamenti i quali a loro volta si aggregano in Esistono 3 tipi di tessuto muscolare: miofibrille che spingono i nuclei verso la periferia dell’ elemento muscolare Tessuto muscolare striato scheletrico (volontario) Si è costituita la fibra muscolare, entità morfologica costitutiva del Tessuto muscolare striato cardiaco (involontario) muscolo scheletrico rivestita da un'unica membrana (sarcolemma) Tessuto muscolare liscio (involontario) La fibra muscolare raggiunge anche qualche cm di lunghezza, mentre il diametro può variare da qualche decina a qualche centinaio di µm la fibra muscolare presenta: • • il sarcolemma all'esterno c'è un ulteriore rivestimento di glicoproteine che risulta PAS positivo, ma non è compreso nella definizione di sarcolemma • i nuclei (fino a una quarantina per mm di lunghezza) disposti alla periferia (subsarcolemmali) il sarcoplasma che contiene a sua volta: • – le miofibrille (elementi bastoncellari che hanno lunghezza pari alla lunghezza della fibra e diametro di 1µm ; sono costituiti da fascetti di filamenti) – i mitocondri – il reticolo liscio (è specializzato e si dice reticolo sarcoplasmatico) un qualsiasi muscolo dell’organismo è una struttura formata da parecchie fibre muscolari le fibre muscolari vengono tenute assieme dal tessuto connettivo la capsula di connettivo fibrillare denso che avvolge il tessuto muscolare prende il nome di epimisio dall’epimisio si dipartono setti connettivali che scompongono il muscolo in tanti fascetti di fibre muscolari questo connettivo diventa sempre più delicato (connettivo lasso) e prende il nome di perimisio; al suo interno si ritrovano vasi arteriosi, venosi, linfatici e nervi le parti ancora più interne del perimisio si continuano con una delicata rete di connettivo ancora più sottile di tipo reticolare che forma un rivestimento intorno ad ogni singola fibra muscolare quest’ultimo rivestimento prende il nome di endomisio epimisio perimisio endomisio 1 Morfologia della fibra muscolare al M.O. in sez. trasversale Morfologia della fibra muscolare al M.O. in sez. longitudinale • in sezione trasversale forma poligonale • Ø pressoché costante • Caratteristiche della fibra muscolare in sezione trasversale: – Presenti più nuclei e in posizione periferica – l’interno della fibra appare punteggiato per la sezione delle miofibrille • Striatura trasversale per alternanza di dischi chiari e dischi scuri • Presenti più nuclei schiacciati e in posizione subsarcolemmale miofibrilla Fibra muscolare La striatura appare omogenea perché l e miofibrille sono: 1 numerose 2 stipate fra di loro 3 disposte fra loro in fase o in registro. Il disco scuro si definisce DISCO A (anisotropo) Il disco chiaro si definisce DISCO I (isotropo) Questa definizione è per il comportamento dei dischi nei confronti della luce polarizzata A forte ingrandimento si osservano: Banda I Banda A Linea Z a metà del disco chiaro una sottile linea detta linea Z Nella parte centrale del disco scuro una zona con densità intermedia tra quella del disco chiaro e quella delle parti laterali del disco scuro. Questa banda è la banda H. Nella parte centrale del disco scuro nella sua posizione mediana si trova la linea M Banda I Banda A Linea Z Il disco anisotropo devia il fascio di luce polarizzata e appare più luminoso Perché al suo interno c’è una maggiore presenza di strutture proteiche Il disco I risulta scuro poiché non devia il fascio di luce polarizzata 2 IL SARCOMERO Ciascuna miofibrilla è data dal ripetersi di segmenti uguali fra loro. Questo segmento è il sarcomero, unità morfo-funzionale della miofibrilla. È compreso fra due linee Z successive Ha una lunghezza di 2,5 – 3µm a riposo È costituito da un emidisco chiaro, un disco scuro, un emidisco chiaro ULTRASTRUTTURA filamenti di actina o miofilamenti sottili • Ø di 5-6nm • lunghezza di 1µm • costituiti essenzial mente da actina filamenti di miosina o miofilamenti spessi • Ø di 15nm • lunghezza di circa 1,5µm • costituiti essenzial mente da miosina La disposizione dei due tipi di filamenti è responsabile della diverse densità che si trovano all’interno del sarcomero I filamenti sottili di actina si ancorano da ciascun lato sulle linee Z e da qui convergono verso il centro del sarcomero senza raggiungerlo in quanto si arrestano al confine tra parte laterale del disco scuro e banda H I filamenti spessi di miosina occupano tutta la lunghezza del disco scuro i dischi chiari, contengono solo i filamenti sottili, saranno necessariamente la parte meno densa di tutto il sarcomero le parti laterali dei dischi scuri, contengono entrambi i tipi di filamenti, saranno la parte più densa di tutto il sarcomero la banda H contiene solo i filamenti spessi, avrà una densità minore rispetto a quella delle parti laterali del disco scuro, ma maggiore di quella dei dischi chiari sezione trasversale a livello dell’emidisco I mostra: punti del diametro di 6nm corrispondenti ai filamenti sottili; disposti ai vertici di ipotetici esagoni regolari sezione trasversale a livello della banda H punti più grandi dei precedenti, del diametro di 15nm corrispondenti ai filamenti di miosina; disposti ai vertici di ipotetici triangoli equilateri sezione trasversale a livello delle parti laterali del disco scuro Sono presenti entrambi i tipi di filamenti che mantengono la disposizione spaziale contrazione Ciascun filamento spesso si trova al centro di un esagono e ciascun filamento sottile al centro di un triangolo equilatero Questa disposizione così rigorosa risponde all’esigenza di permettere ai due tipi di filamenti di interagire tra di loro per garantire il meccanismo della contrazione 3 Proteine regolative del filamento sottile I filamenti di actina Nel filamento sottile sono presenti altre proteine definite accessorie o regolative: la tropomiosina B e la troponina i filamenti sottili o di actina di spessore di circa 6nm e lunghezza di 0,8-1µm, originano da ciascuna linea Z e si portano verso il centro del sarcomero e terminano al confine tra parte laterale della banda A e banda H composizione molecolare ciascun filamento è costituito da diverse proteine ma la sua struttura molecolare principale è rappresentata dalla actina esiste in forma globulare o G-actina che polimerizza e costituisce delle strutture filamentose (F-actina) molecole di F-actina si uniscono a due a due cosicché il filamento sottile risulta dall’assemblaggio di due F-actina avvolte tra di loro a spirale tropomiosina B proteina filamentosa la cui molecola raggiunge una lunghezza di circa 40nm Le molecole di tropomiosina si inseriscono, in successione, nel passo della spirale formata dalle F-actine troponina proteina globulare che si dispone a cavallo del filamento sottile a distanze regolari di 40nm la troponina è scomponibile in 3 subunità la troponina T: T per tropomiosina perché è la subunità che può legarsi alla tropomiosina la troponina I dove I sta per inibitoria capace di legare la G actina la Troponina C, interposta tra le altre due, dove C sta per Ca++ a cui si lega I filamenti spessi La molecola di miosina il filamento spesso o di miosina, Ø di circa 15nm, lunghezza di circa 1,5mm, occupa tutta l’estensione del disco scuro Presenta una parte bastoncellare (coda) Ø circa 2nm e una parte globosa (testa) con ampiezza di circa 7nm situata all’altra estremità (corrisponde ai ponti trasversi del filamento spesso) nelle parti laterali del disco scuro presenta delle appendici laterali, dette ponti trasversi, che sporgono dalla superficie del filamento stesso di circa 7nm, angolate di circa 90° rispetto all’ asse maggiore del filamento la parte centrale del filamento stesso, per un’ ampiezza di circa 250nm è priva di questi ponti trasversi la molecola principale del filamento è la miosina la molecola di miosina è assimilabile ad una mazza da golf contiene due catene pesanti e 4 catene l eggere che risiedono solo nella testa globosa Ponte trasverso Ponte trasverso 4 Mediante digestione enzimatica con tripsina la miosina si scompone in due parti: meromiosina l eggera (LMM) e questa corrisponde alla quasi totalità della parte bastoncellare meromiosina pesante (HMM): comprende un breve tratto della coda che fa seguito alla meromiosina l eggera e l’intera testa gl obosa o ponte trasverso angolato di circa 90° e con un'estensione di 7nm Nel costituire il filamento spesso le molecole di miosina si dispongono con polarità opposta in prossimità della linea M Linea M un’ulteriore digestione enzimatica con papaina permette di scomporre la meromiosina pesante in due subunità: S2: è la parte della meromiosina pesante che fa seguito alla meromiosina leggera S1: corrisponde alla testa globosa e contiene un sito per la actina globulare, ATP e ATPasi da ciascun lato del filamento spesso (in ciascuna metà del sarcomero) le mol ecol e di miosina si dispongono con regolarità e ripetitività: sono sfasate in senso lineare di 14,3nm l’una rispetto alla successiva le teste sono disposte in modo elicoidale in un segmento di 42,9nm sono compresi 6 ponti diretti verso i filamenti di actina disposti ai vertici dell’esagono che si trova attorno al filamento spesso il filamento di miosina può stabilire rapporti con i filamenti di actina che gli stanno intorno per mezzo dei ponti trasversi delle mol ecole di miosina che lo compongono ZONE FLESSIBILI per stabilire tali rapporti si presuppone l’esistenza di zone flessibili tra S1 ed S2 e tra S2 e MML Le prime mol ecole più vicine alla metà del sarcomero sia da un lato che dall’altro del filamento dispongono l e code dirette verso la linea M e le teste globose dirette verso la linea Z. di uno o dell’altro lato Questa disposizione spiega perchè la parte centrale del filamento sia priva di ponti trasversi per un ampiezza di 250nm (somma della coda di una molecola di un lato con quella dell’ altro lato) La disposizione con polarità opposta è essenziale per il meccanismo della contrazione RETICOLO SARCOPLASMATICO Il reticolo sarcoplasmatico è fomato da una serie di tubuli più o meno ampi, i sarcotubuli I sarcotubuli costituiscono 3 formazioni: - le cisterne fenestrate - i tubuli longitudinali - le cisterne terminali Al confine fra disco A ed emidisco I i tubuli longitudinali confluiscono in una formazione che circonda ciascuna miofibrilla: la cisterna terminale A livello del confine tra banda A ed emidisco I si trova un altra cisterna terminale dalla quale si originano altri tubuli longitudinali che decorrono parallelamente rispetto all’asse della miofibrilla passando sopra il disco In questo caso i tubuli chiaro longitudinali sono più corti e Questi tubuli superano la linea Z e lungo il loro decorso non c’è la raggiungono il sarcomero successivo cisterna fenestrata dove, a livello di confine tra emidisco I e disco A confluiscono in una nuova cisterna terminale 5 CENTROTUBULI O TUBULI T E TRIADI DI PORTER E PALADE Al confine tra disco chiaro e disco scuro c’è una coppia di cisterne terminali e tra le due cisterne si inserisce il centrotubulo che è una invaginazione del sarcolemma. Si approfonda verso l’interno e forma dei tubicini che appena si trovano davanti ad una miofibrilla si dividono a 180° e per questo si chiamano anche tubuli T L’insieme dei centrotubuli costituisce il sistema T; le due diramazioni della T formano circonferenze che circondano ciascuna miofibrilla interponendosi tra le due cisterne terminali IL MECCANISMO DELLA CONTRAZIONE lo stimolo per la contrazione raggiunge il sarcolemma tramite la placca motrice lungo il sarcolemma viene propagato ai centrotubuli. a loro vol ta i centrotubuli possono trasmettere il segnale nervoso alle cisterne terminali. queste rispondono con la liberazione di ioni calcio che vengono a trovarsi liberi nel sarcoplasma. Non esiste una vera e propria continuità morfologica tra centrotubuli e cisterne terminali. L’insieme di due cisterne terminali e del centrotubulo compreso tra di loro costituisce la triade di Porter e Palade Ogni sarcomero è dotato di due triadi (ciascuna situata al confine disco chiarodisco scuro) Gli ioni Ca++ interagisono con la TnC causando un cambiamento dei rapporti tra le subunità della troponina (le subunità si avvicinano tra loro), Ciò sposta la tropomiosina e la troponina I non maschera più i siti di legame dell’actina gl obulare per la miosina Per cui i ponti trasversi possono legarsi all’actina G la miosina, con le oscillazioni dei ponti trasversi, trascina i filamenti sottili verso il centro del sarcomero. in definitiva si ha l’accorciamento del sarcomero dov uto a scorrimento dei filamenti sottili verso il centro del sarcomero trascinati dal movimento dei ponti trasversi. nel sarcomero contratto scompaiono gli emidischi I e la banda H l’ATPasi della subunità S1 della miosina ha già scisso l’ATP presente nella stessa subunità e dà luogo ad ADP + Pi + E l’energia fornita dalla scissione dell’ATP consente una oscillazione del ponte trasverso (zone di flessione tra S1 e S2 e tra S2 e MML) l’oscillazione del ponte trasverso trascina il filamento di actina verso il centro del sarcomero di circa 10nm l’arrivo di una nuova mol ecola di ATP provoca il distacco della subunità S1 dall’actina globulare se permane lo stimolo ed è presente ATP, si ripetono cicli di attacco, oscillazione, distacco ecc. con accorciamento di tutti i sarcomeri, miofibrille, fibre di un determinato muscolo 6 IL TESSUTO MUSCOLARE DEL MIOCARDIO •costituisce la componente contrattile del cuore •le cellule che lo costituiscono sono dette cardiomiociti •si tratta di cellule dotate ciascuna della propria autonomia •a differenza del muscolo scheletrico i miociti non danno luogo alla formazione di sincizi •sono strettamente correlate tra di loro sia mediante i nexus che da altre specializzazioni giunzionali •i nexus permettono alle cellule di interagire funzionalmente in maniera molto coordinata •per questo motivo si dice che le cellule cardiache costituiscono un sincizio funzionale MORFOLOGIA AL MICROSCOPIO OTTICO IN SEZIONE TRASVERSALE • • • contorni piuttosto irregolari delle cellule sezioni di piccolo calibro e di calibro maggiore senza gradualità nelle dimensioni le sezioni più piccole corrispondono ai prolungamenti mentre quelle più grandi alle parti centrali delle cellule: nella maggior parte delle sezioni di calibro maggiore è presente il nucleo (grande e in posizione centrale) • i cardiomiociti presentano una forma grossolanamente cilindrica nella loro porzione centrale • alle estremità ogni cellula presenta dei prolungamenti piuttosto tozzi che si connettono con prolungamenti analoghi di altre cellule • in altre parole i cardiomiociti si anastomizzano tra di loro in posizione termino-terminale • da ciò deriva che le superfici laterali difficilmente stabiliscono contatti con le cellule adiacenti ma in genere delimitano degli spazi che vengono occupati da connettivo piuttosto lasso ricco di vasi MORFOLOGIA AL MICROSCOPIO OTTICO IN SEZIONE LONGITUDINALE • La striatura trasversale non è molto evidente •i miofilamenti pur essendo organizzati a livello molecolare come nel muscolo scheletrico costituiscono fasci ma non danno mai luogo a grosse miofibrille • il sarcoplasma è molto abbondante con numerosi mitocondri. In conseguenza di ciò i fasci sono distanziati tra di loro • Presenza delle strie scalariformi o dischi intercalari presenti in prossimità dei confini tra cellula e cellula 7 DISCHI INTERCALARI O STRIE SCALARIFORMI • I dischi intercalari presentano tratti a decorso trasversale longitudinale: –A decorso trasversale, rispetto all’ asse maggiore della cellula –A decorso longitudinale parallelo all’asse maggiore della cellula TUBULI T E RETICOLO SARCOPLASMATICO I centrotubuli sono analoghi a quelli del muscolo scheletrico ma sono localizzati in prossimità della linea Z i centrotubuli del miocardio hanno un calibro maggiore rispetto a quelli del muscolo scheletrico la superficie interna dei tubuli T è ricoperta da materiale glicoproteico che corrisponde al materiale che si trova sul sarcolemma stesso il reticolo sarcoplasmatico non presenta cisterne terminali e fenestrate i sarcotubuli, giunti in prossimità dei centrotubuli si slargano leggermente formando dei pedicelli che stabiliscono contatti con i centrotubuli analoghi rispetto a quelli delle triadi del muscolo scheletrico non si può parlare di triadi e invece questi rapporti sarcotubuli-centrotubuli sono detti diadi. e tratti trasversali –maggiore densità al MO per cui i confini tra cellula e cellula appaiono come degli scalini (strie scalariformi) –al TEM le membrane adiacenti danno luogo a numerose escrescenze che si interdigitano tra di loro e ciò è motivo di maggiore densità –questi tratti contengono numerose specializzazioni come desmosomi, nexus e zonulae adherentes (non essendo perimetrali invece di zonulae si chiamano più correttamente fasciae adherens) •tratti longitudinali –mancano le interdigitazioni delle membrane che così decorrono linearmente parallele tra di loro –contengono specializzazioni del tipo nexus mentre sono assenti altre specializzazioni IL TESSUTO MUSCOLARE LISCIO • largamente rappresentato nell’organismo – parete muscolare dei visceri cavi – pareti dei vasi – muscoli intrinseci dell’occhio – pareti degli ureteri e della vescica – vie respiratorie (si trova nella trachea, nei bronchi fino nelle loro ramificazioni di calibro più piccolo) – utero e tube uterine – un particolare tipo di cellule muscolari lisce si trova intorno agli adenomeri di alcune ghiandole, queste cellule capaci di attività contrattili si chiamano mioepiteliali 8 DIMENSIONI E FORMA • aspetto allungato: per questo vengono dette fibrocellule • • forma affusata con una parte centrale più larga contenente il nucleo lunghezza variabile • si possono trovare in numero esiguo ma spesso formano dei veri e propri strati o tonache muscolari all’interno delle tonache muscolari le cellule si dispongono parallelamente tra di loro ma sfasate in maniera che l’estremità di una cellula viene compresa tra l’estremità di altre due cellule – minimo 20 - 40 micron, nei muscoli intrinseci dell’occhio e nella parete delle piccole arterie – massimo 500 micron nell'utero gravido • sezione trasversale • una serie di poligoni abbastanza regolari che corrispondono alle fibrocellule • sezioni cellulari poligonali di dimensioni variabili • nucleo eccentrico MORFOLOGIA AL MICROSCOPIO OTTICO sezione longitudinale • distanziate di circa 60-90 nm • dove sono presenti nexus la distanza è ridotta a 2 nm • gli spazi intercellulari sono occupati da tessuto connettivo reticolare; evidenziato con il metodo PAS o con impregnazione argentica; forma una rete tridimensionale che impedisce alle cellule di allontanarsi durante la contrazione. • ciascuna fibrocellula, mostra il nucleo nella zona centrale • il nucleo ha un aspetto piuttosto allungato che ripete la forma della fibrocellula MORFOLOGIA AL MICROSCOPIO ELETTRONICO A TRASMISSIONE Il sarcolemma presenta piccole insenature dette caveole • Relazione tra caveole e trasmissione dell’impulso nervoso (similitudine funzionale con i centrotubuli) • all’interno delle fibrocellule sono stati riscontrati tre tipi di filamenti: – microfilamenti di actina – filamenti intermedi desmina e vimentina (nelle fibrocellule vascolari) – filamenti contrattili di miosina; non facilmente identificabili 9 all’interno del citoplasma della fibrocellula si trovano dei corpi elettrondensi costituiti da alfa-actinina, sono detti corpi densi citoplasmatici sul versante interno del sarcolemma si trovano formazioni simili che vengono dette placche dense subsarcolemmali (contengono proteine di ancoraggio come talina e vinculina) il sarcoplasma contiene inoltre: mitocondri, reticolo endoplasmatico liscio, (disseminati ovunque) ribosomi, apparato del Golgi, 2 centrioli, (a ciascun polo del nucleo in una regione di forma conica) gocce lipidiche e di glicogeno, microtubuli MECCANISMO DI CONTRAZIONE DELLE FIBROCELLULE I filamenti di tipo intermedio collegano i corpi densi tra di loro e con le placche subsarcolemmali Si forma così un reticolo che fa da sostegno ai filamenti di actina e di miosina I filamenti contrattili formano dei fasci tesi tra i corpi densi e le placche subsarcolemmali Quando l’impul so nervoso raggiunge il sarcol emma per mezzo delle caveol e si porta in profondità nella cellula dove sono presenti strutture simili al reticolo sarcoplasmatico che rilasciano ioni Ca++ e con l’interazione con la proteina Calmodulina si attivano delle chinasi che determinano l’interazione actina-miosina CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DEL TESSUTO MUSCOLARE LISCIO nell’ambito del nostro organismo si distinguono due tipi di tessuto muscolare liscio: • multiunitario, muscoli intrinseci dell’occhio e nei piccoli vasi • viscerale: si trova nel tubo digerente, nella parete dei grossi vasi, nell’ utero • nel tipo multiunitario ciascuna cellula è dotata di una propria terminazione nervosa (proveniente dal sistema nervoso autonomo) • nel tipo viscerale solo alcune cellule hanno una terminazione nervosa – si ritiene che l’ impulso possa passare dalle cellule dotate di terminazione a quelle che ne sono prive per mezzo di nexus che infatti sono molto abbondanti in questo tipo. CARATTERISTICHE SCHELETRICO MIOCARDIO ELEMENTO COSTITUENTE FIBRA CELLULA FIBROCELLULA LOCALIZZAZIONE MUSCOLI SCHELETRICI E VISCERALI (LINGUA, ESOFAGO, DIAFRAMMA) CUORE VASI, ORGANI STRIATURA NUCLEO PRESENTE MOLTI E PERIFERICI PRESENTE UNO CENTRALE LISCIO ASSENTE UNO CENTRALE TUBULI T A LIVELLO DI A-I (2) A LIVELLO DI LINEA Z CAVEOLE INNERVAZIONE VOLONTARIA SOMATICA INVOLONTARIA AUTONOMA INVOLONTARIA AUTONOMA 10