Arrivano i G.I.S,: fine della fuga. Preso Domenico Cutrì. Il reparto speciale dei carabinieri cattura l’evaso e l’ultimo complice, Luca Greco, in una villetta in costruzione d’Inveruno. (Milano, 9 febbraio) - E' finita la fuga di Domenico Cutrì, il boss ergastolano scappato lunedì scorso dal carcere di Gallarate dopo una sanguinosa sparatoria nella quale era rimasto ucciso il fratello Nino. Il 31enne è stato bloccato dai carabinieri in una casa in costruzione a Inveruno, il paese natale di Cutrì, nell'Alto Milanese. Con lui c'era l'ultimo complice, Luca Greco. Nella casa, al piano terra, che un cortile separa da altri locali e da un piccolo gabinetto, c'erano pasta, riso, farina, pane, biscotti, merendine, bottiglie d'acqua e di latte, un piccolo fornello e tabacco, tutti rifornimenti per proseguire il più possibile la latitanza. Sul pavimento erano sparsi i quotidiani con le pagine di questi giorni che hanno raccontato la caccia intensa, asfissiante, condotta dai carabinieri coordinati dalla Procura di Busto Arsizio. Cutrì era armato di una pistola ma non ha nemmeno avuto il tempo di capire cose stesse accadendo che già era in manette. Per catturare Domenico Cutrì nel suo ultimo covo a Inveruno, i carabinieri hanno usato la tecnica del "taglio dei rami secchi". E per riuscire ad individuare dove si trovasse e quelli che sarebbero stati i suoi movimenti hanno ricostruito "l'intera vita criminale" dell'evaso. In sostanza, gli sono stati tolti tutti gli appoggi, con il fermo degli altri componenti della banda e Cutrì è stato costretto a trovare un covo di fortuna, vivendo in condizioni notevolmente disagiate. Lo hanno spiegato gli investigatori in una conferenza stampa a cui hanno partecipato il comandante provinciale di Varese, Alessandro De Angelis, quello del reparto operativo, Loris Baldassarre e il comandante della sezione del Ros di Milano, Giovanni Sozzo. Alla conferenza stampa sono presenti anche il procuratore della repubblica di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana e la pm titolare delle indagini Raffaelle Zappatini. Fonte www.prealpina.it