Capitolo 5 Determinazione della fase del ciclo estrale
5
Determinazione della fase
del ciclo estrale
Angelika von Heimendahl e Gary C.W. England
Introduzione
La comprensione della fisiologia di base della riproduzione è importante per garantire che l’accoppiamento
tra un maschio e una femmina fertili avvenga nel momento giusto, così da massimizzare il numero di gravidanze e il numero di neonati per cucciolata.
Nella cagna, che ha ovulazione spontanea, è presente una notevole variabilità del momento dell’ovulazione in relazione all’inizio del proestro e ai segni di
estro conclamato; la capacità di determinare il momento dell’ovulazione è quindi di importanza critica in
questa specie. D’altra parte, nella gatta, che ha ovulazione indotta, la probabilità che avvenga l’ovulazione è
molto variabile e dipende dalla frequenza e dal giorno
dell’accoppiamento. La capacità di determinare l’inizio
dell’estro e di garantire una corretta pianificazione
dell’accoppiamento è dunque di importanza ugualmente critica anche in questa specie.
Gli allevatori hanno sviluppato negli anni diversi
metodi di determinazione della fase del ciclo sessuale,
con diversi gradi di successo. Il presente capitolo rivede i principi biologici alla base della gestione riproduttiva della cagna e della gatta durante l’estro e fornisce
consigli pratici per ottimizzare l’intervento veterinario
al momento dell’accoppiamento.
Cagna
La determinazione del momento ottimale per l’accoppiamento può essere difficile nella cagna, a causa della significativa variabilità individuale del giorno dell’ovulazione e della scarsa correlazione tra il momento
dell’ovulazione e l’estro comportamentale. La situazione è poi complicata dal fatto che spesso gli allevatori
“scelgono” il giorno dell’accoppiamento utilizzando criteri arbitrari. Questi ultimi sono la scelta di giorni stabi-
liti (es., i giorni 11 e 13 dopo l’inizio del proestro), la
misurazione della conduttività elettrica della mucosa
vaginale (utilizzando il rilevatore dell’ovulazione di
Draminski) e la ricerca del ferning (felcizzazione) della
saliva al microscopio. Un metodo più utile è il monitoraggio dell’inizio dell’ammorbidimento vulvare e delle
modificazioni dello scolo vaginale. I metodi utilizzati
nella pratica veterinaria per determinare il momento
ottimale dell’accoppiamento includono la determinazione del progesterone plasmatico, la citologia esfoliativa vaginale e la vaginoscopia.
Fisiologia riproduttiva
La fisiologia della riproduzione della cagna è insolita
perché gli ovociti sono immaturi al momento dell’ovulazione e non possono essere fertilizzati nei 2 giorni
successivi. Una volta che hanno completato la maturazione rimangono fertilizzabili per 2-3 giorni. Ciò determina un “periodo di fertilizzazione” di 3 giorni che comincia 2 giorni dopo l’ovulazione e dura fino a 5 giorni
dopo di essa (vedi Capitolo 1). Sono possibili accoppiamenti fertili prima dell’inizio del periodo di fertilizzazione perché gli spermatozoi possono sopravvivere all’interno dell’apparato riproduttore femminile per 7 o più
giorni. Il “periodo fertile” è il momento durante il quale
l’accoppiamento può determinare un concepimento e
inizia quindi 5 giorni prima dell’ovulazione e si estende
fino a 5 giorni dopo.
Momento ottimale dell’accoppiamento
Il momento di massima fertilità sembra essere quello
che va dal giorno dell’ovulazione fino a 4 giorni dopo
(Figura 5.1). Se l’accoppiamento avviene in uno qualsiasi di questi giorni, le differenze di tasso di gravidanza
o numerosità della cucciolata sono molto basse, mentre
un accoppiamento più precoce o tardivo determina
tassi di gravidanza minori e cucciolate meno numerose.
Si ritiene che il momento del picco di fertilità inizi subito
Periodo
Giorni rispetto all’ovulazione
Periodo fertile
Da –5 a +5
Periodo di fertilizzazione
Da +2 a +5
Picco di fertilità
Da –1 a +4
Momento preferibile per l’accoppiamento naturale o l’inseminazione con seme fresco
Da 0 a +4
Momento preferibile per l’inseminazione con seme congelato o l’accoppiamento con seme di qualità non ottimale
Da +2 a +4
5.1
Picco di fertilità in relazione al giorno dell’ovulazione nella cagna.
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Capitolo 5 Determinazione della fase del ciclo estrale
prima dell’inizio del periodo di fertilizzazione, perché gli
spermatozoi devono essere capacitati nell’apparato riproduttore femminile e questo processo richiede circa 6
ore. Il metodo migliore per prevedere il momento ottimale per l’accoppiamento è quello di determinare il giorno
dell’ovulazione, anche se non è sempre semplice. La
più comune causa di infertilità nella cagna è l’accoppiamento al momento sbagliato.
studi in laboratorio. Tuttavia, normalmente nella cagna
da riproduzione non è possibile basarsi in maniera
affidabile sulla stima dell’estro conclamato per scegliere il momento migliore per l’accoppiamento.
Inizio dell’ammorbidimento vulvare
Una delle valutazioni che può essere utile per stabilire
il momento ottimale per l’accoppiamento è la modificazione della consistenza e/o del tono della vulva. Durante il proestro si verifica un crescente inturgidimento
della vulva in risposta alle maggiori concentrazioni di
estrogeni. Qualche giorno prima dell’ovulazione, gli
estrogeni diminuiscono rapidamente e avviene un
concomitante aumento del progesterone. Ciò determina una riduzione dell’edema e un conseguente evidente ammorbidimento della vulva. L’esame soggettivo della vulva una o due volte al giorno consentirà di
stabilire facilmente quando si verifica questo evento;
l’ovulazione avviene in genere 2 giorni più tardi e l’accoppiamento dovrebbe iniziare 3 giorni dopo.
Numero di giorni dall’inizio del proestro
Molti allevatori si basano sulla conta del numero di
giorni dall’inizio del proestro ritenendo che la cagna
ovuli in giorni definiti dopo questo evento. Benché la
maggior parte delle cagne ovuli tra 9 e 14 giorni dopo
l’inizio del proestro, l’ovulazione può verificarsi già da 5
giorni sino a 30 giorni da questo momento. Alcune
scorrettezze nella programmazione dell’accoppiamento sono compensate dalla lunga sopravvivenza sia degli spermatozoi sia degli ovociti, tuttavia i risultati sono
migliori se si effettua il monitoraggio dell’ovulazione.
Inizio del comportamento estrale
In alcune specie il comportamento estrale è un indicatore affidabile di ovulazione. Tuttavia, nella cagna
spesso la correlazione tra gli eventi ormonali e quelli
comportamentali è scarsa. Nei Beagle di laboratorio è
stato mostrato che l’inizio dell’estro conclamato avviene 2 giorni circa prima dell’ovulazione, cosicché l’accoppiamento 3 o 4 giorni dopo l’inizio dell’estro conclamato sarebbe ottimale. Tuttavia, occorre notare che
questi aspetti non sono ripetibili nelle diverse cagne da
riproduzione sottoposte a diversi regimi di allevamento. Ciò può essere dovuto al fatto che tali regimi di
gestione non consentono la naturale risposta al corteggiamento oppure semplicemente che esistono variazioni maggiori di quelle originalmente indicate dagli
Concentrazioni ormonali
La determinazione della concentrazione plasmatica o
sierica di alcuni ormoni può essere utilizzata per determinare l’ovulazione nella cagna, tra cui:
• Estrogeni
• Ormone luteinizzante (LH)
• Progesterone (Figura 5.2).
Tuttavia, i livelli di estrogeni diminuiscono troppo
tempo prima dell’ovulazione per essere utili. La concentrazione di LH aumenta circa 2 giorni prima
dell’ovulazione nella cagna e l’identificazione di questo evento può essere utilizzata per prevedere l’ovulazione (Figura 5.3). Inoltre, la luteinizzazione della parete follicolare che precede l’ovulazione determina un
Periodo fertile
O
O
O
S1
S2 A1
Periodo di fertilizzazione
A2
A3 D1 D2 D3
D4
Concentrazione ormonale
Ovulazione
Progesterone plasmatico
–12
–10
–8
–6
–4
–2
0
2
4
6
8
10
12
14
Giorni in relazione all’ovulazione
5.2
Concentrazione plasmatica del progesterone in relazione all’ovulazione. A = fase angolata; D = fase declinante;
I = fase inattiva; O = fase edematosa; S = fase di riduzione (vedi testo per i dettagli).
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Capitolo 5 Determinazione della fase del ciclo estrale
Fase del ciclo estrale
Tempo tra gli eventi
Evento
Proestro
Picco degli estrogeni
Estro
Metaestro
5.3
+ 2 giorni
Picco dell’ormone luteinizzante
+ 2 giorni
Ovulazione
+ 2 giorni
Periodo di fertilizzazione
+ 3 giorni
Termine del periodo fertile
Andamento ormonale attorno al periodo dell’ovulazione (es., il picco di LH si verifica 2 giorni dopo il picco di
estrogeni).
significativo aumento del progesterone plasmatico (o
sierico) che può facilmente essere misurato.
Ormone luteinizzante: L’identificazione dell’aumento
dell’LH plasmatico è un metodo affidabile e accurato
per determinare il momento dell’ovulazione. Tuttavia,
nella maggior parte dei paesi non è facilmente reperibile in commercio il test per l’LH canino e la misurazione si basa su tecniche radioimmunoenzimatiche generalmente costose e che causano un ritardo nella
conoscenza dei risultati dovuto al fatto che i campioni
devono essere esaminati in lotti. Un ulteriore possibile
problema è la necessità di ottenere campioni ematici
giornalieri, dato che la durata del picco dell’LH è relativamente breve. Potendo disporre di un test per l’LH,
l’accoppiamento dovrebbe iniziare 3 o 4 giorni dopo
che è stato identificato il picco dell’LH.
Progesterone: Il progesterone inizia ad aumentare
rapidamente dai livelli basali circa 2 giorni prima
dell’ovulazione e raggiunge un livello distintamente
elevato al momento dell’ovulazione. Questo aumento
può essere identificato attraverso un monitoraggio in
serie che consente di anticipare l’ovulazione, confermarla e stabilire l’inizio del periodo di fertilizzazione.
Poiché l’aumento iniziale del progesterone è progressivo, è necessario prelevare i campioni ematici solo
ogni due o tre giorni, e non quotidianamente come per
l’identificazione del picco dell’LH. La concentrazione
del progesterone raddoppia ogni 2 giorni circa così che
se aumenta l’intervallo di campionamento l’accuratezza d’identificazione dell’ovulazione diminuisce. La concentrazione del progesterone può essere misurata
mediante test radioimmunoenzimatico, test di immunoassorbimento enzimatico (ELISA) quantitativo o qualitativo o immunochemioluminescenza. Molti laboratori
Concentrazione del progesterone
La concentrazione del progesterone può essere
indicata sia in ng/ml sia in nmol/l.
1 ng/ml = 3,17 nmol/l
diagnostici veterinari offrono la determinazione del
progesterone con risultati disponibili il giorno stesso.
Numerosi kit ELISA qualitativi o semiquantitativi
per la determinazione del progesterone sono oggi disponibili in commercio per l’utilizzo nella pratica clinica
veterinaria. I risultati si ottengono in genere entro 3045 minuti dal prelievo del campione. Uno dei problemi
dei test in clinica è la “finestra” definita dalla risultante
modificazione di colore. Quando il progesterone ematico ha superato i 10 ng/ml, il test interpreta il risultato
come “accoppiare immediatamente” (e così permane
per i successivi 2 mesi del ciclo estrale della cagna). Il
test ELISA da effettuare in clinica fornisce risultati rilevanti solo effettuandolo almeno una volta prima
dell’ovulazione e correlando i risultati dei test successivi a quelli pre-ovulazione. Se il primo test conferma
che l’ovulazione è già avvenuta, si devono utilizzare
altri metodi (come la citologia vaginale) per assicurarsi
che la cagna non sia già in metaestro.
I risultati di laboratorio possono fornire un’indicazione più accurata del progesterone plasmatico e poiché
l’accoppiamento non deve essere effettuato fino ad alcuni giorni dopo l’ovulazione, il possibile ritardo dovuto
ai tempi di invio del campione non costituisce un problema. L’osservazione dell’aumento progressivo del
progesterone e l’annotazione dei valori rilevanti consente di pianificare i prelievi ematici così come l’accoppiamento (Figura 5.4).
Citologia esfoliativa vaginale
Il prelievo, la colorazione e l’esame microscopico delle
cellule epiteliali vaginali esfoliate è un metodo semplice per monitorare la fase del ciclo estrale, soprattutto
se si effettuano esami in serie. L’aumento degli estrogeni plasmatici durante il proestro e l’estro causa un
ispessimento della parete vaginale, probabilmente
come meccanismo di protezione dell’altrimenti delicata mucosa al momento dell’accoppiamento. Gli estrogeni causano un ispessimento della mucosa vaginale
soprattutto attraverso un aumento del numero di strati
cellulari. La mucosa si modifica da un epitelio cubico
Evento
Progesterone
Picco dell’ormone luteinizzante (36-48 ore prima dell’ovulazione)
1,5-2,5 ng/ml (4,5-7,5 nmol/l)
Ovulazione
5-8 ng/ml (15-24 nmol/l)
Periodo fertile
10-25 ng/ml (30-75 nmol/l)
5.4
Concentrazioni rilevanti di progesterone.
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Capitolo 5 Determinazione della fase del ciclo estrale
(in anaestro), attraversando una fase di transizione
(durante il proestro), a un epitelio pluristratificato cheratinizzato (durante il periodo fertile). Dopo il termine
del periodo di fertilizzazione, con l’aumento del progesterone, si verifica una rapida esfoliazione dell’epitelio
di nuova formazione e la comparsa di un epitelio cubico semplice simile a quello osservato durante l’anaestro. Con l’inizio del metaestro avviene un notevole
afflusso di leucociti polimorfonucleati.
Raccolta: Le cellule possono essere raccolte mediante aspirazione della cavità vaginale utilizzando un catetere in plastica oppure con un tampone di cotone
inumidito con soluzione fisiologica che viene delicatamente rotolato sulla superficie della mucosa vaginale.
I tamponi devono essere introdotti e rimossi utilizzando un piccolo speculo.
Esame: Le cellule raccolte devono essere poste su un
vetrino per microscopia facendo rotolare delicatamente il tampone di cotone oppure ponendo il liquido aspirato sul vetrino e strisciandolo in uno strato sottile. I
vetrini possono essere colorati con una colorazione
semplice di Wrights-Giemsa (“Diff-Quick”) oppure con
una colorazione tricromica modificata. La prima è facilmente disponibile e ha il vantaggio che la preparazione del campione può richiedere solo alcuni minuti;
l’ultima ha il vantaggio dell’identificazione delle cellule
cheratinizzate ma la tecnica di colorazione è laboriosa.
Interpretazione: Durante il proestro, quando gli estrogeni plasmatici aumentano, avviene una modificazione
di forma, dimensioni e colorazione delle cellule epiteliali superficiali. Queste cellule cambiano da piccole cellule circolari con poco citoplasma (“cellule parabasali”) a
cellule nucleate piatte (squamose), più grosse, di forma irregolare (“cellule intermedie”) (Figura 5.5a).
Durante l’estro le cellule divengono squamose
anucleate cheratinizzate (“cellule superficiali”) e sono
(a)
5.5
(b)
caratterizzate dalla mancanza del nucleo oppure dalla
presenza di un residuo di nucleo picnotico indistinto
e/o piccolo (Figura 5.5b).
Dopo il termine del periodo di fertilizzazione, durante l’esfoliazione dell’epitelio, negli strisci vaginali le
cellule superficiali scompaiano e ricompaiono piccole
cellule parabasali. Negli strisci vaginali dell’anaestro
sono generalmente presenti leucociti polimorfonucleati
in basso numero che scompaiono durante il periodo
fertile perché la mucosa ispessita funge da barriera
alla loro migrazione verso la superficie. I leucociti polimorfonucleati ricompaiono, spesso in numero elevato,
al termine del periodo di fertilizzazione perché l’esfoliazione epiteliale determina un assottigliamento della
mucosa concomitante a un significativo effetto chemioattrattivo all’interno del lume vaginale (Figura 5.5c).
Le proporzioni relative dei diversi tipi cellulari epiteliali possono essere utilizzate come indicatori generali
del quadro endocrino (Figura 5.6). Sono stati utilizzati
numerosi indici di cheratinizzazione. In generale, il
periodo fertile può essere approssimativamente previsto calcolando la percentuale di cellule epiteliali anucleate con la colorazione Wrights-Giemsa modificata.
L’accoppiamento dovrebbe essere tentato in questo
periodo, quando > 75% delle cellule epiteliali appaiono
anucleate, perché nella maggior parte delle cagne ciò
coincide con il periodo fertile.
Tuttavia, è presente una notevole variabilità tra le
cagne e in alcuni casi la percentuale di cellule cheratinizzate raggiunge il 100% più precocemente, 9 giorni
prima o più tardivamente, 2 giorni prima dell’ovulazione. Al contrario, in alcuni casi il picco di cellule nucleate può raggiungere solo il 60%. Le modificazioni della
citologia vaginale non possono quindi essere utilizzate
in maniera prospettica per definire accuratamente il
tempo dell’ovulazione. Nondimeno, la citologia vaginale permette di monitorare i normali progressi del proestro e l’attesa di una cheratinizzazione significativa
(c)
Citologia vaginale. Aspetto delle cellule esfoliate durante (a) proestro, (b) estro e (c) metaestro.
Fase del ciclo estrale
Ormone/Evento
Citologia
Anaestro
Prolattina
Cellule parabasali e piccole cellule intermedie; occasionali leucociti
Proestro
Picco di estrogeni
Grosse cellule intermedie nucleate; numerosi eritrociti
Picco di ormone luteinizzante
Aumento delle cellule cheratinizzate; riduzione degli eritrociti
Estro
Ovulazione
Cellule nucleate >75%; altre cellule scarse
Metaestro
Fine del periodo fertile
Notevole afflusso di leucociti polimorfonucleati
5.6
Citologia vaginale in differenti fasi del ciclo estrale.
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Capitolo 5 Determinazione della fase del ciclo estrale
evita esami non necessari e costosi e il trasporto degli
animali finché l’aumento degli estrogeni del proestro è
completo. All’altra estremità del periodo fertile, la citologia vaginale è estremamente valida per dimostrare
la fine del periodo di fertilizzazione, evento spesso non
chiaro quando si effettuano i test ELISA qualitativi per
il progesterone.
Vaginoscopia
L’esame della vagina con un endoscopio rigido può
essere utile per documentare la fase del ciclo estrale e
determinare il momento ottimale per l’accoppiamento.
Prima di inserire l’endoscopio occorre pulire le labbra
vulvari ed eventuali secrezioni presenti. Non è necessario utilizzare una soluzione disinfettante diluita, tuttavia può essere utile per inumidire i peli circostanti e
allontanarli dalla vulva. Si può applicare un gel lubrificante alla superficie esterna dell’endoscopio, anche se
in genere non è necessario nelle cagne in estro. Se si
utilizza il gel è importante non applicarlo sulla punta
dell’endoscopio perché oscura il campo visivo.
Anaestro: Nelle cagne in anaestro, le pliche della
mucosa vestibolare e vaginale sono basse e relativamente sottili cosicché è possibile osservare la muscolatura sottostante; il colore nel complesso è rosso o
rosso-rosato. La mucosa appare asciutta o relativamente appiccicosa e nella maggior parte dei casi è
consigliabile una lubrificazione. Le pliche vaginali esaminate di profilo appaiano piccole, arrotondate e flaccide. Insufflando la vagina le pliche possono essere
compresse e divenire difficili da osservare.
Proestro: Durante il proestro la maggiore concentrazione di estrogeni causa ispessimento ed edema della
mucosa vaginale. Le pliche mucosali appaiono quindi
notevolmente ingrossate, ispessite ed edematose. Nel
lume è possibile osservare un fluido sieroematico che
può anche fuoriuscire dalla cervice. Si tratta di un’evidente modificazione rispetto alla mucosa relativamente sottile, piatta ed asciutta notata nell’anaestro. Inoltre, il colore dell’epitelio varia considerevolmente da
rosso con vasi chiaramente visibili a rosa o rosa-
biancastro. Con il progredire del proestro, la superficie
mucosale diviene sempre meno rosata e assume un
aspetto tipicamente biancastro, dovuto al fatto che
l’ispessimento ostacola la visione dei capillari sottostanti (visibili durante l’anaestro).
Estro: Nelle ultime fasi del proestro e all’inizio
dell’estro, approssimativamente in contemporanea
con il picco dell’LH, le pliche si riducono progressivamente e divengono più pallide. Questi effetti sono
dovuti alla brusca riduzione degli estrogeni che segue
il picco dell’LH. Nei giorni successivi, l’abbassamento
della mucosa è accompagnato da un evidente corrugamento delle pliche mucosali che assumono ora un
aspetto distintamente angolato ma rimangono di colore crema-biancastro. Gli apici delle pliche divengono
appuntiti e irregolari. La mucosa inizia ad apparire più
secca e in molte cagne le secrezioni provenienti dalla
cervice divengono di colore trasparente/crema. L’epitelio si appiattisce progressivamente e sviluppa un
aspetto a fisarmonica.
Termine del periodo fertile: Alla fine del periodo
fertile si verifica una rapida esfoliazione della superficie epiteliale. A volte il passaggio dell’endoscopio
solleva dalla parete vaginale grossi strati di cellule. La
completa eliminazione dell’epitelio avviene generalmente entro 48 ore. Le pliche mucosali sono meno
distinte ed evidentemente più morbide e flaccide. Il
colore della superficie mucosale diviene variegato
con placche biancastre miste ad aree di epitelio rossastro sottile. Infine, col progredire della fase luteinica
(gravidica o non gravidica) il diametro del lume si riduce in maniera simile a quanto osservato in anaestro.
Inizialmente un evidente contrazione delle pliche produce un aspetto a rosetta. In seguito l’epitelio piatto,
secco e rossastro assomiglia a quello osservabile
durante l’anaestro.
Sistema di valutazione: Per determinare il momento
ottimale per l’accoppiamento è stato sviluppato uno
specifico sistema di valutazione modificato da Hotston
Moore e England (2008) (Figura 5.7).
Fase
Aspetto della mucosa
Fase inattiva (I)
Mucosa sottile, rossa, asciutta con pliche mucosali basse e appiattite (Figura 5.8a)
Fase edematosa (O)
Mucosa ispessita ed edematosa che appare gonfia, arrotondata e di colore grigio/bianco (Figura 5.8b)
Fase di riduzione (S)
Mucosa ispessita e biancastra, riduzione del turgore, corrugamento e dentellatura progressivi. Il profilo delle pliche mucosali
è ancora arrotondato, anziché angolare. Data la natura progressiva di questa fase, le modificazioni iniziali sono designate
come “S1” e quelle tardive come “S2”.
Fase angolata (A)
Mucosa ispessita e biancastra, significativa riduzione del turgore. Di profilo le pliche mucosali appaiano progressivamente
più basse e angolate così che le sommità sono appuntite e irregolari. La mucosa ha un aspetto corrugato. Data la natura
progressiva di questa fase le modificazioni iniziali sono designate come “A1” e quelle tardive come “A2” e “A3” (Figura 5.8c).
Fase declinante (D)
Progressivo declino delle dimensioni del profilo delle pliche mucosali. Nella fase iniziale (designata come “D1”) le pliche
appaiono flaccide. Successivamente, divengono più arrotondate (D2) e si verifica un’esfoliazione degli strati cheratinizzati
dell’epitelio (“D2” e “D3”), conferendo alla mucosa un colore variegato con pliche appiattite e un aspetto a rosetta (“D4”)
(Figura 5.8d).
Fase inattiva (I)
La fase declinante è seguita dal ritorno a una fase caratterizzata da una mucosa sottile, rossa, e asciutta e da pliche basse e
appiattite. Anche questo quadro è designato come “I”, sebbene possano essere presenti più detriti rispetto alla fase I
precedente l’inizio del proestro (Figura 5.8e).
5.7
Sistema di valutazione e relativo aspetto della mucosa vaginale nella cagna.
48
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Capitolo 5 Determinazione della fase del ciclo estrale
(a)
(b)
(c)
Aspetto endoscopico della
mucosa vaginale nelle varie
fasi del ciclo della cagna. (a) Fase
inattiva. (b) Fase edematosa. (c) Fase
angolata. (d) Fase declinante. (e) Fase
inattiva che segue la fase declinante.
5.8
(d)
(e)
È stata dimostrata una buona correlazione tra l’inizio dell’ovulazione e la fase “A1” ed è presente una
buona relazione tra il periodo di fertilizzazione e le fasi
da “A1” a “A3 (vedi Figura 5.2). In genere l’inizio del
periodo fertile può essere identificato osservando l’inizio della riduzione della mucosa in assenza di un’eccessiva angolazione, mentre la riduzione evidente
delle intere pliche mucosali con angolazione evidente
sono caratteristiche del periodo di fertilizzazione.
L’accoppiamento dovrebbe essere programmato 4
giorni circa dopo il primo riscontro di riduzione mucosale o all’inizio del periodo di evidente angolazione
delle pliche mucosali. La fine del periodo di fertilizzazione può essere definita osservando l’esfoliazione
dell’epitelio vaginale e la comparsa di una colorazione
variegata della superficie mucosale.
Gatta
I moderni protocolli riproduttivi possono ostacolare la
performance riproduttiva della gatta per la mancata
conoscenza della sua normale fisiologia. Esistono dei
metodi per migliorare la pianificazione dell’accoppiamento nella gatta, tuttavia un’attenta osservazione e
comprensione dell’induzione dell’ovulazione così come del ritorno in estro sono di importanza critica. Affinché venga indotta l’ovulazione, è importante lasciare ai gatti un tempo e un numero di accoppiamenti
sufficienti nel corso di alcuni giorni. La gatta con accoppiamento infruttuoso torna in estro entro 2 settimane se non è avvenuta l’ovulazione o dopo 35-45 giorni
se l’accoppiamento è stato efficace ma non è avvenuta la fertilizzazione. Per questo, il tempo del ritorno in
estro è un importante indicatore di possibili problemi.
Fisiologia riproduttiva
L’ovulazione è indotta da un adeguato aumento dell’LH
plasmatico, rilasciato dopo il coito. Affinché l’aumento
dell’LH sia di entità sufficiente a indurre l’ovulazione,
possono essere necessari accoppiamenti ripetuti nello
stesso giorno ed è interessante notare che la risposta
è variabile in base al giorno del ciclo in cui si verifica
l’accoppiamento. Uno studio recente ha dimostrato che
un singolo accoppiamento il giorno 1 dell’estro determinava l’ovulazione del 60% delle gatte, mentre il 70%
delle gatte ovulava se accoppiate 3 volte il giorno 1.
Inoltre, l’83% delle gatte ovulava se accoppiate una
volta il giorno 5 dell’estro, mentre il 100% se accoppiate 3 volte il giorno 5 (Tsutsui et al., 2009). È quindi intuibile che regimi di accoppiamento restrittivi o tentativi
troppo precoci (pratiche riproduttive comuni), possono
causare la mancata ovulazione in un’elevata percentuale di gatte. Appare importante non solo consentire
tentativi di accoppiamento multipli ma anche il normale
svolgimento del corteggiamento, per favorire l’accoppiamento in un giorno appropriato del ciclo.
Momento ottimale per l’accoppiamento
Valutazione clinica
Nella gatta, durante l’estro non si verifica la tumefazione vulvare e la valutazione clinica è dunque di scarso
valore nel determinare il momento ideale per l’accoppiamento. Occasionalmente è possibile osservare una
scarsa quantità di secrezione vulvare biancastra durante l’estro.
Inizio del comportamento estrale
È difficile identificare accuratamente le fasi di proestro
ed estro nella gatta, tuttavia rispetto alla cagna gli
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Capitolo 5 Determinazione della fase del ciclo estrale
eventi comportamentali sono più affidabili. Durante i
giorni 1 e 2 di proestro la gatta rifiuta la copula ma è
più attiva e può mostrare interesse per il maschio;
questo periodo può essere identificato soltanto in
presenza di un maschio. L’estro può durare da 3 a 20
giorni, con una media di 8 giorni. Durante questo periodo la gatta si accuccia e assume una posizione
lordosica che facilita la monta da parte del maschio.
Questo tipo di risposta può essere sollecitata afferrando saldamente la cute nella parte dorsale del collo
della gatta.
Concentrazione ormonale
Il progesterone non aumenta prima dell’ovulazione
nella gatta ma poiché l’ovulazione è indotta dal coito
non è necessario identificare l’imminenza dell’ovulazione. Un problema clinico importante nella gatta è la
mancata ovulazione dovuta a un accoppiamento inadeguato (vedi sopra).
Per dimostrare l’avvenuta ovulazione è possibile
determinare il progesterone plasmatico a partire da 2
o 3 giorni dopo l’accoppiamento. Concentrazioni > 15
nmol/l (>5 ng/ml) indicano l’avvenuta ovulazione. Il
progesterone può essere valutato mediante test radioimmunoenzimatico, ELISA qualitativo o quantitativo o
immunochemioluminescenza, come precedentemente
spiegato.
Citologia esfoliativa vaginale
La citologia esfoliativa vaginale è utile nella gatta per
determinare la fase del ciclo estrale, ma non consente
di prevedere l’inizio dell’estro. Fino a un terzo delle
gatte può mostrare segni di estro prima che gli strisci
vaginali mostrino la cheratinizzazione cellulare. Questa tecnica è dunque più utile per verificare l’estro.
Raccolta e valutazione: Le cellule epiteliali possono
essere raccolte utilizzando un tampone di cotone inumidito oppure mediante irrigazione con un contagocce
oculare contenente soluzione fisiologica. Occorre usare cautela nella raccolta delle cellule epiteliali vaginali
perché la procedura può indurre l’ovulazione. La colorazione delle cellule può essere effettuata con numerosi metodi, tra cui la colorazione Wright-Giemsa modificata (Diff-Quick).
Interpretazione: Negli strisci vaginali non si osservano
eritrociti perché la diapedesi uterina non è uno degli
aspetti dell’estro nella gatta. Le modificazioni dello striscio vaginale sono quindi limitate ai cambiamenti morfologici delle cellule epiteliali, dato che i leucociti polimorfonucleati sono generalmente assenti, eccetto
all’inizio del metaestro e in gravidanza. La percentuale
di cellule epiteliali cheratinizzate varia in maniera simile
a quanto osservato nella cagna. Durante l’estro più del
50-80% delle cellule epiteliali sono cheratinizzate. Se
non avviene l’ovulazione, le cellule esfoliate ritornano in
uno stato simile a quello osservato durante l’anaestro o
l’inizio del proestro. L’inizio del metaestro è caratterizzato dall’aumento del numero delle cellule parabasali e
delle cellule intermedie piccole, e divengono evidenti
anche detriti, muco e leucociti polimorfonucleati.
Bibliografia e ulteriori letture
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Determinazione della fase del ciclo estrale