Relazione di laboratorio Verifica della costante g (accelerazione di gravità) Scopo dell’esperienza: Verificare la costante di gravità attraverso l’allungamento di una molla in base a diverse masse e successivamente al periodo di oscillazione del moto armonico creato alla molla. Descrizione dell’esperienza: Per arrivare al calcolo di , accelerazione di gravità costante e sulla Terra equivalente a abbiamo fatto due esperienze con l’uso della molla. Nella prima esperienza, dopo aver misurato con una bilancia elettronica le masse costanti di molla e piattello e dopo aver montato la molla su un supporto verticale posizionando all’altra estremità il piattello, abbiamo misurato con un metro a nastro la lunghezza della molla a riposo e successivamente la lunghezza della medesima molla in condizione di allungamento con masse diverse. Con questi dati abbiamo costruito quindi un grafico (vedi grafico 1) con la variabile dipendente (allungamento) sull’asse delle e con la variabile indipendente Sarebbe più giusto pensare come (massa dei pesetti) sull’asse . dove è la massa del pesetto, quella della molla e quella del piattello: considerando però che queste ultime due masse rimangono costanti, abbiamo deciso di prendere come variabile unicamente la massa dei pesetti. Prendendo in esame un sistema di questo genere (in figura) la forza risultante del sistema è uguale a 0N, perché sia al momento a riposo sia in quello dell’allungamento il sistema è in equilibrio. Analizzando il sistema osserviamo che agiscono due forze: la forza peso del pesetto, che tende ad allungare la molla e la forza elastica propria della molla che tende invece a riportare la molla nella condizione a riposo. Questa condizione è scrivibile quindi come , dove è la forza peso data dal prodotto di e (massa del pesetto) e dove è data dal prodotto di (costante elastica propria della molla) e (allungamento). L’espressione sarà quindi cui con , ca cui , dove , da non è altro che il coefficiente angolare (ricavabile dal grafico) della retta che meglio approssima i nostri punti sul grafico. Nella seconda parte dell’esperienza abbiamo invece misurato il periodo di oscillazione della molla al variare delle diverse masse poste sul piattello. Per provare a ridurre l’errore umano presente nella misurazione di una sola oscillazione della molla, il periodo da noi misurato con cronometro manuale equivale a 10 oscillazioni: sarà quindi nostro compito dividere per 10 il tempo ottenuto per avere il quanto più reale possibile periodo di oscillazione. Nel sistema preso in esame notiamo che la forza elastica è uguale alla forza caratteristica del moto armonico, quindi , dove è l’accelerazione caratteristica del moto armonico e la massa dei pesetti. Notiamo che l’allungamento è indifferente (poiché si semplifica nell’equazione) e quindi anche l’allungamento che esercitiamo per far iniziare il moto armonico della molla è indifferente. Dalla precedente espressione possiamo descrivere che moto armonico però , da cui sempre la massa variabile, , dove la massa della molla e , da cui vale ; nel in cui è la massa del piattello. Così descritta la legge ci risulterebbe difficile da rappresentare in un grafico rappresentante un piano cartesiano: eleviamo quindi al quadrato ottenedo , che non è altro che la rappresentazione grafica di una retta il cui coefficiente angolare , da cui . Come prima, rappresentiamo la retta in un grafico (vedi grafico 2) e eseguiamo un fit grafico per risolvere il problema del non allineamento dei punti. Notando che sono costanti in ogni misura di massa, potremmo anche ignorarli poiché l’unica variabile è la massa del pesetto. Una volta ottenuti entrambi i coefficenti angolari dei grafici della prima e della seconda esperienza, ci ricaviamo in uno di questi due modi a nostra scelta, poiché I risultati trovati sono ovviamente equivalenti ed è possibile che il risultato non sia preciso, sia in base alla propagazione dell’errore degli strumenti sia al possibile errore umano presente nelle misurazioni. Descrizione apparato sperimentale: 1) Bilancia digitale di precisone, per misurare le masse dei pesetti, la massa della molla e la massa del piattello; 2) Supporto per sistema di molla, piattello e masse; 3) Molla elastica in metallo di coefficiente angolare non conosciuto; 4) Piattello in metallo su cui poggiare masse variabili; 5) Pesetti variabili di diversa massa; 6) Metro a nastro, con il quale misurale la lunghezza della molla a riposo e le nuove lunghezze della molla dopo essere stata allungata per il peso di una determinata massa; 7) Cronometro digitale, con il quale prendere le misure dei tempi delle oscillazioni della molla nella seconda parte di esperienza. Dati: vedi allegato. Elaborazione dati: vedi allegato e grafici. Conclusioni: il risultato ottenuto non è sicuramente quello aspettato, benché probabilmente la propagazione degli errori sia di strumento sia soprattutto umano sia molto alta. Più che nella prima, la seconda parte dell’esperienza è molto più soggetta a errori in quanto per uno sperimentatore può risultare difficile essere preciso nella misurazione delle oscillazioni della molla. Nel caso in cui il tempo sia preso con maggior precisione (basta guardare alcuni sbalzi nelle tabelle delle misurazioni), è possibile che il rapporto dia come risultato un numero minore a quello da noi ottenuto (dividendo infatti un numero minore per la massa che nel nostro caso rimane costante nel rapporto si ottiene un risultato inferiore), che inserito nell’equazione ci darà un valore di più attendibile e preciso sulla base del valore di convenzione di . Sara Gabriele