Paolo Martinis Trieste, 28 luglio 2003 Università degli Studi di Trieste - Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Civile Relazione di Laboratorio di Fisica Generale Misura della costante elastica di una molla Introduzione Lo scopo dell’esperienza è lo studio del comportamento di una molla in due diversi procedimenti che dovrebbero portare allo stesso risultato: l’espressione della costante elastica k della molla. I due metodi che si seguono sono: • il metodo statico: alla molla vengono appese diverse masse note e si misura l’allungamento della stessa; • il metodo dinamico: dopo aver messo in oscillazione la molla alla quale viene preventivamente applicata una massa, se ne misura il periodo. Note di teoria Per quanto riguarda il metodo statico, la relazione che ci permette di determinare k in funzione di misure a noi note è la Legge di Hooke: (1) F = k∆x dove F è la forza applicata alla molla mentre ∆x è l’allungamento della molla. Dalla (1) è facile ricavare l’equazione (2) k= F mg = ∆x ∆x dove m è il peso delle masse appese e g è l’accelerazione di gravità. Per quanto riguarda il metodo dinamico, la legge che ci guida è quella che mette in relazione il periodo T di oscillazione della molla con la massa m ad essa applicata e con la costante elastica k: (3) T = 2π m k Esplicitando la relazione rispetto a k abbiamo (4) k = 4π 2 m T2 Esperienza, misure e risultati – metodo statico La molla è stata agganciata verticalmente ad un piedistallo. Gli strumenti utilizzati nell’esperienza sono stati: • una riga graduata agganciata all’asta verticale (cost. di lettura λ=1mm) per la misura dell’allungamento ∆x subito; martinis - molla 1 • 4 masse di 50g, 75g, 100g, 125g per le quali il costruttore ha fornito uno scarto σm=0,100g; Le misure non sono state ripetute, ed inoltre abbiamo assunto nei calcoli g=9,806ms-2 tenendo conto di uno scarto quadratico σg=0,001 ms-2. Dopo aver constatato che l’allungamento della molla a riposo risultava essere y0=0,4cm, abbiamo effettuato le varie prove che hanno dato i risultati organizzati nella seguente tabella: Massa Posizione finale Allungamento Costante elastica m xf k=mg/ ∆x Kg m ∆x=x f-x 0 m 0,05 0,075 0,1 0,125 0,051 0,075 0,098 0,122 0,047 0,071 0,094 0,118 10,4 10,4 10,4 10,4 N/m Poiché quattro misure con diverse masse ci hanno dato il medesimo risultato, possiamo concludere che la Legge di Hooke è rispettata almeno nell’ambito di 3 cifre significative. Valutiamo ora l’errore che abbiamo compiuto nel calcolare k come funzione di altre grandezze accompagnate da errori di misura. La costante elastica dipende da prodotti e rapporti, quindi σk k = σm m + σg g + σ (∆x) ∆x Considerato che il secondo termine della somma è trascurabile, abbiamo σm m = 0,1g = 0,001 100 g σ (∆x) 2 ⋅ 2 ⋅ 10 −3 m = 0,042 = (0,098 − 0,004)m ∆x dove σ (∆x) = 2σx è la differenza tra due misure che portano entrambe con sé un errore. Allora l’errore percentuale relativo a k è σk k = 0,001 + 0,042 = 0,043 = 4,3% Tenendo presente che σk = k ⋅ 0,043 possiamo dire che il valore reale di k si trova nell’intervallo [ ] definito da k − σk ; k + σk , dove k è il valore di k da noi effettivamente misurato. Esperienza, misure e risultati – metodo dinamico La molla è stata agganciata verticalmente al piedistallo ed al suo estremo libero è stata agganciata una massa di 200g. Gli unici strumenti utilizzati nell’esperienza sono stati 5 cronometri con costante di lettura λ=0,1s. Data la difficoltà di misurare con precisione il tempo di un unico periodo, la misurazione è stata fatta su 10 periodi ed è stata successivamente divisa per 10. Inoltre per ovviare agli svariati errori accidentali (primo tra tutti i riflessi dell’operatore), abbiamo condotto 11 diverse misure. martinis - molla 2 11 Il valore medio del periodo sarà T = ∑T i i =1 : potremo così calcolare lo scarto i-esimo del periodo 11 misurato con quello medio, ossia ν i = T − Ti ed il suo quadrato. La tabella seguente mostra i risultati delle diverse misure ed i relativi scarti dal valore medio. 2 Misura Ti (s) νi (s) νi (s) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 0,88 0,80 0,79 0,87 0,90 0,88 0,87 0,88 0,79 0,79 0,81 -0,04 0,04 0,05 -0,03 -0,06 -0,04 -0,03 -0,04 0,05 0,05 0,03 1,5E-03 1,7E-03 2,7E-03 7,9E-04 3,4E-03 1,5E-03 7,9E-04 1,5E-03 2,7E-03 2,7E-03 1,0E-03 Il valore medio risulta essere T = 0,84 s : inserendo tale valore nella (4) abbiamo m k = 4π 2 T 2 0,200 g N = 11,19 2 m (0,84 s ) = 4π 2 Calcoliamo ora la deviazione standard del periodo: n σT = ∑ν i2 i =1 n −1 11 = ∑ν i =1 2 i 10 = 202 ⋅ 10 − 4 s = 4,5 ⋅ 10 − 2 s 10 Lo scarto quadratico medio del periodo risulta così essere σT = σT n = 4,5 ⋅ 10 −2 11 s = 1,3 ⋅ 10 − 2 s { } Osserviamo che tutti i valori misurati possono essere accettati poiché max ν i ≤ 2σ T per i=1,…,11. Possiamo finalmente giungere al calcolo dello scarto quadratico medio di k, dato da 2 2 ∂f (m, T ) 2 ∂f (m, T ) 2 σk = σT + σm ∂T ∂m ma, osservando che il secondo termine sotto radice è trascurabile in quanto lavoriamo con masse campione estremamente precise, il calcolo si riduce a 2 2 N ∂f (m, T ) 2 8π m σ = σ T = 0,35 T 3 m T ∂T σk = In conclusione possiamo affermare che il vero valore di k si trova • • [ nell’intervallo [k − 2σ ] N N < k < 11,54 ) m m N N con una probabilità del 95% (ossia 10,49 < k < 11,89 ) m m nell’intervallo k − σ k ; k + σ k con una probabilità del 67% (ossia 10,84 martinis - molla k ; k + 2σ k ] 3