LA SUPERFICIE DEI MINERALI SOLFURI E IL RILASCIO DELL'ARSENICO NELL'AMBIENTE: UNO STUDIO XPS ED ELETTROCHIMICO M. Fantauzzi, D. Atzei, B. Elsener, P. Lattanzi e A. Rossi Dip.to di Chimica Inorg. e Analitica, Università di Cagliari, Cittadella Universitaria, 09042 (Cagliari) – ITALY - INSTM Unità di ricerca di Cagliari L’arsenico è considerato tra i più pericolosi contaminanti ambientali. In natura è diffuso sulla crosta terrestre con concentrazioni nei suoli che variano da 0,1 a 1000 mg Kg-1. Nel pulviscolo atmosferico la concentrazione è compresa tra 50-400 mg Kg-1, mentre nell'acqua di mare il livello medio di arsenico è di 2.6 ppb e nelle acque dolci è di circa 0.4 ppb [1]. Sono di grande attualità i fenomeni di inquinamento da arsenico in acque di falda in diverse regioni del Bangladesh e dell'India e che riguardano molte decine di milioni di persone [2]. La concentrazione massima ammissibile stabilita dal DL 2 Febbraio 2001 n° 31 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano è di 10 µg/L. I valori di arsenico nelle acque in Italia ed in Sardegna sono spesso superiori a questo valore. La presenza dell’arsenico in un’acqua è legata a processi naturali di cessione degli elementi da parte dei minerali e sono di particolare interesse, rispetto all'inquinamento da arsenico, gli ambienti acidi di miniera. Il grado e le modalità con cui l’arsenico può essere rilasciato dipendono dalla stabilità e dalla reattività delle superfici dei minerali che contengono questo elemento in funzione dei parametri chimico-fisici del sistema considerato. I composti dell'arsenico mostrano tossicità diversa a seconda dello stato chimico: gli arseniti sono molto più tossici degli arseniati. E’ quindi necessario mettere a punto un metodo che permetta di distinguere tra As (III) e As (V) sulle superfici dei minerali e che permetta la determinazione delle loro concentrazioni sia nell’acqua sia sulla superficie del minerale. Nell’ambito di uno studio intrapreso sulla reattività dei solfuri contenenti arsenico è stato messo a punto un metodo per l’analisi quantitativa dei film di spessore nanometrico presenti sulle superfici dei minerali esposti all’aria [3] e grazie all’applicazione del diagramma di Wagner o diagramma di stato chimico dell’arsenico si è nelle condizioni di distinguere tra i due stati di ossidazione [4]. Obiettivo di questo lavoro è studiare il rilascio dell'arsenico da parte di un minerale solfuro combinando per la prima volta metodi di analisi di superficie, elettrochimici e analisi di soluzioni. Il minerale studiato è l'enargite Cu3AsS4, un solfuro di rame e arsenico piuttosto diffuso in Sardegna, in particolar modo nell'area mineraria di Furtei (Cagliari). Questo minerale è associato con altri minerali solfuri e con l'oro micro-implicato. Per poter studiare la reattività delle superfici di enargite isolando i parametri che ne possono influenzare la dissoluzione il nostro studio è partito da un’enargite estratta da una miniera peruviana perché piú pura dell’enargite di Furtei. I campioni di enargite sono stati immersi in una soluzione di acido solforico a pH 4 che simula una pioggia acida e quindi in soluzioni contenenti anche la coppia Fe2+/Fe3+. Le superfici appena sfaldate di campioni di minerale sono state analizzate con la spettroscopia di fotoelettroni a raggi X (XPS) prima e dopo l’esposizione alle soluzioni. In precedenza erano state condotte analisi su campioni di enargite sintetica e naturale, per ottenere i parametri necessari per adattare funzioni modello, costituite da una miscela di Gaussiane e Lorenziane, ai segnali sperimentali [5]. Durante l’immersione sono state condotte misure elettrochimiche di potenziale di circuito aperto che non hanno mostrato variazioni in funzione del tempo: 0.00 mV dopo 1 giorno e 0.05 mV dopo 7 giorni. L’immersione dei campioni si è protratta per 24 ore e per 7 giorni. La successiva analisi XPS della superficie del minerale ha consentito di osservare le variazioni di composizione superficiale determinate dall'esposizione. Sulle soluzioni sono stati determinati rame e arsenico mediante AAS. L'analisi elementare mostra solo la presenza degli elementi costituenti il minerale e di carbonio e ossigeno di contaminazione. Lo stato di ossidazione formale del rame è +1, quello dell'arsenico è +5 e quello dello zolfo è -2 sia prima sia dopo l'esposizione alla soluzione a pH 4. Non si ha la formazione di un film ma piuttosto l'esposizione del minerale alla soluzione determina un depauperamento di rame ed un aumento del tenore di zolfo (fig.1), con la comparsa di zolfo elementare o polisolfuri, limitatamente agli strati immediatamente più esterni; il tenore di arsenico rimane invece sostanzialmente invariato anche in seguito all'esposizione per 7 giorni. Fig. 1 Variazione della composizione superficiale dell'enargite in funzione del tempo di esposizione ad una soluzione di acido solforico a pH. Saranno presentati e discussi anche i risultati dell'esposizione della superficie del minerale a soluzioni contenenti la coppia Fe(II)/Fe(III), che simulano l’ambiente ossidante caratteristico delle discariche minerarie. Ringraziamenti Si ringrazia la Dott.ssa Lilli Cucca della Progemisa per le analisi all’AAS. Questa ricerca e la borsa di studio per il dottorato di ricerca della Dr. Fantauzzi sono stati finanziati dal MIUR (PRIN 2000). Bibliografia 1. Rita Mukhopadhyay, et al., Microbial arsenic: from geocycles to genes and enzymes. FEMS Microbiology Reviews, 2002. 26: p. 311-325. 2. R.T. Nickson, et al., Mechanism of arsenic release to groundwater, Bangladesh and West Bengal;. Applied Geochemistry, 2000. 15: p. 403-413. 3. A. Rossi, D. Atzei, S. Da Pelo, F. Frau, P. Lattanzi, K.E.R. England, D.J.Vaughan, Surface Interface Analysis, 31, 465 - 470, 2001 4. D. Atzei, S. DaPelo, B. Elsener, M. Fantauzzi, F. Frau, P. F. Lattanzi and A. Rossi, Annali di Chimica, Journal of Analytical and Environmental Chemistry 93, 11-19, 2003 5. M. Fantauzzi, D. Atzei, S. DaPelo, B. Elsener, , F. Frau, P. F. Lattanzi and A. Rossi, Enargite by XPS, Surface Science Spectra, Vol.9, 2002