• La CELLU LA per svolgere le sue funzioni deve trovarsi im m ersa in un m ezzo fluido. Param eci • Gli organism i unicellulari sono a diretto contatto con l’am biente in cui vivono (acqua m arina o dolce). • N egli organism i superiori le cellule dei tessuti vivono im m erse nel liquido interstiziale, interposto tra una cellula e l’altra. • La com posizione del liquido interstiziale viene m antenuta costante m ediante scam bi con l’am biente finalizzati ad apportare fattori nutritivi ed O 2 e ad allontanare i prodotti del catabolism o cellulare. Liquido interstiziale Capillare sanguigno Capillare linfatico Cellula • N ei m am m iferi la funzione di scam bio tra il liquido interstiziale e l’am biente è svolta dal SA N GU E Il sangue è un tessuto con sostanza intercellulare liquida Plasm a Piastrine Globuli rossi Globuli bianchi Funzioni del sangue 1)Trasporto delle sostanze nutritive 2)Trasporto dei gas respiratori 3)A llontanam ento delle scorie cataboliche 4)Trasporto degli orm oni 5) Regolazione term ica 6)Funzione im m unitaria 7)Regolazione del pH 8)Regolazione dell’equilibrio salino →volem ia Volum e sanguigno→ La quantità totale di sangue am m onta in m edia al 7% del peso corporeo. Q uando il volum e di sangue si m antiene nell’intervallo di norm alità si parla di N O RM O VO LEM IA . U n volum e al di sopra della norm a è definito IPERVO LEM IA . U n volum e al di sotto della norm a è definito IPO VO LEM IA . Peso specifico E’ circa 1,05 volte quello dell’acqua. E’ il risultato della som m a dei pesi specifici degli elem enti che lo com pongono; può crescere con l’aum ento del num ero di cellule presenti o per il calo della com ponente liquida. Viscosità E’ indice della resistenza al flusso: m aggiore è la viscosità e m aggiori sono le resistenze. La viscosità del sangue è circa 4-5 volte quella dell’acqua. Ciò significa che un dato volum e di sangue (alle stesse condizioni di tem peratura e di pressione) im piega a spostarsi da un punto A ad un punto B un tem po 4-5 volte superiore ad un ugual volum e di acqua. I più im portanti fattori in grado di influenzare questo param etro sono, in ordine di im portanza, i globuli rossi e le proteine plasm atiche. pH E’ m antenuto in un am bito m olto ristretto com preso tra 7,35-7,40. Il Plasm a Plasm a (55% ) • E’ la com ponente m aggiorm ente responsabile del volum e del sangue. • E’ un liquido lim pido di colore gialGlobuli bianchi lo paglierino. Globuli rossi (45% ) Plasm a Globuli bianchi Globuli rossi Già l’osservazione “m acroscopica” può fornire alcune inform azioni: Siero torbido: dovuto ad un eccesso di com posti lipidici. Si parla di SIERO LIPEM ICO . Può segnalare una patologia oppure può essere un artefatto (anim ale non digiuno al m om ento del prelievo). Siero tendente al rosso più o m eno intenso: questa condizione si realizza a causa della rottura dei globuli rossi → EM O LISI. Può segnalare una patologia oppure può essere un artefatto (prelievo eseguito non correttam ente). Siero giallo arancio: patologia epatica? Com posizione del plasm a 90% A cqua Proteine plasm atiche 6-7% Sostanze inorganiche 10% Sostanze organiche Gas respiratori ed inerti Proteine plasm atiche Sono il costituente plasm atico più im portante. Sono form ate da lunghe catene di am inoacidi legati tra di loro m ediante legam e peptidico. R Funzioni • Regolano gli scam bi idrici nei capillari (pressione colloidosm otica). 2) M antengono il pH sanguigno. 3) Contribuiscono alla viscosità del sangue. 4) Fungono da trasportatori. 5) Intervengono nella coagulazione. 6) Intervengono nei processi im m unitari. 7) Fungono da riserva am inoacidica. Elettroforesi delle proteine plasm atiche M ediante questo m etodo si valutano qualitativam ente e quantitativam ente le proteine presenti in un cam pione di plasm a. Su un substrato (es. gel di agar) viene depositata una piccola quantità di plasm a. Il substrato è posto su un ponte alle cui estrem ità ci sono un polo – e uno +; il substrato è im m erso in una soluzione a pH =8 (per aum entare le cariche negative delle proteine). A l passaggio di corrente le proteine m igreranno verso il polo +. La m obilità elettroforetica dipende da: Carica elettrica delle particelle Form a e grandezza delle particelle; Resistenza di attrito al supporto A vvenuta la separazione ? colorazione ? determ inazione quantitativa densitom etrica Frazioni separate Elettroforesi delle proteine plasm atiche A LBU M IN A Rappresenta il 60% delle proteine plasm atiche. PM =65000 Carrier (trasportatore) di num erose sostanze fisiologiche e farm acologiche (bilirubina, penicillina, aspirina). Fondam entale per il m antanim ento della Pressione colloidosm otica. GLO BU LIN E α-1-globuline: com prendono glico- e lipoproteine. Le più im portanti: lipoproteine ad alta densità (H D L) globulina legante la tiroxina globulina legante il cortisolo globulina legante la vitam ina B12 α-2-globuline: aptoglobina (lega l’em oglobina libera) ceruloplasm ina (enzim a) protrom bina eritropoietina β-globuline: (β1 e β2) includono le lipopproteine a bassa densità (LD L). Trasportano anche trigliceridi, vitam ine liposolubili, Cu, Fe. γ-globuline: include le im m unoglobuline (anticorpi). FIBRIN O GEN O M igra tra le zone β eγγ. PM =400000 E’ una proteina della coagulazione sanguigna. M odificazioni patologiche della concentrazione di proteine plasm atiche • A um ento per disidratazione • Riduzione per 1. insufficiente produzione (patologia epatica) 2. perdita (patologia renale). Funzione tam pone delle proteine plasm atiche L’organism o deve m antenere il pH tra 7,35-7,40. La regolazione è attuata da m eccanism i di natura Renale Respiratoria Em atica Com e funziona un sistem a tam pone? Se aggiungiam o qualche goccia di acido o di base all’acqua distillata si verificherà una variazione di pH . Se nell’acqua invece sciogliam o una certa quantità di un A CID O D EBO LE + U N SU O S A LE CO N U N A BA SE FO RTE il pH non varia o varia pochissim o all’aggiunta di qualche goccia di acido o di base. Sale di base forte A cido debole CH 3CO O N a + H Cl→CH 3CO O H + N aCl CH 3CO O H + N aO H →CH 3CO O N a + H 2O N el SA N GU E sono presenti i seguenti tam poni: H 2CO 3 / N aH CO 3 PLA SM A N aH 2PO 4 / N a2H PO 4 PrCO O H / PrCO O N a H H bO 2 / KH bO 2 EM A ZIE H H b / KH b KH 2PO 4 / K2H PO 4 Pr = proteine H b = em oglobina N ell’em oglobina l’effetto tam pone è dovuto ai gruppi im idazolici dell’istidina che sono capaci di legare oppure di cedere H + Funzione tam pone delle proteine plasm atiche • Le proteine sono sostanze A N FO TERE capaci cioè di dissociarsi sia com e acidi che com e basi. Possiedono infatti: 1) gruppi am inici (-N H 2) capaci di legare gli H + 2) gruppi carbossilici (-CO O H ) capaci di liberare gli H + Il loro com portam ento dipende dal pH del m ezzo in cui si trovano Funzione tam pone delle proteine plasm atiche Per ogni proteina esiste un valore di pH PU N TO ISO ELETTRICO al quale i gruppi acidi ed i gruppi basici si dissociano in ugual m isura. Le m olecole divengono neutre e precipitano. •A d un pH m aggiore del loro punto isoelettrico si com portano com e A CID I D EBO LI •A d un pH m inore del loro punto isoelettrico si com portano com e BA SI D EBO LI Poiché tutte le proteine plasm atiche presentano un punto isoelettrico com preso tra 4 e 6, a pH =7,4 (sangue) si com portano com e A CID I D EBO LI e si com binano con le basi disponibili a form are PRO TEIN A TI PrCO O H - PrCO O N a Coppia Tam pone Le proteine plasm atiche contribuiscono alla regolazione della distribuzione dei liquidi fra sangue e tessuti Vaso sanguigno: L’acqua esce per effetto della pressione idrostatica (→pressione esercitata da un liquido sulle pareti del recipiente che lo contiene. Tale pressione dipende dall’altezza della colonna di liquido. Chi garantisce il ritorno dell’acqua nel vaso? La forza che si oppone alla perdita di liquido dai vasi è la pressione osm otica dovuta alle proteine PRESSIO N E CO LLO ID O SM O TICA O O N CO TICA M a cos’è la pressione osm otica? O SM O SI • M ovim ento di H 2O causato da differenze di concentrazione dei soluti Membrana semipermeabile • D ipende dalla concentrazione delle particelle non diffusibili e non dalla loro m assa • Pressione osm otica: som m a algebrica della concen- H O 2 H2O • trazione di tutti i soluti NaCl disciolti La PRESSIO N E O SM O TICA totale del plasm a (dovuta a tutti i soluti presenti al suo interno) è pari a 6000 m m H g. Il plasm a ed il liquido interstiziale sono però in equilibrio osm otico, perché tutti i soluti responsabili della pressione osm otica possono essere liberam ente scam biati attraverso la parete dei capillari. Le proteine plasm atiche garantiscono invece un gradiente di pressione osm otica (pressione colloidosm otica) pari a 25 m m H g tra interno ed esterno del capillare. Perché? • in virtù della loro dim ensione le proteine non attraversano liberam ente le pareti dei capillari, rim anendone perciò all’interno; 2) al pH dei liquidi organici sono dissociate com e anioni ed esercitano attrazione sui cationi. Pertanto aum enta la concentrazione totale di ioni nel vaso (EFFETTO D I GIBBS-D O N N A N ). Porzione delle pressione oncotica dovuta alle singole proteine nel plasm a um ano Proteina PM , Concentr Press kD a g/L oncotica mmHg A lbum ina 69 45 21.8 Globuline 140 25 6.0 Fibrinogeno 400 3 0.2 Totale 73 28.0 I globuli rossi • A ltrim enti detti ERITRO CITI o EM A ZIE • Sono le cellule più num erose del sangue • N ei m am m iferi sono privi di organuli (così si m assim izza lo spazio per l’em oglobina); negli altri vertebrati hanno il nucleo. FO RM A Sono dischi biconcavi A um ento superficie M aggior deform abilità D IM EN SIO N I 2 µM 7,5 µM (param etro specie-specifico) CO M PO SIZIO N E CH IM ICA H 2O 64-70% Residuo secco 30-36% 95% Em oglobina 5% proteine lipidi vitam ine glucoso enzim i m inerali M ETA BO LISM O D EL GLO BU LO RO SSO O ccorre Energia ottenuta della dem olizione delGLU CO SIO • Via anaerobica • Via aerobica GLICO LISI 90% CICLO D EI PEN TO SI 10% Siottengono: A TP serve per il funzionam ento della pom pa del sodio N ADH riduce la m etaem oglobina N A D PH coenzim a della glutatione riduttasi. M antiene ridotto il glutatione (protegge la cellula dai danni ossidativi). A lterazioni nella m orfologia degli eritrociti A nisocitosi Presenza di globuli rossi di dim ensioni diverse. Generalm ente ha un significato patologico. E’ fisiologica nel bovino e nella capra. Poichilocitosi Presenza di globuli rossi di form e diverse. Generalm ente ha un significato patologico. E’ fisiologica nella capra. Em oglobina Q uantitativam ente e funzionalm ente è il più im portante costituente dei globuli rossi. Conferisce al sangue la capacità di trasportare l’ossigeno ai tessuti. com ponente proteica → GLO BIN A E’ costituita da com ponente non proteica → EM E GLO BIN A : E’ com posta da quattro subunità, 2 catene α e 2 β. O gni catena ha una disposizione convoluta e lega un gruppo em e, posto in una introflessione della catena. EM E: E’ costituito da un anello tetrapirrolico in cui i quattro gruppi pirrolici sono legati tra loro da ponti m etilenici. A ll’anello sono legati 4 gruppi m etilici, 2 vinilici e 2 propionici. A l centro dell’anello è presente il ferro che si lega ai 4 atom i di azoto. Il ferro può form are altri due legam i addizionali, uno su ciascun lato del piano dell’em e: uno lega il ferro alla globina e l’altro all’ossigeno. → Per legare l’ossigeno il ferro deve essere bivalente→ FERRO EM O GLO BIN A Se l’em oglobina è sottoposta ad energici ossidanti il ferro diventa trivalente → FERRIEM O GLO BIN A o M ETA EM O GLO BIN A In questa condizione l’em oglobina perde la funzione respiratoria. Esistono varie form e di em oglobina che differiscono per la parte proteica EM O GLO BIN E D ELL’A D U LTO •H b A α2β2 96% •H b A 2 α2δ2 2% •H b F α2γ2 2% EM O GLO BIN E D EL FETO • Poco dopo il concepim ento ζ (sim ili ad α) ε (sim ili a β) • D urante la vita fetale ζ è sostituita da α e ε da γ. Si form a così la H b F che ha m aggior affinità per l’ossigeno. Ciò è m olto im portante perché grazie a Q uesta caratteristica riesce a trarre ossigeno dal sangue m aterno a livello placentare. Patologia m olecolare dell’em oglobina 1. A lterazioni di superficie. Q uasi tutte le sostituzioni sono innocue. H b S è un’eccezione. 2. Sito attivo alterato. M odificazioni vicino all’em e: non può legare l’ossigeno. 3. A lterazioni della struttura terziaria. La catena non può ripiegarsi nella conform azione norm ale. 4. A lterazioni della struttura quaternaria. A lcune m utazioni producono variazioni nelle proprietà allosteriche. A N EM IA A EM A ZIE FA LCIFO RM I. E’ presente H b S. S i m antiene disciolta solo se è ossigenata. N ella form a ridotta precipita e le em azie prendono form a di falce. Si ostacola così la circolazione nei capillari e ciò provoca una ulteriore riduzione di ossigeno. Q ueste em azie hanno m aggiore tendenza all’em olisi e questo produce anem ia. N ella H b S: Val sostituisce Glu in posizione 6 di β. Il gene per H b ha un’alta incidenza in alcune zone perché protegge dalla m alaria (il plasm odio si m oltiplica nelle em azie). TA LA SSEM IE. Caratterizzate da un difetto di sintesi di una o più catene. α β Param etri eritrocitari diretti • • • • N um ero Em atocrito Velocità di eritrosedim entazione (VES) Concentrazione di em oglobina N um ero µl • Si esprim e in m ilioni/m m 3 di sangue. • E’ un valore specie-specifico. E’ legato anche al sesso, all’età e allo stato fisiologico. VES • M isura la velocità di sedim entazione degli eritrociti nel plasm a in cui sono sospesi. In condizioni fisiologiche è di pochi m m /ora (8 fem m ina; 4 m aschio). •E’ elevata nelle infezioni di qualunque tipo, nelle m alattie infiam m atorie e nei carcinom i. I globuli rossi tendono in questi casi ad im pilarsi (rouleaux eritrocitari) perché si riducono le forze di repulsione. Si hanno anche alterazioni delle proteine plasm atiche e aum ento del fibrinogeno. • E’ ridotta quando si abbia dim inuzione delle proteine plasm atiche (epatopatie) ed in altre condizioni particolari (es. anem ia falciform e). Il ferro nell’organism o • N ell’uom o sono presenti 4,5 g di ferro. D i questi il 50-60% è nell’em oglobina. Il restante si trova: 1. legato con la A PO FERRITIN A a form are la FERRITIN A (è la form a di deposito) →30 % 2. nel plasm a, com binato con una globulina →10 % a form are la TRA N SFERRIN A 3. nella M IO GLO BIN A , un pigm ento analogo alla em oglobina localizzato nel m uscolo → 5% 4. in num erosi enzim i (catalasi, perossidasi, etc) → 0,1 % Eritrocateresi • Riguarda 230 m iliardi di globuli rossi al giorno. • N ei globuli rossi giovani la m em brana è m olto plastica. • La vita m edia del globulo rosso è 3 m esi, al term ine dei quali il globulo rosso non avendo nucleo né organuli non è più in grado di rim piazzare gli enzim i e le altre proteine. • M anca energia, la m em brana non è più plastica. • Restano intrappolati soprattutto nei piccoli capillari della m ilza, del m idollo osseo e del fegato M acrofago BILIRU BIN A IN D IRETTA (non coniugata): si riesce a determ inare nel siero solo dopo trattam ento con solvente organico. BILIRU BIN A D IRETTA (coniugata): si riesce a determ inare nel siero anche senza trattam ento con solvente. Viene escreta con la bile e solo una piccola quota passa fisiologicam ente in circolo. In condizioni patologiche →ITTERO questa quantità può aum entare→ 1) preepatico 2) epatico 3) postepatico Gruppi sanguigni Sistem a A BO Sulla m em brana di ogni eritrocita sono presenti glicoproteine determ inate geneticam ente e dotate di proprietà antigeniche specifiche (A GGLU TIN O GEN I),in grado di stim olare, se introdotte in un altro soggetto non com patibile, la produzione di A GGLU TIN IN E N ella specie um ana sono stati individuati alm eno 100 diversi agglutinogeni, la m aggior parte dei quali ha in realtà un potere antigenico m olto basso. Q uelli realm ente im portanti sono l’agglutinogeno A ed il B. In base alla loro presenza o assenza si individuano i quattro gruppi sanguigni. Ricevente universale D onatore universale Sostanza H β α A , B, H 85 % carboidrati ( è la parte variabile) 15 % am inoacidi ( è la parte costante) L-fucoso Sostanza H A B N -acetil galattosam ina galattoso Titolo delle agglutinine in rapporto all’età Subito dopo la nascita la quantità di agglutinine plasm atiche è quasi nulla. D ai due agli otto m esi dopo la nascita il bam bino inizia la produzione di agglutinine; il m assim o viene raggiunto fra gli otto e i dieci anni di età. O rigine delle agglutinine nel plasm a Perchè un individuo produce agglutinine contro un agglutinogeno che non è presente sui suoi globuli rossi? Piccole quantità di antigeni A e B possono penetrare nell’organism o con i cibi, con i batteri o con altri m ezzi e possono così avviare la produzione di agglutinine. Reazione trasfusionale Esem pio: sangue di gruppo B trasfuso in un soggetto ricevente di gruppo B nessun problem a Q uando invece sangue di gruppo B è trasfuso in un soggetto di gruppo A , si possono verificare due reazioni: 1) Gli anticorpi anti-A presenti nel sangue del donatore reagiscono con l’antigene A presente sulle em azie del ricevente (agglutinazione m inore) 2) Gli anticorpi anti-B presenti nel sangue del ricevente reagiscono con l’antigene B presente sulle em azie del donatore (agglutinazione m aggiore) D eterm inazione del gruppo sanguigno O ccorrono sieri anti-A ed anti-B Si pongono due una gocce di sangue su vetrino e si testano con i due sieri. Si osserva al m icroscopio la presenza o l’assenza di em olisi. Sistem a Rh D a M acacus Rhesus • E’ un com plesso di A GGLU TIN O GEN I (alm eno 8) presenti in alcuni soggetti ed assenti in altri. • In realtà il più im portante è l’antigene D : soggetti che lo possiedono → “Rh positivi” (85% ) →“Rh negativi” (15% ). soggetti che non lo possiedono→ • Le A GGLU TIN IN E A N TI-Rh non sono presenti di base nei soggetti Rh negativi: si producono solo in seguito a contatto con sangue Rh positivo. ERITRO BLA STO SI FETA LE E’ una m alattia del feto e del neonato caratterizzata da agglutinazione e successiva fagocitosi dei globuli rossi. M adre Rh neg. × Padre Rh pos. Feto Rh pos →O K. Però “sensibilizza” la m adre. • Prim a gravidanza→ →alto rischio. • Seconda gravidanza→ • A nticorpi anti-Rh dati entro 48 h dal parto im pediscono la sensibilizzazione m aterna. I gruppi sanguigni degli anim ali dom estici Cane 11 gruppi D og erythrocyte antigens (D .E.A ): 1.1, 1.2, 1.3 ecc. 40% 1.1 20% 1.2 15% 1.7 Gli antigeni sono com unque scarsam ente im m unogeni per cui la prim a trasfusione può essere fatta senza problem i. La seconda richiede più attenzione. Gatto 3 gruppi A , B, A B 99,7% A N EM IA : dim inuzione della capacità del sangue di trasportare l’ossigeno 1)? globuli rossi 2)? emoglobina 3)? di entrambi -pallore -debolezza -facile affaticamento -affanno Classificazione delle anem ie in base alla causa che le ha prodotte • Perdita di sangue -acuta -cronica 2)A um entata distruzione (anem ie em olitiche) -anom alie intrinseche dei globuli rossi -alterazioni di m em brana -difetti della sintesi di H b - anom alie estrinseche -anticorpi -infezioni (m alaria) -danno chim ico (Pb) 3) Insufficiente produzione -disturbi della proliferazione e differenziazione delle cellule stam inali -disturbi della proliferazione e m aturazione degli eritrobasti (anem ia carenziali) PO LICITEM IA : A um ento del num ero dei globuli rossi→ →rallentaaum ento della viscosità em atica→ m ento del flusso Secondaria → si verifica in risposta ad una condizione di ipossia tessutale. Esem pi: perm anenza ad alte quote enfisem a avvelenam ento da CO Vera → alterazione genica riguardante le cellule stam inali em opoietiche. Globuli bianchi • Il loro num ero è 1000 volte m inore rispetto a quello degli eritrociti. • Svolgono un ruolo fondam entale nei processi di difesa dell’organism o: attaccano e distruggono direttam ente gli agenti invasori form ano anticorpi In base alle caratteristiche del nucleo e del citoplasm a sono suddivisi in: neutrofili N ucleo polilobato e GRA N U LO CITI granulazioni O citoplasm ati- PO LIM O RFO N U CLEA TI che a diversa affinità tintoriale eosinofili basofili linfociti A GRA N U LO CITI O M O N O N U CLEA TI m onociti Proprietà dei leucociti M arginazione: capacità di aderire alle pareti dei capillari dei tessuti lesi. D iapedesi: capacità di attraversare la parete dei capillari passando tra una cellula e l’altra con m ovim enti am eboidi e form ando pseudopodi. Chem iotassi: capacità di m uoversi attirati da sostanze chim iche di vario genere. Fagocitosi: capacità di inglobare il patogeno (anche detriti) in una vescicola (LISO SO M A ) nella quale sono liberati gli enzim i litici. Soprattutto è proprità di neutrofili e m onociti. La fagocitosi Form ula leucocitaria N eutrofili 70-80% Linfociti 20-30% M onociti 6-8% Eosinofili 1-4% Basofili 0-1% N .B: nei rum inanti la form ula è invertita (60% linfociti / 40% neutrofili). Leucocitosi:aum ento del num ero di leucociti Leucopenia:riduzione del num ero di leucociti I globuli bianchi svolgono un ruolo fondam entale nei processi im m unitari • D IFESA contro i m icrorganism i patogeni • RIM O ZIO N E delle cellule non più funzionali • RIM O ZIO N E m ateriale di scarto D istinguiam o: • IM M U N ITA ’ N A TU RA LE • IM M U N ITA ’ A CQ U ISITA Im m unita’ naturale Com prende tutte le form e di difesa non specifiche che sono presenti in tutti gli individui fin dalla nascita. • BA RRIERE CH IM ICO -FISICH E: Sono costituite da tutte quelle com ponenti dell’organism o che con una azione fisica o chim ica im pediscono agli agenti patogeni di penetrare nell’organism o. Esem pi sono lo strato cheratinico della cute, le secrezioni salivari e lacrim ali, il m uco ecc. 2) IN TERFERO N I: Serie di proteine in grado di rendere le cellule resistenti ai virus ad esem pio im pedendo la sintesi delle proteine virali. 3) SISTEM A D EL CO M PLEM EN TO : E’ attivato da com plessi antigene-anticorpo, dal lipopolisaccaride batterico, da batteri e da funghi. Costituito da una ventina di proteine plasm atiche che si attivano a cascata am plificando la risposta → alla fine produce la lisi dei m icrorganism i ed altri effetti utili alla elim inazione dei patogeni. 4) PRO CESSO IN FIA M M A TO RIO : è una risposta locale, non specifica, finalizzata a isolare, distruggere o rendere inattivo l’invasore, rim uovere i detriti e preparare la riparazione dei tessuti. Invasione dei tessuti da parte di agenti patogeni D anno cellulare Rilascio di istam ina ed altri m ediatori D ilatazione dei vasi sanguigni A um ento della Perm eabilità capillare M igrazione dei fagociti nell’area interessata D olore A um ento del flusso Passaggio degli anticorpi dal (D O LO R) em atico nell’area sangue nell’area Edem a interessata di flogosi (TU M O R) Rossore (RU BO R) A um ento della tem peratura (CA LO R) 5) FA GO CITO SI FU N CTIO LESA Im m unità acquisita • E’ la più im portante form a di difesa dell’organism o • Si sviluppa al m om ento del prim o contatto con un agente patogeno. • Si divide in: RISPO STA IM M U N ITA RIA CELLU LO -M ED IA TA RISPO STA IM M U N ITA RIA A N TICO RPO -M ED IA TA o U M O RA LE Linfociti T B B : m aturano nel m idollo. Q uando incontrano l’antigene che sono capaci di riconoscere, si dividono e danno origine ad una cellula m em oria e ad una plasm acellula capace di produrre anticorpi → IM M U N ITA ’ U M O RA LE m aturano nel tim o. Q uando incontrano l’antigene che T :sono capaci di riconoscere, si dividono e danno origine ad una cellula m em oria e a due tipi di cellule T effettrici: T helper (T H ) e T citotossici (Tc) → IM M U N ITA ’ CELLU LO -M ED IA TA M onociti Esplicano la loro azione dopo essere m igrati nei tessuti → m acrofagi. Spiccata fagocitosi. Gli anticorpi Sono proteine com poste da quattro catene polipeptidiche: due catene lunghe (pesanti) e due catene corte (leggere) che form ano una Y. Le due braccia della Y sono i siti specifici dell’anticorpo. Possono reagire solo con un tipo di antigene (CH IA VE-LU CCH ETTO ). 5 classi: IgM → Vengono prodotte per prim e. A zione m eno intensa. IgG→ →in grande quantità dopo l’esposizione dell’organism o. IgA →nelle secrezioni del tratto digerente, respiratorio, genito-urinario, latte, liquido lacrim ale, saliva. IgE→ →coinvolte nei processi allergici. IgD →ruolo m eno definito. Granulociti N EU TRO FILI: • Sono il 70% dei globuli bianchi in circolo. • Sono i prim i ad arrivare sul luogo dell’infezione. • Spiccata diapedesi e chem iotassi. • N otevole azione fagocitaria. M odalità utilizzate per elim inare i patogeni: 1) lisozim a: agisce sulla m em brana del batterio; 2) burst respiratorio: viene aum entato il consum o di ossigeno e si producono acqua ossigenata e radicali liberi; 3) m ieloperossidasi: form a H ClO 4) lattoferrina: sottrae ferro ai m icroorganism i. EO SIN O FILI: • Corredo enzim atico analogo ai neutrofili. • A ttività battericida e fagocitosi m eno spiccate. • Coinvolti nelle parassitosi e nelle allergie. BA SO FILI: • Scarsa attività fagocitaria • Producono istam ina e serotonina → aum entano la perm eabilità vasale. Piastrine • Sono i più piccoli elem enti figurati del sangue • 250-300000/m m 3 sangue • Fondam entali per l’em ostasi • Ricche di granuli Fattori coagulazione Fattori per la vasocostrizione • M olto labili: 9-11 gg. bovino, capra, uom o 5-6 gg. cane •Prodotte nel m idollo osseo per fram m entazione del citoplasm a dei m egacariociti •Sono distrutte dalla m ilza Cellule stam inali Progenitore linfoide Linfociti T Linfociti B Cellula “im pegnata” eritrociti Basofili piastrine Eosinofili m acrofagi N eutrofili Progenitore m ieloide Tutte le cellule del sangue originano da precursori com uni, le CELLU LE STA M IN A LI TO TIPO TEN TI attraverso una successione evolutiva. D erivano dalle isole em atiche del sacco vitellino dell’em brione e colonizzano il fegato, la m ilza ed il m idollo osseo. N ell’adulto la principale sede di produzione diventa il m idollo osseo della calotta cranica, della pelvi, delle coste, dello sterno delle vertebre e dei capi delle ossa lunghe. Esistono fattori (citochine) che regolano l’em atopoiesi ed influenzano il rapporto tra proliferazione e differenziazione delle cellule stam inali in base alle necessità dell’organism o. Le citochine • O rm oni proteici a basso PM e a breve raggio di azione • Prodotte da linfociti stim olati → linfochine Prodotte da m onociti stim olati → m onochine Interleuchine (IL) • Sono un gruppo m olto vario di m olecole dotate di effetti m olto diversi. Caratteristiche com uni: produzione per neosintesi (non accum ulo in granuli) la stessa citochina può essere prodotta da tipi cellulari diversi la stessa citochina può agire su cellule diverse la loro azione è spesso a “cascata” (una citochina induce la produzione di un’altra citochina e così via) la loro azione è spesso m odulata dalla presenza di altre citochine l’attività sulle cellule bersaglio si esplica attraverso i recettori specifici La cellula bersaglio può essere la stessa che produce la citochina Per una corretta eritropoiesi sono essenziali: -Ferro →fondam entale per la sintesi dell’em e -Eritropoietina →orm one prodotto dal rene in condizioni di ipossia. A gisce sulla cellula stam inale -Vitam ina B12 -A cido folico Fondam entali per la sintesi del D N A L’em ostasi e la coagulazione del sangue Q uando si verifica la lesione di un vaso sanguigno inizia una serie com plessa di fenom eni finalizzati ad arrestare l’uscita di sangue. •FA SE VA SCO LA RE •FA SE D ELLA A D ESIVITA ’ D ELLE PIA STRIN E •FA SE D ELL’A GGREGA ZIO N E D ELLE PIA STRINE •FA SE D EL CO N SO LID A M EN TO D EL TRO M BO (CO A GU LA ZIO N E) •FA SE D I RETRA ZIO N E D EL CO A GU LO •FA SE D I D ISSO LU ZIO N E D EL CO A GU LO Fase vascolare Q uando un vaso viene leso si verifica una intensa costrizione (SPA SM O VA SA LE) che tende ad ostruirne il lum e e a rallentare il flusso sanguigno. La contrazione è dovuta a: 1) riflessi nervosi in risposta a stim oli dolorifici; 2) fattori um orali locali liberati dai tessuti traum atizzati. Fase della adesività e dell’aggregazione piastrinica (I) Se la lesione del vaso è m olto piccola, la perdita di sangue viene im pedita dalla form azione di un tappo piastrinico (TRO M BO BIA N CO ) Com e si form a il tappo piastrinico? CA RA TTERISTICH E FU N ZIO N A LI D ELLE PIA STRIN E - Cellule senza nucleo. -Possiedono m olecole di actina e m iosina (contrazione) -Possiedono residui di reticolo endoplasm atico e di Golgi per sintesi enzim i -Possiedono m itocondri per sintesi A TP e A D P. -La M EM BRA N A presenta: glicoproteine → im pediscono l’adesione a superfici integre e ne favoriscono l’adesione a superfici danneggiate fosfolipidi → attivatori in num erosi passaggi della coagulazione. Fase della adesività e dell’aggregazione piastrinica (II) LESIO N E VA SA LE: • PERD ITA D EL FILM PRO TEICO ED ESPO SIZIO N E D EL CO LLA GEN E 2) FLU SSO SA N GU IGN O D A LA M IN A RE D IVEN TA TU RBO LEN TO (PIU ’ LEN TO ) A D ESIO N E D ELLE PIA STRIN E 1) Cam biam enti di form a 2) Liberazione di fattori Fase della adesività e dell’aggregazione piastrinica (III) attivano la FO SFO LIPA SI A 2 Form a A CID O A RA CH ID O N ICO daifosfolipididim em brana A d opera della cicloossigenasi viene trasform ato in EN D O PERO SSID O PGG2 Bloccata da aspirina TRO M BO SSA N O A 2 Prostaglandine sintetasi PGE2 PGF2α α A ntagonizzata da prostacicline prodotte daltessuto integro La coagulazione Com plessa sequenza di interazioni proteiche che porta alla form azione del coagulo. Reazione centrale: FIBRIN O GEN O TRO M BIN A FIBRIN A Cosa determ ina l’avvio della coagulazione? Esistono due m eccanism i o vie: 2) VIA IN TRIN SECA → è una sequenza di reazioni enzim atiche che inizia quando il sangue viene a contatto con superfici diverse dall’endotelio vasale integro (ad esem pio il collagene o le cariche negative della provetta di vetro). Ciò che occorre ad attivarla è “intrinsecam ente” già presente. 2) VIA ESTRIN SECA → si attiva in seguito a lesione dei tessuti poiché si liberano sostanze che innescano il processo (trom boplastina tissutale). In realtà le due vie interagiscono costantem ente fra loro e confluiscono in una VIA CO M U N E N O M EN CLA TU RA FA TTO RI D ELLA CO A GU LA ZIO N E: in un prim o m om ento definiti in base alle proprietà biochim iche, poi utilizzando i nom i di persone in cui si erano individuate carenze → confusione → num eri rom ani. VIA IN T RIN SECA VIA ESTRIN SECA Superficie diversa FL Danno vascolare VIA CO M U N E FL Protrombina Fibrinogeno Trombina Fibrina monomero Fibrina polimero Fibrina stabilizzata FL= fosfolipidi di membrana TF= tromboplastina tissutale Trasform azione del fibrinogeno in fibrina E’ una glicoproteina dim erica. Ciascuna m età del dim ero ha tre catene: A α, Bβ β, γ. 1) PRO TEO LISI 2) PO LIM ERIZZA ZIO N E 3) STA BILIZZA ZIO N E: ilfattore X IIIa form a legam icovalentitra acido glutam ico e lisina. Fase di retrazione e lisi del coagulo La RETRA ZIO N E è dovuta all’azione delle proteine contrattili presenti nelle piastrine. Il coagulo viene “sprem uto”, si riduce di dim ensioni e viene elim inato il siero. In questo m odo si realizza anche l’avvicinam ento dei lem bi della ferita. La LISI si verifica successivam ente alla ricostruzione del tessuto. La PLA SM IN A è l’ enzim a proteolitico che scinde la fibrina. Sintesi dei fattori della coagulazione • Fegato • Per m oltifattoriè indispensabile la VITA M IN A K → sitrova neivegetalicon foglia verde oppure viene prodotta daibatteri intestinali. Com e agisce? E’cofattore diun enzim a,la CA RBO SSILA SI,che opera la carbossilazione deiresiduidiacido glutam ico presentisuifattori della coagulazione. Q uesto passaggio è im portante perché a questiresiduicarbossilatisiattaccherà ilCA LCIO durante la cascata coagulativa. D urante questa reazione la vit.K viene O SSID A TA . A lla sua riduzione provvede una RID U TTA S I→questo enzim a può essere inibito da D ICU M A RO LO e W arfarina (anticoagulanti terapeutici). Sitrova anche neltrifoglio dolce deteriorato.Provoca la m alattia em orragica del bestiam e. M alattia em orragica delneonato:prim a che siinstaurila flora batterica intestinale,ilneonato è carente divit.K (illatte ne è povero).A llora sifa opera diprofilassisom m inistrando la vitam ina K. La coagulazione è un processo autocatalitico. Cosa la lim ita al punto di lesione? •FILM PRO TEICO suivasi •PRO STA CICLIN E liberate da tessutiintegri •FLU SSO SA N GU IGN O rapido e regolare •EPA RIN A →1) facilita l’azione dell’antitrom bina (inibisce la trom bina 2) inibisce l’azione della trom bina •A N TITRO M BIN A •A N TITRO M BO PLA STIN A fisiologici A nticoagulanti terapeutici 3 categorie: • A giscono chelando ilcalcio (ED TA ,citrato disodio,ossalato disodio) 2) D eprim ono l’azione deifattoridella coagulazione (eparina) 3) Inibiscono la sintesideifattoridella coagulazione (dicum arolo) Trom bosi Prescindendo dalla presenza di una ferita il sangue può coagulare nei vasi se si verificano alcune situazioni patologiche: • Rallentam ento del flusso sanguigno • Lesioni della parete dei vasi • A lterazioni della coagulazione M alattie em orragiche congenite EM O FILIA A : m ancanza del fattore VIII. Carattere ereditario legato al crom osom a X . D escritta nell’uom o, nel cane e nel cavallo. EM O FILIA B: m ancanza del fattore IX . Carattere ereditario legato al crom osom a X . D escritta nell’uom o e nel cane. N el cane: m ancanza dei fattori VII e X N el bovino: m ancanza del fattore X II