Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XVI. I mercati dei beni e i mercati finanziari in economia aperta
Lezione 17
I mercati finanziari e reali
in economia aperta
Corso di Macroeconomia (L-Z)
Prof. Andrea Fumagalli, Università di Pavia
Blanchard, Macroeconomia, Il Mulino 2009
Capitolo XVI. I mercati dei beni e i mercati finanziari in economia aperta
1. I mercati dei beni in economia aperta
Economia aperta applicata a
– mercati dei beni: l’opportunità per i consumatori e le
imprese di scegliere tra beni nazionali e beni esteri;
– mercati delle attività finanziarie: l’opportunità per gli
investitori finanziari di scegliere tra attività finanziarie
nazionali ed estere;
– mercati dei fattori: l’opportunità delle imprese di scegliere
dove localizzare un’attività produttiva e per i lavoratori di
scegliere dove lavorare. Un esempio è fornito dal North
American Free Trade Agreement (Nafta).
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Capitolo XVI. I mercati dei beni e i mercati finanziari in economia aperta
1.1. Esportazioni e importazioni
• Col passare del tempo, l’economia statunitense è diventata
sempre più aperta: oggi gli Stati Uniti commerciano con il
resto del mondo in misura doppia (in rapporto al Pil) di
quanto non facessero quarant’anni fa.
• Le importazioni e le esportazioni, pur seguendo
approssimativamente lo stesso trend, hanno manifestato
una tendenza divergente: dalla metà degli anni Novanta, gli
Stati Uniti registrano un forte disavanzo commerciale.
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1.1. Esportazioni e importazioni
Fig. 16.1. Esportazioni e importazioni degli Stati Uniti in rapporto al Pil dal 1960
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1.1. Esportazioni e importazioni
• Un indice di apertura commerciale migliore rispetto al
rapporto delle importazioni o delle esportazioni sul Pil è la
proporzione di prodotto aggregato composta dai beni
commerciabili – beni che competono con i beni esteri sia
sul mercato interno sia sui mercati esteri.
• Si stima che oggi negli Stati Uniti i beni commerciabili
rappresentino circa il 60% della produzione totale.
• Le differenze tra paesi in termini di apertura commerciale
dipendono essenzialmente da due fattori:
- la distanza tra i mercati;
- la dimensione dei paesi stessi: quanto più piccolo è
un paese tanto minore sarà il numero di prodotti in cui si
specializza.
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1.2. La scelta tra beni nazionali e beni esteri
• Quando i mercati sono aperti, i consumatori devono
scegliere se comprare beni nazionali o beni esteri.
• La variabile cruciale è data dal prezzo dei beni
nazionali in termini di beni esteri. Questo prezzo
relativo è noto come tasso di cambio reale.
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1.3. Tassi di cambio nominali
I tassi di cambio nominali tra valute possono essere quotati
in due modi:
1) come il prezzo della valuta nazionale in termini di valuta
estera;
2) come il prezzo della valuta estera in termini di valuta
nazionale.
In questo testo, si adotta la prima definizione: il tasso di
cambio nominale è dato dal prezzo della moneta
nazionale in termini di moneta estera, detonato da E.
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1.3. Tassi di cambio nominali
• Un apprezzamento della moneta nazionale è un aumento del
prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera,
quindi un aumento del tasso di cambio.
• Un deprezzamento della moneta nazionale è una riduzione
del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera,
quindi corrisponde ad una diminuzione del tasso di cambio.
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1.3. Tassi di cambio nominali
Fig. 16.2. Tasso di cambio nominale tra l’euro e il dollaro, 1999-2008.
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1.3. Tassi di cambio nominali
• Dal 1999 al 2002, il tasso di cambio tra l’euro e il dollaro è
diminuito, cioè si è assistito a un deprezzamento dell’euro
rispetto al dollaro.
• L’aumento del cambio, cioè la tendenza all’apprezzamento
dell’euro rispetto al dollaro, è avvenuto a partire dal 2002.
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1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali
Come possiamo costruire il tasso di cambio reale tra un
paese dell’area euro e gli Stati Uniti?
1) Consideriamo il prezzo in euro di un’Alfa e convertiamolo
in dollari. Il prezzo è di 50.000 € e se 1 euro vale 1,20
dollari, allora il prezzo dell’Alfa in dollari è di 50,000 € x
1,20 = 60.000 $.
2) Calcoliamo il rapporto tra il prezzo di una Cadillac in
dollari e il prezzo di un Alfa in dollari: se una Cadillac
costa 40.000 $, il rapporto tra i due beni sarà pari a
60.000$/40.000$ = 1,5. Il tasso di cambio reale tra un
paese, l’Italia, e gli Stati Uniti sarà quindi pari a 1,5.
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1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali
Fig. 16.3. La costruzione del tasso di cambio reale.
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1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali
Il tasso di cambio reale è costruito moltiplicando il prezzo
nazionale per il tasso di cambio nominale e dividendo
per il livello dei prezzi esteri:
EP
 
P
*
Un aumento del tasso di cambio reale si definisce
apprezzamento reale
Una diminuzione del tasso di cambio reale si definisce
deprezzamento reale
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1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali
Fig. 16.4. Tasso di cambio reale e nominale tra l’Italia e gli Stati Uniti, 1999-2005.
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1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali
• All’inizio del 2005, il tasso di cambio reale era uguale a 1,31
superiore del 15% rispetto al valore di 1,14 registrato nel
primo trimestre del 1999.
• Le fluttuazioni del tasso di cambio nominale si manifestano
anche nel tasso di cambio reale.
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1.5. Dai tassi di cambio bilaterali ai tassi di cambio multilaterali
Tasso di cambio reale multilaterale: prezzo medio dei beni di
una nazione rispetto a quello di tutti i suoi partner
commerciali.
Per misurare il tasso di cambio reale multilaterale è
necessario usare come pesi le quote dei flussi commerciali di
questa nazione con gli altri paesi:
– dalle quote delle esportazioni si calcola il tasso di cambio
all’esportazione;
– dalle quote delle importazioni si calcola il tasso di cambio
all’importazione;
– si calcola la media delle quote di esportazioni e
importazioni.
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2. I mercati finanziari in economia aperta
Dato che l’acquisto o la vendita di attività finanziarie estere
comporta l’acquisto o la vendita di moneta estera o valuta estera,
la dimensione delle transazioni sul mercato delle valute è un
indicatore dell’importanza delle transazioni finanziarie
internazionali.
L’apertura dei mercati finanziari comporta:
1. possibilità di diversificazione delle attività finanziare tra
domestiche ed estere;
2. possibilità per i paesi di registrare avanzi o disavanzi
commerciali.
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2.1. La bilancia dei pagamenti
Le transazioni di un paese con il resto del mondo sono riassunte
in una serie di conti chiamati bilancia dei pagamenti:
conto corrente - le transazioni sopra la linea registrano tutti i
pagamenti da e verso il mondo;
conto capitale – le transazioni sotto la linea registrano tutti gli
investimenti in attività finanziarie da e verso il mondo.
La discrepanza statistica definisce la differenza esistente tra il
saldo del conto corrente e il saldo del conto capitale.
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2.2. La scelta tra attività finanziarie nazionali ed estere
Fig. 16.6. Rendimenti attesi di titoli statunitensi e italiani a un anno.
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2.2. La scelta tra attività finanziarie nazionali ed estere
Affinché sia conveniente tenere titoli sia italiani che statunitensi,
essi devono avere lo stesso tasso di rendimento atteso, cioè deve
valere la seguente condizione di arbitraggio:
 1 
(1 + i )  ( E )(1 + i ) 

E 
Riorganizzando:
 E 
(1 + i )  (1 + i ) 

E 
Tale equazione è chiamata parità scoperta dei tassi di interesse
o parità dei tassi di interesse.
*
t
e
t
t
t 1
*
t
t
t
e
t 1
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2.2. La scelta tra attività finanziarie nazionali ed estere
L’ipotesi che gli investitori finanziari tengano soltanto i
titoli con tasso di rendimento atteso più elevato è
evidentemente troppo restrittiva per due ragioni:
- ignora i costi di transazione;
- ignora l’esistenza del rischio.
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2.3. Tassi di interesse e tassi di cambio
Riscriviamo l’equazione come:
(1 + i )
(1 + i ) =
[1 + ( E  E ) / E )]
*
t
t
e
t 1
t
t
Una buona approssimazione di questa equazione è data
da:
E
E
i i 
e
*
t
t 1
t
E
t
t
Il tasso di interesse nazionale dev’essere uguale al tasso di
interesse estero meno il tasso di deprezzamento atteso della
moneta estera.
Se E  E allora i  i
e
t 1
*
t
t
t
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2.3. Tassi di interesse e tassi di cambio
Fig. 16.7. Tassi di interesse nominale in Italia e negli Stati Uniti, 1999-2005.
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3. Conclusioni
• Considerare i mercati dei beni in economia aperta introduce
la scelta tra beni nazionali ed esteri. Questa scelta dipende
soprattutto dal tasso di cambio reale, il prezzo dei beni esteri
in termini di beni nazionali.
• L’apertura dei mercati finanziari consente di scegliere tra
attività finanziarie nazionali ed estere. Questa scelta dipende
soprattutto dal tasso di rendimento relativo, che a sua volta
dipende dai tassi di interesse interno ed estero e dal tasso
atteso di deprezzamento della valuta estera.
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