La fondazione delle condizioni di possibilità di un’Etica della Verità La Metodologia • Cercheremo di rigorizzare, sia la scelta dei termini, sia la ricerca del loro significato etimologico e fontale, per dare al nostro discorso una valenza il più possibile scientifica, nel senso di un “sapere certo ed evidente in forza del suo perché proprio, adeguato e prossimo”. • Il sapere scientifico, infatti, richiede l’applicazione del metodo deduttivo e della sperimentazione a conferma o a confutazione delle tesi sostenute. Un percorso rigoroso. I riflessione La Condizione di Possibilità di un’Etica fondata sulla Verità richiede innanzitutto di chiarire che cosa sia la Verità, prima di esaminare il significato del concetto di Etica. II riflessione • La verità (da verum, veritas) • La verità è l’incontrovertibile certo. • È lo stato di adeguazione tra la conoscenza è l’oggetto conosciuto. III riflessione • L’incontrovertibilità è ciò che non subisce contraddizione. • La certezza si acquisisce o per evidenza sensibile e deduttiva, o per comunicazione di notizia. • L’evidenza è la capacità di manifestarsi di una cosa, ossia la sua entità in quanto fonda la conoscibilità. • La certezza è ferma e tranquilla adesione della mente all’oggetto conosciuto, in quanto determinato da motivi oggettivi, riflessivamente conosciuti come tali, i quali escludono il pericolo di errore. IV riflessione • L’errore è l’assenso a un giudizio falso, irriflesso. • L’errore avviene o per ignoranza o per uno stato di coscienza alterato. • L’errore voluto e commesso che abbia rilevanza etica si dice reato (giuridicamente) e peccato (teologicamente). V riflessione • L’uomo è il razionale autocosciente libero,[1] anzi libero in quanto razionale. • Se l’uomo è libero è responsabile delle sue proprie azioni (libere). • L’uomo è la sua coscienza, e la coscienza è il suo valore. • L’uomo, avendo la coscienza, è la coscienza. • La norma morale sgorga dalla coscienza.[2] • Il valore della coscienza è il valore più grande conosciuto. • [1] È’ “persona”: rationalis naturae individua substantia” (S. Boezio). • [2] Si tratta della Legge Naturale: non uccidere, non rubare, rispetta i genitori, cura i figli, etc.. E’ la sinderesi, cioè la tendenza al bene proprio. VI riflessione • Se è il valore più grande è anche il più vero, buono e bello, perché consente di dare valore a se stessi, agli altri e al mondo con la contemplazione[1] e la solidarietà. • Si è solidali perché si è soli/insieme-nel-mondo. • Dunque, bisogna ammettere la condizione di possibilità di una verità sull’uomo, e conseguentemente sulle sue azioni. • [1] La contemplazione deve essere speculativa sul perché dell’esser-ci o del non esser-ci (al mondo). VII riflessione • L’etica (da έθος) • È una scienza,[1] anzi un’epistemologia scientifica, e si configura come certa ed evidente. • È una filosofia della prassi. • È la scienza del giudizio sull’agire libero[2] dell’uomo. • Si interessa di tutti gli ambiti dell’esercizio delle azioni umane libere: persona umana, società, ambiente, economia, politica, etc.. • [1] Scienza è conoscenza certa ed evidente di un enunciato in forza del suo perché proprio, adeguato e prossimo. • [2] Si pone la questione di ciò che si debba intendere per LIBERTA’. VIII riflessione • Deve essere declinata. Le varie “scuole”: – – – – – – Utilitarismo Edonismo Deontologismo Emotivismo Prescrittivismo Culturalismo • Il Finalismo o Eudemonismo Teleologico (felicità finalizzata), detto anche via virtutum[1] o dell’uomo come fine, può essere la scelta etica più completa. • [1] Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza. IX riflessione • Si può dire che la scelta del finalismo è l’unica che tiene conto totalmente e di tutto l’uomo, perché equilibra le varie sensibilità e scelte in vista del bene completo dell’umano inteso come essere razionale autocosciente libero, e depositario di una moralità naturale.