Simposio Nazionale della Cultura
“ Le radici deL futuro “
Scienza & Etica. I giovani la pensano così
Rosalia Azzaro Pulvirenti
Ricercatore CNR/CERIS (Istituto di Ricerca sull’Impresa e lo Sviluppo)
Amalfi, 20 febbraio 2010
L’obiettivo delle mie attività, negli ultimi venti anni, è
quello di attivare sinergie tra discipline e attori diversi:
scienziati e filosofi, giovani e istituzioni.
Si tratta di un “mettere insieme ciò che sa ciascuno, ciò che
ciascuno ha saputo, per farne un pubblico e ben assicurato
tesoro” .
L’obiettivo è dunque quello di recepire il contributo
originale di ognuno, per ri-creare e condividere un patrimonio
che comprenda valori comuni; un patrimonio immateriale, che
si estende e non diminuisce quante più persone ne vengono a
aver parte.
*A. Rosmini, Dell’unità dell’educazione , Torino 1883, p. 63; in Scritti
Pedagogici, riproduzione anastatica Edizioni Rosminiane Stresa 2009.
Alla fine delle attività della Commissione di studio
sulla bioetica del CNR (1989-2003), da parte di tutti i
membri era emersa la stessa convinzione: ricercare ed
elaborare complesse argomentazioni era quasi inutile, se
non si riusciva a “far passare” il messaggio in modo chiaro
e forte.
Per questo abbiamo voluto attivare
un canale diretto di sinergia con il
mondo dell’informazione, senza cessare
di rivolgere i nostri sforzi al mondo dei
giovani in formazione,
in occasione della Giornata di studi
Scienza Etica e Informazione
dedicata a Paolo Bisogno (1932-1999)
Roma, 6 febbraio 2009
S.E.I.
Queste riflessioni sono il frutto di studi di tipo filosofico in particolare sull’etica della ricerca - e di un’attività di
divulgazione della cultura scientifica, svolta con circa 400
giovani italiani europei ed americani (tra i 16 ed i 19 anni), in
due progetti di Public Understanding of Science :
• CLISCET (Clima Scienza ed Etica, 2004)
• LEDER (Libertà ed Etica della Ricerca, 2006)
La sfida è consistita in questo: considerare la riflessione etica come
parte essenziale della cultura scientifica.
Science and Society: a new model to assess
Public Understanding of Science and Ethics of Research
Communicating science to the young - Future
networks
Wien Jan 31 – Feb 2, 2008
Adopted Methodology
R. Azzaro Pulvirenti(1) and M. Baldi(2)
a)
contacts with high schools and
meetings with teachers;
Italy
b)
dispensation by net of a 1th
Questionnaire, to evaluate scientific
knowledge personal opinions on
scientific topics;
c)
dissemination of scientific
information on the same topics,
activation of discussion groups;
d)
meeting and debate at the CNR
headquarter between scientists and
public with active participation of
students;
e)
dispensation via e-mail of a 2nd
Questionnaire in order to survey
again the knowledge and possible
variations of interest and opinions;
f)
data analisys and publication of
results by CNR researchers.
(1) Institute for Economic Research on Firms and Growth (CERIS - CNR), Rome -
(2) Institute of Biometeorology (IBIMET - CNR), Rome - Italy
Motivation: Responsibility of Scientists to have a major role in
promoting Public Understanding of Science and Ethics of Research
There is a lack not only of links between scientific policy and science,
counseling and advertising, but also a lack of trait-d’union and trust
between scientific community on one side and media, society and
institutions on the other side. It’s useful to give tools and occasions.
CLISCET
Two projects have been organized in Rome by CNR/Ceris with
CNR/Ibimet et al.
CLISCET: Climate, Science and Ethics, 2004
LEDER: Alterum non laedere?, 2006
LEDER
Goals of the two Projects:
1 – To check the degree of knowledge on the specific topic
Major Results
2 – Sensibilization on Science and Ethics
The experiment was successful. There was a positive
and active answer. Students have learned that:
3 – To promote participation of science, society and institutions
Participating High Schools
Cliscet:
4 italian
3 international (US, France, Spain)
Total = 148 students (age 16-19)
Male = 69, Female = 79
Leder:
8 italian
4 international (US, UK, France,
Spain)
Total: 212 students (age 16-19)
Male = 99, Female = 113
Questionnares:
• What is PUS?
• Sources of info
• Awareness on science and
ethics
• Values of Science
• Knowledge in several topics
from climate to environment,
sustainable development,
genome and new
medicaments, genetics and
procreation
• Themes to be treated in a
future project
- it is important to get the correct information
- scientists can give answers, however answers are not
final
- it is necessary to focus on the relationship between
science and institutions
Results show how the main aim of the project, i.e. to
experiment a new methodology of dissemination,
communication, and, possibly, of meditation, on issues
related to the scientific findings in science, through the
establishment of relationships between scientist and
cultural institutions, schools, politicians, has been
successfully achieved, making the method a prototype
to be adopted in the future with a wider audience in
order to communicate research results on scientific
issues of interest and to develop personal skills of ethical
reflection .
SCIENZA & ETICA insieme: perché?
Per lungo tempo si è avuta la tendenza a relegare la
dimensione scientifica, come pure la dimensione etica, in un
ambito di «neutralità» nei confronti dei problemi sociali e
politici, con un contrasto sempre più stridente rispetto alla
realtà effettuale.
La novità della bio-etica è anche questa: l’obbligo di render
conto alle autorità ed ai cittadini del corretto uso delle
risorse e dei risultati è diventato reciproco, non solo tra
scienza e politica, ma anche nei confronti di un terzo
partner, la società civile, l’opinione pubblica
(Azzaro, 2003)
Perché l’etica?
Quando si parla di etica oggi, in genere, le riserve sono di tre
tipi:
1. non è forse inutile “fare la morale”, in particolare a
scienza ed economia?
2. Cosa c’è dietro: un’ideologia, la religione cattolica?
3. È possibile un’etica fondata su qualcosa di certo ed
accettato da tutti?
Quanto al primo punto, se la morale è inutile direi:
contra factum non valet argumentum (di fronte ad un fatto,
non c’è argomentazione che valga). L’evolversi dei fatti più
recenti smentisce la pretesa inutilità del ragionare di morale e di
applicarla, non solo in ambito scientifico ma anche economico e
sociale. Anzi, risulta evidente che la mancanza di etica è
dannosa, come ci è stato ricordato dall’enciclica Charitas in
Veritate.
Quanto al secondo - chi c’è dietro - direi che è vero: il potere
ideologico tenta spesso di servirsi della scienza, naturalmente
affermando di difenderla. La Chiesa cattolica dal canto suo,
decisamente afferma essere suo interesse che non solo Gesù
Cristo Dio, sia conosciuto difeso e amato, ma anche ogni essere
umano, specialmente se debole e indifeso.
Quanto al terzo punto - se sia possibile un’etica fondata su
qualcosa di certo ed accettato da tutti - penso che
“la verità è tale chiunque la dica”, come diceva il fondatore
della laicità in filosofia, Tommaso d’Aquino.
Credo che si possa ragionare con tutti, religiosi e laici, sulla
base del Logos, cioè della sapiente razionalità del reale.
“Alla fede cristiana nella sua essenza spetta il compito di
ricercare la propria ragione ed in essa la ragione stessa, la
razionalità del reale” (Ratzinger, 1987).
A nostro avviso, è un compito che spetta ad ogni essere
umano intelligente: ricercare la ragione della propria vita
individuale e sociale ed in ciò la ragione stessa, la “razionalità”
del reale.
Perché far questo significa poter trovare un senso alla
propria vita, cioè poter essere felici. E questo è qualcosa che
interessa molto ai giovani.
Se la Costituzione americana, per esempio, riconosce a tutti
il diritto di cercare la felicità, è una buona dichiarazione di
principio: che però di fatto si nega, nel momento in cui non si
riconosce all’uomo la capacità di incontrare la verità, cioè la
possibilità di incontrare veramente la realtà, cioè realmente la
felicità, dentro e fuori di lui. Negare l’esistenza della verità è
un attentato contro l’uomo, contro la sua felicità, nonostante
tutte le dichiarazioni di principio.
E veniamo così al terzo punto. È possibile, non dico una
“scienza” del bene comune, ma esprimere un’idea di ciò
che è bene, che possa essere universalmente condivisa?
Risponderei così, come è stato detto per il rispetto dei
diritti umani: “è possibile, perché è necessario”.
Come per la pace, smettere di cercarla è già qualcosa di
immorale.
Ma esiste una realtà razionale su cui su cui basare
l’etica? C’è ed è l’essere umano stesso, in quanto capace di
intelligenza e di moralità, al di là di tutte le diversità
culturali.
L’etimologia stessa della parola intelligenza, “intus-legere”,
suggerisce la capacità dell’intelletto di “leggere” la struttura
interna della realtà.
Come fa la scienza, che rileva attraverso il metodo
sperimentale e l’astrazione mentale, l’ordine insito nelle leggi
della materia,
così fa la filosofia morale, che “legge” l’ordine armonico
insito nella natura interiore dell’uomo.
Nel fare questo, ogni disciplina accademica rispetta statuto
e metodo propri.
“La natura dell’uomo è la
misura della cultura ed è la
condizione perché non sia
prigioniero di nessuna delle
sue culture, ma affermi la
sua dignità personale nel
vivere conformemente alla
verità profonda del suo
essere” (Giovanni Paolo II,
1993).
La centralità dell'uomo è punto focale di questo disegno, l'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci che illustra il suo pensiero
scientifico... “E laddove non si può applicare una delle scienze matematiche, non si può avere la certezza.”
Questa scienza matematica sta nell'anatomia dell'Uomo cioè nel rapporto tra il raggio del cerchio e il lato del quadrato [ De
Divina Proportione = Sectio AUREA = 0,618...].*
* Nautilus, l'enigma dell'impero, Osvaldo Rea, ISBN 88-901473-9-3.
Di ogni sapere si diventa consapevoli, oltre che con
l’informazione, attraverso un movimento riflesso
dell’attività intellettuale: il “riconoscere ciò che conosco
per come esso è”. È il primo principio della correttezza
morale e scientifica.
È questo l’atto sovranamente libero, necessario di una
necessità morale e non fisica, da cui nascono scienza e
moralità: “riconoscere la verità delle cose come si presenta
all’esame dell’intelligenza”.
Certo tutti noi siamo avvisati della difficoltà di questo
“riconoscere la verità”: ogni teoria della conoscenza (la
gnoseologia) se ne occupa, da secoli.
[Particolare dell’Annunciazione, Simone Martini, 1333]
Inoltre, se una qualsiasi forma di annuncio della verità trova una
prima resistenza - persino nell’Immacolata! - si tratta , possiamo
dire, di una cosa naturale. Una qualche esitazione fa parte di una
giusta attitudine dell’in-telligenza umana, che è anche critica, cioè
scientifica: riflette, valuta, prima di accogliere il dato che le si
presenta in modo immediato.
Tutti poi conoscono la lezione di Popper: ogni
proposizione, anche di carattere scientifico, non ha valore
assoluto ma ipotetico, è verificabile. Questo limite però è
anche il punto di forza del discorso scientifico, che è sempre
un work in progress.
E tutti sappiamo che ogni affermazione non è scevra
dall’apporto personale: la scienza dell’interpretazione
personale, l’ermeneutica, oggi va per la maggiore….
Ma il punto di forza dell’etica, si potrebbe dire, è proprio
questo: il fattore persona.
Se una regola morale non è interpretata personalmente, se
non è una scelta personale, per esempio se è imposta o
condizionata …allora non è una scelta morale, anche se è
quella giusta.
Rimane quindi come primo dovere: “dire a noi stessi ciò che
conosciamo”. Secondo il più grande filosofo italiano
dell’Ottocento,“la formula prima: riconosci l’essere, può
convertirsi nelle tre forme categoriche seguenti: I - Segui il
lume della ragione (l’essere ideale), II - Aderisci a tutto
l’essere reale, III - Mantieni l’ordine morale” (Rosmini,
Compendio di etica).
Perciò egli afferma: “La volontà è buona, quando segue il
dettame della ragione” oppure “La volontà è buona, quando
opera in proporzione all’essere”.
Invece dopo Kant, in nome di una rigorosa razionalità , si è
sempre più approfondita la separazione tra etica, scienza e
diritto.
Oggi si verifica il “paradosso del ritorno dell’etica”,
invocato come “una necessità di legittimazione dei vari poteri”
(Casavola, 2008).
Ma se non c’è il riconoscimento anche teorico di una base
universale di umanità, comune a tutti, che trascende ciascuno;
di un ordine di priorità connaturato alla natura umana, che
ognuno può riconoscere vero dentro di sè… perché parlare di
atti inumani, di libertà e responsabilità?
Perché insomma i diritti umani?!
Li professiamo, li imponiamo, ci rifiutiamo però di
definirli, di riflettere per pervenire a una posizione
giustificata razionalmente e condivisa. “Sono tutti d’accordo
a condizione di non chiedere perché” (Maritain, 1948).
Risultato: vengono tranquillamente violati, diritti ed etica.
Qual’è insomma “la vera garanzia offerta a ognuno per
vivere libero e rispettato nella sua dignità, e difeso da ogni
manipolazione ideologica e da ogni arbitrio e sopruso del
più forte?” (Benedetto XVI, 2008).
Ecco come il problema “teorico” di un’etica senza verità”
- senza un fondamento razionale, conoscibile, innestato nella
realtà - va ad intersecare direttamente le garanzie
democratiche di rispetto dell’uomo comune, della politica
anche scientifica.
Nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, è
sotteso il segreto di una vera democrazia moderna, vale a dire
il riconoscimento della nostra comune identità e perciò
dignità umana. Si tratta di sforzarsi di identificare, definire e
condividere la sostanza, non solo la forma, del nostro agire e
convivere.
La Commissione Europea nel 2007 ha pubblicato Ethics for
researchers, documento che si propone di “facilitare la ricerca
di eccellenza nel VII Programma Quadro”, ma rendendo
essenziale per ogni progetto la valutazione etica. Ciò da una
parte rallegra, dall’altra denuncia un vuoto che va colmato.
Di recente il presidente della Consulta ha espresso l’auspicio
che le tematiche etiche “formino oggetto di chiare opzioni
legislative; perché solo con la legge si può raggiungere un
ponderato equilibrio di valori in gioco, soprattutto di fronte
all'esplosione di nuovi diritti determinata, in particolare, dalle
incessanti conquiste della scienza e della tecnica".
Ma il vuoto culturale, a nostro avviso, è più grave di quello
legislativo.
Una compiuta teoria dei diritti fondamentali, come
scienziati e cittadini meritano, nella nostra epoca va
rielaborata.
A nostro avviso non può che essere impostata sulla
persona, che “si afferma con un atto giuridico fondamentale,
di appartenenza a se stessa, attraverso un triplice vincolo
fisico, intellettuale e morale. Di qui si opera la derivazione
dei diritti” (Ambrosetti, 1985).
Ciò vuole forse dire tornare ad un’unica visione della
realtà, che permei ogni ambito della vita comune, cioè ad una
ideologia? Niente affatto.
Non dobbiamo avere paura delle diversità e neanche delle
divergenze. In campo biologico “è la intrinseca divergenza
dell’informazione genetica che induce innovazioni, mentre i
processi biologici convergenti realizzano un progetto
genetico legato a informazioni presenti, quindi poco
modulabili” (Matassino, 2009).
Interpretato in modo teoretico, questo dato ci suggerisce la
necessità di attivare sinergie dirette tra soggetti diversi, le cui
attività e mentalità non sono convergenti.
Ma non si tratta della tesi hegeliana della conflittualità
dialettica tra tesi e antitesi, da cui deve per forza scaturire la
sintesi.
Un procedimento razionale, logico astratto, anche se
contiene diverse parti di verità in relazione tra loro, non è un
fenomeno che si realizza automaticamente, nella complessità
della realtà sociale (come il materiale marcire di un seme
nella terra produce il vegetale).
L’evoluzione della conflittualità, in ambito sociale, si
ferma molto facilmente alla fase distruttiva.
Come l’evoluzione genetica è il regno degli istinti, quella
culturale lo è della ragione e della responsabilità individuale
(Silvestrini, 2009).
Di questo secondo tipo di evoluzione, morale e culturale,
abbiamo particolare bisogno: specialmente perché può subire
pesanti e rapide involuzioni sia a livello individuale che
collettivo, come la storia ci insegna.
Possiamo dire che anche nel corpo sociale, come
nell’organismo biologico, si attiva la ricerca di un modello
etico innovativo grazie ad “informazioni” di provenienza
diversa.
Questi “dati” culturali sono spesso diversi, a volte i più
preziosi non sono quelli emergentinon sono quelli presenti.
Ma a partire da una base universale - l’assoluto rispetto
della comune dignità umana – informazioni diverse possono
essere modulate su nuovi problemi, per delineare un modello
che risulta costruttivo, cioè pure produttivo.
Si tratta di una specifica attività di ricerca che appartiene
in particolare alla bio-etica, ma anche alla filosofia, alla
scienza, al diritto, all’economia.
Proporre alle giovani generazioni uno sforzo di
comprensione dei grandi valori della scienza sperimentale,
che non escluda l’etica dal proprio orizzonte di attività,
in concreto significa spronare le giovani menti in due
direzioni: 1) verso la ricerca scientifica e 2) verso un’etica
della cittadinanza, nuovi diritti e nuove responsabilità.
• Da un lato, si tratta di risvegliare una scintilla di stupore e
passione personale per qualcosa non di astratto, ma che fa
parte della vita, dell’esistenza propria e di tutti i viventi.
Questa è la base di partenza naturale della “vocazione”
scientifica, che rende disponibili a sforzo e disciplina: tutti
fattori valoriali che rendono poi possibili gli stessi risultati
scientifici.
CLISCET- Clima, scienza ed etica
CNR Roma, 1 dicembre 2004
1.13 Con Public Understanding of Science si intende
La comprensione della scienza può aiutare ad
essere cittadini migliori
Sono necessarie divulgazione e comprensione dei
risultati scientifici
Gli scenziati devono render conto a società e
istituzioni
Società e istituzioni hanno la responsabilità di
comprendere la scienza
0
20
40
60
80
100
120
La pubblica comprensione della scienza, pur considerata importante anche
“per essere cittadini migliori”, più che una responsabilità da assumersi, da
parte della società e delle istituzioni, è vista un po’ come un optional.
2) Scienza & etica insieme, anche per un altro motivo:
per rivolgersi non solo all’intelletto delle giovani
menti, ma per coinvolgere con metodo
interdisciplinare tutte le loro potenzialità interiori.
Ciò serve a formare una forma mentis aperta verso
“nuovi diritti e nuove responsabilità”, nell’ottica di
una formazione integrale.
Una formazione fatta non solo di istruzione ma di
educazione alla cittadinanza, cioè al personale senso
di responsabilità verso quel “progresso materiale e
spirituale della società” al quale tutti i cittadini hanno
il dovere di contribuire, secondo quanto
contemplato dalla nostra Costituzione (art. 49).
3) Il progresso m orale dell'um anità è rim asto indietro rispetto alle
conquiste scientifiche?
No
21%
No
Non so
Si
68%
Dal questionario LEDER (Cnr-Ceris, 2006)
Non so
11%
Si
[La Colomba della Pace, Pablo Picasso, 1961]
.
La pace,
la ricerca del bene comune,
sono da annoverarsi tra i
compiti della scienza: come
pure dell’economia,
dell’informazione,
della comunicazione
scientifica.
Etica qui significa, innanzi
tutto, dare qualità umana al
proprio lavoro.
Questo è il primo vero
fattore di crescita.
I nostri obiettivi dunque sono
per natura etici:
1) far comprendere di che si
tratta, è etica dell’informazione
2) attivare rapporti diretti e
costruttivi, è assumere
reciproche responsabilità
3) favorire soluzioni
responsabili, è lavorare per il
bene comune.
ETICA DELL’INFORMAZIONE
1. Quali sono i tuoi canali di informazione scientifica e quali vorresti potenziati?
80
60
% 40
utilizzato
da potenziare
20
0
tv internetscuolarivistefamiglia testi amici stampa radiomusei e
scientifici
biblioteche
Objective 1
To check the degree of knowledge on a specific topics
Dal questionario CLISCET (Cnr-Ceris, 2004)
Dal questionario CLISCET (Cnr-Ceris, 2004)
Objective 3 To promote communication and participation
Science, society and Institutions have common VALUES
Q Values of Science
(points: 1 to 5)
- Autonomy
- Credibility
- Social usefulness
- Generality of results
- Respect of human beings
- Assistance to developing Countries
- Economic productivity
- Security of applications
- Cultural progress
Dal questionario CLISCET (Cnr-Ceris, 2004)
o
o
o
o
o
o
o
o
o
“All different – All Equal”
PUBLIC UNDERSTANDING OF
SCIENCE AND ETHICS
European Youth Event
Objective 3 To promote communication and participation
Questionnaire 1
Values of science
30
35
25
30
Questionnaire 2
25
20
20
% 15
%
15
10
10
5
5
0
Credibility
Respect of
Social
human being usefulness
Economic
productivity
1
2
Truth of
results
3
4
Aiuto ai
Developing
countries
Cultural
progress
Security of
applications
0
Autonomy
Credibility
Respect of
Social
human being usefulness
5
Economic
productivity
1
2
Truth of
results
Assistance
toDeveloping
countries
3
5
4
25
20
15
1th (red)
= more
important
10
5
0
-5
-10
-15
-20
Credibility
Respect of
Social
human being usefulness
Economic
productivity
1
Truth of
results
2
3
4
Assistance
toDeveloping
countries
5
Cultural
progress
Security of Autonomy
applications
Cultural
progress
Security of
applications
Autonomy
Genoma e nuovi farmaci:
Si prospetta un nuovo modo di curarsi, derivato dalle indagini genetiche.
Questo nuovo approccio personalizzato al “gene come farmaco” (De
Carli, 2005), come si pone in rapporto all’ambiente e agli interessi
individuali, collettivi ed economici?
7. La farmacogenomica appare una opportunità di offrire cure personalizzate:
è possibile contemperare interessi individuali, benefici collettivi e ricavi per le industrie?
astenuti
2%
non so
29%
sì
43%
sì
no
non so
astenuti
no
26%
Genetica e procreazione:
Perché la libera attività scientifica deve porsi un limite di fronte
all’embrione umano?
E per quale motivo si ricorre alla procreazione artificiale:
ci sono cause ambientali e culturali, oltre che genetiche?
10. Come def iniresti l'embrione umano?
altro
un grumo di cellule in espansione
una sostanza vivente di cui si può disporre per un buon f ine
“uno di noi” ai primi stadi di sviluppo
un essere vivente degno di rispetto
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Il (65%)dei giovani ha espresso una grande considerazione per l’embrione umano:
38% “un essere vivente degno di rispetto” +
27% “uno di noi ai primi stadi di sviluppo”.
Per il 31% degli intervistati invece, l’embrione è “una sostanza vivente di cui disporre
per un buon fine (17%) oppure solo “un grumo di cellule in espansione” (14%).
90
Ambiente e sviluppo
14. l'Africa va indietro: cosa ne impedisce lo sviluppo?
siccità e cattiva gestione delle acque
incapacità ed abusi governativi
mancanza di investimenti
inferiorità strutturale
stagnazione economica
mancata tutela di risorse e interessi
carenza di aiuti
guerre intestine
incomprensioni culturali
debito estero
protezionismo agricolo di altri paesi
povertà di ricchezze naturali
catastrofi naturali
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
ETICA DELLA RICERCA
15. Che definizione può corrispondere alla tua idea di libertà della ricerca
scientifica?
10
10
31
non essere condizionata dal potere (politico,
economico, etc.)
tutto il sapere non può avere confini
scienza e tecnologia non devono avere limiti
non avere interferenze esterne (Religione,
opinione pubblica etc.)
21
gli scienziati devono darsi da soli delle regole
27
Il sapere è un valore che non può avere confini (27%), la libertà della scienza va
garantita sottraendola soprattutto ai condizionamenti economici e politici (31%),
e da altre interferenze tra cui religione ed opinione pubblica (10%): ma devono
esserci dei limiti (21%), magari dandosi gli stessi scienziati delle regole (10%).
ETICA
DELL’ECONOMIA
Chi decide di cosa le ricerca scientifica deve occuparsi,
come allocare le risorse pubbliche disponibili?
4. Chi
deve stabilire gli indirizzi e gli obiettivi della ricerca scientifica?
250
200
150
si
100
no
50
0
scienziati e
accademia
organizzazioni
internazionali
opinione
pubblica
tutti insieme
politici e
istituzioni
forze
economiche
nessuno
Accanto ad un’alta stima per l’autonomia degli scienziati e l’opera di organizzazioni
internazionali, si nota una concezione della ricerca un po’ lontana dalla realtà…
Il Cnr/Ceris di Roma in occasione della Giornata SEI
(Scienza Etica Informazione)
insieme alla Fondazione di NOOPOLIS ha varato il progetto
Kalòs kai agathòs.
Scienza per giovani in formazione
(finanziato nel 2008 dal Miur tra le proposte di divulgazione della cultura scientifica, Legge
6/2000, responsabile scientifico R. Azzaro)
Il nostro scopo era di suscitare interesse
per la scienza sin dai primi anni di vita,
invogliando i giovanissimi a considerarla
non solo tecnologia da usare, ma fattore
di conoscenza essenziale alla propria
.
vita: a cominciare dalla salute, che con
l’occasione si è offerto di auto-rilevare
nei tratti più semplici: peso, altezza,
problemi di denti, vista, mal di testa etc.
I risultati di uno studio pilota sulla “Healthy Growth
Chart” (Carta del benessere) condotto da vari enti
(Noopolis, CONI, ITB-CNR, IRCCS-Fondaz. Santa Lucia)
Erano stati già presentati a Strasburgo al Consiglio
d’Europa, dal Presidente di “NOOPOLIS”, Bruno
Silvestrini, il 12 maggio 2007.
A1500 bambini di ambo i sessi
dagli 8 ai 12 anni,
di 18 Regioni italiane su 20,
era stato somministrato un Questionario con semplici
domande: peso, altezza, problemi dentali o visivi, sport
praticati etc.
In collaborazione con la Fondazione Idis-Città della
Scienza di Napoli nel luglio 2009 un breve Questionario
molto simile chiamato sempre “Carta del benessere”, è stato
somministrato a trecento giovanissimi della regione
Campania, che avevano la peculiarità di appartenere a
famiglie disagiate che, con il sostegno del Comune di Napoli
avevano avuto la possibilità di iscrivere i propri bambini a
questo “campo scuola” speciale, tutto accentrato sulla
scienza.
Non posso dirvi dei risultati perché è ancora in
corso l’elaborazione dei dati, che comprenderà
anche alcune indicazioni sulla percezione che i
bambini hanno della scienza, a partire da questa
loro esperienza di visita alla “Città della Scienza”.
Ma posso anticiparvi un dato che ci ha colpito
molto, che è emerso dal confronto coi dati del
progetto pilota :
in condizioni di vita più disagiate, si rileva un
ritardo di un anno sia nel peso che nell’altezza dei
bambini.
Lascio a voi giudicare quanto questo sia etico.
Conclusioni
“Un tentativo per introdurre il metodo del ragionamento
sperimentale negli argomenti morali” è il sottotitolo del Trattato
sulla natura umana di Hume.
Il nostro esperimento è stato speculare ma inverso.
Ci siamo serviti di metodi e argomenti scientifici per risvegliare le
menti più aperte alla “intelligenza amativa” (Rosmini), cioè al senso
profondo del ragionamento morale.
Quello che abbiamo voluto verificare in concreto, è un nuovo
modello di cultura viva, capace di coinvolgere tutta la persona e non
solo il suo lato razionale.
Di tutto ciò si parla nel libro "Scienza & Etica. Percorsi di
comunicazione e formazione" (FrancoAngeli, 2009). È frutto di
ricerche filosofiche e della cordiale collaborazione con colleghi Cnr,
con la Fondazione di Noopolis e con alcuni scienziati, conosciuti
come membri della Commissione Bioetica Cnr.
Nella prima parte del volume si espone il senso profondo, la
metodologia ed alcuni risultati dei due Progetti CLISCET e
LEDER e ci si avvale delle competenze di alcune colleghe CNR
per delineare un quadro di riferimento: stato dell’arte,
documentazione avanzata, comunicazione, valutazione e politica
della scienza.
La seconda contiene alcuni saggi di carattere scientifico, che
danno un panorama chiaro, equilibrato ed esaustivo di importanti
linee aperte sul fronte della ricerca (energia, Ogm,
farmacogenomica, biodiversità).
A chiusura, si apre uno spiraglio sui nuovi orizzonti della
cooperazione internazionale con i Paesi in Via di Sviluppo: può
esistere un circolo virtuoso tra attività della scienza, reciproca
conoscenza delle proprie identità culturali e benessere sociale
(Cipolloni, 2009).
“Io penso assai di rado con parole - diceva Einstein - prima ho
un pensiero e solo in seguito posso cercare di esprimerlo con parole.
Naturalmente è molto difficile esprimere a parole quella sensazione,
ma decisamente le cose stanno così. L’impressione di procedere in
un determinato senso in me è sempre sotto forma di una specie di
sguardo generale, in un certo senso in modo visivo” (Levi
Montalcini, 2008).
“La percezione intellettiva è fusione di sensazioni, ad opera del
sentimento fondamentale e dell’idea dell’essere”, affermava in modo
simile Rosmini.
Per ottenere molto dalle persone giovani bisogna mostrare e
chiedere loro cose grandi, egli diceva, “pensare in grande”. A
rassegnarsi alla mediocrità e ristrettezza del presente, per loro
costituzione si potrebbe dire, i giovani non sono interessati.
Ricordo un esperimento presentato ad un convegno sulla
droga, organizzato da B. Silvestrini con la Commissione di
Bioetica Cnr: i topolini molto giovani rispondevano anche ad
uno stimolo negativo, pur di seguire l’istinto della curiosità e
passare in un'altra gabbia.
Per la formazione dei giovani tutto quello che abbiamo
proposto rappresenta un tentativo ambizioso, vi confluisce un
tipo di sapere integrale più attraente da comunicare, una
scienza assaporata (sapida scientia) o sapientia, che ci dica
“che senso ha la scienza”.
“La scienza moderna non può accentrarsi solo sul modello descrittivo
della realtà, ma anche sulla comprensione del suo significato”
(Florenskij, 1916)
16. La scienza m oderna non può accentrarsi solo sul m odello descrittivo,
m a anche sulla com prensione del suo significato". Sei d'accordo?
non so
17%
no
5%
si
no
non so
si
78%
Questionario LEDER (Cnr-Ceris, 2004)
“Il mondo della vita, nel quale l’uomo e la società
agiscono, si contrappone all’immagine scientifica del
mondo e il tentativo di conciliare le due rappresentazioni
costituisce il punto nodale del conferimento di senso”.
La cultura si pone come mediatrice e può svolgere
questa funzione soltanto facendosi metafisica di fronte
alla scienza e scientifica dinnanzi alla metafisica. A ben
guardare, si tratta delle domande ultime che l’uomo si
pone quando giunge individualmente al proprio limite di
conoscenza.
Lo scienziato si interroga filosoficamente e il filosofo
scientificamente ”(Bisogno, Silvestrini 1996).
La parola greca corrispondente a Sapida scientia o
Sapientia, coniata dalla cultura di Atene e Gerusalemme è
SOPHIA, termine che era inteso da tutta la cultura cristiana
antica come luogo d’incontro di realtà naturali e
soprannaturali.
Nella cultura russa in particolare, la Sophia è espressione
di una bellezza che corrisponde alle più intime esigenze
dell’uomo, fatta di elementi materiali e spirituali, incarnata
nel mondo e quindi condivisibile con gli altri.
La composizione dell’icona nel
suo inseime rappresenta una
singolare parafrasi del Simposio
o “Banchetto della Sapienza”,
cioè del luogo d’incontro di
realtà spirituali e fisiche,
raffigurato nella Madre da cui
“ha preso la carne Dio”.
“In Te si rallegra ogni creatura” (metà del XVI secolo, Russia centrale,
Museo Kolomenskoe).Tratta da: Sophia. La Sapienza di Dio, a cura di G.
Cardillo Azzaro e P. Azzaro, Electa, Milano 1999, p. 247
Sullo sfondo dei giardini
dell’Eden quindi, una creatura
umana Immacolata viene
celebrata, come tempio animato
della Sapienza,
ponte tra la città terrena e la
Gerusalemme celeste.
Vorrei concludere con parole non mie, che ho proposto anche ai
giovani, del più grande pensatore russo contemporaneo:
“In effetti l’uomo non si accontenta del piacere che gli procura
la soddisfazione dei suoi appetiti fisici e che ha in comune con gli
animali. Per essere felice deve soddisfare anche un bisogno che
gli appartiene in modo esclusivo: agire moralmente e conoscere
la verità.
Agire moralmente, secondo principi generali e universali e non
sotto l’impulso degli istinti animali; conoscere la verità, ovvero
conoscere le cose nella loro universalità e totalità e non nella
loro realtà apparente, parziale e passeggera.
Rilevando questo bisogno supremo come un dato di fatto, non
abbiamo niente a che fare con la sua origine storica o la sua
genesi…ci è sufficiente sapere che esso esiste e che senza di esso
l’uomo non è più uomo” (Vladimir Solov’ev, 1853-1900).
Simposio Nazionale della Cultura
“ Le radici deL futuro “
Scienza & Etica. I giovani la pensano così
Grazie
Scarica

Scienza & Etica. I giovani la pensano così - Ceris-CNR