Limportanza degli zuccheri nella razione della vacca da latte Per migliorare la produttività ed il benessere della bovina da latte è necessario che siano fomite delle diete bilanciate, che rendano disponibili tutti i nutrienti necessari per esaltare una crescita rapida ed armonica dei microrganismi ruminali e per garantire all'organismo i substrati necessari a soddisfare i fabbisogni di mantenimento e produzione. Fra tutti i fabbisogni, quelli in energia sono i più difficili ad essere soddisfatti, specie nelle prime fasi della lattazione, ma più in generale in tutte le situazioni nelle quali la capacità di ingestione è insufficiente (stress, scarsa qualità dei foraggi, condizioni ambientali sfavorevoli, eco.). Gli zuccheri, fra i diversi principi alimentari, presentano caratteristiche di grande interesse e possono svolgere ruoli assai interessanti in questo contesto. Dell'aggiunta degli zuccheri alle razioni si è occupato il dottor Jeffrey L. Firkins, del Dipartimento di Scienze Animali della Ohio State University, nella sua relazione "Addition of Sugars to Dairy Rations", presentata nel corso della TriState Dairy Nutrition Conference, svoltasi a Fort Wayne, Indiana, nell'aprile 2010, che per problemi di spazio abbiamo suddiviso in vari capitoli. Ecco la seconda parte (la prima parte è apparsa sul numero 6/2010 di Ex-dairyPress). 2' parte - L'influenza degli zuccheri sulle fermentazioni ruminali e sulla performance dei ruminanti Adeguati apporti di zuccheri prevengono l'acidosi ruminale e mantengono più elevato e stabile il pH durante la giornata. Le fermentazioni ruminali portano alla formazione di acidi grassi volatili (AGV), che sono rappresentati principalmente da acido acetico (50-55%), propionico (25-35%) e butirrico (515%). Quando si usano razioni ricche di amido, si forma anche dell'acido lattico che, rispetto agli altri AGV, è capace di far abbassare il pH ruminale in maniera molto più veloce e intensa. Se l'acido lattico non è pronta- mente eliminato, si corre il rischio che il pH del rumine si abbassi troppo e si instauri una condizione di acidosi ruminale che, come sappiamo, è chiamata in causa come responsabile di svariate patologie di stalla quali laminiti, turbe digestive, mastiti, ecc.. Per fortuna, in condizioni di normale attività fermentativa, sono presenti nel rumine dei batter! specializzati nel consumare velocemente l'acido lattico che si forma. Questi batteri, che a tutti gli effetti possono essere considerati degli "spazzini" del lattato e dei veri e propri "gendarmi" nei confronti dell'acidosi ruminale, si nutrono di Jeffrey L. Firkins è professore di Nutrizione Animale presso la Ohio State University, dipartimento di Scienze Animali. I suoi principali campi di ricerca sono: migliorare l'efficienza di sintesi della proteina microbica e incrementare il suo trasferimento nella proteina del latte; studiare le interazioni fisiche, eh i miche e microbiologiche dei processi legati alla digeribilità della fibra e al tasso di passaggio per migliorare l'utilizzo di fibra e amido nelle vacche da latte; migliorare la predizione quantitativa della digestione e del metabolismo delle proteine e dei carboidrati nelle vacche da latte. Ha collaborato e collabora con altri progetti che riguardano il metabolismo dei carboidrati nell'uomo. 11 <• Limportanza degli zuccheri nella razione della vacca da latte zuccheri semplici che ne favoriscono la crescita e l'attività. In una sperimentazione effettuata su vitelli alimentati con razioni che contenevano il 4,7% di saccarosio (lo zucchero del melasse), si è misurato un pH ruminale mediamente più elevato e, cosa molto importante, si sono mantenuti valori superiori a 5.8 per più ore al giorno, consentendo un miglior equilibrio fermentativo del rumine. Favoriscono lo sviluppo e l'attività dei ceppi batterie! specializzati nella degradazione della fibra La possibilità di mantenere il pH del rumine a valori più elevati e stabili nel corso della giornata rappresenta la condizione essenziale per favorire 10 sviluppo e l'attività dei batteri che degradano la fibra; ci si può dunque aspettare che gli zuccheri, mantenendo un pH ruminale più elevato, possano favorire la digestione della fibra; Broderick e Radloff lo hanno dimostrato in due diversi studi condotti in bovine in lattazione. La presenza di zuccheri facilita la colonizzazione batterica delle particene di foraggio e l'attività di digestione dei carboidrati della parete della cellula vegetale procede con maggiore costanza e intensità; ciò si può spiegare alla luce del fatto che l'uso di zuccheri ha effetti positivi sulla produzione di valerato e di acidi grassi a catena ramificata, che sono nutrienti essenziali per la crescita e l'attività dei batteri cellulosolitici; la maggiore degradazione della cellulosa promuove la sintesi di grasso nel latte e per questo possiamo giustificare come, impiegando corrette dosi di zuccheri, 11 grasso del latte tenda a aumentare. Migliorano l'efficienza alimentare L'utilizzo di zuccheri migliora la capacità di assorbimento della mucosa ruminale. Infatti, la fermentazione degli zuccheri nel rumine favorisce anche la liberazione di acido butirrico, che rappresenta la fonte di energìa preferita 12 da parte delle cellule della mucosa ruminale; essa risulta di conseguenza più efficiente nell'assorbire i nutrienti che si liberano dai processi digestivi, e tutto ciò giustifica la migliore efficienza alimentare delle razioni nelle quali sono presenti livelli maggiori di zuccheri. Stimolano l'ingestione La sostituzione di amido con saccarosio determina un aumento dell'ingestione di sostanza secca, mentre l'impiego di elevate quantità di amido degradabile può avere un effetto di depressione dell'appetito. Il responsabile di questo effetto negativo sarebbe l'acido propionìco, che è prodotto in maggiore quantità quando nel rumine è fermentato più amido. Il propionato è il principale precursore che il fegato usa per produrre glucosio, e la mammella è avida di glucosio, che serve per la sintesi del lattosio del latte; una maggiore sintesi di lattosio stimola la produzione di latte, poiché richiama acqua nella mammella (funzione osmotica). In generale si può quindi dire che, a fronte di una maggiore disponibilità di propionato, ci si può attendere una maggiore produzione di latte. Ma il fenomeno non è sempre valido; si ritiene infatti che, quando la produzione di glucosio da parte del fegato sia superiore ai fabbisogni della mammella, si manifesti una inibizione del centro della fame, con la limitazione dell'assunzione di cibo. In conclusione, migliorano lo stato di salute, il benessere e la performance delle bovine. Alla luce dei risultati emersi in numerosi studi, si può affermare che l'utilizzo nelle razioni di adeguate quantità di zuccheri (pari al 67% della sostanza secca) in sostituzione di una parte degli amidi, apporta vari benefici alle bovine e determini: - un miglior equilibrio ecologico nel i rumine, con una maggiore differen-| ziazione microbica; - un'azione probiotica favorevole allo! sviluppo dei batteri cellulosolitici. I cui consegue una maggiore utilizzazione della fibra ed un aumento dei titoli di grasso nel latte; uno stimolo alla moltiplicazione dei batteri che, consumando acido lattico, ne prevengono l'accumulo nel rumine e quindi i conseguenti rischi di acidosi ruminale; un'aumentata produzione di butirra- to, che rappresenta la fonte energetica privilegiata delle cellule della mucosa ruminale; a ciò conseguono benefici sull'assorbimento di nutrienti e sull'efficienza alimentare; - un aumento dell'ingestione alimentare. * La terza parte riguarderà il rapporto tra zuccheri e alimentazione azotata. • Bibliografia: - Nagaraja, T.G., and E.C. Titgemeyer. 2007. Ruminai acidosis in beef cattle: The current microbiological and nutritional outlook. J. Dairy Sci. 90 (E. Suppl.): E17E38. - Khafipour, E., S. Li, J.C. Plaizier, and D.O. Krause. 2009. Rumen microbiome composition determined using two nutritional models of subacute ruminai acidosis. Appi. Environ. 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Board invited review: The hepatic oxidation theory of thè control of feed intake and its application to ruminants. J. Anim. Sci. 87:3317-3334. Tratto da: "Addition of Sugars to Dairy Rations" Autore: Jeffrey L. Firkins, Dipartimento di Scienze Animali, Ohio State University, Presentato nel corso della Tri-State Dairy Nutrition Conference, 20-21 Aprile 2010. Revisione: Prof. Andrea Formigoni e Dottor Alberto Palmonari, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Bologna 0 CD 13