EPILESSIA CRISI PARZIALI, ZONISAMIDE
RIBADISCE LA NON INFERIORITÀ A
CARBAMAZEPINA ANCHE NEL LONG-TERM
22 settembre 2014
Nel trattamento di crisi parziali in soggetti adulti con epilessia di nuova diagnosi la monoterapia con
zonisamide unum/die - posta a confornto di carbamazepina a rilascio controllato bis/die - ha
dimostrato di possedere, a lungo termine, un favorevole profilo di sicurezza e di mantenersi
efficace. Questo l’esito di uno studio francese, apparso online su Epilepsia.
«Zonisamide è un derivato chimico del bezisoxazolo non correlato ad altri farmaci antiepilettici
(AEDs) e mostra una molteplicità di meccanismi d’azione, tra i quali l’inibizione dei canali del
sodio e la riduzione delle correnti del calcio di tipo T» ricordano gli autori dello studio, guidati da
Michel Baulac, dell’Hôpital Pitié-Salpétriére di Parigi (Francia). «Al momento il farmaco è
approvato in Europa in monoterapia per il trattamento delle crisi parziali (con o senza
generalizzazione secondaria) in adulti con nuova diagnosi di epilessia e per il trattamento additivo
delle crisi parziali in adulti, adolescenti e bambini di età pari o superiore ai 6 anni. Negli USA è
invece indicato solo come trattamento additivo per le crisi parziali di adulti con epilessia».
L’approvazione di zonisamide in monoterapia – aggiungono Baulac e colleghi – è conseguita ai
risultati positivi di un trial multicentrico di fase III, randomizzato, in doppio cieco, di non
inferiorità, in cui zonisamide unum/die si è dimostrata non inferiore a carbamazepina a rilascio
controllato bis/die sulla base dei criteri raccomandati dall’International League Against Epilepsy
(ILAE).
Ora i ricercatori hanno condotto uno studio di estensione a lungo termine e in doppio cieco a
completamento del trial sopracitato. I pazienti hanno proseguito i loro trattamenti randomizzati, con
dosaggi corretti in base al rapporto tollerabilità/risposta (200-500 mg/die per zonisamide e 400-
1.200 mg/die per carbamazepina). Le valutazioni di sicurezza hanno incluso gli eventi avversi
emergenti dal trattamento (TEAEs) e parametri clinici di laboratorio. Le valutazioni di efficacia
invece hanno compreso il tasso di ritenzione e la quota di pazienti che rimanevano liberi da crisi per
un periodo pari o superiore a 24 mesi.
Complessivamente 120 (87,6%) dei 137 pazienti randomizzati a zonisamide e 134 (84,8%) dei 158
arruolati randomizzati a carbamazepina hanno portato a termine lo studio. Più di tre quarti dei
pazienti sono rimasti esposti per più di 24 mesi al trattamento. Nel confronto tra zonisamide vs
carbamazepina, sono emerse incidenze simili in relazione ai TEAEs (52,6% vs 46,2%), gravi
TEAEs correlati al trattamento (0,7% vs 1,9%) e TEAEs sfocianti nella sospensione del trattamento
(1,5% vs 0,6%).
L’incidenza dei TEAEs correlati al trattamento – scrivono gli autori – è stata del 26,3% per
zonisamide a confronto del 19,6% per carbamazepina. I più frequenti TEAEs riferiti correlati al
trattamento sono stati riduzione del peso (5,1% vs 0%), diminuzione dell’appetito (3,6% vs 0%),
affievolimento della memoria (2,9% vs 3,2%) e riduzione dei livelli emoglobinici (1,5% vs 3,2%).
La maggior parte dei TEAEs, comunque, sono stati di lieve o moderata intensità e non si sono avute
segnalazioni di sindrome di Stevens-Johnson o necrolisi epidermica tossica in nessuno dei due
gruppi.
Da notare che zonisamide si è associata a una riduzione, da piccola a moderata, dei livelli di
bicarbonato rispetto all’inizio dello studio (in media: -3,4 mM). Non vi sono stati peraltro casi di
acidosi metabolica. Quanto ai tassi di ritenzione sono apparsi generalmente simili nei due gruppi di
trattamento in tutti i punti temporali lungo lo studio di estensione. Anche la quota dei pazienti
rimasti liberi da crisi per un tempo pari o superiore a 24 mesi è stato simile con zonisamide (32,3%)
e carbamazepina (35,3%).
«Questo studio è rilevante perché nessun altro AED in monoterapia è mai stato studiato prima in
doppio cieco per un tempo di trattamento così lungo» commentano gli autori. Nella guida alla
monoterapia della ILAE, recentemente aggiornata, sulla base dei risultati dello studio originale di
fase III, zonisamide si è aggiunta a levetiracetam, carbamazepina e fenitoina nella lista dei soli
quattro AEDs classificati con evidenza di livello A per rapporto efficacia/efficienza come
monoterapia iniziale per gli adulti con crisi a esordio parziale. Questo studio di estensione,
concludono Baulac e collaboratori, dimostra che zonisamide unum/die in monoterapia continua a
essere efficace e ben tollerata sul lungo termne in questa categoria di pazienti.
Arturo Zenorini
Baulac M, Patten A, Giorgi L. Long-term safety and efficacy of zonisamide versus carbamazepine
monotherapy for treatment of partial seizures in adults with newly diagnosed epilepsy: Results of a
phase III, randomized, double-blind study. Epilepsia, 2014 Aug 8. [Epub ahead of print]
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