Conservatorio di Musica di Vicenza “Arrigo Pedrollo” Contra S. Domenico, 33 – 36100 Vicenza Tel: 0444 507551 – Fax: 0444 302706 www.consvi.it per informazioni: [email protected] CORSO LIBERO Mandolino Barocco Davide Rebuffa, (liuto, chitarre e mandolini antichi) ha approfondito la prassi esecutiva del repertorio rinascimentale e barocco in particolare con Hopkinson Smith. Dagli anni’80 svolge - in Europa, Nord Africa e Vicino Oriente - un’instancabile opera di ricerca e divulgazione sul liuto e strumenti a pizzico antichi, rivolta anche al grande pubblico, attraverso un’intensa attività didattica, concerti, conferenze e registrazioni (Pentagramma, Stradivarius, Glossa, Linn, Brilliant). E’ fondatore e direttore del Centro Studi Piemontese di Musica Antica, (1991) dell’Accademia Bugella Civitas, (1994) dell’Accademia dei Desiosi, (2004), I Sonatori sconcertati (2008) e del Festival Internazionale di Musica Antica Bugella Civitas di Biella (dal 1994). Studioso e collezionista di strumenti a pizzico storici e relativa iconografia, ha curato l’allestimento ed il catalogo di mostre di strumenti antichi ed è stato invitato a tenere conferenze presso istituzioni internazionali fra cui la Schola Cantorum Basiliensis. Insegna strumenti a pizzico storici presso i corsi del Centro Studi Piemontese di Musica Antica di Biella e dal 2000, Liuto Medievale presso il Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza. Nel 2012 Ha pubblicato per l’editore l’Epos, il volume Il Liuto, primo testo in lingua italiana sulla storia del liuto che per ampiezza divulgativa e dettaglio documentario si pone come riferimento internazionale per la conoscenza e lo studi degli strumenti della famiglia di questo strumento. E’ di prossima pubblicazione un volume dedicato alle trasformazioni organologiche del mandolino dalle origini al XX secolo. Davide Rebuffa è fra i pochi mandolinisti italiani che interpretano il repertorio seicentesco e settecentesco con strumenti originali (fra cui rari esemplari di mandolini barocchi a 4, 5 e 6 ordini) e copie di essi, e in Italia è stato il primo interprete ad adottare la prassi esecutiva storica - in particolare della mano destra - suonando il mandolini barocchi a 4, 5 e 6 ordini con i polpastrelli e il napoletano con plettri realizzati con penne d’uccello. Pur essendosi avvicinato in gioventù al mandolino moderno napoletano, suonato con tecnica moderna, molti anni dopo si è interessato al repertorio mandolinistico antico con l’approccio del liutista, lo stesso dei suonatori del Sei e Settecento. Va, infatti, ricordato che nel XVII secolo e prima metà del XVIII, erano i liutisti e tiorbisti a utilizzare - peraltro solo occasionalmente - i mandolini a 4, 5 e 6 ordini (anch’essi accordati per quarte come i liuti) e che ancora non esisteva la figura del mandolinista tout court. Dunque, come ampiamente documentato anche dall’iconografia, la tecnica non poteva che essere quella utilizzata di consueto sull’arciliuto e sulla tiorba. Sarà solo intorno alla metà del Settecento che, con la comparsa e la rapida diffusione del mandolino napoletano, accordato come il violino, si utilizzerà il plettro e avrà origine e si diffonderà la figura del mandolinista professionista. E’ questo, della tecnica della mano destra, un aspetto fondamentale nell’ambito della riscoperta della prassi esecutiva storica degli ultimi decenni: sarebbe del resto un’incongruenza ricostruire copie di strumenti antichi o ancor peggio utilizzare gli originali, per poi snaturarne il timbro utilizzando tecniche (e corde) diverse da quelle per cui gli strumenti stessi furono concepiti, come l’utilizzo dei plettri in luogo dei polpastrelli o di plettri moderni al posto di quelli antichi. Obiettivi l corso, rivolto principalmente a mandolinisti e liutisti (ma anche ai violinisti e chitarristi), propone l’analisi e l’apprendimento delle prassi esecutive delle varie tipologie di mandolini in uso nel XVII e XVIII secolo: mandolino barocco a 4, 5 e 6 ordini, mandolino genovese, romano e napoletano a 6 ordini, mandolino napoletano e cremonese (bresciano) a 4 ordini. Saranno prese in esame la letteratura originale (manoscritta e a stampa, in notazione e intavolatura) per mandolino solo e basso continuo e cameristica - incluse le arie d’opera e cantate con mandolino obbligato - ma anche trascrizioni di sonate tratte dal repertorio violinistico del Sei e Settecento (Castello, Falconiero, Uccellini, Colista, Ugolini, Corelli, Motta, Rusca, Cappelini, Ceccherini, Boni, Valentini, Sauli, Conti, Zamboni, Vivaldi, Scarlatti, Valentine, Haendel, Caldara, Telemann, Arrigoni, Sesto da Trento, Susier, Ranieri Capponi, Mancini, Arrigoni, Lotti, Hasse, Sammartini, Webber, Piccone; Fontanelli, Signorelli, Tinazzoli; Zaniboni, Romaldi, Gervasio, Corrette, Leone, Fouchetti, Cecere, Paganini, Mozart, Bortolazzi, Hummel, Hoffmann, Beethoven). Il corso prevede l’utilizzo delle tecniche descritte nei metodi, trattati e fonti iconografiche originali: riguardo all’uso della mano destra sarà quindi impiegata la tecnica mandolinistica antica che consiste nell’uso dei polpastrelli della mano destra (non del plettro), mentre l’utilizzo dei plettri storici sarà adottata per il mandolino romano, napoletano e cremonese settecentesco. Per il repertorio seicentesco l’allievo dovrà anche acquisire la capacità di leggere e trascrivere direttamente dall’intavolatura originale. A corollario della parte pratica il corso prevede anche lo studio dei metodi e trattati, delle fonti iconografiche e un approfondito esame organologico delle varie tipologie di mandolini esistenti e pervenutici. Modalità di selezione degli allievi Possono accedere all’esame di ammissione tutti coloro in possesso di un diploma di strumento o iscritti a corsi di liuto, mandolino o chitarra o comunque in possesso della tecnica di base (polpastrelli o plettro) degli strumenti a pizzico, anche se autodidatti.