Notiziario della Federazione Mandolinistica Italiana
Periodico Trimestrale - Anno XIX - n. 4 - Dicembre 2008
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SOMMARIO
EDITORIALE
“CARO PLECTRUM” ci hanno scritto:
Liutai in Brescia
Il giornalino dell’orchestra giovanile “Il Plettro” di Gardone Val Trompia
CONCORSO RAFFAELE CALACE - 5° EDIZIONE
GIUSEPPE MANENTE di Tiziano Palladino
SIMONE SALVETTI, INCONTRI DI STUDIO
12 - 13
LIUTI, CHITARRE E MANDOLINI A BERGAMO
14 - 15
IL MANDOLINO DI STRADIVARI A PIADENA
Testimonianze mandolinistiche cremonesi
16 - 17 - 18 - 19 - 20
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MANDOLINI DI PACE - Vittorio Veneto 18-19 Ottobre 2008
in occasione del 90° Anniversario della fine della “Grande Guerra “
L’INSEGNAMENTO DEL MANDOLINO
PRESSO LE SCUOLE ELEMENTARI DEL FIULI-VENEZIA GIULIA
di Christine Teulon
22 - 23
SONATE ITALIANE DEL SEI E SETTECENTO
PER MANDOLINI E STRUMENTI A PIZZICO NEGLETTI
24 - 25
LA CHITARRA IN ITALIA NELLA PRIMA META’ DEL NOVECENTO
di Simona Boni
26
UN COMPOSITORE ITALIANO VINCE IL PRIMO PREMIO
AL CONCORSO INTERNAZIONALE “CIUDAD DE LOGRONO”
27
DEDICATO A DIMITRI NICOLAU di Cristina Caldarola
28
9° MEETING DI EGMYO
In copertina: dipinto di Maryam Baktiari (Iran)
realizzato in occasione delle giornate vittoriesi dedicate al 90° Anniversario della “Grande Guerra”.
Plectrum - Notiziario trimestrale della FMI
Autorizzazione del Tribunale di Treviso del 09.05.2005 - Reg. n. 13
ANNO XIX - n. 4 - Dicembre 2008
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Michele De Luca
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Dicembre 2008
Plectrum viene inviata ai soci FMI in regola con il pagamento
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EDITORIALE
C
ari lettori,
su segnalazione del
presidente dell’Orchestra
“Il Plettro” di Gardone V.T.
apprendo che “Il Ministro per i
beni e le attività culturali
Sen. Bondi ha dato incarico
all’Ufficio legislativo di predisporre
uno schema di disegno di legge
al fine di tutelare e valorizzare
le bande musicali, i cori non
professionistici ed i gruppi
folklorici, che rappresentano un
valore molto importante e genuino
della tradizione culturale musicale
italiana e sono presenti ovunque sul
territorio nazionale, anche nei paesi
più piccoli e lontani dalle grandi
città”. Ed inoltre:
“Tali forme d’espressione artistica
non rappresentano semplicemente
un momento musicale; in esse
appaiono tratti che appartengono
alla sfera affettiva e culturale
della comunità nazionale, che
contribuiscono alla costruzione di
un’identità umana in simbiosi con
il proprio territorio di riferimento.
I complessi bandistici, i cori
non professionistici e i gruppi
folklorici fungono anche da mezzo
fondamentale nell’opera di ricerca
e di elaborazione di strumenti
e linguaggi musicali, che oggi
rischiano di essere dimenticati
e superati dall’utilizzo di
strumentazioni moderne”.
Nella bozza di disegno di legge
(n.1081) si legge inoltre:
Il presente disegno di legge si
propone, quindi, di porre rimedio
al persistere di una negligenza
da parte dello Stato che dura da
oltre trent’anni nei confronti
della musica popolare amatoriale,
secondo una filosofia che prevede,
in sintesi:
− la definizione delle peculiarità
dell’«associazione musicale
popolare» e i conseguenti
incentivi e agevolazioni statali;
− la promozione
dell’insegnamento della musica
popolare nelle scuole statali
e paritarie; l’istituzione
della «giornata nazionale
della musica popolare» e
l’incentivazione degli scambi
con analoghi complessi
musicali stranieri
− la salvaguardia delle
competenze regionali e delle
province autonome in materia,
in ossequio al
dettato costituzionale.
Tutto bene eccetto un
particolare: si parla di
complessi bandistici, di
cori non professionistici, di
gruppi folklorici ma non
vi è alcun riferimento alla
musica per strumenti a plettro
ed alle orchestre e gruppi di
mandolini, mandole e chitarre
che pur rappresentano un valore
molto importante e genuino
della tradizione culturale
musicale italiana.
Quale può essere la ragione di
questa clamorosa dimenticanza?
Non siamo sufficientemente
visibili?
Non sappiamo proporci
specialmente ai giovani? Non
sappiamo rinnovarci nei nostri
repertori musicali?
Non facciamo alcuna
manifestazione che abbia una
rilevanza nazionale?
Siamo poco uniti?
Si resta in attesa delle vostre
osservazioni e proposte.
Da parte della FMI tengo
ad informarvi che abbiamo
raggiunto l’ufficio legislativo con
una email, rimasta per ora senza
riscontro, per richiedere che
nell’Art. 1, capoverso 2,
ove si parla di “musica popolare
e amatoriale bandistica, corale
non professionistica e folklorica”,
si aggiunga anche la “musica per
strumenti a plettro, mandolini,
mandole e chitarre”.
Artemisio Gavioli
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Dicembre 2008
Caro Plectrum
Caro Plectrum
Liutai in Brescia
Eric Blot Edizioni”
è lieta di annunciare l’uscita del
volume “Liutai
in Brescia 1520-1724”.
Il giornalino dell’Orchestra giovanile “Il Plettro di Gardone Val Trompia
L’Orchestra giovanile “Il Plettro”
di Gardone Val Trompia (presidente
il Sig. Giovanni Ora) ha deciso di
scrivere un giornalino, un periodico
trimestrale, uno spazio nel quale ogni
componente dell’orchestra può far sentire la sua voce...
Riportiamo qui di seguito una rubrica,
tratta dal primo numero, ancora sprovvisto del titolo che dà un’idea del clima
di quest’orchestra che non è soltanto
un gruppo che suona insieme ma che
vive insieme con una certa spensieratezza propria di quell’età.
La realizzazione di questo importante libro è il risultato delle
ricerche scientifiche
intensive condotte in occasione
della mostra “Gio: Paolo Maggini in Brescia. Secoli di dettagli”,
tenutasi a “Palazzo Martinengo”
dal 9 giugno all’8 luglio 2007 a
Brescia, Italia.
Il periodo che ci separa dalla
chiusura della mostra e la pubblicazione della stesura
definitiva del libro è stato maggiormente dedicato alla stesura
dei saggi (Charles Beare, Carlo
Chiesa, Marco Bizzarini e Ugo
Orlandi, John Dilworth, Ugo
Ravasio, Duane Rosengard) alle
descrizioni e alle fotografie degli
strumenti, al lavoro di coordinazione (Eric Blot, Filippo Fasser,
Christopher Reuning) e nondimeno gli approfondimenti delle
ricerche storiche e scientifiche a
cura del comitato.
I liutai qui presentati sono: la
famiglia De Micheli (Pellegrino
e Zanetto), Gasparo Bertolotti
da Salò, Francesco Bertolotti da
Salò, Gio: Paolo Maggini,
Giovanni Battista Rogeri e Pietro
Giacomo Rogeri, e gli strumenti che siamo molto onorati di
mostrarvi in questo volume sono
più di quarantacinque, trenta
dei quali esposti nella mostra di
Brescia.
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Dicembre 2008
C
Nella speranza che “Liutai in
Brescia 1520-1724” diverrà parte
della vostra libreria personale, vi
salutiamo cordialmente.
Rimaniamo a disposizione per
ulteriori informazioni.
Per ordini mandare una e-mail.
Il pagamento può essere effettuato con carta di credito o
tramite bonifico bancario.
Il costo del volume è di € 300,00.
Spedizioni:
- Europa: omaggio;
- U.S.A: € 50,00;
- Altri Paesi: preventivo su richiesta.
aro lettore...
mi é stata data l’opportunità
di tenere una rubrica periodica sul
nuovissimo giornalino dell’orchestra e volentieri voglio collaborare a
questa faustissima idea della nostra
redazione (ispirata dal caro Presidente Giovanni Ora). Sentivamo veramente un desiderio intimo di potere avere un giornalino, un libello,
un foglio, un ritaglio o almeno un
pezzo di carta igienica dove leggere
qualcosa nei momenti di sconforto,
dove stiamo aspettando l’ultimo arrivato alle prove, sono già le 21.15 e
il Bugo urla ai tabacconi di entrare
.....
Ebbene il problema che si é posto
alle mie meningi era: di cosa discorrere? Di che scrivere? Tra le ipotesi
vi erano nell’ordine:
1) Rubrica culinaria, ma di cose in
aria ve ne sono già tante.
2) Storie fantastiche (tipo le fate delle grotte della valle di Inzino, ma poi
qualcuno magari ci crede davvero e
di tipi strani ce ne abbiamo già tanti
anche in orchestra, a partire da me)
3) Riflessioni serie sull’orchestra ma
mi dicono che le cose serie del giornalino verranno demandate a Fabio
Larovere.
Ebbene la rubrica sarà intitolata
“Varietà” perché parlerà di varie
amenità per tutte le età. Di preciso
non so cosa conterrà, praticamente
parlerà di tutto quello che mi verrà
in mente.
Varieetà – anno I – numero I
Benvenuti al primo numero di Varietà, la rubrica di varie amenità
per tutte le età. In questo numero
vi viene proposto, per partire dalla
base stessa della nostra associazione, una breve divagazione sui nostri
strumenti.
Mandolino
Il mandolino é uno strumento fatto di legno di mandorlo (infatti lo
si chiama anche mandorlino), con
delle corde ricavate dai nervi dei
condannati a morte. Sollecitando
opportunatamente le corde, lo strumento emette dei gemiti di tonalità
proporzionale al dolore provato al
momento dell’estrazione del nervo dalla cavia. Questo strumento é
usato per allietare le occasioni festose, come i battesimi, i matrimoni e i
processi per abigeato (***)
(***) L’abigeato é un tipo di furto
che si configura come il reato di sottrazione di bestiame, caratteristicamente quello oggetto di allevamento.
Contrabbasso
Creato dagli gnomi parecchi anni fa
per suonare tristi lamentele ai funerali, molto frequenti perché siccome
agli gnomi non crede nessuno, tutti
se ne fregano se li pestano o meno.
Il basso non si sa cosa serva. Per
questo i chitarristi mancati (oppure
quelli con le dita troppo tozze per
suonarla) o gli sprovveduti cominciano a suonare il basso. In alcuni
casi il contrabassista é l’individuo
che ha meno da fare, e può permettersi di fare lo stupido con il pubblico, mettersi le dita nel naso o magari fumarsi una sigaretta durante il
solo dei mandolini. Questo porta la
gente comune ad aver a volte stima
dei contrabassisti.
Se chiederete ad un contrabassista
a che serve il basso vi dirà: “Il basso supporta la sezione ritmica di
una orchestra, oltre ad avere parte
nell’acustica seguendo la chitarra
e il mandolino in alcuni giri melodici”. La spiegazione é ovviamente
poco convincente. In realtà il basso
é lo strumento che fa “bom bom
bo-bom”, e per capire a cosa serva
REALMENTE il bom bom bo-bom
bisogna ascoltare Jaco Pastorius.
Comunque sia suonare il basso fa
sentire fighi, e il bassista é spesso
il musicista che ha un ego lungo
almeno quanto il manico dello strumento.
In un’orchestra, mai suonare il basso! Rischi di essere ricordato solo
come “quello che suona il basso”
mentre gli altri membri si beccano
tutta la fama.
GRRRRRRRRRRRRRRR! Per questo motivo non dedicherò che due
righe allo strumento seguente.
Chitarra
“Cos’é?” - Carlos Santana: “ La chitarra é il miglior amico dell’uomo”
Curiosità: E’ l’antenato dell’odierno
tostapane.
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Dicembre 2008
Olga Sudakova,
mentre riceve
il Mandolino “Annamaria
da Raffaele Calace
Concorso Raffaele Calace
1° premio: Mandolino “Annamaria”
della liuteria Calace + 300 euro
2° premio: 400 euro
3° premio: 300 euro
5a edizione
A
lle ore 21.00 di Domenica 24 Agosto 2008, nella Chiesa
Madre di Pignola (PZ) si é svolta la parte finale del
Concorso Internazionale “Raffaele Calace”, organizzato
dall’Associazione Culturale “Il Focolare” in collaborazione
con la Federazione Mandolinistica Italiana.
Nato a Pignola nel 1794, il farmacista Nicola Calace, confinato
per questioni politiche nel carcere di Procida, una volta libero,
si distinse nell’arte di liutaio. Tramandò questa passione ai figli
ed ai nipoti fino a Raffaele Calace, geniale compositore, definito
“Il Paganini del mandolino” che perfezionò il mandolino e
lo rese lo strumento evoluto di oggi. . Un’arte che continua
ancor oggi con Raffaele Calace jr, nipote del grande maestro
Raffaele Calace al quale è intitolato il concorso e che presiederà
la giuria. Nella Chiesa Madre si sono esibiti per il pubblico
i dieci partecipanti che erano già stati ascoltati e valutati nel
pomeriggio dalla giuria così composta:
Raffaele Calace jr., presidente onorario
Artemisio Gavioli, presidente della Federazione Mandolinistica Italiana
Juan Carlos Muñoz, docente di mandolino presso il conservatorio di Saarbruken
Fabio Gallucci, professore di mandolino, laureato presso il conservatorio di Napoli,
Angelo La Rotonda, musicologo, docente presso l’Università della Basilicata.
Notaio: Gianni Rumma.
Vincitrice della quinta
edizione la russa Olga
Sudakova. Per lei un
mandolino offerto dalla
liuteria Calace.
Da sottolineare la preziosa collaborazione del
Maestro Saverio Sangregorio, docente presso il
Conservatorio di Pavia
e pianista ufficiale del
concorso che, con grande perizia e sensibilità
musicale ha accompagnato al pianoforte tre
concorrenti fra i quali
anche la vincitrice Olga
Sudakova.
Hanno partecipato:
Duo Vincent Beer Demander - Miren Adouani, Grenoble (Francia)
Duo Alessandro Cavallucci - Daniela D’Angelo (Pescara)
Duo Sebastiaan De Grebber - Eva van den Dool, Zwolle (Olanda)
Duo Annalisa Desiata - Elisabetta Petrone (Campobasso)
Ilya Dragunov (Bielorussia)
Duo Stela Ivanisevic - Nikola Maretic, Split (Croatia)
Olena Kurkina (Roma)
Duo Sviatlana Plackina - Alena Luzan (Bielorussia)
Duo Ekaterina Solovey - Liudmila Terent’eva, Ekaterinburg (Russia)
Olga Sudakova, Samara (Russia)
1° premio: Olga Sudakova
2° premio: Duo Ekaterina Solovey - Liudmila Terent’eva
3° premio: Duo Vincent Beer Demander - Miren Adouani
4° clasificato: Duo Sebastiaan De Grebber - Eva van den Dool
Duo Annalisa Desiata - Elisabetta Petrone (Campobasso)
Duo Ekaterina Solovey - Liudmila Terent’eva Ekaterinburg (Russia)
Olga Sudakova
Duo Sebastiaan De Grebber - Eva van den Dool Zwolle (Olanda)
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Duo Sviatlana Plackina - Alena Luzan (Bielorussia)
Concorso Raffaele Calace
5° edizione
Duo Alessandro Cavallucci
Daniela D’Angelo (Pescara)
Giuseppe Manente
Giuseppe Manente: un prolifico compositore ed un grande direttore… con
il “pallino” del mandolino
di Tiziano Palladino.
I
Duo Stela Ivanisevic - Nikola Maretic Split (Croatia)
Ilya Dragunov (Bielorussia)
Duo Vincent Beer Demander
Miren Adouani Grenoble
(Francia)
Olena Kurkina (Roma)
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n pochi sanno che il Molise,
piccola regione del centro Italia, è una terra che ha contribuito in maniera determinante alla
diffusione e alla conoscenza del
mandolino in ambito nazionale
ed internazionale. A dimostrare
la veridicità di tale affermazione
è la presenza, in questa regione,
di personaggi che grazie al proprio estro sono riusciti a farsi ricordare dai posteri, personaggi la
cui storia si trasforma talvolta in
leggenda.
Gli esempi che potremmo fare
sono tanti, ma la figura che adesso vogliamo ricordare è quella
di Giuseppe Manente. Nato a
Morcone (Bn) il 3 febbraio 1867,
vive per un lungo periodo della
sua vita a Guglionesi, paese nella provincia di Campobasso. Suo
padre Liborio, infatti, era stato
chiamato a dirigere la banda del
piccolo centro molisano negli
anni settanta del 1800. Era stato
proprio il padre ad indirizzare
Giuseppe verso lo studio della
musica e non a caso fu proprio lui
il suo primo insegnante.
Manente figlio inizia a studiare
ufficialmente con il maestro Caruso, entra poi al conservatorio
San Pietro a Majella a Napoli studiando composizione, armonia e
contrappunto
con il maestro Camillo
De Nardis e
imparando la
tecnica della
tromba con
le lezioni impartite dal maestro
Domenico Gnarro. Perfezionò la
sua conoscenza della musica al
conservatorio di Madrid e poi al
Liceo Musicale di Santa Cecilia di
Roma. Nel 1889 divenne capomusica nel 60° Reggimento Fanteria
di stanza a Novara; passò poi a
dirigere altre bande musicali tra
cui, nel 1905, quella del 3° Fanteria a Pistoia e, dal 1911 al 1920,
del 2° Reggimento Granatieri a
Roma.
Con questa formazione nel 1918,
su incarico del ministero della
Guerra, tenne numerosi concerti negli Stati Uniti d’America
e negli anni successivi anche a
Londra, Parigi e Bruxelles. Dallo
stesso ministero ricevette l’incarico di comporre dei “Frammenti
musicali” da destinare all’attività
ginnica dei reggimenti di fanteria
di linea.
Era il 1925 quando Manente,
all’età di 58 anni, vinse il concorso
per la Direzione della costituenda Banda Musicale della Guardia
di Finanza, un posto di grande
prestigio che lo portò a diretto
contatto con i più grandi musicisti del tempo; fu per questa formazione che compose l’Inno dei
Finanzieri che debuttò a Roma, in
Piazza Colonna, il 25 Aprile del
1925. Restò alla guida della prestigiosa banda sino al 3 febbraio
del 1932 quando, per raggiunti
limiti d’età, dovette dimettersi
in favore del maestro Antonio
D’Elia, docente del conservatorio di Santa Cecilia in Roma. Il
12 giugno 1931, prima del congedo dalla prestigiosa Direzione, il
maestro Manente accettò l’invito
di esibirsi nel suo paese di adozione, Guglionesi, in occasione
delle festività di Sant’Antonio
da Padova; qui diresse la Banda
della Guardia di Finanza, nella
formazione al completo con 120
musicisti finanzieri.
Chi ebbe il privilegio di vivere la
giornata di festa racconta di un
evento straordinario per la stessa
Banda del Corpo, alla quale il suo
primo maestro volle donare una
delle ultime magistrali direzioni.
Nel corso della sua vita Giuseppe Manente ebbe la possibilità di
dirigere anche altre bande come
quella di Lucca, Pescia e di Bagni
di Montecatini (Pistoia); inoltre
fu direttore artistico della stabilimento musicale Adolfo Lapini di
Firenze e di alcuni periodici musicali del tempo.
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T
ra le altre numerose opere che
conosciamo
di
Giusep-
Simone Salvetti
incontro di studio
pe Manente troviamo: per
mandolino
e
chitar-
ra “Argentea luce”, “Il
Viandante”,
Manente era un grande artista, poliedrico e versatile,
un vero e proprio conoscitore della musica. Nella sua
vita non si dedicò solo alla
direzione, ma anche e forse
soprattutto alla composizione. Difatti scrisse oltre 300
opere e non è da escludere
che ce ne siano altre ancora
non catalogate; in molti casi
infatti il maestro trascrisse le
sue composizioni per diversi
organici.
“Pistoia”,
“Ricordo di Porto Said” e
“Serenata mesta”; per mandolino e pianoforte, “Notte serena” e “Tempo di minuetto”; per due
mandolini, “Five O’clock Tea”; per due
mandolini e chitarra, “A Mon Astre”,
“Al Mandolinismo”, “Amor che sogna”,
“Fior e Amor”, “Linda” e “Omaggio al
La cosa che maggiormente
stupisce è il grande numero
di strumenti a cui Manente
fa riferimento. Si passa dalla
banda all’orchestra sinfonica,
ma è presente anche il pianoforte, il clarinetto, il flauto e
non per ultimo l’orchestra a
plettro con particolare riferimento al mandolino. Sono
diverse le opere che vennero
scritte per mandolino. Non
è dato sapere come fosse venuto in contatto con questo
strumento, ma è verosimilmente ipotizzabile anche un
legame diretto con il mandolinista isernino Giuseppe
Pettine (Isernia 1874 – Providence 1966). Quest’ultimo
rappresenta in pieno la cultura mandolinistica italiana
in America ove si trasferì,
precisamente a Rhode Island,
nel 1889.
Plettro”; per due mandolini, mandola
Tra le opere che Manente
compose è da evidenziare il
brano “Rhode Island” scritta
nel 1936 per due mandolini,
mandola tenore e chitarra.
“Sogno d’Amore” e “Sotto i Lauri”; per
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L
tenore e chitarra, “Arte Mandolinistica”, “Contemplazione”, “Flos Campi”,
“Mimosa”, “Petite Berceuse”, “Piccoli
Eroi”, “Principessa Maria Pia di Savoia”, “Primo Reggimento Radiotelegrafisti del Genio”, “Rhode Island”, “Serenata sul mare”, “Tramonto d’autunno” ,
“Tarantella” e “Wally”; per due mandolini, mandola tenore, mandoloncello e
chitarra, “Buona Notte Mimi”, “Danza
Originale”, “Pagina d’Album”, “Principe di Piemonte”, “Reverie de Poete”,
orchestra a plettro, “Ricordo di Cairo”,
“Ronda misteriosa” e “Scherzo della
Seconda Sinfonia (L.V. Beethoven)”.
È proprio
questa coincidenza
che
potrebbe far pensare ad una conoscenza tra i due
artisti molisani, una situazione
che, se confermata, potrebbe
aprire nuovi scenari sul fronte
della musica a plettro.
Alcuni brani composti da Manente furono trascritti da Jiro
Nakano per Orchestra a plettro;
tra questi evidenziamo “Antico
e Moderno”, “Bagni di Casciana”, “Fauste Nozze”, “Feste
di Nozze”, “Feste Natalizie”,
“New York”, “Nuit de Noiel”,
“Sulla Piana della Melia” ecc.
Ci sembra il caso di puntualizzare che Nakano raccolse quasi
tutte le parti esistenti scritte per
mandolino, dando vita ad una
delle raccolte più importanti e
preziose esistenti per questo
strumento. Giuseppe Manente
scrisse anche due opere liriche,
“Alla Regata”, opera in un atto
su libretto di Martinetti, in scena nel 1906 al Teatro Manzoni di Pistoia e “Il Paradiso dei
Cigni”, operetta in tre atti su
libretto di Anton Menotti Buja,
pubblicata a Firenze nel 1939.
Il modo di comporre di Manente appare molto elementare, una musica semplice ma
allo stesso tempo coinvolgente
perchè rivolta ad un pubblico
amatoriale. Gioca molto sulle dinamiche riuscendo così a
creare un’atmosfera particolare, capace di far intuire a chi
ascolta il significato del brano.
Molte delle opere sopraccitate
vennero pubblicate, tra il 1907
e il 1937, su periodici come “Il
Plettro”, “L’Estudiantina”, “Vita
Mandolinistica”, “Arte Mandolinistica”, “De Mandolinegids” e
“Il Mandolinista italiano”. Questi
giornali rivolgevano la propria attenzione al mandolino, strumento amato e apprezzato all’epoca
in cui visse Manente.
Accanto alle numerose pubblicazioni sui periodici va ricordato
che furono molti gli editori con
cui collaborò, tra questi Ricordi
e Carish, ma anche Lapini, Pucci, Mignani e altri ancora. Tra le
tante cose che si raccontano sul
celebre maestro va segnalato che
il grande Mascagni, dopo aver
ascoltato in piazza l’esecuzione
di un suo prologo, gli affidò la riduzione per banda della sua Cavalleria Rusticana.
a Banda Musicale di Breno (BS) si è fatta promotrice ed
organizzatrice di un incontro di studio sul musicista
Simone Salvetti. In collaborazione con le istituzioni locali,
è stato formato un Comitato per rivalutare e portare a
conoscenza del pubblico la figura umana e professionale del
Salvetti. Facendo varie ricerche, anche nell’archivio storico
della Banda Musicale di Breno, sono state rinvenute delle
musiche originali per chitarra e mandolino e per Banda. In
una casa privata sono state ritrovate le copertine originali
delle varie riviste con le quali il Maestro era in contatto e
collaborava dai primi del ‘900 in avanti. L’incontro di studio
è avvenuto a Breno il 20 Settembre 2008.
L’organizzazione artistica di tutte le iniziative è stata affidata
al Prof. Ugo Orlandi.
Il Comitato ha anche in programma una pubblicazione su
Simone Salvetti ed un CD contenente le sue musiche.
Giuseppe Manente è rimasto nella memoria di tanti. Lo ricordano
con affetto non solo i suoi compaesani guglionesani, ma anche
le persone che vivono a Morcone;
proprio in questa piccola cittadina del beneventano gli è stata dedicata un piazza. Nel panorama
mandolinistico Manente rappresenta una pietra miliare, ancora
da valorizzare pienamente. Con
molta probabilità suonava il mandolino a livello dilettantistico, ma
non si hanno dati certi in merito.
La sua passione per questo strumento la si evince dai numerosi
brani scritti e dedicati al mandolino (circa quaranta). Il maestro
morì a Roma il 18 maggio del
1941. Le sue spoglie furono trasferite nel cimitero di Guglionesi,
accanto a quelle della moglie Ida
Visdomini.
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Liuti, chitarre e mandolini a Bergamo
Ensemble di Chitarre e Mandolini
ESTUDIANTINA
BERGAMASCA
Programma
Vals a Caterina
Guy Bergaran
per mandolino, mandola, chitarrra e basso
C
omplessi di strumenti a plettro sono attivi nella città di
Bergamo già sul finire del secolo
(1800) e diversi strumentisti di
queste formazioni confluiscono
(giugno 1907) nella “Stella Polare” che sotto la guida di Eugenio
Giudici nel 1910 venne ribattezzata ESTUDIANTINA BERGAMASCA.
I primi concerti di rilievo si svolgono nei teatri cittadini e con il
passare degli anni, grazie all’attività dell’Estudiantina vengono
realizzate molte iniziative:
- l’invito a Bergamo di Andrés
Segovia che tiene un memorabile
concerto nel 1927
- il Concorso Internazionale di
Composizione per orchestre a
plettro (prima edizione 1926)
- vittorie a concorsi nazionali (Genova e Cremona)
- tournée in Spagna e conferimento del primo premio al “Concurso Internacional de canciones
y danzes populares”
- pubblicazione della rivista IL
PLETTRO
- partecipazioneinsieme ad altri
circoli mandolinistici della provincia di Bergamo (Alzano Lombardo, Torre Boldone e Villa di
Serio) al Convegno Mandolinistico Lombardo
- il concerto dell’Estudiantina alla
“Radio” di Milano.
12
Dicembre 2008
Andantino staccato
Giovanni Merchi
per mandolino e mandola
La pratica degli strumenti a plettro ha avuto anche nel Bergamasco una larga diffusione e diversi
compositori locali si sono dedicati a scrivere brani per queste formazioni.
Dopo decenni dalla scomparsa della storica EB, l’orchestra
ri-nasce nel giugno 2008 sotto la
direzione di Pietro Ragni, in collaborazione con l’Associazione
Bergamo Chitarra, il Centro Musica Antica, l’istituto Comprensivo “Muzio” e la Parrocchia S.
Gregorio Barbarigo di Monterosso Bergamo.
E’ un’ensemble amatoriale la cui
partecipazione è libera ed ha lo
scopo di valorizzare il repertorio
storico e contemporaneo legato
alla grande tradizion e delle orchestre a plettro.
Opere da consultare:
Liuto e chitarre a Bergamo nei
secoli
di Giacomo Parimbelli
Benvenuto Terzi
Edizioni Villadiseriane – Bergamo 2005
Sulle corde del mandolino
di Marino Anesa
I complessi a plettro nel Bergamasco
Francesco Gandossi suonatore albinese
da: Quaderni dell’Archivio della
cultura di base 34
Sistema Bibliotecario Urbano –
Bergamo 2003
Dizionario dei Chitarristi e Liutai italiani
di Giacomo Parimbelli
Edizioni Villadiseriane – Bergamo 2008
Il mandolino a Brescia
di Ugo Orlandi
Appunti, immagini e documenti della vocazione mandolinistica bresciana e della Costantino
Quaranta. Edizioni Franciacorta
– Brescia 2002
Il mio mandolino
di Pietro Ragni
Brani per mandolino, duetti, teoria musicale e breve storia del
mandolino
Edizioni Sinfonica – Milano 2007
Moderato (duetto in Re +)
Giovanni Francesco Giuliani
per flauto e mandolino
Preghiera
Angelo Marzola
per mandolino e chitarra
.....................
Sorriso di fata
Ermenegildo Carosio
per orchestra di chitarre e mandolini
Tango
Amedeo Amadei
per orchestra di chitarre e mandolini
Planxty O’ Carolan
Bruno Szordikowsky
Suite irlandese per chitarre e mandolini
Preghiera alla sera
Rosario Gargano
per orchestre di chitarre e mandolini
Concerto in Do+
Antonio Vivaldi
per mandolino e orchestra
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13
Dicembre 2008
Il mandolino di Stradivari a Piadena
Programma
mandolino lombardo e chitarra:
A.Vivaldi (1678-1741) :
Sonata in Do+
(allegro, larghetto, allegro)
Carlo Arrigoni (1697-1744):
Sonata in Re
(grave, allegro, adagio, allegro)
mandolino cremonese e chitarra:
T. Motta (_1681_)
Suite in la min.
(preludio, allemanda, gagliarda,
corrente, giga, sarabanda)
Bartolomeo Bortolazzi (1771-1820)
Tema e variazioni in la magg.
mandolino napoletano e chitarra:
Domenico Scarlatti (1685-1757)
Sonata n.54 (K89
per mandolino e basso
(allegro, grave, allegro)
Gervasio G.B. (1725-1785)
Sonata in re
(allegro, larghetto, allegro)
due mandolini e chitarra:
Giacomo Merchi (1726-1800?)
Trio in re maggiore
(andante, allegro assai, minuetto)
Emanuele Barbella (1718-1777)
Sonata per due mandolini e basso
(allegro, adagio, allegro molto)
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Dicembre 2008
Testimonianze mandolinistiche
cremonesi.
I
primi documenti che testimoniano la presenza del mandolino a Cremona sono costituiti dai
disegni, forme e modelli provenienti dalla bottega di Antonio
Stradivari, ora custoditi presso il
Museo Stradivariano.
Non siamo in grado di stabilire
con certezza l’origine dell’interesse di Stradivari per il mandolino, sicuramente non sporadico
data la corposità del materiale
rimasto. Probabilmente la produzione era destinata sia al mercato interno che a quello esterno,
vista la presenza di “nobili dilettanti” di questi strumenti nel Ducato di Milano, nella Repubblica
Veneta, nel Regno di Sardegna e
nello Stato Pontificio.
Abbiamo la fortuna di poter ammirare più esemplari di mandolini, tutti dello stesso modello
“corista”, a testimonianza della genialità e della perfezione
dell’arte del maestro cremonese.
Questi strumenti, sono generalmente datati intorno al 1680.
Esiste anche una citazione antecedente, riferita ad uno strumento di Marco Carlomorti, Cremona 1660, citato da Konrad Wolki,
Geschichte der mandoline (Berlin, 1939) ma purtroppo lo strumento non è più rintracciabile.
Sono arrivati a noi invece anche
gli strumenti di Matteo Scolarie
di Michelangelo e Carlo Bergonzi, con i quali arriviamo addirittura alla definizione organologica di “mandolino cremonese
o bresciano”riportata da Bartolomeo Bortolazzi (Toscolano sul
Garda 1773-?) virtuoso mandolinista, chitarrista e compositore, nel suo “Anweisung fur die
mandoline fur kennen zu lernen,
Leipzig 1805”, il primo manuale
didattico per mandolino in lingua tedesca.
Bisogna pazientare altro tempo
per incontrare notizie della pratica mandolinistica a Cremona
ma, con il senno di poi, dobbiamo proprio dire…. che la pazienza ha dato i suoi frutti!
E’ infatti alla fine dell’800 che troviamo incredibilmente, la città
di Cremona in una posizione di
eccellenza, e a tal proposito riteniamo che un approfondimento
delle ricerche potrebbe regalarci
delle positive sorprese riguardo
al periodo precedente.
Per circa 50 anni i mandolinisti
cremonesi del Circolo Filodrammatici rappresentano uno dei
massimi livelli artistici , vincendo tutti i concorsi per orchestre
a plettro in Italia e nel mondo,
come rivela un’ampia documentazione oggi conservata presso
l’Archivio della Società Filodrammatica Cremonese.
Le figure di musicisti come G.F.
Poli, M. D’Alessandro, i fratelli G. e E. Denti, i fratelli P. G.
e E. Ferodi, O. Riva, A. Gnaga,
U. Sterzati, G. Anelli, S. Valerani; un virtuoso come G. Vailati;
le associazioni come il Circolo
mandolinisti e mandoliniste Filodrammatici, il Circolo mandolinistico Euterpe, il Circolo
mandolinistico giovanile, l’Orchestra a plettro G.F. Poli, il Circolo mandolinistico del Zaccaria,
l’Estudiantina di Casalmaggiore,
il Quartetto a plettro di Castelleone, il Circolo mandolinisti di
Crema, l’Orchestra di Isola Dovarese, il Circolo mandolinistico
operaio di Pandino sono invece
le incredibili testimonianze della
diffusione della cultura mandolinistica a Cremona e nella sua
provincia.
Una pratica ancora attuale, certo
non con la diffusione del passato, grazie alla presenza in Piadena di Sergio Lodi, ricercatore
ed esecutore appassionato, e di
Camilla Finardi, giovane ed eccellente mandolinista.
Ci sembra l’occasione migliore
per ricordare due figure come
quelle di Giovanni Spotti, unico
nel credere in un investimento
culturale sul mandolino a Cremona, e a Danilo Nicolai, attore
importante di molti degli eventi
artistici qui contenuti.
(Ugo Orlandi
dal CD “The mandolins of Stradivari”)
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Dicembre 2008
Mandolini di Pace
Vittorio Veneto
18-19 Ottobre 2008.
Anche il mandolino diviene strumento di unità europea e di pace
di Cristina Bisiani
e Michele De Luca
“Mandolini di pace”: questo il
titolo dato alla manifestazione
mandolinistica che si tiene a
Vittorio Veneto, appuntamento giunto quest’anno alla sua
IX edizione.
Doveroso qui ricordare che
trattasi dell’unico festival
mandolinistico italiano ed
uno dei pochi in Europa.
Significativo il fatto che l’evento
sia stato inserito, per questa edizione, nelle celebrazioni che la
cittadina veneta ha dedicato al
90° Anniversario dalla fine della
Prima Guerra Mondiale.
Al concerto serale di Nervesa
della Battaglia del 18 ottobre
‘08, nella Chiesa di San Nicolò, dopo brevi interventi
introduttivi della prof.ssa
Tatiana Santin e del Sindaco
della cittadina, Fiorenzo Berton, il Presidente della F.M.I.,
dott. Gavioli, ha sottolineato l’importante significato
di riunire gruppi di giovani
di nazioni diverse (che novant’anni fa erano tra loro
belligeranti) che ora fanno
parte integrante di quell’unica realtà che si chiama Europa.
Dall’incontro di ragazzi di diverse origini e Paesi nasce un
confronto tra musiche diver-
16
Dicembre 2008
Ensemble a plettro dalla Germania - Teatro “Da Ponte” - Vittorio Veneto
se ed è proprio
questa diversità
che conferisce loro
bellezza e contribuisce all’arricchimento reciproco di
culture, tradizioni e civiltà.
Il primo gruppo ad esibirsi è stato
l’Ensemble a plettro della Germania
(proveniente da Marburg), grup-
po costituito da undici musicisti
fra i 15 ed i 30 anni, sotto la guida
della bravissima prima mandolinista Stefanie Rauch.
Il gruppo ha presentato un programma vario e scelto con grande sensibilità, tale da soddisfare
sia un pubblico che apprezza un
repertorio più tipicamente “clas-
Ensemble giovanile “a pizzico” del Friuli V.G. - Teatro “Da Ponte” - Vittorio Veneto
sico” per strumenti a plettro, sia
quello che si aspetta nuove sonorità o forme contemporanee e
minimaliste.
Ciò che ha distinto l’esecuzione
di tutti i brani proposti dai giovani tedeschi sono state una straordinaria pulizia del suono ed una
capacità nel rendere le dinamiche
estreme, da “pianissimi” sussurrati a “fortissimi” che facevano
presupporre quasi un improvviso aumento dell’organico orchestrale.
Dopo la Tanzsuite di Althoff è stata proposta Styx di Logothetis,
dai toni dolci e melodiosi. Quindi una Tarantella di Keith Harris,
compositore contemporaneo che
tutti ricordano come uno dei migliori mandolinisti mondiali del
XX secolo (già insegnante della
stessa Rauch). Dopo questo bra-
no allegro e con rese diverse nelle
successive ripetizioni della melodia, con qualche spazio a brevi
momenti percussivi, la mandolinista Rauch ha preso la parola
per introdurre brevemente il brano seguente, dal tema “la guerra
e la pace”.
In fondo alla chiesa un pannello
riportava quello che sembrava
Elena Misdariis in “La Vita è Bella” di Nicola Piovani
Teatro “Da Ponte” - Vittorio Veneto
uno schizzo stilizzato, con molti
segni di tipo armonico che s’inserivano in un percorso sinuoso,
quasi a formare una sorta di lettera maiuscola non ben definita.
Quella era la “base”.
Ciò che n’è seguito è stata un’esibizione che è difficile definire
“brano musicale” (se per brano
musicale s’intende quell’arte del
suono organizzato, o - più specificatamente - del produrre signi-
“Austrings” Ensemble a plettro di Vienna - Chiesa di San Nicolò - Nervesa della Battaglia
17
Dicembre 2008
diretto dall’autore stesso – Franz
Fellner – brano che iniziava con
una breve parte melodica tremolata, per poi svilupparsi, con
l’ingresso del flauto, in una tipica composizione della tradizione
musicale tedesca.
Gli Austriaci si sono congedati
con un brano veloce, dal ritmo incalzante, che ha suscitato un vivo
questi giovani: non
erano le sgargianti camicette delle ragazze a dare
questa impressione, ma l’atteggiamento sorridente
e spensierato: sui
loro volti si leggevano entusiasmo
e gioia di suonare
insieme.
La maggior parte
del repertorio era,
in effetti, tipica del
loro Paese, ma tuttavia esprimeva musiche, ritmi e melodie molto diverse tra loro ed eseguite con
una sicurezza ed una padronanza propri di un gruppo ben collaudato e con grande esperienza
concertistica di assieme.
Ciò che colpiva molto era la spiccata e quasi totale “simbiosi” fra
esecutori e direttore, che riusciva
a trascinarli e plasmarli nell’interpretazione d’ogni singolo brano.
apprezzamento nel
pubblico.
E’ stato poi il momento della Tamburaski Orchestra di
Samobor (Croazia).
Già dall’aspetto si
è intuita una sorta
di connotazione particolare, folkloristica, in
Varietà, dunque, di ritmi, spesso
vivaci, uso del tremolo con dinamiche accentuate, rispetto delle
variazioni agogiche, accompagnamento a sorpresa col canto da
parte di tutti gli esecutori in un
brano dal particolare afflato popolare e in genere grande sonorità (nonostante il gruppo non fosse
molto numeroso, contando solo
“Austrings” - Ensemble a plettro di Vienna - Teatro “Da Ponte” - Vittorio Vemeto
Ensemble a pizzico del Friuli V. G. - Nervesa della Battaglia - Sofia Miola all’arpa
ficati e sensazioni, più o meno
complessi - e comunque di natura volontaria - organizzando suoni e silenzio).
E’ stato, invece, un susseguirsi
di sonorità sperimentali, glissandi, effetti particolari ottenuti
utilizzando oggetti insoliti sulle
tastiere dei mandolini, ma che
hanno provocato nel pubblico
sensazioni nuove, proprio per lo
straordinario assieme nelle dinamiche particolarmente accentuate: così chi ha chiuso gli occhi e
si è lasciato trasportare dai suoni,
ha “vissuto” momenti di guerra,
sperimentando intense emozioni
nell’udire quelle che parevano sirene d’allarme o bombe dal cielo.
Poi, dopo il frastuono della guerra, un lento e quasi lamentoso ritorno alla calma, fino alla pace.
Dopo la Camisa Nigra di Juanes,
il gruppo tedesco si è congedato
con un brioso fuori programma,
caratterizzato da cambi di tonalità e da inserimenti percussivi di
vario tipo.
Complimenti a questi giovani ed
18
Dicembre 2008
alla loro leader, che hanno dimostrato capacità esecutive davvero eccellenti. Il loro futuro sarà
cente formazione, composta da
una quindicina di giovani, costituitasi appositamente per parte-
nio a Vivaldi, da Evaristo Felice
Dall’Abaco a Mozart, spesso con
l’inserimento del flauto traverso.
L’Orchestra, seppur piuttosto numerosa, non ha dato fondo a tutte
le sue risorse, forse per l’evidente
emozione dei giovani esecutori,
inclusa la flautista, la cui performance ha talvolta risentito della responsabilità affidatale, non
esprimendosi sempre nelle
sue potenzialità.
Il gruppo, quindi, ha proposto
in “prima assoluta” l’esecuzione del brano Ethnosphere,
Ensemble giovanile “a pizzico”
del Friuli venezia Giulia
Chiesa di San Nicolò
a Nervesa della Battaglia
I quatro gruppi riuniti nell’esecuzione del brano
“La vita è bella” di Nicola Piovani
coronato sicuramente da grandi
successi!
Il secondo gruppo ad esibirsi
è stato l’Austrings – Ensemble a
plettro di Vienna, orchestra di re-
cipare a questa manifestazione.
Ha esordito con un repertorio dal
Barocco al Settecento, proponendo singoli movimenti di musicisti da Giovanni Battista Cedro-
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Dicembre 2008
L’insegnamento del Mandolino
presso le scuole elementari del Friuli-Venezia Giulia
dodici elementi),
ma anche toccante
delicatezza quando
ha affrontato l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana
di Mascagni, rendendo il brano in
tutta la sua soffusa
poesia.
Scrosci di applausi molto calorosi
dal pubblico, decisamente entusiasta.
Ultimo ad esibirsi l’Ensemble Giovanile a pizzico del Friuli VeneziaGiulia.
Si tratta di un gruppo giovanile nato su iniziativa dei Maestri
Zigiotti e Miola (e diretto da
quest’ultimo) che hanno scelto
i migliori allievi dei loro corsi,
per proporre una formazione che
non solo include questi giovanissimi in un Ensemble, ma dà
anche spazio ai singoli esecutori, consentendo loro di esibirsi
in formazioni ridotte che hanno
proposto brani più tipicamente
cameristici e di maggior impegno
per ciascun giovanissimo musicista.
Così, dopo il brano rinascimentale d’inizio, eseguito con delicatezza dall’intero gruppo, si sono
susseguite musiche per due mandolini e basso, un Rondò Giocoso
per quattro mandolini, un brano
per arpa sola, etc.
Il gran finale ha poi riunito tutte
le 4 formazioni che si erano esibite, a formare una grand’orchestra
di decine d’elementi, sotto la direzione del Maestro Zigiotti, che
ha suonato la melodia dal film di
Roberto Benigni “La vita è bella”,
che le singole orchestre avevano
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Dicembre 2008
Tamburaski Orchestra di Samobor (Croazia)
Chiesa di San Nicolò - Nervesa della Battaglia
avuto occasione di provare per
contro proprio, ma mai eseguito
assieme se non a Nervesa della
Battaglia. Struggente il finale, che
va a sottolineare il significato di
pace rappresentato dall’incontro
di questi giovani di ex nazioni
belligeranti.
Da quella famigerata guerra è
nata l’Europa d’oggi e mai quanto oggi la pace, coniugata con il
linguaggio universale della musica, deve essere sempre protagonista nelle relazioni fra i diversi
popoli e stati non solo d’Europa,
ma di tutto il mondo.
Dal punto di vista del mandolino e della musica a plettro, una
dimostrazione efficace di come
il mandolino sappia conquistare, dalle musiche più antiche fino
alle “provocazioni sonore”, anche
i giovani, al di là di qualsiasi stereotipo: un segnale incoraggiante
che garantirà anche in futuro la
vita e lo sviluppo di questo strumento.
Con l’auspicio finale che anche
in Italia si cominci a ragionare
seriamente di insegnare il mandolino nelle scuole: in ciò siamo
fortemente deficitari rispetto alle
esperienze estere, Germania in
primis. Di questo tema si è ragionato anche a Trossingen, ad ini-
zio ottobre, in occasione del IV
Simposio Internazionale.
Si è trattato forse solo di un primo
passo, che deve necessariamente
coinvolgere coloro che il mandolino lo studiano al massimo livello e che potrebbero/dovrebbero
mettersi a disposizione sia delle
realtà musicali del territorio che
della scuola.
In conclusione rimane più che
doveroso sottolineare ed evidenziare l’impegno che il dott.
Artemisio Gavioli, presidente
della F.M.I., dedica all’organizzazione di queste “Giornate sul
mandolino e la musica a plettro
di Vittorio Veneto”, divenute
un appuntamento annuale fisso,
pur fra tante difficoltà economiche ed organizzative, con molti
aspetti originali e di riflessione.
Dunque l’auspicio è che, anche in
futuro, sia le amministrazioni locali che le realtà economiche del
posto possano consentire, con un
adeguato sostegno, alle giornate
vittoriesi di potersi consolidare e
divenire sempre più punto di riferimento per la musica a plettro
in Italia.
La situazione sull’insegnamento del
Mandolino presso le scuole elementari nel Friuli-Venezia Giulia.
Christine Teulon
D
a alcuni anni – precisamente
dal 2001 – la scuola elementare “Ada Negri” di Udine ha
istituito, in via sperimentale, un
corso di mandolino per le due
Quarte e Quinte classi.
Il successo di questa iniziativa
si é subito evidenziato con il
repentino aumento di iscrizioni
alla scuola dell’orchestra udinese “Tita Marzuttini” che ora, a
distanza di pochissimi anni, può
vantare un’orchestra giovanile
di una ventina di giovanissimi
mandolinisti, al cuni dei quali
già partecipano attivamente
all’attività dell’orchestra “maggiore”.
Ma il successo dell’iniziativa,
promossa e sostenuta dalla ASSOPLETTRO, la “costola friulana” della Federazione Mandolinistica Italiana, non si ferma qui.
Sulla scia del successo ottenuto,
ma soprattutto decretato dall’interesse che i ragazzi dimostrano
verso questo Strumento, per i
più assolutamente sconosciuto,
ha fatto sì che altre due scuole
elementari di Udine abbiano
inserito nei loro programmi, da
quest’anno, un corso di mandolino sull’esempio di quello tenuto
dal M° Roberto Verona alla “Ada
Negri”, le scuole elementari
“Dante” e “Collegio della Provvidenza”.
I corsi, sempre affidati all’esperienza del M° Verona che in
questi anni ha dimostrato ampie
capacità di insegnante-preparatore per quei ragazzi che vorranno proseguire a conoscere e
studiare questo antico e nobilissimo strumento, dalle primitive
quattro classi della “Negri”, ora
le classi sono diventate dieci, con
quasi duecento allievi.
La situazione, peraltro molto
positiva, é comunque suscettibile
di ulteriori, positivi sviluppi.
L’ASSOPLETTRO del F.V.G.
continua, infatti, a operare in tal
senso.
Prossimi obiettivi sono quelli di
coinvolgere nell’insegnamento
del mandolino anche le scuole
elementari ( e non solo), delle
province della regione (Pordenone, Trieste e Gorizia).
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Dicembre 2008
Programma
Marco Uccellini (1610-1680)
Aria Decimaquinta
sopra la scatola degli agghi
(Sonate correnti et arie da farsi con diversi stromenti….Venetia 1645)
Domenico Scarlatti (1685-1757)
Sonata n. 53
Grave – Andante Moderato – Allegro – Minuetto
( ms Mus.II 199/213- 9770/9784
Bibl. Marciana, Venezia Vol. XIV, n.53 )
Sonate italiane del Sei e Settecento
per mandolini e strumenti a pizzico negletti
Concerto – Conferenza dell’Ensemble “I sonatori Sconcertati” con
esposizione di strumenti storici.
Il mandolino barocco e settecentesco
in Italia:
fonti iconografiche, organologia,
accordature e prassi esecutiva.
I
l 19 Ottobre, alle ore 11, si è
svolto, presso l’Aula Magna
del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto, nell’ambito della
9° edizione della manifestazione
“Giornate nazionali sul mandolino e la Musica a Plettro” il concerto-conferenza de “I Sonatori
Sconcertati”.
I Sonatori Sconcertati è un ensemble fondato da Davide Rebuffa per riscoprire e diffondere
il vasto repertorio per strumenti
a pizzico negletti, in particolare
le varie tipologie di mandolini
seicenteschi e settecenteschi, il
calascione e le chitarre a 4 e 5 ordini. I componenti dell’ensemble
si sono specializzati nell’uso di
strumenti storici e relativa prassi
esecutiva presso i più importanti centri di studio internazionali.
Le interpretazioni dei Sonatori
Sconcertati, pur filologicamente
accurate, tendono al tempo stesso
a restituire vitalità ai documenti
del passato cercando di offrire
all’ascoltatore moderno l’esperienza emozionale e spirituale
il più possibile vicina alle intenzioni del compositore, attraverso
un’attenta percezione della prassi
Gli interpreti
Mauro Squillante
mandolino barocco a 6 ordini,
mandolino napoletano,
colascioncino, mandola
Georg Friedrich Händel (1685- 1759)
Sonata IV in La minore
larghetto - allegro
( Opus 1: ..15 Solos for a German Flute, a Hoboy or Violin with a
Throught Bass for the Harpsicord or Bass Violin ..)
Domenico Colla
Sonata per colascioncino
Allegro – Andantino – Prestissimo
(Bibl. Naz. Dresda)
Davide Rebuffa
mandolino barocco a 5 e 6 ordini,
mandolino genovese a 6 ordini,
tiorba e chitarra battente
esecutiva storica, che tenga conto
del contesto e della destinazione
sociale del far musica.
Luca Guglielmi
clavicembalo
Carlo Arrigoni (1697-1744)
Sonata a mandolino, e basso
Arpeggio – allegro – adagio – allegro
(Ms. Washington, Library of Congress)
Giuseppe Sammartini (1695 – 1750)
Sonata III in Sol maggiore
Allegro – Adagio - Allegro
(XII Sonatas for two German flutes, or violins with a thorough Bass,
London 1738)
Da sinistra:
Mauro Squillante, Luca Guglielmi, Davide Rebuffa
Davide Rebuffa
22
Dicembre 2008
23
Dicembre 2008
(la didattica, il repertorio, i rapporti con i chitarristi stranieri,
l’editoria, la liuteria, etc.), mentre
la parte conclusiva è dedicata ad
alcune figure particolarmente significative che meritano di essere ricordate ripercorrendone con
maggiore profondità il percorso
biografico e artistico.
Simona Boni
Ci auguriamo di offrire con questo progetto un contributo alla
conoscenza del nostro strumento, sia per quanti oggi già lo apprezzano, sia per chi si accosta
per la prima volta alla chitarra e
vuole conoscerne la storia, sia per
consegnare alle generazioni future una testimonianza e al tempo
stesso un punto di partenza per
altre analisi e ricerche.
La Chitarra in Italia
nella prima metà
del Novecento
volume in preparazione a cura di
Simona Boni
I
l progetto è nato dal positivo
esito del Convegno‘Romolo
Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento’,
tenutosi a Modena lo scorso 1°
marzo 2008.
L’attenzione e l’interesse suscitato dalla ‘riscoperta’ in senso musicologico della storia chitarristica italiana del primo Novecento
ha permesso l’ideazione di questo
volume che sarà dato alle stampe nel 2009 presso il prestigioso
editore modenese Mucchi, in occasione del cinquantenario (19592009) della scomparsa di Romolo
Ferrari, musicista fondamentale
nel panorama di quel periodo,
specialmente per la sua eclettica
e per certi versi “pionieristica”
attività volta a valorizzare su più
fronti il mondo musicale legato
alla chitarra.
L’argomento del volume rappresenta una novità in quanto ancora non era stato realizzato uno
studio organico su queste tematiche, mentre numerosi, specialmente negli ultimi anni, sono stati i contributi volti alla riscoperta
di singole figure di quel periodo,
attraverso opere di ricerca, di esecuzione musicale e di registrazione discografica.
24
Dicembre 2008
Ai contributi dei relatori che hanno partecipato al Convegno si
sono aggiunti gli apporti di altri
ricercatori venuti a conoscenza
del progetto, che negli scorsi mesi
è stato divulgato in modo ampio
anche attraverso le riviste di settore. Si è così venuta a creare una
equipe di ricerca, che unisce non
solo chitarristi-ricercatori, ma anche compositori e musicologi che
si sono da tempo interessati alla
chitarra, accomunati dall’aspetto
più autentico e vitale della ricerca, ovvero quello della condivisione e del confronto reciproco e
costante.
Si tratta quasi di un unicum nel
campo della musicologia chitarristica, particolarmente significativo per un periodo così vicino
cronologicamente ma che ancora
offre ampi spazi per un approfondimento, come la prima metà del
Novecento: lo sforzo sarà infatti
maggiore nel dare una storicità
ai fatti, nel cercare i documenti
originali (non sempre accessibili
e spesso racchiusi in fondi privati), descrivendo per la prima volta un ritratto di quell’epoca colto
nei suo vari aspetti, in un divenire storico che pur fra difficoltà
contingenti (ad esempio i conflit-
ti bellici) ha saputo creare intorno
alla chitarra un vitale movimento
di energie e di attese su cui poggiano gli sviluppi più recenti.
Forse proprio ora, a una giusta
distanza temporale, siamo in
grado di analizzare meglio quel
periodo, attuando una riflessione basata sull’analisi delle fonti
e insieme sulla comprensione
del percorso storico-musicale del
nostro strumento, colto nella sua
complessità.
Sarà forse questo il punto di partenza per ricerche ulteriori, e per
un metodo di lavoro che sempre
più potrà configurarsi come depositario di una seria consapevolezza del fare ricerca, che non
è disgiunta dal fare musica, o
dall’essere musicisti. La sensibilità, la passione, l’umile e paziente lavoro di ricognizione sono
altrettanti requisiti che guidano
questo approccio.
Il volume sarà articolato in tre
sezioni, ovvero una prima parte
incentrata sulla figura e sull’opera di Romolo Ferrari, poi la parte
centrale del lavoro, volta ad analizzare i vari aspetti che concorrono a creare un ritratto dell’epoca
La prestigiosa Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena, come è
già avvenuto per il Convegno, offrirà il patrocinio culturale al presente progetto, secondo la continuità di intenti che fin dall’inizio
ha caratterizzato la collaborazione con questa antica istituzione.
L’appuntamento sarà dunque nel
2009 di nuovo presso le sale settecentesche dell’Accademia, con
un incontro di presentazione del
volume. In questa occasione a
quanti ne faranno richiesta sarà
fatto omaggio di una copia della pubblicazione, nell’intento di
diffondere il più possibile questo
lavoro.
Progettazione del volume
‘Romolo Ferrari e la chitarra
in Italia nella prima metà
del Novecento’
Prefazione all’opera
(Enrico Tagliavini)
Parte I: Romolo Ferrari
Profilo Biografico
(Simona Boni);
Ferrari Compositore
(Giovanni Indulti);
Le composizioni dell’Ottocento
nel ‘Fondo Ferrari’
(Massimo Agostinelli).
Parte II:
Il ritratto di un’epoca.
Il repertorio musicale del chitarrista italiano del primo Novecento
(Giacomo Parimbelli);
La didattica chitarristica nella
prima metà del Novecento (Mario Dell’Ara);
L’istituzione della cattedra di
chitarra nei Conservatori italiani (Silvia Mastrogregori);
Le edizioni e le riviste chitarristiche italiane (Vincenzo Pocci);
Compositori non chitarristi in
Italia (Gianni Nuti);
Ettore Desderi (Piero Mioli);
Il contributo di Oscar Chilesotti
Invito ancora, in questa fase di
puntualizzazione delle ricerche,
a mettersi in contatto con la sottoscritta, curatrice del volume,
o con gli autori dei singoli contributi quanti possano fornire
testimonianze, indicazioni, documenti dell’epoca che saranno
debitamente citati nel volume,
unitamente a un ringraziamento
verso quanti stanno collaborando
anche in questo modo al presente
lavoro.
Simona Boni
[email protected]
cell. 347-0431572
tel. 059-570067
Romolo Ferrrari
con Andres Segovia
Romolo Ferrrari
alla storia del liuto e della chitarra
tra fine Ottocento e primo Novecento (Stefano Toffolo);
The influence of Italian Guitar Music and Italian players on the development of artistic Guitar Playing in
Germany in the first half of the XX
century (Andreas Stevens);
Toto Amici, Antonio Dominici e i
rapporti chitarristici tra Italia e Russia (Marco Bazzotti); Mandolino e
chitarra: repertorio e contesto musicale nella prima metà del Novecento (Ugo Orlandi); La liuteria chitarristica in Italia nel primo Novecento
(Roberto Regazzi);
Registrazioni storiche
(Giuseppe Idone ).
Parte III:
Alcune figure notevoli. Maria Rita
Brondi (Maurizio Mazzoli); Anselmo
Bersano (Adriano Sebastiani); Carmelo Coletta (Paola Dato); Teresa De
Rogatis (Clara Campese); Cesare Lutzemberger (Norma Lutzemberger);
Luigi Mozzani (Giovanni Intelisano);
Giovanni Murtula (Luciano Chillemi); Pasquale Taraffo e la Scuola
Chitarristica Genovese (Giorgio Ferraris); Benvenuto Terzi (Giacomo Parimbelli).
25
Dicembre 2008
Un compositore italiano
vince il primo premio
al Concorso internazionale
“Ciudad de Logroño”
Dedicato
a Dimitri Nicolau
“Transition” di Luigi Salamon di Conegliano (TV)
è la composizione per orchestra a plettro
insignita del primo premio al Concorso
Internazionale “Ciudad de Logroño”,
La Rioja (Spagna).
Dimitri Nicolau:
una ricerca personale
di Maria Cristina Caldarola
I
l 18 ottobre scorso, davanti a
un pubblico giovane, attento
e
appassionato,
composto
prevalentemente da strumentisti
di plettri provenienti da vari Paesi
europei, è stato presentato dalla
Prof.ssa Maria Cristina Caldarola
il libro di cui è curatrice, Dimitri
Nicolau: una ricerca personale.
Il secondo premio è stato attribuito a
“Castillos de Sal” di Javier Villafuerte Jimenez
di Cordoba (Spagna).
Il terzo premio a “Divertimento capriccioso”
di Mirko Schräder (Germania).
(Tracceremo, nel prosssimo numero, il profilo
artistico di questo emergente compositore
e le caratteristiche più salienti della sua musica).
Un compositor italiano gana el concurso 'Ciudad de Logroño'. larioja.com
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Cultura y Espectáculos
CULTURA
Un compositor italiano gana el concurso 'Ciudad de
Logroño'
16.12.2008 - EUROPA PRESS| LOGROÑO
'Transition', del italiano Luigi Salamon, ha sido la composición
musical para orquestas galardonada con el primer premio en el
Concurso Internacional organizado por el Ayuntamiento de Logroño.
El segundo premio ha correspondido a 'Castillos de Sal', del
cordobés Javier Villafuente, mientras que el tercer premio lo ha
recibido 'Divertimento capriccioso', del alemán Mirko Schrader.
A esta edición del certamen se han presentado un total de doce
composiciones procedentes de siete países, entre los que figuran
Italia, Bulgaria, Estados Unidos, Reino Unido, Alemania y Australia,
además de España.
La rueda de prensa convocada por el concejal de Cultura, Carlos
Navajas, ha servido para presentar la publicación de las partituras
premiadas de las últimas cuatro ediciones: 'La Senda de los
elefantes', de Eduardo Maestre, en clara referencia a la calle Laurel,
en 2002; 'Acerca de la felicidad', de Javier Riba, en 2004; 'Momentos
breves', de Ángel Pozo, en 2005; y 'Música en Do', de Carlos Blanco,
en 2006. Para ello, se han editado 400 ejemplares de cada una de
estas partituras, que se han repartido a orquestas de plectro
internacionales, conservatorios y a la Asociación Europea de
Guitarra y Mandolina.
En 2009 se ha previsto la edición de las tres partituras ganadoras en
esta quinta edición, que ya han sido interpretadas en encuentros
Los organizadores. /J.M.
europeos de plectro.
LOS PREMIADOS
26
Dicembre 2008
Concurso de Composición 'Ciudad de Logroño'
Primer premio: 'Transition', de Luigi Salamon,
de Italia.
Segundo premio: 'Castillos de sal', de Javier
Villafuerte Jiménez, de Córdoba (España).
Tercer premio: 'Divertimento capriccioso', de
Mirko Schrader, de Alemania.
L’evento apriva la 9° edizione
delle Giornate Nazionali sul
Mandolino e la Musica a plettro,
promossa
dall’Associazione
Musicale “Il Plettro” di Vittorio
Veneto
unitamente
alla
Federazione
Mandolinistica
Italiana e con il patrocinio del
Comune di Vittorio Veneto,
intitolata quest’anno Mandolini
di Pace e inserita all’interno
delle manifestazioni per il 90°
anniversario della fine della
Prima Guerra Mondiale.
“La guerra – recita la locandina
che annuncia l’evento – è frastuono,
assordante sferragliare d’armi, grida
di dolore… ma anche perentorio
silenzio di terrore e di morte… La
pace, invece, è possibilità di parola.
Dialogo, incontro. E, in questo
scambio, la musica può essere
linguaggio universale, che supera
qualunque barriera senza mai tradire
o affievolire le radici profonde di ogni
singola identità”.
La motivazione ideale dell’evento,
voluto con appassionata tenacia
dal Dott. Artemisio Gavioli,
Presidente della Federazione
Mandolinistica Italiana, parte
infatti proprio dall’assunto che
la cultura è anche socialità e
può e deve essere un mezzo
perché identità diverse si
possano conoscere, apprezzare e
Il quartetto di saxofano “Rènaissance”
vicendevolmente stimolare.
sue opere.
A Vittorio Veneto erano presenti
giovani musicisti provenienti da
Paesi che nella Grande Guerra
erano tra loro belligeranti:
Croazia, Germania, Austria,
Italia.
Peculiarità dell’avvenimento e
motivo di grande interesse per
gli ascoltatori è stata la presenza
tra gli interpreti del Quartetto di
Saxofoni “Rénaissance”. Infatti,
accanto all’interpretazione della
Simple Suite op. 151 per Orchestra
di Plettri, eseguita brillantemente
dall’Ensemble
“La
scatola
sonora”, sono state presentate tre
opere scritte da Dimitri Nicolau
per Quartetto di Saxofoni: il
Saxquartet n. 5, op. 270 eseguita
in prima mondiale, il Saxquartet
n. 6 op. 274, entrambe dedicate al
Quartetto “Rénaissance” stesso,
e Zuki’s Dance. L’esecuzione del
Quartetto è stata molto apprezzata
per l’ottimo grado di fusione,
l’intonazione sicura, la plasticità
e la duttilità dell’interpretazione.
“La musica – dice ancora la
locandina – non è svincolata dalla
storia: si pensi alle vicissitudini del
mandolino, guardato con antipatia
in Croazia a inizio Novecento perché
lì arrivato insieme all’occupazione
veneziana. Le cose sono cambiate
e in quel Paese il mandolino rivive
un’epoca di riscoperta e rinnovata
passione. Come in Italia e in altri Paesi
europei … il mandolino ha ripreso
nuova vitalità, grazie all’attenzione
di musicisti e compositori, che
ne apprezzano le caratteristiche
espressive inconfondibili, e la grande
versatilità”.
Da questo è nata l’esigenza
di dedicare uno spazio della
manifestazione per approfondire
la conoscenza della personalità
del compositore Dimitri Nicolau,
recentemente scomparso, autore
di importanti lavori dedicati al
mandolino. La presentazione
del libro all’attento pubblico,
svolta dalla curatrice stessa in
italiano e in inglese e, grazie alla
collaborazione del Dott. Michele
De Luca, Vicepresidente della
Federazione
Mandolinistica
Europea, in tedesco, si è articolata
in letture di scritti e pensieri
del
Compositore
alternate
all’esecuzione dal vivo di alcune
L’insolita presenza di uno
strumento così diverso da quelli
a plettro, fortemente voluta dal
Dott. Gavioli, è divenuta motivo
di conoscenza e approfondimento
della poetica di Dimitri Nicolau
che, nella sua ricerca musicale, ha
esplorato le potenzialità di ogni
strumento usando spesso tonalità
e tecniche esecutive non usuali, e
proposto, come dice egli stesso,
“un gran numero di composizioni
nuove per questi strumenti antichi
e moderni insieme, mai perduti
ma continuamente ritrovati” e la
separazione da una tradizione
“popolareggiante” che di fatto li
escludeva dal grande filone della
musica “colta”.
27
Dicembre 2008
S
i informa che EGMA,
la Federazione mandolinistica Europea organizza il 9th meeting
di EGMYO (Orchestra
giovanile Europea di
Chitarre e Mandolini)
che si terrà dal 4 al 13 di
Aprile 2009 in Savona,
in collaborazione con la
Federazione Mandolinistica Italiana e la città di
Savona.
Qui accanto la lettera di
invito da parte del Presidente esecutivo Rudiger
Grambow per i giovani
mandolinisti e chitarristi interessati, di età
compresa fra i 16 ed i 27
anni.
Data di scadenza:
10 Gennaio 2009.
Ruediger Grambow
Executive President
23th December, 2008
INVITATION
to participate in the 9th meeting of the European Guitar and Mandolin Youth Orchestra
(EGMYO) from 4th – 13th April 2009 in Savona (Italy)
Dear Ladies and Gentlemen,
dear Music Friends,
the 9th meeting of the European Guitar and Mandolin Youth Orchestra will be held from 4th – 13th
April, 2009 in Savona (Italy). The meeting is organized by the European Guitar and Mandolin
Association (EGMA) in cooperation with the Federazione Mandolinistica Italiana (FMI) and the City
of Savona.
Please see the enclosed information for details about the artistic director, the lecturers, the program
and the conditions of participation.
The planned music program for the meeting is:
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Kurt Schwaen: "Suite Concertante" for mandolin, guitar and Zupforchester
Carlos Blanco Ruiz: "Música en DO"
Eduardo Angulo: "Guitar Concerto"
Oliver Kaelberer: "Udawálawe ... and the elephants keep rocking..."
Dimitri Nicolau: "Simple Suite"
Takashi Kubota: "Tanz Suite" Nr. 2 op. 21
George Linus Cobb: "Russian Rag"
The artistic lecturers are:
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Carlo Aonzo (conductor, Italy)
Jeannette Haase (1st mandolin, Germany)
Olga Dubowskaja (2nd mandolin, Belarus)
-2-
N.N. for mandola (not fixed yet)
Allan Neave (guitar, Scotland – not fixed yet)
Permitted instruments are:
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EGMA - Office | Ruediger Grambow | Huulkamp 26 | D - 22397 Hamburg | Germany
fon +49 – (0)40 – 608 89 013 | fax +49 – (0)40 – 608 89 m014 | e-mail: [email protected]
Mandolin
Bandurria
Mandola
Laud Espagnõl
Guitar
Double bass
Conditions of Participation:
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Advanced performance level and experience as orchestral player
Participant’s contribution amounting € 230,00
Travel expenses to Savona on own account
Interested in meeting young people of other countries to work and to have fun together
At the end of the meeting the organizers plan to have 3 public concerts to performe the musical
program at high artistical standard. The concerts will be in the main theater of Savona, in Genova
and in San Remo.
Interested young players from the age of 16 to 27 years are encouraged to send in the application
form. The closing date is the 10th January, 2009.
We will have the right to select the players depending on the total numbers of the different
instruments and we will have the right to refuse players.
Please arrange your arrival at the airport in Genova (Genua) on the 4th April, 2009. Group-transport
from the airport to the venue will be arranged. Flight connections to Genova (the next airport to
Savona) might be in high demand because of the Easter holidays in Europe. We would advise you to
book your flights immediately after receipt of the confirmation letter of your registration.
We intend to send the participants the music in advance. You are expected to have practised your
part before coming to the EGMYO.
All accepted participants will be expected to fill in a consent form which give details of emergency
contact numbers, immunisations and any health issues the organisers must be aware of. All
participants will be expected to confirm the rules advised by the responsible people in Savona.
Hoping to see you in Savona, good wishes for a Merry Christmas and the New Year
Yours
Ruediger Grambow
Executive President of EGMA
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Plectrum 4/2008 - Federazione Mandolinistica Italiana