INTEGRAZIONE SCOLASTICA La presenza nel nostro istituto d’alunni in situazione di handicap, negli ultimi anni è aumentata sensibilmente, infatti, attualmente frequentano la nostra scuola 15 ragazzi diversamente abili. Tale presenza impone la necessità di ricercare strategie e percorsi alternativi che consentano la loro reale integrazione nella società di cui fanno parte. Per questo siamo convinti che lo sviluppo delle loro potenzialità nell’apprendimento, nelle relazioni, nella socializzazione e l’eventuale inserimento nel mondo del lavoro, è un compito che va sicuramente condiviso a livello interistituzionale. L'inserimento degli alunni portatori di handicap nelle classi è finalizzato alla loro piena integrazione. Offrendo a tali alunni opportunità formative, la scuola si propone l'obiettivo di consentire a ciascuno lo sviluppo delle proprie potenzialità attraverso percorsi individualizzati e personalizzati. L'integrazione degli alunni disabili impegna docenti, alunni e genitori nel difficile percorso d’accettazione della diversità e rappresenta un importante momento di crescita personale e umana per ogni componente della comunità scolastica. Il raggiungimento di tali obiettivi, richiede il coinvolgimento di tutto il corpo docente favorendo così, sia la crescita dei singoli soggetti sia quella dell'istituzione nel suo complesso. Per ciascun alunno con handicap la scuola, in collaborazione con la famiglia e con gli specialisti del servizio territoriale, predispone un apposito "Piano Educativo Individualizzato" (PEI). Sono componenti indispensabili nella stesura e nella definizione del PEI: a. i dati conoscitivi raccolti attraverso l'osservazione iniziale, i colloqui con i genitori, con i medici o gli esperti che operano sull'alunno, la lettura della documentazione esistente, ecc. b. la diagnosi funzionale che deve essere fornita dall'ASL; c. l'analisi delle risorse della scuola e del territorio; d. la programmazione individualizzata, che comprende la scelta degli obiettivi, delle metodologie, delle strategie che si vogliono adottare per valorizzare le risorse dell'alunno. Il percorso formativo è un tratto, una tappa, dell'intero progetto di vita. Come ogni progetto di vita, anche il percorso formativo si traduce in progetto e prende senso e contenuto dal contesto socio-culturale dell'individuo, dalla sua motivazione, dagli obiettivi che si pone e dalle risorse personali e sociali, disponibili o reperibili. Favorire e promuove la partecipazione attiva della persona disabile al suo progetto di vita, ne rafforza l'identità personale e sociale, ne sostiene l'autostima, la rende e la fa sentire a pieno titolo un cittadino ed un lavoratore, generando integrazione sociale. PROGETTO INTEGRAZIONE (Camminiamo insieme cercando di stare bene a scuola) Proponenti: insegnanti di sostegno. Referente: prof. Losco Fioravante (responsabile Handicap dell’istituto). Destinatari: docenti curricolari, docenti di sostegno, alunni H e non. Obiettivi: - consolidare la cultura dell’integrazione e della solidarietà concreta e fattiva nella scuola; - consolidare la collaborazione tra insegnanti curriculari, di sostegno e tra operatori scolastici; - favorire positivamente il passaggio dalla scuola media alla Scuola Superiore; - realizzare attività complementari, incluse nelle attività di sostegno, per sollecitare e potenziare la motivazione, le abilità cognitive, la creatività e l’espressività di ogni singolo allievo diversamente abile; - coinvolgere i compagni di classe degli alunni H, nel processo d’insegnamento/apprendimento. Durata: intero anno scolastico. · Integrazione Scolastica degli alunni portatori di handicap: è stata istituita un’apposita Commissione che si occuperà di tutte le problematiche relative all’integrazione degli alunni portatori di handicap, secondo le seguenti fasi relative all’inserimento nella classe prima: 1. orientamento in ingresso (periodo di effettuazione: marzo - aprile maggio dell’anno scolastico precedente all’ingresso): 2. l’insegnante di sostegno prende contatti: a) con la scuola media da cui proviene l’alunno b) con la famiglia c) con l’ASL 3. progettazione e svolgimento di uno stage orientativo articolato in diversi momenti della giornata: visita alla scuola , prove d’ingresso, colloqui con l’insegnante di sostegno delle medie. I test d’ingresso valutano le competenze linguistiche, logico-matematiche, psicomotorie, relazionali, l’autonomia operativa e gestionale, l’approccio all’uso del personal computer. Dall’incontro con gli insegnanti della Scuola Media emergono bisogni e aspettative dell’alunno. 4. predisposizione di percorsi diversi legati ad effettivi bisogni, capacità, difficoltà del singolo. Tali percorsi si riconducono essenzialmente a due categorie: Î percorso forte : si tratta di un percorso attraverso il quale si intendono raggiungere gli obiettivi previsti per il resto della classe. In genere viene seguito nel caso di portatori di handicap fisici e/o sensoriali. La valutazione avviene con i voti, senza indicazioni aggiuntive e segue i criteri generali adottati per la classe; il passaggio alla classe successiva è legato al conseguimento della sufficienza. Il percorso è finalizzato al conseguimento della Qualifica Professionale (3°anno) e del Diploma di Stato (5°anno). Î percorso debole: si tratta di un percorso che si propone di raggiungere obiettivi adeguati alle reali capacità dell’alunno portatore di difficoltà tali per cui il Consiglio di classe elabora un Piano educativo personalizzato (P.E.P.) che può discostarsi notevolmente dai programmi curricolari o prevedere riduzioni e semplificazioni del curricolo. La valutazione avviene con i voti (O.M. 80/95), ma esclusivamente in relazione agli obiettivi del Piano Educativo Personalizzato; sulle schede di valutazione sarà riportata la frase: "la presente votazione è riferita al PEP e non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi dell’art. 13 dell’ordinanza ministeriale n.80 del 9 marzo 1995". In tal caso il Consiglio di classe dichiara che "l’alunno è ammesso alla frequenza della classe successiva". Al termine del percorso viene rilasciato un attestato di frequenza. 5. relazione finale : riporta le singole prove effettuate e descrive gli aspetti relazionali ed operativi emersi. E’ utile per individuare quegli aspetti la cui osservazione andrà approfondita e per valutare la necessità di supporti didattici specifici. 6. criteri d’inserimento nelle classi: 4 continuità di servizio degli insegnanti; 4 numero di alunni per classe; 4 equilibrata distribuzione degli alunni in situazione di handicap all’interno di ogni classe. 7. accoglienza: 4 nei primi giorni del nuovo anno scolastico gli alunni familiarizzano con la classe e con gli insegnanti. 4 il Consiglio di classe esamina l’alunno nel contesto della classe e ne mette a fuoco potenzialità e difficoltà relazionali e cognitive per stendere collegialmente l’eventuale Piano educativo personalizzato o il piano di lavoro annuale. 8. inserimento: 4 Il Consiglio di classe e l’insegnante di sostegno progettano il percorso didattico dell’alunno individuando, se necessario, tagli e modifiche nell’ambito della programmazione di classe e l’eventuale partecipazione ai laboratori finalizzati allo sviluppo di particolari abilità. 4 Il Consiglio di classe redige il Piano educativo personalizzato e lo sottopone a verifica al termine del primo quadrimestre. Il Piano educativo personalizzato viene concordato con la famiglia e con l’ASL di riferimento, nel corso del primo incontro dell’equipe H a scuola, relativamente ai seguenti punti: Ö esiti delle prove d’ingresso Ö organizzazione degli interventi Ö obiettivi educativi e didattici Ö criteri per le verifiche e la valutazione Ö laboratori finalizzati. Gli esiti della verifica collegiale (valutazione dell’adeguatezza del percorso progettato ed eventuali modifiche) vengono comunicati alle famiglie e all’ASL di riferimento in occasione degli incontri PEP fissati rispettivamente alla fine del primo quadrimestre e al termine dell’anno scolastico. 9. Rapporti con la famiglia: l’insegnante di sostegno cura, quasi quotidianamente, il dialogo con la famiglia. Gli incontri con i docenti curricolari si svolgono in occasione delle udienze generali. L’informazione relativa al percorso svolto è garantita dagli incontri P.E.P., che prevedono la partecipazione della famiglia, del neuropsichiatra dell’ASL e dei docenti disponibili. 10. rapporti con figure ed enti territoriali di competenza: sono previsti con l’ASL di riferimento un incontro trimestrale di verifica del processo formativo in atto, programmazione di un confronto stages su problematiche formativo-lavorativi. A emergenti, questi la incontri partecipano l’insegnante di sostegno il coordinatore di classe e i docenti disponibili. 11. verifica e valutazione: sono legate ai percorsi didattici effettivamente svolti e sono frutto di un lavoro comune dei docenti curricolari e di sostegno nell’ambito del Consiglio di classe. Il referente del progetto Prof. Losco Fioravante PROGETTO INTEGRAZIONE PRINCIPALI FASI PER UN CORRETTO INSERIMENTO IN CLASSE DELL’ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP ORIENTAMENTO IN INGRESSO CRITERI DI INSERIMENTO NELLE CLASSI ACCOGLIENZA RAPPORTI CON LA FAMIGLIA RAPPORTI CON FIGURE ED ENTI TERRITORIALI DI COMPETENZA CONTATTI CON LA SCUOLA MEDIA PROGETTAZIONE DI UNO STAGE ORIENTATIVO INSERIMENTO PREDISPOSIZIONE DI PERCORSI DIVERSI VERIFICA E VALUTAZIONE ALUNNI IN DIFFICOLTA’ ISTITUTI SECONDARI DI SECONDO GRADO ANALISI DELLA SITUAZIONE INIZIALE DIAGNOSI FUNZIONALE PROFILO DINAMICO FUNZIONALE PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO PROGRAMMAZIONE NORMALE INDIVIDUATA NEL P.O.F. PER OBIETTIVI MINIMI DIFFERENZIATA Sono obiettivi minimi delle singole programmazioni, quindi si tratta di una programmazione non differenziata Prevede interventi educativi e didattici adeguati alle capacità e potenzialità riscontrate La programmazione normale e quella per obiettivi minimi è rivolta: Agli alunni con disabilità Agli alunni con disabilità FISICA SENSORIALE VALUTAZIONE O.M. 395/91 Art.13 Non si può procedere ad alcuna valutazione differenziata ESAMI DI QUALIFICA E ESAMI DI STATO C.M.163/83 MODALITA’ DI SVOLGIMENTO DELLE PROVE: Ö SCRITTE Ö ORALI Ö GRAFICHE ÖPRATICHE… A.318 D.Lvo 297/94 D.P.R. 323/98 PROVE EQUIPOLLENTI 4 TEMPI PIU’ LUNGHI 4 PRESENZA DI ASSISTENTE PRESENZA DI UN OPERATORE SCOLASTICO PER GLI AUSILI 4 DOCUMENTO DEL 15 MAGGIO (per quel che riguarda l’esame di stato) La programmazione differenziata è rivolta: Agli alunni con disabilità psichica in rari casi agli alunni con disabilità fisica e sensoriale. VALUTAZIONE O.M.395/91 art.13 ÖDIFFERENZIATA ÖPROMOZIONE SENZA VOTI Serve formale assenso della famiglia, senza il quale, l’alunno non può essere valutato diversamente. I voti hanno valore legale solo per proseguire negli studi e passare alla classe successiva. SCRUTINI O.M.90/01 nota 08/07/02 I voti sulla pagella sono riferiti al P.E.I. e ciò va indicato solo sulla pagella e non sui tabelloni esposti. ESAMI O.M.90/01 A15 Sia per gli esami di qualifica, che per gli esami di stato, le prove saranno differenziate coerenti con il percorso formativo svolto dallo studente C.M.262/88 Si rilascia un attestato di frequenza in cui si indicheranno le capacità e le competenze raggiunte. PROGETTO ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON HANDICAP Gruppo di progetto: Gruppo di lavoro handicap Responsabile: Prof. Obiettivi: Facilitare il passaggio degli alunni da un ordine all’altro di scuola Destinatari ( tipologia e numero): Alunni portatori di handicap psico - fisico e sensoriali Risultato previsto: Tutti gli alunni sono integrati nella scuola FASI DEL PROGETTO FASI RESPONSABILE DELLE FASI TEMPI PREVISTI A. Conoscenza dell’ambiente scolastico Referente aprile- maggio dell’anno di iscrizione “ B. Creazione di rapporti interpersonali “ C. Attivazione della comunicazione settembreottobre a inizio anno scolastico settembre ottobre CONTROLLO DI FATTIBILITÁ (verifica del progetto) Risorse RISORSE E VINCOLI occorrenti Aprile – maggio dell’anno di iscrizione si settembre – ottobre dell’anno di frequenza a scuola si TEMPO PERSONE disponibili 1. 2. 3. 4. docenti di sostegno assistenti famiglie personale specialistico 5. assistente sociale si 1. centri di aggregazione 2. gruppi sportivi 3. servizi sociali si ATTREZZATURE FINANZIAMENTI STRUTTURE ESTERNE FASE A (una scheda per ogni fase) SVILUPPO ATTIVITÁ CHI FA 1. Visita dell’edificio scolastico nei suoi spazi strutturati in classi, laboratori, palestre, uffici, spazi verdi. docente di sostegno 2. Conoscenza delle risorse disponibili a scuola “ COME,CON CHE COSA TEMPI Il docente invita 1 giorno di aprile l’alunno e la famiglia o maggio a far visita alla scuola Il docente mostra all’allievo e alla famiglia le risorse di cui la scuola dispone per un suo più facile inserimento RIESAME DEL PROGETTO PROBLEMI - MODIFICHE “ FASE B (una scheda per ogni fase) SVILUPPO ATTIVITÁ CHI FA COME,CON CHE COSA TEMPI 1. Sviluppo di rapporti tra l’alunno portatore di handicap e i compagni docente di sostegno Il docente entra in classe e con gradualità inserisce l’alunno stabilendo rapporti sempre più stretti Primi mesi di scuola “ “ 2. Sviluppo di rapporti tra l’alunno portatore di handicap e gli operatori scolastici Il docente gradualmente, con un continuo dialogo, presenta l’alunno a tutti gli operatori scolastici fino a creare un buon rapporto con tutti RIESAME DEL PROGETTO PROBLEMI - MODIFICHE FASE C (una scheda per ogni fase) SVILUPPO ATTIVITÁ CHI FA COME,CON CHE COSA TEMPI 1. Attivazione della docente di sostegno Il docente, differenziando i percorsi educativodidattici in funzione dei bisogni, invita l’alunno e la famiglia ad assistere alle rappresentazioni teatrali,musicali, alle mostre. Ultimi giorni di scuola dell’anno dell’iscrizione comunicazione 2. Partecipazioni alle uscite previste dal progetto accoglienza “ Il docente, in rapporto al tipo di handicap, partecipa con il ragazzo, alle visite d’istruzione previste nell’ambito del progetto accoglienza RIESAME DEL PROGETTO PROBLEMI – MODIFICHE Primi giorni di scuola dell’anno di frequenza DIRETTIVA REGIONALE PER GLI INTERVENTI DI ORIENTAMENTO PER L’ANNO……………….. “AZIONI INTEGRATE DI ORIENTAMENTO” PERCORSI INTEGRATI Scuola Media – Scuola Superiore L’I.S.I.S.S. “Carlo Anti”, nell’ambito del progetto “Azioni integrate di orientamento” della sede circoscrizionale di Villafranca (VR), in accordo con la Scuola Media/Ist. Comprensivo di……………………….., organizza un percorso integrato per il seguente allievo frequentante la terza media: Î Cognome e nome dell’allievo…………………………………………… Il suddetto allievo sarà inserito nella classe……dell’indirizzo……………. affiancato dall’insegnante di sostegno…………………………………….. nel periodo dal……..al……..rispettivamente nei giorni: Î ……………………………….. Î ………………………………. L’orario didattico della giornata del…………….della classe………..è il seguente: Î I^ ora.………………………… Î II^ ora………………………… Î III^ ora……………………….. Î IV^ ora……………………….. Î V^ ora………………………… Î VI^ ora……………………….. L’allievo sarà tenuto a rispettare l’orario di entrata (7.55) e di uscita (13.10) dalla scuola, in via…………………..(previo diversi accordi con la scuola di provenienza). Lo svolgimento del progetto sarà coordinato e seguito dal prof………………………. Villafranca, li………………… IL DIRIGENTE SCOLASTICO PROGETTO EDUCATIVO DI INSERIMENTO LAVORATIVO DI ALUNNI H IN STAGE ASSISTITO IN AZIENDA L’Istituto, come ente educativo ha ritenuto opportuno promuovere, condividere ed attuare un percorso educativo che preveda la realizzazione di esperienze formative in ambienti scolastici ed extrascolastici in contesti operativi. L’esperienza scuola – lavoro ha valenza esclusivamente educativo – formativa ed intende favorire l’apprendimento e l’acquisizione di quegli elementi di conoscenza e di competenza che possono ulteriormente orientare e guidare l’alunno in situazione di svantaggio nella costruzione di un percorso esperenziale di conquista di sempre maggiori livelli di autonomia che possono favorire un graduale processo di inserimento sociale nel mondo del lavoro. TITOLO DEL PROGETTO: “E nello zaino l’esperienza dello stage” PROPONENTE: I.S.I.S.S. “C.Anti” Villafranca (VR) REFERENTE: Responsabile H, docenti di sostegno e tutor stage AZIONE PREVALENTE: Î Acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro. DESTINATARI DEL PROGETTO: Soggetti portatori di handicap delle classi 3^ 4^ e 5^ di tutti gli indirizzi, in possesso dei seguenti prerequisiti: Î capacità minime di socializzazione; Î capacità motorie degli arti superiori sufficienti per la manipolazione di oggetti, Î capacità cognitive sufficientemente adeguate per il lavoro da svolgere. SOGGETTI PARTNERS: Î Aziende, istituti scolastici, Assessorato servizi sociali del Comune, SIL, cooperative, Associazioni industriali e artigiani…….. Ruoli e funzioni di ogni soggetto partner all’interno del progetto: 1. accoglienza degli alunni in situazione di handicap 2. assegnazione di mansioni in relazione alle capacità cognitive e sociorelazionali, 3. attività di monitoraggio e verifica con la coordinatrice tutor CONTESTO SCOLASTICO/AMBIENTALE NEL QUALE IL PROGETTO S’INSERISCE E IL PROBLEMA/ESIGENZA CHE S’INTENDE AFFRONTARE. L’ISISS “C. Anti”, essendo una scuola con oltre dieci anni d’esperienza nel settore dell’handicap, ritiene necessario offrire a questa tipologia di alunni percorsi didattici complementari e/o alternativi all’insegnamento curricolare, al fine di favorire l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro. Obiettivi generali del progetto • Consentire il consolidamento del processo di socializzazione ed integrazione avviato negli anni scolastici precedenti; • acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità; • sviluppo del sé; • assumere comportamenti più autonomi e responsabili; • acquisire capacità di gestione del lavoro in tempi e spazi definiti. Contenuti Î Attività preparatorie in funzione dei compiti che saranno affidati sul lavoro. Î Osservazione della struttura dove si svolgerà lo stage. Î Organizzazione del lavoro, intesa come tempi e modi di attuazione. Î Lavoro eseguito alla presenza del tutor. Î Lavoro eseguito in modo autonomo. Metodologie d’intervento per la realizzazione degli obiettivi Il progetto si svolgerà nel mese di marzo per un totale di 15 giorni. Agli incontri, che si articoleranno con cadenza settimanale, prenderanno parte i soggetti con handicap ed i relativi insegnanti di sostegno in caso di necessità. L’attività didattica sarà condotta dalla coordinatrice tutor secondo il programma stabilito. La metodologia si baserà prevalentemente sull’attività pratica, intervallata da momenti di resoconto scritto sull’attività svolta e sulle fasi organizzative. Il progetto partirà con l'analisi della situazione di partenza, intesa come dinamica comunicativa e relazionale, per identificare i bisogni e le difficoltà degli alunni coinvolti nel progetto. Si farà leva sulla valorizzazione dei successi anche se minimi e l'incoraggiamento di fronte agli obiettivi non raggiunti. Strumenti e materiale didattico da utilizzare Î CD e floppy-disc, materiale di cancelleria, software per la gestione del magazzino Î Aule: di sostegno e di informatica Risultati attesi alla conclusione Î Aumento della capacità comunicativa e relazionale; Î sviluppo delle capacità collaborative nel lavoro di gruppo; Î acquisizione di competenze anche in relazione all’uso delle nuove tecnologie. Modalità di verifica e certificazione delle competenze Per ogni proposta didattica si procederà con tre fasi di verifica. 1. Verifica iniziale: valutazione dei prerequisiti per affrontare l'argomento, attraverso test ed esercizi per controllare ed eventualmente rinforzare le competenze di partenza (docenti di sostegno). 2. Verifica in itinere: valutazione delle difficoltà che gli alunni stanno incontrando. Questo momento è particolarmente importante per non rischiare di perdere in modo irrecuperabile gli alunni che si sono arenati di fronte alle prime difficoltà (doc. sostegno + coordinatore tutor dell’attività). 3. Verifica finale: valutazione delle abilità conseguite dai singoli, attraverso l'analisi dei lavori prodotti e del contributo dato dall'alunno ai lavori di gruppo. 4. Valutazione collettiva sull'interesse dimostrato dai ragazzi per le attività svolte. (Sarà effettuata da tutti i docenti coinvolti nel progetto). Alla fine del corso saranno certificate sia la frequenza sia le competenze acquisite. I descrittori elencati comprenderanno le seguenti voci: Î ore di frequenza Î motivazione e partecipazione Î competenze acquisite Modalità di monitoraggio dell’andamento del progetto L’attività di monitoraggio sarà effettuata periodicamente dalla coordinatrice, ma anche dai docenti di sostegno coinvolti nel progetto e dal personale dell’azienda. Si tratta di momenti in cui sarà fatto il punto della situazione, con particolare riguardo alle difficoltà incontrate, alla valutazione dei risultati conseguiti ed all’approfondimento di aspetti particolari del progetto. L’obiettivo del progetto è quello di favorire l’inserimento dei soggetti con handicap nel mondo del lavoro. I contenuti del presente progetto, infatti, valorizzano molte competenze, anche se a livello elementare, che potranno costituire un bagaglio personale spendibile in un futuro lavorativo. Le modalità di attuazione delle attività terranno conto delle capacità e delle potenzialità residue dei soggetti coinvolti. A tale scopo si utilizzeranno tutte le risorse e tutti gli strumenti per facilitare il percorso didattico. PROGETTO STAGE OBIETTIVI CONTENUTI Consentire il consolidamento del processo di socializzazione ed integrazione avviato negli anni scolastici precedenti Attività preparatorie in funzione dei compiti che saranno affidati sul lavoro Acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità Sviluppo del sé Assumere comportamenti più autonomi e responsabili Acquisire capacità di gestione del lavoro in tempi e spazi definiti Osservazione della struttura dove si svolgerà lo stage Organizzazione del lavoro, inteso come tempi e modi di attuazione Lavoro eseguito alla presenza del Tutor Lavoro eseguito in modo autonomo VADEMECUM DELLE ATTIVITA’ DI SOSTEGNO Questo documento è uno strumento a disposizione degli insegnanti di sostegno e dei docenti curricolari. L’INTEGRAZIONE DELLE PERSONE IN SITUAZIONE DI HANDICAP L’art. 3 della legge quadro (L. 104/92) stabilisce che disabile è "colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare un processo di svantaggio o di emarginazione." L’art. 12, comma 2, della legge sopra citata stabilisce che: "è garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata nella sezioni di scuola materna, nelle classi comuni di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie". A CHI IL COMPITO DI INDIVIDUARE E DEFINIRE CHI E’ IN ”SITUAZIONE DI HANDICAP” L’Unità Multidisciplinare dell’A.S.L., a seguito alla segnalazione della famiglia, certifica l’esistenza della situazione di handicap redigendo la Diagnosi Funzionale (D.F.), provvedendo anche a far pervenire alla scuola di iscrizione tale documentazione. L’art. 2 del D.P.R. 24 febbraio 1994 stabilisce che la segnalazione all’ASL può anche essere fatta dal Capo d’Istituto. Il Capo d’Istituto non può procedere a tale incombenza senza il consenso e il coinvolgimento della famiglia. Solo in casi eccezionali, il dirigente scolastico può segnalare ai servizi dell’ASL situazioni di particolare gravità senza coinvolgere direttamente la famiglia. CHI REDIGE IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (P.D.F.)? Lo redigono gli operatori socio-sanitari, i docenti curricolari, il docente di sostegno, i Genitori dell’alunno (art. 12, commi 5° e 6°, della L. 104/92). Successivo alla D.F. è il Profilo Dinamico Funzionale, che consiste nella "descrizione delle caratteristiche fisiche psichiche sociali dell’alunno, “le possibilità di recupero,le capacità possedute che devono essere sviluppate nel sollecitate rispetto e delle progressivamente scelte culturali rafforzate della e persona handicappata” (6° comma dell’art. citato) evidenziando le aree di potenziale sviluppo sotto il profilo riabilitativo, educativo-istruttivo e socio-affettivo.(art. 4 D.P.R. 24/02/1994; art. 3.3 degli Accordi di Programma del 30/11/96). Viene aggiornato alla fine della Scuola d’infanzia, Elementare, Media e durante la Scuola Superiore. IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.) E’ il "documento nel quale vengono descritti gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione ed alla integrazione scolastica" (art. 5 D.P.R. 24/02/1994; art. 12 L.104/92). In particolare, il P.E.I. mira ad evidenziare gli obiettivi, le esperienze, gli apprendimenti e le attività riabilitative più opportuni ed a garantirne la coerenza attraverso il loro coordinamento e l’assunzione concreta di responsabilità da parte delle diverse istituzioni, ivi compresa la famiglia (art. 3.4 degli Accordi di Programma del 30/11/96). Il P.E.I. dovrà essere periodicamente e collegialmente valutato nei suoi effetti e quindi aggiornato (art. 3.4 degli Accordi di Programma del 30/11/96). Lo redigono gli Operatori sanitari, gli Insegnanti curricolari, il Docente di sostegno e i Genitori dell’alunno. CHI SVOLGE L’ATTIVITA’ CON IL RAGAZZO IN SITUAZIONE DI HANDICAP? La C.M. n. 250/1985 ribadisce che "la responsabilità dell’integrazione è al medesimo titolo dell’insegnante di classe e della comunità scolastica", in quanto l’alunno fa parte della classe e non deve essere affidato esclusivamente all’insegnante di sostegno, poiché si parlerebbe di inserimento e non di integrazione. Tutti gli insegnanti curricolari devono farsi carico del progetto d’integrazione, in particolare nei tempi scolastici in cui l’insegnante di sostegno non è presente in aula. L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO L’insegnante di sostegno è a tutti gli effetti docente dell’intera classe (art. 13, comma 6, L. 104/92), in quanto " assume la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui opera, partecipa alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di classe e dei collegi dei docenti” e “partecipa a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di voto per tutti gli alunni della classe" (art.15 comma 10 dell’O.M. 90 del 21/5/2001). Il docente specializzato, oltre a curare gli aspetti metodologici, deve possedere "competenze psico - pedagogiche, relazionali, didattiche e svolgere il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici, relazionali e didattici". I POSSIBILI PERCORSI SCOLASTICI DEGLI ALUNNI CON CERTIFICAZIONE NELLA SCUOLA SUPERIORE Nella scelta del percorso scolastico più idoneo per l’alunno certificato bisogna partire da due considerazioni di base: Î L’idea che si ha dell’alunno: l’analisi delle sue reali capacità. Î L’alunno nel suo cammino professionale: è o sarà in grado di spendere in modo autonomo le competenze acquisite nel triennio e nel quinquennio. Si possono utilizzare due percorsi scolastici: Î Una programmazione globalmente riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmi ministeriali. Î Una programmazione differenziata. PRIMO PERCORSO Programmazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmi ministeriali, o comunque ad essi globalmente corrispondenti (art. 15 comma 3 dell’O.M. n.90 del 21/5/2001). Per gli studenti che seguono obiettivi riconducibili ai programmi ministeriali è possibile prevedere: Î Un programma minimo, con la ricerca dei contenuti essenziali delle discipline; Î Un programma equipollente con la riduzione parziale e/o sostituzione dei contenuti, ricercando la medesima valenza formativa(art. 318 del D.L.vo 297/1994). Sia per le verifiche che vengono effettuate durante l’anno scolastico, sia per le prove che vengono effettuate in sede d’esame, possono essere predisposte prove equipollenti, che verifichino il livello di preparazione culturale e professionale idoneo per il rilascio del diploma di qualifica o della maturità. Le prove equipollenti possono consistere in: Î MEZZI DIVERSI: le prove possono essere ad esempio svolte con l’ausilio di apparecchiature informatiche. Î MODALITA’ DIVERSE: il Consiglio di Classe può predisporre prove utilizzando modalità diverse (es. risposta multipla, Vero/Falso, ecc.). Î CONTENUTI CULTURALI E/O TECNICI E/O PROFESSIONALI DIFFERENTI DA QUELLI PROPOSTI DAL MINISTERO: il Consiglio di Classe entro il 15 Maggio (Documento del 15 Maggio) predispone una prova studiata ad hoc o trasformare le prove del Ministero in sede d’esame (la mattina stessa).(Commi 7e 8 dell’art. 15 O.M. n. 90 del 21/5/ 2001, D.M. 26/8/81, art. 16 L. 104/92 , parere del Consiglio di Stato n. 348/91). Gli alunni possono usufruire di tempi più lunghi nelle prove scritte ( comma 9 art. 15 dell’O.M. 90, comma 3 dell’art. 318 del D.L.vo n. 297/94). Gli assistenti presenti all’autonomia durante lo e comunicazione svolgimento solo come possono facilitatori essere della comunicazione (D.M. 25 maggio 95, n.170). Durante lo svolgimento delle prove d’esame nella classe terza l’insegnante di sostegno fa parte della Commissione. Nella classe quinta la presenza dello stesso è subordinata alla nomina del Presidente della Commissione qualora sia determinante per lo svolgimento della prova stessa. Si ritiene in ogni caso più che opportuna la presenza del sostegno. Gli alunni partecipano a pieno titolo agli esami di qualifica e di stato e acquisiscono il titolo di Studio. SECONDO PERCORSO Programmazione differenziata in vista di obiettivi didattici formativi non riconducibile ai programmi ministeriali. E’ necessario il consenso della famiglia (art. 15, comma 5, O.M. n. 90 del 21/5/01). Il Consiglio di Classe deve dare immediata comunicazione per iscritto alla famiglia, fissando un termine per manifestare un formale assenso. In caso di mancata risposta, si intende accettata dalla famiglia la valutazione differenziata. In caso di diniego scritto, l’alunno deve seguire la programmazione di classe. La programmazione differenziata consiste in un piano di lavoro personalizzato per l’alunno, stilato da ogni docente del C.d.C. per ogni singola materia, sulla base del P.E.I. Gli alunni vengono valutati con voti che sono relativi unicamente al P.E.I. Tali voti hanno valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi. Per gli alunni che seguono un Piano Educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni rilasciate, l’indicazione che la votazione è riferita al P.E.I. e non ai programmi ministeriali (comma 6 art. 15 O.M. 90 del 21/5/2001). Possono partecipare agli esami di qualifica e di stato, svolgendo prove differenziate omogenee al percorso svolto, finalizzate al conseguimento di un attestato delle competenze acquisite utilizzabile come "credito formativo" per la frequenza di corsi professionali (art. 312 e seguenti del D. L.vo n. 297/94). Gli alunni di 3^ classe degli istituti professionali possono frequentare lezioni ed attività della classe successiva sulla base di un progetto che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, con la conseguente acquisizione del credito formativo.( art. 15, comma 4, O.M. n. 90 del 21/5/01). Tali percorsi, successivi alla classe terza, possono essere programmati senza il possesso del diploma di qualifica. CONCLUSIONI Poiché al centro dell’attività scolastica rimane sempre e comunque l’alunno e il suo progetto di vita, per una sua più adeguata maturazione si può collegialmente decidere di dedicare maggior tempo-scuola alle materie caratterizzanti il suo percorso di studi. E’ altresì possibile prevedere gli obiettivi minimi fino alla qualifica e proseguire nell’ultimo biennio con la programmazione differenziata. Ciò si rende utile quando non sussistono i presupposti di apprendimento riconducibili globalmente ai programmi ministeriali e risulta importante che l’alunno maturi maggiormente le competenze acquisite, consolidi la stima nelle proprie capacità, sviluppi la sua crescita personale ed accresca una maggiore socializzazione. E’ altresì possibile prevedere un percorso differenziato nei primi anni di scuola e successivamente, ove il Consiglio di Classe riscontri che l’alunno abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti, passare ad un percorso con obiettivi minimi, senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell’anno o degli anni precedenti (comma 4 art. 15 dell’O.M. 90 del 21/5/2001). Pertanto, se ci fossero le condizioni, è possibile cambiare, nel percorso scolastico, la programmazione da differenziata in obiettivi minimi e viceversa. RIFERIMENTI NORMATIVI L’ACCESSO AL SISTEMA SCOLASTICO L.118/71 Norme in favore dei mutilati ed invalidi civili. L.517/77 Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione, nonché altre norme di modifica dell’ordinamento scolastico. Sentenza della Corte Costituzionale 215/87 (Diritto di frequenza degli alunni disabili nella scuola superiore). FREQUENZA SCOLASTICA L. 104/92 Legge-quadro per l’assistenza e i diritti delle persone handicappate D.P.R. 24/2/94 Atto di indirizzo relativo ai compiti delle ASL……. Accordi di Programma 30/11/96 C.M. 250/85 D.M. 26/8/81 Parere del Consiglio di Stato n. 348/91 D.L.vo n. 297/94 D.M. 25/5/95 n. 170 L’USCITA DAL SISTEMA SCOLASTICO L.104/92 L.68/99 (Collocamento al lavoro) L.328/2000 (art.14: tutti gli Operatori competenti ULSS, Scuola, Enti Locali, sono coinvolti nella definizione del progetto di vita dell’alunno certificato). VALUTAZIONE D.L.vo 297/1994, art. 318 O.M. n. 90/2001 La valutazione deve essere riferita ai progressi personali dell’alunno secondo le sue peculiarità e potenzialità. GRUPPO DI LAVORO PER L’HANDICAP La Scuola rivolge una particolare attenzione agli alunni portatori di handicap e, nell’intento di realizzare corretti processi di inserimento ed apprendimento, il Dirigente Scolastico e i Consigli di classe coinvolti: Î curano il rapporto con le famiglie, organizzando incontri periodici all’inizio e nel corso dell’anno scolastico; Î si attivano per l’acquisizione della documentazione scolastica, sanitaria e del profilo dinamico funzionale dell’alunno; Î verificano i livelli e la qualità dell’integrazione del portatore di handicap nella classe e nella scuola; Î valutano periodicamente i percorsi e i processi di apprendimento degli studenti in situazione di handicap; Î promuovono l’informazione e il coordinamento tra i docenti. La Scuola intende utilizzare a tal fine i seguenti strumenti: a. incontri periodici con le famiglie; b. schede di osservazione mirata; c. modello per l’elaborazione del Piano Educativo Pesonalizzato. Per affrontare in maniera più razionale il problema dell’handicap è attivo nel nostro Istituto, ormai da molti anni, il Gruppo di lavoro per l’handicap, di cui fanno parte tutti i docenti specializzati. Tale gruppo, coordinato dal dell’handicap, ha il compito di: docente referente responsabile Î individuare strategie organizzative e percorsi didattici per la completa integrazione degli alunni in situazione di handicap; Î sensibilizzare, raccogliere e fornire informazioni, offrire supporti ai docenti dell’Istituto relativamente al problema dell’handicap. Il Gruppo si propone di conseguire nel corrente anno scolastico e in quelli a venire, i seguenti obiettivi: a) fornire indicazioni bibliografiche al personale docente sulle strategie d’inserimento degli alunni portatori di handicap; b) svolgere mediante un questionario un’indagine conoscitiva sulle principali esigenze informative tecnico – didattiche dei docenti sul problema dell’handicap; c) fornire a tutti i docenti una corretta informazione sulle tipologie di handicap più diffuse nel nostro Istituto; d) elaborare un percorso didattico – educativo per il pieno inserimento dell’alunno H nella scuola, capace di coinvolgere in modo continuativo tutta la classe; e) predisporre un elenco di tutti i sussidi didattici per alunni H esistenti nell’istituto con l’indicazione dell’esatta dislocazione; f) raccogliere tutta la più recente normativa scolastica che si riferisce al problema dell’handicap. Il Gruppo di lavoro dell’Istituto, di solito si riunisce, durante le riunioni per aree disciplinari e ogni qual volta se ne ravvisi la necessità. Individua strategie organizzative Individua percorsi didattici per la completa integrazione Sensibilizza, raccoglie e fornisce informazioni GRUPPO DI LAVORO PER L’HANDICAP Predispone di un elenco di tutti i sussidi didattici Fornisce una corretta informazione sulle tipologie di handicap più diffuse nell’istituto Elabora un percorso didattico – educativo per il pieno inserimento dell’alunno H GRUPPO MISTO Parallelamente al Gruppo di lavoro handicap, nel nostro Istituto è presente un Gruppo Misto che ha funzioni di promozione e di sostegno per l’insegnamento agli alunni portatori di handicap. Tale Gruppo di lavoro è così denominato, perché al suo interno vi è più di una componente operativa che, in modo sinergico, lavora per migliorare la qualità dell’integrazione all’interno dell’Istituto. Composizione del Gruppo Misto Î Preside o un suo delegato in caso d’assenza; Î insegnante di sostegno; Î coordinatore della classe ove è inserito il portatore di handicap; Î i docenti del Consiglio di Classe che sentono la necessità di partecipare; Î operatori dell’ASL; Î assistente personale dell’alunno (se presente); Î genitori dell’alunno. Compiti del Gruppo Misto 4 elabora il profilo dell’alunno; 4 individua le risorse che possono essere utilizzate; 4 elabora il piano di lavoro individualizzato; 4 esprime parere l’organizzazione. favorevole alle visite guidate e ne cura Fasi della valutazione degli alunni portatori di handicap Valutazione formativa: in itinere Sono previste le seguenti condizioni: delibera del Consiglio di classe; consenso dei genitori; consenso dell’équipe pluridisciplinare; nessun valore legale del titolo; nessun valore aritmetico dei voti. Oggetto di valutazione sono: obiettivi raggiunti; conoscenze nuove acquisite; competenze evidenziate; abilità possedute. Valutazione sommativa: quadrimestrale/trimestrale o finale Sono previste le seguenti modalità: prove oggettive strutturate o non; elenco degli obiettivi raggiunti; elenco degli obiettivi non raggiunti; motivazione del mancato risultato; strategie di recupero previste in itinere; collegialità della decisione. Qualora gli obiettivi raggiunti non siano conformi ai programmi ministeriali è necessario procedere nel modo seguente: motivare nella relazione (C.M.262/88); rapportare i voti al PEP; deliberare l’ammissione alla classe successiva con voto minimo di 6/10; deliberare la ripetenza della stessa classe se i voti sono inferiori a 6/10 (la ripetenza è consentita fino ad un massimo di tre anni consecutivi ed al compimento del 18.mo anno d’età); la valutazione differenziata non consente l’ammissione agli Esami di Stato, ma consente il rilascio di un attestato. Il comma 5 dello stesso art.13 O.M. 80/95 prescrive che la necessità di valutazione differenziata sia notificata alla famiglia, la quale può dichiarare formale dissenso; l’eventuale silenzio è interpretato come assenso. GRUPPO MISTO E’ composto da… Preside o un suo delegato Insegnante di sostegno Cosa fa…? Elabora il profilo dell’alunno Individua le risorse che possono essere utilizzate Coordinatore della classe ove è inserito il ragazzo H Elabora il Piano Educativo Individualizzato I docenti del Consiglio di Classe che hanno necessità di partecipare Verifica periodicamente il PEI Operatori ASL Esprime parere favorevole alle visite guidate e ne cura l’organizzazione Assistente personale dell’alunno (se presente) Genitori dell’alunno Tiene i contatti con la famiglia e gli operatori ASL PROGETTO TUTORING La collaborazione tra alunni crea opportunità straordinarie. Secondo le nuove concezioni della psicologia cognitiva sui processi di apprendimento degli alunni con difficoltà, i programmi di tutoring offrono una specie di impalcatura cognitiva, una struttura provvisoria di aiuto all’alunno che deve affrontare una fase didattica nuova. Naturalmente ci deve essere la collaborazione e del gruppo classe e di tutti gli insegnanti di classe. Insieme faranno una scelta di campo a favore dell’amicizia rispetto all’indifferenza. Gli insegnanti della classe in cui è presente il portatore di handicap, individuano tre figure di” tutoring” tra gli alunni più bravi, che daranno una mano al compagno in difficoltà soprattutto quando l’insegnante di sostegno non è presente in classe. Parallelamente e a rotazione settimanale, sarà coinvolta l’intera classe. Il tutoring è così organizzato: l’alunna/o dopo aver chiesto il permesso al docente dedica 10 minuti del suo tempo all’alunno in difficoltà aiutando così il compagno in questo caso bisognoso d’aiuto, spiegando e semplificando il concetto o il problema a parole sue. A questo punto la ragazza/o che aiuta - insegna e nello stesso tempo - impara; pertanto avrà anch’essa un ritorno per questo tempo speso a favore dell’amico in difficoltà. PROGETTO INTEGRATIVO PER ALUNNI IN DIFFICOLTA’ TUTORING ALUNNO CHE INSEGNA ALL’ALTRO ALUNNO RUOLO DI TUTOR SVOLTO DA??? ALUNNO PIU’ BRAVO PER…… …ALUNNO IN DIFFICOLTA’ O… …ALUNNO DISABILE INSEGNANTE DI SOSTEGNO SCUOLA MEDIA DI PROVENIENZA OPERATORI ASL GRUPPO DI LAVORO DELL’ISTITUTO INTEGRAZIONE ALUNNI HANDICAP ASSISTENTE PERSONALE CONSIGLIO DI CLASSE COMPAGNI DI CLASSE GENITORI DELL’ALUNNO INTEGRAZIONE Il nostro lavoro all’interno delle classi è mirato ad offrire ai ragazzi portatori di handicap adeguate opportunità educative, tendenti a realizzare l’integrazione effettiva secondo un progetto formativo e didattico che costituisca parte integrante della programmazione. O B I E T T I V I P R I N C I P A L I TRASFORMARE LA PRESENZA DI UN ALUNNO H, IN UNA RISORSA CAPACE DI METTERE IN ATTO DINAMICHE DI GRUPPO E DI INTERAZIONE PERSONALE CHE SIANO OCCASIONE DI MATURAZIONE PER TUTTI. IMPARARE A CONSIDERARE E A VIVERE LA DIVERSITA’COME UNA DIMENSIONE ESISTENZIALE E NON COME UNA CARATTERISTICA EMARGINANTE UTILIZZO DI TUTTI GLI STRUMENTI TECNICI E SUSSIDI DI TIPO INFORMATICO, PER FAVORIRE L’ATTIVITA’ DI STUDIO E L’APPRENDIMENTO DEI RAGAZZI H. SENSIBILIZZAZIONE La Commissione H è attiva nel proporre incontri, progetti, corsi di autoformazione rivolti a tutti gli insegnanti curriculari e non solo agli insegnanti di sostegno, perché: A B la presenza di un ragazzo portatore di handicap in classe non è un “problema” da delegare all’insegnante specializzato, ma coinvolge necessariamente tutti gli insegnanti nella programmazione e progettazione di percorsi insegnamento/ apprendimento, in tempi e ritmi adeguati. i soggetti diversamente abili pongono alla scuola una richiesta di forte progettualità, che viene accolta in tutti i progetti stilati e portati avanti nell’ambito della normale attività didattica rivolta a tutti gli alunni della scuola. PRE-ACCOGLIENZA AZIONI INTEGRATE DI ORIENTAMENTO PROGETTO ACCOGLIENZA PORTATORE DI HANDICAP PROGETTO GRUPPO MISTO PROGETTO INTEGRAZIONE PROGETTO STAGE VADEMECUM DELLE ATTIVITA’ DI SOSTEGNO Prime tappe inserimento scolastico dopo la Scuola Media FASI TEMPI Iscrizione entro il 20 gennaio Pre - accoglienza entro maggio Accoglienza Prima settimana di scuola ATTIVITA’ PER L’ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP Nell’ambito dei percorsi di orientamento attivati dalla scuola media (organizzati anche in collaborazione tra scuola media e scuola superiore) l’alunno e la famiglia possono visitare la scuola ed avere un primo contatto conoscitivo. La famiglia procede all’iscrizione dell’alunno presso la segreteria della scuola media, la quale invia il modulo alla scuola superiore entro i termini stabiliti dalla normativa. La famiglia dovrà, entro breve tempo, far pervenire la certificazione attestante la diagnosi clinica direttamente alla scuola superiore. Vengono organizzate una serie di attività e incontri funzionali alla reciproca conoscenza tra l’alunno e la scuola superiore (personale, struttura, attività, ecc.) Durante la prima settimana di scuola vengono predisposte una serie di attività, rivolte a tutte le classi prime, finalizzate ad un positivo inserimento nella nuova scuola.