INTEGRAZIONE SCOLASTICA
La presenza nel nostro istituto d’alunni in situazione di handicap, negli ultimi
anni è aumentata sensibilmente, infatti, attualmente frequentano la nostra
scuola 15 ragazzi diversamente abili. Tale presenza impone la necessità di
ricercare strategie e percorsi alternativi che consentano la loro reale
integrazione nella società di cui fanno parte. Per questo siamo convinti che lo
sviluppo delle loro potenzialità nell’apprendimento, nelle relazioni, nella
socializzazione e l’eventuale inserimento nel mondo del lavoro, è un compito
che va sicuramente condiviso a livello interistituzionale.
L'inserimento degli alunni portatori di handicap nelle classi è finalizzato alla
loro piena integrazione. Offrendo a tali alunni opportunità formative, la scuola
si propone l'obiettivo di consentire a ciascuno lo sviluppo delle proprie
potenzialità
attraverso
percorsi
individualizzati
e
personalizzati.
L'integrazione degli alunni disabili impegna docenti, alunni e genitori nel
difficile percorso d’accettazione della diversità e rappresenta un importante
momento di crescita personale e umana per ogni componente della comunità
scolastica. Il raggiungimento di tali obiettivi, richiede il coinvolgimento di tutto
il corpo docente favorendo così, sia la crescita dei singoli soggetti sia quella
dell'istituzione nel suo complesso. Per ciascun alunno con handicap la scuola,
in collaborazione con la famiglia e con gli specialisti del servizio territoriale,
predispone un apposito "Piano Educativo Individualizzato" (PEI).
Sono componenti indispensabili nella stesura e nella definizione del PEI:
a. i dati conoscitivi raccolti attraverso l'osservazione iniziale, i colloqui con i
genitori, con i medici o gli esperti che operano sull'alunno, la lettura della
documentazione esistente, ecc.
b. la diagnosi funzionale che deve essere fornita dall'ASL;
c. l'analisi delle risorse della scuola e del territorio;
d. la programmazione individualizzata, che comprende la scelta degli
obiettivi, delle metodologie, delle strategie che si vogliono adottare per
valorizzare le risorse dell'alunno.
Il percorso formativo è un tratto, una tappa, dell'intero progetto di vita. Come
ogni progetto di vita, anche il percorso formativo si traduce in progetto e
prende senso e contenuto dal contesto socio-culturale dell'individuo, dalla sua
motivazione, dagli obiettivi che si pone e dalle risorse personali e sociali,
disponibili o reperibili.
Favorire e promuove la partecipazione attiva della persona disabile al suo
progetto di vita, ne rafforza l'identità personale e sociale, ne sostiene
l'autostima, la rende e la fa sentire a pieno titolo un cittadino ed un lavoratore,
generando integrazione sociale.
PROGETTO INTEGRAZIONE
(Camminiamo insieme cercando di stare bene a scuola)
Proponenti: insegnanti di sostegno.
Referente: prof. Losco Fioravante (responsabile Handicap dell’istituto).
Destinatari: docenti curricolari, docenti di sostegno, alunni H e non.
Obiettivi:
-
consolidare la cultura dell’integrazione e della solidarietà concreta e fattiva
nella scuola;
-
consolidare la collaborazione tra insegnanti curriculari, di sostegno e tra
operatori scolastici;
-
favorire positivamente il passaggio dalla scuola media alla Scuola Superiore;
-
realizzare attività complementari, incluse nelle attività di sostegno, per
sollecitare e potenziare la motivazione, le abilità cognitive, la creatività e
l’espressività di ogni singolo allievo diversamente abile;
-
coinvolgere
i
compagni
di
classe
degli
alunni
H,
nel
processo
d’insegnamento/apprendimento.
Durata: intero anno scolastico.
· Integrazione Scolastica degli alunni portatori di handicap: è stata
istituita un’apposita Commissione che si occuperà di tutte le problematiche
relative all’integrazione degli alunni portatori di handicap, secondo le seguenti
fasi relative all’inserimento nella classe prima:
1. orientamento in ingresso (periodo di effettuazione: marzo - aprile maggio dell’anno scolastico precedente all’ingresso):
2. l’insegnante di sostegno prende contatti:
a) con la scuola media da cui proviene l’alunno
b) con la famiglia
c) con l’ASL
3. progettazione e svolgimento di uno stage orientativo articolato in
diversi momenti della giornata: visita alla scuola , prove d’ingresso, colloqui
con l’insegnante di sostegno delle medie. I test d’ingresso valutano le
competenze
linguistiche,
logico-matematiche,
psicomotorie,
relazionali,
l’autonomia
operativa
e
gestionale,
l’approccio
all’uso
del
personal
computer. Dall’incontro con gli insegnanti della Scuola Media emergono
bisogni e aspettative dell’alunno.
4. predisposizione di percorsi diversi legati ad effettivi bisogni, capacità,
difficoltà del singolo.
Tali percorsi si riconducono essenzialmente a due categorie:
Î percorso forte : si tratta di un percorso attraverso il quale si intendono
raggiungere gli obiettivi previsti per il resto della classe. In genere viene
seguito nel caso di portatori di handicap fisici e/o sensoriali. La valutazione
avviene con i voti, senza indicazioni aggiuntive e segue i criteri generali
adottati per la classe; il passaggio alla classe successiva è legato al
conseguimento della sufficienza. Il percorso è finalizzato al conseguimento
della Qualifica Professionale (3°anno) e del Diploma di Stato (5°anno).
Î percorso debole: si tratta di un percorso che si propone di raggiungere
obiettivi adeguati alle reali capacità dell’alunno portatore di difficoltà tali per
cui il Consiglio di classe elabora un Piano educativo personalizzato (P.E.P.)
che può discostarsi notevolmente dai programmi curricolari o prevedere
riduzioni e semplificazioni del curricolo. La valutazione avviene con i voti
(O.M. 80/95), ma esclusivamente in relazione agli obiettivi del Piano
Educativo Personalizzato; sulle schede di valutazione sarà riportata la frase:
"la presente votazione è riferita al PEP e non ai programmi ministeriali ed è
adottata ai sensi dell’art. 13 dell’ordinanza ministeriale n.80 del 9 marzo
1995". In tal caso il Consiglio di classe dichiara che "l’alunno è ammesso
alla frequenza della classe successiva". Al termine del percorso viene
rilasciato un attestato di frequenza.
5. relazione finale : riporta le singole prove effettuate e descrive gli aspetti
relazionali ed operativi emersi. E’ utile per individuare quegli aspetti la cui
osservazione andrà approfondita e per valutare la necessità di supporti
didattici specifici.
6. criteri d’inserimento nelle classi:
4 continuità di servizio degli insegnanti;
4 numero di alunni per classe;
4 equilibrata distribuzione degli alunni in situazione di handicap all’interno di
ogni classe.
7. accoglienza:
4 nei primi giorni del nuovo anno scolastico gli alunni familiarizzano con la
classe e con gli insegnanti.
4 il Consiglio di classe esamina l’alunno nel contesto della classe e ne mette a
fuoco
potenzialità
e
difficoltà
relazionali
e
cognitive
per
stendere
collegialmente l’eventuale Piano educativo personalizzato o il piano di lavoro
annuale.
8. inserimento:
4 Il Consiglio di classe e l’insegnante di sostegno progettano il percorso
didattico
dell’alunno
individuando,
se
necessario,
tagli
e
modifiche
nell’ambito della programmazione di classe e l’eventuale partecipazione ai
laboratori finalizzati allo sviluppo di particolari abilità.
4 Il Consiglio di classe redige il Piano educativo personalizzato e lo sottopone
a
verifica
al
termine
del
primo
quadrimestre.
Il
Piano
educativo
personalizzato viene concordato con la famiglia e con l’ASL di riferimento,
nel corso del primo incontro dell’equipe H a scuola, relativamente ai
seguenti punti:
Ö esiti delle prove d’ingresso
Ö organizzazione degli interventi
Ö obiettivi educativi e didattici
Ö criteri per le verifiche e la valutazione
Ö laboratori finalizzati.
Gli esiti della verifica collegiale (valutazione dell’adeguatezza del percorso
progettato ed eventuali modifiche) vengono comunicati alle famiglie e all’ASL
di riferimento in occasione degli incontri PEP fissati rispettivamente alla fine del
primo quadrimestre e al termine dell’anno scolastico.
9. Rapporti
con
la
famiglia:
l’insegnante
di
sostegno
cura,
quasi
quotidianamente, il dialogo con la famiglia. Gli incontri con i docenti
curricolari si svolgono in occasione delle udienze generali. L’informazione
relativa al percorso svolto è garantita dagli incontri P.E.P., che prevedono la
partecipazione della famiglia, del neuropsichiatra dell’ASL e dei docenti
disponibili.
10.
rapporti con figure ed enti territoriali di competenza: sono previsti
con l’ASL di riferimento un incontro trimestrale di verifica del processo
formativo
in
atto,
programmazione
di
un
confronto
stages
su
problematiche
formativo-lavorativi.
A
emergenti,
questi
la
incontri
partecipano l’insegnante di sostegno il coordinatore di classe e i docenti
disponibili.
11.
verifica e valutazione: sono legate ai percorsi didattici effettivamente
svolti e sono frutto di un lavoro comune dei docenti curricolari e di sostegno
nell’ambito del Consiglio di classe.
Il referente del progetto
Prof. Losco Fioravante
PROGETTO INTEGRAZIONE
PRINCIPALI FASI PER UN
CORRETTO INSERIMENTO IN
CLASSE DELL’ALUNNO IN
SITUAZIONE DI HANDICAP
ORIENTAMENTO
IN INGRESSO
CRITERI DI
INSERIMENTO
NELLE CLASSI
ACCOGLIENZA
RAPPORTI CON
LA FAMIGLIA
RAPPORTI CON
FIGURE ED ENTI
TERRITORIALI DI
COMPETENZA
CONTATTI CON LA
SCUOLA MEDIA
PROGETTAZIONE
DI UNO STAGE
ORIENTATIVO
INSERIMENTO
PREDISPOSIZIONE
DI PERCORSI
DIVERSI
VERIFICA E
VALUTAZIONE
ALUNNI IN DIFFICOLTA’
ISTITUTI SECONDARI DI SECONDO GRADO
ANALISI DELLA SITUAZIONE INIZIALE
DIAGNOSI
FUNZIONALE
PROFILO
DINAMICO
FUNZIONALE
PIANO
EDUCATIVO
INDIVIDUALIZZATO
PROGRAMMAZIONE
NORMALE
INDIVIDUATA
NEL P.O.F.
PER OBIETTIVI
MINIMI
DIFFERENZIATA
Sono obiettivi
minimi delle
singole
programmazioni,
quindi si tratta di
una
programmazione
non differenziata
Prevede interventi
educativi e didattici
adeguati alle
capacità e
potenzialità
riscontrate
La programmazione normale e quella
per obiettivi minimi è rivolta:
Agli alunni con disabilità
Agli alunni con disabilità
FISICA
SENSORIALE
VALUTAZIONE O.M. 395/91 Art.13
Non si può procedere ad alcuna valutazione differenziata
ESAMI DI QUALIFICA E ESAMI DI STATO
C.M.163/83
MODALITA’ DI
SVOLGIMENTO
DELLE PROVE:
Ö SCRITTE
Ö ORALI
Ö GRAFICHE
ÖPRATICHE…
A.318
D.Lvo 297/94
D.P.R. 323/98
PROVE
EQUIPOLLENTI
4 TEMPI PIU’
LUNGHI
4 PRESENZA DI
ASSISTENTE
PRESENZA DI
UN
OPERATORE
SCOLASTICO
PER GLI
AUSILI
4
DOCUMENTO DEL 15 MAGGIO
(per quel che riguarda l’esame di stato)
La programmazione differenziata
è rivolta:
Agli alunni con disabilità psichica
in rari casi agli alunni con disabilità
fisica e sensoriale.
VALUTAZIONE O.M.395/91 art.13
ÖDIFFERENZIATA
ÖPROMOZIONE SENZA VOTI
Serve formale assenso della famiglia, senza il quale,
l’alunno non può essere valutato diversamente.
I voti hanno valore legale solo per proseguire negli studi e
passare alla classe successiva.
SCRUTINI O.M.90/01 nota 08/07/02
I voti sulla pagella sono riferiti al P.E.I. e ciò va indicato
solo sulla pagella e non sui tabelloni esposti.
ESAMI O.M.90/01 A15
Sia per gli esami di qualifica, che per gli esami di stato, le
prove saranno differenziate coerenti con il percorso
formativo svolto dallo studente
C.M.262/88
Si rilascia un attestato di frequenza in cui si indicheranno le
capacità e le competenze raggiunte.
PROGETTO ACCOGLIENZA
PER ALUNNI CON HANDICAP
Gruppo di progetto:
Gruppo di lavoro handicap
Responsabile:
Prof.
Obiettivi:
Facilitare il passaggio degli alunni da un ordine all’altro di scuola
Destinatari ( tipologia e numero):
Alunni portatori di handicap psico - fisico e sensoriali
Risultato previsto:
Tutti gli alunni sono integrati nella scuola
FASI DEL PROGETTO
FASI
RESPONSABILE
DELLE FASI
TEMPI
PREVISTI
A. Conoscenza dell’ambiente
scolastico
Referente
aprile- maggio
dell’anno di
iscrizione
“
B. Creazione di rapporti
interpersonali
“
C. Attivazione della
comunicazione
settembreottobre
a inizio anno
scolastico
settembre
ottobre
CONTROLLO DI FATTIBILITÁ
(verifica del progetto)
Risorse
RISORSE E VINCOLI
occorrenti
Aprile – maggio dell’anno di
iscrizione
si
settembre – ottobre dell’anno di
frequenza a scuola
si
TEMPO
PERSONE
disponibili
1.
2.
3.
4.
docenti di sostegno
assistenti
famiglie
personale specialistico
5. assistente sociale
si
1. centri di aggregazione
2. gruppi sportivi
3. servizi sociali
si
ATTREZZATURE
FINANZIAMENTI
STRUTTURE
ESTERNE
FASE A
(una scheda per ogni fase)
SVILUPPO
ATTIVITÁ
CHI FA
1. Visita dell’edificio
scolastico nei suoi
spazi strutturati in
classi,
laboratori,
palestre, uffici, spazi
verdi.
docente di
sostegno
2. Conoscenza delle
risorse disponibili a
scuola
“
COME,CON CHE
COSA
TEMPI
Il
docente
invita 1 giorno di aprile
l’alunno e la famiglia
o maggio
a far visita alla
scuola
Il docente mostra
all’allievo
e
alla
famiglia le risorse di
cui la scuola dispone
per un suo più facile
inserimento
RIESAME DEL PROGETTO
PROBLEMI - MODIFICHE
“
FASE B
(una scheda per ogni fase)
SVILUPPO
ATTIVITÁ
CHI FA
COME,CON CHE
COSA
TEMPI
1.
Sviluppo
di
rapporti
tra
l’alunno portatore
di handicap e i
compagni
docente di
sostegno
Il docente entra in
classe e con
gradualità inserisce
l’alunno stabilendo
rapporti sempre più
stretti
Primi mesi di scuola
“
“
2.
Sviluppo
di
rapporti
tra
l’alunno portatore
di handicap e gli
operatori scolastici
Il docente
gradualmente, con
un continuo dialogo,
presenta l’alunno a
tutti gli operatori
scolastici fino a
creare un buon
rapporto con tutti
RIESAME DEL PROGETTO
PROBLEMI - MODIFICHE
FASE C
(una scheda per ogni fase)
SVILUPPO
ATTIVITÁ
CHI FA
COME,CON CHE
COSA
TEMPI
1. Attivazione della
docente di
sostegno
Il docente,
differenziando i
percorsi educativodidattici in funzione dei
bisogni, invita l’alunno
e la famiglia ad
assistere alle
rappresentazioni
teatrali,musicali, alle
mostre.
Ultimi giorni di
scuola dell’anno
dell’iscrizione
comunicazione
2. Partecipazioni
alle uscite previste
dal progetto
accoglienza
“
Il docente, in rapporto
al tipo di handicap,
partecipa con il
ragazzo, alle visite
d’istruzione previste
nell’ambito del
progetto accoglienza
RIESAME DEL PROGETTO
PROBLEMI – MODIFICHE
Primi giorni di
scuola dell’anno di
frequenza
DIRETTIVA REGIONALE PER GLI INTERVENTI DI
ORIENTAMENTO PER L’ANNO………………..
“AZIONI INTEGRATE DI ORIENTAMENTO”
PERCORSI INTEGRATI
Scuola Media – Scuola Superiore
L’I.S.I.S.S. “Carlo Anti”, nell’ambito del progetto “Azioni integrate di orientamento”
della sede circoscrizionale di Villafranca (VR), in accordo con la Scuola Media/Ist.
Comprensivo di……………………….., organizza un percorso integrato per il
seguente allievo frequentante la terza media:
Î Cognome e nome dell’allievo……………………………………………
Il suddetto allievo sarà inserito nella classe……dell’indirizzo…………….
affiancato dall’insegnante di sostegno……………………………………..
nel periodo dal……..al……..rispettivamente nei giorni:
Î ………………………………..
Î ……………………………….
L’orario didattico della giornata del…………….della classe………..è il seguente:
Î I^ ora.…………………………
Î II^ ora…………………………
Î III^ ora………………………..
Î IV^ ora………………………..
Î V^ ora…………………………
Î VI^ ora………………………..
L’allievo sarà tenuto a rispettare l’orario di entrata (7.55) e di uscita (13.10) dalla
scuola, in via…………………..(previo diversi accordi con la scuola di provenienza).
Lo svolgimento del progetto sarà coordinato e seguito dal prof……………………….
Villafranca, li…………………
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
PROGETTO EDUCATIVO DI INSERIMENTO
LAVORATIVO DI ALUNNI H
IN STAGE ASSISTITO IN AZIENDA
L’Istituto, come ente educativo ha ritenuto opportuno promuovere, condividere
ed attuare un percorso educativo che preveda la realizzazione di esperienze
formative in ambienti scolastici ed extrascolastici in contesti operativi.
L’esperienza scuola – lavoro ha valenza esclusivamente educativo – formativa
ed intende favorire l’apprendimento e l’acquisizione di quegli elementi di
conoscenza e di competenza che possono ulteriormente orientare e guidare
l’alunno
in
situazione
di
svantaggio
nella
costruzione
di
un
percorso
esperenziale di conquista di sempre maggiori livelli di autonomia che possono
favorire un graduale processo di inserimento sociale nel mondo del lavoro.
TITOLO DEL PROGETTO: “E nello zaino l’esperienza dello stage”
PROPONENTE: I.S.I.S.S. “C.Anti” Villafranca (VR)
REFERENTE: Responsabile H, docenti di sostegno e tutor stage
AZIONE PREVALENTE:
Î Acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro.
DESTINATARI DEL PROGETTO:
Soggetti portatori di handicap delle classi 3^ 4^ e 5^ di tutti gli indirizzi, in
possesso dei seguenti prerequisiti:
Î capacità minime di socializzazione;
Î capacità motorie degli arti superiori sufficienti per la manipolazione di
oggetti,
Î capacità cognitive sufficientemente adeguate per il lavoro da svolgere.
SOGGETTI PARTNERS:
Î Aziende, istituti scolastici, Assessorato servizi sociali del Comune, SIL,
cooperative, Associazioni industriali e artigiani……..
Ruoli e funzioni di ogni soggetto partner all’interno del progetto:
1. accoglienza degli alunni in situazione di handicap
2. assegnazione di mansioni in relazione alle capacità cognitive e sociorelazionali,
3. attività di monitoraggio e verifica con la coordinatrice tutor
CONTESTO SCOLASTICO/AMBIENTALE NEL QUALE IL PROGETTO S’INSERISCE
E IL PROBLEMA/ESIGENZA CHE S’INTENDE AFFRONTARE.
L’ISISS “C. Anti”, essendo una scuola con oltre dieci anni d’esperienza nel
settore dell’handicap, ritiene necessario offrire a questa tipologia di alunni
percorsi didattici complementari e/o alternativi all’insegnamento curricolare, al
fine di favorire l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro.
Obiettivi generali del progetto
•
Consentire
il
consolidamento
del
processo
di
socializzazione
ed
integrazione avviato negli anni scolastici precedenti;
•
acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità;
•
sviluppo del sé;
•
assumere comportamenti più autonomi e responsabili;
•
acquisire capacità di gestione del lavoro in tempi e spazi definiti.
Contenuti
Î Attività preparatorie in funzione dei compiti che saranno affidati sul lavoro.
Î Osservazione della struttura dove si svolgerà lo stage.
Î Organizzazione del lavoro, intesa come tempi e modi di attuazione.
Î Lavoro eseguito alla presenza del tutor.
Î Lavoro eseguito in modo autonomo.
Metodologie d’intervento per la realizzazione degli obiettivi
Il progetto si svolgerà nel mese di marzo per un totale di 15 giorni. Agli
incontri, che si articoleranno con cadenza settimanale, prenderanno parte i
soggetti con handicap ed i relativi insegnanti di sostegno in caso di necessità.
L’attività
didattica
sarà
condotta
dalla
coordinatrice
tutor
secondo
il
programma stabilito.
La metodologia si baserà prevalentemente sull’attività pratica, intervallata da
momenti di resoconto scritto sull’attività svolta e sulle fasi organizzative.
Il progetto partirà con l'analisi della situazione di partenza, intesa come
dinamica comunicativa e relazionale, per identificare i bisogni e le difficoltà
degli alunni coinvolti nel progetto. Si farà leva sulla valorizzazione dei successi
anche se minimi e l'incoraggiamento di fronte agli obiettivi non raggiunti.
Strumenti e materiale didattico da utilizzare
Î CD e floppy-disc, materiale di cancelleria, software per la gestione del
magazzino
Î Aule: di sostegno e di informatica
Risultati attesi alla conclusione
Î Aumento della capacità comunicativa e relazionale;
Î sviluppo delle capacità collaborative nel lavoro di gruppo;
Î acquisizione
di
competenze
anche
in
relazione
all’uso
delle
nuove
tecnologie.
Modalità di verifica e certificazione delle competenze
Per ogni proposta didattica si procederà con tre fasi di verifica.
1.
Verifica iniziale: valutazione dei prerequisiti per affrontare l'argomento,
attraverso test ed esercizi per controllare ed eventualmente rinforzare le
competenze di partenza (docenti di sostegno).
2.
Verifica in itinere: valutazione delle difficoltà che gli alunni stanno
incontrando. Questo momento è particolarmente importante per non
rischiare di perdere in modo irrecuperabile gli alunni che si sono arenati
di fronte alle prime difficoltà (doc. sostegno + coordinatore tutor
dell’attività).
3.
Verifica finale: valutazione delle abilità conseguite dai singoli, attraverso
l'analisi dei lavori prodotti e del contributo dato dall'alunno ai lavori di
gruppo.
4.
Valutazione collettiva sull'interesse dimostrato dai ragazzi per le attività
svolte. (Sarà effettuata da tutti i docenti coinvolti nel progetto).
Alla fine del corso saranno certificate sia la frequenza sia le competenze
acquisite.
I descrittori elencati comprenderanno le seguenti voci:
Î ore di frequenza
Î motivazione e partecipazione
Î competenze acquisite
Modalità di monitoraggio dell’andamento del progetto
L’attività di monitoraggio sarà effettuata periodicamente dalla coordinatrice,
ma anche dai docenti di sostegno coinvolti nel progetto e dal personale
dell’azienda. Si tratta di momenti in cui sarà fatto il punto della situazione, con
particolare riguardo alle difficoltà incontrate, alla valutazione dei risultati
conseguiti ed all’approfondimento di aspetti particolari del progetto.
L’obiettivo del progetto è quello di favorire l’inserimento dei soggetti con
handicap nel mondo del lavoro. I contenuti del presente progetto, infatti,
valorizzano molte competenze, anche se a livello elementare, che potranno
costituire un bagaglio personale spendibile in un futuro lavorativo.
Le modalità di attuazione delle attività terranno conto delle capacità e delle
potenzialità residue dei soggetti coinvolti. A tale scopo si utilizzeranno tutte le
risorse e tutti gli strumenti per facilitare il percorso didattico.
PROGETTO STAGE
OBIETTIVI
CONTENUTI
Consentire il
consolidamento del
processo di
socializzazione ed
integrazione avviato
negli anni scolastici
precedenti
Attività preparatorie in
funzione dei compiti che
saranno affidati sul
lavoro
Acquisire una maggiore
fiducia nelle proprie
capacità
Sviluppo del sé
Assumere
comportamenti più
autonomi e responsabili
Acquisire capacità di
gestione del lavoro in
tempi e spazi definiti
Osservazione della
struttura dove si svolgerà
lo stage
Organizzazione del
lavoro, inteso come tempi
e modi di attuazione
Lavoro eseguito alla
presenza del Tutor
Lavoro eseguito in modo
autonomo
VADEMECUM DELLE ATTIVITA’
DI SOSTEGNO
Questo documento è uno strumento a disposizione degli
insegnanti di sostegno e dei docenti curricolari.
L’INTEGRAZIONE DELLE PERSONE IN SITUAZIONE DI
HANDICAP
L’art. 3 della legge quadro (L. 104/92) stabilisce che disabile è
"colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale,
stabilizzata
o
progressiva,
che
è
causa
di
difficoltà
di
apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da
determinare un processo di svantaggio o di emarginazione." L’art.
12, comma 2, della legge sopra citata stabilisce che: "è garantito il
diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata
nella sezioni di scuola materna, nelle classi comuni di ogni ordine e
grado e nelle istituzioni universitarie".
A CHI IL COMPITO DI INDIVIDUARE E DEFINIRE CHI E’ IN
”SITUAZIONE DI HANDICAP”
L’Unità Multidisciplinare dell’A.S.L., a seguito alla segnalazione della
famiglia, certifica l’esistenza della situazione di handicap redigendo
la Diagnosi Funzionale (D.F.), provvedendo anche a far pervenire
alla scuola di iscrizione tale documentazione.
L’art. 2 del D.P.R. 24 febbraio 1994 stabilisce che la segnalazione
all’ASL può anche essere fatta dal Capo d’Istituto. Il Capo d’Istituto
non può procedere a tale incombenza senza il consenso e il
coinvolgimento della famiglia.
Solo in casi eccezionali, il dirigente scolastico può segnalare ai
servizi dell’ASL situazioni di particolare gravità senza coinvolgere
direttamente la famiglia.
CHI REDIGE IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (P.D.F.)?
Lo redigono gli operatori socio-sanitari, i docenti curricolari, il
docente di sostegno, i Genitori dell’alunno (art. 12, commi 5° e 6°,
della L. 104/92).
Successivo alla D.F. è il Profilo Dinamico Funzionale, che consiste
nella "descrizione delle caratteristiche fisiche psichiche sociali
dell’alunno, “le possibilità di recupero,le capacità possedute che
devono
essere
sviluppate
nel
sollecitate
rispetto
e
delle
progressivamente
scelte
culturali
rafforzate
della
e
persona
handicappata” (6° comma dell’art. citato) evidenziando le aree di
potenziale sviluppo sotto il profilo riabilitativo, educativo-istruttivo e
socio-affettivo.(art. 4 D.P.R. 24/02/1994; art. 3.3 degli Accordi di
Programma del 30/11/96).
Viene aggiornato alla fine della Scuola d’infanzia, Elementare,
Media e durante la Scuola Superiore.
IL PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)
E’ il "documento nel quale vengono descritti gli interventi finalizzati
alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione ed
alla integrazione scolastica"
(art. 5 D.P.R. 24/02/1994; art. 12 L.104/92). In particolare, il
P.E.I.
mira
ad
evidenziare
gli
obiettivi,
le
esperienze,
gli
apprendimenti e le attività riabilitative più opportuni ed a garantirne
la coerenza attraverso il loro coordinamento e l’assunzione concreta
di responsabilità da parte delle diverse istituzioni, ivi compresa la
famiglia (art. 3.4 degli Accordi di Programma del 30/11/96).
Il P.E.I. dovrà essere periodicamente e collegialmente valutato nei
suoi effetti e quindi aggiornato (art. 3.4 degli Accordi di Programma
del 30/11/96).
Lo redigono gli Operatori sanitari, gli Insegnanti curricolari, il
Docente di sostegno e i Genitori dell’alunno.
CHI SVOLGE L’ATTIVITA’ CON IL RAGAZZO
IN SITUAZIONE DI HANDICAP?
La
C.M.
n.
250/1985
ribadisce
che
"la
responsabilità
dell’integrazione è al medesimo titolo dell’insegnante di classe e
della comunità scolastica", in quanto l’alunno fa parte della classe e
non deve essere affidato esclusivamente all’insegnante di sostegno,
poiché si parlerebbe di inserimento e non di integrazione. Tutti gli
insegnanti
curricolari
devono
farsi
carico
del
progetto
d’integrazione, in particolare nei tempi scolastici in cui l’insegnante
di sostegno non è presente in aula.
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO
L’insegnante di sostegno è a tutti gli effetti docente dell’intera
classe (art. 13, comma 6, L. 104/92), in quanto " assume la
contitolarità delle sezioni e delle classi in cui opera, partecipa alla
programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica
delle attività di competenza dei consigli di classe e dei collegi dei
docenti” e “partecipa a pieno titolo alle operazioni di valutazione,
con diritto di voto per tutti gli alunni della classe" (art.15 comma 10
dell’O.M. 90 del 21/5/2001).
Il docente specializzato, oltre a curare gli aspetti metodologici, deve
possedere "competenze psico - pedagogiche, relazionali, didattiche
e svolgere il ruolo di mediatore dei contenuti programmatici,
relazionali e didattici".
I POSSIBILI PERCORSI SCOLASTICI DEGLI ALUNNI CON
CERTIFICAZIONE NELLA SCUOLA SUPERIORE
Nella scelta del percorso scolastico più idoneo per l’alunno
certificato bisogna partire da due considerazioni di base:
Î L’idea che si ha dell’alunno: l’analisi delle sue reali capacità.
Î L’alunno nel suo cammino professionale: è o sarà in grado di
spendere in modo autonomo le competenze acquisite nel triennio
e nel quinquennio.
Si possono utilizzare due percorsi scolastici:
Î Una programmazione globalmente riconducibile agli obiettivi
minimi previsti dai programmi ministeriali.
Î Una programmazione differenziata.
PRIMO PERCORSO
Programmazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai
programmi
ministeriali,
o
comunque
ad
essi
globalmente
corrispondenti (art. 15 comma 3 dell’O.M. n.90 del 21/5/2001).
Per gli studenti che seguono obiettivi riconducibili ai programmi
ministeriali è possibile prevedere:
Î Un programma minimo, con la ricerca dei contenuti essenziali
delle discipline;
Î Un
programma
equipollente
con
la
riduzione
parziale
e/o
sostituzione dei contenuti, ricercando la medesima valenza
formativa(art. 318 del D.L.vo 297/1994).
Sia
per
le
verifiche
che
vengono
effettuate
durante
l’anno
scolastico, sia per le prove che vengono effettuate in sede d’esame,
possono essere predisposte prove equipollenti, che verifichino il
livello di preparazione culturale e professionale idoneo per il rilascio
del diploma di qualifica o della maturità.
Le prove equipollenti possono consistere in:
Î MEZZI DIVERSI: le prove possono essere ad esempio svolte con
l’ausilio di apparecchiature informatiche.
Î MODALITA’ DIVERSE: il Consiglio di Classe può predisporre prove
utilizzando modalità diverse (es. risposta multipla, Vero/Falso,
ecc.).
Î CONTENUTI
CULTURALI
E/O
TECNICI
E/O
PROFESSIONALI
DIFFERENTI DA QUELLI PROPOSTI DAL MINISTERO: il Consiglio
di Classe entro il 15 Maggio (Documento del 15 Maggio)
predispone una prova studiata ad hoc o trasformare le prove del
Ministero in sede d’esame (la mattina stessa).(Commi 7e 8
dell’art. 15 O.M. n. 90 del 21/5/ 2001, D.M. 26/8/81, art. 16 L.
104/92 , parere del Consiglio di Stato n. 348/91).
Gli alunni possono usufruire di tempi più lunghi nelle prove scritte (
comma 9 art. 15 dell’O.M. 90, comma 3 dell’art. 318 del D.L.vo n.
297/94).
Gli
assistenti
presenti
all’autonomia
durante
lo
e
comunicazione
svolgimento
solo
come
possono
facilitatori
essere
della
comunicazione (D.M. 25 maggio 95, n.170).
Durante lo svolgimento delle prove d’esame nella classe terza
l’insegnante di sostegno fa parte della Commissione.
Nella classe quinta la presenza dello stesso è subordinata alla
nomina del Presidente della Commissione qualora sia determinante
per lo svolgimento della prova stessa. Si ritiene in ogni caso più che
opportuna la presenza del sostegno.
Gli alunni partecipano a pieno titolo agli esami di qualifica e di stato
e acquisiscono il titolo di Studio.
SECONDO PERCORSO
Programmazione differenziata in vista di obiettivi didattici formativi
non riconducibile ai programmi ministeriali.
E’ necessario il consenso della famiglia (art. 15, comma 5, O.M. n.
90 del 21/5/01).
Il Consiglio di Classe deve dare immediata comunicazione per
iscritto alla famiglia, fissando un termine per manifestare un
formale assenso.
In caso di mancata risposta, si intende accettata dalla famiglia la
valutazione differenziata. In caso di diniego scritto, l’alunno deve
seguire la programmazione di classe.
La programmazione differenziata consiste in un piano di lavoro
personalizzato per l’alunno, stilato da ogni docente del C.d.C. per
ogni singola materia, sulla base del P.E.I.
Gli alunni vengono valutati con voti che sono relativi unicamente al
P.E.I.
Tali voti hanno valore legale solo ai fini della prosecuzione degli
studi.
Per gli alunni che seguono un Piano
Educativo Individualizzato
differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi
assegnati in esito agli esami si aggiunge, nelle certificazioni
rilasciate, l’indicazione che la votazione è riferita al P.E.I. e non ai
programmi ministeriali (comma 6 art. 15 O.M. 90 del 21/5/2001).
Possono partecipare agli esami di qualifica e di stato, svolgendo
prove differenziate omogenee al percorso svolto, finalizzate al
conseguimento
di
un
attestato
delle
competenze
acquisite
utilizzabile come "credito formativo" per la frequenza di corsi
professionali (art. 312 e seguenti del D. L.vo n. 297/94).
Gli
alunni
di
3^
classe
degli
istituti
professionali
possono
frequentare lezioni ed attività della classe successiva sulla base di
un progetto che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione
e formazione professionale, con la conseguente acquisizione del
credito formativo.( art. 15, comma 4, O.M. n. 90 del 21/5/01).
Tali
percorsi,
successivi
alla
classe
terza,
possono
essere
programmati senza il possesso del diploma di qualifica.
CONCLUSIONI
Poiché al centro dell’attività scolastica rimane sempre e comunque
l’alunno e il suo progetto di vita, per una sua più adeguata
maturazione si può collegialmente decidere di dedicare maggior
tempo-scuola alle materie caratterizzanti il suo percorso di studi.
E’ altresì possibile prevedere gli obiettivi minimi fino alla qualifica e
proseguire nell’ultimo biennio con la programmazione differenziata.
Ciò
si
rende
utile
quando
non
sussistono
i
presupposti
di
apprendimento riconducibili globalmente ai programmi ministeriali e
risulta importante che l’alunno maturi maggiormente le competenze
acquisite, consolidi la stima nelle proprie capacità, sviluppi la sua
crescita personale ed accresca una maggiore socializzazione.
E’ altresì possibile prevedere un percorso differenziato nei primi
anni di scuola e successivamente, ove il Consiglio di Classe riscontri
che l’alunno abbia raggiunto un livello di preparazione conforme
agli
obiettivi
didattici
previsti
dai
programmi
ministeriali
o,
comunque, ad essi globalmente corrispondenti, passare ad un
percorso con obiettivi minimi, senza necessità di prove di idoneità
relative alle discipline dell’anno o degli anni precedenti (comma 4
art. 15 dell’O.M. 90 del 21/5/2001).
Pertanto, se ci fossero le condizioni, è possibile cambiare, nel
percorso scolastico, la programmazione da differenziata in obiettivi
minimi e viceversa.
RIFERIMENTI NORMATIVI
L’ACCESSO AL SISTEMA SCOLASTICO
L.118/71 Norme in favore dei mutilati ed invalidi civili.
L.517/77 Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli
esami
di
riparazione,
nonché
altre
norme
di
modifica
dell’ordinamento scolastico.
Sentenza della Corte Costituzionale 215/87 (Diritto di frequenza
degli alunni disabili nella scuola superiore).
FREQUENZA SCOLASTICA
L. 104/92 Legge-quadro per l’assistenza e i diritti delle persone
handicappate
D.P.R. 24/2/94 Atto di indirizzo relativo ai compiti delle ASL…….
Accordi di Programma 30/11/96
C.M. 250/85
D.M. 26/8/81
Parere del Consiglio di Stato n. 348/91
D.L.vo n. 297/94
D.M. 25/5/95 n. 170
L’USCITA DAL SISTEMA SCOLASTICO
L.104/92
L.68/99 (Collocamento al lavoro)
L.328/2000 (art.14: tutti gli Operatori competenti ULSS, Scuola,
Enti Locali, sono coinvolti nella definizione del progetto di vita
dell’alunno certificato).
VALUTAZIONE
D.L.vo 297/1994, art. 318
O.M. n. 90/2001
La valutazione deve essere riferita ai progressi personali dell’alunno
secondo le sue peculiarità e potenzialità.
GRUPPO DI LAVORO
PER L’HANDICAP
La Scuola rivolge una particolare attenzione agli alunni portatori di
handicap e, nell’intento di realizzare corretti processi di inserimento
ed apprendimento, il Dirigente Scolastico e i Consigli di classe
coinvolti:
Î curano il rapporto con le famiglie, organizzando incontri periodici
all’inizio e nel corso dell’anno scolastico;
Î si attivano per l’acquisizione della documentazione scolastica,
sanitaria e del profilo dinamico funzionale dell’alunno;
Î verificano i livelli e la qualità dell’integrazione del portatore di
handicap nella classe e nella scuola;
Î valutano periodicamente i percorsi e i processi di apprendimento
degli studenti in situazione di handicap;
Î promuovono l’informazione e il coordinamento tra i docenti.
La Scuola intende utilizzare a tal fine i seguenti strumenti:
a. incontri periodici con le famiglie;
b. schede di osservazione mirata;
c. modello per l’elaborazione del Piano Educativo Pesonalizzato.
Per affrontare in maniera più razionale il problema dell’handicap è
attivo nel nostro Istituto, ormai da molti anni, il Gruppo di lavoro
per l’handicap, di cui fanno parte tutti i docenti specializzati. Tale
gruppo,
coordinato
dal
dell’handicap, ha il compito di:
docente
referente
responsabile
Î individuare strategie organizzative e percorsi didattici per
la completa integrazione degli alunni in situazione di
handicap;
Î sensibilizzare, raccogliere e fornire informazioni, offrire
supporti ai docenti dell’Istituto relativamente al problema
dell’handicap.
Il Gruppo si propone di conseguire nel corrente anno scolastico e in
quelli a venire, i seguenti obiettivi:
a) fornire indicazioni bibliografiche al personale docente sulle
strategie d’inserimento degli alunni portatori di handicap;
b) svolgere mediante un questionario un’indagine conoscitiva sulle
principali esigenze informative tecnico – didattiche dei docenti sul
problema dell’handicap;
c) fornire a tutti i docenti una corretta informazione sulle tipologie
di handicap più diffuse nel nostro Istituto;
d) elaborare
un
percorso
didattico
–
educativo
per
il
pieno
inserimento dell’alunno H nella scuola, capace di coinvolgere in
modo continuativo tutta la classe;
e) predisporre un elenco di tutti i sussidi didattici per alunni H
esistenti nell’istituto con l’indicazione dell’esatta dislocazione;
f) raccogliere tutta la più recente normativa scolastica che si
riferisce al problema dell’handicap.
Il Gruppo di lavoro dell’Istituto, di solito si riunisce, durante le
riunioni per aree disciplinari e ogni qual volta se ne ravvisi la
necessità.
Individua strategie
organizzative
Individua percorsi
didattici per la
completa integrazione
Sensibilizza,
raccoglie e fornisce
informazioni
GRUPPO DI LAVORO
PER L’HANDICAP
Predispone di un
elenco di tutti i
sussidi didattici
Fornisce una corretta
informazione sulle
tipologie di handicap
più diffuse nell’istituto
Elabora un percorso
didattico – educativo
per il pieno inserimento
dell’alunno H
GRUPPO MISTO
Parallelamente al Gruppo di lavoro handicap, nel nostro Istituto è
presente un Gruppo Misto che ha funzioni di promozione e di
sostegno per l’insegnamento agli alunni portatori di handicap. Tale
Gruppo di lavoro è così denominato, perché al suo interno vi è più
di una componente operativa che, in modo sinergico, lavora per
migliorare la qualità dell’integrazione all’interno dell’Istituto.
Composizione del Gruppo Misto
Î Preside o un suo delegato in caso d’assenza;
Î insegnante di sostegno;
Î coordinatore della classe ove è inserito il portatore di handicap;
Î i docenti del Consiglio di Classe che sentono la necessità di
partecipare;
Î operatori dell’ASL;
Î assistente personale dell’alunno (se presente);
Î genitori dell’alunno.
Compiti del Gruppo Misto
4 elabora il profilo dell’alunno;
4 individua le risorse che possono essere utilizzate;
4 elabora il piano di lavoro individualizzato;
4 esprime
parere
l’organizzazione.
favorevole
alle
visite
guidate
e
ne
cura
Fasi della valutazione degli alunni
portatori di handicap
Valutazione formativa: in itinere
Sono previste le seguenti condizioni:
ƒ delibera del Consiglio di classe;
ƒ consenso dei genitori;
ƒ consenso dell’équipe pluridisciplinare;
ƒ nessun valore legale del titolo;
ƒ nessun valore aritmetico dei voti.
Oggetto di valutazione sono:
ƒ obiettivi raggiunti;
ƒ conoscenze nuove acquisite;
ƒ competenze evidenziate;
ƒ abilità possedute.
Valutazione sommativa: quadrimestrale/trimestrale o finale
Sono previste le seguenti modalità:
ƒ prove oggettive strutturate o non;
ƒ elenco degli obiettivi raggiunti;
ƒ elenco degli obiettivi non raggiunti;
ƒ motivazione del mancato risultato;
ƒ strategie di recupero previste in itinere;
ƒ collegialità della decisione.
Qualora gli obiettivi raggiunti non siano conformi ai
programmi ministeriali è necessario procedere
nel modo seguente:
ƒ motivare nella relazione (C.M.262/88);
ƒ rapportare i voti al PEP;
ƒ deliberare l’ammissione alla classe successiva con voto minimo di
6/10;
ƒ deliberare la ripetenza della stessa classe se i voti sono inferiori a
6/10 (la ripetenza è consentita fino ad un massimo di tre anni
consecutivi ed al compimento del 18.mo anno d’età);
ƒ la valutazione differenziata non consente l’ammissione agli Esami
di Stato, ma consente il rilascio di un attestato.
Il comma 5 dello stesso art.13 O.M. 80/95 prescrive che la
necessità di valutazione differenziata sia notificata alla famiglia, la
quale può dichiarare formale dissenso; l’eventuale silenzio è
interpretato come assenso.
GRUPPO MISTO
E’ composto
da…
Preside o un suo delegato
Insegnante di sostegno
Cosa fa…?
Elabora il profilo
dell’alunno
Individua le risorse che
possono essere utilizzate
Coordinatore della classe ove
è inserito il ragazzo H
Elabora il Piano
Educativo
Individualizzato
I docenti del Consiglio di
Classe che hanno necessità di
partecipare
Verifica periodicamente il
PEI
Operatori ASL
Esprime parere
favorevole alle visite
guidate e ne cura
l’organizzazione
Assistente personale
dell’alunno (se presente)
Genitori dell’alunno
Tiene i contatti con la
famiglia e gli operatori
ASL
PROGETTO TUTORING
La collaborazione tra alunni crea opportunità straordinarie. Secondo
le nuove concezioni della psicologia cognitiva sui processi di
apprendimento degli alunni con difficoltà, i programmi di tutoring
offrono
una
specie
di
impalcatura
cognitiva,
una
struttura
provvisoria di aiuto all’alunno che deve affrontare una fase didattica
nuova.
Naturalmente ci deve essere la collaborazione e del gruppo classe
e di tutti gli insegnanti di classe. Insieme faranno una scelta di
campo a favore dell’amicizia rispetto all’indifferenza.
Gli insegnanti della classe in cui è presente il portatore di handicap,
individuano tre figure di” tutoring” tra gli alunni più bravi, che
daranno una mano al compagno in difficoltà soprattutto quando
l’insegnante di sostegno non è presente in classe. Parallelamente e
a rotazione settimanale, sarà coinvolta l’intera classe.
Il tutoring è così organizzato:
l’alunna/o dopo aver chiesto il permesso al docente dedica 10
minuti del suo tempo all’alunno in difficoltà aiutando così il
compagno
in
questo
caso
bisognoso
d’aiuto,
spiegando
e
semplificando il concetto o il problema a parole sue.
A questo punto la ragazza/o che aiuta - insegna e nello stesso
tempo - impara; pertanto avrà anch’essa un ritorno per questo
tempo speso a favore dell’amico in difficoltà.
PROGETTO INTEGRATIVO
PER ALUNNI IN DIFFICOLTA’
TUTORING
ALUNNO CHE
INSEGNA
ALL’ALTRO
ALUNNO
RUOLO DI
TUTOR SVOLTO
DA???
ALUNNO PIU’
BRAVO PER……
…ALUNNO IN
DIFFICOLTA’ O…
…ALUNNO DISABILE
INSEGNANTE
DI SOSTEGNO
SCUOLA MEDIA
DI
PROVENIENZA
OPERATORI
ASL
GRUPPO DI
LAVORO
DELL’ISTITUTO
INTEGRAZIONE
ALUNNI
HANDICAP
ASSISTENTE
PERSONALE
CONSIGLIO
DI CLASSE
COMPAGNI
DI CLASSE
GENITORI
DELL’ALUNNO
INTEGRAZIONE
Il nostro lavoro all’interno delle classi è mirato ad offrire ai ragazzi portatori di
handicap adeguate opportunità educative, tendenti a realizzare l’integrazione
effettiva secondo un progetto formativo e didattico che costituisca parte
integrante della programmazione.
O
B
I
E
T
T
I
V
I
P
R
I
N
C
I
P
A
L
I
TRASFORMARE LA PRESENZA DI UN ALUNNO
H, IN UNA RISORSA CAPACE DI METTERE IN
ATTO DINAMICHE DI GRUPPO E DI
INTERAZIONE PERSONALE CHE SIANO
OCCASIONE DI MATURAZIONE PER TUTTI.
IMPARARE A CONSIDERARE E A VIVERE LA
DIVERSITA’COME UNA DIMENSIONE
ESISTENZIALE E NON COME UNA
CARATTERISTICA EMARGINANTE
UTILIZZO DI TUTTI GLI STRUMENTI TECNICI
E SUSSIDI DI TIPO INFORMATICO, PER
FAVORIRE L’ATTIVITA’ DI STUDIO E
L’APPRENDIMENTO DEI RAGAZZI H.
SENSIBILIZZAZIONE
La Commissione H è attiva nel proporre incontri, progetti, corsi di
autoformazione rivolti a tutti gli insegnanti curriculari e non solo agli insegnanti
di sostegno, perché:
A
B
la presenza di un
ragazzo portatore di
handicap in classe non
è un “problema” da
delegare all’insegnante
specializzato, ma
coinvolge
necessariamente tutti
gli insegnanti nella
programmazione e
progettazione di
percorsi
insegnamento/
apprendimento, in
tempi e ritmi adeguati.
i soggetti
diversamente abili
pongono alla scuola
una richiesta di forte
progettualità, che
viene accolta in tutti
i progetti stilati e
portati avanti
nell’ambito della
normale attività
didattica rivolta a
tutti gli alunni della
scuola.
PRE-ACCOGLIENZA
AZIONI INTEGRATE
DI ORIENTAMENTO
PROGETTO
ACCOGLIENZA
PORTATORE
DI
HANDICAP
PROGETTO
GRUPPO
MISTO
PROGETTO
INTEGRAZIONE
PROGETTO STAGE
VADEMECUM DELLE
ATTIVITA’ DI
SOSTEGNO
Prime tappe inserimento scolastico
dopo la Scuola Media
FASI
TEMPI
Iscrizione
entro il 20
gennaio
Pre - accoglienza entro maggio
Accoglienza
Prima
settimana
di scuola
ATTIVITA’ PER L’ALUNNO IN
SITUAZIONE DI HANDICAP
Nell’ambito dei percorsi di
orientamento attivati dalla scuola
media (organizzati anche in
collaborazione tra scuola media e
scuola superiore) l’alunno e la
famiglia possono visitare la scuola ed
avere un primo contatto conoscitivo.
La famiglia procede all’iscrizione
dell’alunno presso la segreteria della
scuola media, la quale invia il
modulo alla scuola superiore entro i
termini stabiliti dalla normativa.
La famiglia dovrà, entro breve
tempo, far pervenire la certificazione
attestante la diagnosi clinica
direttamente alla scuola superiore.
Vengono organizzate una serie di
attività e incontri funzionali alla
reciproca conoscenza tra l’alunno e
la scuola superiore (personale,
struttura, attività, ecc.)
Durante la prima settimana di scuola
vengono predisposte una serie di
attività, rivolte a tutte le classi prime,
finalizzate ad un positivo
inserimento nella nuova scuola.
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