Analisi del fenomeno delle
povertà in Casentino
La progettazione condivisa: proposte operative
Daniela Nocentini
Poppi, 26 maggio 2007
Gli assetti istituzionali e
l’organizzazione dei servizi
esercizio associato delle
funzioni di indirizzo,
programmazione e
governo delle attività
socio-assistenziali,
sociosanitarie, sanitarie
territoriali e specialistiche
di base
A.USL 8
COMUNITÀ
MONTANA
CASENTINO
COMUNI
ZONA
CASENTINO
Gli assetti istituzionali e
l’organizzazione dei servizi
Gestione Associata dei Servizi Sociali
I comuni della Zona Socio-Sanitaria del Casentino hanno dato vita, con
gradualità, a partire dell’aprile 2003, alla Gestione Associata dei Servizi
Sociali attraverso la Comunità Montana.
 garantire le medesime opportunità di accesso e fruizione ai servizi a tutti i
cittadini casentinesi
 tappa fondamentale per la realizzazione dell’integrazione sociosanitaria che ha trovato il suo completamento nell’istituzione della
Società della Salute del Casentino.
Presenza capillare dei
Servizi Sociali nel territorio
Linee guida di programmazione
Atto di programmazione regionale
PIANO INTEGRATO SOCIALE REGIONALE
Definisce:
 gli obiettivi di benessere sociale da perseguire
 le caratteristiche quantitative e qualitative dei servizi e degli interventi
 le priorità di intervento
 le iniziative di comunicazione sociale e di sensibilizzazione finalizzate
alla prevenzione del disagio e della esclusione sociale;
 ecc.
Atto di programmazione locale
PIANO INTEGRATO DI SALUTE
Linee guida di programmazione
PIANO INTEGRATO SOCIALE REGIONALE
Il contrasto delle povertà e interventi di inclusione delle fasce deboli

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
Obiettivi e priorità
realizzare un sistema di governance capace di mantenere e sviluppare
meccanismi di appartenenza e processi di autonomia e inclusione
all’interno della comunità
promuovere l’inserimento nei PIS delle azioni a contrasto della povertà
sostenere e incrementare la qualità dei servizi di pronto intervento e di
prima assistenza per far fronte alle esigenze primarie di accoglienza
potenziare ed estendere la misura del “prestito sociale d’onore”;
sviluppare forme di accompagnamento sociale e di integrazione
personalizzate e finalizzate, quando possibile, all’autonomia
promuovere e sostenere interventi, forme e modalità di facilitazione di
accesso al credito
implementare e sostenere la rete di rapporti con il volontariato e le reti
di promozione sociale presenti sul territorio
Linee guida di programmazione
PIANO INTEGRATO SOCIALE REGIONALE
Il contrasto delle povertà e interventi di inclusione delle fasce deboli
Strumenti
 semplificazione degli adempimenti e delle modalità di accesso ai servizi
 individuazione di buone pratiche e di modelli per favorire l’integrazione
e la collaborazione fra i servizi a bassa soglia e specialistici
 implementazione e l’estensione di tutti gli strumenti della
partecipazione, della concertazione e dei “tavoli per l’inclusione sociale”
 attivazione del tutoraggio sociale quale modalità di accompagnamento
della persona nei percorsi di reinserimento;
Il Piano Integrato di Salute
Nella Società della Salute, il PIS costituisce
“lo strumento unico di programmazione
socio-sanitaria di zona-distretto”
Il PIS contiene:
- obiettivi di salute prioritari
- i progetti per raggiungerli
Che cosa è il Piano Integrato di Salute?
È lo strumento partecipato di
programmazione integrata delle politiche
sociali e sanitarie di salute, a livello di
zona-distretto
Ha durata triennale e può essere
aggiornato annualmente

La Carta di Ottawa:
un nuovo concetto di salute
Il concetto di promozione della salute si sviluppa a partire
dalla pubblicazione della Carta di Ottawa dove si supera la
visione tradizionale della “salute” come risultato di azioni
sviluppate in ambito sanitario, a favore di un approccio
olistico, proiettato verso una condizione di benessere che
non può essere raggiunta solo con la medicina e
l’assistenza sanitaria.
Tra i punti fondamentali
•creare
ambienti capaci di offrire sostegno
•rafforzare l’azione della comunità
•sviluppare le capacità personali
Partecipazione
“Partecipazione, come processo in cui gli individui
e le famiglie assumono una responsabilità per la
propria salute e per quella della comunità e
sviluppano la capacità di contribuire al
miglioramento delle loro condizioni di salute e di
quelle della comunità.”
(Organizzazione Mondiale della Sanità)
Piano Integrato di Salute
il processo di costruzione
profilo di salute
partecipazione
confronto
analisi dei servizi
condivisione
 Amministratori
 Terzo Settore
 Rappresentanti Cittadini
Tecnici
 Associazioni
 Analisi dei Servizi
 Forze Sociali
immagine di salute
(bisogni, criticità, soluzioni,…)
Indirizzi Giunta SDS
PIS: obiettivi di salute
(azioni, risorse, tempi, verifiche)
Approccio operativo dei
Servizi Sociali

promozione dell’agio

prevenzione del disagio

superamento dell’approccio assistenzialistico, a
favore di percorsi di uscita dai circuiti di
assistenza

lavoro di rete
Il lavoro di rete
presuppone nella comunità
Informazione e Orientamento
La necessità di sviluppare una maggiore
conoscenza dei servizi e delle risorse
presenti nel territorio
La conoscenza dei servizi e delle
opportunità deve essere diffusa e chiara
(chi, dove, come)
Accesso
L’accessibilità dei servizi
deve essere garantita a
tutti i cittadini a fronte di
situazioni diversificate per
dispersione demografica,
per situazioni di bisogno
Integrazione
Le risorse presenti nel territorio,
umane e finanziarie, devono confluire
nell’obiettivo comune di migliorare il
bene-essere e la qualità della vita.
Il lavoro di rete
presuppone nella comunità
Partecipazione
presenza nel territorio di modalità di
concertazione
efficaci
affinché
le
esigenze dei cittadini e degli attori sociali
divengano patrimonio comune e le scelte
rispetto alle risorse siano partecipate,
condividendole con la comunità
Governance
processo con il quale
vengono collettivamente
risolti i problemi rispondendo
ai bisogni di una comunità
sociale, processo nel quale le
azioni di governo istituzionale
si integrano con quelle dei
cittadini
Alcune riflessioni sui dati
La distribuzione della spesa
•
il 50% in interventi e servizi
• il 22% in trasferimenti in denaro con una
tendenza all’aumento
I trasferimenti in denaro sono strumenti fondamentali di sostegno.
Ciò premesso, la risposta dei servizi dovrebbe tendere ad un
incremento degli interventi rispetto alle azioni di sostegno al
reddito
Alcune riflessioni sui dati
La distribuzione della spesa
•
il 29% a favore delle persone disabili
• il 16% a livello regionale
La zona ha da sempre investito molto nel miglioramento della
qualità degli interventi individuali finalizzati ad obiettivi per il
raggiungimento di una maggiore autonomia di questi utenti.
Inoltre, nel dato incide la presenza nel territorio di due Centri
Diurni
Alcune riflessioni sui dati
Valori pro-capite della spesa
•
incremento a favore della povertà e disagio
degli adulti: da € 6,30 nel 2003 a € 9,40 nel
2005
Tale dato deve essere letto tenendo conto del trend negativo
dell’economia casentinese, che ha fatto registrare un aumento
della domanda di accesso da parte degli abitanti autoctoni
Alcune riflessioni sui dati
Valori pro-capite della spesa
decremento a favore degli immigrati: da €
30 nel 2004 ad € 17 nel 2005
•
Tale dato deve essere letto tenendo conto del trasferimento
nell’anno 2004 a favore della Zona Casentino di finanziamenti
per l’attivazione del Centro per l’Integrazione
Alcune riflessioni sui dati
Distribuzione della spesa nell’Area Anziani
•
il 58% delle risorse sono destinate ad
interventi a favore della permanenza degli
anziani a domicilio
- 40% assistenza domiciliare
-10% integrazione sociale
-6,5% servizi di prossimità
-2% distribuzione dei pasti
Alcune riflessioni sui dati
Distribuzione degli interventi economici:
•
il 39% è destinato alle famiglie e minori
Tale dato deve essere letto tenendo conto del trasferimento del
Fondo Regionale per le Azioni di Sostegno alla Natalità, che ha
fatto emergere bisogni sommersi
Alcune proposte operative
Forte peso degli interfaccia parentali
e scarso peso della comunità locale
nel segnalare le situazioni di disagio
ai servizi sociali
Rafforzare il lavoro di rete.
Esempio: progetto sorveglianza attiva della persona
anziana fragile.
Alcune proposte operative
Incidenza del rischio di povertà femminile
nel territorio
Formazione indirizzata alle donne, ed, in particolare, per le
donne straniere promuovere corsi di alfabetizzazione della
lingua italiana
Alcune proposte operative
Povertà autoctona
- Migliorare l’accessibilità ai servizi
- Lavoro integrato tra associazioni di volontariato e servizi
sociali
Alcune proposte operative
I bisogni degli utenti italiani: il problema
segnalato dal maggior numero di utenti
italiani si riferisce alla malattia/problemi
sanitari
- Sviluppo dell’integrazione operativa dei servizi
- Accesso unitario ai servizi (PUA e Servizio Sociale
Integrato)
Alcune proposte operative
I bisogni alloggiativi
- Fondi di garanzia
- Sviluppo di soluzioni alloggiattive per anziani
Alcune proposte operative
I bisogni di assistenza della popolazione
anziana
- Migliorare l’accessibilità ai servizi
- Promuovere il superamento dell’isolamento sociale
attraverso un lavoro sinergico delle associazioni di
volontariato, servizi sociali e sanitari
- Sviluppare servizi di mensa e lavanderia
- Formazione delle assistenti domiciliari
- Ampliare i servizi diurni per anziani
- Sviluppo di soluzioni alloggiattive per anziani
Alcune proposte operative
l’accudimento dei bambini di origine
straniera
- Migliorare i percorsi di integrazione e,
contemporaneamente, assicurare percorsi di tutela
dell’identità e della cultura di origine
- Sviluppo di una proposta di assistenza socio-educativa a
favore di gruppi di minori in ciascun contesto territoriale da
progettare con i comuni, le associazioni di volontariato ed il
servizio sociale associato
Grazie per la cortese attenzione
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Presentazione Nocentini