Le origini del
Feudalesimo
4. Il sorgere delle signorie
territoriali di banno
Disgregazione dello stato
• Nell’assenza dello stato, a causa delle
guerre e delle invasioni, alcuni signori
fondiari iniziano ad esercitare, sui loro
beni e sul territorio circostante, poteri
militari, fiscali e giurisdizionali.
• Acquisicono un’autorità su servi e liberi,
nei loro fondi, ma anche su coloni di altre
curtes e su possessori di allodi.
Sviluppo signorile
• Le nuove “entità” vengono chiamate:
 Signorie rurali: perché si sviluppano a partire
da proprietà agrarie;
 Signorie locali: perché così le chiamano le
fonti (“dominatus loci”);
 Signorie territoriali di banno, perché quelli
che in origine erano proprietari terreni
esercitano il potere coercitivo proprio dei
funzionari pubblici (“ban” in germanico,
“districtus” in latino).
Cause
• Alcune circostanze favoriscono lo
sviluppo delle signorie territoriali:
1. Concessioni di immunità (= esenzione dal
controllo dell’autorità pubblica) da parte dei
sovrani.
2. Costruzione di fortificazioni e castelli.
3. Comportamento di conti, duchi e marchesi
che non ostacolano il fenomeno, anzi vi
partecipano.
1. Immunità
• Sin dai tempi dei Merovingi i re Franchi
concedevano immunità, soprattutto a
monasteri e vescovati.
• L’immunista esercitava i poteri pubblici
sottratti all’autorità comitale locale.
• I proprietari terrieri imitano l’esempio e si
comportano sui loro beni, come se
godessero di immunità.
2. “Incastellamento”
• Fortificazioni (all’inizio anche semplici
palizzate) vengono costruite per
difendersi dalle invasioni.
• Ma le fortezze (e gli armati che le
difendono) diventano uno strumento per
controllare il territorio.
• Tant’è vero che la loro costruzione doveva
essere autorizzata dall’autorità regia.
Berengario I - Diploma al vescovo di Bergamo (23 giugno 904)
In nome della santa e indivisa Trinità. Berengario re con il favore della divina clemenza […]. Noi [...]
stabiliamo che, per far fronte alle necessità incombenti e agli attacchi dei pagani,
la città di Bergamo sia riedificata ovunque il vescovo e i suoi concittadini lo ritengano opportuno.
Anche le torri, le mura e le porte della città, [ricostruite] con l'impegno del vescovo, dei concittadini e di
quanti si sono rifugiati in città, rimangano in perpetuo sotto la potestà e la tutela del vescovo e dei suoi
successori. [Il vescovo] abbia l'autorità di fare costruzioni sulle torri e sulle mura, ove necessario, affinché le
strutture di guardia e di difesa non siano compromesse, e siano sotto la potestà della stessa Chiesa.
Stabiliamo che il potere pubblico sulla medesima città, spettante al Regno, resti sotto
la tutela della stessa Chiesa vescovile [...]. E nessun conte o visconte o giudice pubblico o
gastaldo, o ogni altro ufficiale del Regno, [entri] dentro la città o nei monasteri, […] o nelle cappelle, o in
tutti i possessi [della Chiesa bergamasca], per convocare riunioni ove si discutano cause giudiziarie, o per
esigere multe, o pretendere diritti d'ospitalità, o estrarre con la forza dei fideiussori [e nessuno osi compiere
atti di coercizione contro il clero e contro le persone che vivono e lavorano su terre e beni della Chiesa
bergamasca].
3. Conti, duchi e marchesi
• Non si oppongono al sorgere di signorie
nei territori da loro controllati,
• perché sono essi stessi impegnati a
costruire fortezze a difesa dei loro beni
allodiali o beneficiari.
• Rinunciano a governare la contea in nome
del re e diventano signori di quei territori
su cui possono esercitare pieni poteri.
Signori e feudatari
• Un comes che possiede un beneficio
ereditario e che esercita un potere di
banno sui suoi possessi fondiari (e sulle
aree vicine) è ormai un feudatario.
• Non tutti i “signori locali” sono feudatari:
d’altra parte il loro potere non si fonda
rapporto vassallatico ma sul loro
patrimonio e sulla loro forza militare.
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Signorie territoriali