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Nella musica che compongo e suono, cerco la
sobrietà e la sintesi, sia nella ricerca melodica e
formale sia soprattutto in quella timbrica.
Il suono del gruppo e quello della mia tromba
sono in equilibrio tra pienezza e trasparenza, tra
forza e tenerezza.
In questa suite tento di descrivere i colori della
natura, alberi, fiori, paesaggi:
un'immagine viva, subliminale, che i colori
esprimono e racchiudono dentro di sé e trasmettono al nostro essere.
La suite è legata alla tradizione secondo cui
ogni colore ha una funzione evocativa, terapeutica e spirituale:
Indaco è il colore dell'autocoscienza; il lunghissimo tema si snoda in nove tonalità su quattro
pedali ascendenti, per tornare poi su se stesso.
Verde, come fosse instabile, vacilla su una
melodia realizzata con la scala frigia e armonizzata per quarte su tempi dispari (7/4, 5/4, 3/4)
per modulazioni ascendenti; Rosa Tramonto
dipinge la dolcezza statica che è nell'aria alla
meditazione del tramonto; il tango Rosso
Argent(in)o è colorato di virilità, passione e
umanità.
Sole arancione, di matrice africana, è un felice
abbraccio di arrivederci e di buon viaggio assieme.
L'unica nota scura è rappresentata dal brano
Nero Vuoto, con il quale provo a descrivere il
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baratro che avverte chi pensa di essere lontano
da Dio, ma è collegato alla ninna nanna Il Blu
dell'orizzonte, per esprimere la certezza che il
Maestro ama e aspetta ai suoi piedi, con
pazienza, anche chi si è tolto da solo la vita. È
un pensiero non solo rivolto al mio amico Bruno,
scomparso due anni fa, ma un abbraccio solidale a chi pensa erroneamente di essere solo.
Bianco, puro ed immobile, è una fuga a quattro
voci che culmina in un assolo ritmico armonico
del pianoforte e del contrabbasso. Nella forma
musicale della fuga c'è la coesistenza di più
realtà (timbro, suono, estensione, dinamica etc.)
che convivono per creare un unico corpo...
mistico.
Il Funk Grigio Roccia, duro e forte, è lucente e
solido. Giallo ocra simboleggia il legame fra
caldo e freddo, fra l'umano e il sovrannaturale.
Non a caso è un blues nel modo minore dorico,
(il modo preferito anche da Socrate per l'introspezione).
Melisma Red è basato su un mantra pentatonico (sul modo eolico) di chiara ispirazione coltraniana, che canta appoggiato ad un frammento
ritmico di danza pellirossa; il suono domina nell'immensità con le sue circonvoluzioni che si
sovrappongono su un modello piramidale.
Buon ascolto, un abbraccio a tutti voi.
Luca Cosi
In the music I compose and play, I always look
for simplicity and synthesis, both in my search
for melody and form and above all in my quest
for timbre. This group’s sound and my trumpet’s
sound achieve a balance between fullness and
transparency, between force and tenderness.
In this suite, I am trying to describe the colours
of nature, trees, flowers and landscapes: a living, subliminal image that the colours express,
encapsulate within themselves and convey to
our essence. The suite has links to the tradition
that every colour has its own evocative, therapeutic and spiritual function:
Indaco (indigo) is the colour of self-awareness.
The long theme meanders in nine tonalities on
four ascendant pedals, before going back over
itself. Verde (green) totters unstably on a
melody created with the Phrygian scale and
harmonised by fourths in uneven times (7/4,
5/4, 3/4) in ascending modulations. Rosa
Tramonto (sunset pink) paints the static sweetness perceptible in the air as you mediate the
sunset. The Rosso Argent(in)o (silvery
[Argentine] red) tango is coloured with virility,
passion and humanity. Sole arancione (orange
sun) has an African matrix, a pleasant blend of
goodbye and bon voyage together.
The only dark note comes from the track Nero
Vuoto (empty black), where I try to describe the
void perceived by those who think they are a
long way away from God, but it is connected to
the lullaby Il Blu dell'orizzonte (horizon blue),
to express the certainty that the Master loves
even those who have taken their own lives and
waits patiently for them to come before his feet.
This is not just a thought for my friend Bruno,
who died two years ago, but an embrace of
understanding for all those who believe –
wrongly – that they are alone.
Bianco (white), pure and motionless, is a fugue
for four voices that culminates in a rhythmic, harmonic piano and double bass solo. The musical
form of the fugue contains several features that
coexist (timbre, sound, extension, dynamics etc.)
to create a single, mystical body.
Hard and strong, Funk Grigio Roccia (rock grey
funk) glitters in its solidity. Giallo ocra (yellow
ochre) symbolises the bond between hot and
cold, between human and the supernatural. It is
no coincidence that this is a blues in Doric minor
(which Socrates preferred for introspection).
Melisma Red is based on a five-tone mantra
(on the Aeolian mode) clearly inspired by
Coltrane, singing with the support of a rhythmic
fragment of native American dance; the sound
dominates in its immensity, with circumvolutions that overlap on a pyramid model.
I hope you enjoy listening to it and embrace you all.
Luca Cosi
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LUCA COSI - AGOSTINO DA MELE - PAOLA ANGELI - LUIGI BONAFEDE - MAURO AVANZINO - MASSIMILIANO FURIA - TINA OMERO - PIETRO LEVERATTO
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I COLORI DEL SUONO DI LUCA COSI
Figura semantica consistente nell’associare due
termini appartenenti a diverse sfere sensoriali:
questo ci dice il vocabolario a proposito della
sinestesia, grimaldello dei poeti e fatata lente dei
fanciulli. Perché entrambi sanno forzare le porte
dell’ovvio per scoprire nuovi incanti e contemplare invisibili splendori celati alla vista comune. Poi
si cresce, si diventa “seri” e, incalzati dagli imperativi della quotidianità, ci si sbarazza in fretta di
siffatte facezie, ché il mondo degli adulti non può
tollerare simili improduttivi trastulli.
Dubito che Luca Cosi sia veramente cresciuto, se
per crescita si intenda necessariamente un conformistico sentire. Ne dubito fortemente, perché
Luca Cosi conserva ancora la capacità dello stupore, risorsa sempre più rara in un mondo bulimico di cifre, fatti, diagrammi, equazioni, oggettuali
evidenze. Un mondo dove anche le emozioni finiscono sovente con l’essere notomizzate e scomposte alla luce di asettiche dinamiche. Alla faccia
dei “grandi” Luca Cosi sa lasciarsi andare e, proprio come un bambino, abbandonarsi a quei moti
del cuore che, all’improvviso nel mezzo della tua
giornata, ti fanno palpitare per una nuvola solitaria lassù nel cielo, una sottile lama di luce che
sciabola sul pavimento della stanza, una foglia
ebbra di colori sul selciato, un infuocato tramonto. Cose di tutti i giorni, si dirà. Magiche epifanie,
invece, per chi abbia occhi per vederle e cuore
per sentirle.
Dare un suono ai colori, condensare in vibrazioni
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l’incanto cromatico dell’esistenza, ricordi compresi: questa l’avventura – e la sfida – intrapresa
dal musicista spezzino nel suo nuovo lavoro, una
suite in undici episodi ciascuno dei quali dedicato a un colore, indice di un particolare stato d’animo. Dall’indaco all’arancione, dai colori freddi a
quelli caldi, la tromba di Luca Cosi, mai declamatoria o compiaciuta e men che meno avvezza a
tecnicismi e ostentazioni, passa attraverso gli
spettri della malinconia e della solarità, del lirismo
e della gioia di vivere, in un gioco di evocazioni e
allusioni, sottrazioni e sfumature timbriche.
Toccanti, nella loro struggente mestizia e asciuttezza melodica, i brani Bianco Bianco e Il Blu
dell’Orizzonte (ninna nanna per Bruno), delicati
acquerelli in cui il male di vivere e le nebbie del
rimpianto trovano requie in un tenero abbraccio
sonoro.
Un plauso ai musicisti al fianco del leader – Tina
Omerzo al piano, Mauro Avanzini al flauto e sax
contralto, Paola Angeli al clarinetto basso,
Agostino Da Mele al clarinetto, Pietro Leveratto al
contrabbasso, Luigi Bonafede e Massimiliano
Furia alla batteria –, poco accompagnatori e
molto compagni di viaggio in questa immersione
nei colori dell’esistenza.
Paolo Battifora, direttore del SecoloXIX,
20.12.2006 Genova
LUCA COSI’S COLOURS OF SOUND
A semantic figure consisting in the association of
two terms belonging to different sensorial spheres:
that is what the dictionary tells us about the word
synaesthesia, grist to the mill of poets and the natural lens through which children see the world…
because both are capable of breaking through the
door of obviousness to discover new enchantments
and contemplate invisible splendours that are hidden from the view of most. Then we grow up, become “serious” and, driven by the imperatives of everyday life, think nothing of shaking off such silly childish notions: the world of grown-ups has no time to
waste on these unproductive ponderings.
I doubt that Luca Cosi ever really grew up, if by growing up we necessarily mean conforming to a given
way of feeling. I doubt it very much, as Luca Cosi
still has the childish ability to be amazed, an increasingly scarce resource in a world bloated with a surfeit of facts, figures, diagrams, equations and objective evidence. A world where even our emotions
often end up being systematically analysed and dissected in the light of abstract dynamics. Throwing
down the gauntlet at the “grown-ups”, Luca Cosi
knows how to let his hair down and let himself go,
just like a child, to those impulses of the heart that
strike you suddenly, slap in the middle of your everyday life, making you palpitate for a solitary cloud
up there in the sky, a thin beam of light that slices
its way across the floor in your room, a colour-drenched leaf against a rocky path or a fiery sunset.
Everyday things, you may say. But they are magical
epiphanies for those who have the eyes to see them
and the heart to feel them.
Giving a sound to colours, condensing the chromatic spell of existence – memories included – into
vibrations: that is the adventure embarked on – and
the challenge taken up – by this musician from La
Spezia in his latest album, a suite in eleven episodes, each one dedicated to a colour, indicating a
particular state of mind. From indigo to orange, from
cold tones to warm hues, Luca Cosi’s trumpet never
declaims and never sounds complaisant, nor less
still makes a show of technicism and ostentation,
but passes through the spectres of melancholy and
solitude, of lyricism and joie de vivre, in a sequence
of evocations and allusions, subtractions and timbric
nuances. I found the heartrending sadness and
melodic crispness to be touching in the tracks
Bianco Bianco and Il Blu dell’Orizzonte (ninna nanna
per Bruno), delicate watercolours where the pain of
living and the mists of regret find requiems in a tender embrace of sound.
Applause are due to the musicians who flank the leader: Tina Omerzo on the piano, Mauro Avanzini on the
flute and the contralto sax, Paola Angeli on the bass
clarinet, Agostino Da Mele on the clarinet, Pietro
Leveratto on the double bass, Luigi Bonafede and
Massimiliano Furia on the drums: they are not so
much an accompaniment, but very much fellow travellers in this plunge into the colours of existence.
Paolo Battifora, Editor, Il Secolo XIX,
Genoa 20.12.2006
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