Geometria III SOLUZIONI PROVA SCRITTA – 24 AGOSTO 2015 Esercizio 1. Sia R3 lo spazio tridimensionale ordinario dotato della topologia euclidea e sia X il sottospazio topologico di R3 definito ponendo X := T ∪ D ∪ S, dove: • T è il toro ottenuto facendo ruotare la circonferenza {(x, y, z) ∈ R3 | x = 0, (y − 2)2 + z 2 − 1 = 0} attorno all’asse z; • D = {(x, y, z) ∈ R3 | z = 0, x2 + y 2 6 1}; • S è la circonferenza {(x, y, z) ∈ R3 | x = 0, (y − 4)2 + z 2 − 16 = 0}. Si calcoli il gruppo fondamentale di X. Soluzione 1 (Primo metodo). Lo spazio topologico X è (omeomorfo a) Applichiamo il teorema di Seifert-Van Kampen scegliendo come sottospazi X1 = X \ S X1 ∼ T ∼ = X2 = X \ T X2 ∼ S ∼ X1 ∩ X2 X1 ∩ X2 ∼ S 1 ∼ = 1 di 9 Possiamo quindi scrivere π1 (X1 , y) = [e a], [eb] | [e a][eb][e a]−1 [eb]−1 = 1 , π1 (X2 , z) = [e c] | ∅ , π1 (X1 ∩ X2 , x) = [d] | ∅ , dove x, y, z sono tre punti di X scelti come nella figura seguente. y x z Siano ora α, β : I → X due cammini tali che α(0) = β(0) = x, α(1) = y e β(1) = z. Abbiamo gli isomorfismi π1 (X1 , y) −→ π1 (X1 , x) [γ] 7−→ [α ∗ γ ∗ α] e π1 (X2 , z) −→ π1 (X2 , x) [γ] 7−→ [β ∗ γ ∗ β] e, denotando con a, b e c i cappi α∗e a ∗α, α∗eb∗α e β ∗e c ∗β, possiamo considerare le presentazioni dei gruppi π1 (X1 , x) = [a], [b] | [a][b][a]−1 [b]−1 = 1 e π1 (X2 , x) = [c] | ∅ . Per il teorema di Seifert-Van Kampen, dal diagramma π1 (X1 , x) = [a], [b] [a][b][a]−1 [b]−1 = 1 i1∗ j1 ∗ π1 (X1 ∩ X2 , x) = [d] ∅ π1 (X, x) j2 ∗ i2∗ π1 (X2 , x) = [c] ∅ deduciamo che il gruppo fondamentale di X ha presentazione D E π1 (X, x) ' [a], [b], [c] [a][b][a]−1 [b]−1 = 1, j1 ∗ i1∗ ([d]) = j2 ∗ i2∗ ([d]) . Il morfismo i2∗ è il morfismo nullo, perché ogni cappio del disco bucato diventa omotopo al cappio costante se togliamo il buco, mentre il morfismo i1∗ è iniettivo, ed in particolare il cappio d (visto come cappio di X1 ) risulta essere omotopo ad uno dei due cappi fondamentali su T (per esempio e a). In conclusione E D E D −1 −1 π1 (X, x) = [a], [b], [c] [a][b][a] [b] = [a] = 1 = [b], [c] ∅ ' Z ∗ Z. 2 di 9 Soluzione 1 (Secondo metodo). Possiamo interpretare X come un CW-complesso composto da due 0-celle, quattro 1-celle e due 2-celle come nella figura seguente. P Q c b Σ2 a Σ1 d 0-scheletro 1-scheletro 2-scheletro Applicando il teorema di equivalenza omotopica di un CW-complesso e di un suo quoziente per un sottocomplesso contraibile (Teorema 2.18 delle dispense), costruiamo la seguente catena di equivalente omotopiche /{P, Q, a, b, Σ1 } Σ2 Pe c d Pb b e} /{Pb, Q, Σ2 e c d d b Q e Q b c} /{Pb, Q, e Σ2 X risulta essere omotopicamente equivalente allo spazio topologico S2 ∨ S1 ∨ S1 , quindi il suo gruppo fondamentale è isomorfo a Z ∗ Z. 3 di 9 Esercizio 2. Si considerino la somma connessa U2 di due piani proiettivi e due suoi punti distinti P e Q. a a P Q b b Si calcoli l’omologia ridotta di X := U2 \ {P, Q}. Soluzione 2 (Primo metodo). Applichiamo il teorema di Mayer-Vietoris scegliendo come sottospazi X1 a a a ( q 6= 1 e q (X1 ) ' {0}, H Z [a] ⊕ Z [b] , q = 1, ∼ b b a a b X2 c ( q 6= 1 e q (X2 ) ' {0}, H Z [c] ⊕ Z d , q = 1, ∼ d b X1 ∩ X2 a b a e ( q 6= 1 e q (X1 ∩ X2 ) ' {0}, H Z [e] q = 1 ∼ b b Il diagramma X1 i1 j1 X1 ∩ X2 X j2 i2 X2 4 di 9 induce la successione esatta lunga in omologia Hq (i1 ),−Hq (i2 ) Hq (j1 )+Hq (j2 ) δq e q−1 (X1 ∩ X2 ) → · · · e q (X1 ∩ X2 ) −−−−−−−−−−−→ H e q (X1 ) ⊕ H e q (X2 ) −−−−−−−−−→ H e q (X) −→ H ··· → H e q (X) = {0} se q 6= 1, 2. Rimane la parte di successione Deduciamo immediatamente che H e 2 (X) → H e 1 (X1 ∩ X2 ) → H e 1 (X1 ) ⊕ H e 1 (X2 ) → H e 1 (X) → 0. 0 → H Utilizzando l’esattezza della successione abbiamo che e 2 (X) ' im δ2 = ker H1 (i1 ), −H1 (i2 ) e H e e e e e 1 (X) ' H1 (X1 ) ⊕ H1 (X2 ) = H1 (X1 ) ⊕ H1 (X2 ) . H ker H1 (j1 ) + H1 (j2 ) im H1 (i1 ), −H1 (i2 ) Studiamo quindi i morfismi indotti dalle inclusioni i1 : X1 ∩ X2 ,→ X1 e i2 : X1 ∩ X2 ,→ X2 tra i gruppi di omologia di ordine 1. Nel primo caso consideriamo la 2-catena σ1 + σ2 dove σ1 e σ2 sono i 2-simplessi singolari descritti dagli omeomorfismi in figura. σ1 (E0 ) E2 a σ1 E0 σ1 (E1 ) E1 E2 σ2 E0 σ2 (E2 ) E1 e0 a g f b e00 b a e0 a g f b e00 σ1 (E2 ) σ2 (E1 ) b σ2 (E0 ) Il suo bordo è ∂2 (σ1 + σ2 ) = ∂2 σ1 + ∂2 σ2 = X σi (E1 E2 ) − σi (E0 E2 ) + σi (E0 E1 ) = i=1,2 0 = f ∗ e ∗ g − a + a + g ∗ e00 ∗ f − b + b quindi nel primo gruppo di omologia di X1 otteniamo [0] = [∂2 (σ1 + σ2 )] = [f ∗ e0 ∗ g − a + a + g ∗ e00 ∗ f − b + b] = = [f ∗ e0 ∗ g ∗ g ∗ e00 ∗ f − a − a − b − b] = [f ∗ e0 ∗ e00 ∗ f ] − 2[a] − 2[b] = = [f + e0 + e00 + f ] − 2[a] − 2[b] = [f ∗ f ] + [e0 ∗ e00 ] − 2[a] − 2[b] = [e] − 2[a] − 2[b]. Nel secondo caso consideriamo la 2-catena ρ1 + ρ2 dove ρ1 e ρ2 sono i 2-simplessi singolari descritti dagli omeomorfismi in figura. 5 di 9 a E2 a e0 d0 ρ1 (E2 ) c0 ρ1 ρ1 (E1 ) ρ1 (E0 ) E0 E1 c00 d00 e00 b b a E2 a e0 ρ2 (E0 ) c0 ρ (E ) 2 1 ρ2 ρ2 (E2 ) E0 d0 E1 d00 c00 e00 b b Il suo bordo è ∂2 (ρ1 + ρ2 ) = ∂2 ρ1 + ∂2 ρ2 = X ρi (E1 E2 ) − ρi (E0 E2 ) + ρi (E0 E1 ) = i=1,2 = d0 0 −e + c0 + c00 − e00 + d00 quindi nel primo gruppo di omologia di X2 otteniamo [0] = [∂2 (ρ1 + ρ2 )] = [d0 − e0 + c0 + c00 − e00 + d00 ] = = [d0 ∗ d00 ] + [c0 ∗ c00 ] − [e0 ∗ e00 ] = −[c] − [d] − [e]. Il morfismo H1 (i1 ), −H1 (i2 ) : Z [e] λ[e] e 1 (X1 ∩ X2 ) → H e 1 (X1 ) ⊕ H e 1 (X2 ) risulta quindi essere H −→ Z [a] ⊕ Z [b] ⊕ Z [c] ⊕ Z [d] . 7−→ 2λ[a] + 2λ[b] + λ[c] + λ[d] Il morfismo è iniettivo e la sua immagine è Z 2[a] + 2[b] + [c] + [d] , da cui concludiamo ( e q (X) = {0}, q 6= 1, H Z3 , q = 1. 6 di 9 Soluzione 2 (Secondo metodo). Consideriamo il cappio c su X corrispondente alla diagonale verticale del quadrato (prima delle identificazioni dei lati) e la retrazione rappresentata nella figura seguente. a a a ∼ c b a b c b b Lo spazio topologico X ha come retratto di deformazione un bouquet di 3 circonferenze, quindi ( 3 M 1 e q (X) ' e q (S ) = {0}, q 6= 1, H H Z3 , q = 1. i=1 Esercizio 3. Si risponda ai seguenti quesiti. (3a) Si calcolino tutte le soluzioni della seguente equazione in z ∈ C: 2z = z 3 − z 3 . (3b) Sia f la funzione meromorfa su C definita ponendo: f (z) := z2 z . − (i + 2)z + 2i Si dica, motivando la risposta, qual è il raggio di convergenza dello sviluppo di Taylor di f in z = 0. Soluzione 3 (a – Primo metodo). Esprimendo z in coordinate polari, riscriviamo l’equazione come 2ρeiθ = ρ3 ei3θ − ρ3 e−i3θ = ρ3 (ei3θ − e−i3θ ) = 2ρ3 i sin(3θ). Una prima soluzione è z = 0. Assumendo ρ 6= 0, otteniamo eiθ = cos θ + i sin θ = ρ2 i sin(3θ), cioè ( ( cos θ = 0 θ = π2 , 3π 2 =⇒ . sin θ = ρ2 sin(3θ) sin θ = ρ2 sin(3θ) Il sistema è impossibile perché sostituendo i valori trovati per θ i membri della seconda equazione sono discordi, quindi z = 0 è l’unica soluzione. Soluzione 3 (a – Secondo metodo). Osserviamo che z deve avere parte reale nulla, infatti 2z = 2z = z 3 − z 3 = z 3 − z 3 = −(z 3 − z 3 ) = −2z =⇒ z + z = 0. Assumendo z = t i, t ∈ R, l’equazione diventa 2t i = −t3 i + t3 i = 0 quindi l’unica soluzione è z = 0. 7 di 9 Soluzione 3 (b). La funzione f ha due poli in z = i e z = 2, quindi f (z) è olomorfa (e quindi analitica) sulla palla aperta B(1) centrata in 0 e di raggio 1. Questo garantisce che il raggio di convergenza R dello sviluppo di Taylor di f in z = 0 è maggiore o uguale a 1. Inoltre R non può essere strettamente maggiore di 1, altrimenti lo sviluppo in serie convergerebbe al valore di f su tutti punti di norma 1, in particolare quindi al valore di f in i implicando l’olomorfia di f in z = i. Esercizio 4. Sia B(1) la palla aperta di C centrata nell’origine e di raggio 1. Si risponda ai seguenti quesiti: (4a) Per ogni a ∈ C, definiamo la funzione fa : B(1) −→ C ponendo fa (z) := (2z + 1)(z 2 + az) per ogni z ∈ B(1). Si calcolino i valori di a ∈ C per i quali la funzione fa è olomorfa. (4b) Si calcoli il seguente integrale: Z 1 dz. z tan(z) ∂B(1) Soluzione 4 (a – Primo metodo). Se la funzione fa fosse olomorfa, allora anche la funzione ga : B(1) \ {− 21 } → C ga (z) := fa (z) − z2 2z + 1 ∂ sarebbe olomorfa. D’altra parte ga (z) = az, quindi condizione necessaria affinché ∂z ga (z) = 0 per ogni z ∈ B(1) \ {− 21 } è a = 0. Infine per a = 0 la funzione f0 (z) è la funzione polinomiale 2z 3 + z 2 che sappiamo essere olomorfa, quindi a = 0 è l’unica soluzione dell’esercizio. Soluzione 4 (a – Secondo metodo). Definiamo le funzioni ha , ka : B(1) → C ha (z) := 2z + 1 e ka (z) := z 2 + az. La prima funzione non dipende da a ed è polinomiale, quindi è olomorfa per ogni a ∈ C. Per quanto riguarda la seconda, consideriamo z = x+iy e a = α+iβ con x, y, α, β ∈ R e riscriviamo la funzione come ka (x, y) = (x + iy)2 + (α + iβ)(x − iy) = (x2 − y 2 + αx + βy) + i(2xy + βx − αy). La funzione ka è olomorfa su B(1) se le equazioni di Cauchy-Riemann sono soddisfatte per ogni x + iy ∈ B(1). Posto u(x, y) := (x2 − y 2 + αx + βy) e v(x, y) := (2xy + βx − αy), otteniamo ( ( ∂v ∂u = 2x + α = 2x − α ∂x ∂y =⇒ =⇒ α = β = 0 ∂u ∂v = − ∂x −2y + β = −(2y + β) ∂y Quindi per a = 0, la funzione ka è olomorfa. Essendo fa (z) = ha (z)ka (z), a = 0 è condizione sufficiente affinché fa sia olomorfa. Per dimostrare che a = 0 è l’unica soluzione dell’esercizio, rimane da verificare che a = 0 è anche condizione necessaria. Consideriamo quindi a 6= 0 e supponiamo per assurdo che fa sia olomorfa. La funzione ka (z) risulterebbe essere olomorfa sull’aperto B(1) \ {− 21 }, in quanto coincidente con il quoziente hfaa(z) di funzioni olomorfe su B(1) \ {− 21 }. Ma precedentemente (z) abbiamo verificato che per a 6= 0 le equazioni di Cauchy-Riemann per ka non sono soddisfatte per tutti i punti di B(1) (e quindi neanche per i punti di B(1) \ {− 21 }). 8 di 9 Soluzione 4 (b). Vogliamo applicare il teorema dei residui, quindi determiniamo i poli della 1 con norma minore di 1. La funzione tan z si annulla per z = kπ, k ∈ Z, funzione z tan z pertanto l’unico polo interno a ∂B(1) è z = 0, da cui Z 1 1 dz = 2πiRes0 . z tan(z) z tan z ∂B(1) Il polo è di ordine 2, perché gli zeri di tan z sono di ordine 1. Applichiamo quindi il Lemma 12.13 delle dispense per il calcolo del residuo in un polo di ordine m: 0 z cos z 0 z2 1 = lim = lim Res0 = z→0 z→0 z tan z z tan z sin z (cos z − z sin z) sin z − z cos2 z sin z cos z − z = lim = lim . 2 z→0 z→0 sin z sin2 z Per calcolare il limite, utilizziamo gli sviluppi in serie di seno e coseno in un intorno di 0 z3 sin z = z − + o(z 3 ) 3! e z2 cos z = 1 − + o(z 2 ). 2! Otteniamo z− sin z cos z − z lim = lim 2 z→0 z→0 sin z z3 3! 3 − z2! − z + o(z 3 ) 2 z 3 + o(z 3 ) = − lim =0 z 2 + o(z 2 ) 3 z→0 z 2 + o(z 2 ) da cui Z 1 dz = 2πiRes0 z tan(z) ∂B(1) 9 di 9 1 z tan z = 0.