Università degli studi di Milano Bicocca – Scuola di Economia e Statistica Metodi Matematici (parte di Finanziaria) Esercizi con risoluzione dettagliata Autrice: Prof.ssa G.Carcano Questo materiale è reso disponibile sul web, esclusivamente nella pagina personale ufficiale www.economia.unimib.it > docenti > nomedocente dei docenti di Matematica della Scuola di Economia e Statistica dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Il materiale può essere utilizzato da chiunque, ma esclusivamente per la propria personale preparazione. Non è in alcun modo consentito l’utilizzo di questo materiale per scopi commerciali (lezioni private, vendita di fotocopie, etc.). L’Autrice, e l’Ateneo, non hanno mai rilasciato alcuna autorizzazione, ad alcuno. 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Università degli studi di Milano Bicocca – Facoltà di Economia Matematica Finanziaria Esercizi con risoluzione dettagliata Capitolo 1: Capitalizzazione e attualizzazione Elenco degli argomenti: Operazioni finanziarie elementari certe di capitalizzazione o investimento / di attualizzazione o finanziamento. Montante, valore attuale; legge di capitalizzazione M = F (C, t); fattore di montante f (t); regime di capitalizzazione; legge di attualizzazione C = V (M, t); fattore di attualizzazione v(t), regime di attualizzazione. Leggi finanziarie coniugate. Interesse I e sconto S; tasso d’interesse i(t) e tasso di sconto d(t); tasso unitario di interesse (t.u.i.) i e tasso unitario di sconto (t.u.s.) d; relazioni tra i(t) e d(t); relazioni tra t.u.i. i e t.u.s. d. La forza d’interesse o tasso istantaneo d’interesse o intensità istantanea di interesse δ(t); determinazione del fattore di montante f (t) a partire dalla forza di interesse δ(t). Definizione di legge scindibile; teorema di caratterizzazione delle leggi scindibili. Tasso d’interesse periodale equivalente ik ; tasso di sconto periodale equivalente dk . Tasso d’interesse proporzionale ki ; tasso di sconto proporzionale kd . Studio dei principali regimi di capitalizzazione e di attualizzazione: • la capitalizzazione e l’attualizzazione semplice. • la capitalizzazione e l’attualizzazione ad interessi anticipati o commerciale. • la capitalizzazione e l’attualizzazione composta per durate intere. • la capitalizzazione e l’attualizzazione composta per durate qualsiasi: •• la capitalizzazione e l’attualizzazione composta in convenzione esponenziale (c.c./c.e.). •• la capitalizzazione composta in convenzione lineare (c.c./c.l.). Regime composto: tasso nominale di interesse convertibile k volte jk ; relazioni tra i, ik , jk e δ; d e dk . Confronto tra i regimi di capitalizzazione semplice, commerciale e composto. Confronto tra i regimi di sconto semplice o razionale, composto, commerciale o anticipato. Significato finanziario della forza d’interesse δ(t). Riferimenti bibliografici: (1) Stefani-Torriero-Zambruno, Elementi di Matematica finanziaria e cenni di Programmazione lineare, Giappichelli Editore, Torino, terza edizione, 2007. (2) Carcano, Matematica finanziaria. Test, esercizi e temi d’esame, con svolgimenti e richiami teorici. Datanova, Milano, 2001. 2 1. Siano f (t) / v(t), fattore di montante / di sconto, tra loro coniugati. Quale delle seguenti affermazioni è vera? a f (t) è il valore in t = 0 di un capitale C disponibile al tempo t; b v(t) è il valore in t = 0 di un capitale unitario disponibile al tempo t; c v(t) è il valore in t di un capitale C impiegato al tempo t = 0; d f (t) è il valore in t di un capitale C impiegato al tempo t = 0. Soluzione: Il significato finanziario delle funzioni f e v è: • f (t) è il valore (montante) in t di un capitale unitario C = 1 impiegato al tempo t0 = 0; • v(t) è il valore (attuale) in t0 = 0 di un capitale unitario M = 1 disponibile al tempo t. L’unica affermazione corretta è quindi la b . 2. Quale delle seguenti affermazioni è vera? a l’interesse è l’importo cui rinunciare in cambio della posticipazione di una disponibilità finanziaria; b lo sconto è il compenso corrisposto in cambio della posticipazione di una disponibilità finanziaria; c l’interesse è il compenso corrisposto in cambio della anticipazione di una disponibilità finanziaria; d lo sconto è l’importo cui rinunciare in cambio della anticipazione di una disponibilità finanziaria. Soluzione: L’unica affermazione corretta è la d . Si noti l’assurdità delle risposte a e c : posticipo una disponibilità finanziaria e dovrei essere punito? anticipo una disponbilità finanziaria e dovrei essere premiato? La b è sbagliata, ma solo perché c’è il termine sconto anziché interesse. t 3. Sia f (t) = (1 + 30t) 30 ; si determini se la funzione f è atta a rappresentare un fattore di montante. In caso affermativo, se ne determini il tasso unitario di interesse. Soluzione: f è definita in [0, +∞); f (0) = 1; f è non decrescente, perché 0 f (t) = (1 + 30t) t 30 t log(1 + 30t) + 1 + 30t 30 ≥0 ∀t ≥ 0; pertanto, la funzione f è atta a rappresentare un fattore di montante; la legge finanziaria di capitalizzazione ad essa associata è t M (C, t) = C · f (t) = C (1 + 30t) 30 , ∀C ≥ 0, ∀t ≥ 0. Il tasso unitario di interesse è 1 i = f (1) − 1 = (1 + 30) 30 − 1 = 12.13% 3 4. Per raddoppiare un capitale C, utilizzando la legge di capitalizzazione data dal fattore di montante f (t) = 1−1 t , occorre un tempo t 2 a = 2; < 2; b > 2; c d dipende da C. Soluzione: Nella legge di capitalizzazione M = Cf (t), imponiamo che il montante sia il doppio del capitale impiegato, cioè M = 2C; abbiamo M = 2C ⇔ Cf (t) = 2C ⇔ f (t) = 2 ⇔ 1 1− t 2 =2 ⇔ t=1 Si noti che, per qualsiasi fattore di montante f , la risposta non dipende dal capitale impiegato C. 5. Si consideri la legge di capitalizzazione associata al fattore di montante √ t t f (t) = 1 + + . 50 20 Quale delle seguenti affermazioni è vera? a il montante in t = 4 di un capitale C = 1500, impiegato in t = 0, è 1620; b il tasso unitario d’interesse è i = 2%; c il tasso unitario d’interesse è i = 7%; d la funzione f non è un fattore di montante. Soluzione: Analizziamo le varie affermazioni: √ ! 4 59 4 M (1500, 4) = 1500f (4) = 1500 1 + + = 1500 = 1770 50 20 50 i = f (1) − 1 = 1 + 1 1 7 + −1= = 7% 50 20 100 pertanto, a e b sono false e c è vera; infine, la d è falsa perché f è definita in [0, +∞), vale f (0) = 1, f è monotona crescente, quindi f è un fattore di montante. 6. Usando il fattore di montante f (t) = eαt , un capitale di 1000 euro produce in tre anni un montante di 7100 euro; si determini α. Soluzione: Nella legge di capitalizzazione M = Cf (t), sostituendo i dati forniti dal testo, si ottiene M = Cf (t) 7100 = 1000f (3) = 1000e3α ⇒α= log(7.1) = 0.65336 3 4 7. Si determini il tasso unitario di interesse i corrispondente al tasso unitario di sconto d = 0.181 . Soluzione: Dalla relazione che lega tasso unitario di interesse i e tasso unitario di sconto d, in qualsiasi i , ricaviamo legge finanziaria, d = 1+i i= d 0.181 = = 22.1% . 1−d 1 − 0.181 8. Per raddoppiare un capitale C = 6000, impiegato con il fattore di montante f (t) = 1 + log(1 + t), sono necessari a un anno e otto mesi; c almeno un anno e nove mesi; b d più di un anno e otto mesi; due anni. Soluzione: Imponendo f (t) = 2, ricaviamo 1 + log(1 + t) = 2 ⇔ t = e − 1 = 1.71828 Dato che 1 anno e 8 mesi corrispondono a t = 1.6 e 1 anno e 9 mesi a t = 1.75, la risposta giusta è la b . 9. Se il tasso d’interesse periodale i è pari a 0.05, allora il corrispondente tasso di sconto d è a log(1.05); b 0.05 ; 1.05 c 0.05 ; 0.95 Soluzione: d= 10. i 0.05 ⇒ d= 1+i 1.05 Utilizzando il fattore di montante f (t) = capitale impiegato C è a 13.07; b 3; Soluzione: f (t) = 3 ⇔ d nessuna delle altre tre risposte è giusta. 1 1−0.051t , c 9.804; il tempo necessario per triplicare il d occorre conoscere C 1 = 3 ⇔ t = 13.07 . 1 − 0.051t 5 11. Si consideri la funzione f (t) = 1 1−0.05t se 0 ≤ t < 1 + 0.1t se t ≥ 12 1 2 . Si dimostri che f è un fattore di montante e si determini il tasso periodale d’interesse i della relativa legge di capitalizzazione. Soluzione: f è definita ∀t ∈ [0, +∞). 1 f (0) = 1−0.05·0 = 1. f è monotona strettamente crescente sia nell’intervallo [0, 12 ), ove si nota che coincide con la legge commerciale, sia nell’intervallo [ 12 , +∞), ove si nota che coincide con la legge semplice; inoltre 200 105 1 lim− f (t) = < = f( ) 195 100 2 t→ 21 pertanto f è strettamente crescente in [0, +∞). Si noti che f presenta una discontinuità di prima specie in t = 12 , ma questo non inficia il fatto di essere un fattore di montante . . . Per quanto riguarda il tasso periodale di interesse: i = f (1) − 1 = 1 + 0.1 − 1 = 0.1 cioè i = 10% 12. Sia a ≥ 0; la funzione 2 f (t) = e0.5t+at può rappresentare un fattore di montante? a sı̀, se e solo se a = 0; b no, per nessun a; c sı̀, per qualsiasi a ≥ 0; d sı̀, se e solo se a ≤ 1. Soluzione: f è definita in [0, +∞), f (0) = e0 = 1, f 0 (t) > 0 ∀t ≥ 0; si conclude che f è un fattore di montante, per ogni a ≥ 0. 13. Si consideri la legge di capitalizzazione associata al fattore di montante f (t) = 1 + t t2 + . 20 100 Quale delle seguenti affermazioni è vera? a il montante in t = 1.5 di un capitale C = 3000, impiegato in t = 0, è 3225 ; b il montante in t = 1.5 di un capitale C = 3000, impiegato in t = 0, è 3292.5 ; c il montante in t = 1.5 di un capitale C = 3000, impiegato in t = 0, è 3067.5 ; 6 d nessuna delle altre tre affermazioni è corretta. Soluzione: t2 t + M = Cf (t) = C 1 + 20 100 3 1 9 1 6585 M (3000, 1.5) = 3000 1 + + = = 3292.5 2 20 4 100 2 14. Un dato capitale iniziale C produce, al tempo t, un montante dato da M (t) = 25t2 + 100 t2 + 10 (i) Si determini il valore del capitale iniziale. (ii) Si determini l’espressione del fattore di montante f relativo a questa legge, verificando che soddisfa le proprietà caratterizzanti un fattore di montante. (iii) Si determinino tasso unitario di interesse e tasso unitario di sconto relativi alla legge data. Soluzione: (i) In una generica legge di montante M (C, t) = Cf (t), si ha M (C, 0) = C, capitale iniziale; pertanto: 25 · 0 + 100 100 C = M (0) = = = 10 0 + 10 10 (ii) Il fattore di montante è dato da f (t) = M (C, t) 1 25t2 + 100 5t2 + 20 = · 2 = 2 C 10 t + 10 2t + 20 Verifichiamo che f soddisfa le ipotesi caratterizzanti un fattore di montante: • f è definita in IR (quindi, finanziariamente, è definita in [0, +∞)); 5 · 0 + 20 = 1; • f (0) = 2 · 0 + 20 30t ≥ 0 ∀t ∈ [0, +∞), • f 0 (t) = 2 (t + 10)2 quindi f è monotona non decrescente. (iii) tasso unitario d’interesse: tasso unitario di sconto: 25 i = f (1) − 1 = − 1 = 0.136 22 1 22 d=1− =1− = 0.12 f (1) 25 15. Si consideri la legge di capitalizzazione associata al fattore di montante √ f (t) = 1 + 0.02t + 0.05 t. 7 Quale delle seguenti affermazioni è vera? a il tasso di sconto, relativo alla durata t = 4, è 0.18; b il tasso di sconto, relativo alla durata t = 4, è 0.15; c il tasso d’interesse, relativo alla durata t = 4, è 0.08; d il tasso d’interesse, relativo alla durata t = 4, è 0.07. Soluzione: d(4) = 1 − v(4) = 1 − =1− 1 = f (4) 1 1 0.18 √ =1− = = 0.15 1 + 0.08 + 0.1 1.18 1 + 0.02 · 4 + 0.05 4 Invece: i(4) = f (4) − 1 = 0.18 16. (i) Per quali valori del parametro reale a, la funzione f (t) = 1 + at2 è un fattore di montante? Che tipo di legge finanziaria si ottiene, per a = 0? (ii) Si consideri a = 13 . Tizio ha a disposizione un capitale unitario di 150000 euro e può investirlo utilizzando la legge finanziaria definita da f . Deve decidere se investire per 5 anni senza interruzione, oppure investire per 2 anni, interrompere l’investimento e poi reinvestire il montante ottenuto per altri 3 anni; cosa gli conviene fare? (si motivi opportunamente la risposta) Soluzione: (i) • f è definita in IR (dominio finanziario [0, +∞)). • f (0) = 1 ∀a. 0 • f (t) = 2at ≥ 0 ∀t ∈ [0, +∞) ⇔ a ≥ 0. Pertanto, f è un fattore di montante se e solo se a ≥ 0. Nel caso particolare a = 0, si ottiene la legge costante f ≡ 1; ciò equivale a dire che il capitale iniziale resta sempre identico (è come mettere i soldi sotto il materasso, sperando che non vengano i ladri o i tarli . . .) (ii) Per qualsiasi a > 0, la legge data non è certamente scindibile, in quanto non è la legge composta esponenziale; nel caso a = 31 , la sua forza d’interesse δ(t) = 2 f 0 (t) 2t 3t = = 1 2 f (t) t +3 1 + 3 t2 è infatti non costante. Inoltre, notiamo (dallo studio della sua derivata) che δ non è monotona: è dapprima crescente e poi decrescente; pertanto, non possiamo concludere se sia, o no, conveniente interrompere e riprendere un investimento. 8 In particolare, per due determinati periodi di investimento (in questo caso: t1 = 2, t2 = 3) non possiamo prevedere quale relazione ci sia tra f (t1 + t2 ) e f (t1 )f (t2 ). Dobbiamo fare i conti: 1 f (2 + 3) = f (5) = 1 + 25 = 9.33 3 1 1 f (2)f (3) = 1 + 4 1 + 9 = 9.33 3 3 Quindi, nel caso di questi due periodi particolari, è indifferente interrompere o no l’investimento. Si noti che l’entità del capitale investito non conta nulla; quel che conta è il fattore di montante f . 17. Nella legge di capitalizzazione f (t) = 1 + it, l’interesse prodotto dal capitale unitario, impiegato in t = 0, nel periodo tra t e t + h, è proporzionale ad h ed a f (t); vero? a no, è proporzionale solo ad h; b no, è proporzionale solo a f (t); c sı̀; d no, è proporzionale ad h ed a (f (t))2 . Soluzione: f (t + h) − f (t) = 1 + i(t + h) − (1 + it) = ih pertanto, per la legge semplice f (t) = 1 + it, l’interesse è proporzionale solo ad h (e non a f (t)), pertanto la risposta giusta è la a . Con conti analoghi, si verifichi che per la legge composta esponenziale f (t) = (1 + i)t , 1 , l’interesse è proporzionale ad h e a f (t), mentre, per la legge commerciale f (t) = 1−dt 2 l’interesse è proporzionale ad h e a (f (t)) . 18. Tizio riceve in prestito 93500 euro, in capitalizzazione semplice, per un anno e tre mesi, concordando il rimborso a scadenza di 99110. Si determini la somma che Tizio dovrebbe sborsare in meno, rispetto al pattuito, se il tasso fosse diminuito di mezzo punto. Soluzione: Dapprima, determiniamo il tasso d’interesse semplice per cui 99110 è il montante, dopo un anno e tre mesi, del capitale impiegato 93500: 93500 = 99110 ⇔ i = 4.8% 1 + 1.25i Ora, al tasso diminuito di mezzo punto, cioè i = 4.3%, si avrebbe M = 93500(1 + 1.25 · 0.043) = 98526 e quindi Tizio risparmierebbe 99110 − 98526 = 584 19. Si consideri la legge di capitalizzazione associata al fattore di montante f (t) = 3 . 2 + e−2t 9 Quale delle seguenti affermazioni è vera? a il tasso unitario di sconto è 0.288; b il tasso unitario d’interesse è 0.332; c la forza d’interesse è crescente; d nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: 3 − 1 = 0.4049 2 + e−2 2 + e−2 t.u.s. = 1 − v(1) = 1 − = 0.288 3 f 0 (t) 2 δ(t) = decrescente = f (t) 1 + 2e2t t.u.i. = f (1) − 1 = 20. Un capitale C, impiegato in t = 0 con la legge di montante f (t) = eδt , al tempo t = 6 è triplicato; allora a δ = 0.333; b δ = 0.183; c la risposta dipende da C; d nessuna delle altre risposte è giusta. Soluzione: M = 3C = Cf (6) ⇐⇒ f (6) = 3 ⇐⇒ e6δ = 3 ⇐⇒ δ = 21. Un capitale C, impiegato in t = 0 con la legge di montante f (t) = raddoppiato; allora il tasso periodale di sconto di questa legge è a 0.5; b 0.1; c non si può rispondere, perché non si conosce C; d nessuna delle altre tre risposte è giusta. log 3 = 0.183 6 1 1−αt , al tempo t = 5 è Soluzione: Si tratta della legge commerciale, o a interessi anticipati, il cui tasso periodale di sconto, d, è proprio il parametro α; pertanto, imponendo che al tempo 5 il capitale si raddoppi, cioè f (5) = 2f (0), otteniamo il valore del tasso periodale di sconto: f (5) = 2 ⇔ 1 1 =2 ⇔ d= = 0.1 . 1 − 5d 10 22. In regime composto, se il tasso annuo effettivo i è pari a 0.1, allora il tasso annuo nominale convertibile trimestralmente è a 0.1; b 0.0961; c 0.0965; 10 d 0.0968. Soluzione: √ 1+i−1 √ 4 j4 = 4i4 = 4 1.1 − 1 = 0.0965 jk = kik = k k 23. Si determini il tasso annuo nominale convertibile bimestralmente, equivalente al tasso annuo nominale convertibile quadrimestralmente del 12.8% (in regime composto). Soluzione: j3 0.128 = = 0.0427 3 3 √ ⇒ i6 = 1.0427 − 1 = 0.0211 ⇒ j6 = 6i6 = 12.66% j3 = 0.128 ⇒ i3 = (1 + i6 )2 = 1 + i3 24. Il tasso d’interesse equivalente ik è uguale al tasso proporzionale a sı̀, ma solo in regime semplice; b sı̀, ma solo in regime commerciale; c no, ik è sempre minore di ki ; d no, ik è sempre maggiore di ki . i k. Vero? Soluzioni: In regime semplice, uguagliando i montanti del capitale unitario, nei due casi, si ha i 1 + i = 1 +ik + · · · + ik = 1 + kik ⇔ ik = {z } | k k volte Quindi la a è vera; si noti che la c è vera, ma in regime esponenziale. 25. Si determini in quanti trimestri un capitale di 2400 euro, impiegato in regime composto al tasso annuo nominale convertibile trimestralmente del 7.4% frutta un interesse di 998 euro. Soluzione: Dapprima, occorre calcolare il tasso d’interesse composto trimestrale: j4 = 7.4% ⇒ i4 = 0.074 = 1.85% 4 Il montante è dato dalla somma di capitale e interesse, quindi M = C + I = 2400 + 998 = 3398 A questo punto, dalla legge di capitalizzazione composta M = C(1 + i)t (utilizzando come unità temporale il trimestre), sostituendo i dati ora ottenuti per il tasso e per il montante, si ricava il tempo (in trimestri): 3398 log 2400 t 3398 = 2400(1.0185) ⇒ t = = 18.969 trimestri log(1.0185) 11 26. Di quale regime finanziario è caratteristica l’additività degli interessi? a del regime semplice; b del regime commerciale; c del regime composto in convenzione esponenziale; d del regime composto in convenzione lineare. Soluzione: Una legge di capitalizzazione M = C · f (t) è detta ad interessi additivi se, considerati due qualsiasi intervalli temporali (anche non consecutivi) di durata t1 e t2 , si ha [f (t1 ) − 1] + [f (t2 ) − 1] = f (t1 + t2 ) − 1 cioè: gli interessi maturati in un periodo lungo t1 +t2 sono uguali alla somma degli interessi maturati in periodo lungo t1 più quelli maturati in un periodo lungo t2 (altrimenti detto: l’interesse dipende solo dal capitale iniziale e dalla durata dell’operazione, indipendentemente da sue eventuali sospensioni e riprese). Posto g(t) := f (t) − 1 , si ha g(t1 ) + g(t2 ) = g(t1 + t2 ); la funzione g soddisfa quindi l’equazione funzionale di Cauchy ed è allora del tipo g(t) = αt; di conseguenza, f (t) = 1 + g(t) = 1 + αt (fattore di capitalizzazione semplice, risposta a ). Si verifichi che le altre risposte sono false. 27. Tizio impiega oggi un capitale C in regime composto al tasso d’interesse mensile i; Caio impiega oggi lo stesso capitale C in regime semplice allo stesso tasso d’interesse mensile i; tra tot mesi, chi avrà il montante maggiore? a Tizio, qualsiasi sia tot; b Caio, qualsiasi sia tot; c Tizio, se tot > 1, Caio, se tot < 1; è lo stesso, se tot = 1; d Caio, se tot > 1, Tizio, se tot < 1; è lo stesso, se tot = 1. Soluzione: Dai confronti tra i fattori di montante semplice 1 + it 1 + it > (1 + i)t se e solo se 1 + it < (1 + i)t se e solo se 1 + it = (1 + i)t se e solo se e composto (1 + i)t , sappiamo che 0<t<1 t>1 t=0ot=1 pertanto la risposta giusta è la c . 28. A parità di condizioni iniziali, sono maggiori gli interessi calcolati in capitalizzazione composta esponenziale di quelli calcolati in capitalizzazione semplice; vero? a sı̀; b no; c sı̀, se t > 1; d sı̀, se t < 1. Soluzione: Dal confronto visto prima, ricaviamo la risposta giusta c . 29. Tizio impiega oggi un capitale C in regime composto al tasso d’interesse mensile i; Caio impiega oggi lo stesso capitale C in regime commerciale allo stesso tasso d’interesse mensile i; tra tot mesi, chi avrà il montante maggiore? 12 a b c d Tizio, qualsiasi sia tot Caio, qualsiasi sia tot Tizio, se tot > 1, Caio, se tot < 1; è lo stesso, se tot = 1 Caio, se tot > 1, Tizio, se tot < 1; è lo stesso, se tot = 1 Soluzione: Dai confronti tra i fattori di montante composto (1 + i)t e commerciale sappiamo che t (1 + i) > (1 + i)t < (1 + i)t = 1+i 1+i−it 1+i 1+i−it 1+i 1+i−it 1+i 1 = 1 − dt 1 + i − it se e solo se 0 < t < 1 se e solo se t > 1 se e solo se t = 0 o t = 1 pertanto la risposta giusta è la d . 30. Si consideri la legge di capitalizzazione associata al fattore di montante √ t f (t) = 1 + a t + , 50 (a ≥ 0). Quale delle seguenti affermazioni è vera? a il t.u.i. i è pari al 6% se e solo se a = 0.05; b se a = 0.01, allora il tasso d’interesse relativo al periodo 4, i(4), è pari al 10%; c f non è un fattore di montante, se a 6= 0; d nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: a 1 + 50 > f è un fattore di montante, perché è definito ∀t ∈ [0, +∞), f (0) = 1 e f 0 (t) = 2√ t 0 ∀t > 0; pertanto, c è falsa. 1 Il t.u.i. è dato da i = f (1) − 1 = a + 50 6 1 4 1 pertanto, i = 6% se e solo se a + 50 = 0.06, cioè se e solo se a = − = = 0.04 100 50 100 quindi, a è falsa. 4 Il tasso d’interesse relativo al periodo 4 è i(4) = f (4) − 1 = 2a + 50 4 5 pertanto, per a = 0.01, si ha i(4) = 0.1 ⇔ 2 · 0.01 + = = 0.1 e quindi b è vera. 50 50 31. Il sig. Mimbrogliano sconta oggi una cambiale di valore nominale M , scadente tra tot mesi, presso la Banca Parmalat & Banda Bassotti & Cirio, in regime composto al tasso di sconto settimanale d; il sig. Mifregano sconta oggi una cambiale di uguale valore nominale ed ugual scadenza, presso la stessa Banca, in regime commerciale allo stesso tasso di sconto settimanale d; chi riceve più soldi dalla Banca P.&BB.&C.? a il sig. Mimbrogliano, qualsiasi sia tot; b il sig. Mifregano, qualsiasi sia tot; c il sig. Mimbrogliano, se tot > 1, il sig. Mifregano, se tot < 1; è lo stesso, se tot = 1; 13 d il sig. Mifregano, se tot > 1, il sig. Mimbrogliano, se tot < 1; è lo stesso, se tot = 1. Soluzione: Per l’attualizzazione, vale ovviamente il contrario di quello che vale per la capitalizzazione 1 ); pertanto, dai risultati noti sui confronti tra i fattori di montante f (essendo v(t) = f (t) (per 0 < t < 1, semplice è meglio di esponenziale, che è meglio di commerciale; per t > 1, commerciale è meglio di esponenziale, che è meglio di semplice), seguono i risultati sui fattori di sconto v: 0<t<1 : vsemplice (t) < vesponenziale (t) < vcommerciale (t) t>1 : vcommerciale (t) < vesponenziale (t) < vsemplice (t) Pertanto, la risposta giusta è la c . 32. Otto mesi fa, ho comprato 2000 azioni al prezzo unitario di 3.5 euro. Dopo 5 mesi, ho incassato un dividendo di 0.175 euro per azione, che ho versato su un c/c, in regime semplice al tasso annuo del 2%. Oggi, vendo tutte le azioni ad un prezzo unitario di 3.65 euro. (i) In ipotesi di legge esponenziale, si determini il tasso annuo d’interesse. (ii) In ipotesi di legge semplice, si determini il tasso annuo d’interesse e l’equivalente tasso semestrale. Soluzione: Il capitale iniziale investito (cioè quanto ho speso 8 mesi fa) è C = 2000 · 3.5 = 7000 Il montante (cioè quanto ho oggi) è dato da due importi: • la cifra ottenuta dalla vendita delle azioni, 2000 · 3.65 = 7300 • i dividendi ricevuti 3 mesi fa, 2000 · 0.175, capitalizzati per 3 mesi in regime semplice al tasso annuo del 2%, 3 = 351.75 2000 · 0.175 1 + 0.02 · 12 Pertanto, il montante è M = 7300 + 351.75 = 7651.75 (i) Il tasso d’interesse composto, della operazione descritta, è dato da 8 7651.75 = 7000 (1 + i) 12 ⇔ i = 0.14286 (ii) Il tasso d’interesse semplice, della operazione descritta, è dato da 8 7651.75 = 7000 1 + i ⇔ i = 0.13966 12 14 Il tasso semestrale semplice equivalente è i2 = i = 0.06983 2 33. Si determini il tasso annuo nominale convertibile trimestralmente corrispondente al tasso annuo effettivo del 16.5% (in regime composto). Soluzione: i = 16.5% ⇒ i4 = √ 4 1.165 − 1 = 3.89% ⇒ j4 = 4i4 = 15.56% 34. Sia x il tasso nominale convertibile trimestralmente corrispondente al tasso annuo del 14.4%; si determini il montante, dopo un anno e due mesi, di un capitale di 14400, in capitalizzazione composta in convenzione lineare al tasso x. Soluzione: Si ha x = j4 = 4i4 ; calcoliamo quindi i4 , tasso trimestrale equivalente al tasso annuo i = 14.4%, e, in seguito, ricaviamo x: i = 14.4% ⇒ i4 = √ 4 1.144 − 1 = 3.42% ⇒ x = 4 · 0.0342 = 0.1368 Ora consideriamo la legge di capitalizzazione composta in convenzione lineare al tasso x, cioè M = Cf (t) = C(1 + x)[t] (1 + x(t − [t])) ove [t] rappresenta la parte intera di t. Utilizzando tale legge, al tasso x = 0.1368, abbiamo, 2 , al tempo t = 1 + 12 2 M = 14400(1 + x) 1 + x = 16743. 12 35. Si determini il tasso trimestrale equivalente al tasso annuo in capitalizzazione composta necessario ad ottenere dopo otto anni e mezzo un montante di 79060 euro, partendo da un capitale iniziale di 6976 euro e 50 centesimi. Soluzione: Dapprima si determina il tasso annuo composto i tale da ottenere il montante dato, a partire dal capitale iniziale dato, nel tempo dato: 79060 = 6976.5(1 + i)8.5 ⇒ i = 33.057% Ora si calcola il tasso trimestrale equivalente i4 : i4 = √ 4 1.33057 − 1 = 7.4% 15 36. Il tasso di sconto è funzione decrescente del corrispondente tasso d’interesse; vero? a no, mai; b sı̀, ma solo in capitalizzazione semplice; c sı̀, ma solo in capitalizzazione composta esponenziale; d sı̀, ma solo in capitalizzazione composta in convenzione lineare. Soluzione: Tasso di interesse i(t) e tasso di sconto d(t) sono dati da i(t) = f (t) − 1 1 d(t) = 1 − f (t) pertanto, il legame tra tasso di sconto e tasso di interesse è dato da d(t) = i(t) 1 + i(t) Vedendo d come funzione di i, si ha d0 (i) = 1 >0 (1 + i)2 ∀i e quindi il tasso di sconto d è sempre funzione crescente del tasso d’interesse i, in qualsiasi legge di capitalizzazione ( a ). 37. In regime composto, si ha δ = log(1 + i), ove δ è la forza d’interesse e i è il tasso unitario di sconto; vero? a sı̀; b no, i è il tasso unitario di interesse; c no, δ = log(i); d no, δ = e1+i . Soluzione: f 0 (t) , si ricava, nel caso della legge di capitaf (t) lizzazione composta (associata quindi al fattore f (t) = (1 + i)t ): Dalla definizione di forza d’interesse, δ(t) = δ(t) = (1 + i)t log(1 + i) = log(1 + i) (1 + i)t e quindi risposta b . 38. Quale è la forza d’interesse costante che permette, a partire da un capitale iniziale di 25000 euro, di avere, dopo 4 anni, il montante di 33000? a 0.0694; b 0.08; c 0.0606; 16 d non esiste alcuna forza d’interesse costante che riesca ad ottenere tale risultato. Soluzione: 4δ 33000 = 25000e ⇔ δ= 33 25 log 4 = 0.0694 39. In regime semplice al tasso periodale del 8.28%, la forza d’interesse in t = 10 è pari al 4.529%. Vero? a no, è minore; b no, è maggiore; c sı̀; d no, questa è la forza d’interesse in regime composto. Soluzione: f (t) = 1 + it ⇒ δ(t) = δ(10) = f 0 (t) i = f (t) 1 + it 0.0828 = 4.529% 1 + 0.0828 · 10 Invece, in regime composto, la forza d’interesse, in t = 10 ed in qualsiasi altro t (dato che è costante) è δ = log(1 + i) = log(1.0828) = 0.0795 40. In regime commerciale, la forza d’interesse è a costante; b crescente; c decrescente; d non si può rispondere, a priori, perché dipende dal tasso di sconto. Soluzione: f (t) = 1 f 0 (t) d ⇒ δ(t) = = 1 − dt f (t) 1 − dt crescente La legge di capitalizzazione a interessi anticipati ha forza d’interesse crescente rispetto al tempo; ecco perché, in questa legge, non conviene interrompere e immediatamente riprendere l’investimento; invece, nella legge semplice, la forza è decrescente e quindi conviene interrompere e riprendere; nella legge composta esponenziale, la forza è costante, e quindi è indifferente se interrompere o no. Questi tre casi corrispondono rispettivamente a f (t1 )f (t2 ) < f (t1 + t2 ) f (t1 )f (t2 ) > f (t1 + t2 ) f (t1 )f (t2 ) = f (t1 + t2 ) 41. La forza d’interesse è crescente se si è in presenza della legge di capitalizzazione commerciale; vero? a no, è costante; b no, è decrescente; c sı̀, solo per t > 1; d sı̀, solo per t < d1 . 17 Soluzione: In regime semplice, la forza d’interesse è f (t) = 1 + it ⇒ δ(t) = f 0 (t) i = f (t) 1 + it decrescente In regime commerciale (che, ricordiamo, è definito solo per t ∈ [0, d1 )), la forza d’interesse è 1 f 0 (t) d f (t) = ⇒ δ(t) = = crescente 1 − dt f (t) 1 − dt In regime composto esponenziale, la forza d’interesse è f (t) = (1 + i)t ⇒ δ(t) = f 0 (t) = log(1 + i) costante f (t) Pertanto, la risposta giusta è la d . 42. In capitalizzazione semplice al tasso periodale d’interesse i = 0.01, la forza d’interesse in t = 6 è a 1 ; 100 b 1 ; 106 c Soluzione: f (t) = 1 + it ⇒ δ(t) = 2 ; 112 d 2 . 100 i f 0 (t) = f (t) 1 + it 1 0.01 1 100 δ(6) = = = 6 1 + 0.01 · 6 106 1 + 100 2t+1 43. Si consideri il fattore di montante associato alla forza d’interesse δ(t) = 1+t+t 2 ; si determini il montante in t = 3 del capitale iniziale di 145 euro; si determini inoltre il tasso unitario di interesse. Soluzione: Dalla definizione di forza d’interesse, δ(t) = f 0 (t) , si ricava il fattore di montante f : f (t) 2t + 1 δ(t) = ⇒ f (t) = e 1 + t + t2 Rt 0 δ(s)ds = 1 + t + t2 Ora che abbiamo il fattore di montante, e quindi la legge di capitalizzazione M = Cf (t), si determina il montante, al tempo 3, del capitale impiegato iniziale 145, semplicemente sostituendo questi dati nella M = Cf (t): M = 145 · f (3) = 145(1 + 3 + 9) = 1885 18 Per il tasso unitario di interesse, si ha i = f (1) − 1 = 1 + 1 + 1 − 1 = 2 = 200% . . . accipicchia che forza d’interesse forzuta. . . 44. Si determini il montante, disponibile tra sei anni, di un capitale di 222000, impiegato con il fattore di montante associato alla forza d’interesse δ(t) = 0.074 + 0.0005t. Soluzione: δ(t) = 0.074 + 0.0005t ⇒ Rt 2 δ(s)ds f (t) = e 0 = e0.074t+0.00025t 2 M = Cf (6) = 222000e0.074·6+0.00025·6 = 349211 45. Sia f (t) il fattore di montante associato alla forza d’interesse δ(t) = 0.01 + 0.02t. Allora l’interesse maturato in 2 anni, da un capitale di 20000 euro, impiegato oggi, con la legge di capitalizzazione associata ad f , è (si approssimi all’unità) a 1533; b 1237; c 1327; d nessuna delle altre. Soluzione: f (t) = e Rt 0 δ(s)ds =e Rt 0 (0.01+0.02s)ds =e 2 0.01s+0.02 s2 t 0 = e0.01t+0.01t 2 I = M − C = Cf (2) − C = 20000 e0.02+0.04 − 1 = 20000 · 0.0618365 = 1236.73 46. Si determini il montante tra sei anni di un capitale di 12900 euro, utilizzando la legge di 0.04 capitalizzazione associata alla forza d’interesse δ(t) = 1−0.04t . Soluzione: Da un esercizio precedente, sappiamo già che tipo di legge ha questa forza (quale?); in ogni caso, senza bisogno di fare sforzi mnemonici, ricaviamoci la legge direttamente: 0.04 ⇒ 1 − 0.04t Rt 1 δ(s)ds f (t) = e 0 = 1 − 0.04t 1 M = Cf (6) = 12900 · = 16974 1 − 0.04 · 6 δ(t) = . . . era la legge commerciale a tasso di sconto del 4% . . . 47. Si determini il montante disponibile tra otto anni e mezzo di un capitale di 92500 euro, impiegato con il fattore di montante la cui forza d’interesse è δ(t) = 0.037 + 0.012t. 19 Soluzione: δ(t) = 0.037 + 0.012t ⇒ Rt 2 δ(s)ds f (t) = e 0 = e0.037t+0.006t 2 M = Cf (8.5) = 92500e0.037·8.5+0.006·8.5 = 92500 · 2.1128 = 195431 48. Un capitale C = 25000, impiegato in t = 0 con la legge di capitalizzazione associata alla 0.1 , dà luogo, al tempo t = 3, ad un montante M ; allora forza d’interesse δ(t) = 1−0.1t a M = 33746; b M = 35714; c M = 38746; d nessuna delle altre. Soluzione: Si riconosce subito che δ(t) è la forza d’interesse associata alla legge di capitalizzazione 1 (se non si riconosce, si fanno i commerciale al tasso di sconto d = 10%: f (t) = 1−0.1t Rt δ(s)ds conti: f (t) = e 0 = · · ·) Pertanto: 1 25000 M = 25000f (3) = 25000 = = 35714 1 − 0.1 · 3 0.7 49. Si enunci e si dimostri il Teorema di caratterizzazione delle leggi scindibili di montante. Soluzione: Enunciato: Sia f un fattore di montante derivabile; le seguenti affermazioni su f sono allora equivalenti: (1) f è scindibile, cioè f (t1 + t2 ) = f (t1 )f (t2 ) ∀t1 , t2 ≥ 0; 0 (t) è costante, cioè δ(t) = δ ≥ 0 ∀t ≥ 0; (2) la forza d’interesse δ(t) = ff (t) δt (3) f (t) = e ∀t ≥ 0, cioè f è la legge composta esponenziale. Dimostrazione: È sufficiente dimostrare le seguenti implicazioni: (3) ⇒ (1), (2) ⇒ (3), (1) ⇒ (3) ⇒ (2). (3) ⇒ (1): f (t1 + t2 ) = eδ(t1 +t2 ) = eδt1 +δt2 = eδt1 eδt2 = f (t1 )f (t2 ) (2) ⇒ (3): f 0 (t) = δ ∀t f (t) Z t f 0 (s) t t ds = δds ⇒ [log(f (s))]0 = δ [s]0 ⇒ f (s) 0 δ(t) = Z 0 t log(f (t)) − log(f (0)) = δt ⇒ log(f (t)) − 0 = δt ⇒ f (t) = eδt 20 (1) ⇒ (3): f (t1 + t2 ) = f (t1 )f (t2 ) ⇒ log (f (t1 + t2 )) = log(f (t1 )) + log(f (t2 )) posto g(t) := log(f (t)), si ha quindi che la funzione g soddisfa l’equazione funzionale di Cauchy g(t1 + t2 ) = g(t1 ) + g(t2 ) ∀t1 , t2 ≥ 0 pertanto vale g(t) = δt con δ = g(1) ∈ [0, +∞) perché f (1) ≥ 1 e quindi g(t) = log(f (t)) = δt ⇒ f (t) = eδt (3) ⇒ (2): f (t) = e δt δeδt f 0 (t) = δt = δ ∀t ⇒ δ(t) = f (t) e 50. Sia f il fattore di capitalizzazione composta in convenzione esponenziale e sia g il fattore di capitalizzazione composta in convenzione lineare, entrambi allo stesso tasso unitario d’interesse i; allora, per ogni t1 , t2 > 0, vale a f (t1 + t2 ) ≥ g(t1 )g(t2 ); b f (t1 + t2 ) = g(t1 )g(t2 ); c f (t1 + t2 ) ≤ g(t1 )g(t2 ); d nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: Come noto, g(t) coincide con f (t) nei punti ad ascissa intera (n, (1 + i)n ) e, nell’intervallo t ∈ [n, n+1], il grafico di g è il segmento congiungente i due punti (n, f (n)) e (n+1, f (n+1)). La funzione esponenziale f è strettamente convessa, se i > 0, quindi si ha < g(t) ∀t > 0, t 6∈ IN f (t) = g(t) ∀t ∈ IN Finanziariamente, ciò significa che, a parità di tempo e di tasso, il montante calcolato mediante la convenzione lineare è superiore al montante in convenzione esponenziale, per durate non intere. La legge composta esponenziale f è scindibile, quindi vale f (t1 )f (t2 ) = f (t1 + t2 ) ∀t1 , t2 ≥ 0 Pertanto, unendo i due risultati soprascritti, abbiamo: f (t1 + t2 ) = f (t1 )f (t2 ) ≤ g(t1 )g(t2 ) ∀t1 , t2 ≥ 0 e vale la disuguaglianza stretta (se i > 0) se ti 6∈ IN ; la risposta giusta è quindi la c i = 0, f e g coincidono per ogni t e quindi vale l’uguaglianza). 21 (se 51. t Si consideri il fattore di montante associato alla forza d’interesse δ(t) = 10 ; allora, il montante al tempo t = 2, di un capitale di 15000 euro, impiegato in t = 0, è, arrotondando all’unità, a 18321; b 24428; Soluzione: f (t) = e c 30535; Rt s ds 0 10 s2 t =e 20 0 d nessuna delle altre. t2 = e 20 4 M = Cf (2) = 15000e 20 = 18321 52. Presento allo sconto una cambiale con scadenza a due mesi, emessa oggi; ricevo 1610 euro; sapendo che la Banca ha applicato lo sconto commerciale con tasso annuo di sconto del 14.6%, si determini il valore nominale della cambiale. Soluzione: La legge di attualizzazione commerciale al tasso annuo di sconto d è C = V (M, t) = M v(t) = M (1 − dt); in questo caso, quindi, 2 1610 = M 1 − 0.146 · ⇒ M = 1650.2 12 53. Tizio riscuoterà 13000 euro tra dieci mesi e 17500 euro tra venti mesi. Il valore attuale di questi due incassi futuri, valutato con sconto commerciale, è pari a 25000 euro. Si determini il tasso annuo di sconto. Soluzione: La legge di attualizzazione commerciale (o a interessi anticipati) è C = V (M, t) = M v(t) = M (1 − dt) ove d è il tasso periodale di sconto. Il valore attuale complessivo dei due incassi futuri è quindi 10 20 + 17500 1 − d 13000 1 − d 12 12 uguagliando a 25000, si ottiene d = 13.75%. 54. Utilizzando la legge di sconto composto, si determini per quale tasso periodale di interesse i due importi di 88000 e di 118800, scadenti rispettivamente tra 4 e 6 anni, hanno oggi lo stesso valore. 22 Soluzione: La legge di sconto composto è data da C = V (M, t) = M v(t) = M (1 + i)−t = M (1 − d)t ove i e d sono, rispettivamente, il tasso periodale di interesse e di sconto. In questo caso, quindi, uguagliando i due valori attuali, otteniamo 118800 88000 = ⇔ i= 4 (1 + i) (1 + i)6 r 118800 − 1 = 16.19% 88000 55. Due capitali differiscono per 900 euro; il capitale maggiore può essere prelevato tra un anno e sei mesi, quello minore, tra due anni e nove mesi; il valore attuale complessivo, calcolato con la legge composta in convenzione lineare al tasso annuo di interesse del 10%, è di 7800 euro. Determinare l’importo del capitale minore. Soluzione: La legge di attualizzazione da utilizzare è data dal fattore di sconto reciproco del fattore di montante composto lineare a tasso d’interesse del 10%, quindi v(t) = (1 + 0.1)[t] 1 (1 + 0.1(t − [t])) Indicando con C il capitale minore, e quindi con C + 900 il capitale maggiore, si ha 7800 = (1.1)2 (1 C + 0.1 · 9 12 ) + C + 900 (1.1)(1 + 0.1 · 6 12 ) ⇒ C = 4295 56. Nel regime dello sconto commerciale, quale relazione lega il tasso di sconto per periodo unitario al tasso di sconto equivalente per k-esimo di periodo? √ k k a dk = (1 + d) − 1; b dk = 1 − 1 − d; c dk = kd; d dk = kd . Soluzione: Uguagliando i valori attuali, si ha d 1 − d = 1 −dk − dk − · · · − dk = 1 − kdk ⇔ dk = {z } | k k volte Si noti che la b è vera in regime composto esponenziale. 57. Devo presentare allo sconto una cambiale; tre banche mi offrono lo stesso tasso unitario di sconto, ma a condizioni diverse: la Banca Commerciale propone lo sconto commerciale, la 23 Banca Razionale, lo sconto razionale e la Banca Composta, lo sconto composto. Da chi mi conviene andare? a sempre dalla Banca Composta; b dalla Banca Razionale se la scadenza è inferiore ad un periodo unitario, altrimenti dalla Banca Commerciale; c dalla Banca Commerciale se la scadenza è inferiore ad un periodo unitario, altrimenti dalla Banca Razionale; d dalla Banca Commerciale se la scadenza è inferiore ad un periodo unitario, altrimenti dalla Banca Composta. Soluzione: Si devono confrontare i tre fattori di sconto 1−d 1 = fattore di sconto semplice o razionale vs (t) = 1 + it 1 − d + dt vc (t) = (1 + i)−t = (1 − d)t fattore di sconto composto 1 + i − it va (t) = 1 − dt = fattore di sconto commerciale 1+i utilizzando lo stesso tasso unitario di sconto d (o lo stesso tasso unitario di interesse i). Lo studio delle tre funzioni mostra che valgono le relazioni: t=0 vs (0) = vc (0) = va (0) = 1 1 t=1 vs (1) = vc (1) = va (1) = 1 − d = 1+i t>1 va (t) < vc (t) < vs (t) 0<t<1 vs (t) < vc (t) < va (t) In modo ancor più semplice, si possono ricavare queste relazioni da quelle precedentemente viste per i fattori di montante, dato che il fattore di sconto è il reciproco del fattore di montante. v(t) rappresenta quello che ricevo dalla banca oggi, in cambio di ogni unità di valore nominale della mia cambiale di scadenza t; pertanto se t < 1, mi conviene il regime dello sconto commerciale, mentre, se t > 1, mi conviene il regime semplice ( c ); notare che la risposta b è quella che conviene alla banca, cioè a chi anticipa i soldi, non a me. 58. Si consideri la funzione 2t + 1 f (t) = t+1 (i) (ii) (iii) (iv) Si stabilisca se f è atta a rappresentare un fattore di montante. Si determini la forza di interesse ad esso associato. Si determinino i relativi tassi periodali di interesse e di sconto. Tizio investe 100000 euro in t = 0, con la legge f , fino al tempo t = 3. Senza fare calcoli, si dica se a Tizio conviene, o no, interrompere l’investimento in t = 2 per riprenderlo immediatamente, alle medesime condizioni, fino a t = 3. Soluzione: (i) f è definita in (−∞, −1) ∪ (−1, +∞), quindi ha come dominio finanziario [0, +∞); f (0) = 1; 24 1 > 0 ∀t ∈ [0, +∞); (1 + t)2 pertanto, f è atta a rappresentare un fattore di montante. f 0 (t) = (ii) f 0 (t) δ(t) = = f (t) 1 (1+t)2 2t+1 t+1 = 2t2 1 + 3t + 1 (iii) 2+1 − 1 = 0.5 = 50% 1+1 1 2 1 d = 1 − v(1) = 1 − = 1 − = = 33.3% f (1) 3 3 i = f (1) − 1 = (iv) Si nota che la forza d’interesse è strettamente decrescente, quindi conviene interrompere l’investimento per immediatamente riprenderlo; cosı̀ facendo, Tizio arriverebbe ad un montante superiore. 59. Un quotidiano riporta questa notizia: Scende al 7% la soglia oltre la quale viene considerato usurario un prestito. (i) Cosa non è chiaro, in questa notizia? (ii) Data la funzione αt + 1 f (t) = t+1 si determini α affinché f definisca una legge di capitalizzazione con tasso periodale d’interesse minore del 7%. Soluzione: (i) Il giornalista non ha specificato se si tratta di tasso d’interesse o di sconto; possiamo supporre che intendesse tasso d’interesse, dato che non ha specificato altrimenti. Inoltre, il giornalista non ha specificato quale sia la legge di capitalizzazione applicata (semplice? composta? commerciale? di un altro tipo ancora?); possiamo supporre che intendesse usare la legge composta esponenziale, dato che è la più importante ed utile (in quanto scindibile), ma non è stata specificata l’unità di misura del tempo (tasso mensile? semestrale? annuale?). α−1 (ii) Il dominio finanziario di f è [0, +∞), vale f (0) = 1 e f 0 (t) = (t+1) 2 ≥ 0 (∀t ≥ 0) se e solo se α ≥ 1. Inoltre α+1 i = f (1) − 1 = − 1 < 0.07 ⇔ α < 1.14 2 Deve quindi essere 1 ≤ α < 1.14 60. Si consideri la funzione 3 f (t) = et (i) Si verifichi che f è un fattore di montante. (ii) Si calcoli la forza d’interesse associata a f . 25 −3t2 +3t (iii) La legge di capitalizzazione associata a f è scindibile? Perché? (iv) Si determini il tasso unitario di interesse ed il tasso unitario di sconto della legge associata a f. (v) Si calcoli il montante M2 generato in t = 2 da un capitale unitario impiegato in t = 0 ed il montante M2∗ ottenuto sempre in t = 2, da un capitale unitario impiegato in t = 0, ipotizzando di interrompere la capitalizzazione in t = 32 e immediatamente riprenderla. Soluzione: (i) • • • f è f è definita in IR, quindi il dominio finanziario è [0, +∞); f (0) = e0 = 1; 3 2 3 2 f 0 (t) = (3t2 − 6t + 3)et −3t +3t = 3(t − 1)2 et −3t +3t ≥ 0 ∀t ∈ [0, +∞); quindi un fattore di montante. (ii) δ(t) = f 0 (t) = 3(t − 1)2 f (t) (iii) f non è scindibile, perché la sua forza di interesse non è costante. (iv) i = f (1) − 1 = e − 1 ∼ 171.8% 1 d = 1 − v(1) = 1 − ∼ 63.2% e (v) M2 = f (2) = e8−3·4+3·2 = e2 26 28 2 4 M2∗ = f ( )f ( ) = e 27 e 27 = e2 3 3 In questo caso particolare (t1 = 32 , t2 = 43 ), si è ottenuto f (t1 + t2 ) = f (t1 )f (t2 ), e quindi è indifferente interrompere, o no, l’investimento; questo, però, non implica assolutamente che la legge sia scindibile (ed infatti non lo è). Infatti, basta prendere altri valori del tempo, e si ottiene, per esempio, t1 = t ∈ (0, 1), t2 = 1 − t : 2 f (t1 + t2 ) = f (1) = e, f (t1 )f (t2 ) = e−3t e questi due valori sono diversi, per t ∈ (0, 1). 26 +3t+1 Università degli studi di Milano Bicocca – Facoltà di Economia Matematica Finanziaria Esercizi con risoluzione dettagliata Capitolo 2: Rendite Elenco degli argomenti: Rendite: Definizioni (certa/aleatoria, costante/a rate variabili, periodica/aperiodica, temporanea/perpetua, intera/frazionata, anticipata/posticipata, immediata/differita). Il valore V (t) di una rendita in un istante t; valore attuale, montante (formule generali). Valori di rendite in regime esponenziale; le funzioni an|i , sn|i , än|i , s̈n|i , p an|i , p än|i , a (h) n|i , s (h) n|i . Rendite perpetue: valori di rendite perpetue nel regime esponenziale; le funzioni a∞|i , ä∞|i , p a∞|i , a (h) ∞|i . Rendite a rate variabili; valori di rendite a rate variabili in regime esponenziale; rendite con rate variabili in progressione geometrica. Equivalenza finanziaria: valore di una rendita, rendite finanziariamente equivalenti in un instante t, condizione necessaria e sufficiente affinché due rendite finanziariamente equivalenti in un’epoca lo siano in qualsiasi altra epoca. Problemi inversi nella teoria delle rendite: determinazione della rata, della durata, del tasso; ricerca del tasso. Indici temporali: La scadenza media aritmetica t. La scadenza media z; proprietà di z(i), nel caso del regime esponenziale. La duration D. Riferimenti bibliografici: (1) Stefani-Torriero-Zambruno, Elementi di Matematica finanziaria e cenni di Programmazione lineare, Giappichelli Editore, Torino, terza edizione, 2007. (2) Carcano, Matematica finanziaria. Test, esercizi e temi d’esame, con svolgimenti e richiami teorici. Datanova, Milano, 2001. 27 1. In una rendita immediata posticipata a il valore attuale è calcolato in corrispondenza della prima rata non nulla; b il montante è calcolato in corrispondenza dell’ultima rata non nulla; c tra la prima e la seconda rata non nulla passa più di un periodo; d nessuna delle altre tre affermazioni è corretta. Soluzione: La risposta giusta è la b . Si noti che la a corrisponde a rendita anticipata e la c a rendita pluriennale (se anche tutte le altre rate si susseguono alla stessa distanza, cioè se sono equiintervallate, a distanza di k periodi, con k > 1), oppure a rendita non periodica (in caso contrario). 2. Si consideri la rendita R = [(0, 1000, 1200, 1440, 1728); (0, 1, 2, 3, 4)] Quale delle seguenti affermazioni su R è corretta? a R è periodica, anticipata, immediata, a rate variabili; b R è periodica, posticipata, immediata, a rate variabili in progressione aritmetica; c R è periodica, anticipata, differita di un periodo, a rate variabili in progressione geometrica; d R è non periodica, anticipata, differita di un periodo, a rate variabili. Soluzione: Si ha tk+1 − tk = 1 ∀k = 1, 2, 3, quindi R è periodica. La rate sono variabili in progressione geometrica, di ragione q = 1.2 (cioè sono indicizzate al 20%); non sono in progressione aritmetica. Se consideriamo la rendita come posticipata, allora è immediata. Se consideriamo la rendita come anticipata, allora è differita di un periodo. In definitiva, l’unica affermazione completamente corretta è la c . 3. In una rendita immediata anticipata a il valore attuale è calcolato in corrispondenza della prima rata non nulla; b il montante è calcolato in corrispondenza dell’ultima rata non nulla; c tra la prima e la seconda rata non nulla passa più di un periodo; d nessuna delle altre tre affermazioni è corretta. Soluzione: La risposta giusta è la a . Si noti che la b corrisponde a rendita posticipata e la c significa che potrebbe trattarsi di rendita pluriennale. 4. Una rendita si dice frazionata se e solo se a l’intervallo tra due scadenze successive è minore di 1; 28 b c d ogni rata vale meno di 1; in ogni periodo unitario la rata viene suddivisa in h parti, da versarsi ogni h−esimo di periodo; la somma di tutte le rate della rendita vale 1. Soluzione: La c è proprio la definizione di rendita frazionata. 5. Senza bisogno di far conti, ma solo ragionando finanziariamente, si dimostri la seguente relazione an|i + 1 + v n+1 = än+2|i Soluzione: Il primo membro è il valore attuale di una rendita unitaria posticipata, di n rate, alla quale si aggiungono una rata unitaria oggi (e quindi di valore 1) ed una rata al tempo n + 1 (e quindi di valore attuale v n+1 ); in definitiva, è il valore attuale di una rendita unitaria anticipata, di n + 2 rate, che è proprio il secondo membro. 6. Senza bisogno di far conti, ma solo ragionando finanziariamente, si dimostri la seguente relazione a4|i + a12|i = 2a4|i + v 4 a8|i Soluzione: Si sta considerando il valore attuale di una rendita data dall’unione di due rendite immediate posticipate unitarie, una di 4 rate e l’altra di 12 rate; una tale rendita ha quindi le prime 4 rate doppie delle successive 8 rate. 7. Il valore attuale di una rendita annua immediata posticipata è di 2100. Sapendo che si versano 12 rate annue costanti in capitalizzazione composta ai tassi semestrali del 3% per i primi 8 anni e del 5% per i successivi, si determini il valore della rata. Soluzione: Per le prime 8 rate, si ha: i = (1 + i2 )2 − 1 = 1.032 − 1 = 6.09% V = V (0) = Ra8|0.0609 = 6.1877R per le restanti 4 rate, si ha: i = (1 + i2 )2 − 1 = 1.052 − 1 = 10.25% V = V (0) = Ra4|0.1025 (1.0609)−8 = 1.9647R Pertanto V = V (0) = 6.1877R + 1.9647R = 2100 ⇒ R = 257.59 . 29 8. Vale a b c d 1 + isn|i = (1 + i)n ; vero? no; sı̀, ma solo se la rendita è unitaria; sı̀; sı̀, ma solo se la rendita è a rate costanti. Soluzione: 1 + isn|i = 1 + i (1 + i)n − 1 = 1 + (1 + i)n − 1 = (1 + i)n i quindi c . 9. Si consideri una rendita R, annua posticipata, di durata 6 anni, con prima rata R = 50 e rate successive alternativamente di R e 2R; si determini il valore attuale di R, in regime di sconto composto al tasso d’interesse annuo del 10%. Soluzione: Possiamo considerare R come la somma di due rendite: la prima, annuale, di 6 rate R = 50, e la seconda, biennale, di 3 rate R = 50. I valori attuali sono: 1 − (1.1)−6 = 217.76 0.1 i = 0.1 ⇒ i 12 = (1.1)2 − 1 = 0.21 ⇒ V1 = 50a6|0.1 = 50 V2 = 50a3|0.21 1 − (1.21)−3 = 50 = 103.7 0.21 si noti che, per calcolare V2 , è necessario calcolare il tasso biennale i 12 equivalente al tasso annuo i. Pertanto, il valore attuale di R è V = V1 + V2 = 321.46 10. Si descrivano i metodi per calcolare il montante di una rendita frazionata posticipata, a seconda del tipo di tasso noto. Si considerino due rendite di ugual durata 10 anni: una è unitaria frazionata trimestralmente, l’altra è unitaria annua. Si determini, in regime composto al tasso annuo i = 15%, la differenza tra i relativi montanti. Soluzione: Si consideri una rendita unitaria immediata posticipata, di durata n periodi unitari, frazionata h volte in ogni periodo unitario (quindi al termine di ogni h-esimo di periodo, si ha la rata h1 e ci sono nh rate). Per calcolare il montante (e discorsi analoghi si applicano per calcolare il valore attuale): 30 (i) se viene assegnato il tasso d’interesse effettivo ih , relativo alla frazione di periodo considerata, si ha: (1 + ih )nh − 1 1 montante = snh|ih = h hih (ii) se viene assegnato il tasso nominale convertibile h volte nel periodo unitario jh , si ha: montante = (1 + jhh )nh − 1 1 1 snh|ih = snh| jh = h h h jh (iii) se viene assegnato il tasso unitario i, si ha: montante = 1 (1 + i)n − 1 i snh| √ = = sn|i h 1+i−1 h jh jh Nel caso della rendita data nell’esercizio, si ha: (montante rendita frazionata) − (montante rendita intera) = i 0.15 √ − 1 = 1.1088 = sn|i − sn|i = s10|0.15 jh 4( 4 1.15 − 1) 11. Devo scegliere quale rendita mi convenga accettare come regalo di compleanno; in caso di rendita posticipata, a parità di tutte le altre condizioni, a mi conviene sempre scegliere la rendita frazionata; b non mi conviene mai scegliere la rendita frazionata; c mi conviene scegliere la rendita frazionata solo per certi tassi; d mi conviene scegliere la rendita frazionata solo per certi tipi di frazionamento. Soluzione: Vale i > jh ∀h, quindi conviene sempre frazionare: i > jh ⇓ montante senza frazionamento = sn|i < i s = montante con frazionamento jh n|i Cosa succede nel caso anticipato? 12. Si determini il valore attuale di una rendita di 11 rate semestrali posticipate immediate, prima rata 2325, indicizzate al 31%, in legge composta al tasso semestrale del 15.5%. Soluzione: 31 Si tratta di una rendita con rate crescenti in progressione geometrica di ragione 1.31; pertanto: 1 − (qv)n V = V (0) = Rv 1 − qv 1 R = 2325, q = 1.31, v = , n = 11 1.155 ⇒ V = 44934 13. Il valore attuale di una rendita di n rate variabili in progressione geometrica di ragione q e prima rata R è nRv; vero? a sı̀, se e solo se q = v; b sı̀, se e solo se q = u; c no, mai; d sı̀, sempre. Soluzione: Si ricorda che il valore attuale di una rendita di n rate variabili in progressione geometrica di ragione q e prima rata R è Rv(1−(qv)n ) se qv 6= 1 1−qv V (0) = nRv se qv = 1 pertanto la risposta giusta è la b (qv = 1 ⇔ q u = 1 ⇔ q = u). 14. Una rendita è costituita da n rate variabili in progressione aritmetica. Sapendo che la seconda e la quarta rata valgono rispettivamente 23700 e 47400, si determini l’importo della terza rata. Soluzione: Se le rate sono in progressione aritmetica di ragione d, allora la differenza tra la quarta e la seconda rata vale 2d, quindi 2d = 47400 − 23700 ⇒ d = 11850 R3 = R2 + d = 23700 + 11850 = 35550 15. Una rendita perpetua ha rata di 12000 al termine di ciascuno dei primi sei anni, in seguito, rate ciascuna di 24000. Calcolare il valore della rendita, allo scadere del terzo anno, in capitalizzazione composta al tasso del 10%. Soluzione: Il valore in t = 0 delle prime sei rate è 12000a6|0.1 ; il valore della rendita perpetua con rata 24000 è, al suo inizio, cioè in t = 6, 24000 1 ; 0.1 32 quindi, il valore in t = 0 è 24000 1 1 ; 0.1 1.16 pertanto, il valore attuale della rendita data è V = V (0) = 12000a6|0.1 + 24000 1 1 = 187740 ; 0.1 1.16 ed il suo valore al tempo t = 3 è V (3) = V (0)1.13 = 249880 . 16. Tizio mi propone l’acquisto di un terreno, che rende 900 euro annui posticipati, chiedendomi 12000 euro, sostenendo che cosı̀ avrei un interesse pari al 7.5%; è vero, o mi sta imbrogliando? a no, l’interesse è tra il 6% ed il 7%; b sı̀, è vero; c no, l’interesse è inferiore al 5%; d no, l’interesse è tra il 5% ed il 6%. Soluzione: V = R R 900 ⇒ i= = = 7.5% i V 12000 quindi è vero ( b ). Strano! Non stanno cercando di imbrogliarmi . . . 17. Mi hanno regalato una rendita perpetua che rende (posticipatamente) 6000 euro l’anno; qual è il valore, oggi, di tale rendita (si usi la capitalizzazione composta al tasso i del 3%)? a 200000; b + ∞; c 206000; d nessuna delle altre risposte è giusta. Soluzione: V = 6000a∞|0.03 = 6000 · 1 100 = 6000 = 200000 0.03 3 18. Si ricordi in quali casi si può parlare di valore attuale di una rendita perpetua con rate indicizzate; in seguito, si determini il valore attuale di una rendita annua perpetua immediata posticipata, con rate indicizzate al 3%, di prima rata 15000, valutata al tasso annuo d’interesse del 5%. Soluzione: In generale, data una rendita perpetua R, per determinarne il suo valore attuale, si deve considerare la rendita Rn ottenuta da R, troncandola alla scadenza tn , determinare il suo valore attuale e calcolarne poi il limite per n → +∞. 33 Nel caso di rendita immediata posticipata con rate in progressione geometrica di ragione q = 1 + j (j è il tasso di indicizzazione) e primo termine C, si ha valore attuale di R = lim (valore attuale di Rn ) = n→+∞ ( −1 n ] se q 6= 1 + i C 1−[q(1+i) 1+i−q = = lim −1 n→+∞ nC(1 + i) se q = 1 + i +∞ se q(1 + i)−1 ≥ 1, cioè q ≥ 1 + i = 1 C 1+i−q se q(1 + i)−1 < 1, cioè q < 1 + i +∞ se j ≥ i = C se j < i i−j pertanto: se le rate sono indicizzate ad un tasso uguale o superiore al tasso di valutazione, la rendita perpetua ha valore attuale infinito, altrimenti, se le rate sono indicizzate ad un tasso inferiore al tasso di valutazione, ha valore attuale finito. In questo caso, abbiamo una rendita posticipata perpetua con rate indicizzate al tasso j = 3%, da valutare al tasso i = 5%, quindi: V = 15000 = 750000 0.05 − 0.03 19. Si determini il valore attuale di una rendita annua perpetua posticipata, con rate variabili in progressione geometrica, tale che la prima rata sia 3136 e la terza rata sia 3497 (regime composto al tasso annuo d’interesse del 16.8%). Soluzione: Conoscendo due rate, possiamo determinare la ragione della progressione geometrica: r R3 = R2 q = R1 q 2 ⇒ q= 3497 = 1.056 3136 Si nota che q è minore di 1 + i = 1.168 (cioè qv < 1), quindi la rendita perpetua ha valore attuale finito, dato da V = V (0) = R1 3136 = = 28000 1+i−q 1.168 − 1.056 Cosa succederebbe se il tasso fosse del 4%? 20. Se due rendite, R1 e R2 , hanno lo stesso valore attuale, allora hanno lo stesso valore, in ogni istante t. Vero? a sı̀; b sı̀, ma se e solo se si utilizzano leggi scindibili e coniugate; c no, è vero se hanno lo stesso montante, non lo stesso valore attuale; 34 d sı̀, se si usano leggi scindibili. Soluzione: Ricordiamo, dalla teoria: Due rendite si dicono finanziariamente equivalenti, all’istante t, in base alle leggi di capitalizzazione e attualizzazione f e v se sono uguali i loro valori in t. Il valore in t di una rendita [R; t], calcolato con le leggi di capitalizzazione e di attualizzazione f e v, è dato da X X (valore in t) = Rk f (t − tk ) + Rk v(tk − t) . tk >t tk ≤t Due rendite possono essere finanziariamente equivalenti in un istante t1 e non esserlo in un altro istante t2 ; quindi la a è falsa. Si può dimostrare il seguente risultato: Condizione necessaria e sufficiente affinché due rendite finanziariamente equivalenti in un certo istante T lo siano in qualsiasi altro istante t, è che i loro valori siano calcolati con leggi di capitalizzazione ed attualizzazione esponenziali coniugate, cioè f (t) = (1 + i)t , v(t) = (1 + i)−t . La risposta giusta è quindi la b . 21. Si consideri la legge di capitalizzazione associata alla forza di interesse δ(t) = 0.2 , 1 + 0.2t e la legge di attualizzazione ad essa coniugata. (i) Si calcolino montante M e valore attuale V della rendita R = [(0, 2000, 1500, 3000); (0, 2, 3, 5)] (ii) Si verifichi che M non coincide con il montante al tempo 5 di V e che V non coincide con il valore al tempo 0 di M ; si giustifichi, in base ad un noto teorema, tale fatto. Soluzione: (i) La legge di capitalizzazione è data da M (C, t) = Cf (t), ove Rt t δ(s)ds f (t) = e 0 = e[log(1+0.2s)]0 = elog(1+0.2t) = 1 + 0.2t cioè, è la capitalizzazione semplice a t.u.i. 20%; la legge di attualizzazione ad essa coniugata è M C = V (M, t) = M v(t) = . 1 + 0.2t Utilizzando tali leggi, montante e valore attuale della rendita sono dati da M = 2000f (3) + 1500f (2) + 3000 = 8300 V = 2000v(2) + 1500v(3) + 3000v(5) = 3866 35 (ii) V f (5) = 3866(1 + 0.2 · 5) = 7732 6= M 8300 M v(5) = = 4150 6= V 1 + 0.2 · 5 Se non si utilizzano leggi esponenziali coniugate, la finanziaria equivalenza di due rendite in un dato istante t1 NON implica la finanziaria equivalenza in un altro istante t2 ; pertanto, non è detto che il montante coincida con il valore attuale capitalizzato al termine della rendita o che il valore attuale coincida con il montante attualizzato all’inizio della rendita. 22. Si consideri la legge di attualizzazione associata al fattore di sconto v(t) = Sia data la rendita R= 1 . 1 + 0.025t2 X X, , X, 2X ; (0, 1, 2, 5) . 2 Si determini X affinché il valore di R in t = 3, calcolato con la legge di attualizzazione data (e la legge di capitalizzazione ad essa coniugata) sia pari a 20000. Soluzione: La legge di capitalizzazione, associata alla legge di attualizzazione data, è M = Cf (t) = C 1 + 0.025t2 Calcoliamo il valore di R in t = 3 capitalizzando fino a t = 3 le rate scadenti prima o in t = 3 ed attualizzando a t = 3 le rate scadenti dopo t = 3 ed imponiamo che venga 20000: 20000 = X(1 + 0.025 · 32 ) + ⇔ 2X X (1 + 0.025 · 22 ) + X(1 + 0.025 · 12 ) + 2 1 + 0.025 · 22 X = 4330. 23. Si consideri la rendita R = [(6000, 12000, 24000); (0, 3, 5)]; si determini, in capitalizzazione composta al tasso del 12%, il valore di R tra 4 anni e due mesi. Soluzione: Per calcolare il valore di una rendita, in un dato istante t, si capitalizzazione fino a t le rate scadenti prima o in t, e si attualizzano a t le rate scadenti dopo; quindi: 2 2 10 M = 6000(1.12)4+ 12 + 12000(1.12)1+ 12 + 24000(1.12)− 12 = 45155 24. Voglio investire 200000 euro. Acquisto una rendita di valore 150000 euro; deposito il rimanente su un c/c al tasso d’interesse semplice annuo del 3.5%. Grazie alla rendita, incasserò 4 rate annue costanti, posticipate, al tasso annuo composto del 4.5%. 36 (i) Si determini l’importo di ogni rata. (ii) Ipotizzando che le rate vengano via via depositate sul c/c prima descritto, si determini quale cifra avrò dopo 4 anni e 3 mesi. (iii) Si determini il tasso composto che determina l’operazione descritta in (ii). (iv) Si imposti l’equazione da risolvere, se si volesse rispondere alla domanda (iii), ma utilizzando la legge composta in convenzione lineare; è possibile ricavare qualche informazione sul tasso? Soluzione: (i) Uguagliando il valore 150000 con il valore attuale, a tasso composto i = 4.5%, di una rendita immediata posticipata, di 4 rate costanti uguali a R, si ottiene 150000 = Ra4|0.035 = R 1 − (1.045)−4 ⇔ R = 41812 0.045 (ii) Occorre capitalizzare le quattro rate R, al tasso semplice del 3.5%, dal momento della 3 = 17 rispettiva riscossione (tk = k, k = 1, 2, 3, 4) fino all’istante finale 4 + 12 4 ; a questo va aggiunto il montante della cifra di 50000, depositata sul c/c all’inizio e capitalizzata fino a t = 17 4 (sempre all’interesse semplice del 3.5%): 13 9 5 1 M = 41812 1 + 0.035 · + 1 + 0.035 · + 1 + 0.035 · + 1 + 0.035 · + 4 4 4 4 17 + 50000 1 + 0.035 · = 4 = 234930 (iii) Detto C il capitale iniziale, cioè 200000, e M il montante finale sopra determinato, cioè 234930, e ricordando che la durata dell’operazione è t = 17 4 , occorre determinare i tale che M = C(1 + i)t 17 234930 = 200000(1 + i) 4 ⇔ i = 3.86% (iv) I numeri sono quelli di prima (M, C, t), ma ora si deve utilizzare la legge M = C(1 + i)[t] (1 + i(t − [t])) ove [t] è la parte intera di t, cioè il massimo intero non superiore a t; nel caso t = [t] = 4 e t − [t] = 41 . L’equazione da risolvere è quindi i 4 234930 − 200000(1 + i) 1 + =0 4 17 4 , si ha Dal confronto tra la legge composta esponenziale e la legge composta in convenzione lineare, sappiamo che il tasso deve essere (leggermente) inferiore a quello di prima; infatti, con un semplice procedimento di dicotomia, si può trovare che i è circa 3.857%. 37 25. Si consideri, in capitalizzazione composta esponenziale al tasso i, una rendita periodica immediata posticipata di n rate costanti R, valore attuale V e montante M . Quale delle seguenti affermazioni è vera? R = 1000, n = 10, i = 5% ⇒ M = 15278 ; a nessuna delle altre; b R = 8000, i = 0.03, V = 36638 ⇒ n = 4 ; c M = 6289, i = 0.05, n = 10 ⇒ R = 750 . d Soluzione: M = 1000s10|0.05 = 12578 ⇒ M 6= 15278 V = 8000a4|0.03 = 29737 6= 36638 ⇒ n 6= 4 R = 6289σ10|0.05 = 500 ⇒ R 6= 750 pertanto, l’unica affermazione vera è la b . Si noti che, per verificare la c non occorre ricordarsi la formuletta della durata in funzione di V , R, i; comunque, per fare ulteriore esercizio, ricordiamoci la formula e determiniamo la durata esatta: 8000 log 8000−36638·0.03 =5 n= log(1.03) 26. Ho la possibilità di acquistare una rendita perpetua che rende (anticipatamente) 8000 euro l’anno; qual è il giusto prezzo, oggi, di tale rendita (si usi la capitalizzazione esponenziale al tasso i del 2%)? a 408000; b + ∞; c 400000; Soluzione: V = 8000 · ä∞|0.02 d nessuna delle altre risposte è giusta. 1 = 408000 = 8000 1 + 0.02 27. Una rendita costante posticipata immediata, di valore attuale V (calcolato in regime composto al tasso i) e rata R, ha durata finita a se e solo se vale R = V i; b se e solo se vale R < V i; c se e solo se vale R > V i; d la conoscenza di R, V e i non permette di ricavare la durata della rendita. Soluzione: Per rendite siffatte, di durata n, vale R = V αn|i . i è decrescente con n e lim αn|i = i. La funzione di n, αn|i = n→+∞ 1 − (1 + i)−n 38 Pertanto, se la durata è finita, si ha R = V αn|i > V i; viceversa, se R > V i, allora la rendita non può essere perpetua perché in questo caso dovrebbe essere R = Sα∞|i = V i. La risposta giusta è quindi la c . Si noti che la d è falsa, perché se si conoscono R, V ed i, si può ricavare la durata della rendita: • se vale R = V i, allora la rendita è perpetua; i , ottenendo • se vale R > V i, allora si ricava n da R = V 1 − (1 + i)−n log n= R R−V i ; log(1 + i) • se vale R < V i, si butta tutto perché non può esistere nessuna rendita con questi dati. 28. Vorrei una rendita immediata posticipata, rata costante 12500 euro, montante 50000 euro, valutata al tasso composto i = 8%. Esiste una tale rendita? Quali aggiustamenti sono possibili, per avere una rendita simile a quella da me desiderata? Soluzione: Imponendo l’uguaglianza tra 50000 ed il montante della rendita descritta, ottengo 50000 = 12500sn|0.08 = 12500 (1.08)n − 1 0.08 log 1 + 50000·0.08 12500 ⇒ n= = 3.6074 log(1.08) Una rendita cosı̀ non può esistere (non ha senso dire un po’ più di tre rate e mezzo . . .). Osserviamo che, dalle formule i 1 − (1 + i)−n i =M (1 + i)n − 1 R = V αn|i = V R = M σn|i si ricava log n= R R−V i log(1 + i) i log 1 + M R n= log(1 + i) ma, a meno che i valori di R, i e V (o M ) non siano stati scelti ad hoc, raramente n risulterà intero . . . 39 • • • • Se n non risulta intero, si può vedere di aggiustare la rendita in vari modi, per renderla realistica; ad esempio: si può prendere l’intero immediatamente precedente a n (cioè la parte intera di n, [n]) e modificare un po’ la rata, in modo che con la nuova rata R0 valga R0 = V α[n]|i ; oppure si può prendere l’intero immediatamente successivo ([n] + 1) e modificare analogamente la rata; oppure si possono fare [n] rate di importo R, unite ad un versamento complementare in [n] o in n. Nel caso in esame, possiamo considerare, ad esempio, queste rendite: rendita di 3 anni; in questo caso, però la rata è ovviamente maggiore ed è R0 = 50000σ3|0.08 = 50000 0.08 = 15402; (1.08)3 − 1 • rendita di 4 anni, con rata (ora ovviamente minore) R00 = 50000σ4|0.08 = 50000 0.08 = 11096; (1.08)4 − 1 • 3 rate di 12500 ed un’ultima rata complementare; se vogliamo terminare la rendita in t = 3, allora dobbiamo aggiungere, alla terza rata, una cifra che permetta di arrivare al montante 50000; la cifra è data da 12500s3|0.08 + x = 50000 ⇒ x = 9420; oppure, possiamo terminare la rendita in t = 3.6074 e allora la cifra da pagare in t (cioè al 222o giorno del quart’anno) sarà ottenuta da 12500s3|0.08 (1.08)0.6074 + x = 50000 ⇒ x = 7478. 29. Tizio presenta in banca per l’incasso le seguenti cambiali: 7890, scadenza a 789 giorni; 1315, scadenza a 526 giorni; 1841, scadenza a 1578 giorni. Si determini la scadenza media aritmetica di accredito delle cambiali (espressa in giorni). Soluzione: La scadenza media aritmetica, t, di un flusso di importi, è la media ponderata delle scadenze con pesi le rate; in questo caso: t= 7890 · 789 + 1315 · 526 + 1841 · 1578 = 889 7890 + 1315 + 1841 30. La rendita R = [(120, 200, 200, 250); (1, 2, 5, 6)] ha scadenza media, in regime commerciale, 3.5; a 40 b c d 3.77; 3.922; non si può rispondere, perché non si conosce il tasso. Soluzione: In regime commerciale (o anticipato), la scadenza media non dipende dal tasso e coincide con la scadenza media aritmetica t, cioè con la media ponderata delle scadenze con pesi le rate. In questo caso: z=t= 1 · 120 + 2 · 200 + 5 · 200 + 6 · 250 302 = = 3.922 120 + 200 + 200 + 250 77 31. Sia z(i) la scadenza media di una rendita R (di almeno due rate), calcolata in regime composto al tasso i; allora vale z(0.05) > z(0.04); a z(0.03) > z(0.04); b z(i) = t, per qualche i > 0; c nessuna delle altre tre risposte è giusta. d Soluzione: Come noto, l’indice scadenza media, in regime composto, gode delle proprietà (i) z < t; (ii) z è funzione decrescente del tasso; (iii) limi→0+ z = t; (iv) limi→+∞ z = scadenza della prima rata non nulla. Pertanto, la risposta giusta è la b . Si noti che, nel testo, si è specificato che la rendita avesse almeno due rate non nulle; infatti, se ci fosse stata una sola rata, cosa sarebbe successo? 32. Tre capitali di 1000, 2000, 1590, sono esigibili rispettivamente tra 4, 6, 10 anni. Si determini la scadenza media, in regime composto al tasso annuo del 10%. Soluzione: V = 1000(1.1)−4 + 2000(1.1)−6 + 1590(1.1)−10 = 2425 z = z(0.1) = ln(1000 + 2000 + 1590) − ln(2425) = 6.6944 ln(1.1) 33. Sia z = 6.5 la scadenza media di una rendita, costituita da più di un importo, calcolata con fattore di sconto composto al tasso i. Allora, per i > 0, la scadenza media aritmetica è uguale a 6.5. Vero? sı̀; a no, è minore; b 41 c d no, è maggiore; non si può dire nulla. Soluzione: Come sopra ricordato (v. proprietè funzione scadenza media in regime composto), vale ∀i > 0 z(i) < t pertanto la risposta giusta è la c . 34. In una rendita di scadenze (1, 3, 7, 9), la scadenza media aritmetica è t = 5; allora la scadenza media in regime composto al tasso i soddisfa a 1 < z < 5; b z = 5; c la risposta dipende da i; d 3 < z < 5. Soluzione: La scadenza media, in regime composto, è funzione decrescente del tasso i, compresa tra la prima scadenza con rata non nulla e la scadenza media aritmetica; pertanto, in questo caso, vale ∀i 1 < z(i) < t = 5 35. Se la rendita R = [(2000, 5000, X), (2, 4, 7)] ha scadenza media aritmetica uguale a 5, allora a X = 5500; b X = 5000; c non si può rispondere, perché non si conosce il tasso i; d nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: 5=t= 2 · 2000 + 4 · 5000 + 7 · X ⇔ X = 5500 2000 + 5000 + X 36. Tizio deve ricevere due pagamenti di 1000 e 5000 previsti in scadenza al tempo 5 ed al tempo 7. Si determini la scadenza media dei due pagamenti, in regime composto al tasso dell’8%. Soluzione: V = 1000(1.08)−5 + 5000(1.08)−7 = 3598 z = z(0.08) = ln(1000 + 5000) − ln(3598) = 6.645 ln(1.08) 37. Siano z(0.13) e z(0.2) le scadenze medie in regime composto di una stessa rendita R, costituita da più di una rata, calcolate rispettivamente al tasso d’interesse del 13% e del 20%. Allora 42 a b c d z(0.13) > z(0.2); z(0.13) < z(0.2); z(0.13) = z(0.2); non si può rispondere, perché dipende da R. Soluzione: a 38. La scadenza media aritmetica di una rendita di 3 rate crescenti in progressione aritmetica di ragione 2000, scadenti in t = 1, 3, 6 è t = 3.611. Allora la prima rata è a 10500; b 10005; c 12009; d i dati non sono sufficienti per rispondere. Soluzione: Indicando con C la prima rata (e quindi le successive sono C + 2000 e C + 4000), si ha 3.611 = t = 1 · C + 3 · (C + 2000) + 6 · (C + 4000) 10(C + 3000) = ⇔ C = 10005 C + (C + 2000) + (C + 4000) 3(C + 2000) 39. Si consideri la rendita R = [(100, 400, 200, 500); (0, 1, 3, n)]; si determini n affinché la scadenza media di R, calcolata in regime composto al tasso annuo d’interesse i = 5%, sia pari a 3.194. Soluzione: 100 + 400(1.05)−1 + 200(1.05)−3 + 500(1.05)−n = 1200(1.05)−3.194 ⇓⇑ −n 500(1.05) = 373.12 ⇓⇑ n=6 40. Si consideri la rendita R = [(30, 50, 40); (2, 4, 7)]; allora, la sua scadenza media in regime commerciale è a 4; b 4.5; c la risposta dipende dal tasso; d nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: 43 In regime commerciale, la scadenza media non dipende dal tasso e coincide con la scadenza media aritmetica t, quindi z=t= 2 · 30 + 4 · 50 + 7 · 40 = 4.5 30 + 50 + 40 41. Si consideri la rendita R = [(100, X, 200, 400); (0, 1, 3, 4)]; si determini X affinché la scadenza media di R, calcolata in regime composto al tasso annuo d’interesse i = 7%, sia pari a 2. Soluzione: 100 + X(1.07)−1 + 200(1.07)−3 + 400(1.07)−4 = (700 + X)(1.07)−2 ⇓⇑ X = 703 42. Si determini X affinché la rendita R = [(2000, 5000, X), (2, 4, 7)] abbia scadenza media aritmetica uguale a 5. Soluzione: 5=t= 2 · 2000 + 4 · 5000 + 7 · X ⇔ X = 5500 2000 + 5000 + X 43. Si consideri la rendita R = [(80, 120, X, 500); (0, 1, 4, 5)]; si determini X affinché la scadenza media di R, calcolata in regime composto al tasso annuo d’interesse i = 5%, sia pari a 3.8 . Soluzione: 80 + 120(1.05)−1 + X(1.05)−4 + 500(1.05)−5 = (700 + X)(1.05)−3.8 ⇓⇑ X= 700(1.05)−3.8 − 80 − 120(1.05)−1 − 500(1.05)−5 = 559 (1.05)−4 − (1.05)−3.8 44. Si consideri la rendita R = [(50, 20, 50); (2, 5, 7)]; allora, la sua scadenza media in regime commerciale è a 4.6666; b 4.5833; c non si può rispondere, perché non si conosce il tasso; d nessuna delle altre tre risposte è giusta. 44 Soluzione: In regime commerciale, la scadenza media non dipende dal tasso e coincide con la scadenza media aritmetica t, quindi z=t= 2 · 50 + 5 · 20 + 7 · 50 55 = = 4.5833 . . . 50 + 20 + 50 12 45. Sia X > 0 e si considerino le rendite R = [(100, 200, X, 150); (0, 2, 3, 4)] R̃ = [(80, X, 200, 170); (0, 2, 3, 4)] Si determini X affinché le due rendite abbiano la stessa scadenza media, calcolata in regime composto al tasso periodale del 5%; inoltre, si determini tale scadenza media. Soluzione: Si osserva che la somma degli importi è la stessa, in entrambe le rendite; pertanto, dalla definizione di scadenza media, segue: 100 + 200(1.05)−2 + X(1.05)−3 + 150(1.05)−4 = (450 + X)(1.05)−z 80 + X(1.05)−2 + 200(1.05)−3 + 170(1.05)−4 = (450 + X)(1.05)−z ⇒ 100 + 200(1.05)−2 + X(1.05)−3 + 150(1.05)−4 = = 80 + X(1.05)−2 + 200(1.05)−3 + 170(1.05)−4 ⇔ X 1.05−3 + 1.05−2 = = 80 + 200(1.05)−3 + 170(1.05)−4 − 100 − 200(1.05)−2 − 150(1.05)−4 ⇔ X = 282 Posto X = 282, si ottiene la scadenza media z 100 + 200(1.05)−2 + 282(1.05)−3 + 150(1.05)−4 = (450 + 282)(1.05)−z ⇔ z = 2.485 46. Si determini la duration del seguente flusso di pagamenti, in regime composto al tasso d’interesse del 5.5% [(0, 3000, 5000, 7000); (0, 1, 3, 5)] Soluzione: Data una rendita R = [(0, R1 , R2 , . . . , Rn ); (0, t1 , t2 , . . . , tn )] la durata media finanziaria, o duration, di R, al tasso i, è la media ponderata delle scadenze tk , con pesi i valori attuali delle rate Rk , calcolati in regime composto al tasso i: Pn −tk k=1 tk Rk (1 + i) P D(i) = n −tk k=1 Rk (1 + i) 45 In questo caso, D(0.055) = 1 · 3000(1.055)−1 + 3 · 5000(1.055)−3 + 5 · 7000(1.055)−5 = 3.403 3000(1.055)−1 + 5000(1.055)−3 + 7000(1.055)−5 47. Si consideri un obbligazione di valore nominale 10000 che paga cedole annuali posticipate, calcolate al 10%, durata 4 anni. Si calcoli la sua duration, al tasso del 10%. Soluzione: Il flusso di pagamenti è [(0, 1000, 1000, 1000, 11000); (0, 1, 2, 3, 4)] Pertanto, D(0.1) = 1 · 1000(1.1)−1 + 2 · 1000(1.1)−2 + 3 · 1000(1.1)−3 + 4 · 11000(1.1)−4 = 3.4868 1000(1.1)−1 + 1000(1.1)−2 + 1000(1.1)−3 + 11000(1.1)−4 si noti che, al denominatore, c’è il corso del titolo, cioè il valore attuale delle cedole e del rimborso. 48. Sul giornale, leggo la seguente frase: A parità di variazioni del tasso i, un titolo con elevata duration subisce oscillazioni del corso più elevate, rispetto ad un titolo con duration più bassa. Perché? Cosa significa? Soluzione: Detto P = P (i) il corso del titolo (cioè il valore attuale, calcolato al tasso composto i, delle cedole e del rimborso), si dimostra che vale la relazione D(i) d(log(1 + i)) P 0 (i) =− = −D(i) · P (i) 1+i di pertanto, possiamo dire che piccole variazioni del tasso determinano una variazione percentuale del corso del titolo, proporzionale alla variazione di log(1 + i) (cioè alla variazione della forza di interesse), ma di segno opposto, con costante di proporzionalità D(i); in poche parole, titoli ad alta duration sono più volatili di titoli a bassa duration. 46 Università degli studi di Milano Bicocca – Facoltà di Economia Matematica Finanziaria Esercizi con risoluzione dettagliata Capitolo 3: Costituzione di un capitale. Ammortamenti. Elenco degli argomenti: Costituzione di un capitale: rate di costituzione, piano di costituzione, fondo di costituzione; equazione di aggiornamento del fondo di costituzione; costituzione per inseguimento. Ammortamento di prestiti indivisi: Definizioni: mutuante, mutuatario, importo del mutuo, rate, debito residuo, debito estinto, quota interessi, quota capitale, piano di ammortamento. Impostazione elementare; impostazione finanziaria. Condizione di equità iniziale / condizione di equità finale; relazione ricorrente del debito residuo; equazione esplicita retrospettiva del debito residuo; equazione esplicita prospettiva del debito residuo. Casi particolari: • rimborso unico finale di capitale ed interessi; • rimborso unico finale del capitale e periodico degli interessi; • metodo francese o progressivo o a rate costanti; • metodo italiano o uniforme o a quote capitali costanti. • metodo americano o dei due tassi o con quote di accumulazione; confronti con il metodo francese. Problema della ricerca del tasso di interesse in un ammortamento; t.a.n. (tasso annuo nominale) e t.a.e.g. (tasso annuo effettivo globale); esistenza ed unicità del t.a.e.g. in un ammortamento. Valore, nuda proprietà, usufrutto; relazione di Makeham. Riferimenti bibliografici: (1) Stefani-Torriero-Zambruno, Elementi di Matematica finanziaria e cenni di Programmazione lineare, Giappichelli Editore, Torino, terza edizione, 2007. (2) Carcano, Matematica finanziaria. Test, esercizi e temi d’esame, con svolgimenti e richiami teorici. Datanova, Milano, 2001. 47 1. Per costituire un capitale di 6750, da ritirare tra 6 anni, Tizio predispone i seguenti versamenti [R; t] = [(270, 541, C); (0, 3, 5)]; sapendo che la banca riconosce interessi in capitalizzazione composta al tasso annuo del 5%, si determini C. Soluzione: Uguagliando il capitale da costituire 6750 con il montante della rendita descritta, si ottiene 6750 = 270(1.05)6 + 541(1.05)3 + C(1.05) ⇔ C = 5487.5 2. Si vuole costituire un capitale di 200000 in sei anni da oggi, versando: R oggi, R tra un anno e mezzo, 2R tra 5 anni. Determinare R, utilizzando la capitalizzazione composta in convenzione lineare, al tasso annuo dell’8%. Soluzione: Uguagliando il capitale da costituire 200000 con il montante della rendita descritta, si ottiene 1 6 4 + 2R(1.08) ⇔ R = 38746 200000 = R(1.08) + R(1.08) 1 + 0.08 · 2 3. Tizio intende costituire un capitale di 196000 euro nell’arco di 4 anni; a tal fine, versa 4 rate annue costanti anticipate presso la banca Caio; sapendo che Caio riconosce interessi del 3% per i primi tre anni e del 2.5% il quarto anno, regime composto, si determini la rata. Soluzione: 196000 = R(1.03)3 (1.025)+R(1.03)2 (1.025)+R(1.03)(1.025)+R(1.025) ⇔ R = 45710 4. Voglio costituire 2470000 euro alla data del 1o aprile 2012, versando, da oggi 1o aprile 2006, 6 rate annue anticipate, uguali a R negli anni non bisestili e uguali a 10R negli anni bisestili. Si determini R in regime composto al tasso annuo del 12.4%. Soluzione: La prima e la seconda rata sono uguali a R; la terza è 10R; la quarta, quinta e sesta sono R; in pratica, conviene considerare 6 rate periodiche, tutte uguali a R e poi tener conto che al terzo anno (il 1o aprile 2008) c’è anche una rata di 9R (in modo da avere 10R): 2470000 = Rs6|0.124 (1.124) + 9R(1.124)4 ⇒ R = 104753 5. Tizio vuole costituire, in regime composto, un capitale S mediante versamenti semestrali costanti posticipati di 1100 euro. Sapendo che il fondo dopo due versamenti è 2244, si calcoli il fondo dopo quattro versamenti. Soluzione: 48 Si ricorda l’equazione di aggiornamento del fondo di costituzione Fk = Fk−1 (1 + i)tk −tk−1 + Rk che si esprime finanziariamento dicendo: nella costituzione di un capitale, il fondo alla scadenza tk è dato dal fondo costituito alla scadenza precedente tk−1 , capitalizzato da tk−1 a tk , più la rata con scadenza tk . tk−1 tk ................................................................................................................................................................................................................................................................................... Fk−1 Rk .. ... .. ............................................................................................. .. . •.. Fk In questo caso, pertanto, 2244 = F2 = R + R(1 + i2 ) = 1100 + 1100(1 + i2 ) ⇒ i2 = 4% F4 = 1100s4|0.04 = 4671.1 6. In una costituzione di capitale, con rate Rk alle scadenze tk , i fondi di costituzione Fk seguono la seguente legge a Fk = Fk−1 (1 + i) + Rk ; b Fk−1 = Fk (1 + i)tk −tk−1 + Rk ; c Fk = Fk−1 (1 + i)tk −tk−1 + Rk ; d nessuna di queste. Soluzione: La risposta giusta è la c . 7. Si consideri il piano di costituzione di un importo M , mediante n rate annue costanti anticipate, in regime composto al tasso annuo d’interesse del 5%; se il fondo, alla fine del primo anno, è pari a 30750, allora la rata di costituzione è a 30750; b non si può rispondere, perché non si conosce M ; c non si può rispondere, perché non si conosce n; d 15000. Soluzione: F1 = R + R(1 + i) ⇒ R = 8. F1 30750 = = 15000 2+i 2.05 Si consideri il piano di costituzione di un importo M , mediante n rate annue costanti anticipate, in regime composto al tasso annuo d’interesse del 4%; se il fondo, alla fine del secondo anno, è pari a 4682, allora la rata di costituzione è, arrotondando all’unità, a nessuna delle altre tre risposte è giusta; 49 b c d non si può rispondere, perché non si conosce M ; non si può rispondere, perché non si conosce n; 1500. Soluzione: Il fondo, alla fine del secondo anno, è F = R + R(1 + i) + R(1 + i)2 quindi 4682 = R + R(1.04) + R(1.04)2 ⇔ R = 1500 9. Voglio costituire 200000 euro mediante il versamento di 15 rate trimestrali costanti posticipate su un c/c bancario che corrisponde interessi composti al tasso annuo nominale convertibile trimestralmente del 10%. (i) Si determini l’ammontare della rata di costituzione. (ii) Subito dopo il versamento della decima rata, decido di voler costituire non più 200000 euro, ma 270000 euro, a parità di tasso e di numero di rate residue. Si determini l’importo della nuova rata di costituzione. Soluzione: (i) Se il tasso nominale convertibile trimestralmente, j4 , è il 10%, allora il tasso d’interesse trimestrale, i4 , è j44 = 2.5%; la rata di costituzione è quindi R = 200000σ15|0.025 = 200000 0.025 = 11153 (1.025)15 − 1 (ii) Dopo la decima rata, il fondo accumulato è F10 = 11153s10|0.025 = 1153 (1.025)10 − 1 = 124950 ; 0.025 restano pertanto da costituire, con 5 rate trimestrali al tasso del 2.5%, 270000 − 124950(1.025)5 = 128630 . La nuova rata è quindi R0 = 128630σ5|0.025 = 128630 0.025 = 24471 (1.025)5 − 1 10. La mia zia d’America, morendo, ha lasciato 1000000 di euro, investiti in regime composto, al tasso annuo del 13%; nel testamento, ha stabilito che la sua unica erede (io) avrò diritto a ricevere, per tutta la vita, 150000 euro all’anno, con il primo pagamento da effettuarsi subito, appena morta la de cuius (cioè la zia); a mia volta, nel mio testamento, stabilisco che, quando morirò io, alla scadenza di pagamento successiva alla mia morte, il saldo del 50 fondo dovrà essere utilizzato per acquistare una rendita annua posticipata perpetua (in regime composto al 9%), la cui rata annua sarà devoluta in beneficenza. (i) Se muoio 4 anni e 3 mesi dopo la zia, quale sarà la rata annua data in beneficenza? (ii) Se 11 anni dopo la morte della zia, sono ancora viva, cosa succederebbe? E se morissi tra il decimo e l’undicesimo anno dopo la morte della zia? Soluzione: (i) Se muoio 4 anni e 3 mesi dopo la zia, allora devo considerare la scadenza t = 5; in quel momento, il fondo vale F5 = 1000000(1.13)5 − 150000s̈5|0.13 = 744029.3 In regime composto al tasso del 9%, la rendita posticipata perpetua, di valore 744029.3, ha rata R = iV = 0.09 · 744029.3 = 66962.6 e questi sono i soldini che ogni anno vanno in beneficenza. (ii) Se, dopo 11 anni, sono ancora viva, allora ciò significa che ho ritirato, finora, 12 rate; il fondo, in t = 12, è F12 = 1000000(1.13)12 − 150000s̈12|0.13 < 0 e quindi non resta più niente! (niente soldini per comprare la rendita perpetua e quindi niente rate da versare in beneficenza). Se invece muoio tra il decimo e l’undicesimo anno, la situazione sarebbe F11 = 1000000(1, 13)11 − 150000s̈11|0.13 = 138334.5 e quindi resta ancora qualche soldino per comprare una rendit(ina) perpetua, le cui (piccole) rate andrebbero in beneficenza. Morale della favola: all’ente a cui andrebbero le rate in beneficenza non conviene augurarmi lunga vita . . . (ma honny soit qui mal y pense . . .) 11. Nell’estinzione anticipata di un prestito, l’importo da rimborsare è la somma delle rate già pagate. Vero? a sı̀; b no, è la somma della rate ancora da pagare; c no, è il valore attuale delle rate ancora da pagare; d no, è il debito estinto. Soluzione: La risposta giusta à la c . 12. Nell’impostazione elementare dell’ammortamento di un prestito, la condizione di equità è n X Ck ; a S= k=1 51 0= b S= c S= d n X Ck ; k=1 n X Rk ; k=1 n X Ik . k=1 Soluzione: La condizione elementare di equità (o P di chiusura) del piano di rimborso di un prestito è che la somma delle quote capitali k Ck sia uguale al capitale preso a prestito S; la risposta giusta è quindi la a . 13. Nell’impostazione finanziaria dell’ammortamento di un prestito, la condizione di equità finale è n X S= Rj (1 + i)−(tj −t0 ) ; a j=1 b S(1 + i) tn −t0 = n X Rj (1 + i)tn −tj ; j=1 c S= n X Rj (1 + i)tn −tj ; j=1 d S(1 + i) tn −t0 = n X Rj (1 + i)−(tj −t0 ) . j=1 Soluzione: La condizione di equità finale di un ammortamento prevede che il montante del prestito S sia uguale al montante della rendita [(R1 , . . . , Rn ) ; (t1 , . . . , tn )] costituita da tutte le rate dell’ammortamento; pertanto, la risposta giusta è la b . 14. Nell’impostazione finanziaria dell’ammortamento di un prestito, la condizione di equità iniziale è n X S= Rj (1 + i)−(tj −t0 ) ; a j=1 b S(1 + i) tn −t0 = n X Rj (1 + i)tn −tj ; j=1 c S= n X Rj (1 + i)tn −tj ; j=1 d S(1 + i) tn −t0 = n X Rj (1 + i)−(tj −t0 ) . j=1 Soluzione: La condizione di equità iniziale di un ammortamento prevede che il valore attuale del 52 prestito S sia uguale al valore attuale della rendita [(R1 , . . . , Rn ) ; (t1 , . . . , tn )] costituita da tutte le rate dell’ammortamento; pertanto, la risposta giusta è la a . 15. Si consideri l’ammortamento di un debito S, con n rate R1 , . . . , Rn , alle scadenze t1 , . . . , tn , tasso di remunerazione i. Si descrivano • l’equazione ricorrente (implicita) del debito residuo; • l’equazione esplicita retrospettiva del debito residuo; • l’equazione esplicita prospettiva del debito residuo. Soluzione: Si considera il mutuo S erogato in t0 e l’insieme delle rate Rk previste alle scadenze tk (k = 0, 1, . . . , n). Il debito residuo inizialmente è uguale al mutuo D0 = S; alla scadenza successiva t1 , il debito residuo è uguale al debito precedente, capitalizzato da t0 a t1 , dedotta però la rata pagata in t1 , quindi D1 = D0 (1 + i)t1 −t0 − R1 ; in generale, il debito residuo si aggiorna con la relazione Dk = Dk−1 (1 + i)tk −tk−1 − Rk ; questa relazione è detta equazione ricorrente (implicita) del debito residuo. Dalla precedente, passando da k a k − 1, da k − 1 a k − 2, etc., fino a 0 e ricordando la condizione iniziale D0 = S, si arriva a: Dk = Dk−1 (1 + i)tk −tk−1 − Rk = = Dk−2 (1 + i)tk−1 −tk−2 − Rk−1 (1 + i)tk −tk−1 − Rk = = Dk−2 (1 + i)tk −tk−2 − Rk−1 (1 + i)tk −tk−1 − Rk = · · · = = D0 (1 + i)tk −t0 − R1 (1 + i)tk −t1 − R2 (1 + i)tk −t2 − · · · − Rk e quindi tk −t0 Dk = S(1 + i) − k X Rj (1 + i)tk −tj ; j=1 questa relazione è detta equazione esplicita retrospettiva del debito residuo (è detta retrospettiva perché coinvolge le rate fino a tk e non quelle dopo tk ). Il debito residuo in tk è quindi uguale alla differenza fra il valore in tk del prestito ed il valore in tk delle rate pagate fino a tk . Ora, dimostriamo che il debito residuo in tk è uguale al valore in tk delle rate da versare dopo tk : nell’equazione retrospettiva del debito residuo, ponendo k = n , si ottiene, dalla condizione di chiusura Dn = 0, 0 = Dn = S(1 + i)tn −t0 − n X j=1 53 Rj (1 + i)tn −tj e quindi S= n X Rj (1 + i)−(tj −t0 ) j=1 a questo punto, sostituendo l’espressione cosı̀ trovata per S nell’equazione esplicita per Dk , si ottiene Dk = S(1 + i)tk −t0 − k X Rj (1 + i)tk −tj = j=1 = n X Rj (1 + i)−(tj −t0 ) (1 + i)tk −t0 − j=1 = n X k X Rj (1 + i)tk −tj = j=1 tk −tj Rj (1 + i) − j=1 k X Rj (1 + i) tk −tj j=1 = n X Rj (1 + i)−(tj −tk ) j=k+1 quindi il debito residuo in tk è uguale al valore in tk delle rate da versare dopo tk ; questa relazione è detta equazione esplicita prospettiva del debito residuo (l’aggettivo prospettivo deriva dal fatto che coinvolge le rate scadenti dopo tk e non quelle fino a tk ). 16. Quale, delle seguenti, è l’equazione esplicita retrospettiva del debito residuo? k X Rj (1 + i)tk −tj Dk = S − a j=1 b tk −t0 Dk = S(1 + i) − k X Rj (1 + i)tk −tj j=1 c d Dk = Dk = k X j=1 k X Rj (1 + i)tk −tj Rj (1 + i)tk −tj − S(1 + i)tk −t0 j=1 Soluzione: Il debito residuo in tk è uguale alla differenza tra il valore in tk del prestito ed il valore in tk delle rate pagate fino a tk ; quindi, la risposta giusta è la b . 17. Quale, delle seguenti, è l’equazione esplicita prospettiva del debito residuo? n X Rj (1 + i)−(tj −tk ) a Dk = b c Dk = Dk = j=k+1 n X j=k+1 n X Rj (1 + i)−(tj −tk ) − S Rj (1 + i)−(tj −tk ) − S(1 + i)−(tn −t0 ) j=k+1 54 d Dk = n X Rj (1 + i)−(tj −tk ) j=k Soluzione: Il debito residuo in tk è uguale al valore in tk delle rate da pagare dopo tk ; quindi, la risposta giusta è la a . 18. Al momento iniziale del prestito, il valore attuale delle rate di un piano di ammortamento è maggiore del valore del capitale prestato; vero? a no, mai; b sı̀, sempre; c sı̀, solo se le rate sono crescenti; d non si può rispondere, perché dipende dal metodo di ammortamento. Soluzione: Dalla condizione di equità iniziale, sappiamo che il valore del prestito è uguale al valore attuale di tutte le rate di ammortamento; pertanto, la risposta giusta è la a 19. In un ammortamento con scadenze tk = k, le quote interessi Ik soddisfano a Ik+1 = Ck (1 + i); b Ik+1 = Ik − iCk ; c Ik = iDk+1 ; d Ik = iDk . Soluzione: Ik+1 = iDk Ik = iDk−1 ⇒ Ik+1 − Ik = i (Dk − Dk−1 ) = iCk La risposta giusta è quindi la b . 20. Nel rimborso graduale di un prestito S, la condizione di equità iniziale prevede che il montante delle rate sia uguale ad S; vero? a sı̀; b sı̀, ma solo nel francese; c no, questa è la condizione di equità finale; d no, la condizione è che il valore attuale della rate sia pari ad S. Soluzione: La risposta giusta à la d . 21. La somma del debito estinto e del debito residuo resta costante a solo nell’ammortamento francese; b solo nell’ammortamento italiano; c solo nel caso di pagamento con un’unica rata; 55 d per ogni ammortamento. Soluzione: Dalla definizione di debito residuo e di debito estinto, segue ovviamente la risposta d . 22. In un piano di ammortamento di un prestito il debito estinto è a la somma delle quote interessi ancora da versare; b la somma delle rate ancora da versare; c la somma delle quote capitali già versate; d la differenza tra il debito iniziale e la somma delle rate già versate. Soluzione: La definizione di debito estinto è la c . 23. Si completi il seguente piano di ammortamento di un debito di 100000 euro con 4 rate posticipate, in regime composto al tasso periodale del 5% k tk C D E I R 0 1 2 3 4 0 1 3 4 6 −− 40000 10000 30000 20000 100000 −− 0 −− Soluzione: Si tratta di redigere un piano di ammortamento in impostazione elementare (vengono date Pn le quote capitali Ck , soddisfacenti l’ipotesi di equità k=1 Ck = S). Si determinano subito le colonne dei debiti residui (Dk = Ck+1 + · · · + Cn ) e dei debiti estinti (Ek = S − Dk ). Noti i debiti residui Dk , si determina la colonna delle quote interessi, mediante Ik+1 = Dk (1 + i)tk+1 −tk − 1 ; attenzione alle scadenze non periodiche! (t2 − t1 = 3 − 1 = 2 e t4 − t3 = 6 − 4 = 2). Da ultimo, si determina la colonna delle rate, mediante Rk = Ck + Ik . k tk C D E I R 0 1 2 3 4 0 1 3 4 6 −− 40000 10000 30000 20000 100000 60000 50000 20000 0 0 40000 50000 80000 100000 −− 5000 6150 2500 2050 −− 45000 16150 32500 22050 24. Specificando i principali passaggi, si completi il seguente piano di ammortamento, di un debito S = 62713 con 3 rate posticipate, in regime composto al tasso periodale d’interesse del 5%. 56 k tk R D E I C 0 1 2 3 0 1 2 4 −− 20000 30000 20000 S 0 −− −− Soluzione: Trattasi di impostazione finanziaria, perché ci danno le rate, che, si noti, soddisfano la condizione di equità iniziale 3 X S= Rk (1.05)−tk k=1 Utilizzando l’equazione ricorrente del debito residuo, ricavo, di volta in volta, Dk , e, di conseguenza, nell’ordine, Ek , Ik , Ck : D1 = 62713(1.05) − 20000 = 45849 t1 = 1 E1 = 62713 − 45849 = 16864 I1 = 62713 · 0.05 = 3136 C1 = 20000 − 3136 = 16864 D2 = 45849(1.05) − 30000 = 18141 t2 = 2 E2 = 62713 − 18141 = 44572 I2 = 45849 · 0.05 = 2292 C1 = 30000 − 2292 = 27708 D3 = 18141(1.05)2 − 20000 = 0 t3 = 4 E3 = 62713 I3 = 18141((1.05)2 − 1) = 1859 C3 = 20000 − 1859 = 18141 Attenzione al fatto che t3 − t2 = 2 (l’ammortamento non è periodico). Si ha quindi il piano di ammortamento k tk R D E I 0 1 2 3 0 1 2 4 −− 20000 30000 20000 62713 45849 18141 0 0 16864 44572 62713 −− 3136 2292 1859 C −− 16864 27708 18141 25. Un debito di 3000 deve essere rimborsato attraverso tre pagamenti; il primo, di 400, è previsto tra un mese; il secondo, di 2000, tra due mesi; il terzo, di 648, all’epoca t. Si determini t, osservando che il tasso di interesse semplice utilizzato è il 10% annuo. 57 Soluzione: i 0.10 = = 0.00833 12 12 400 2000 648 3000 = + + ⇒ 1 + 0.00833 · 1 1 + 0.00833 · 2 1 + 0.00833 · t ⇒ t = 2.25 i = 0.10 ⇒ i12 = 26. Ho comprato casa, finalmente! Purtroppo, per questo monolocale, piccolo, ma panoramico, devo pagare le rate del mutuo di 300000 euro . . . Si completi il piano di ammortamento, che prevede 4 rate posticipate, in regime composto al tasso periodale del 4%: k tk C D E I R 0 1 2 3 4 0 1 2 4 6 −− 80000 50000 100000 70000 300000 0 −− −− Soluzione: Si tratta di redigere un piano di ammortamento in impostazione elementare (vengono date Pn le quote capitali Ck , soddisfacenti l’ipotesi di equità k=1 Ck = S). Si determinano subito le colonne dei debiti residui (Dk = Ck+1 + · · · + Cn ) e dei debiti estinti (Ek = S − Dk ). Noti i debiti residui Dk , si determina la colonna delle quote interessi, mediante Ik+1 = Dk (1 + i)tk+1 −tk − 1 ; attenzione alle scadenze non periodiche! (t3 − t2 = 4 − 2 = 2 e t4 − t3 = 6 − 4 = 2). Da ultimo, si determina la colonna delle rate, mediante Rk = Ck + Ik . k tk C D E I R 0 1 2 3 4 0 1 2 4 6 −− 80000 50000 100000 70000 300000 220000 170000 70000 0 0 80000 130000 230000 300000 −− 12000 8800 13872 5712 −− 92000 58800 113872 75712 27. Si determini il valore della rata costante posticipata necessaria per ammortizzare in cinque anni un prestito di 159000 euro, in capitalizzazione composta al tasso del 15.9%. Soluzione: R = Sαn|i = 159000α5|0.159 = 48448 58 28. Si determini la quinta quota capitale in un ammortamento a rate immediate annue posticipate costanti, sapendo che la quarta quota capitale è 1950 ed è il doppio della prima. Soluzione: 1950 = C4 = 2C1 ⇒ i = 25.99% C4 = (1 + i)3 C1 ⇒ C5 = C4 (1 + i) = 1950(1.2599) = 2457 29. Si determini la quarta quota capitale in un ammortamento a rate immediate posticipate costanti annue, in regime composto al tasso nominale annuo convertibile trimestralmente del 9.4%, sapendo che la seconda quota capitale è 18800. Soluzione: 0.094 = j4 = 4i4 ⇒ i4 = 0.0235 ⇒ i = 0.0974 C4 = C2 (1 + i)2 = 18800(1.0974)2 = 22641 30. Un debito di 1200000 è ammortizzato tramite rate costanti posticipate annue, di importo R, in 8 anni, in capitalizzazione composta al tasso annuo del 6%. Dopo il quarto anno, il tasso viene aumentato al 9%, mantenendo la durata. Allora la nuova rata R̃ è a 265644; b 276640; c 206687; d nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: R = Sαn|i = 1200000α8|0.06 = 193240 utilizzando l’equazione prospettiva del debito residuo, si determina il debito residuo al tempo 4: D4 = Ra4|0.06 = 193240a4|0.06 = 669600 pertanto la nuova rata R̃ si ottiene da D4 = R̃a4|0.09 ⇒ R̃ = 206687 risposta c . 31. Un debito di 228800 è ammortizzabile in 10 anni col metodo a rate costanti. Sapendo che il tasso composto annuo è il 14.3%, determinare l’importo del debito estinto dopo il pagamento della terza rata. Soluzione: R = Sαn|i = 228800α10|0.143 = 44379 D3 = Ra7|0.143 = 44379a7|0.143 = 188580 E3 = S − D3 = 40220 32. Nell’ammortamento francese, le quote capitali Ck 59 a b c d crescono in progressione geometrica crescono in progressione aritmetica decrescono in progressione geometrica decrescono in progressione aritmetica Soluzione: Le quote capitali nel metodo francese, con rata R, durata n e tasso i, sono date da Ck = Rv n−k+1 = R (1 + i)n−k+1 e costituiscono quindi una progressione geometrica di primo termine C1 = Rv n , ragione v −1 = 1 + i > 0 (quindi crescono) ed ultimo termine Cn = Rv. La risposta giusta è pertanto la a . 33. In un ammortamento francese, di n rate annue costanti immediate posticipate, il rapporto tra la sesta e la quarta quota capitale è 1.2; allora il tasso dell’ammortamento è a i = 9.54%; b i = 20%; c non si può sapere, perché non si conosce n; d nessuna delle altre. Soluzione: 1.2 = 34. C6 = (1 + i)2 ⇒ i = 0.0954 C4 Un prestito di 66000 viene ammortizzato con 6 rate annue costanti posticipate in capitalizzazione composta al tasso annuo del 4.04%; si calcoli l’importo della prima quota capitale. Soluzione: 66000 = Ra6|0.0404 ⇒ R = 12607 C1 = R(1 + i)−n = 12607(1.0404)−6 = 9941 oppure C1 = R − I1 = 12607 − 66000(0.0404) = 12607 − 2666.4 = 9941 35. Un prestito è ammortizzato mediante pagamento di 8 rate costanti annue di 1000 euro; la quinta rata comprende una quota interesse pari a 16 della corrispondente quota capitale. Si determini l’importo del prestito. Soluzione: 1 7 C5 = 6000 7 = 857.14 1000 = R = C5 + I5 = C5 + C5 = C5 ⇒ 1 I5 = 6 C5 = 1000 6 6 7 = 142.86 R C5 1000 857.14 C1 = = ⇒ = ⇒ i = 3.93% 8 4 8 (1 + i) (1 + i) (1 + i) (1 + i)4 S = Ra8|0.0393 = 6752 60 36. Dieci anni fa è stato contratto un prestito di 168000 euro, ammortizzabile in 12 anni con metodo francese al tasso annuo del 7%. Il debitore decide oggi, dopo aver versato la decima rata, di sospendere le ultime due rate e di saldare il debito con un unico versamento tra 5 anni. Quanto deve pagare? Soluzione: R = Sαn|i = 168000α12|0.07 = 21151 D10 = R((1 + i)−1 + (1 + i)−2 ) = 21151(1.07−1 + 1.07−2 ) = 38241 il versamento da fare tra 5 anni è quindi 38241(1.07)5 = 53635. 37. La seconda quota capitale nell’ammortamento francese di un prestito di 15 milioni di franchi svizzeri, in 8 rate annue posticipate, al tasso dell’8%, è, arrotondando alle migliaia a 1410000; b 1644000; c 1087000; d 1523000. Soluzione: R = Sαn|i = 15000000α8|0.08 = 2611000 C2 = R 2611000 = = 1523500 n−k+1 (1 + i) (1.08)7 risposta d . 38. Per comprarmi uno chalet a Gstaad, contraggo un debito di 1215000 euro, ammortizzabile in 10 anni con rate costanti anticipate, al tasso annuo dell’8.1%. Per festeggiare il mio pensionamento, i miei cari colleghi, mi regalano la sesta quota capitale; quanto mi danno? Soluzione: R = S α̈n|i = 1215000α̈10|0.081 = 168260 possiamo considerarlo come un ammortamento francese (posticipato, quindi) di importo S̃ = 1215000 − 168260 = 1046700 La sesta quota capitale dell’ammortamento anticipato dato coincide con la quinta dell’ammortamento posticipato ora considerato, quindi C5 = R 168260 = = 113986 9−5+1 (1 + i) (1.081)5 accipicchia, che colleghi simpatici che ho . . . 39. Si rediga il piano di ammortamento di un debito S = 200000, a rate annue costanti posticipate, 6 annualità, in regime composto al tasso periodale d’interesse del 10%. Soluzione: 61 Trattasi di ammortamento francese; fatti i dovuti conti, si ottiene: k tk R D E I C 0 1 2 3 4 5 6 0 1 2 3 4 5 6 −− 45921 45921 45921 45921 45921 45921 200000 174079 145565 114200 79699 41748 0 0 25921 54435 85801 120302 158253 200000 −− 20000 17407 14556 11420 7970 4174 −− 25921 28514 31365 34501 37951 41748 40. Un prestito S viene ammortizzato in 6 anni, con rate annue costanti posticipate immediate, in capitalizzazione composta; la prima quota capitale è 414, la terza quota capitale è 500.94. Si determini l’importo del mutuo ed il debito estinto alla fine del quinto anno. Soluzione: C3 500.94 = (1 + i)2 ⇒ = (1 + i)2 ⇒ i = 10% C1 414 C2 = C1 (1.1) = 455.4, C4 = C3 (1.1) = 551.033, C5 = C4 (1.1) = 606.137, S= 6 X C6 = C5 (1.1) = 666.75, Ck = 3194.25, k=1 E5 = S − C6 = 3194.25 − 666.75 = 2527.5 41. Nell’ammortamento italiano, le quote interessi Ik a crescono in progressione geometrica b crescono in progressione aritmetica c decrescono in progressione geometrica d nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: Le quote interessi nel metodo italiano, di un debito S, durata n e tasso i, sono date da Ik = iDk−1 = n−k+1 Si n e costituiscono quindi una progressione aritmetica di primo termine I1 = iS, ragione Si − Si n < 0 (quindi decrescono) ed ultimo termine In = n . Ancor più semplicemente, basta osservare che la differenza tra due quote interessi successive, Ik+1 − Ik è data dagli interessi sulla quota capitale (costante) C = La risposta giusta è pertanto la d . 62 S n, e quindi . . . 42. Un mutuo viene estinto in 5 anni, con ammortamento a quote capitali annue costanti posticipate. Se la prima rata è 300, e la seconda 278, si calcoli l’importo del prestito. Soluzione: S = 5C ⇒ C = S 5 1 300 = R1 = C1 + I1 = C + iS = S( + i), 5 1 4 278 = R2 = C2 + I2 = C + iD1 = S( + i ) 5 5 ⇒ S = 950 e i = 11.579% 43. Un prestito viene ammortizzato con rate semestrali costanti immediate posticipate, in capitalizzazione composta; sapendo che la terza quota capitale è 7680 euro e che il costo del denaro è al 5% annuo, si determini la prima quota capitale. Soluzione: i = 0.05 ⇒ i2 = 0.0247 7680 C3 = = 7314.2 C1 = 2 (1 + i) (1.0247)2 44. Un prestito di 64250 euro viene ammortizzato con 5 rate annue costanti posticipate in capitalizzazione composta al tasso annuo del 12.9%; si determini la prima quota capitale. Soluzione: R = Sαn|i = 64250α5|0.129 = 18223 C1 = R 18223 = = 9935 n (1 + i) (1.129)5 45. Nell’ammortamento a quote capitali costanti in 5 anni di un prestito S, la differenza tra due quote interessi successive è 22750; inoltre, il debito residuo dopo il versamento della terza rata è 182000. Si determini S ed il tasso i. Soluzione: 22750 = Ik − Ik+1 = iDk−1 − iDk = i(Dk−1 − Dk ) = iCk = i 182000 = D3 = C4 + C5 = S 5 2 S 5 ⇒ S = 455000 ∧ i = 0.25 46. A parità di importo del mutuo S, numero delle annualità n e tasso di remunerazione i, è maggiore la rata di ammortamento del metodo americano rispetto a quella del metodo francese. Vero? a sı̀; 63 b c d la risposta dipende da n; la risposta dipende dal tasso di accumulazione j; nessuna delle altre tre risposte è giusta. Soluzione: Nell’ammortamento americano il debitore (mutuatario) paga interessi sul mutuo al tasso di remunerazione i e contemporaneamente fa versamenti (che fruttano al tasso di accumulazione j) per costituire S alla scadenza. Nel caso di versamenti periodici e contemporanei, e di costituzione del capitale S a rate costanti, il mutuatario deve quindi dare ad ogni scadenza (∗) Si + Sσn|j Si è il rimborso periodico degli interessi, Sσn|j è la rata di costituzione per avere S alla scadenza. Se i = j, questo non è altro che l’ammortamento francese e la rata (∗) coincide con la rata francese R = Sαn|i ; se i > j (com’ è di solito), il debitore è trattato peggio nel tasso a lui attivo j di come sia trattato nel tasso a lui passivo i, quindi la rata americana è maggiore della francese; viceversa, se i < j, la rata americana è minore della francese. Pertanto, la risposta giusta è la c . 47. Sono un perfido mutuante e sto proponendo due tipi di ammortamento ad un povero mutuatario. A parità di importo del mutuo e numero delle rate, fra un ammortamento francese al tasso del 5% ed un ammortamento americano al tasso di remunerazione del 5% e tasso di accumulazione del x%, quale devo cercare di affibbiare al mutuatario? (ovviamente, io mutuante penso al mio vantaggio . . .) a sempre quello francese; b sempre quello americano; c quello francese se x > 5; d quello americano se x > 5. Soluzione: Da quanto visto prima, si deduce che la risposta giusta è la c . 48. Prendo a prestito la cifra di 75000 euro, convenendo di restituirla mediante il versamento di 3 quote capitali costanti, la prime due da versarsi rispettivamente tra uno e tra due anni, la terza invece alla scadenza del prestito, cioè tra due anni e sei mesi; si conviene inoltre di pagare gli interessi con 10 versamenti trimestrali posticipati, al tasso di interesse del 2.5% trimestrale in regime composto. (i) Si rediga il piano di ammortamento. (ii) Subito dopo il versamento del sesto trimestre, il creditore mi chiede l’estinzione anticipata del debito, proponendomi di valutare la nuda proprietà al tasso annuo del 12% e l’usufrutto al tasso annuo nominale convertibile trimestralmente del 9%. Mi conviene accettare? Soluzione: 64 (i) Ogni quota capitale vale 25000 euro; utilizzando come unità di misura del tempo il trimestre, si ottiene il seguente piano di ammortamento, al tasso di interesse trimestrale del 2.5%: k tk C D E I R 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 −− 0 0 0 25000 0 0 0 25000 0 25000 75000 75000 75000 75000 50000 50000 50000 50000 25000 25000 0 0 0 0 0 25000 25000 25000 25000 50000 50000 75000 −− 1875 1875 1875 1875 1250 1250 1250 1250 625 625 −− 1875 1875 1875 26875 1250 1250 1250 26250 625 25625 (ii) Subito dopo il versamento della rata in t6 = 6, la nuda proprietà, al tasso annuo del 12% è 1 P6 = 25000(1.12)− 2 + 25000(1.12)−1 = 45944 si osservi che la quota capitale di t8 = 8 deve essere attualizzata a t6 = 6, quindi per 2 trimestri, cioè mezzo anno, mentre la quota capitale di t10 = 10 deve essere attualizzata a t6 = 6, quindi per 4 trimestri, cioè un anno. Se il tasso annuo nominale convertibile trimestralmente j4 è il 9%, allora il tasso trimestrale equivalente è i4 = j44 = 2.25%; l’usufrutto è quindi U6 = 1250(1.0225)−1 + 1250(1.0225)−2 + 625(1.0225)−3 + 625(1.0225)−4 = 3574.5 In totale, dovrei pagare al creditore la cifra di 45944 + 3574.5 = 49518.5 Dal piano di ammortamento, noto che, al tempo t6 = 6, il mio debito residuo, invece, è 50000. Ne consegue che mi conviene accettare di corsa, prima che il creditore si accorga che mi sta facendo un favore . . . 49. In un piano di ammortamento (simil)americano, a durata 4 mensilità, contratto al tasso annuo nominale convertibile mensilmente del 18%, si conviene di remunerare il fondo di costituzione in regime semplice al tasso mensile dell’1%. Ogni mese, il debitore paga una rata di 2613 dollari. (i) Si determini l’importo del mutuo. (ii) Si determini l’importo delle quote di costituzione. 65 (iii) Si determini quale sarebbe il montante delle quote di costituzione, se si usasse la capitalizzazione composta, allo stesso tasso. Il montante è maggiore o minore dell’importo mutuato? Perché? (iv) Si determini la rata di un ammortamento francese dello stesso debito, con lo stesso tasso di remunerazione e lo stesso numero di rate. Soluzione: (i) Il tasso di remunerazione mensile è i12 = 0.18 j12 = = 0.015 12 12 Se chiamiamo X l’importo mutuato, allora deve valere Ik = 0.015 · X X X = 1 + 1.01 + 1.02 + 1.03 4.06 Ik + Qk = 2613 Qk = k = 1, 2, 3, 4 da cui si ricava X = 10000. (ii) Le quote di costituzione sono Qk = 10000 = 2463.1 4.06 k = 1, 2, 3, 4 (iii) Se si usa la capitalizzazione composta, al tasso mensile del 1.5%, il montante delle quote di costituzione risulta M = Qs4|0.015 = 2463.1 (1.015)4 − 1 = 10076 0.015 che è leggermente superiore al debito iniziale di X = 10000; questo succede perché, come noto, il montante in capitalizzazione composta, per periodi superiori a 1, è superiore al montante in capitalizzazione semplice. (iv) La rata di un ammortamento francese nelle stesse condizioni è R = 10000α4|0.015 = X 0.015 = 2594.4 1 − (1.015)−4 50. Si consideri un ammortamento francese in 10 rate semestrali posticipate, in cui la seconda quota capitale ammonta a 866226 euro e la quarta quota capitale a 936909 euro. (i) Si determini il tasso semestrale di interesse composto i2 , la rata R e l’importo S del mutuo. (ii) Si determini la nuda proprietà immediatamente dopo il versamento dell’ottava rata al tasso di valutazione del 3.5% semestrale. (iii) Si calcoli l’usufrutto alla stessa epoca e con lo stesso tasso di valutazione della nuda proprietà. 66 (iv) Si supponga che, immediatamente dopo l’ottavo versamento, le parti decidano di modificare il tasso di interesse e di portarlo al 10% annuo nominale convertibile semestralmente. Come si modificano le ultime due rate? Soluzione: (i) C4 ⇒ i2 = 4% C2 C2 866226 C1 = = = 832910 1 + i2 1.04 R ⇒ R = 832910(1.04)10 = 1232910 C1 = Rv n = n (1 + i2 ) 1 − (1.04)−10 S = Ra10|0.04 = 1232910 = 10000000 0.04 (1 + i2 )2 = (ii) P8 = C1 (1 + i2 )8 C9 C10 C1 (1 + i2 )9 = = 2208015 + + 1.035 (1.035)2 1.035 (1.035)2 (iii) U8 = I9 R − C9 I10 R − C10 = = 134137 + + 2 1.035 (1.035) 1.035 (1.035)2 (iv) Modificando il tasso, abbiamo un nuovo ammortamento in 2 rate posticipate di un importo pari a 1232910 1232910 D8 = + = 2325385 1.04 (1.04)2 La nuova rata è pertanto data da R0 = 2325385α2|0.05 = 1250603 R0 è leggermente superiore a R, in quanto il tasso passivo è passato dal 4% al 5% semestrale. 67 Università degli studi di Milano Bicocca – Facoltà di Economia Matematica Finanziaria Esercizi con risoluzione dettagliata Capitolo 4: Operazioni finanziarie. Criteri di scelta. Elenco degli argomenti: Operazioni finanziarie in generale: investimenti in senso stretto (P.I.P.O, P.I.C.O., C.I.P.O., C.I.C.O); investimenti in senso lato; investimenti in senso generale; investimenti puri. Analoghe classificazioni per i finanziamenti. Generalità sui criteri di scelta tra operazioni finanziarie. Indice di preferenza o utilità; proprietà richieste. I principali criteri di scelta: • il criterio del r.e.a.; • il criterio del t.i.r.; studio della funzione r.e.a.(i) = V (i) in dipendenza del tasso di interesse, nei vari casi; condizioni di esistenza / unicità per le radici della funzione r.e.a.(i) e segno di tali radici; un caso particolare (Teorema di Levi). Confronto tra il criterio del r.e.a. ed il criterio del t.i.r.; punto di rottura. • il criterio del tempo di recupero o del pay-back time. Riferimenti bibliografici: (1) Stefani-Torriero-Zambruno, Elementi di Matematica finanziaria e cenni di Programmazione lineare, Giappichelli Editore, Torino, terza edizione, 2007. (2) Carcano, Matematica finanziaria. Test, esercizi e temi d’esame, con svolgimenti e richiami teorici. Datanova, Milano, 2001. 68 1. Un’operazione finanziaria è detta finanziamento in senso stretto quando a l’ultimo costo precede un ricavo; b i costi sono maggiori dei ricavi; c la scadenza media aritmetica dei ricavi precede la scadenza del primo costo; d tutti i ricavi precedono tutti i costi. Soluzione: d . 2. Un’operazione è detta finanziamento in senso lato se e solo se a i costi succedono ai ricavi; b l’ultimo costo precede un ricavo; c la scadenza media aritmetica dei ricavi precede la scadenza del primo costo; d i ricavi precedono i costi. Soluzione: L’unica affermazione corretta è la c . Si noti che, nella domanda, c’è il “se e solo se”; se i ricavi precedono i costi ( d ), allora si ha un finanziamento in senso stretto, che è anche un finanziamento in senso lato, ma il viceversa non vale (in un finanziamento in senso lato, non è detto che i ricavi precedano i costi). 3. Un’operazione finanziaria è detta finanziamento in senso generale se e solo se a i ricavi precedono i costi; b i costi precedono i ricavi; c l’ultimo ricavo precede un costo; d la scadenza media dei ricavi è minore della scadenza media dei costi. Soluzione: La definizione giusta è la d . Si noti che la a corrisponde a finanziamento in senso stretto; la b ad investimento in senso stretto e la c dice solo che l’ultima posta deve essere negativa. 4. Tra l’operazione finanziaria A che ha r.e.a. = x, al tasso i, e l’operazione finanziaria B che ha r.e.a. = 20000, allo stesso tasso i, conviene scegliere a A, se x > 20000; b A, se x < 20000; c non si può rispondere, perché dipende dal valore di i; d non si può rispondere, perché dipende dal tipo delle operazioni A e B. Soluzione: Il criterio del r.e.a. al tasso i impone di scegliere, tra due operazioni finanziarie, quella con r.e.a. maggiore (sia che si tratti di due investimenti, sia che si tratti di due finanziamenti). Pertanto, in questo caso, la risposta giusta è la a . 69 5. Per l’acquisto di un’attrezzatura, un imprenditore riceve le seguenti proposte di vendita: (a) pagamento di 42300 subito e di 84600, suddivisi in due rate di uguale importo, tra uno e tra tre anni; (b) pagamento di tre rate annue di importo R, 2R, 3R, di cui la prima scadente tra due anni. Applicando il criterio del r.e.a. al tasso annuo composto del 5%, si calcoli R, affinché le alternative si equivalgano. Soluzione: Posto v = 1.05−1 , deve essere −42300 − 42300v − 42300v 3 = −Rv 2 − 2Rv 3 − 3Rv 4 ⇔ R = 23345 6. Tizio investe oggi 700 milioni di dollari in un’operazione finanziaria della durata di quattro anni, le cui poste, al termine di ciascun anno, ammontano rispettivamente a 175, 35, 700 e x − 175 milioni. Si determini qual è l’importo minimo x affinché l’operazione abbia r.e.a. non negativo (tasso di valutazione del 4.5%). Soluzione: Posto v = 1.045−1 , si ha r.e.a.(0.045) = −700 + 175v + 35v 2 + 700v 3 + (x − 175)v 4 = = −33.8297 + 0.83856x ≥ 0 ⇔ x ≥ 40.338 pertanto, il minimo x affinché il r.e.a. sia non negativo è 40.338. Vi stupisce il fatto che l’ultima posta possa essere negativa? 7. Si considerino i finanziamenti A = [(3100, −620, −930, −2325); (0, 2, 4, 6)] e B = [(3100, −620, −620, −620, −620, −620, −620); (0, 1, 2, 3, 4, 5, 6)] Utilizzando il criterio del r.e.a. in capitalizzazione composta al tasso i = 7%, si determini l’importo x da aggiungere sia al primo sia al secondo costo del finanziamento più vantaggioso, affinché A e B risultino indifferenti. Soluzione: Prima si determina quale sia il finanziamento migliore, col criterio del r.e.a. al 7%; posto v = 1.07−1 , si ha: r.e.a.(A) = 3100 − 620v 2 − 930v 4 − 2325v 6 = 299.73 r.e.a.(B) = 3100 − 620a6|0.07 = 144.77 ⇒ è più conveniente A. A e B diventano indifferenti se x è tale che 3100 − (620 + x)v 2 − (930 + x)v 4 − 2325v 6 = 144.7 70 cioè x = 94.7. 8. Si determini il ricavo annuo costante posticipato prodotto da un impianto di costo iniziale 8800, costi di manutenzione annuali posticipati costanti 264 e tali che il r.e.a. dell’impianto, calcolato al tasso del 17.6% sia uguale a 1760. La durata dell’impianto è stimata in 8 anni. Soluzione: 1760 = −8800 + (R − 264)a8|0.176 = −8800 + (R − 264) · 4.1286 ⇔ R = 2821.8 9. Un investimento prevede un esborso iniziale di 130 e 5 flussi costanti positivi al termine di ogni anno, di importo R. Si determini R in modo tale che il r.e.a. dell’investimento, in regime composto al tasso dell’8%, sia pari a 75. Soluzione: 75 = −130 + Ra5|0.08 = −130 + R · 3.9927 ⇔ R = 51.344 10. Si considerino le operazioni finanziarie A = [(−1690, 1710, 5070); (0, 1, 2)] B = [(−1690, 865, x); (0, 1, 2)] e (x > 0) Si determini x affinché A e B siano indifferenti, secondo il criterio del r.e.a., al tasso periodale del 16.9%, Soluzione: La prima posta, essendo uguale in entrambe le operazioni, può essere trascurata. Posto v = 1.169−1 , si ha 1710v + 5070v 2 = 865v + xv 2 ⇔ 1710 + 5070v = 865 + xv ⇔ x = 6058 11. Si considerino le operazioni finanziarie A = [(−215 − 3x, −129 − x, 860); (0, 1, 2)] e B = [(−129 − x, −86 + x, 860); (0, 1, 2)] Si determini x affinché le funzioni r.e.a.(i) di A e di B abbiano lo stesso asintoto orizzontale per i → +∞. Soluzione: Come noto, vale lim r.e.a.(i) = P0 i→+∞ pertanto, si ha lo stesso asintoto orizzontale se e solo se −215 − 3x = −129 − x ⇔ x = −43 71 12. Per acquistare un pianoforte gran coda, del diciannovesimo secolo, posso scegliere fra le seguenti modalità di pagamento: (i) 29700 subito e 5 rate annue posticipate di 495 l’una; (ii) 29700 subito, 693 tra un anno e 8 rate semestrali di 250 (la prima rata fra un anno e sei mesi). Si determini il pagamento scelto, in base al criterio del r.e.a. al tasso annuo del 13%. Soluzione: Possiamo evitare di considerare la posta 29700 al tempo t0 = 0, uguale per entrambe le operazioni; si ha i = 0.13 ⇒ i2 = 0.063 (i) − 495a5|0.13 = −495 · 3.51723 = −1741 (ii) − 693 250 = −1971 − a 1.13 1.13 8|0.063 pertanto, si sceglie la modalità di pagamento (i). 13. Per comprare una collana di diamanti da regalare alla fidanzata, Tizio ha ricevuto due offerte: (1) pagare 10000 subito e 4000 tra 4 anni; (2) pagare 4 rate costanti R, annue immediate posticipate. Si determini R affinché le due offerte siano equivalenti, in base al criterio del r.e.a. al tasso annuo del 4% (ovviamente, stiamo ipotizzando che la fidanzata non molli Tizio, prima di 4 anni . . .). Soluzione: 10000 + 4000(1.04)−4 = Ra4|0.04 ⇔ R = 10000 + 4000(1.04)−4 · 0.04 = 3697 1 − (1.04)−4 14. Sia X > 0 e si considerino le operazioni finanziarie A = [(X, −100, −120); (0, 1, 2)] e B = [(X, −110, −105); (0, 1, 2)]; utilizzando il criterio del r.e.a. al tasso i = 5%, quale è preferibile? a B, qualsiasi sia X; b A, qualsiasi sia X; c non si può rispondere, se non si conosce il valore di X; d è indifferente, qualsiasi sia X. Soluzione: Dato che la prima posta è uguale, possiamo trascurarla; si ha per A : − 100(1.05)−1 − 120(1.05)−2 = −204 per B : − 110(1.05)−1 − 105(1.05)−2 = −200 72 è quindi preferibile B. Si noti l’assurdità della c . 15. Sia C > 0 e si considerino le operazioni finanziarie A = [(−C, 80, 100); (0, 1, 2)] e B = [(−C, 90, 85); (0, 1, 2)]; utilizzando il criterio del r.e.a. al tasso i = 3%, quale è preferibile? a B, qualsiasi sia C; b A, qualsiasi sia C; c non si può rispondere, se non si conosce il valore di C; d è indifferente, qualsiasi sia C. Soluzione: Dato che la prima posta è uguale, possiamo trascurarla; si ha per A : 80(1.03)−1 + 100(1.03)−2 ∼ 171.92 per B : 90(1.03)−1 + 85(1.03)−2 ∼ 167.49 è quindi preferibile A. 16. Per il mio compleanno, posso scegliere tra due regali, consistenti nelle seguenti due rendite annuali: R1 = [(30000, 15000, 18000, 20000) ; (0, 1, 2, 3)] R2 = [(30000, 10000, 22000, 25000) ; (0, 1, 2, 3)] In dipendenza dal tasso d’interesse i, si determini quale regalo mi conviene scegliere, in base al criterio del r.e.a. al tasso i. Soluzione: Due osservazioni che ci semplificano i conti: (1) la prima posta è uguale in entrambe, quindi non la considero; (2) la seconda rata è per entrambe al tempo 1, quindi confronto i valori delle due rendite al tempo 1. 15000 + 18000(1 + i)−1 + 20000(1 + i)−2 > 10000 + 22000(1 + i)−1 + 25000(1 + i)−2 ⇔ ⇔ 15 + 18v + 20v 2 > 10 + 22v + 25v 2 ⇔ √ −2 + 29 2 = 0.67732 . . . ⇔ ⇔ 5v + 4v − 5 < 0 ⇔ 0 < v < 5 ⇔ i > 0.477 . . . Pertanto, a tasso maggiore del 47.7%, preferisco R1 , a tasso minore, preferisco R2 , a tasso 47.7%, è indifferente (e quindi, visti i tassi attuali, scelgo il regalo R2 ). 17. Nelle operazioni finanziarie del tipo investimento in senso stretto, il r.e.a. a è sempre positivo; 73 b c d è sempre negativo; è positivo per i < i∗ e negativo per i > i∗ , ove i∗ = t.i.r.; è positivo per i > i∗ e negativo per i < i∗ , ove i∗ = t.i.r. . Soluzione: Come visto ad esempio in (2), pagg.106-110, è noto che, in un investimento in senso stretto, la funzione r.e.a.(i) = V (i) è tale che lim V (i) = P0 < 0; i→+∞ lim V (i) = +∞ poiché Pn > 0. i→−1+ Ciò implica (dal teorema degli zeri per funzioni continue) che il grafico della funzione attraversa almeno una volta l’asse delle ascisse (esistenza tasso implicito i∗ ). Inoltre, la funzione V (i) gode delle seguenti due proprietà: (1) V (i) ≥ 0 ⇒ V 0 (i) < 0 ∀i > −1 0 00 (2) V (i) ≤ 0 ⇒ V (i) > 0 ∀i > −1 La (1) significa che la funzione è decrescente, in corrispondenza dei valori in cui è non negativa; ciò implica che il grafico della funzione, una volta passato sotto l’asse delle ascisse, non può più ritornare sopra (unicità tasso implicito i∗ ). La (2) significa che la funzione è convessa, in corrispondenza dei punti ove è non crescente; ciò implica che la funzione non possa avere punti di massimo. Pertanto, la risposta giusta è la c . 18. L’operazione finanziaria A = [P; t] = [(A, B, C); (0, 1, 2)], A < 0, B, C > 0, ha un unico tasso implicito. Vero? a sı̀, ed è negativo se A < B + C; b sı̀, ed è nullo se A < B + C; c sı̀, ed è positivo se A + B + C > 0; d no, esistono almeno due tassi impliciti. Soluzione: Trattasi di investimento in senso stretto, che ha pertanto un unico tasso implicito, positivo, nullo o negativo, a seconda che la differenza tra la somma dei ricavi e la somma dei costi sia positiva, nulla o negativa. Si conclude che l’unica affermazione corretta è la c . 19. Si consideri l’operazione finanziaria A = [(−100, 40, 80), (0, 1, 2)]. Senza risolvere equazioni, ma utilizzando noti risultati teorici, si dimostri che A ha un unico tasso implicito e che tale tasso è positivo; in seguito, si calcoli esplicitamente tale tasso implicito. 74 Soluzione: Si nota che A è un investimento in senso stretto, in quanto i costi precedono i ricavi; questo fatto già garantisce esistenza ed unicità del tasso implicito i∗ (si veda un esercizio precedente). Inoltre, la somma dei ricavi di A, 120, è maggiore della somma dei costi di A, 100, quindi r.e.a.(0) = 120 − 100 > 0, cioè l’ordinata all’origine della funzione r.e.a.(i) è positiva; questo implica che la funzione r.e.a. attraversa l’asse delle ascisse in corrispondenza dell’ascissa positiva i∗ . Si conclude che A ammette uno ed un solo tasso implicito (t.i.r.) e che questo è positivo. Quanto detto sopra vale per qualsiasi investimento in senso stretto con somma dei ricavi maggiore della somma dei costi. In questo caso, in aggiunta a ciò, notiamo che A è addirittura un P.I.C.O. (point input-continuous output), in quanto è costituita da un solo costo, seguito da vari ricavi. Per i P.I.C.O., come noto, vale d (r.e.a.(i)) < 0 ∀i > −1 di e quindi la funzione r.e.a.(i) è strettamente decrescente su tutto l’insieme di definizione. Per il calcolo esplicito del t.i.r., si ha: n <0 non accettabile 2 −100 + 40v + 80v = 0 ⇔ v = 0.8956 i = 0.1165 20. In un investimento in senso stretto il t.i.r. è uguale al 12%; allora il r.e.a. calcolato al tasso del 18% è negativo. Vero? a sı̀; b no, è positivo; c no, è nullo; d non si può rispondere, perché dipende dall’investimento. Soluzione: Da quanto ricordato sull’argomento andamento della funzione r.e.a.(i), nel caso di investimento/finanziamento in senso stretto, deduciamo che la risposta esatta è la a . 21. Nelle operazioni finanziarie del tipo finanziamento in senso stretto, il r.e.a. a è sempre positivo; b è sempre negativo; c è positivo per i < i∗ e negativo per i > i∗ , ove i∗ = t.i.r.; d è positivo per i > i∗ e negativo per i < i∗ , ove i∗ = t.i.r. Soluzione: Da quanto ricordato prima, sull’andamento della funzione r.e.a.(i), nel caso di investimento in senso stretto, e non dimenticando che per i finanziamenti succede esattamente il contrario, deduciamo che la risposta esatta è la d . 22. Si consideri un’operazione finanziaria A = [(P; t)], P0 < 0, Pk > 0 ∀k > 0 75 Quale delle seguenti affermazioni è corretta? a A ha un unico tasso implicito positivo; b A ha almeno un tasso implicito positivo; c il r.e.a. di A (calcolato in regime composto al tasso i) è funzione decrescente e convessa del tasso i; d il r.e.a. di A è funzione decrescente di i, ma non è detto che sia convessa. Soluzione: Da quanto ricordato prima, deduciamo che la risposta corretta è la c . 23. Si consideri l’operazione finanziaria A = [(−300, 150, 210), (0, 1, 2)]. Senza risolvere equazioni, ma utilizzando noti risultati teorici, si dimostri che A ha un unico tasso implicito e che tale tasso è positivo; si calcoli esplicitamente tale tasso implicito. Soluzione: Trattasi di investimento in senso stretto (del tipo P.I.C.O.), con somma dei costi (300) minore della somma dei ricavi (150 + 210), pertanto, esiste uno ed un solo tasso implicito, ed esso è positivo: n 0.890303 . . . i = 0.1232 . . . 2 −300 + 150v + 210v = 0 ⇔ v = <0 non accettabile 24. Quale delle seguenti affermazioni è corretta? a un investimento in senso lato ha sempre uno ed un solo tasso implicito; b un investimento in senso lato ha almeno un tasso implicito; c un investimento in senso lato ha almeno un tasso implicito, se Pn > 0, oppure se la somma dei ricavi è maggiore della somma dei costi; d nessuna delle altre tre affermazioni è corretta. Soluzione: Come noto (si veda, ad esempio, (2), pagg.106-110), per un investimento in senso lato si dimostra che vale la proprietà V (i) ≥ 0 ⇒ V 0 (i) < 0 (1) ∀i ≥ 0 (ma solo per i ≥ 0), mentre non vale più, in generale, la (2) V 0 (i) ≤ 0 ⇒ V 00 (i) > 0 Pertanto, per un investimento in senso lato, è garantita l’unicità del tasso implicito non negativo; possono però esserci più tassi impliciti, considerando quelli negativi. Per quanto riguarda l’esistenza: poiché vale tcosti < tprimo 76 ricavo segue che il primo importo, P0 , deve essere un costo, quindi lim V (i) = P0 < 0. i→+∞ Se la somma dei ricavi è maggiore della somma dei costi, allora V (0) > 0 e quindi è garantita l’esistenza di una radice positiva. Inoltre, se l’ultima posta è un ricavo, allora lim V (i) = +∞, se Pn > 0 i→−1 e quindi V (i) deve attraversare l’asse delle ascisse; c’è quindi almeno un tasso implicito in (−1, +∞), ma non è garantita l’unicità, né si può dire nulla a priori sul segno. Pertanto, l’unica risposta giusta è la c . 25. Un investimento in senso lato ha sempre almeno un tasso implicito positivo. Vero? a no, può non avere tassi impliciti positivi; b sı̀, sempre; c sı̀, e ha anche un tasso implicito negativo; d sı̀ e sono sempre più di uno. Soluzione: Da quanto ricordato sopra, si deduce che la risposta corretta à la a . 26. Un investimento in senso generale a ha almeno un tasso implicito positivo, se la somma dei ricavi è superiore alla somma dei costi; b ha sempre almeno un tasso implicito positivo; c ha un tasso implicito negativo, se l’ultima posta è un ricavo; d ha un tasso implicito positivo, se l’ultima posta è un ricavo. Soluzione: Per gli investimenti in senso generale è ancora vero che il primo importo è un costo, cioè P0 < 0; infatti, passando al limite per i → +∞, nella disuguaglianza (z(i))costi < (z(i))ricavi , si ottiene tprimo costo < tprimo ricavo . La funzione V (i) ha quindi asintoto orizzontale negativo per i → +∞; se la somma dei ricavi supera la somma dei costi, segue V (0) > 0 e quindi è garantita l’esistenza di un tasso implicito positivo. Per gli investimenti in senso generale non è più valido però il fatto che, per i ≥ 0, la funzione sia decrescente finché è non negativa, quindi non è assicurata l’unicità del tasso implicito non negativo. 77 Inoltre, se la somma dei ricavi è uguale alla somma dei costi, allora V (0) = 0 e quindi c’è almeno il tasso implicito nullo, mentre, se la somma dei ricavi è minore della somma dei costi, non è garantita neanche l’esistenza. Infine, se l’ultima posta è un ricavo, allora lim V (i) = +∞, se Pn > 0 i→−1 e quindi V (i) deve attraversare l’asse delle ascisse; c’è quindi almeno un tasso implicito in (−1, +∞), ma non è garantita l’unicità, né si può dire nulla a priori sul segno. In definitiva, la risposta giusta è la a . 27. Nei a b c d finanziamenti in senso generale, il r.e.a. può cambiare segno in funzione del tasso; è nullo; è sempre negativo; è sempre positivo. Soluzione: Da quanto ricordato prima per gli investimenti in senso generale (e quindi, per i finanziamenti, cambiando i segni), si deduce che la risposta esatta è la a . 28. Si considerino le operazioni finanziarie A = [(−1200, 480, 600, 1440); (0, 3, 4, 5)] e B = [(−1440, 480, 480, 480, 480); (0, 1, 2, 3, 4)] Si determini, in base al criterio del r.e.a. al tasso del 6%, l’importo da aggiungere al primo ed al secondo ricavo dell’investimento meno conveniente, affinché questo risulti indifferente all’altro. Soluzione: Determiniamo l’investimento meno conveniente: 480 600 1440 + + = 754.33 1.063 1.064 1.065 r.e.a.B (0.06) = −1440 + 480a4|0.06 = −1440 + 480 · 3.4651 = 223.25 r.e.a.A (0.06) = −1200 + il meno conveniente è B. I due investimenti diventano indifferenti tra loro se e solo se x x + = 754.33 − 223.25 ⇔ x = 289.67 1.06 1.062 29. Si considerino le operazioni finanziarie A = [(−4000, 6800, 9000); (0, 1, 2)] e 78 B = [(−4000, 9000, 5200); (0, 1, 2)]; si determini il tasso d’interesse per il quale i due progetti risultino indifferenti in base al criterio del r.e.a. Soluzione: Posto v = (1 + i)−1 , deve essere −4000 + 6800v + 9000v 2 = −4000 + 9000v + 5200v 2 cioè 3800v 2 − 2200v = 100v(38v − 22) = 0 ⇔ v = 11 = 0.5789 19 e quindi i = 72.727% si noti che, con il criterio del r.e.a., poste uguali ad uguali scadenze si possono eliminare, quindi si poteva evitare di considerare −4000. 30. Per pagare un certo impianto, si può scegliere tra (i) pagare 23700 alla consegna e 5 rate annue posticipate di 395 l’una; (ii) pagare 19750 alla consegna, 553 dopo un anno e rate semestrali posticipate di 553 l’una, a partire dal prossimo anno, per 4 anni. Si determini il valore attuale del pagamento che conviene scegliere in base al criterio del r.e.a., al tasso annuo del 13%. Soluzione: i = 0.13 ⇒ i2 = (i) (ii) √ 1.13 − 1 = 0.063 − 23700 − 395a5|0.13 = −23700 − 395 · 3.5172 = −25089 − 19750 − 553 553 − a = −23243 1.13 1.13 8|0.063 conviene scegliere la modalità di pagamento (ii), con valore attuale −23243. 31. Un investimento di 100 può produrre 50 tra un anno e 69.44 tra due anni; un investimento alternativo può invece produrre 10 tra un anno e x tra due anni. Si determini x in modo che le alternative siano indifferenti secondo il criterio del t.i.r.. Soluzione: Si tratta di investimenti in senso stretto (del tipo P.I.C.O.), quindi ammettono entrambe uno ed un solo tasso implicito. Determiniamo il t.i.r. del primo investimento: −100 + 50v + 69.44v 2 = 0 ⇔ v = 25 = 0.8928 ⇔ i = 12% 28 Imponendo lo stesso t.i.r. al secondo, si ottiene: −100 + 10v + xv 2 = −100 + 10 25 25 + x( )2 = 0 ⇔ x = 114.24 28 28 79 32. Si considerino le seguenti operazioni finanziarie A = [(−1016, 889, 635); (0, 1, 2)] e B = [(−1016, 381, 1270); (0, 1, 2)] e si determini il loro punto di rottura i∗ . Utilizzando questo tasso i∗ , si determini quale dovrebbe essere la seconda posta di A affinché il r.e.a. di A sia il doppio del r.e.a. di B. Soluzione: Dato che la prima posta è uguale per entrambi, non consideriamola; indichiamo con V (i) il valore attuale delle poste, esclusa la prima, al tasso i: VA (i) = 889v + 635v 2 , VB (i) = 381v + 1270v 2 , VA (i) > VB (i) ⇔ v < 0.8 pertanto V (i) = VB (i) ⇔ v = 0.8 A VA (i) < VB (i) ⇔ v > 0.8 VA (i) > VB (i) ⇔ i > 25% e quindi V (i) = VB (i) ⇔ i = 25% A VA (i) < VB (i) ⇔ i < 25% il punto di rottura i∗ è quindi il 25%. A questo tasso, imponiamo che il r.e.a. di A sia il doppio di quello di B: 635 x + = 2r.e.a.B (0.25) = r.e.a.A (0.25) = −1016 + 1.25 1.252 381 1270 = 2 −1016 + + = 203.2 1.25 1.252 ⇔ x = 1016 33. Alla banca Banda Bassotti, mutui e complotti perviene una richiesta di rimborso anticipato di un mutuo, dietro pagamento del r.e.a. al tasso del 20% composto annuo, delle rate non ancora versate. Alla Banda Bassotti, mutui e complotti conviene accettare a sempre; b mai; c se e solo se il t.i.r. dell’ammortamento è maggiore del 20%; d se e solo se il t.i.r. dell’ammortamento è minore del 20%. Soluzione: Basta ricordarsi l’equazione esplicita prospettiva del debito residuo, per dedurre che la risposta esatta è la d . 34. Acquisto oggi, al prezzo di 98, un’obbligazione di valore nominale 100, scadente tra 2 anni e di cedola posticipata annua del 4%; quale è il tasso interno di rendimento di questa operazione? 80 a b c d 4%; 5.077%; meno del 4%; non si può rispondere, perché l’operazione ha più di un tasso implicito. Soluzione: L’operazione è cosı̀ schematizzata: A = [(−98, 4, 104); (0, 1, 2)] Trattasi di investimento in senso stretto, con somma dei ricavi (4 + 104) superiore alla somma dei costi (98), quindi esiste uno ed un solo tasso implicito (t.i.r.), ed esso è positivo. Si calcola il t.i.r.: 98 = 4(1 + i)−1 + 104(1 + i)−2 ⇔ i = 0.05077 35. Si considerino le seguenti due rendite annuali: R1 = [(20000, 23000, 28000, 24000) ; (0, 1, 2, 3)] R2 = [(27000, 18000, 25000, 24000) ; (0, 1, 2, 3)] In dipendenza dal tasso d’interesse i, si determini quale rendita è preferibile, in base al criterio del r.e.a. al tasso i. Soluzione: L’ultima posta è uguale in entrambe, quindi non la considero; confronto i valori delle due rendite al tempo t = 0: 20000 + 23000(1 + i)−1 + 28000(1 + i)−2 > 27000 + 18000(1 + i)−1 + 25000(1 + i)−2 ⇔ ⇔ 20 + 23v + 28v 2 > 27 + 18v + 25v 2 ⇔ √ −5 + 109 ⇔ 3v 2 + 5v − 7 > 0 ⇔ v > = 0.906717 . . . ⇔ 6 ⇔ i < 0.102879 . . . Pertanto, a tasso minore del 10.29%, preferisco R1 , a tasso maggiore, preferisco R2 , a tasso 10.29%, è indifferente. 36. Si consideri l’operazione finanziaria A = [(−70, 20, 40, 30); (0, 1, 2, 3)]; quale delle seguenti affermazioni è vera? a il t.i.r. di A è maggiore del 15%; b il t.i.r. di A è compreso tra il 10% ed il 15%; c il t.i.r. di A è minore del 10%; d A ha più di un tasso implicito. 81 Soluzione: Trattasi di un investimento in senso stretto, del tipo P.I.C.O., con somma dei ricavi maggiore del costo, quindi esiste uno ed un solo tasso implicito (t.i.r.), ed esso è positivo. La funzione r.e.a.A (i) è monotona strettamente decrescente. Si ha r.e.a.A (i) = −70 + 20(1 + i)−1 + 40(1 + i)−2 + 30(1 + i)−3 r.e.a.A (0.15) = −70 + 20(1.15)−1 + 40(1.15)−2 + 30(1.15)−3 = −2.63 r.e.a.A (0.1) = −70 + 20(1.1)−1 + 40(1.1)−2 + 30(1.1)−3 = 3.77 pertanto, il t.i.r. è compreso tra il 10% ed il 15% (verificare che è il 12.85%). 37. Nella scelta tra due finanziamenti con il criterio del tempo di recupero, si sceglie quello a con il saldo di cassa negativo e minore in valore assoluto; b la cui data di inversione nel saldo di cassa è più vicina; c la cui data di inversione nel saldo di cassa è più lontana; d con il saldo di cassa positivo maggiore. Soluzione: Il criterio del tempo di recupero del capitale (o pay-back time) impone di scegliere, tra due finanziamenti, quello con tempo di recupero maggiore; la risposta giusta è quindi la c . 38. Valutando due investimenti con il criterio del tempo di recupero, scelgo quello a con il saldo di cassa finale maggiore; b con il saldo di cassa finale minore; c la cui data di inversione nel saldo di cassa è più vicina; d la cui data di inversione nel saldo di cassa è più lontana. Soluzione: Per quanto appena detto, la risposta corretta è la c . 39. Si considerino le seguenti operazioni finanziarie A = [(90, −10, −90); (0, 1, 2)] e B = [(90, −90, −x); (0, 1, 2)] (x > 0) Utilizzando il criterio del tempo di recupero, si sceglie a B, ∀x; b A, se x > 90; c B, se x > 90; d A, ∀x. Soluzione: Il tempo di recupero di A è 2, di B è 1, ∀x > 0; trattandosi di finanziamenti, si sceglie quindi la A (risposta d ). 40. Si consideri l’operazione finanziaria A = [(200, −100, −140), (0, 1, 2)]. 82 Senza risolvere equazioni, ma utilizzando noti risultati teorici, si dimostri che A ha un unico tasso implicito e che tale tasso è positivo; si calcoli esplicitamente tale tasso implicito. Soluzione: Si tratta di un finanziamento in senso stretto (P.O.C.I. - Point Output Continuous Input), con somma dei costi (240) maggiore della somma dei ricavi (200), quindi esiste uno ed un solo tasso implicito ed esso è positivo, perché la funzione r.e.a.(i) è strettamente crescente e lim = −∞ ∧ V (0) = 200 − 100 − 140 < 0 ∧ lim = P0 = 200 > 0 i→+∞ i→−1+ Per il calcolo esplicito del t.i.r., si ha: ( 200 − 100v − 140v 2 = 0 ⇔ v = √ −5− 305 14 √ −5+ 305 14 < 0 non accettabile > 0 i = 0.1232 41. Si considerino le operazioni finanziarie A = [(1000, 0, −550, −550); (0, 1, 2, 3)] e B = [(1000, −250, −200, −550); (0, 1, 2, 3)] (i) Si stabilisca quale delle due operazioni sia preferibile, in base al criterio del r.e.a., in dipendenza dal tasso i. (ii) Si determini di quanto deve variare l’ultimo costo dell’operazione meno conveniente, affinché le due operazioni risultino indifferenti, in base al criterio del r.e.a. al tasso del 20%. (iii) Si determini il tasso di rendimento periodale dell’operazione A, in regime di sconto semplice. Soluzione: (i) r.e.a.A (i) = 1000 − 550v 2 − 550v 3 r.e.a.B (i) = 1000 − 250v − 200v 2 − 550v 3 possiamo non considerare la prima posta, 1000, e l’ultima, −550, in quanto poste uguali a scadenze uguali non influenzano la preferenza; A B ⇔ 250v − 350v 2 > 0 ⇔ i ≥ 40% (ii) Al tasso di valutazione del 20%, l’operazione meno conveniente è la A; variando l’ultimo costo di A, di una quantità x, si ha r.e.a.A0 (0.2) = 1000 − 550(1.2)−2 + (−550 + x)(1.2)−3 = 299.77 + 0.5787x r.e.a.B (0.2) = 1000 − 250(1.2)−1 − 200(1.2)−2 − 550(1.2)−3 = 334.49 r.e.a.A0 = r.e.a.B ⇔ x = 59.997 83 quindi, affinché le due operazioni siano indifferenti, in base al criterio del r.e.a. al 20%, occorre che A costi un po’ meno, in t = 3 (per la precisione, costi circa 60 in meno). (iii) In regime semplice a tasso periodale i, si ha, per A: 1000 − 550 550 − = 0 ⇔ 60i2 + 22.5i − 1 = 0 ⇔ i = 0.040146 . . . 1 + 2i 1 + 3i pertanto, il tasso di rendimento periodale dell’operazione A, in regime di sconto semplice, è di circa il 4%. 42. Tizio decide di investire oggi la somma di 20000 euro in un’operazione finanziaria che produce 6000 euro dopo 6 mesi e 16000 euro dopo un anno. (i) Si determini il tasso annuo implicito dell’operazione. (ii) Tizio dispone oggi solo di 5000 euro; decide allora di farsi finanziare il rimanente presso Caio, concordandone il rimborso in due rate, la prima da versarsi dopo 6 mesi e la seconda dopo un anno. Sapendo che Caio applica il tasso del 5% composto semestrale e che Tizio intende utilizzare i ricavi del primo investimento per rimborsare il prestito, si determini l’importo che avanza dopo l’estinzione del debito. (iii) A quale tasso composto annuo implicito è stata effettuata l’operazione complessiva (investimento + finanziamento)? Soluzione: (i) L’operazione è un investimento in senso stretto, quindi ammette un unico tasso implicito, ed esso è positivo, perché la somma dei ricavi (22000) è maggiore del costo (20000). Il tasso semestrale i2 è dato da −20000 + 6000(1 + i2 )−1 + 16000(1 + i2 )−2 = 0 ⇔ i2 = 0.0569 . . . cui corrisponde il tasso annuo i = (1 + i2 )2 − 1 = 0.117 (ii) L’operazione di finanziamento prevede un’entrata di 15000, oggi; tra sei mesi, il debito residuo sarà 15000(1.05) = 15750 Tizio, a quell’epoca, userà quindi i 6000 del primo ricavo dell’investimento per ripagare parte del debito a Caio; gli resta il debito residuo di 15750 − 6000 = 9750 Tra un anno, il debito di Tizio verso Caio sarà diventato 9750(1.05) = 10237.5 84 Il secondo ricavo dell’investimento, 16000, sarà quindi sufficiente ad estinguere il debito di Tizio verso Caio; a Tizio resteranno 16000 − 10237.5 = 5765.5 (iii) L’operazione complessiva è cosı̀ schematizzata (utilizzando l’anno, come unità temporale): A = [(−5000, +5765.5); (0, 1)] pertanto, il tasso annuo implicito dell’operazione è 5000(1 + i) = 5765.5 ⇔ i = 0.1531 43. Tizio vuole investire un milione e mezzo di euro. Si reca da Caio, il quale gli prospetta le seguenti due alternative: A: 750000 tra un anno e 1050000 tra due anni; B: 1050000 tra un anno e x tra due anni. (i) Si determini x affinché le due operazioni abbiano lo stesso t.i.r.. (ii) Si determini x affinché le due operazioni abbiano lo stesso r.e.a. al tasso annuo del 5%. (iii) Si vuole che, al variare del tasso di valutazione tra lo zero ed il venti per cento annuo, l’importo x vari in modo che le due operazioni abbiano lo stesso r.e.a.; si determini la funzione x(i); quale è il suo grafico? Soluzione: (i) A e B sono investimenti in senso stretto, quindi hanno uno ed un solo tasso implicito. Il t.i.r. di A è: −1500000 + 750000v + 1050000v 2 = 0 ⇔ i = 0.1232 Imponiamo che B abbia questo t.i.r.: − 1500000 + 1050000v + xv 2 = 0, con v = (1.1232)−1 ⇔ x = 713036 (ii) r.e.a.A (0.05) = −150000 + 750000(1.05)−1 + 1050000(1.05)−2 r.e.a.B (0.05) = −150000 + 1050000(1.05)−1 + x(1.05)−2 r.e.a.A (0.05) = r.e.a.B (0.05) ⇔ x = 713007 (iii) Imponiamo l’uguaglianza dei due r.e.a., calcolati a tasso i: 750000(1 + i)−1 + 1050000(1 + i)−2 = 1050000(1 + i)−1 + x(1 + i)−2 ⇔ ⇔ x(i) = 750000 − 300000i Al variare di i nell’intervallo [0, 0.2], si ottiene i segmento che unisce i punti (0, 750000) e (0.2, 690000). 85 Università degli studi di Milano Bicocca – Facoltà di Economia Matematica Finanziaria Esercizi con risoluzione dettagliata Capitolo 5: Titoli obbligazionari e loro valutazione Elenco degli argomenti: Titoli obbligazionari. La struttura per scadenza. Duration e convessità. Cenno all’immunizzazione. Valutazioni di obbligazioni indicizzate. Riferimenti bibliografici: (1) Stefani-Torriero-Zambruno, Elementi di Matematica finanziaria e cenni di Programmazione lineare, Giappichelli Editore, Torino, terza edizione, 2007. (2) Carcano, Matematica finanziaria. Test, esercizi e temi d’esame, con svolgimenti e richiami teorici. Datanova, Milano, 2001. 86 1. Si considerino uno zero-coupon bond a due anni, prezzo tel quel di sottoscrizione 96/100, valore nominale 10000, ed un coupon bond a due anni, prezzo tel quel di sottoscrizione 98/100, cedole annuali posticipate calcolate al 3%, valore nominale 10000. Per ognuno di questi due titoli, si determini il tasso di rendimento interno (o yield to maturity), il tasso di rendimento cedolare (o coupon return) e la componente relativa al prezzo. Soluzione: I due titoli sono cosı̀ schematizzati: A = [(−9600, 10000); (0, 2)] , B = [(−9800, 300, 10300); (0, 1, 2)] Si calcola lo yield imponendo l’uguaglianza tra il prezzo d’acquisto del titolo e la somma dei valori attuali di tutte le prestazioni future: A : 9600 = 10000(1 + y)−2 ⇔ y = 0.02062 B : 9800 = 300(1 + y)−1 + 10300(1 + y)−2 ⇔ y = 0.04061 Il tasso di rendimento cedolare si calcola solo per il secondo titolo (dato che il primo non porta cedole . . .): 300 = 0.0306122 ; rc = 9800 la componente relativa al prezzo è 10000 − 9800 1 · = 0.0102040 ; 9800 2 la somma di queste due, 0.0306122 + 0.0102040 = 0.0408163 2. (i) (ii) (iii) fornisce una comoda e facile approssimazione dello yield di B, senza dover fare calcoli complessi. In un mercato, sono presenti due zero-coupon bond, scadenti rispettivamente tra uno e tra due anni, quotati 94.34 e 87.34. Determinare i tassi a pronti della corrispondente struttura a termine. Determinare il prezzo e lo yield di un’obbligazione portante cedola annua del 5% a scadenza biennale. Determinare il tasso atteso del mercato per il prossimo anno. Soluzione: (i) I tassi spot (o tassi a pronti) Rk (k = 1, 2, . . .), in un certo istante t, servono per valutare prestazioni finanziarie certe esigibili a future scadenze T (e quindi di durata k = T − t). La struttura per scadenza dei tassi di rendimento (o term structure of interest rates) è data da {Rk : k = 1, 2, . . .}. In questo caso: 87 100 − 1 = 0.06 94.34 r 100 − 1 = 0.07 87.34 = 100(1 + R2 )−2 ⇔ R2 = 87.34 (ii) Utilizzando questa struttura per scadenza, l’obbligazione portante cedola annua del 5% a scadenza biennale deve essere quotata 94.34 = 100(1 + R1 )−1 ⇔ R1 = 105 5 = 96.42 + 1.06 (1.07)2 Lo yield di tale obbligazione si ottiene uguagliando il prezzo ai valori attuali di tutte le prestazioni future 96.42 = 5(1 + y)−1 + 105(1 + y)−2 ⇔ y = 0.0698 (iii) Il tasso forward (o tasso implicito, o tasso a termine) è il tasso d’interesse implicato dai tassi spot per un periodo di tempo nel futuro. In generale, indicando con Rk il tasso spot a k periodi e con s rp il tasso forward tra s periodi per impegni che si protrarranno per ulteriori p periodi, si ha " s rp = s+p (1 + Rs+p ) s (1 + Rs ) # p1 −1 In questo caso, quindi: " (1 + R2 ) 1 r1 = 1 + R1 2 #1 −1= (1.07)2 − 1 = 0.08 1.06 3. Un titolo ha scadenza tra tre anni e porta cedole annuali calcolate al tasso nominale d’interesse del 8%. Oggi, lo yield di tale titolo è pari al 5%. (i) Si determini la quotazione, oggi, del titolo. (ii) Supposto R1 = 4% e R2 = 4.5%, si determini R3 affinché il prezzo trovato al punto (i) sia compatibile con tale struttura di tassi. (iii) Si determinino i tassi impliciti del primo e del secondo periodo. Soluzione: (i) Il titolo è cosı̀ schematizzato [(−X, 8, 8, 108); (0, 1, 2, 3)] Il prezzo oggi, X, deve essere uguale al valore attuale dei flussi futuri, calcolato al tasso dato del 5%: 8 8 108 X= + + = 108.17 2 1.05 (1.05) (1.05)3 88 (ii) Il tasso spot R3 , compatibile con i tassi spot dati R1 e R2 e con le prestazioni finanziarie date, è dato da: 108.17 = 108 8 108 8 8 8 + = + ⇔ + + 2 3 2 1 + R1 (1 + R2 ) (1 + R3 ) 1.04 (1.045) (1 + R3 )3 ⇔ R3 = 0.0505 (iii) Conoscendo la struttura per scadenza dei tassi di rendimento {Rk : k = 1, 2, 3}, si ricavano i tassi forward: #1 s+p p (1 + Rs+p ) −1 s rp = s (1 + Rs ) " # 2 1 (1 + R2 ) (1.045)2 −1= − 1 = 0.05 1 r1 = 1 + R1 1.04 " # 3 1 (1.0505)3 (1 + R3 ) − 1 = − 1 = 0.0616 r = 2 1 (1 + R2 )2 (1.045)2 " 4. (i) Un’obbligazione, scadente fra tre anni da oggi, porta cedole annuali X ed è quotata oggi 97.25. Se lo yield è del 4%, quale è il valore di ogni cedola? (ii) Nel mercato finanziario viene rilevata la seguente struttura per scadenza dei tassi di rendimento R1 = 5%, R2 = 4%, R3 = 6%. Si determini il prezzo di un’obbligazione a scadenza triennale, con cedola annua del 4%. (iii) Si supponga che R2 aumenti di un punto, mentre R1 e R3 restano come prima. Si modifica qualche tasso forward? Soluzione: (i) Imponendo l’uguaglianza tra prezzo oggi e valore attuale, calcolato con lo yield del 4%, di tutti i flussi, si ha 97.25 = X X 100 + X + + ⇔ X = 3.009 2 1.04 (1.04) (1.04)3 (ii) Utilizzando la struttura per scadenza dei tassi d’interesse data, il prezzo P dell’obbligazione [(−P, 4, 4, 104); (0, 1, 2, 3)] è dato da P = 4 4 104 + + ⇔ P = 94.83 2 (1.05 (1.04) (1.06)3 89 (iii) I tassi impliciti sono dati da " s+p (1 + Rs+p ) s rp = s (1 + Rs ) # p1 −1 pertanto, se cambia solo R2 (passando dal 4% al 5%), cambieranno solo i tassi forward in cui compare R2 e quindi con s o s + p uguale a 2: s=2 o s+p=2: tassi 1 r1 e 2 r1 Prima della modifica, questi tassi forward sono (1 + R2 )2 (1.04)2 −1= − 1 = 3.01% 1 + R1 1.05 (1.06)3 (1 + R3 )3 −1= − 1 = 10.1% 2 r1 = (1 + R2 )2 (1.04)2 1 r1 = dopo il cambiamento, questi tassi diventano (1 + R2 )2 (1.05)2 −1= − 1 = 5% 1 + R1 1.05 (1 + R3 )3 (1.06)3 − 1 = − 1 = 8.02% 2 r1 = (1 + R2 )2 (1.05)2 1 r1 = Si può quindi affermare che l’aumento di un punto su R2 si riflette nell’aumento di circa due punti su 1 r1 ed in una uguale diminuzione su 2 r1 . 5. Una obbligazione scade fra tre anni e porta cedole annue al 4%. (i) Si determini il prezzo oggi di tale obbligazione, nell’ipotesi che il suo yield sia pari al 5%. (ii) Nell’ipotesi che i tassi spot a 1 e 3 anni siano R1 = 4% e R3 = 5% si determini il tasso spot a 2 anni affinché tale obbligazione non dia luogo ad arbitraggi. (iii) Si determinino i tassi forward implicati dai tassi spot del punto (ii). (iv) Se compro oggi l’obbligazione al prezzo prima determinato e la rivendo tra un anno, quando i tassi a pronti varranno 6% e 5.5%, rispettivamente ad un anno e a due anni, quale sarà il rendimento complessivo dell’operazione? Soluzione: (i) P = 4 4 104 + + = 97.27 2 1.05 (1.05) (1.05)3 90 (ii) 97.27 = 104 4 104 4 4 4 + = + + + 2 3 2 1 + R1 (1 + R2 ) (1 + R3 ) 1.04 (1 + R2 ) (1.05)3 ⇒ R2 = 5.63% (iii) (1 + R2 )2 1.0563 −1= − 1 = 7.29% ; 1 + R1 1.04 s r (1 + R3 )3 (1.05)3 − 1 = − 1 = 5.5% ; r = 1 2 1 + R1 1.04 1 r1 = 2 r1 = (1.05)3 (1 + R3 )3 −1= − 1 = 3.75% . 1 + R2 1.0563 (iv) Tenendo conto dei tassi a pronti, che saranno rispettivamente il 6% ed il 5.5%, il prezzo di vendita sarà 4 104 Pvendita = = 97.21 ; + 1.06 (1.055)2 Il rendimento complessivo, tenendo conto anche della cedola incassata, sarà quindi 97.21 + 4 − 97.27 Pvendita + cedola − Pacquisto = = 4.05% Pacquisto 97.27 6. Si calcoli la duration della rendita R = [300, 500, 700); (1, 3, 5)], a tasso del 5.5%. Soluzione: La duration o durata media finanziaria, al tasso i, di una rendita R, è la media ponderata delle scadenze tk , con pesi i valori attuali delle rate Rk , calcolati con legge composta esponenziale a tasso i: Pn −tk k=1 tk Rk (1 + i) D(i) = P n −tk k=1 rk (1 + i) In questo caso: D(0.055) = 1 · 300(1.055)−1 + 3 · 500(1.055)−3 + 5 · 700(1.055)−5 ' 3.403 300(1.055)−1 + 500(1.055)−3 + 700(1.055)−5 7. Si consideri un’obbligazione, di valore nominale 100, portante 4 cedole annue posticipate calcolate al 10%. Si determini la duration al tasso del 10%. Cosa succede, in corrispondenza di una variazione del tasso di valutazione, dal 10% al 10.1%? Soluzione: La rendita è [(10, 10, 10, 110); (1, 2, 3, 4)]; la duration, calcolata al 10%, è D(0.1) = 1 · 10(1.1)−1 + 2 · 10(1.1)−2 + 3 · 10(1.1)−3 + 4 · 110(1.1)−4 ' 3.4868 10(1.1)−1 + 10(1.1)−2 + 10(1.1)−3 + 110(1.1)−4 91 Si noti che, al denominatore, c’è il corso del titolo, cioè il valore attuale delle cedole e del rimborso: 10(1.1)−1 + 10(1.1)−2 + 10(1.1)−3 + 110(1.1)−4 = 10a4|0.1 + 100(1.1)−4 = 100 = P Come già visto alla fine del cap.2, vale la relazione P 0 (i) D(i) d(log(1 + i)) =− = −D(i) · P (i) 1+i di cioè: piccole variazioni del tasso determinano una variazione percentuale del corso del titolo, proporzionale alla variazione di log(1+i) (cioè alla variazione della forza di interesse), ma di segno opposto, con costante di proporzionalità D(i). Una piccola variazione del tasso provoca quindi una variazione relativa del corso del titolo pari circa a ∆P ' −D(i) · ∆(log(1 + i)) P (i) In questo caso, se il tasso passa dal 10% al 10.1%, si ha: P (0.11) = 10a4|0.11 + 100(1.11)−4 ' 96.8975 ∆P ' 96.8975 − 100100 ' −0.031024 P (0.1) D · ∆(log(1 + i)) ' 3.4868 · (log(1.11) − log(1.1)) ' 0.0313 confermando la ∆P ' −D(i) · ∆(log(1 + i)) P (i) 8. Sul mercato esistono i titoli Titolo1, con duration D1 , e Titolo2, con duration D2 . Investendo la cifra x1 nel Titolo1 e la cifra x2 nel Titolo2, si ottiene un portafoglio con duration a D1 + D2 ; b il minimo tra D1 e D2 ; c il massimo tra D1 e D2 ; d la media ponderata delle duration, con pesi le cifre investite nei singoli titoli. Soluzione: Come noto, investendo x1 , x2 , . . . , xn in n titoli con duration D1 , D2 , . . . , Dn , si ha un portafoglio con duration Pn k=1 xk Dk ; D(i) = P n k=1 xk in particolare, se le xi indicano le percentuali di investimento nei singoli titoli (cioè, n X xk = 1), vale k=1 D(i) = n X k=1 92 xk Dk . Pertanto, la risposta giusta è la d . 9. Si considerino tre titoli, con i seguenti flussi di cassa: Titolo1 = [(100); (3)] ; Titolo2 = [(50, 50, 100, 100); (1, 2, 4, 5)] ; Titolo3 = [(100, 50, 50); (3, 4, 5)] . (i) (ii) (iii) (iv) Investo i miei soldini in un portafoglio costituito al 25% dal Titolo1, al 30% dal Titolo2 ed al 45% dal Titolo3. Si determini la duration di tale portafoglio, calcolata al tasso del 5%. Si determini il valore del portafoglio, alla duration, nell’ipotesi che il tasso di mercato sia il 5%. Si determini il valore del portafoglio, alla duration, nell’ipotesi che il tasso di mercato entro il primo anno scenda al 4% e poi rimanga costante. In base ai risultati ottenuti ai punti (ii) e (iii), quale osservazione si può fare? Soluzione: (i) Dapprima, si calcolano le duration dei tre titoli: Titolo1 : D1 = 3 ∀i ; Titolo2 : D2 (0.05) ' 3.38797 ; Titolo3 : D3 (0.05) ' 3.71680 ; la duration del portafoglio è quindi D(0.05) = x1 D1 (0.05) + x2 D2 (0.05) + x3 D3 (0.05) ' ' 0.25 · 3 + 0.3 · 3.38797 + 0.45 · 3.71680 ' 3.43895 (ii) Si calcola il valore di Titolo1 alla duration, a tasso 5%: V1 = 100(1.05)D−3 = 100(1.05).43895 ' 102.16475 Idem, per Titolo2: V2 = 50(1.05)D−1 + 50(1.05)D−2 + 100(1.05)D−4 + 100(1.05)D−5 ' 299.92102 Idem, per Titolo3: V3 = 100(1.05)D−3 + 50(1.05)D−4 + 50(1.05)D−5 ' 197.14785 Di conseguenza, per il portafoglio, vale: Vportaf oglio = 0.25 · 102.16475 + 0.30 · 299.92102 + 0.45 · 197.14785 ' 204.23403 93 (iii) Nell’ipotesi che il tasso scenda al 4% nel primo anno e poi resti costante, si ha: V1 = 100(1.04)D−3 = 100(1.04).43895 ' 101.73651 ; V2 = 50(1.04)D−1 + 50(1.04)D−2 + 100(1.04)D−4 + 100(1.04)D−5 ' 299.80677 ; V3 = 100(1.04)D−3 + 50(1.04)D−4 + 50(1.04)D−5 ' 197.67885 ; Vportaf oglio = 0.25 · 101.73651 + 0.30 · 299.80677 + 0.45 · 197.67885 ' 204.33164 . (iv) Il valore del portafoglio è rimasto pressocché invariato al variare del tasso, perché esso risulta immunizzato dal rischio di tasso, se trattenuto fino alla duration. 10. Si supponga che, sul mercato, esistano titoli con duration 1, 3 e 5; si determini almeno un portafoglio costruito con questi titoli, che sia immunizzato contro il rischio di tasso per la scadenza 4. Soluzione: Dette x1 , x2 e x3 le percentuali dei tre titoli, dovrà essere x1 + 3x2 + 5x3 = 4 x1 + x2 + x3 = 1 0 ≤ xi ≤ 1 Si nota che, poiché la duration del portafoglio è compresa tra quella del secondo e quella del terzo titolo, occorrerà mettere in portafoglio il terzo titolo, mentre si potrebbe fare a meno del primo o del secondo. Considerando solo il primo ed il terzo titolo, si ha x1 + 5x3 = 4 x1 = 43 = 75% x1 + x3 = 1 ⇒ x2 = 41 = 25% 0 ≤ xi ≤ 1 Considerando solo il secondo ed il terzo titolo, si ha 3x2 + 5x3 = 4 x2 = x2 + x3 = 1 ⇒ x3 = 0 ≤ xi ≤ 1 1 2 1 2 = 50% = 50% Volendo considerare tutti e tre i titoli, si ottengono (risolvendo il sistema di due equazioni in tre variabili e tenendo conto dei vincoli 0 ≤ xi ≤ 1) i portafogli associati alle percentuali x1 = −1 + 2t , 2 x2 = 3 − 4t , 2 94 x3 = t, 1 3 ≤t≤ 2 4