SCHEDE: ALIMENTAZIONE e PATOLOGIE REFLUSSO GASTROESOFAGEO e ALIMENTAZIONE Il reflusso esofageo consiste nel rigurgito del contenuto gastrico all’interno del lume esofageo. Se la valvola che separa l’esofago dallo stomaco (chiamato sfintere esofageo inferiore) non funziona correttamente, il contenuto dello stomaco che si trova nell’addome (dove la pressione è positiva), può risalire lungo l’esofago nel torace (dove la pressione è negativa). Il sintomo più comune è il bruciore, a livello dello stomaco o dietro lo sterno; ci possono anche essere sintomi aspecifici, come raucedine o tosse cronica. Esistono numerose cause di reflusso gastroesofageo. Il sovrappeso, soprattutto se caratterizzato da depositi di grasso addominale, può avere un ruolo importante. Infatti, l’accumulo di grasso comporta un aumento della pressione all’interno del compartimento addominale e quindi dello stomaco, che tende a spingere il contenuto gastrico verso l’alto. Altre condizioni che possono contribuire alla malattia da reflusso gastroesofageo sono rappresentate da: fumo di sigaretta, alcune malattie neurologiche autoimmuni, dall’assunzione cronica di alcuni farmaci, stress. Anche alcuni alimenti possono predisporre a o aggravare la sintomatologia da reflusso, aumentando l’acidità gastrica e/o favorendo il rilascio dello sfintere esofageo inferiore. Indicazioni dietetiche generali presenza di sovrappeso/obesità: ridurre gradualmente peso e la circonferenza addominale, attraverso un’alimentazione ipocalorica equilibrata ed un regolare esercizio fisico, sempre sotto controllo medico (vedi anche la scheda relativa) l Favorire una corretta funzionalità intestinale, consumando cereali integrali, almeno una porzione di verdura a pasto e circa tre frutti al giorno. Introdurre non meno di 1,5 litri di liquidi al giorno (sotto forma di acqua, tisane, brodo). l I liquidi vanno sorseggiati lentamente nel corso della giornata, evitando l’assunzione di abbondanti quantità degli stessi durante i pasti. Le bevande gassate sono controindicate. Inoltre, sarebbe bene evitare cibi e bevande troppo calde o troppo fredde. l Evitare i pasti abbondanti, preferendo pasti piccoli e frequenti. l Mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi. l Privilegiare un’alimentazione a basso contenuto di grassi. © Copyright - Revisione giugno 2012 - OSC Healthcare S.r.l., Bologna Italy lIn Alimenti da limitare Attenzione: allo scopo di evitare carenze nutrizionali, è opportuno che vengano limitati, tra gli alimenti sottoelencati, solo quelli che effettivamente il paziente rileva essere associati alla comparsa od al peggioramento dei sintomi di reflusso. Nota: i consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e possono richiedere adattamenti da parte del Medico sulla base della situazione clinica individuale. Autori: Dott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista - Dott.ssa Erica Cassani revisione giugno 2012 SCHEDE: ALIMENTAZIONE e PATOLOGIE REFLUSSO GASTROESOFAGEO e ALIMENTAZIONE Alimenti che possono aumentare l’acidità gastrica l caffè, tè l cioccolato l agrumi e succo d’agrumi l pomodoro (soprattutto crudo) e succo di pomodoro Alimenti che possono contribuire al rilascio dello sfintere esofageo inferiore l alcolici (soprattutto vino bianco) l bevande gassate l cibi molto grassi (come alimenti fritti, salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina o burro, dolci con creme) l menta l caffè, tè (anche decaffeinati) l alcune spezie (come il pepe e il peperoncino) l aglio, cipolla l peperoni l nei casi più gravi, consumare frutta e verdura prevalentemente cotte o centrifugate. © Copyright - Revisione giugno 2012 - OSC Healthcare S.r.l., Bologna Italy Consigli comportamentali: Le persone che soffrono di reflusso esofageo dovrebbero cercare di seguire anche alcune semplici regole compor tamentali: l smettere di fumare. Fumando, viene ingerita una notevole quantità di aria, che può favorire il reflusso; l evitare di indossare cinture o abiti molto stretti in vita, perché aumentano la pressione sull’addome, facilitando il reflusso; l evitare di sdraiarsi subito dopo i pasti. Dopo mangiato, bisognerebbe aspettare almeno due o tre ore prima di coricarsi; l evitare di svolgere attività fisica a stomaco pieno, soprattutto se si tratta di esercizi che impegnano la muscolatura addominale; l elevare la spalliera del letto di 10-15 cm: aiuta a mantenere l’esofago in posizione verticale anche quando si è sdraiati e impedisce la risalita di materiale acido dallo stomaco Per fare ciò, posizionare un rialzo sotto i piedini del letto od inserire un cuneo di legno sotto il materasso. Evitare, invece, di utilizzare pile di cuscini, perché così facendo si assume una posizione che incrementa la pressione sull’addome. Nota: i consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e possono richiedere adattamenti da parte del Medico sulla base della situazione clinica individuale. Autori: Dott.ssa Maria Letizia Petroni, medico nutrizionista - Dott.ssa Erica Cassani revisione giugno 2012