GLI ENZIMI DEL FEGATO: LE TRANSAMINASI Gli enzimi catalizzano (cioè accelerano) la velocità delle migliaia di reazioni chimiche che, nell'insieme, formano il metabolismo delle cellule. Infatti, quasi tutte le reazioni chimiche che avvengono nell'organismo, senza la presenza degli enzimi, avverrebbero troppo lentamente per avere valore biologico. Quindi, in altre parole, gli enzimi sono dei biocatalizzatori, cioè hanno la proprietà di accelerare la velocità delle reazioni chimiche senza apparire fra i prodotti della reazione, cioè alla fine si ritrovano nelle stesse condizioni e nella stessa quantità in cui si trovavano all'inizio della reazione. Agiscono in quantità piccolissime, non proporzionali all'entità della reazione che catalizzano. Inoltre, alla fine della reazione, possono essere nuovamente utilizzati, cioè non vengono consumati. Le transaminasi sono delle piccole proteine contenute nella cellula epatica che svolgono una funzione metabolica ben precisa. Quando una cellula epatica soffre e si infiamma una parte di queste transaminasi esce all'esterno e si riversa nel sangue. Per questo motivo quando una persona ha le transaminasi alte significa probabilmente che il suo fegato sta soffrendo. Tale sofferenza non è comunque sinonimo di malattia: potrebbe infatti trattarsi di alterazioni transitorie e poco rilevanti dal punto di vista clinico (esercizio fisico estremo, dieta incongrua troppo ricca di calorie, gravidanza). Quando lavorano in condizioni di sforzo massimo, come un'automobile che viaggia sempre a tutto gas, le cellule del fegato possono andare in tilt per il troppo lavoro. Tale sovraccarico si traduce, a lungo andare, in una degenerazione cellulare che causa prima l'infiammazione e poi la morte degli epatociti. Le transaminasi Le transaminasi sono enzimi che intervengono nella transamminazione, cioè partecipano alla trasformazione degli aminoacidi in energia, soprattutto se ci si trova di fronte ad uno sforzo fisico lungo ed impegnativo. Esse si trovano in ogni distretto del nostro organismo ma sono particolarmente abbondanti nel fegato e nel muscolo scheletrico striato (quello che si contrae secondo la nostra volontà). Quando le cellule epatiche (epatociti) o quelle dei muscoli (miociti) sono danneggiate e si rompono, le transaminasi fuoriescono e si riversano nel sangue aumentando la loro concentrazione. Le transaminasi sono: la glutammico-ossalacetica (GOTo AST, aspartato-aminotransferasi, presente in muscoli e miocardio) e la glutammicopiruvica (GPT o ALT, alaninaaminotransferasi, presente nelle cellule epatiche); esistono però anche altri enzimi analoghi alle transaminasi e sono tutti indici di grave necrosi epatocellulare, oltre che di altri organi. Questi sono la lattico deidrogenasi (LDH), la gamma-glutamil-transpeptidasi (Gamma-Gt), la fosfatasi alcalina (FA), l'ornitil-carbamil-transferasi (OCT) e l'aldolasi. Esiste un gruppo di esami specifici per valutare lo stato funzionale ed, anche entro certi limiti, anatomico degli epatociti: se esiste una sofferenza degli epatociti, la membrana di queste cellule non è più in grado di svolgere le normali funzioni di barriera, e quindi è più permeabile che di norma. Naturalmente, questa permeabilità è soprattutto rilevante in presenza di necrosi (morte) degli epatociti, quando queste cellule riversano all'esterno tutto il loro contenuto. Questi test sono molto sensibili e mettono in evidenza anche piccole alterazioni funzionali degli epatociti in cui sia presente uno stato di sofferenza della membrana cellulare; se sono alterati in modo elevato, indicano, invece, l'esistenza di un processo necrotico. Le transaminasi, come tutti gli enzimi, sono espresse in Unità Internazionali, intendendo con questo termine la quantità di enzima che trasforma una micromole del substrato in un minuto. In presenza di malattie epatiche acute o croniche, si può rilevare nel sangue l'aumento delle concentrazioni di diversi enzimi, ed in particolare: Questi parametri sono i più impiegati ed i più sensibili, anche se questi valori non sono uno standard uguale in tutti i laboratori, poiché in rapporto alla diverse metodiche eseguite vi possono essere delle piccole differenze, ma sull’esito del laboratorio sono sempre indicati i valori normali di riferimento. La loro alterazione indica sempre l'esistenza di una modificazione della normale permeabilità della membrana epatocitaria: in caso di lesione degli epatociti e, a maggior ragione, in presenza di necrosi, la membrana di queste cellule non potrà adempiere alla sua normale funzione di barriera permettendo la fuoriuscita degli enzimi intracellulari, la cui concentrazione nel sangue risulterà, perciò, superiore ai livelli normali. Infatti, piccole quantità di questi enzimi, sono sempre presenti in circolo anche in condizioni fisiologiche, per cui il loro incremento non rappresenta un fenomeno del tipo "tutto o nulla", ma costituisce un fenomeno quantitativo, cioè proporzionale al grado della lesione presente a livello della membrana cellulare degli epatociti. Le cause d'innalzamento delle transaminasi, sono perciò numerosissime: Cause epatiche : alcol, cirrosi, epatite cronica B e C, steatosi/steatoepatite (accumulo di lipidi negli epatociti), farmaci/tossici Cause più rare : epatite autoimmune, emocromatosi Cause non epatiche: celiachia, emolisi, miopatie, ipertiroidismo, esercizio fisico intenso Quando ci si trova di fronte ad un aumento di tali enzimi, bisogna da subito indagare i fattori di rischio come farmaci, consumo di alcol, fattori di rischio per contagio di epatite virale, ma senza trascurare l'assunzione di preparati erboristici (senna e Kava) e vitamine (vitamina A) spesso assunti senza prescrizione, ed una attenta anamnesi alimentare per obesità , diabete, dislipideme. I farmaci che possono alterare le transaminasi sono: Eparina Carbamazepina Amiodarone Isoniazide Metronidazolo Acido acetil-salicilico Ferro Verapamil Cotrimosazolo Estrogeni e progesterone Ticlopidina Nitrofurantoina Tetraciclina Aminoglucosidi Metoprololo Fenitoina Antimicotici Pennicilline Piroxicam Barbiturici Nifedipina Azitromicina Ranitidina PATOLOGIA Le transaminasi in generale, comprese le AST e le ALT, non si trovano solo nel fegato; una loro alterazione non significa quindi inequivocabilmente che esiste un'epatopatia. Infatti questi enzimi possono aumentare nel sangue anche in corso di lesione di altri tessuti, fondamentalmente quelli muscolari. In particolare, vi è un organo che più di tutti può liberare questi enzimi, e cioè il cuore; se si verifica, per esempio, infarto del miocardio, le cellule muscolari del cuore vanno in necrosi (morte) e liberano nel sangue le transaminasi che contengono. Anche se più raramente, un aumento delle transaminasi può essere testimonianza di patologia del tessuto muscolare striato, per esempio nel corso di miosite (infiammazione muscolare). Quindi per l'interpretazione corretta di un incremento delle transaminasi, è estremamente importante una valutazione completa ed accurata del quadro clinico nella sua totalità da parte di un medico. Esistono tuttavia alcuni dati che riconducono un aumento di queste transaminasi essenzialmente ad una patologia epatica: infatti,in corso di epatopatia, l'incremento di questi enzimi può essere molto più elevato, raggiungendo talvolta valori di 500-1000 mU/ml e oltre, ma soprattutto appare di durata decisamente superiore. Questo avviene soprattutto quando vi sono lesioni epatiche acute e comunque solo in corso di processi di una certa gravità. Un dato che richiama l'attenzione sul fegato è l'incremento più significativo dei valori della ALT rispetto alla AST, a differenza di quello che solitamente accade in presenza di sofferenza miocardia. Infine, esiste la possibilità di discriminare tra lesione epatica e lesione muscolare in presenza di un incremento delle transaminasi, dosando l'attività di un altro enzima, la creatinfosfochinasi (CKP), che viene liberato in circolo in misura notevole solo in corso di sofferenza muscolare.