IL CALITRANO
periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni
Spedizione in abb. postale comma 27 art. 2 Legge 28.12.95 n. 549 Firenze
ANNO XVI - NUMERO 3
(nuova serie)
NOVEMBRE-DICEMBRE 1996
IL CALITRANO
ANNO XVI - N. 3 n. s.
IN
Periodico quadrimestrale
di ambiente - dialetto - storia e tradizioni
dell’Associazione Culturale
“Caletra”
QUESTO
NUMERO
Fondato nel 1981
Direttore
Raffaella Salvante
Una sfida da vincere
di Raffaele Salvante
IN COPERTINA:
Questa meravigliosa fotografia, icona di
un passato recente, é come un itinerario
della memoria nei luoghi che hanno
fissato emozioni e ricordi della nostra
adolescenza.
Scattata ndo lu chian’ r’ Sand’ M’chel’circa 18/20 anni fa - ritrae la signora
Giovanna Buglione, nata il 6 luglio 1900,
intenta a fare serti (nzert’) di piccanti
peperoncini (p’p’ceggh’ e curn’ciegghj’)
come riserva per l’inverno.
(foto Armando Santoro)
IV Giornata
dell’Emigrante
3
4
Un saluto dalla Svizzera
di Antonio Cianci
5
Varie attività
6
Pro-loco
6
Calitri nel Trecento
di Gerardo Cioffari
7
Concluse ad Andretta le
“Seste Giornate Storiche”
di Irene Caterinaki
10
IL PROBLEMA
FINANZIARIO
DIALETTO E CULTURA
POPOLARE
12
Riflessioni
13
F
Concorsi
14
NECROLOGI
15
Auguri Elisabetta
16
Nozze d’Oro
17
MOVIMENTO
DEMOGRAFICO
18
RICETTE
18
Nuovi pensionati
18
ino a quando non potremo fare affidamento su finanziamenti sicuri, la
vita della nostra Rivista resta quantomai
precaria, perchè l’aumento dei costi in
genere e della carta in particolare ha raggiunto livelli di estrema sopportabilità.
La concomitanza, poi, questa estate col
libro “Calitri - Immagini sul filo della
memoria” ha fattto sì che la raccolta di
fondi fosse inferiore agli altri anni e perciò appena sufficiente a pagare gli ultimi
due numeri con le relative spese di spedizione.
Siamo, perciò, costretti a fare ancora
appello alla generosità di tutti, per
tenere in vita questa iniziativa culturale
che ci viene invidiata da quasi tutti i
comuni limitrofi.
Questo appello é rivolto in particolare a
coloro che mai hanno aiutato la Rivista e
a coloro che volessero “offrire” un
numero intero pagando la fatturazione
della stampa.
Direttore Responsabile
A. Raffaele Salvante
Segreteria
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SOLIDARIETÀ COL
GIORNALE
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LA NOSTRA BIBLIOTECA
21
VITA CALITRANA
23
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Chiuso in stampa il 10 dicembre 1996
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
NON SOLO PAROLE
UNA SFIDA DA VINCERE
Una classe dirigente che voglia ottenere il consenso dei cittadini deve essere anzitutto
onesta, competente e credibile.
ubissati da una vera valanga di
S
parole, frastornati da una impazzita girandola di conferenze, tavole
rotonde, convegni, meeting ecc.,
intontiti dallo stato d’animo di questi
nostri giorni stanchi, senza idee,
senza ansie, siamo nella disperata
situazione di essere in affannosa e
incessante ricerca della nostra originaria identità.
Abbiamo vivo bisogno di acquistare consapevolezza del “valore”
del nostro lavoro quotidiano, perché
“l’ordinario” è prezioso ed efficace
se vissuto con straordinaria ricchezza di amore, con seria responsabilità
e competenza.
Cioè, va fermamente evitato il
rischio di fare le solite cose in modo
stanco, guastati dall’abitudine o,
come capita spesso, intestardirci a
volere il nuovo per il nuovo, lasciandoci trasportare da facili entusiasmi,
con l’illusione di aver trovato la
panacea per ogni male.
Riusciremo mai ad armonizzare
davvero le ragioni della fiducia e
quelle della diffidenza?
Di solito questi interrogativi
riguardano gli altri, lasciando da
parte quella che è la storia di ognuno
di noi e soprattutto quello che abbiamo fatto o cercato di fare o - peggio
ancora - lasciato fare, senza il coraggio di intervenire.
E questo perché non ci rendiamo
sufficientemente conto che la ragione della crisi nazionale è di ordine
morale; perché, codardi come
siamo, non abbiamo l’ardire di far
cominciare il rinnovamento da noi,
senza ricorrere al comodo stratagemma delle colpe comuni.
Ad una scelta di campo è doveroso far seguire una scelta di vita quotidiana, sostenendola con l’azione
serena e responsabile sugli impegni
quotidiani della nostra vita di ogni
giorno.
Per rispondere alle sollecitazioni
dei bisogni più urgenti, occorrono
dedizione, una reciproca e più fraterna assunzione di responsabilità,
perché non si costruisce senza dare
ideali e speranze.
Una buona e costante predisposizione alle valutazioni sagge, equilibrate e alla pazienza, farà sì che il
senso del dovere non sia confuso
con uno scoraggiante rigorismo, e
che l’amore comprensivo non venga
scambiato per remissione, evitando
da un lato un comportamento troppo passivo che non promuove il dialogo e dall’altro un’invadenza
eccessiva.
Occorre oggi “l’uomo” di fede
sicura, ben motivata e convinta, vissuta in profondità, in modo che traspaia in tutte le sue parole e azioni,
capace di contribuire a costruire un
futuro di giustizia, di solidarietà e di
pace.
Il Sud - che vive oggi tra complesse ed articolate contraddizioni,
frutto spesso più di un sistema politico logorato dalla formidabile corruzione diffusa, che dalle pur consistenti eredità del passato - ha urgente
bisogno di tornare a credere in se
stesso: deve mandare i bambini a
scuola, far rispettare i piani regolatori e le liste di collocamento, pagare
le tasse e così via, insomma servono
uomini capaci ed onesti, regole, istituzioni.
Purtroppo, finora è stata prevalente una cultura rinunciataria e
frammentata, ripiegata sul privato o
tesa unicamente al profitto, incapace
di grandi progetti e di coraggiose
spinte ideali, ma è pur vero che l’indifferenza va scossa, la memoria coltivata, la violenza rintuzzata.
A Calitri, ad esempio, le vuote
promesse dell’Amministrazione
Comunale ogni giorno vengono
smentite dai fatti in un paese che
3
langue, che si trascina verso una
meta lontana e nebulosa: le poche
aziende del paese in profonda ed
irreversibile crisi, i giovani alla
disperata ricerca di un lavoro, i
miliardi del terremoto che non si riesce ad assegnare, una netta frattura
fra Palazzo e popolo, un andazzo che
sgomenta..
Troppo poco, davvero troppo
poco. Che delusione!
Ma non bisogna fermarsi , non
bisogna scoraggiarsi, e se faticoso,
lungo e difficile apparirà il rinnovamento, occorrerà tener duro, collaborando, aiutando, lottando non soltanto per sé ma anche, ed essenzialmente, per gli altri.
Questa è la vera sfida da vincere.
Raffaele Salvante
NATALE
1996
Nessuno
è in comunione con Dio
se non è
in comunione col mondo;
abbiamo il coraggio,
per amore di Dio
e del prossimo,
di dare senza misura.
AUGURI
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
IV GIORNATA DELL’EMIGRANTE
l 31 agosto 96 ha avuto luogo, nella
Igionale
sala convegni della XV° Fiera Interredi Calitri, il programmato incontro dibattito sulla “Disoccupazione giovanile nelle aree depresse” promosso ed
organizzato dall’Associazione Romana
dei Calitrani.
Il relatore Roberto Tittarelli, segretario confederale della CISL, ha svolto
una relazione di alto profilo riscuotendo
l’apprezzamento degli altri oratori inter-
venuti che hanno portato un contributo
al dibattito.
L’On. Maretta Scoca, che presiedeva
la manifestazione, l’assessore Provinciale prof. Giovanni Acocella, il Segretario Provinciale del PDS Giuseppe
Carillo, i responsabili della CISL Michele Caso e Vincenzo Somma, L’On. Giuseppe Gargani che concludeva i lavori.
Nell’occasione sono stati consegnati i
premi posti in palio dall’A.R.C. ai
Lo stand della Pro- Loco alla Fiera Interregionale di Calitri.
Calitri 31 agosto 1996 Nella sala convegni della Fiera Interregionale. Incontro - dibattito sulla
disoccupazione giovanile, organizzato dall’Associazione Romana dei Calitrani. Da sinistra: Somma Vincenzo (Cisl-AV) - Tittarelli Roberto (segretario confederale Cisl) - preside Cerreta Vito Alfredo - Russoniello Lucia - Mesce Denise - Di Milia Giovanni (tre alunni vincitori dei premi) - on.le Scoca Maretta
- Sansone Nicola - Varraso Domenico - Paolantonio Vito (altri alunni premiati) - on.le Gargani Giuseppe - Scilimpaglia Laura (alunna premiata) - prof.Acocella Giovanni (assessore provinciale) - prof.
Marchitto Vito (sindaco di Calitri) - Cicoira Antonio (presidente A.R.C.) - preside Cicoira Michele.
4
seguenti tre alunni delle scuole superiori
di Calitri, i cui temi, prescelti da un’apposita commissione (Sindaco prof. Marchitto Vito, Preside prof. Cerreta Vito
Alfredo, prof. Melaccio Gerardo, prof.
Acquaviva Franco e Presidente C.N.A.
Di Maio Antonio) hanno riportato giudizi lusinghieri:
dell’Istituto Statale d’Arte: Russoniello Lucia che ha vinto una telecamera,
Mesce Denise che ha vinto un radio registratore e Di Milia Giovanni che ha vinto
una macchina fotografica.
Ai seguenti alunni è stata consegnata
una medaglia ricordo fatta coniare dall’A.R.C. con un nastrino color “granata”
riproducente il colore del Comune di
Calitri:
del Liceo Scientifico: Capasso Alessandro - Tobia Daniela - Sansone Nicola
- Cianci Giuditta; dell’Istituto Tecnico
Commerciale : Paolantonio Vito - Varraso Domenico e Scilimpaglia Laura.
Nel corso del dibattito non sono
mancati apprezzamenti per una iniziativa
presa da persone che ormai non risiedono più a Calitri, ma che sono profondamente legate alla propria terra di origine
e ne condividono difficoltà e problemi.
Il giorno 5 settembre 96, con la fattiva collaborazione della Pro - Loco e del
Circolo Aletrium, si è svolta la IV°
Giornata dell’Emigrante.
Alle ore 16 dalle adiacenze del
monumento all’emigrante si è mosso un
corteo formato da bambini in costume
tradizionale, coppie di contadini giovani
ed anziani con arnesi da lavoro, suonatori di “quattro bassi” seguiti dal gruppo
folkloristico “LA TAKKARATA” guidato dal presidente dott. Nino Capobianco, di Fragneto Monforte (BN), in costume tipico, musica di fisarmoniche e
organetti , accompagnata ritmicamente
con bacchette di legno (takka’r).
Il corteo, attraverso il corso Garibaldi, ha fatto una prima sosta nel corso
Matteotti dove il gruppo folkloristico si è
esibito sul palco predisposto per la festa
dell’Immacolata, in una serie di pregevoli balli che hanno riscosso gli applausi
del pubblico presente in piazza della
Repubblica, gremita di gente, sono state
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
rappresentate due scene di vita di altri
tempi:
La raccolta del granone;
Le donne che andavano a lavare all’Ofanto.
La rievocazione di questi episodi di
vita contadina autenticamente e magistralmente interpretati da un gruppo di
donne in costume tradizionale che si
sono gentilmente prestate (Maffucci
Antonietta - Maffucci Benedetta - Maffucci Vincenza e Di Maio Francesca) ha
riscosso un grande successo.
Per gli anziani sono state rievocazioni vissute con commozione, per i giovani una occasione per vedere in azione
“la trebbia r’ r’ gran’rinij” la “Torcitura” delle lenzuola bagnate, lu “t’rsiegghj’” la “r’ssia” ecc. elementi e fatti
della civiltà contadina che vanno perdendosi nel tempo.
Dopo una ulteriore esibizione del
gruppo “LA TAKKARATA” ed un ballo
collettivo è stata distribuita al pubblico
una “callara r’ v’zun’” e del buon vino
attinto da un recipiente sistemato nella
piazza su di un trespolo.
La commozione più intensa e la
curiosità più viva sono state manifestate
dai numerosissimi emigranti presenti
provenienti dall’Australia, Venezuela,
Canada, Germania, Usa ed altri paesi
del mondo.
La serata si è felicemente conclusa
con una allegra e festosa serata danzante
presso il ristorante “La Villa” di Maffucci Eduardo.
Il Cronista
Palio di Calitri 1996, la squadra vincente “cas’nov’”.
Foto XXXX: Calitri 7 settembre 1996, dopo 26 anni si sono ritrovati tutti insieme, i sei figli di Cestone Canio (u’ curat’licch’) e di Di Cairano Antonietta (pind’). Da sinistra Maria - Giacinta - Anna - Assunta - Bartolomeo e Giuseppe.
UN SALUTO
DALLA SVIZZERA
timati compaesani, con molto piaS
cere e un po’ di timore mi accingo
ad iniziare questa esperienza come
“cronista Alecs”, che è stata la 1°
Associazione di Calitrani all’estero,
con ben 6 anni di attività associativa
in Svizzera, caratterizzata da 3 Cantoni
di Zona : il Comitato di S. Gallo, del
Ticino e di Balsthal di cui il sottoscritto fa parte.
L’ALECS (Associazione Lavoratoti Emigrati Calitrani in Svizzera) ha
sempre ritenuto di dover mantenere
buoni rapporti, sia con Calitri (amministrazione e comunità), sia con le
varie Associazioni Calitrane, che
abbiamo visto nascere in questi 6 anni,
partecipando - nel limite del possibile alle varie manifestazioni da loro organizzate.
Abbiamo anche, da diverso tempo,
lanciato l’idea di creare un filo conduttore unico che coinvolgesse tutte le
Associazioni Calitrane, ma finora c’è
5
stato un interesse soltanto verbale; speriamo vivamente che in un prossimo e
vicino futuro ci si voglia sinceramente
confrontare su questo argomento.
Credo sia doveroso da parte mia
ringraziare il Comitato di S. Gallo e in
particolare i signori Gautieri Giuseppe e Di Maio Leonardo per aver assolto così brillantemente il compito di
“cronista Alecs” durante tutti questi
anni; compito sicuramente non dei più
facili da eseguire.
Un sentito augurio per le Feste
Natalizie va a tutti voi Calitrani residenti a Calitri, in Italia e in particolare
a tutti coloro che, come me, si trovano
in terra straniera.
Antonio Cianci
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
VARIE ATTIVITÀ
nche quest’anno il Circolo CultuA
rale e Ricreativo “ALETRIUM”
ha organizzato nei giorni 16, 17 e 18
agosto la terza edizione del “Palio di
Calitri” con quattro squadre: Castiegghj/Cascina - Croce - Varianda Casenove e per la seconda volta consecutiva è stato vinto dal rione Casenove.
Le iniziative del Circolo sono continuate con la manifestazione “Teatro
in Centro” quest’anno realizzata in collaborazione con l’Associazione “Sipario”, con la rappresentazione di “Ninetta” una vicenda drammatica accaduta
nel 1830; “U’ nobb’l’ cavalier’”, la traduzione scenica di un antico canto
popolare molto famoso; “Soldati di
Crocco”, la ricostruzione di un episodio di brigantaggio avvenuto a Calitri
nel 1861: “T’agg’ ritt’ r’ no!”, una sanguinosa storia degli anni ’40 che ripropone la condizione femminile di quell’epoca; il tutto con grande successo
di pubblico nelle serate del 25 e 29
agosto.
Il prossimo 24 dicembre si rinnoverà l’appuntamento col tradizionale
“Presepe vivente di Calitri”, ispirato a
quello Napoletano del ’700.
Nell’ambito della manifestazione
“Natale Insieme”, l’Associazione Teatrale e Culturale “SIPARIO” organizza
per il 22 dicembre al Centro Sociale di
Calitri una rappresentazione teatrale di
Dino Falconi dal titolo “Paparino”,
brillante commedia, interpretata dal
GRUPPO 8 di Rionero con la regia di
Lillino Covella; continueranno intanto
i corsi di dizione e recitazione.
ALL’ASSOCIAZIONE
CALITRANI
IN GERMANIA
che il 16. XI. 1996
ha avuto la sua riunione
annuale, facciamo pervenire
il nostro saluto fraterno
ed affettuoso di ogni bene.
Glen Cove N.Y. (USA) il mastrimonio di Antonietta Metallo figlia di Metallo Vincenzo e M. Margheri.
PRO-LOCO
uest’anno, sempre per valorizzare
Q
il centro storico, sono stati proiettati due films in piazza della Repubblica,
con un discreto successo di pubblico,
che ha potuto accomodarsi su circa 300
sedie, oppure gustare la pellicola dalle
gradinate o loggioni della piazza; l’attrezzatura e la macchina da proiezione
sono state noleggiate dalla ditta Assanti
di Mirabella Eclano.
La prima pellicola proiettata il 28
luglio è stata “Il Postino” con Massimo
Troisi , il 24 agosto il film “Palermo Milano solo andata” di Claudio Fragasso, ambedue hanno riscosso un notevole
afflusso di pubblico.
Successivamente, dal 24 agosto all’8
settembre, è stata allestita, presso il Piccolo Teatro Comunale (ex ECA), una
personale di pittura di Pasquale NICOLAIS, inaugurata dal sindaco di Calitri
prof. Vito Marchitto e dal presidente
della Pro - Loco ed ha visto una scelta e
attenta partecipazione di pubblico, fra
cui il Preside e gli insegnanti dell’Istituto Statale d’Arte “S. SCOCA”.
Nell’ambito della XV° Fiera Interregionale, tenutasi a Calitri dal 25 agosto
al 1 settembre, la Pro - Loco ha partecipato con uno stand in cui sono state
esposte le pubblicazioni più recenti di
autori locali.
Inoltre è stato organizzato, lunedì 26
agosto, un Convegno sul tema “Trasporto merci su rotaia e Alta Irpinia: realtà o
mera utopia”, con moderatore il dott.
Antonio Porcelli, direttore di “Opinioni” e gli interventi del prof. Marchitto
sindaco di Calitri, del prof. Giovanni
Acocella assessore Attività Produttive
6
Amministrazione Provinciale di Avellino. del dott. Pietro Mitrione dirigente
Area trasporti FF.SS. Spa. del prof. Enrico Ferrara, segretario provinciale CISL,
del dott. Raffaele Lieto segretario provinciale CGIL, dell’ing. Oreste La Stella, direttore conf/commercio di Avellino,
del sig. Rocco Donatiello presidente
CNA di Avellino, dell’on.le Enrico
Indelli, del dott. Enzo Venezia, presidente Consorzio Trasporti Irpini, del
dott. Gaetano Sicuranza, presidente
Comunità Montana “Alta Irpinia” e il
prof. Luigi Gesù Anzalone, presidente
Amm.ne Prov:le di Avellino.
Il dibattito ha sottolineato l’esigenza
di potenziare la tratta Avellino - Rocchetta S. Antonio, soprattutto adesso che
nel territorio ci sono sei nuclei industriali e due grossi poli FIAT: Melfi e
Pratola Serra.
Inoltre, la ristrutturazione dell’asse
ferroviario porterebbe un potenziamento
del settore turistico per la riscoperta del
complesso monastico S. Guglielmo al
Goleto, del lago Laceno e dei laghi di
Monticchio.
Per il periodo autunnale abbiamo in
programma di presentare la cartina
toponomastica del centro storico abitato;
infine, come di consuetudine, organizzeremo “Il Natale insieme 96” in collaborazione con le altre Associazioni;
molto importante è la partecipazione dei
commercianti, che consente di addobbare le principali vie del paese con
meravigliose luminarie; ma il fatto più
significativo è che queste manifestazioni
aggregano tutte le Associazioni, nonché
l’A.C. e la Comunità Montana.
In fine abbiamo in programma la
proiezione di alcuni films presso la ex
casa dell’ECA.
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
P. GERARDO CIOFFARI O. P.
CALITRI NEL TRECENTO
I Gesualdo, le guerre, la peste e la fine di Castiglione
(Continua del numero precedente)
3. Nicola (1321-1326) e Giovanni
Gesualdo(1326-1333) .
N
icola Gesualdo era un cavaliere
già affermato alcuni anni prima
che il padre acquistasse Calitri da Raimondo del Balzo. Prova ne è che nel
1297 ricopriva l’ufficio di giustiziere
di Terra di Bari. Nè va sottovalutato il
fatto che la più potente famiglia di
Barletta, quella dei Della Marra, non
esitò nel 1309 a dargli in sposa la consanguinea Clemenza. Di lui scrive il
De Lellis:
Nicolò, che secondo chiameremo
di questo nome in questa famiglia, fu
per succession paterna Signor di Calitri, e altre Terre di sopra mentovate, e
per succession materna Signor di
Cagiano. E nel 1297, venendo chiamato Cavaliere, vedesi esser Giustitiere della Provincia di Terra di Bari,
fu sua moglie Clemenza della Marra
figliuola di Guglielmo, che prese con
700 oncie di dote, e con essa fè Giovanni, Mattia, Francesca, e forse
anche Iacopella maritata a Giovanni
di Lagni Signor di Sicignano.
La sua presenza nella transazione
relativa a Calitri ed Auletta potrebbe
far pensare che Mattia avesse già
prima associato il figlio primogenito
nel governo di Calitri. La cosa ha una
indiretta conferma da un documento
del 1308 relativo a S. Maria in Elce.
Ivi si apprende che Nicolò Gesualdo
aprì un’aspra contesa con l’abate di
S. Maria in Elce a causa di un mulino
che in contrada Tufarella macinava
con le acque dell’Ofanto. Ovviamente
Nicola non contestava l’uso dell’acqua dell’Ofanto, bensì il fatto che per
accedere al mulino i monaci e gli abitanti del casale facevano un tratto di
strada “posta lungo il corso del fiume
Ofanto e la terra Tufarella”, che apparteneva a Calitri. Per cui Nicola cominciò a creare dei fastidi e ad ostacolarne
il transito. La cosa si tirò per le lunghe, causando dei ritardi nella manutenzione del mulino e quindi danni
considerevoli. La vertenza si chiuse
per intervento del re che, in data 7
luglio 1308, scrisse al giustiziere di
Principato Ultra, ordinandogli di fermare le molestie del Gesualdo e salvaguardare i diritti dell’abbazia.
Ma, se molto presto Mattia si era
associato il figlio Nicola nel governo
di Calitri, ciò non vuol dire che egli
abitasse nel castello di questa città, in
quanto anch’egli era continuamente
impegnato militarmente tra Calabria,
Sicilia e per affari in Puglia.
Intorno al 1326 moriva Nicola,
lasciando tre figli: Giovanni o Giannotto, Mattia e Francesco. Come primogenito, fu Giovanni ad ereditare i
tre feudi di Calitri, Caggiano ed Auletta. Morto senza figli, il suo feudo fu
ereditato dal fratello Mattia II.
Purtroppo, del suo periodo non ci
sono pervenuti documenti significativi, e quindi è impossibile dare un giudizio di valore sul suo comportamento.
Tale lacuna non permette di trarre conclusioni sull’andamento dell’economia
del paese sia per il quinquennio del
governo di Nicola che per i sette anni
del governo di Giovanni. È da supporre
però che in un paese a prevalente produzione agricola lo scorrazzare impunemente dei banditi desse poco adito
ad una ripresa dell’economia. Un dato
che restava stabile era la ricchezza
boschiva. In tal senso eloquente è un
documento del 27 giugno 1325 col
quale re Roberto ordinava all’appaltatore Ciccio di Montella di reperire e
tagliare legna per la costruzione dei
remi. Fra le località menzionate figurano Calitri e S. Maria in Elce. Ma
7
forse anche la produzione del grano
cominciava a riprendersi.
4. Mattia II Gesualdo (13331370): la scomparsa di Castiglione.
L’epoca di Mattia II, nonostante l’acume politico del suo feudatario, rappresenta per Calitri (come per tutto il
Regno) uno dei periodi più tristi. Mai
come a quel tempo si accoppiarono due
terribili calamità quali la peste e la
guerra. E quella peste, descritta vivamente anche dal Boccaccio, decimò le
popolazioni meridionali.
Mattia II Gesualdo, in tante drammatiche vicende del Regno, riuscì non
solo a mantenersi a galla, ma persino
ad arricchirsi e ad allargare i suoi possedimenti. Prima che la bufera avesse
inizio nel 1348, Mattia si era sposato
due volte. In prime nozze sposò nel
1331 Giovanna di Diano, morta la
quale, intorno al 1340 sposò Antonella
Acquaviva, vedova di Antonio da Celano. Ciascuno dei matrimoni gli permise
di aggiungere ulteriori feudi a quelli
che già aveva. Poi, poco tempo dopo la
morte di re Roberto (1343), dalla regina
madre Sancia acquistò il feudo di
Pescopagano per seimila scudi d’oro.
Nel mentre Mattia II cercava di
consolidare i suoi feudi, aveva una
svolta anche il feudo “gemello” di Calitri, e cioè Castiglione. Nel febbraio del
1340 il re, nel rimunerare il conte di
Capaccio, Federico di Antiochia, per i
servizi resi nella guerra di Sicilia, gli
donò i feudi di Bisaccia, Castiglione,
ed il casale di Uscata, presso Bisaccia,
che un secolo dopo nei documenti è
definito “diruto”.
Federico di Antiochia, che lasciò il
feudo di Bisaccia alla figlia Giovanna,
aveva fatto l’iter inverso rispetto a quello del signore di Calitri Giovan Galeotto. Mentre quest’ultimo era passato agli
Il CALITRANO
Aragonesi, Federico era passato dalla
parte angioina. Si trattava comunque di
donazioni che non ledevano i diritti
della curia concernenti il bene dello
stato. Infatti, pochi mesi dopo, ed esattamente il 25 luglio di quell’anno, il re
ordinava a Guglielmo di Giacomo, cittadino di Castiglione, di tagliare nei
boschi della zona ed in Basilicata diecimila aste di legno per lance e dardi.
Cinque anni dopo si verificava un
episodio che sembra rispondere alla
strategia di unificazione ed espansione
feudale di Mattia II. Il fratello minore
Francesco sposava Giovanna d’Antiochia, baronessa di Bisaccia. Non è facile dire quanto in questo matrimonio
entrasse l’amore e quanto il disegno
politico. Certo è che riunire sotto la
stessa famiglia due feudi così vasti
apriva orizzonti nuovi dal punto di vista
di una tranquilla laboriosità degli abitanti. Infatti, molti dei disordini e delle
violenze erano facilitati dalla possibilità
per i fuorilegge di riparare nei feudi
contigui, dove non erano ricercati.
Per tutta la valle dell’Ofanto si avvicinavano intanto tempi duri. Ma, se per
Calitri fu il dramma della popolazione,
per Castiglione il disastro si risolse
nella scomparsa della stessa cittadina.
Quando nel 1348 Luigi d’Ungheria
invase il Regno di Napoli per vendicare
l’assassinio del fratello Andrea, che egli
attribuiva alla regina Giovanna, uno dei
suoi generali cinse d’assedio la città di
Melfi, che resistette per diversi mesi.
Una resistenza che, ovviamente, se fu
un bene per Melfi, non lo fu per le
località vicine, che gli ungheresi depredarono a piacimento per vettovagliarsi. Fu così che alcuni casali furono
abbandonati e gli abitanti si rifugiarono
nei centri dove la difesa era più agevole. È da credere che gli abitanti di
Castiglione si rifugiassero parte a
Bisaccia e parte a Calitri.
Non si conosce la sorte di Calitri in
quei frangenti, ma è da pensare che
subisse ugualmente il saccheggio degli
ungheresi e sicuramente la depredazione del suo territorio. Si sa, infatti, che
Mattia II in quella fiera guerra prese le
parti di Giovanna I contro Luigi d’Ungheria, il che ovviamente dava mano
libera agli ungheresi di saccheggiare a
piacimento tutta la valle dell’Ofanto.
Questo sacrificio della popolazione
negli anni 1348-1350 fruttò a Mattia II
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
Gesualdo la riconoscenza della regina
Giovanna I (rientrata dalla Provenza
ove era fuggita) e alla cittadina per
qualche tempo l’esenzione dalle collette fiscali annuali.
Anche se non c’è una testimonianza
diretta delle depredazioni ungheresi a
Castiglione, ci è pervenuto un atto di
compra-vendita molto eloquente al
riguardo. Il 19 dicembre 1350, quando
l’invasione ungherese volgeva al termine, il feudatario di Castiglione, Petruccio di Antiochia, che era fratello di
Giovanna di Bisaccia, vendette il suo
feudo al cognato Francesco Gesualdo,
fratello di Mattia II. Così, anche se non
sotto il feudatario di Calitri, Castiglione
rientrava nella famiglia Gesualdo. Si
trattava però di una “riunificazione”
diversa dalla situazione precedente. È
vero che negli ultimi tempi Castiglione
si era più che dimezzato rispetto a Calitri, ma era pur sempre un feudo del
valore di 24 once. Invece, in questo atto
del dicembre 1350 la cittadina non esiste più. Tornano infatti espressioni
come castrum et terram Castellionis
devastatos et dirutos, oppure predictam
terram cum predicto castro dirupte et
devastate.
Scompariva così un feudo strettamente legato a Calitri, ma con una
notevole autonoma vitalità. Nella sua
struttura urbana aveva avuto delle belle
chiese, come quella di S. Angelo, menzionata nella bolla di Innocenzo III del
1200. Il cronista conzano Donat’Antonio Castellano, verso la fine del XVII
secolo, ricordava anche la chiesa di
S. Egidio.
Se lo stesso cronista è attendibile,
bisogna anche dire che Castiglione era
formato da due diversi centri, uno detto
Castiglione de Murra e l’altro (“più
avanti”) il Castello della Contessa. Tale
distinzione però, supportata dalla bolla
del 1200, non dovrebbe essere intesa
come distinzione di due centri abitati
(= terre) o casali. La soluzione è indicata dalla stessa bolla di Innocenzo III,
nel senso che il castrum abitato fosse
Castiglione della Contessa, mentre il
castello della contessa era solo un
castello ad una certa distanza dal centro
abitato. Il caso non era tanto infrequente. Basti pensare al castello di Gravina, che era (ed è) notevolmente distante
dalla città.
Quindi il feudo di Castiglione venduto da Petruccio di Antiochia a Francesco Gesualdo non era che un ammasso di ruderi, destinato a divenire col
tempo il “bosco di Castiglione”. Nonostante ciò, Petruccio non riuscì a trasmettere effettivamente il feudo al
cognato, in quanto l’ordine non era
12) Spinazzola (BA), 13.08.1994, Festa Madonna del Bosco, da sinistra : Bovio Cosimo 2° assistente
Congrega - Di Carlo Michele di Antonio - Priore Congrega Cerreta Vito Alfredo - S. Em.za Cardinale Giuseppe Antonio Bevilacqua di Philadelphia (USA), figlio di una calitrana Codella Maria (sckambè) Codella Vincenzo di Antonio - Don Vincenzo Cubelli, padre spirituale dell’Arciconfraternita Immacolata Concezione di Calitri.
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Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
ancora tornato nel Regno e potenti
signorotti qua e là dettavano legge. Uno
di questi si era impadronito di Castiglione, per cui Petruccio si rivolse al re
Luigi di Taranto. Sembra che il passaggio di proprietà potesse aver luogo soltanto ai primi del 1354. Certo è che in
data 8 aprile di quell’anno, con atto del
notaio Nicola di Giovanni di Bisaccia,
Petruccio, avendo ottenuto la conferma
regia, incaricò il suo procuratore Antonio Mennecchia di investire Francesco
del suddetto feudo.
Intorno al 1360 si spegneva Francesco che, dalla moglie Giovanna
d’Antiochia, aveva avuto soltanto una
figlia, Margherita. Quest’ultima, qualche tempo dopo, decise di alienare a
favore di Mattia II Gesualdo il feudo
di Castiglione e di Fontanarosa, al prezzo complessivo di 1500 once d’oro. Nel
relativo documento c’era la seguente
espressione: castrum Castellionis exhabitatum, il che sta ad indicare che negli
anni successivi non c’era stato alcun
ritorno degli abitanti. Quanto a Bisaccia, c’è da dire che in un documento
del 1371 (consultato dal De Lellis),
come signore del feudo compare Elia,
penultimo figlio di Mattia II. Ora, a
meno che Margherita non alienasse
anche il feudo di Bisaccia di cui era
signora, si potrebbe pensare che andasse in sposa al cugino Elia.
Così, disabitato e diruto, il feudo di
Castiglione rientrava nella giurisdizione
di Calitri.
Cogliendo occasione dalla scomparsa di Castiglione, l’Acocella fa menzione di altri quattro casali non più esistenti, S. Marco e Sant’Arcangelo (in
contrada Vetrano), S. Pietro e S. Zaccaria. Il borgo seu casale di S. Pietro è
ricordato nelle Carte di Montevergine
in un atto del 1493 del notaio Giacomo
di Solofra. Ma esisteva da prima del
1200, anno in cui come S. Pietro in
Insula viene ricordato nella citata bolla
di Innocenzo III. Più noto ai calitrani
(ancora oggi) è S. Zaccaria che in un
Bollettino del 1809 veniva così descritto: lo stesso tavolario Vinaccia indicò
come sito in mezzo al bosco di Castiglione il casale diruto di S. Zaccaria, il
quale trovasi oggi prossimo al Vallone
di Rifezza. Interessante anche la testimonianza dell’Acocella che nel 1923
parlava di vastità delle molte e fantastiche rovine, anche se poco dopo le ridi-
mensiona in un diruto castello e pochi
ruderi.
Per quanto riguarda l’altro importante casale, quello di S. Maria in Elce,
c’è da dire che per motivi e con strumenti a noi ignoti superò brillantemente la prova della guerra e della peste.
Infatti nell’anno 1361 l’abate pagò alla
camera apostolica di Avignone la notevole somma di 165 fiorini d’oro. Questa floridezza del monastero e del casale faceva ovviamente gola a Mattia II
Gesualdo. Ed è da pensare che facesse
di tutto per entrarne in possesso. Si tratta però di supposizioni possibili alla
luce delle vicende d’inizio Quattrocento. E comunque S. Maria in Elce rimase libero ed autonomo per tutto questo
secolo.
Quando nel 1378 scoppiò lo scisma
d’occidente, iniziato come fatto ecclesiastico e sviluppatosi in contrasti politici e militari, Mattia II era riuscito ad
aggregare sotto la signorìa della sua
famiglia molti feudi. Egli però non
volle aspettare di morire (intorno al
1390) per trasmettere i feudi ai suoi
discendenti. Fu così che intorno al 1370
operò una divisione feudale tra tutti i
suoi figli, e cioè Nicola, Giovannello,
Luigi, Ruggero, Elia e Roberto. Calitri, con Auletta e Caggiano fu concessa
al primogenito Nicola, che quale signore di Calitri va designato come Nicola
II. Pescopagano fu concesso a Giovannello, mentre Bisaccia, come si è detto,
andò ad Elia. L’altro, e il più in vista,
dei figli di Mattia II, Luigi, riuscì ad
entrare in possesso di Conza.
5. Nicola II Gesualdo (1370-1400
c.): Calitri per i Durazzeschi
Calitri, insieme a Caggiano, Auletta, Capossele, Buonoventre e Fontanarosa, era andata dunque al primogenito
Nicola (che l’Ammirato chiama Lionetto, e che d’ora in poi indicheremo
come Nicola II Gesualdo). Castiglione,
insieme a Cairano, Selvapiana e Ruvo,
andò al quartogenito Luigi, almeno a
giudicare dal fatto che più tardi si ritroveranno come possedimenti del figlio
Elia.
Qualche anno dopo, e precisamente
nel 1378 scoppiava lo scisma ecclesiale che portò la chiesa ad avere due papi
contemporaneamente, Urbano VI italiano e Clemente VII francese. Gio9
vanna I prese parte ovviamente per
quest’ultimo, il che portò Urbano VI a
contrapporle come re Carlo III di
Durazzo. Questa volta i Gesualdo si
schierarono contro la regina a favore
di Carlo III. E se il signore di Calitri
Nicola II restò dietro le quinte, in
prima linea si espose il fratello Luigi
che combattè al fianco di Carlo III,
entrando con lui in Napoli nel 1381.
Uscito vincitore dalla guerra, il re fece
rinchiudere la regina nel castello di
Muro Lucano, dove il 27 luglio del
1382 fu trovata strangolata.
Vana fu la ripresa della guerra da
parte di Luigi d’Angiò, che nel 1384
moriva di peste a Bari. Così, come
nella guerra del 1348-50, anche in questa i Gesualdo avevano cavalcato il
cavallo vincente. Quanto a Luigi
Gesualdo, venne rimunerato dal re con
la donazione del feudo di Conza, tolto
alla contessa di Avellino, Elisabetta del
Balzo, per essersi questa schierata
dalla parte di Giovanna e del papa Clemente VII.
Pur non essendoci documenti al
riguardo, vi sono molti indizi per dire
che anche Calitri sostenne il nuovo re
Ladislao, figlio di Carlo III, contro il
nuovo oppositore, Luigi II d’Angiò.
Solo durante l’assenza del re, che era
partito per Roma, seguendo l’esempio
di Avellino, i Gesualdo erano passati a
Luigi II. Al ritorno del re, il conte di
Avellino oppose fiera resistenza, ma
fece sapere al re che se Luigi II non
fosse andato in suo aiuto, egli si sarebbe arreso. L’aiuto non venne, ed il
conte di Avellino aprì le porte all’esercito di Ladislao.
I Gesualdo seguirono l’esempio di
Avellino, e tornarono sotto le insegne
di Ladislao. È vero che nelle fonti narrative, come l’Istoria del Di Costanzo,
non si parla di Calitri ma solo dei
Gesualdo. Ma è altrettanto vero che
questi storici parlano dei Gesualdo in
modo unitario, il che sta ad indicare
che la famiglia, che ora signoreggiava
su quasi tutta l’Alta Irpinia, negli ultimi decenni del Trecento condusse un
disegno politico unitario. Una constatazione, questa, che rende meno deludente la mancanza di documenti sulla
morte e la successione feudale di Nicola II che, con una certa approssimazione si potrebbe porre intorno all’anno
1400.
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
CONCLUSE AD ANDRETTA
LE “SESTE GIORNATE STORICHE”
Convegno e Mostra sulla emigrazione
ndretta è ritornata, dopo qualche
A
anno, ad essere il centro della cultura storiografica altirpina, con le “Seste
Giornate Storiche “, incentrate su un
Convegno nazionale di studi sul tema
“L’emigrazione transoceanica dalla
Campania tra ottocento e Novecento.
Al Convegno è stata abbinata una interessante “Mostra bibliografica documentaria e fotografica”.
Alla lodevole e significativa iniziativa hanno partecipato il Comune di
Andretta, la Società Storica Irpina, il
Dipartimento di Scienze Storiche e
Sociali dell’Università di Salerno, la
Regione Campania, l’Amministrazione
Provinciale di Avellino e la Comunità
Montana Alta Irpinia.
Hanno concesso il loro alto patrocinio il Presidente del Senato, il Ministro
dell’Interno ed il Presidente della Regione Campania. Hanno aderito alla manifestazione, assicurando la loro collaborazione in forme e modi diversi, la Fondazione “G. Agnelli” di Torino, il Centro
Studi Emigrazione di Roma, l’Istituto
Italiano Studi Filosofici di Napoli, l’Archivio Storico-Diplomatico del Ministero
degli Affari Esteri, la Soprintendenza
Archivistica della Campania, gli Archivi
di Stato di Avellino, Caserta, Napoli e
Salerno, l’Archivio storico del Banco di
Napoli, i Comuni di Cuneo e di Morano
Calabro e la Comunità Montana Valceresio.
Adesioni dall’estero sono pervenute
dall’Associazione Storica Italo-Americana di New York, dal Centro di Ricerche sull’Emigrazione dell’Università di
Temple - Filadelfia, dal Centro Storico
di Ricerca sull’Immigrazione dell’Università del Minnesota, dal Columbia
College di Chicago, dal Centro di Studi
Migratori Latino - Americano di Buenos Aires, dall’Archivio Storico di
Olevvaria (Argentina), nonché da diversi docenti universitari stranieri, la cui
partecipazione al Convegno non è stata
possibile per problemi di natura finanziaria.
Hanno altresì aderito all’iniziativa
le Ambasciate del Canada e del Venezuela, i Consolati Generali in Napoli
degli Stati Uniti, del Cile, del Paraguay
e del Venezuela.
Notizie sul Convegno sono state
date dal quotidiano “Il Mattino” del 28
luglio 1996, nonché dai periodici irpini
“Altirpinia” n. 9 del 15 maggio 1996;
“La Gazzetta dei Morresi Emigrati”,
n. 5/maggio 1996; “Il Calitrano” n. 2
n.s. luglio/agosto 1996; “Voci da Teora”
n. 5/6 maggio-giugno 1996; “S. Gerardo” n. 6/giugno 1996.
Scoca Vincenzo, nato il 1906 e deceduto nel
1932.
10
Nelle intense e proficue due “giornate Andrettesi” sono stati non solo illustrati gli aspetti storici e statistici del
grandioso fenomeno di massa che attraversò, con lacerazioni anche dolorose,
le nostre popolazioni tra la fine del
secolo scorso e l’inizio di quello attuale,
ma anche dibattuti alcuni argomenti di
attualità, quali l’emigrazione di ritorno
ed il voto agli emigrati..
Il Convegno è stato aperto il 3 agosto 1996 con i saluti del sindaco di
Andretta prof., Camillo Caputo, del presidente dell’Amministrazione Provinciale prof., Luigi Anzalone, dell’assessore provinciale alla p.i. prof. Giuseppe
Moricola, del prefetto dr. Renato Stranges e del sindaco di Avellino dr. Antonio Di Nunno; ha presieduto i lavori
della prima giornata il prof. Massimo
Mazzetti, Direttore del Dipartimento di
Scienze storiche e sociali di Salerno.
La relazione introduttiva su “La
grande migrazione” è stata svolta dalla
prof.ssa Franca Assante, titolare della
cattedra di Storia Economica di Napoli,
che ha magistralmente tratteggiato 100
anni di emigrazione italiana dal 1876
(anno delle prime rilevazioni statistiche
ufficiali) al 1976 (anno di esaurimento
della parabola a cui subentra una tendenza di segno opposto). L’Italia, con
il 1976, diventa da paese di emigrazione, paese di immigrazione.
Sono seguite le relazioni del prof.
Guido Panico e della dr.ssa Ornella De
Rosa, entrambi della Facoltà di Magistero di Salerno, i quali si sono intrattenuti rispettivamente su “L’emigrazione dalla Campania” e su “Il viaggio”,
che è stato articolato nelle fasi della
“partenza”, della “traversata” e dell’“arrivo”, che sono state illustrate attraverso la proiezione di interessanti diapositive.
È seguita la relazione del dr. Gianfranco Pecchinenda, della Facoltà di
Sociologia di Napoli, che ha trattato
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
delle “Memorie migranti”; il prof. Toni
Iermano, della Facoltà di Lettere di Cassino, ha svolto un’interessante relazione
sulla “letteratura campana e il tema
dell’emigrazione transoceanica”.
Infine il generale Nicola Di Guglielmo, presidente della Pro Loco Andretta
- dopo i ringraziamenti di rito - ha sommariamente esposte le motivazioni del
Convegno ed ha illustrato le sezioni
della Mostra bibliografica, documentaria e fotografica.
Dopo l’interessante comunicazione
di Vincenzo Somma sull’emigrazione
irpina, ha tratto le conclusioni della
prima giornata il prof. Giuseppe Di
Taranto, ordinario alla Facoltà di Economia e Commercio di Salerno, il quale
ha, - tra l’altro - sottolineate l’importanza e la funzione delle rimesse anche
nello sviluppo industriale italiano.
Nella seconda giornata - presieduta
dalla prof.ssa Franca Assante - il dr.
Roberto Guidi, sociologo, ha trattato il
tema “Lo scenario delle partenze e l’evoluzione delle dinamiche migratorie in
Irpinia”; la dott.ssa Anna Maria Zaccaria, della Facoltà di Sociologia di
Napoli, ha illustrato l’argomento “Irpini a Boston: i percorsi individuali e le
dinamiche del successo”.Quindi, il prof.
Riccardo Scartezzini, della Facoltà di
Sociologia di Trento, ha trattato il tema
“Identità ed emigrazione”, sottolineando
l’importanza delle “liste di sbarco”
nello studio del fenomeno migratorio,
di cui ha ridimensionato le cifre, tenendo conto del flusso dei ritorni.
Il dr. Gianluigi Carullo, della Facoltà di Economia e Commercio di
Napoli, ha parlato sul tema “Le rimesse
degli emigrati irpini”; il generale Nicola Di Guglielmo ha illustrato “L’emigrazione dell’Alta Irpinia” esponendo
in particolare la situazione e l’emigrazione del circondario di Sant’Angelo
dei Lombardi (circa 90.000 persone dal
1876 al 1915) e del comune di Andretta
(oltre 3.500 individui nello stesso quarantennio).
Il prof.Giuseppe Imbucci, della
Facoltà di Magistero di Salerno, ha trattato il tema “L’emigrazione: passato e
presente”, sottolineando il ruolo dell’emigrazione quale grande fattore di
civiltà e grande patrimonio di energie e
di lavoro all’estero.
È seguito uno stimolante dibattito,
nel quale sono intervenuti il prof. Mas-
simo Mazzetti (che ha richiamato l’attenzione sulla sopravvalutazione delle
dimensioni dei flussi migratori), il prof.
Gennaro Passaro (che ha tra l’altro riferita l’esperienza migratoria del nonno),
il prof. Carlo De Rosa (che ha fatto riferimento al caso di un emigrante calitrano che non ha fatto fortuna negli Stati
Uniti), l’ins. Michele Guglielmo (che
ha recitata una sua poesia sull’emigrante), il dott. Luigi Miele, residente negli
Stati Uniti (che ha parlato delle condizioni degli emigrati andrettesi delle
varie generazioni) ed infine il prof. Riccardo Scartezzini (che ha ribadita la
grande confusione che regna sulle cifre
dei flussi migratori, dalle quali vanno
sottratte quelle anch’esse consistenti dei
rimpatri).
Al termine, il prof. Giuseppe Acocella, ordinario di Etica Sociale alla
Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, nel sottolineare l’importanza degli
incontri andrettesi, ha, con rapide ma
efficaci pennellate, tratte le conclusioni
del Convegno, che va considerato non
un’operazione erudita ed accademica,
ma un rilevante contributo alla migliore conoscenza del fenomeno migratorio della Campania, ed i cui frutti potranno cogliersi meglio successivamente.
Il Convegno, infatti, non si è esaurito nella trattazione accademica e dotta
del fenomeno migratorio o nell’arida
elencazione di dati e cifre, né un’operazione “di facciata” per la ricorrenza del
decennale della costituzione della Pro
Loco Andretta. Esso, nel porre problematiche varie, ha inteso proiettarsi nel
futuro; e in questo senso che va accolto
l’invito del generale Nicola Di Guglielmo, che, nell’assicurare l’impegno suo e
dell’Associazione per la pubblicazione
degli “Atti” del Convegno, ha rivolto
viva preghiera agli studiosi ed agli emigrati di voler inviare dati, elementi, notizie e documenti sull’emigrazione dai
rispettivi paesi.
Al Convegno hanno fatto seguito
altre due importanti manifestazioni
organizzate dal Comune di Andretta,
con la collaborazione della Pro Loco
Andretta e il patrocinio della Società
Storica Irpina: il gemellaggio del
Comune di Andretta (3.000 abitanti)
con la città di Ramapo (94.000 abitanti
di diverse nazionalità), dello Stato di
New York, nella giornata dell’11 agosto; e la presentazione del libro “Andretta nella prima metà dell’800” di
Carmine Ziccardi, nel pomeriggio del
18 agosto da parte del prof. Giuseppe
Acocella.
Debora Bertoli, nata a Novara il 15.03.1993, figlia di Incoronata Mollica e Roberto Bertoli.
11
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
DIALETTO E CULTURA POPOLARE
A CURA DI RAFFAELE SALVANTE
MODI DI DIRE
Acqua passa e sckera ven’
Adda cr’pà ncuorp’
Cu lu muss’ a lu s’rvizzij
Eia amar’ v’len’
Fatt’ assì l’uors’
M’ so’ apparat’
Mo’ t’ rach’ la sett’ma!
Nzorfa tu!
Sckupp’teia e citt’
Ten’ cust’manza e curt’sia
PROVERBI
= è sempre la solita musica
= deve crepare
= attento al suo compito
= è amaro, come un veleno
= sputa l’osso
= mi sono saziato
= ora ti do la settima… lezione!
= aizza tu !
= mangia e stai zitto
= ha educazione e cortesia
S’eia sciut’ a f’ccà nsotta
è andato a sottomettersi
La r’cotta r’ zi Saverij
rinomata per la sua squisitezza
U’ cchiù brutt’ aspiett’, a tav’la e a liett’
l’aspetto meno presentabile a tavola e a letto
La preta morta coc’ egghia egghia
la preta morta cuoce da sola
Hamm’ì fatt’ a bbota cangiata!
abbiamo fatto al contrario
Si lu ntuon’ t’ntona
se po provochi ti risponde
S’ vaj lavann’ r’ vocqua
va sparlando in giro
Eia na vucculona
parla a vanvera
Sap’ r’peng’ lu sol’
è un bravo pittore
Chi rona, car’ venn’
chi dona, vende a caro prezzo
Calitri 1960, la famiglia di Cianci Vincenzo (u’ mbagliasegg’), da sinistra :
Francesca - Salvatore - Giovanni - Antonio, seduti : Caputo Maddalena - Giuseppe e Cianci Vincenzo.
Angelo Iannella, musicofilo, nella giornata del 1° settembre 1996 mettendo
dei fiori al Monumento ai Caduti di Calitri ha fatto suonare, dal Concerto
bandistico (in piccolo), inni patriottici in onore di tutti i Caduti.
12
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
RIFLESSIONI
aver maturato una discreta
D opo
esperienza stando per un quarto di
secolo al servizio dello sport e in particolar modo del calcio, posso oggi asserire che è stata una esperienza senz’altro
positiva, forse perché vissuta in un particolare momento del nostro paese inteso
come comunità.
Terminato questo rapporto nel 1993
mi sono ritrovato in questi ultimi tre
anni, sempre per il mio spirito di associazionismo, a dovere espletare altri
compiti per la comunità, atti a migliorare i rapporti socio-culturali della nostra
Calitri; tutt’altro genere di organizzazione, comunque sempre a contatto con la
popolazione. In soli tre anni ho notato
un radicale mutamento e un nuovo
metro di comportamento della gente che
ha lasciato in me un doloroso sconforto,
e di questo il nostro paese ne risentirà
chissà ancora per quanto tempo.
Un primo mutamento si avverte in
un mini esodo, ma che potrebbe risultare
un vero e proprio fenomeno di emigrazione da parte di persone o famiglie che
vanno in cerca di lavoro in altri luoghi;
certamente non più l’emigrante con la
valigia di cartone, ma un vero modello
come si conviene a quattro anni dal
nuovo secolo.
Un secondo mutamento è il modo di
vivere la festività della domenica dei
calitrani; mi ricordo di domeniche super
affollate lungo la passeggiata, ora invece
c’è mutamento anche negli orari: la mattina delle domeniche è una pena! a parte
quelle quattro anime che escono dalla
chiesa e animano per un po’ il corso, il
resto è abulìa totale.
Le sere della domenica poi, ricordo
che si usciva per lo “struscio” nel tardo
pomeriggio per rincasare all’ora di cena;
adesso la cena è stata abolita o sostituita
con il fast-food e quando le tenebre sono
calate da un bel po’ il corso si rianima (o
forse siamo tutti vampiri?).
In ordine volutamente cronologico
ho lasciato per ultimo le considerazioni
che forse sono la “chicca” di queste mie
riflessioni. In questi ultimi anni girando
per il paese e avvicinando gente per chie-
dere il contributo per la festa patronale
me ne sono sentite di cotte e di crude: chi
si lamenta che sono stati relegati nella
riserva e non vedono niente; chi, i più
intransigenti, vorrebbero le feste davanti
casa; i più magnanimi la vorrebbero nel
loro quartiere; chi esclama “come si
fanno ancora queste feste!!... e puntuali li
vedi in quei giorni in prima fila.
Ci sono poi i nostri concittadini residenti fuori Calitri i quali vorrebbero le
feste nel periodo delle loro ferie perché
si sentono stranieri ed estranei nel loro
paese natio dove nessuno pensa a rendere piacevole il loro soggiorno.
LA CASA ABBANDONATA
L’albero spoglio e le foglie
cadenti
accanto a una casa colorata
e abbandonata,
il prato verde e
il sole giallo.
È un miscuglio di colori
che rendono ancor più bella
la piccola casetta abbandonata.
Fiordellisi Enza
(V elementare)
VALORE DI UN SORRISO
Un sorriso non costa nulla
e rende molto,
riempie chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dona.
Il tuo sorriso non dura che un secondo
ma quel sorriso è infinito,
rimane scolpito nel cuore di chi lo riceve.
Ricordati, inoltre, che nessuno è così povero
da non poterne donare.
Ma sta bene attento
ché il valore di un sorriso non ha prezzo
né si può prestare, né si può comprare,
poiché il suo valore
è solo nell’istante in cui si dona.
Se qualcuno in strada non te lo dona,
donalo Tu
poiché nessuno ne ha così bisogno
di chi non lo sa donare
Bonzanini Daniele
13
C’è poi una totale assenza per una
qualsiasi manifestazione socio-culturale che è pane quotidiano nel resto dei
paesi limitrofi e di tutta la provincia.
A parte qualche estemporaneità di alcuni volenterosi, che poi resta fine a se
stessa, il resto è notte fonda. Invece di
fare la gara di resistenza ad eliminazione
diretta dello “struscio”, perché non dedichiamo un po’ del nostro tempo ad una
qualsiasi manifestazione? invece di
recarci nei paesi limitrofi per assistere
ad ogni tipo di spettacolo?
Tutti vorrebbero divertirsi, poi ci sono
i soliti ignoti pronti a criticare tutto e tutti,
e meno male che siamo un popolo di
istruiti avendo da cinquant’anni le scuole
di ogni ordine e grado e se queste istituzioni non ci fossero sai che delizia!...
In questo triste momento, senza
voler togliere niente a nessuno o fare
termini di paragone, noi siamo soltanto
cinquemila anime in più dei nostri dirimpettai di Cairano.
Raffaele Tuozzolo
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
CONCORSI
IX Edizione del Premio Nazionale di
Poesia Religiosa
“Dott. GENNARO SCETTA
CITTÀ DI POGGIOMARINO”
Le poesie dovranno pervenire, entro
il 31 dicembre 1996, per ogni eventuale
informazione rivolgersi alla Redazione
di PRESENZA - Sezione Concorsi Via Palma, 59 - 80040 STRIANO (NA)
tel. 081/827.62.64.
•••
Con il patrocinio del Comune di Padova e in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Manifestazioni è
indetto il
•••
Con il patrocinio del Comune di Milano e con la collaborazione del periodico di cultura e di notizie sui premi d’arte e letteratura il Grillo, è indetto la
prima edizione del
Concorso Nazionale
ADSINT
di poesia
Le opere dovranno pervenire entro
il 31 gennaio 1997.
Per informazioni rivolgersi a Concorso ADSINT di poesia - Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori Via Venezian, 1 - 20133
MILANO tel. 02/70.60.08.48 23.90.772.
Calitri 7.02.1955, matrimonio fra Scoca Vincenzo (pisciap’rtiegghj’) e Cestone Maria Luigia
(a’ chiscia), da sinistra in piedi: Galgano Maria
Michela - Cestone Vincenzo - Scoca Rosina Cestone Francesco - Scoca Donato; seduti:
Di Milia Antonia - Scoca Vincenzo - Cestone
Maria Luigia. (Foto Leone).
XXVII Premio di poesia
Formica Nera - città di Padova
Segreteria: Via Dignano, 11 - 35135.
Le poesie devono pervenire entro il
5 aprile 1997, per informazioni rivolgersi alla Segreteria o telefonare al
049761.77.37.
•••
Il periodico “Il Galeone” promuove la
XVI° Edizione del Premio
Nazionale Letterario (Poesia)
- Artistico “CITTÀ DEL
PELORO”
nelle due sezioni: A poesie in lingua e
B poesie in vernacolo siciliano. Chiusura del bando 28 febbraio 1997.
Per essere ammessi al concorso bisogna abbonarsi al periodico “Il Galeone” inviando £. 30.000 mediante c/c
postale n.10008985.
Per più precise informazioni rivolgersi
a Peloro Editrice Complesso Peloritano Pal. D - 98125 CONTESSE
MESSINA.
N ATA L E
Questo giorno di Natale
vien per bene o vien per male?
Se per ben dell’alma nostra
come il testo ci dimostra.
Come va che giunto appena
il demonio si scatena
e conduce dal profondo
tutti i diavoli nel mondo?
Dunque è un giorno che nel viso
porta il ben del Paradiso
ma nel fondo e nell’interno
tutto il brutto dell’Inferno.
Nel sentir di qua e di la
un continuo tà, tà, tà
nel sentir di giù e di sù
un continuo bù, bù, bum.
Nel veder razzi e faville
già per l’aria a mille a mille.
È una prova manifesta
che di Dio non è la festa.
Ma che pagasi un tributo
a Lucifero cornuto.
Dopo questo terremoto
incomincia un altro moto.
Voglio dir della burrasca
che non lascia un grano in terra.
14
Ma il demonio più si sfrena
verso l’ora della cena.
Cena fatta per crepare
assai più che per mangiare.
Non si mangia se non esce
sulla tavola quel pesce,
che del timido serpente
è strettisimo parente.
Taccio qui la varia e grande
quantità delle vivande.
Delle salse e degli aromi
e dei gustosi maccheroni;
vino, dolci vari e liquori
che di senno mandan fuori
certi tipi, e fra questi tali
turpi succidi animali,
che ubriachi come stanno,
pria dell’ora in chiesa vanno
e poiché pregar non ponno
restan ivi a farsi un sonno.
Questo è l’uso, e in guisa tale
si santifica il Natale?
maestro Luigi Armiento
(segnalataci da Michelangelo Armiento
da Dusseldorf)
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
N
E
C
R
O
L
O
G
I
Giovanni Roina
15.8.1920 † 1.8.1996
Antonio Maffucci
22.3.1930 † 20.8.1996
Antonietta Zarrilli ved. Ferrara
19.8.1917 † 30.11.1995
La moglie Lucia, i figli Giuseppe e Carmine, con le nuore Marisa e Teresa, uniti
ai parenti tutti, lo ricordano con affetto.
“La tua scomparsa ci lascia soli, ma il tuo
ricordo ci sarà di sollievo e di conforto”
Non rattristiamoci di averla perduta, ma
ringraziamo Dio di averla avuta. I figli
Dorina, Michelina e Michele.
La moglie Michelina Capossela, i figli
Giancarlo ed Anna, la nuora Sabrina, il
genero Antonello, la nipotina Marina, le
famiglie dei fratelli e sorelle, cognati e
cognate e tutti coloro che lo amarono.
Francesco Zabatta
1.11.1912 † 5.9.1991
Nel quinto anniversario della sua dipartita, la moglie Lucia, i figli Vito, e
Michele, i nipoti e i parenti tutti, lo
ricordano con affetto.
D’Auria Vincenza ved. Zarrilli
1928 † 9.11.1995
Il marito, le figlie, i figli i nipoti e i
parenti tutti, la ricordano a coloro che
la conobbero nella ricorrenza del secondo anniversario della sua scomparsa.
Antonio Cianci
23.4.1976 † 26.1.1995
Giuseppe Di Carlo
Calitri 28.8.1914 † Australia
7.11.1992
Nel quarto anniversario della scomparsa,
la moglie Filomena, il figlio Donato, la
nuora e i nipoti lo ricordano con affetto.
Giuseppe Senerchia
16.10.1922 † 26.9.1990
Nel sesto anniversario della sua dipartita
la moglie e i figli lo ricordano con lo
stesso amore di sempre.
15
La mamma Antonietta, il papà Michele
e il fratello Marco, nel secondo anniversario della sua scomparsa lo ricordano
con lo stesso amore di sempre.
Erminio Zarrilli
21.12.1929 † 24.10.1995
Ha dedicato la sua vita al lavoro e alla
famiglia. La sua forza e il suo coraggio
ci aiutano a vivere. La moglie e i figli in
ricordo.
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
AUGURI
ELISABETTA
Elisabetta Bardi, di Certaldo, studentessa
di architettura presso l’Università di Firenze,
usufruendo di una borsa di studio “Erasmus”
continuerà i suoi studi a Dublino in Irlanda
per otto mesi.
Animata da un genuino entusiasmo e da
un grande desiderio di approfondire i suoi
studi e le sue conoscenze culturali, la giovane studentessa si è trasferita in quella bellissima nazione, lasciando nei suoi cari un
senso di tristezza per la lontananza.
A Elisabetta, ai genitori Saverio e Grazia,
ai fratelli Pierluigi ed Alessandro, a Francesco a Lei tanto caro, ai parenti tutti ed agli
amici, giungano gli auguri più fervidi della
nostra redazione.
FORTE È IL SUO AMORE
PER NOI E LA FEDELTÀ DEL
SIGNORE DURA IN ETERNO.
(Salmo 116)
FIGLI DELLA PRIMAVERA
a vigna che diede linfa al mio sangue sannita
Lal ritorno
sfiora i miei sogni quando abbaiano i cani
del padrone Ulisse.
Siete figli della Primavera, voi contadini,
fedeli custodi della civiltà agricola!
Avete il coraggio di restare
dove il pastore dorme col suo gregge
i bimbi nascono nello stradone delle canne.
Noi esuli salpiamo per treni di frontiera
dove muore l’antico rito liturgico
della musica del canneto che ondeggia
al vento di aprile, al primo vagito dei neonati.
Lasciatemi tornare alla terra della mia infanzia
sorridere di nuovo all’arrivo della Primavera
cantare tra i giunchi dell’Occhito il mio primo amore
disperdere quest’esilio nell’utopia della storia
baciare ancora una volta il velo della Veronica
accompagnare Cristo morto in processione
la sacra notte di Venerdì santo.
Odo ancora la nenia sannita
della giovane zingara che accanto alla culla
spergiura la fattura di una strega!
Sotto l’incubo delle bombe
le grotte di tufo di Colle San Marco
contengono ancora il lamento delle donne
le lacrime dei bimbi che piangono la guerra.
Per me la tua bocca ha ancora il sapore di miele
i tuoi capelli neri il profumo delle ginestre
i sentieri sanniti cantano la favella d’amore.
Tanelli Orazio
dagli USA
L’AQUILONE
C
ome il bambino che gioca nel prato
sogna di volare lontano,
insieme col suo aquilone colorato,
nel cielo infinito;
così gli uomini dovrebbero iniziare a sognare
di volare lontano: verso un mondo nuovo,
dove non esiste l’odio, la rabbia e il rancore,
ma esiste solo l’amore.
Dove saranno tutti uguali,
impareranno ad amarsi per i valori reali.
Dove non si ama o si odia
una persona per il suo colore,
ma per ciò che ha dentro il suo cuore.
Loredana
1956/57 una gita a piedi fino a Monticchio, da sinistra: Minichino Raffaele - De Nora
Bartolomeo - Errico Vincenzo - Melaccio Rodolfo - Rabasca Michele - accoccolati:
Di Maio Michele e Caputo Antonio.
16
Questa poesia di Irma Loredana Galgano di Calitri, ha conseguito
il 3° premio nella XVI° edizione del Premio Letterario Internazionale “PUGLIA VIVA” che è stato assegnato il 27.10.96 nella sala
Rosa del Palazzetto dell’Arte in Foggia. Auguri vivissimi.
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
NOZZE D’ORO
Cestone Maria Teresa (ciannill’) nata il 6.4.1916 e Martiniello Vito Salvatore
(papp’lon’) nato il 29.5.1916, sposati il 22.4.1936 hanno festeggiato i loro
60 anni di matrimonio.Auguri.
Caputo Angela (lena) nata il 26.9.1924 e Maffucci Angelo (ndundar’)
nato il 3.8.1921 sposati il 10.9.1945 festeggiano i loro 50 anni di matrimonio.Auguri.
Lucrezia Antonietta, nata il 1.2.1922 e Nicolais Francesco, nato il 7.10.1922,
sposati il 21.12.1946, festeggiano i loro 50 anni di matrimonio.Auguri.
Calitri 23 settembre 1996, da sinistra Di Maio Angela - Di Milia Michele Di Maio Salvatore e Galgano Maria Antonia, sposi il 23 settembre 1946,
Di Maio Franca Lucia e Frucci Bruno.Auguri per i 50 anni di matrimonio.
Caserta Emma e Basile Aniello, sposati il 14.9.1946, hanno festeggiato i
loro 50 anni di matrimonio.Auguri.
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Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
MOVIMENTO DEMOGRAFICO
Rubrica a cura di Anna Rosania
I dati, relativi al periodo 24.05.1996 al 10.10.1996, sono stati rilevati
presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.
CINGUL’ E VRUOCCH’L’
(gnocchi e broccoli)
NATI
Mauro Alessandra di Giuseppe e di Rabasca Gerardina
Nicolais Cinzia di Giuseppe e di Acocella Maria A.
Galgano Erika di Vincenzo e di Zabatta Isabella
Bavosa Gaetana di Antonio e di Di Cosmo Maria
Maffucci Maria Grazia di Angelo e di Rossi Angela
Metallo Maria di Antonio e di Toglia Rosanna
Russo Gianna di Antonio e di Maffucci Annamaria
Stanco Enzo di Franco e di Leone Concetta
Di Napoli Cristina di Canio e di Metallo Filomena
Gallucci Antonella di Donato e di Lucrezia Pasqualina
Maffucci Adriana di Michele e di Ragazzo Joséphine
Del Moro Pasquale di Giuseppe e di Schettino Lucia
Calabrese Ilaria di Gerardo e di Santoro Maria Giuseppina
14.05.1996
13.06.1996
15.06.1996
30.06.1996
03.07.1996
13.07.1996
23.07.1996
28.07.1996
30.07.1996
20.08.1996
02.09.1996
07.09.1996
11.09.1996
MATRIMONI
Piumelli Giuseppe e Cucciniello Michela
Cialeo Vincenzo e Immerso Lidia
Di Milia Vincenzo e Di Salvo Maria
Miele Vincenzo e D’Ambrosio Paola
De Rosa Luciano e Melillo Angelica
Galgano Michele Arcangelo e Acocella Anna Maria
Rao Pasquale e Gautieri Annamaria
Zabatta Emilio e Cubelli Maria Vincenza
Corazzelli Vincenzo e Cappiello Maria Margherita
Pastore Canio e Fierravanti Tina Julie
Dragone Leone e Pompeo Stefania
Depalma Nicola e Sansone Maria Antonietta
Iannece Aldo e Capraro Elvira
Metallo Gerardo e Russo Rosa
Di Domenico Giuseppe e Galgano Lucia
Di Napoli Antonio e Di Cecca Angela
Maffucci Michele e Zarrilli Pierina Gerarda
Maffucci Michele e Di Maio Francesca
Armiento Michele e Rosamilia Grazia
Cerreta Giuseppe e Margotta Enza
Natale Vito Antonio e Maffucci Enza
Cestone Canio e Gallo Giuseppina
Lamanna Gerardo e Galgano Filomena
Russo Giuseppe e De Nicola Giuseppa
Caruso Michele e Forgione Mariagrazia
Iuliano Pietro e Galgano Mirella Pina
Zarrilli Stefano e Masi Stefania
Cubelli Alfonso e Maffucci Gaetana
Caruso Angelo e Pannisco Armida Antonia
Astone Gustavo e Zarrilli Lucia
Nannariello Pasqualino e Ricciardi Marina
24.04.1996
22.06.1996
01.07.1996
08.07.1996
08.07.1996
20.07.1996
20.07.1996
22.07.1996
25.07.1996
27.07.1996
03.08.1996
07.08.1996
08.08.1996
10.08.1996
12.08.1996
14.08.1996
17.08.1996
19.08.1996
19.08.1996
21.08.1996
28.08.1996
29.08.1996
31.08.1996
04.09.1996
07.09.1996
07.09.1996
07.09.1996
07.09.1996
14.09.1996
21.09.1996
28.09.1996
MORTI
Toglia Vittoria Adelaide
Metallo Rosa
Galgano Mariangela
Masciola Diamante
Metallo Giuseppe
Di Milia Stefano
Della Badia Gaetana
Di Muro Canio
Miele Francescantonio
Di Milia Rosa
Galgano Angela
Roina Giovanni
Cicoira Lucia
Pasqualicchio Lucia
Cestone Francesca
Di Napoli Vito
Ruberto Matilde
Ricette
24.03.1905 - 18.05.1996
10.10.1914 - 13.06.1996
23.01.1922 - 22.06.1996
28.03.1903 - 22.06.1996
15.11.1915 - 11.07.1996
17.04.1920 - 14.07.1996
25.08.1911 - 19.07.1996
06.03.1913 - 21.07.1996
06.04.1914 - 23.07.1996
02.01.1936 - 24.07.1996
27.01.1915 - 29.07.1996
15.08.1920 - 01.08.1996
18.12.1911 - 08.08.1996
28.02.1909 - 14.08.1996
26.05.1911 - 20.08.1996
18.09.1934 - 20.08.1996
04.02.1910 - 01.09.1996
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Ingredienti: farina di semola di grano
duro, cime di rapa, olio d’oliva, sale,
peperoncino piccante a pezzetti, aglio.
Mettere la farina a fontana sulla spianatoia (hramm’la), versarvi nel mezzo
un po’ d’acqua tiepida, una presa di sale,
lavorare l’impasto piuttosto sodo, lasciarlo riposare una mezz’ora.
Trascorso questo tempo, lavorare di
nuovo l’impasto e ricavarne dei bastoncini sottili e lunghi, infarinarli allineati
sulla spianatoia e tagliarli con la “paletta” in pezzetti di un centimetro circa
(cingul’), rendendoli cavi premendo con
le dita.
Nel frattempo preparare le cime di
rapa (vruocch’l’) lavandole e sgocciolandole. Mettere a bollire in una grossa
pentola l’acqua con il sale, cuocere
insieme gnocchi e broccoli; a cottura
avvenuta, sgocciolarli e versarli in una
zuppiera (spasetta).
In un tegamino (sartasc’nieggh’) far
rosolare l’olio e l’aglio, eliminare quest’ultimo e mettere il peperoncino a pezzetti, allungare il tutto con un po’ di
acqua di cottura della pasta, versare il
soffritto nella zuppiera e servire con
buon vino “r’ la v’sc’glieta” fresco di
cantina.
Valerio Russo
NUOVI PENSIONATI
n una suggestiva cerimonia alla preICircolo,
senza di tutti i settanta insegnanti del
martedì 3 dicembre 1996 nella
scuola elementare di Mercatello, presso
il 9° Circolo di Salerno, il direttore
didattico dottor Vincenzo Sica, ha conferito una pergamena con medaglia
ricordo agli insegnanti Remigio Schiavo
- Vito Carmine Villani e Mario Carucci, dispensati dal servizio per inidoneità
fisica permanente con decreto n. 8385
del 10.07.96 dopo circa 33 anni di insegnamento senza demerito.
Ai festeggiati auguriamo una serena
e lunga quiescenza.
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
SOLIDARIETÀ COL GIORNALE
Angela - Cianci Giuseppe - Maffucci Rosa e Angela - Paolantonio
Vito - Del Re Nicola - Santoro Angiolina - Di Cecca Antonia e
Paola - Cerreta Francesco - Di Muro Leonardo - Cerreta Maria Via
II° Sotto Macello 32 - Nivone Michele - Scarlatella Domenico - Di
Guglielmo Michele e Angela - Lucrezia Raffaele - Codella Vito Via
I° Gagliano 3 - Gautieri Vincenzo - Caputo Maria - Immerso
Maria - Tateo Domenico - Nigro Angelo - Martiniello Antonietta e
Vito - Lucrezia Antonio - Fastiggi Giuseppe - Cestone Vito “Tutto
Musica” - Di Milia Antonio Via Circonvallazione 44 - Nivone
Giuseppe - Galgano Francesco Via Ferrovia 3 - Di Milia Alfredo Di Napoli Donato - Zabatta Lucia - Fastiggi Anna - Lettieri Canio Sena Anna - Rabasca Vitantonio - Di Milia Maria Via M.A. Cicoira 34 - Bozza Vincenzo - Cerreta Alfonso - Gervasi Benedetta Zarrilli Maria Grazia - Margotta Pasquale - Maffucci Antonio
“Elektron” - Cianci Giuseppe - Fiordellisi Antonio - Bavosa Gerardo
- Zarrilli Lorenzo Corso Rinascimento - Stanco Maria Antonia Via
Faenzari 10 - Russo Canio - Russo Michelarcangelo - Di Cairano
Antonio Contrada Sambuco - Scoca Vincenzo Contrada Sambuco
- Buldo Giovanni - Di Milia Maria Teresa Vico Pittoli 4 - Galgano
Vito Via Torre - Armiento Canio - Caputo Vittorio - Codella Francesco - Ricciardi Lucia Gaetana - Capossela Giuseppe (Genova) Borsellino Giuseppe (Contursi Terme).
DA CALITRI
10.000: Giuliano Salvatore - Maffucci Francesco Piazza Michelangelo - Fasulo Sergio - Nigro Maria - Gallucci Carmela - Di
Napoli Rocco - Di Guglielmo Francesco - Fierravanti Pasquale Fierravanti Pietro - Vallario Lorenzo Via De Sanctis - Di Maio
Maria Michela - Nappo Paolo - Della Badia Pietro - Galgano
Giuseppe - Balascia Gerardo - Maffucci Maria e Bozza Canio Di Gugliemo Giuseppe Corso Rinascimento 10 - Codella Giuseppe Contrada Difisette - Galgano Donato - Zarrilli Giuseppe Di Maio Vito - Tornillo Giovanni - D’Amelio Pietro - De Nicola
Rocco - Leone Giuseppe - Galgano Canio - Mastrullo Giuseppe Zarrilli Gerardino - Ricciardi Fernando - Cestone Gaetano Zabatta Rocco Via A. Del Re 19 - Sicuranza Giovanni - Di
Cecca Vito - Codella Luigi - Di Maio Salvatore - Marino Pietro Fiordellisi Giuseppe - Cestone Franchino - Cerreta Giuseppe - Di
Milia Patrizia - Zarrilli Michele Via Stanco 46 - Di Milia Giovanni Via A. Manzoni 1 - Iannece Antonio - Errico Vito - Rauso
Gaetana - Lucadamo Vincenzo - Russo Antonio - Galgano Umberto - Panelli Peppino - Zarrilli Leonardo - Galgano Pasquale Caputo Pietro - Lettieri Angelomaria - Cianfano Nerina - Siconolfi
Anna - Fiordellisi Giovanni - Di Maio Vincenzo Via Pittoli 55 Quaranta Vincenzo - Di Maio Giovanni Via Sotto Concezione 48
- Di Roma Giuseppe.
25.000: Sezione Mutilati e Invalidi di Guerra - Maffucci Filomena - Nicolais Cristina vedova Acocella - Delli Liuni Antonio.
30.000: Nappo Raffaele - Rubino Michelantonio - Di Milia
Giovanni Via Dante 21 - Del Cogliano Giuseppe - Metallo Michele Via Circonvallazione - De Rosa Enzo - Nicolais Francesco - Del
Re Giovanni - Maffucci Maria - Cestone Francesco - Santamaria
Francesco - Galgano Maria Gaetana “Fiori” - Zabatta Vitale Associazione Medica “Nuova Sanità” - Maffucci Angelo Via
Campo Sportivo 9 - Lettieri Pietro - Di Carlo “Cartolibreria” - Zarrilli Maria e Vittorio - Senerchia Giuseppe Via I° F.De Sanctis 10
- Iannolillo Giovanni - Germano Giuseppe “Bar” - Zabatta Rocco
- Delli Liuni Giulio - Martiniello Vincenzo - Armiento Orazio - Zarrilli Giuseppe Via I° Sotto Macello 12 - Di Milia Maria Antonia Sansone Lorenzina - Maffucci Lorenzo (riav’l’) - Tornillo Salvatore
- Del Re Ascenzio - Zabatta Berardino Via F. Tedesco 60 - Sena
Antonio - Cerreta Michele - Calà Gerardo - Di Milia Antonietta
(Milano) - Di Milia Angela (Palma Campania) - Armiento Michelina (Alessandria).
15.000: Cerreta Rosa Antonia - Di Milia Michele Via Macello 6
- Pastore Raffaele Via Sotto Concezione - Scoca Vincenzo Via Pittoli 86 - Acocella Antonietta - Lucrezia Pasquale - Tuozzolo Antonio Vincenzo - Tornillo Giuseppe Nicola - Metallo Rocco - Zarrilli Canio Via De Sanctis 33 - Cerreta Michele Via Circonvallazione 139 - Strollo Salvatore - Tancredi Giuseppe - Metallo Giovanni Paludi di Pittoli - Zarrilli Vincenzo Contrada Traggine - Di
Milia Raffaele - Gautieri Donato - Gautieri Michele - Di Maio Giuseppe Vico Cirminiello 13 - Metallo Giovanni - Tateo Antonio N.N. - Zarrilli Vincenzo Via R. Guttuso - Codella Mario Vico IV
Pittoli 5 - Basile Donato Via G. Marconi 14.
20.000: Pasqualicchio M.A. - Rabasca Antonio Mario - Del
Cogliano Antonietta - Del Moro Vincenzo - Bruniello Giuseppina Polleria Zabatta Vincenzo - Maffucci Pietro - Di Carlo Maria Francesca - Di Cairano Canio - Panelli Armando - Racioppi Agostino
Via M.A. Cicoira - Gautieri Vincenzo Via A. Del Re 34 - Grasso
Antonio - Maffucci Edoardo - Acocella Gabriele - Di Milia Vincenzo Contrada Montecaruso - Metallo Vito - Armiento Marianna
- Cirminiello Vittorio - Capossela Giovanni - Maffucci Giuseppe
Mario - Zarrilli Giuseppe - Di Cairano Lucia - Caruso Girolamo
Paduli di Pittoli - Lucrezia Vincenzina - Tuozzolo Rosamaria e Raffaele - Di Cairano Vincenzo Via L. Zarrilli 16 - Gallucci Vincenzo
Via F. Tedesco 68 - Cialeo Vincenzo Via Ten. Margotta 54 - Fierravanti Gaetana - Cicoira Romualdo - Cubelli Iolanda - Simone
Pasquale - Cialeo Giuseppe - Di Cecca Angelomaria - Caruso Salvatore - Caputo Vincenzo - Zampaglione Donato - Zabatta Vincenzo - Gautieri Donato - Coppola Vincenzo - Cestone Giuseppe
- Ricciardi Antonio Via Dante 13 - Galgano Domenico - Di Carlo
Antonio - Di Napoli Salvatore Antonio Contrada Sambuco - Di
Cairano Antonio Via Circonvallazione 128 - Lungaro Canio Zarrilli Canio - Vallario Leonardo - De Nicola Giuseppe - Maffucci
Vittorio Via Sotto Pittoli 30 - Di Roma Canio - Di Cairano Gaetano
- Di Cairano Giuseppe - Miranda A. Pasquale - Melaccio Gerardo
- Cestone Benedetto - Cubelli Giuseppe - Zarrilli Antonio Corso
Matteotti 31 - Lucrezia Michele - Don Vincenzo Cubelli - Scoca
Rosa - Cetta Rosetta - Zarrilli Vito Via F. De Sanctis - Margotta
40.000: Rabasca Rosalia vedova Margotta - Armiento Giuseppe - Raho Alberto.
50.000: Lampariello Esterina - Basile Emma ed Aniello - Di
Milia Michele Via R. Guttuso 20 - Armiento Giuseppe - Lucadamo
Ottavio - Maffucci Raffaele - Pasqualicchio Vincenzo - Vallario
Leonardo - Rondinini Maurizio - Stanco Michele - Rabasca Michele - Maffucci Salvatore - Rossi Polestra Maria - Di Maio Teresa - Di
Maio Luigi - Codella Vito Corso Garibaldi 44 - Zarrilli Ricciardi
Grazina “Oreficeria” - Cicoira Osvaldo - Lampariello Michele Galgano Giovanni Mario - Rabasca Vito Michele - Ricciardi
Vitale Via F. Tedesco 59 - Salvante Raffaella - Senerchia Lorenzo
- Caruso Girolamo - Zabatta Vittorio - Toglia Luigi - Toglia Michele - Delli Liuni Vitantonio - Mons. Mario Malanga - Cicoira Virginia - Cono Sud - Cerreta Giuseppe Via Papa Giovanni 2 - Lucrezia Luigina - Cicoira Vincenzo fu Nicola - Fiordellisi Giovanni Girardi Giuseppe - Di Napoli Antonio (Galatina) - Messina Giuseppe (Roma).
100.000: Toglia Giovanni.
120.000: Armiento Vincenzo.
19
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
Leone Mario (Bari) - Galvani Enrico (Cascina) - Di Gironimo
Bruno (Salerno) - De Nicola Salvatore (Prato) - Maffucci Elide
(Padova) - Maffucci Maria Antonietta (Reggio Calabria) - Cirminiello Vincenzo (Roma) - Santeusanio Giovanni (Napoli) - Trofa
Enrico (Avellino) - Frucci Angelo (Roma) - Di Napoli Berardino
(Mariano Comense) - Codella Berardino (Lentate) - Toglia Lidia
(Roma) - Berrilli Giovanni (Roma) - Caputo Antonio (Firenze) Nicolais Giovanni (Napoli) - Buono Marcello (Avellino) - Ricciardi Lorenzo (Napoli) - Pignone Michele (Trani) - Bosio Carla
(Pavia) - Cianci Michele (Brescia) - Russo Franco (Peschiera Borromeo) - Di Napoli Pasquale (Milano) - Zarrilli Angela (Pavia) Carola Federico (Caserta) - Galgano Branca Maria Francesca
(Bergamo) - Abate Michele (Roma).
DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE
10.000: Di Roma Mario (Mariano C.se) - Sebastiano Gaetano
(Gradisca d’Isonzo) - N.N. (Arese) - Marra Canio (Pontedera) Cestone M.Antonietta (Gallarate) - Maffucci Michele (Novate
M.se) - Ricigliano Peppino (Giussano) - Melaccio Vito (Giussano)
- Annunziata Alessandro (Aquilonia) - Marra Sigismondo (Milano) - Capozi Bruno (Roma) - Cestone Metallo Vincenzo (Bergamo) - Zabatta Pasquale (Romanò) - Cerreta Franco (Figino Serenza) - Leone Vitantonio (Bologna) - Di Napoli Vincenzo (Bologna) - Zabatta Francesco (Desio) - Cringoli Ada (S.Angelo dei
Lombardi).
100.000: Scoca Maretta (Roma) - Padre Rosario Messina
(Casoria) - Cestone Mario (Brescia).
15.000: Ricciardi Vitale (Portici) - Zabatta Giuseppe (Nova
M.se) - Di Maio Lampariello Concettina (Trento) - Abate Anna
Maria (Verona) - Leone Giuseppe (Lentate sul Seveso) - Cestone
Michele (Roma) - Maffucci Domenico (Pisa) - Acocella Filippo
(Napoli) - Lucrezia Raffaele (Bollate) - Cerreta Luigi (Bari).
200.000: Ferrara Michelina (Torino).
500.000: Associazione Romana dei Calitrani.
20.000: Gruppo Folk “La Takkarata” (Fragneto Monforte) Vallario Lorenzo (Milano) - Abate Gaetano (Salerno) - Cerreta
Orazio (Caselle) - Gabellini Lorenzo (Firenze) - Di Maio Vito
(Lecco) - Del Cogliano Concettina (Leccio) - Metallo Vincenza
(Roma) - De Rosa Maria (Casorezzo) - Armiento Michelangelo
(Torino) - Cerreta Orazio (Caselle) - Di Napoli Francesco (Biella)
- Maffucci Edoardo (Torino) - Fierravanti Angela (Melfi) -Lampariello Luigi (Salerno) - Lampariello Michele (Salerno) - Zarrilli
Michele (Novate M.se) - Zabatta Donato (Bollate) - Cerreta
Annamaria (Fontanarosa) - Scoca Mauro (Chieti) - Di Marco
Antonio (Taranto) - Di Cecca Canio (Recale) - Russo Donato
(Torino) - Carucci Marco (Caggiano) - Vallario Giuseppe (Grugliasco T.se) - Don Angelo Colicchio (Aquilonia) - Lombardi
Beniamino (Ordona) - Balascio Francesco (Bisaccia) - Cubelli
Orazio (Portici) - Margotta Angelo (Ancona) - De Luca Donato
(Rapone) - Di Muro Franca Maria (Bologna) - Russo Aniello
(Avellino) - Nannariello Giuseppe (Milazzo) - Galgano Canio
(Lentate sul Seveso) - Rabasca Italo (Avellino) - Di Cairano Vitale
(Avellino) - Codella Angelo (Pineto) - Cestone Costantino (Roma)
- Cioffari Maria (Novara) - Acocella Marilena (Reggio Emilia) Della Valva Vito (Bollate) - De Rosa Maria (Casorezzo).
DALL’ESTERO
BELGIO: Galgano Antonio 20.000 - Gervasi Emidio 50.000.
SVIZZERA: Associazione ALECS 580.000 - Vallario Pietro
30.000 - Caruso Vittorio 50.000 - Landi Pompeo 20.000.
FRANCIA: Ragazzo Nicola 30.000.
INGHILTERRA: De Rosa Angela Brattesani 50.000.
GERMANIA : Galgano Rosa e Umberto 50.000 - Tuozzolo
Agostino 50.000 - Zarrilli/Hemming MD 20.
U.S.A.: Polestra Frank M. $ 150 - Cestone Lucietta $ 100 Metallo Vincenzo 30.000 - Frucci Bruno 50.000 - Acocella
Mario $ 50 - Abate Maretta Mike $ 50 - Codella Arturo 10.000
- Marrese Luigi 50.000 - Cicoira Angela $ 20 - Maffucci Maria
e Michele $ 20 - Miano Antonietta e Vincenzo $ 20 - Acocella
Giuseppe $ 10 - CasimiroNicolais Maria $ 10 - Lucrezia Giuseppina $ 10.
25.000: Mucci Vito Michele (Sesto S.Giovanni) - Di Cosmo
Canio (Ancona) - Pasqualicchio Vincenzo (Salerno) - Scoca Giuseppe (Bologna).
CANADA: Lampariello Michele 100.000 - Lampariello Pietro
100.000 - Rabasca Pasquale 50.000 - Fastiggi Giuseppe
50.000 - Margotta Vincenzo $20.
30.000: Galli Alvaro (Capoliveri) - De Nicola Michele (Poggibonsi) - De Nora Bartolomeo (Verbania) - Cerreta Canio (Valmadrera) - Del Cogliano M.Michela (Caserta) - Di Carlo Michele (Casalnuovo) - Polidoro Berardino (Ariano Irpino) - Tornillo
Lucia (Salerno) - Stanco Salvatore (Salerno) - Galgano Amedeo
(Melfi) - Mollica Antonio (Novara) - Aristico Antonio (Siena) Acocella Vincenzo (Bologna) - Manzoli Flavia ed Ascanio (Genova) - Nicolais Luigi (Manfredonia) - Codella Vito (Cremona) Pastore Franco e Leonardo (Taranto) - Codella Michele (Pavona
di Albano) - Di Carlo Alfredo (Avellino) - Di Maio Agostino
(Roma) - Vallario Giuseppe (Firenze) - Nivone Antonio (S. Angelo dei Lombardi) - Bozza Canio (Robecco sul Naviglio) - Del
Cogliano Berardino (Salerno) - Gallucci Donato (Ancona) Bonucchi Alfonso (Roma).
VENEZUELA: Di Napoli Vito 200.000 - Di Cairano Gaetano
50.000 - Zarrilli Canio 10.000 - Cicoira Vincenzo 100.000.
ARGENTINA: Di Milia Giuseppina $ 20 - Buldo Angelo
30.000 - Codella Vincenzo 40.000.
URUGUAY: Metallo Antonietta 25.000.
BRASILE: Di Napoli Berardino 20.000 - Aristico Canio Vincenzo 30.000.
AUSTRALIA: Fierravanti Giuseppe 20.000 - Maffucci Donato
20.000 - Iannece Elvira 15.000 - Di Carlo Filomena $ 20.
LIBRO
35.000: De Nicola Vincenzo (Pavia).
40.000: Zabatta Giuseppina e Francesco (Ostia Lido) - Metallo Cesare (S.Giorgio a Cremano) - Fratel Vincenzo Codella
(Napoli) - Metallo Mauro (Brescia).
Eravamo già in stampa quando ci è giunto, graditissimo, il nuovo libro di Padre Gerardo Cioffari O.P.
50.000: Giannini Mario (Firenze) -Armiento Michelangelo
(Roma) - Balestrieri Francesco (Roma) - Galgano Vincenzo (Brindisi) - Paoli Vittorio (Rignano sull’Arno) - Losasso Rocco (Avellino)
- Cianci Michele (Firenze) - Molinari Emilia (Napoli) - Maffucci
Antonio e Michelina (Scandiano) - Galgano Antonio (Milano) -
CALITRI
Uomini e Terre nel Cinquecento
Edito dal Centro Studi Nicolaiani di Bari
20
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
sentare, in questo libro, dalle sue minuziose esplorazioni il
primo quadro d’insieme sulla storia di Andretta.
Anzitutto va sottolineata la coerenza con la quale l’autore
mette a disposizione di chiunque vorrà approfondire la storia
di Andretta una mole rilevante di materiali inediti, che vanno
dall’eversione della feudalità alla “quotizzazione” del 1811, e
dalla ricostruzione delle istituzioni comunali ai problemi
della fiscalità, dall’economia andrettese (dalle proprietà ed
attività agricola ai prezzi, alla transumanza) alle condizioni
sociali del comune durante l’epidemia del 1817.
Carmine Ziccardi ha fatto meritoriamente un lavoro di
paziente scavo in filoni e in direzioni differenti, con un certosino lavoro di cernita e pulitura prima e di cesello dopo,
traendo dalla massa anonima ed inerte dei documenti il fatto
o il personaggio, dandogli anima e vita ed inquadrandolo in
un panorama generale, si da conferirgli sostanza e carattere di
“fatto storico”.
Dall’introduzione
di Nicola Di Guglielmo
LA NOSTRA
BIBLIOTECA
DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE. Note sul
“Poema” rinascimentale di un ignoto Parmenide
Carmelitano - Edizioni Ripostes - Salerno/Roma
1996.
el corso dei restauri della Chiesa di S. Maria del Carmine
N
di Contursi Terme sono venuti alla luce dei dipinti di
notevole valore non solo artistico, ma anche storico, come
dimostra, nel questo volume Federico La Sala, docente di filosofia, di origini contursana, ma che vive a Milano da anni.
Il libro ha il pregio di mettere in evidenza raffronti storici, che
erano sfuggiti ad un primo esame del ritrovamento e che possono far considerare Contursi Terme, erede e custode dell’ultimo messaggio rinascimentale, nonché la Chiesa di Maria SS
del Carmine una Cappella Sistina; infatti durante recenti restauri viene scoperto un poema pittorico (tempera sul muro) di un
ignoto carmelitano dell’inizio del 600, che rappresenta le sibille che annunciano al mondo pagano la prossima nascita del
Cristianesimo.
Le Sibille di Contursi hanno parentele più celebri nella cattedrale di Siena, nell’appartamento Borgia in Vaticano, nel Tempio Malatestiano di Rimini, nella Cappella Sistina di Michelangelo; la pittura disegna l’eclettismo ermetico - cabalistico neoplatonico rinascimentale che colloca la filosofia e la teologia pagana in sequenza con il Cristianesimo.
Ne deriva un immagine del mondo come presenza divina, nella
quale abita l’uomo come unità di corpo e anima. Tuttavia questa grande sinfonia della sacralità del mondo, conduce con sé
l’esclusione della donna dal sacro : essa può essere solo portatrice di sacralità. Questa esclusione limita la tradizione e riapre
la domanda filosofica con l’estremo Kant della logica: che
cosa è l’uomo? Rispondere a questa domanda, interpretando
quello che vuole dire l’autore, significa sottrarci alla nostra
carenza di futuro.
La Sala pensa in termini di speranza e di salvezza e di uomo e
di donna : non sono sentieri miei.
L’autore ha presentato il volume sul sacrato della Chiesa di S.
Maria del Carmine il 12 agosto 1996, alla presenza di autorità
religiose e civili, nonché di moltissimi cittadini, partendo dalle
considerazioni sulle antiche e nobili origini dei Contursani.
1860 - 1861 ANNI DI BRIGANTAGGIO O DI RIVOLTA
SOCIALE? di Antonio Altieri - Tipografia Valsele 1996.
olo in questi ultini tempi, alla luce di sempre nuovi docuS
menti e di nuove testimonianze, si sta avendo coscienza e
consapevolezza che il fenomeno del “brigantaggio”, con
eccessiva leggerezza, con imprudente frettolosità e forse anche
con buona dose di spirito di parte appellato “banditismo”, fu,
invece, la prima rivolta politico-sociale delle genti del Sud
contro il nascente Stato italiano.
Dopo l’epica “impresa garibaldina” si trattava di inserire, senza
grossi traumi, senza crisi di trapasso, questi nuovi popoli, queste nuove terre nel tessuto ancora così labile del nascente Stato
italiano . Bisognava, ora, unificare il sistema feudale, ridurre a
unità comuni ben sette sistemi metrici e monetari diversi; ma
soprattutto bisognava amalgamare tradizioni, concezioni,
costumi e mentalità tra loro del tutto differenti.
E fu qui che il governo sabaudo segnò i propri limiti; fu qui che
si rivelò incapace di una vera e autentica politica unitaria.
Si può affermare che il governo piemontese fece di tutto per
rendere difficile e traumatica, per non dire impossibile, quella
unione di spiriti che, invece, Garibaldi era riuscito a realizzare,
sventolando dinanzi agli occhi degli illusi e creduli meridionali
promesse libertarie e rivendicazioni terriere.
Infatti, finito il bagliore della spedizione dei Mille, il popolo si
accorse di avere semplicemente cambiato padrone, Delle belle
promesse non era rimasta traccia; anzi alle vessazioni private
dei singoli baroni e principi locali si era sostituita la sistematica e diabolica vessazione condotta dai nuovi padroni e al contadino del Sud rimasero, come premio del proprio contributo
all’unificazione, ancora e solo sudore, fatica, avvilimento e
assoluta sudditanza.
Le speranze deluse, i sogni sfumati, le prospettive di un riscatto da condizione di atavica soggezione costituirono la scintilla
del malcontento, destinato ben presto a divenire rivolta.
È questo l’assunto che il prof. Altieri sostiene in questo suo
libro, non con una interessata e ambigua esaltazione, ma con
matura e profonda convinzione e soprattutto con alto rigore
morale; e con uno stile piano e scorrevole che avvince nella
(da Il Giornale di Napoli
del 14 agosto 1996)
ANDRETTA NELLA PRIMA METÀ DELL’800, di Carmine Ziccardi - Vallesaccarda (AV) 1996)
bbandonate le anguste, inevitabili limitazioni dei primi,
A
isolati, incompresi, ammirevoli cultori della storia locale, la nuova storiografia giovandosi del contatto con altri studiosi e cultori di storia irpina e del confronto con rinnovati
strumenti di ricerca, ha permesso a Carmine Ziccardi di pre21
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996
lettura e nella voglia di conoscere i fatti, per ristabilire la
verità sui tragici avvenimenti che punteggiarono quel doloroso periodo della nostra storia risorgimentale, che va dal 1860
al 1865.
Dalla prefazione
dell’Autore
tata quasi sempre dalla grande miseria, dalle umiliazioni, dalla
disperazione di un popolo che era ormai stanco di essere vittima eterna delle prepotenze del potere costituito vecchio e
nuovo.
Lode perciò al prof. Mazzone che ha saputo dar valore al patrimonio culturale della sua gente, ha salvato con padronanza e
bravura le tradizioni degli antenati della sua terra, ha fatto
conoscere e apprezzare l’armonia rustica del dialetto di Senerchia, tutto illustrando in opere egregie.
Dalla presentazione
di Antonio Di Muro
SANTI DI CASA NOSTRA la Puglia dei Patroni e
delle feste patronali - Centro Regionale dei Servizi Educativi e Culturali - Monopoli Polignano a
Mare 1996)
n ottimo volume in splendida ed elegante veste editoU
riale, che per dovizia di particolari, precisione di dati
storici e impegno certosino profuso nella stesura di materia-
SPRAZZI di Maria Caputo - Editrice Delta 3 - Avellino
1996
le così vasto e complesso, non temiamo di definire esemplare ed eccellente, se si pensa all’oggetiva difficoltà di mettere
ordine in una materia così fluida e complessa.
Nè, siamo certi, sono mancati accesi dibattitti e contese nello
sceverare la vastità poliedrica del materiale esposto a varie e
diversificanti interpretazioni prima di individuare un criterio
univoco che potesse valere per una realtà così variegata e a
volte controversa.
Un lavoro veramente immane quello messo in atto con
acume e precisione prima di tutto nella compilazione di
schede, con le quali sono state interpellate le diciannove
Diocesi pugliesi, che hanno permesso la formulazione di
ben 258 schede sintetiche, tante quanti sono i Comuni
pugliesi, contattare gli Enti Provinciali per il Turismo, studiosi, fotografi, cultori ecc.
Un sincero plauso, perciò, al Centro Regionale dei Servizi
Educativi e Culturali di Monipoli che con il Patrocinio della
Regione Puglia, ha pubblicato questo importante volume
che rappresenta certamente una pietra miliare per uno studio
comparato con le altre Regioni d’Italia.
a poesia di Maria Caputo germina da un cuore sensibilissiLle proprie
mo, che traduce in ritmi e sogni, più che le sue ispirazioni,
speranze, le sue trepide attese e le sue prime innocenti esperienze d’amore.
Le immagini, vive e pulsanti, scaturiscono dal cuore di questa
giovanissima poetessa come una liturgia alla vita. Esse, perciò,
ci offrono proprio in questa raccolta di poesie, uno scenario di
vita feconda, d’ideali e d’amore, che disattendendo la passione,
vivono tutta la tenerezza dell’immaginato vero, concretizzato
nella soavità del sentimento.L’arte di Maria Caputo, così giovane, è già pregna di memorie: tutte racchiuse, e tenute segrete, nel suo cuore, ma che appaiono vive e frementi, ogni qualvolta una propria realtà, vissuta o sognata, come coscienza di
ciò che attendeva da un altro cuore, ma che non è stato, emerge
dal suo canto accorato, per trasformarsi in tessuto spirituale
della vita.
Ricordi, desideri, ansia, ricerca costante di un approdo, che
non sia la banalità noiosa della nostra terrena ventura, ma qualcosa, che di là da essa, ci spinge verso l’Eterno, è il tema
dominante della poesia della Caputo; tutta ornata di stille d’amore, ferme, ed impreziosite dall’amore, come memorie tenaci e vive, come una sinfonia di desideri, proiettati nel tempo,
perciò roridi di una delicata bellezza icastica.
IL BRIGANTAGGIO A SENERCHIA - di Antonio Mazzone - Materdomini 1996.
Dalla prefazione
di Carlo Bianco
uesto libro viene a coronare degnamente una mirabile
Q
serie di studi che forse nessun paese dell’Alta valle del
Sele può vantare.
I FUOCHI DI LEDA di Mario Morelli - Editrice Delta 3 S.Pietro di Montoro Superiore (AV) 1996.
È un’opera esemplare, caratterizzata da una prosa narrativa a
tinta picaresca che pone in risalto un particolare momento
della gente di Senerchia vissuta in un periodo storico dell’Italia
meridionale reso famigerato per corruzione, vessazione e ferocia, da un regime satrapico.
Il fenomeno del brigantaggio meridionale è visto da Antonio
Mazzone non come una squallida manifestazione di delinquenza reazionaria, ma come una violenta esplosione di rivolta contro le ingiustizie sociali, che vennero ad aggravare le
precarie condizioni delle popolazioni con la creazione dello
Stato unitario nazionale.
L’autore non giustifica certamente la violenza del brigantaggio,
ma vuole dimostrare che essa nacque da un giusto risentimento contro le prepotenze attuate dai “padroni” venuti dal Piemonte. Il brigantaggio dunque per Antonio Mazzone fu un
fatto sociale che si colorò di motivi politici, fu una rivolta det-
l medico - cantore Mario Morelli in questa sua raccolta di
Iconto,
poesie unisce all’uso divertito-dissacrante della parola il ractrasfigurato di un’odissea di rivoli-strade-percorsi interiori che muovono dal personale e concludono in un labirinto
di uomini-umanità.
L’autore è “un poeta di poesia/votato al dolore”, in rapporto, a
una solarità e non esteriore, e tematica.
La trasgressione vissuta paradossalmente come sentimento
schivo e orgoglioso, coglie nel segno portando il lettore a non
brancolare nel mero velleitarismo mistico-ideologico.
Trasgressione, insomma, come scelta e metafora, “segnale” di
rifiuto nihilistico, di rivolta totale.
L’Editore
22
Il CALITRANO
N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996
Vita Calitrana
M onsignor Mario Malanga è
stato nominato Parroco di Calitri e ha
preso possesso della Parrocchia S. Canio
il 13 ottobre con una commovente cerimonia alla presenza di S.E. l’arcivescovo mons. Mario Milani, di molti parroci
del circondario, di autorità civili e militari, dell’Azione Cattolica e di un foltissimo numero di parrocchiani.
Hanno dato il loro saluto ed augurio
il sindaco prof. Vito Marchitto, il professor Erberto Di Carlo a nome del Consiglio Pastorale, il Priore dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione prof.
Vito Alfredo Cerreta; ha poi parlato il
neo Parroco ricordando don Raffaele
Gentile e ringraziando tutti i convenuti.
G
iuseppina Cestone, calitrana
residente a Torino, sta portando in giro
per l’Italia la sua bellissima mostra fotografica “Curiosando fra le chiocciole”, e
dal 20 al 28 settembre 1996 ha esposto
nella città di Prato, presso il Salone della
Pubblica Assistenza, via S. Jacopo 34.
L
a Legambiente, sezione di Calitri, ha stampato in proprio un interessante opuscolo sul Piano Regolatore
Generale di Calitri, con utili suggerimenti, proposte e alternative, al fine di
essere sempre più incisivamente al servizio dei cittadini e dell’ecosviluppo,
con una attenzione costante a coniugare
denuncia e proposta.
N
el pomeriggio del 28 ottobre, in
piazza S. Scoca è stato inaugurato il
metanodotto cittadino, alla presenza di
Autorità e dell’Amministratore delegato
della Società del gas che ha sede legale
in Contrada Vasto, 15 Avellino.
I
l prof. Pietro Cerreta e l’ing. Canio
Lelio Toglia hanno presentato gli esperimenti di fisica al programma di RAITRE
GEO con L. Colò nel pomeriggio del 14 15- 16- 21 - e 23 ottobre scorso.
I
l Consiglio d’Istituto della Scuola
d’Arte “S. Scoca” di Calitri, al fine di
sensibilizzare ulteriormente i giovani al
valore espressivo e formativo delle attività grafico - pittoriche, ha indetto un
concorso di disegno riservato a tutti gli
alunni delle terze medie delle zone interne della Basilicata e della Campania; i
migliori elaborati verrano esposti in una
mostra che si terrà il 25.01.1997 e i
primi tre riceveranno un premio.
Per ulteriori informazioni telefonare
all’Istituto d’Arte 0827/30.007.
I
l pomeriggio di domenica 29
dicembre, nella chiesa dell’Immacolata
Concezione si terrà un concerto di Natale della Corale “S. Cecilia” di Lucera
(FG) diretta dal maestro d’Organo Don
Felice De Cesare. Il Comitato festa del 7
e 8 settembre, con il risparmio delle
offerte offre la Corale e la riparazione,
pulitura ed accordatura dell’Organo di
1065 canne, eseguito dalla ditta Vincenzo Continiello e Figli di Monteverde
(AV).
V
a dato atto alla solerzia del Comitato pro - debito dell’Immacolata Concezione che in soli due anni è riuscito a
saldare il debito di circa 98 milioni che
aveva con l’impresa edile del geom.
Pasquale Capossela, incaricata dei lavori di consolidamento e di restauro della
Chiesa.
Calitri 18.6.1995, processione del Corpus Domini, da sinistra: don Raffaele
Gentile, Pietro Russo 1° assistente Congrega, Priore dell’Arcinconfraternita
prof.Vito Alfredo Cerreta.
L
a piaga della disoccupazione ha
costretto oltre cinquanta famiglie a lasciare Calitri per i cantieri edili di Rimini, Modena, S. Marino, Poggibonsi e
Roma.
Nicolais Antonio e Giuseppina Duk, sposati il 15.1.1972, festeggiano i loro
25 anni di matrimonio.Auguri.
23
In caso di mancato recapito si prega rispedire al mittente che si impegna ad accollarsi le spese postali.
Calitri 1906, da sinistra: Di Maio Giovanni di Giuseppe n. il 26.09.1882 emigrato e deceduto negli USA - Di Maio Vito Nicola di Giuseppe n. il 17.06.1876 e deceduto il 05.04.1971 (calzolaio m’sc’trieggh’) - Cestone Maria Michela fu
Giovanni n. 22.06.1897 e deceduta il 30.06.1943 - Di Maio Giuseppe n. il 30.04.1843 capo famiglia - Di Maio Vincenzo n. il 28.06.1873 e deceduto nel Trentino nel corso della prima guerra mondiale (nonno dell’ex sindaco prof. Enzo Di
Maio) - Gautieri Filomena, madre di Russo Mariantonia - Di Maio Lucia Gaetana di Vito Nicola (la bambina) n. nel 27.01.1901 e deceduta ad Avellino il 06.01.1996 - Galgano Lucia Maria, una zia - Russo Mariantonia n. il 28.07.1879 e
deceduta il 17.01.1962, moglie di Di Maio Nicola, sposati il 13.01.1900 - Di Maio Filomena n. il 24.07.1904 (la bambina) di Vito Nicola, domiciliata negli USA presso la figlia Abate Rosa in Cubelli - Cerreta Lucia Gaetana n. il 21.12.1846,
moglie di Di Maio Giuseppe - Di Maio Giuseppe n. il 24.03.1902 (bambino), morto il 13.08.1970 (calzolaio m’sc’trieggh’) - Di Maio Maria Antonia n. nel 1884 coniugata con Giovanni Nicolais ex camp’sandar’ e deceduta nel 1953.
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