IL CALITRANO periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni Spedizione in abb. postale comma 27 art. 2 Legge 28.12.95 n. 549 Firenze ANNO XVI - NUMERO 3 (nuova serie) NOVEMBRE-DICEMBRE 1996 IL CALITRANO ANNO XVI - N. 3 n. s. IN Periodico quadrimestrale di ambiente - dialetto - storia e tradizioni dell’Associazione Culturale “Caletra” QUESTO NUMERO Fondato nel 1981 Direttore Raffaella Salvante Una sfida da vincere di Raffaele Salvante IN COPERTINA: Questa meravigliosa fotografia, icona di un passato recente, é come un itinerario della memoria nei luoghi che hanno fissato emozioni e ricordi della nostra adolescenza. Scattata ndo lu chian’ r’ Sand’ M’chel’circa 18/20 anni fa - ritrae la signora Giovanna Buglione, nata il 6 luglio 1900, intenta a fare serti (nzert’) di piccanti peperoncini (p’p’ceggh’ e curn’ciegghj’) come riserva per l’inverno. (foto Armando Santoro) IV Giornata dell’Emigrante 3 4 Un saluto dalla Svizzera di Antonio Cianci 5 Varie attività 6 Pro-loco 6 Calitri nel Trecento di Gerardo Cioffari 7 Concluse ad Andretta le “Seste Giornate Storiche” di Irene Caterinaki 10 IL PROBLEMA FINANZIARIO DIALETTO E CULTURA POPOLARE 12 Riflessioni 13 F Concorsi 14 NECROLOGI 15 Auguri Elisabetta 16 Nozze d’Oro 17 MOVIMENTO DEMOGRAFICO 18 RICETTE 18 Nuovi pensionati 18 ino a quando non potremo fare affidamento su finanziamenti sicuri, la vita della nostra Rivista resta quantomai precaria, perchè l’aumento dei costi in genere e della carta in particolare ha raggiunto livelli di estrema sopportabilità. La concomitanza, poi, questa estate col libro “Calitri - Immagini sul filo della memoria” ha fattto sì che la raccolta di fondi fosse inferiore agli altri anni e perciò appena sufficiente a pagare gli ultimi due numeri con le relative spese di spedizione. Siamo, perciò, costretti a fare ancora appello alla generosità di tutti, per tenere in vita questa iniziativa culturale che ci viene invidiata da quasi tutti i comuni limitrofi. Questo appello é rivolto in particolare a coloro che mai hanno aiutato la Rivista e a coloro che volessero “offrire” un numero intero pagando la fatturazione della stampa. Direttore Responsabile A. Raffaele Salvante Segreteria Martina Salvante Direzione, Redazione, Amministrazione 50142 Firenze - Via A. Canova, 78 Tel. 055/78.39.36 Spedizione in abbonamento postale comma 27 art. 2 Legge 28.12.95 Firenze C. C. P. n. 11384500 La collaborazione è aperta a tutti, ma in nessun caso instaura un rapporto di lavoro ed è sempre da intendersi a titolo di volontariato. I lavori pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori, i quali se ne assumono le responsabilità di fronte alla legge. Il giornale viene diffuso gratuitamente. Attività editoriale di natura non commerciale nei sensi previsti dall’art. 4 del DPR 16.10.1972 n. 633 e successive modificazioni. Le spese di stampa e postali sono coperte dalla solidarietà dei lettori. Stampa: Polistampa - Firenze Autorizzazione n. 2912 del 13/2/1981 del Tribunale di Firenze Il Foro competente per ogni controversia è quello di Firenze. SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 19 LA NOSTRA BIBLIOTECA 21 VITA CALITRANA 23 Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato a “IL CALITRANO” - Firenze oppure c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante A. Raffaele c/o Sede Centrale della Cassa di Risparmio di Firenze in Firenze. Chiuso in stampa il 10 dicembre 1996 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 NON SOLO PAROLE UNA SFIDA DA VINCERE Una classe dirigente che voglia ottenere il consenso dei cittadini deve essere anzitutto onesta, competente e credibile. ubissati da una vera valanga di S parole, frastornati da una impazzita girandola di conferenze, tavole rotonde, convegni, meeting ecc., intontiti dallo stato d’animo di questi nostri giorni stanchi, senza idee, senza ansie, siamo nella disperata situazione di essere in affannosa e incessante ricerca della nostra originaria identità. Abbiamo vivo bisogno di acquistare consapevolezza del “valore” del nostro lavoro quotidiano, perché “l’ordinario” è prezioso ed efficace se vissuto con straordinaria ricchezza di amore, con seria responsabilità e competenza. Cioè, va fermamente evitato il rischio di fare le solite cose in modo stanco, guastati dall’abitudine o, come capita spesso, intestardirci a volere il nuovo per il nuovo, lasciandoci trasportare da facili entusiasmi, con l’illusione di aver trovato la panacea per ogni male. Riusciremo mai ad armonizzare davvero le ragioni della fiducia e quelle della diffidenza? Di solito questi interrogativi riguardano gli altri, lasciando da parte quella che è la storia di ognuno di noi e soprattutto quello che abbiamo fatto o cercato di fare o - peggio ancora - lasciato fare, senza il coraggio di intervenire. E questo perché non ci rendiamo sufficientemente conto che la ragione della crisi nazionale è di ordine morale; perché, codardi come siamo, non abbiamo l’ardire di far cominciare il rinnovamento da noi, senza ricorrere al comodo stratagemma delle colpe comuni. Ad una scelta di campo è doveroso far seguire una scelta di vita quotidiana, sostenendola con l’azione serena e responsabile sugli impegni quotidiani della nostra vita di ogni giorno. Per rispondere alle sollecitazioni dei bisogni più urgenti, occorrono dedizione, una reciproca e più fraterna assunzione di responsabilità, perché non si costruisce senza dare ideali e speranze. Una buona e costante predisposizione alle valutazioni sagge, equilibrate e alla pazienza, farà sì che il senso del dovere non sia confuso con uno scoraggiante rigorismo, e che l’amore comprensivo non venga scambiato per remissione, evitando da un lato un comportamento troppo passivo che non promuove il dialogo e dall’altro un’invadenza eccessiva. Occorre oggi “l’uomo” di fede sicura, ben motivata e convinta, vissuta in profondità, in modo che traspaia in tutte le sue parole e azioni, capace di contribuire a costruire un futuro di giustizia, di solidarietà e di pace. Il Sud - che vive oggi tra complesse ed articolate contraddizioni, frutto spesso più di un sistema politico logorato dalla formidabile corruzione diffusa, che dalle pur consistenti eredità del passato - ha urgente bisogno di tornare a credere in se stesso: deve mandare i bambini a scuola, far rispettare i piani regolatori e le liste di collocamento, pagare le tasse e così via, insomma servono uomini capaci ed onesti, regole, istituzioni. Purtroppo, finora è stata prevalente una cultura rinunciataria e frammentata, ripiegata sul privato o tesa unicamente al profitto, incapace di grandi progetti e di coraggiose spinte ideali, ma è pur vero che l’indifferenza va scossa, la memoria coltivata, la violenza rintuzzata. A Calitri, ad esempio, le vuote promesse dell’Amministrazione Comunale ogni giorno vengono smentite dai fatti in un paese che 3 langue, che si trascina verso una meta lontana e nebulosa: le poche aziende del paese in profonda ed irreversibile crisi, i giovani alla disperata ricerca di un lavoro, i miliardi del terremoto che non si riesce ad assegnare, una netta frattura fra Palazzo e popolo, un andazzo che sgomenta.. Troppo poco, davvero troppo poco. Che delusione! Ma non bisogna fermarsi , non bisogna scoraggiarsi, e se faticoso, lungo e difficile apparirà il rinnovamento, occorrerà tener duro, collaborando, aiutando, lottando non soltanto per sé ma anche, ed essenzialmente, per gli altri. Questa è la vera sfida da vincere. Raffaele Salvante NATALE 1996 Nessuno è in comunione con Dio se non è in comunione col mondo; abbiamo il coraggio, per amore di Dio e del prossimo, di dare senza misura. AUGURI Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 IV GIORNATA DELL’EMIGRANTE l 31 agosto 96 ha avuto luogo, nella Igionale sala convegni della XV° Fiera Interredi Calitri, il programmato incontro dibattito sulla “Disoccupazione giovanile nelle aree depresse” promosso ed organizzato dall’Associazione Romana dei Calitrani. Il relatore Roberto Tittarelli, segretario confederale della CISL, ha svolto una relazione di alto profilo riscuotendo l’apprezzamento degli altri oratori inter- venuti che hanno portato un contributo al dibattito. L’On. Maretta Scoca, che presiedeva la manifestazione, l’assessore Provinciale prof. Giovanni Acocella, il Segretario Provinciale del PDS Giuseppe Carillo, i responsabili della CISL Michele Caso e Vincenzo Somma, L’On. Giuseppe Gargani che concludeva i lavori. Nell’occasione sono stati consegnati i premi posti in palio dall’A.R.C. ai Lo stand della Pro- Loco alla Fiera Interregionale di Calitri. Calitri 31 agosto 1996 Nella sala convegni della Fiera Interregionale. Incontro - dibattito sulla disoccupazione giovanile, organizzato dall’Associazione Romana dei Calitrani. Da sinistra: Somma Vincenzo (Cisl-AV) - Tittarelli Roberto (segretario confederale Cisl) - preside Cerreta Vito Alfredo - Russoniello Lucia - Mesce Denise - Di Milia Giovanni (tre alunni vincitori dei premi) - on.le Scoca Maretta - Sansone Nicola - Varraso Domenico - Paolantonio Vito (altri alunni premiati) - on.le Gargani Giuseppe - Scilimpaglia Laura (alunna premiata) - prof.Acocella Giovanni (assessore provinciale) - prof. Marchitto Vito (sindaco di Calitri) - Cicoira Antonio (presidente A.R.C.) - preside Cicoira Michele. 4 seguenti tre alunni delle scuole superiori di Calitri, i cui temi, prescelti da un’apposita commissione (Sindaco prof. Marchitto Vito, Preside prof. Cerreta Vito Alfredo, prof. Melaccio Gerardo, prof. Acquaviva Franco e Presidente C.N.A. Di Maio Antonio) hanno riportato giudizi lusinghieri: dell’Istituto Statale d’Arte: Russoniello Lucia che ha vinto una telecamera, Mesce Denise che ha vinto un radio registratore e Di Milia Giovanni che ha vinto una macchina fotografica. Ai seguenti alunni è stata consegnata una medaglia ricordo fatta coniare dall’A.R.C. con un nastrino color “granata” riproducente il colore del Comune di Calitri: del Liceo Scientifico: Capasso Alessandro - Tobia Daniela - Sansone Nicola - Cianci Giuditta; dell’Istituto Tecnico Commerciale : Paolantonio Vito - Varraso Domenico e Scilimpaglia Laura. Nel corso del dibattito non sono mancati apprezzamenti per una iniziativa presa da persone che ormai non risiedono più a Calitri, ma che sono profondamente legate alla propria terra di origine e ne condividono difficoltà e problemi. Il giorno 5 settembre 96, con la fattiva collaborazione della Pro - Loco e del Circolo Aletrium, si è svolta la IV° Giornata dell’Emigrante. Alle ore 16 dalle adiacenze del monumento all’emigrante si è mosso un corteo formato da bambini in costume tradizionale, coppie di contadini giovani ed anziani con arnesi da lavoro, suonatori di “quattro bassi” seguiti dal gruppo folkloristico “LA TAKKARATA” guidato dal presidente dott. Nino Capobianco, di Fragneto Monforte (BN), in costume tipico, musica di fisarmoniche e organetti , accompagnata ritmicamente con bacchette di legno (takka’r). Il corteo, attraverso il corso Garibaldi, ha fatto una prima sosta nel corso Matteotti dove il gruppo folkloristico si è esibito sul palco predisposto per la festa dell’Immacolata, in una serie di pregevoli balli che hanno riscosso gli applausi del pubblico presente in piazza della Repubblica, gremita di gente, sono state Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 rappresentate due scene di vita di altri tempi: La raccolta del granone; Le donne che andavano a lavare all’Ofanto. La rievocazione di questi episodi di vita contadina autenticamente e magistralmente interpretati da un gruppo di donne in costume tradizionale che si sono gentilmente prestate (Maffucci Antonietta - Maffucci Benedetta - Maffucci Vincenza e Di Maio Francesca) ha riscosso un grande successo. Per gli anziani sono state rievocazioni vissute con commozione, per i giovani una occasione per vedere in azione “la trebbia r’ r’ gran’rinij” la “Torcitura” delle lenzuola bagnate, lu “t’rsiegghj’” la “r’ssia” ecc. elementi e fatti della civiltà contadina che vanno perdendosi nel tempo. Dopo una ulteriore esibizione del gruppo “LA TAKKARATA” ed un ballo collettivo è stata distribuita al pubblico una “callara r’ v’zun’” e del buon vino attinto da un recipiente sistemato nella piazza su di un trespolo. La commozione più intensa e la curiosità più viva sono state manifestate dai numerosissimi emigranti presenti provenienti dall’Australia, Venezuela, Canada, Germania, Usa ed altri paesi del mondo. La serata si è felicemente conclusa con una allegra e festosa serata danzante presso il ristorante “La Villa” di Maffucci Eduardo. Il Cronista Palio di Calitri 1996, la squadra vincente “cas’nov’”. Foto XXXX: Calitri 7 settembre 1996, dopo 26 anni si sono ritrovati tutti insieme, i sei figli di Cestone Canio (u’ curat’licch’) e di Di Cairano Antonietta (pind’). Da sinistra Maria - Giacinta - Anna - Assunta - Bartolomeo e Giuseppe. UN SALUTO DALLA SVIZZERA timati compaesani, con molto piaS cere e un po’ di timore mi accingo ad iniziare questa esperienza come “cronista Alecs”, che è stata la 1° Associazione di Calitrani all’estero, con ben 6 anni di attività associativa in Svizzera, caratterizzata da 3 Cantoni di Zona : il Comitato di S. Gallo, del Ticino e di Balsthal di cui il sottoscritto fa parte. L’ALECS (Associazione Lavoratoti Emigrati Calitrani in Svizzera) ha sempre ritenuto di dover mantenere buoni rapporti, sia con Calitri (amministrazione e comunità), sia con le varie Associazioni Calitrane, che abbiamo visto nascere in questi 6 anni, partecipando - nel limite del possibile alle varie manifestazioni da loro organizzate. Abbiamo anche, da diverso tempo, lanciato l’idea di creare un filo conduttore unico che coinvolgesse tutte le Associazioni Calitrane, ma finora c’è 5 stato un interesse soltanto verbale; speriamo vivamente che in un prossimo e vicino futuro ci si voglia sinceramente confrontare su questo argomento. Credo sia doveroso da parte mia ringraziare il Comitato di S. Gallo e in particolare i signori Gautieri Giuseppe e Di Maio Leonardo per aver assolto così brillantemente il compito di “cronista Alecs” durante tutti questi anni; compito sicuramente non dei più facili da eseguire. Un sentito augurio per le Feste Natalizie va a tutti voi Calitrani residenti a Calitri, in Italia e in particolare a tutti coloro che, come me, si trovano in terra straniera. Antonio Cianci Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 VARIE ATTIVITÀ nche quest’anno il Circolo CultuA rale e Ricreativo “ALETRIUM” ha organizzato nei giorni 16, 17 e 18 agosto la terza edizione del “Palio di Calitri” con quattro squadre: Castiegghj/Cascina - Croce - Varianda Casenove e per la seconda volta consecutiva è stato vinto dal rione Casenove. Le iniziative del Circolo sono continuate con la manifestazione “Teatro in Centro” quest’anno realizzata in collaborazione con l’Associazione “Sipario”, con la rappresentazione di “Ninetta” una vicenda drammatica accaduta nel 1830; “U’ nobb’l’ cavalier’”, la traduzione scenica di un antico canto popolare molto famoso; “Soldati di Crocco”, la ricostruzione di un episodio di brigantaggio avvenuto a Calitri nel 1861: “T’agg’ ritt’ r’ no!”, una sanguinosa storia degli anni ’40 che ripropone la condizione femminile di quell’epoca; il tutto con grande successo di pubblico nelle serate del 25 e 29 agosto. Il prossimo 24 dicembre si rinnoverà l’appuntamento col tradizionale “Presepe vivente di Calitri”, ispirato a quello Napoletano del ’700. Nell’ambito della manifestazione “Natale Insieme”, l’Associazione Teatrale e Culturale “SIPARIO” organizza per il 22 dicembre al Centro Sociale di Calitri una rappresentazione teatrale di Dino Falconi dal titolo “Paparino”, brillante commedia, interpretata dal GRUPPO 8 di Rionero con la regia di Lillino Covella; continueranno intanto i corsi di dizione e recitazione. ALL’ASSOCIAZIONE CALITRANI IN GERMANIA che il 16. XI. 1996 ha avuto la sua riunione annuale, facciamo pervenire il nostro saluto fraterno ed affettuoso di ogni bene. Glen Cove N.Y. (USA) il mastrimonio di Antonietta Metallo figlia di Metallo Vincenzo e M. Margheri. PRO-LOCO uest’anno, sempre per valorizzare Q il centro storico, sono stati proiettati due films in piazza della Repubblica, con un discreto successo di pubblico, che ha potuto accomodarsi su circa 300 sedie, oppure gustare la pellicola dalle gradinate o loggioni della piazza; l’attrezzatura e la macchina da proiezione sono state noleggiate dalla ditta Assanti di Mirabella Eclano. La prima pellicola proiettata il 28 luglio è stata “Il Postino” con Massimo Troisi , il 24 agosto il film “Palermo Milano solo andata” di Claudio Fragasso, ambedue hanno riscosso un notevole afflusso di pubblico. Successivamente, dal 24 agosto all’8 settembre, è stata allestita, presso il Piccolo Teatro Comunale (ex ECA), una personale di pittura di Pasquale NICOLAIS, inaugurata dal sindaco di Calitri prof. Vito Marchitto e dal presidente della Pro - Loco ed ha visto una scelta e attenta partecipazione di pubblico, fra cui il Preside e gli insegnanti dell’Istituto Statale d’Arte “S. SCOCA”. Nell’ambito della XV° Fiera Interregionale, tenutasi a Calitri dal 25 agosto al 1 settembre, la Pro - Loco ha partecipato con uno stand in cui sono state esposte le pubblicazioni più recenti di autori locali. Inoltre è stato organizzato, lunedì 26 agosto, un Convegno sul tema “Trasporto merci su rotaia e Alta Irpinia: realtà o mera utopia”, con moderatore il dott. Antonio Porcelli, direttore di “Opinioni” e gli interventi del prof. Marchitto sindaco di Calitri, del prof. Giovanni Acocella assessore Attività Produttive 6 Amministrazione Provinciale di Avellino. del dott. Pietro Mitrione dirigente Area trasporti FF.SS. Spa. del prof. Enrico Ferrara, segretario provinciale CISL, del dott. Raffaele Lieto segretario provinciale CGIL, dell’ing. Oreste La Stella, direttore conf/commercio di Avellino, del sig. Rocco Donatiello presidente CNA di Avellino, dell’on.le Enrico Indelli, del dott. Enzo Venezia, presidente Consorzio Trasporti Irpini, del dott. Gaetano Sicuranza, presidente Comunità Montana “Alta Irpinia” e il prof. Luigi Gesù Anzalone, presidente Amm.ne Prov:le di Avellino. Il dibattito ha sottolineato l’esigenza di potenziare la tratta Avellino - Rocchetta S. Antonio, soprattutto adesso che nel territorio ci sono sei nuclei industriali e due grossi poli FIAT: Melfi e Pratola Serra. Inoltre, la ristrutturazione dell’asse ferroviario porterebbe un potenziamento del settore turistico per la riscoperta del complesso monastico S. Guglielmo al Goleto, del lago Laceno e dei laghi di Monticchio. Per il periodo autunnale abbiamo in programma di presentare la cartina toponomastica del centro storico abitato; infine, come di consuetudine, organizzeremo “Il Natale insieme 96” in collaborazione con le altre Associazioni; molto importante è la partecipazione dei commercianti, che consente di addobbare le principali vie del paese con meravigliose luminarie; ma il fatto più significativo è che queste manifestazioni aggregano tutte le Associazioni, nonché l’A.C. e la Comunità Montana. In fine abbiamo in programma la proiezione di alcuni films presso la ex casa dell’ECA. Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 P. GERARDO CIOFFARI O. P. CALITRI NEL TRECENTO I Gesualdo, le guerre, la peste e la fine di Castiglione (Continua del numero precedente) 3. Nicola (1321-1326) e Giovanni Gesualdo(1326-1333) . N icola Gesualdo era un cavaliere già affermato alcuni anni prima che il padre acquistasse Calitri da Raimondo del Balzo. Prova ne è che nel 1297 ricopriva l’ufficio di giustiziere di Terra di Bari. Nè va sottovalutato il fatto che la più potente famiglia di Barletta, quella dei Della Marra, non esitò nel 1309 a dargli in sposa la consanguinea Clemenza. Di lui scrive il De Lellis: Nicolò, che secondo chiameremo di questo nome in questa famiglia, fu per succession paterna Signor di Calitri, e altre Terre di sopra mentovate, e per succession materna Signor di Cagiano. E nel 1297, venendo chiamato Cavaliere, vedesi esser Giustitiere della Provincia di Terra di Bari, fu sua moglie Clemenza della Marra figliuola di Guglielmo, che prese con 700 oncie di dote, e con essa fè Giovanni, Mattia, Francesca, e forse anche Iacopella maritata a Giovanni di Lagni Signor di Sicignano. La sua presenza nella transazione relativa a Calitri ed Auletta potrebbe far pensare che Mattia avesse già prima associato il figlio primogenito nel governo di Calitri. La cosa ha una indiretta conferma da un documento del 1308 relativo a S. Maria in Elce. Ivi si apprende che Nicolò Gesualdo aprì un’aspra contesa con l’abate di S. Maria in Elce a causa di un mulino che in contrada Tufarella macinava con le acque dell’Ofanto. Ovviamente Nicola non contestava l’uso dell’acqua dell’Ofanto, bensì il fatto che per accedere al mulino i monaci e gli abitanti del casale facevano un tratto di strada “posta lungo il corso del fiume Ofanto e la terra Tufarella”, che apparteneva a Calitri. Per cui Nicola cominciò a creare dei fastidi e ad ostacolarne il transito. La cosa si tirò per le lunghe, causando dei ritardi nella manutenzione del mulino e quindi danni considerevoli. La vertenza si chiuse per intervento del re che, in data 7 luglio 1308, scrisse al giustiziere di Principato Ultra, ordinandogli di fermare le molestie del Gesualdo e salvaguardare i diritti dell’abbazia. Ma, se molto presto Mattia si era associato il figlio Nicola nel governo di Calitri, ciò non vuol dire che egli abitasse nel castello di questa città, in quanto anch’egli era continuamente impegnato militarmente tra Calabria, Sicilia e per affari in Puglia. Intorno al 1326 moriva Nicola, lasciando tre figli: Giovanni o Giannotto, Mattia e Francesco. Come primogenito, fu Giovanni ad ereditare i tre feudi di Calitri, Caggiano ed Auletta. Morto senza figli, il suo feudo fu ereditato dal fratello Mattia II. Purtroppo, del suo periodo non ci sono pervenuti documenti significativi, e quindi è impossibile dare un giudizio di valore sul suo comportamento. Tale lacuna non permette di trarre conclusioni sull’andamento dell’economia del paese sia per il quinquennio del governo di Nicola che per i sette anni del governo di Giovanni. È da supporre però che in un paese a prevalente produzione agricola lo scorrazzare impunemente dei banditi desse poco adito ad una ripresa dell’economia. Un dato che restava stabile era la ricchezza boschiva. In tal senso eloquente è un documento del 27 giugno 1325 col quale re Roberto ordinava all’appaltatore Ciccio di Montella di reperire e tagliare legna per la costruzione dei remi. Fra le località menzionate figurano Calitri e S. Maria in Elce. Ma 7 forse anche la produzione del grano cominciava a riprendersi. 4. Mattia II Gesualdo (13331370): la scomparsa di Castiglione. L’epoca di Mattia II, nonostante l’acume politico del suo feudatario, rappresenta per Calitri (come per tutto il Regno) uno dei periodi più tristi. Mai come a quel tempo si accoppiarono due terribili calamità quali la peste e la guerra. E quella peste, descritta vivamente anche dal Boccaccio, decimò le popolazioni meridionali. Mattia II Gesualdo, in tante drammatiche vicende del Regno, riuscì non solo a mantenersi a galla, ma persino ad arricchirsi e ad allargare i suoi possedimenti. Prima che la bufera avesse inizio nel 1348, Mattia si era sposato due volte. In prime nozze sposò nel 1331 Giovanna di Diano, morta la quale, intorno al 1340 sposò Antonella Acquaviva, vedova di Antonio da Celano. Ciascuno dei matrimoni gli permise di aggiungere ulteriori feudi a quelli che già aveva. Poi, poco tempo dopo la morte di re Roberto (1343), dalla regina madre Sancia acquistò il feudo di Pescopagano per seimila scudi d’oro. Nel mentre Mattia II cercava di consolidare i suoi feudi, aveva una svolta anche il feudo “gemello” di Calitri, e cioè Castiglione. Nel febbraio del 1340 il re, nel rimunerare il conte di Capaccio, Federico di Antiochia, per i servizi resi nella guerra di Sicilia, gli donò i feudi di Bisaccia, Castiglione, ed il casale di Uscata, presso Bisaccia, che un secolo dopo nei documenti è definito “diruto”. Federico di Antiochia, che lasciò il feudo di Bisaccia alla figlia Giovanna, aveva fatto l’iter inverso rispetto a quello del signore di Calitri Giovan Galeotto. Mentre quest’ultimo era passato agli Il CALITRANO Aragonesi, Federico era passato dalla parte angioina. Si trattava comunque di donazioni che non ledevano i diritti della curia concernenti il bene dello stato. Infatti, pochi mesi dopo, ed esattamente il 25 luglio di quell’anno, il re ordinava a Guglielmo di Giacomo, cittadino di Castiglione, di tagliare nei boschi della zona ed in Basilicata diecimila aste di legno per lance e dardi. Cinque anni dopo si verificava un episodio che sembra rispondere alla strategia di unificazione ed espansione feudale di Mattia II. Il fratello minore Francesco sposava Giovanna d’Antiochia, baronessa di Bisaccia. Non è facile dire quanto in questo matrimonio entrasse l’amore e quanto il disegno politico. Certo è che riunire sotto la stessa famiglia due feudi così vasti apriva orizzonti nuovi dal punto di vista di una tranquilla laboriosità degli abitanti. Infatti, molti dei disordini e delle violenze erano facilitati dalla possibilità per i fuorilegge di riparare nei feudi contigui, dove non erano ricercati. Per tutta la valle dell’Ofanto si avvicinavano intanto tempi duri. Ma, se per Calitri fu il dramma della popolazione, per Castiglione il disastro si risolse nella scomparsa della stessa cittadina. Quando nel 1348 Luigi d’Ungheria invase il Regno di Napoli per vendicare l’assassinio del fratello Andrea, che egli attribuiva alla regina Giovanna, uno dei suoi generali cinse d’assedio la città di Melfi, che resistette per diversi mesi. Una resistenza che, ovviamente, se fu un bene per Melfi, non lo fu per le località vicine, che gli ungheresi depredarono a piacimento per vettovagliarsi. Fu così che alcuni casali furono abbandonati e gli abitanti si rifugiarono nei centri dove la difesa era più agevole. È da credere che gli abitanti di Castiglione si rifugiassero parte a Bisaccia e parte a Calitri. Non si conosce la sorte di Calitri in quei frangenti, ma è da pensare che subisse ugualmente il saccheggio degli ungheresi e sicuramente la depredazione del suo territorio. Si sa, infatti, che Mattia II in quella fiera guerra prese le parti di Giovanna I contro Luigi d’Ungheria, il che ovviamente dava mano libera agli ungheresi di saccheggiare a piacimento tutta la valle dell’Ofanto. Questo sacrificio della popolazione negli anni 1348-1350 fruttò a Mattia II N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 Gesualdo la riconoscenza della regina Giovanna I (rientrata dalla Provenza ove era fuggita) e alla cittadina per qualche tempo l’esenzione dalle collette fiscali annuali. Anche se non c’è una testimonianza diretta delle depredazioni ungheresi a Castiglione, ci è pervenuto un atto di compra-vendita molto eloquente al riguardo. Il 19 dicembre 1350, quando l’invasione ungherese volgeva al termine, il feudatario di Castiglione, Petruccio di Antiochia, che era fratello di Giovanna di Bisaccia, vendette il suo feudo al cognato Francesco Gesualdo, fratello di Mattia II. Così, anche se non sotto il feudatario di Calitri, Castiglione rientrava nella famiglia Gesualdo. Si trattava però di una “riunificazione” diversa dalla situazione precedente. È vero che negli ultimi tempi Castiglione si era più che dimezzato rispetto a Calitri, ma era pur sempre un feudo del valore di 24 once. Invece, in questo atto del dicembre 1350 la cittadina non esiste più. Tornano infatti espressioni come castrum et terram Castellionis devastatos et dirutos, oppure predictam terram cum predicto castro dirupte et devastate. Scompariva così un feudo strettamente legato a Calitri, ma con una notevole autonoma vitalità. Nella sua struttura urbana aveva avuto delle belle chiese, come quella di S. Angelo, menzionata nella bolla di Innocenzo III del 1200. Il cronista conzano Donat’Antonio Castellano, verso la fine del XVII secolo, ricordava anche la chiesa di S. Egidio. Se lo stesso cronista è attendibile, bisogna anche dire che Castiglione era formato da due diversi centri, uno detto Castiglione de Murra e l’altro (“più avanti”) il Castello della Contessa. Tale distinzione però, supportata dalla bolla del 1200, non dovrebbe essere intesa come distinzione di due centri abitati (= terre) o casali. La soluzione è indicata dalla stessa bolla di Innocenzo III, nel senso che il castrum abitato fosse Castiglione della Contessa, mentre il castello della contessa era solo un castello ad una certa distanza dal centro abitato. Il caso non era tanto infrequente. Basti pensare al castello di Gravina, che era (ed è) notevolmente distante dalla città. Quindi il feudo di Castiglione venduto da Petruccio di Antiochia a Francesco Gesualdo non era che un ammasso di ruderi, destinato a divenire col tempo il “bosco di Castiglione”. Nonostante ciò, Petruccio non riuscì a trasmettere effettivamente il feudo al cognato, in quanto l’ordine non era 12) Spinazzola (BA), 13.08.1994, Festa Madonna del Bosco, da sinistra : Bovio Cosimo 2° assistente Congrega - Di Carlo Michele di Antonio - Priore Congrega Cerreta Vito Alfredo - S. Em.za Cardinale Giuseppe Antonio Bevilacqua di Philadelphia (USA), figlio di una calitrana Codella Maria (sckambè) Codella Vincenzo di Antonio - Don Vincenzo Cubelli, padre spirituale dell’Arciconfraternita Immacolata Concezione di Calitri. 8 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 ancora tornato nel Regno e potenti signorotti qua e là dettavano legge. Uno di questi si era impadronito di Castiglione, per cui Petruccio si rivolse al re Luigi di Taranto. Sembra che il passaggio di proprietà potesse aver luogo soltanto ai primi del 1354. Certo è che in data 8 aprile di quell’anno, con atto del notaio Nicola di Giovanni di Bisaccia, Petruccio, avendo ottenuto la conferma regia, incaricò il suo procuratore Antonio Mennecchia di investire Francesco del suddetto feudo. Intorno al 1360 si spegneva Francesco che, dalla moglie Giovanna d’Antiochia, aveva avuto soltanto una figlia, Margherita. Quest’ultima, qualche tempo dopo, decise di alienare a favore di Mattia II Gesualdo il feudo di Castiglione e di Fontanarosa, al prezzo complessivo di 1500 once d’oro. Nel relativo documento c’era la seguente espressione: castrum Castellionis exhabitatum, il che sta ad indicare che negli anni successivi non c’era stato alcun ritorno degli abitanti. Quanto a Bisaccia, c’è da dire che in un documento del 1371 (consultato dal De Lellis), come signore del feudo compare Elia, penultimo figlio di Mattia II. Ora, a meno che Margherita non alienasse anche il feudo di Bisaccia di cui era signora, si potrebbe pensare che andasse in sposa al cugino Elia. Così, disabitato e diruto, il feudo di Castiglione rientrava nella giurisdizione di Calitri. Cogliendo occasione dalla scomparsa di Castiglione, l’Acocella fa menzione di altri quattro casali non più esistenti, S. Marco e Sant’Arcangelo (in contrada Vetrano), S. Pietro e S. Zaccaria. Il borgo seu casale di S. Pietro è ricordato nelle Carte di Montevergine in un atto del 1493 del notaio Giacomo di Solofra. Ma esisteva da prima del 1200, anno in cui come S. Pietro in Insula viene ricordato nella citata bolla di Innocenzo III. Più noto ai calitrani (ancora oggi) è S. Zaccaria che in un Bollettino del 1809 veniva così descritto: lo stesso tavolario Vinaccia indicò come sito in mezzo al bosco di Castiglione il casale diruto di S. Zaccaria, il quale trovasi oggi prossimo al Vallone di Rifezza. Interessante anche la testimonianza dell’Acocella che nel 1923 parlava di vastità delle molte e fantastiche rovine, anche se poco dopo le ridi- mensiona in un diruto castello e pochi ruderi. Per quanto riguarda l’altro importante casale, quello di S. Maria in Elce, c’è da dire che per motivi e con strumenti a noi ignoti superò brillantemente la prova della guerra e della peste. Infatti nell’anno 1361 l’abate pagò alla camera apostolica di Avignone la notevole somma di 165 fiorini d’oro. Questa floridezza del monastero e del casale faceva ovviamente gola a Mattia II Gesualdo. Ed è da pensare che facesse di tutto per entrarne in possesso. Si tratta però di supposizioni possibili alla luce delle vicende d’inizio Quattrocento. E comunque S. Maria in Elce rimase libero ed autonomo per tutto questo secolo. Quando nel 1378 scoppiò lo scisma d’occidente, iniziato come fatto ecclesiastico e sviluppatosi in contrasti politici e militari, Mattia II era riuscito ad aggregare sotto la signorìa della sua famiglia molti feudi. Egli però non volle aspettare di morire (intorno al 1390) per trasmettere i feudi ai suoi discendenti. Fu così che intorno al 1370 operò una divisione feudale tra tutti i suoi figli, e cioè Nicola, Giovannello, Luigi, Ruggero, Elia e Roberto. Calitri, con Auletta e Caggiano fu concessa al primogenito Nicola, che quale signore di Calitri va designato come Nicola II. Pescopagano fu concesso a Giovannello, mentre Bisaccia, come si è detto, andò ad Elia. L’altro, e il più in vista, dei figli di Mattia II, Luigi, riuscì ad entrare in possesso di Conza. 5. Nicola II Gesualdo (1370-1400 c.): Calitri per i Durazzeschi Calitri, insieme a Caggiano, Auletta, Capossele, Buonoventre e Fontanarosa, era andata dunque al primogenito Nicola (che l’Ammirato chiama Lionetto, e che d’ora in poi indicheremo come Nicola II Gesualdo). Castiglione, insieme a Cairano, Selvapiana e Ruvo, andò al quartogenito Luigi, almeno a giudicare dal fatto che più tardi si ritroveranno come possedimenti del figlio Elia. Qualche anno dopo, e precisamente nel 1378 scoppiava lo scisma ecclesiale che portò la chiesa ad avere due papi contemporaneamente, Urbano VI italiano e Clemente VII francese. Gio9 vanna I prese parte ovviamente per quest’ultimo, il che portò Urbano VI a contrapporle come re Carlo III di Durazzo. Questa volta i Gesualdo si schierarono contro la regina a favore di Carlo III. E se il signore di Calitri Nicola II restò dietro le quinte, in prima linea si espose il fratello Luigi che combattè al fianco di Carlo III, entrando con lui in Napoli nel 1381. Uscito vincitore dalla guerra, il re fece rinchiudere la regina nel castello di Muro Lucano, dove il 27 luglio del 1382 fu trovata strangolata. Vana fu la ripresa della guerra da parte di Luigi d’Angiò, che nel 1384 moriva di peste a Bari. Così, come nella guerra del 1348-50, anche in questa i Gesualdo avevano cavalcato il cavallo vincente. Quanto a Luigi Gesualdo, venne rimunerato dal re con la donazione del feudo di Conza, tolto alla contessa di Avellino, Elisabetta del Balzo, per essersi questa schierata dalla parte di Giovanna e del papa Clemente VII. Pur non essendoci documenti al riguardo, vi sono molti indizi per dire che anche Calitri sostenne il nuovo re Ladislao, figlio di Carlo III, contro il nuovo oppositore, Luigi II d’Angiò. Solo durante l’assenza del re, che era partito per Roma, seguendo l’esempio di Avellino, i Gesualdo erano passati a Luigi II. Al ritorno del re, il conte di Avellino oppose fiera resistenza, ma fece sapere al re che se Luigi II non fosse andato in suo aiuto, egli si sarebbe arreso. L’aiuto non venne, ed il conte di Avellino aprì le porte all’esercito di Ladislao. I Gesualdo seguirono l’esempio di Avellino, e tornarono sotto le insegne di Ladislao. È vero che nelle fonti narrative, come l’Istoria del Di Costanzo, non si parla di Calitri ma solo dei Gesualdo. Ma è altrettanto vero che questi storici parlano dei Gesualdo in modo unitario, il che sta ad indicare che la famiglia, che ora signoreggiava su quasi tutta l’Alta Irpinia, negli ultimi decenni del Trecento condusse un disegno politico unitario. Una constatazione, questa, che rende meno deludente la mancanza di documenti sulla morte e la successione feudale di Nicola II che, con una certa approssimazione si potrebbe porre intorno all’anno 1400. Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 CONCLUSE AD ANDRETTA LE “SESTE GIORNATE STORICHE” Convegno e Mostra sulla emigrazione ndretta è ritornata, dopo qualche A anno, ad essere il centro della cultura storiografica altirpina, con le “Seste Giornate Storiche “, incentrate su un Convegno nazionale di studi sul tema “L’emigrazione transoceanica dalla Campania tra ottocento e Novecento. Al Convegno è stata abbinata una interessante “Mostra bibliografica documentaria e fotografica”. Alla lodevole e significativa iniziativa hanno partecipato il Comune di Andretta, la Società Storica Irpina, il Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali dell’Università di Salerno, la Regione Campania, l’Amministrazione Provinciale di Avellino e la Comunità Montana Alta Irpinia. Hanno concesso il loro alto patrocinio il Presidente del Senato, il Ministro dell’Interno ed il Presidente della Regione Campania. Hanno aderito alla manifestazione, assicurando la loro collaborazione in forme e modi diversi, la Fondazione “G. Agnelli” di Torino, il Centro Studi Emigrazione di Roma, l’Istituto Italiano Studi Filosofici di Napoli, l’Archivio Storico-Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, la Soprintendenza Archivistica della Campania, gli Archivi di Stato di Avellino, Caserta, Napoli e Salerno, l’Archivio storico del Banco di Napoli, i Comuni di Cuneo e di Morano Calabro e la Comunità Montana Valceresio. Adesioni dall’estero sono pervenute dall’Associazione Storica Italo-Americana di New York, dal Centro di Ricerche sull’Emigrazione dell’Università di Temple - Filadelfia, dal Centro Storico di Ricerca sull’Immigrazione dell’Università del Minnesota, dal Columbia College di Chicago, dal Centro di Studi Migratori Latino - Americano di Buenos Aires, dall’Archivio Storico di Olevvaria (Argentina), nonché da diversi docenti universitari stranieri, la cui partecipazione al Convegno non è stata possibile per problemi di natura finanziaria. Hanno altresì aderito all’iniziativa le Ambasciate del Canada e del Venezuela, i Consolati Generali in Napoli degli Stati Uniti, del Cile, del Paraguay e del Venezuela. Notizie sul Convegno sono state date dal quotidiano “Il Mattino” del 28 luglio 1996, nonché dai periodici irpini “Altirpinia” n. 9 del 15 maggio 1996; “La Gazzetta dei Morresi Emigrati”, n. 5/maggio 1996; “Il Calitrano” n. 2 n.s. luglio/agosto 1996; “Voci da Teora” n. 5/6 maggio-giugno 1996; “S. Gerardo” n. 6/giugno 1996. Scoca Vincenzo, nato il 1906 e deceduto nel 1932. 10 Nelle intense e proficue due “giornate Andrettesi” sono stati non solo illustrati gli aspetti storici e statistici del grandioso fenomeno di massa che attraversò, con lacerazioni anche dolorose, le nostre popolazioni tra la fine del secolo scorso e l’inizio di quello attuale, ma anche dibattuti alcuni argomenti di attualità, quali l’emigrazione di ritorno ed il voto agli emigrati.. Il Convegno è stato aperto il 3 agosto 1996 con i saluti del sindaco di Andretta prof., Camillo Caputo, del presidente dell’Amministrazione Provinciale prof., Luigi Anzalone, dell’assessore provinciale alla p.i. prof. Giuseppe Moricola, del prefetto dr. Renato Stranges e del sindaco di Avellino dr. Antonio Di Nunno; ha presieduto i lavori della prima giornata il prof. Massimo Mazzetti, Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e sociali di Salerno. La relazione introduttiva su “La grande migrazione” è stata svolta dalla prof.ssa Franca Assante, titolare della cattedra di Storia Economica di Napoli, che ha magistralmente tratteggiato 100 anni di emigrazione italiana dal 1876 (anno delle prime rilevazioni statistiche ufficiali) al 1976 (anno di esaurimento della parabola a cui subentra una tendenza di segno opposto). L’Italia, con il 1976, diventa da paese di emigrazione, paese di immigrazione. Sono seguite le relazioni del prof. Guido Panico e della dr.ssa Ornella De Rosa, entrambi della Facoltà di Magistero di Salerno, i quali si sono intrattenuti rispettivamente su “L’emigrazione dalla Campania” e su “Il viaggio”, che è stato articolato nelle fasi della “partenza”, della “traversata” e dell’“arrivo”, che sono state illustrate attraverso la proiezione di interessanti diapositive. È seguita la relazione del dr. Gianfranco Pecchinenda, della Facoltà di Sociologia di Napoli, che ha trattato Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 delle “Memorie migranti”; il prof. Toni Iermano, della Facoltà di Lettere di Cassino, ha svolto un’interessante relazione sulla “letteratura campana e il tema dell’emigrazione transoceanica”. Infine il generale Nicola Di Guglielmo, presidente della Pro Loco Andretta - dopo i ringraziamenti di rito - ha sommariamente esposte le motivazioni del Convegno ed ha illustrato le sezioni della Mostra bibliografica, documentaria e fotografica. Dopo l’interessante comunicazione di Vincenzo Somma sull’emigrazione irpina, ha tratto le conclusioni della prima giornata il prof. Giuseppe Di Taranto, ordinario alla Facoltà di Economia e Commercio di Salerno, il quale ha, - tra l’altro - sottolineate l’importanza e la funzione delle rimesse anche nello sviluppo industriale italiano. Nella seconda giornata - presieduta dalla prof.ssa Franca Assante - il dr. Roberto Guidi, sociologo, ha trattato il tema “Lo scenario delle partenze e l’evoluzione delle dinamiche migratorie in Irpinia”; la dott.ssa Anna Maria Zaccaria, della Facoltà di Sociologia di Napoli, ha illustrato l’argomento “Irpini a Boston: i percorsi individuali e le dinamiche del successo”.Quindi, il prof. Riccardo Scartezzini, della Facoltà di Sociologia di Trento, ha trattato il tema “Identità ed emigrazione”, sottolineando l’importanza delle “liste di sbarco” nello studio del fenomeno migratorio, di cui ha ridimensionato le cifre, tenendo conto del flusso dei ritorni. Il dr. Gianluigi Carullo, della Facoltà di Economia e Commercio di Napoli, ha parlato sul tema “Le rimesse degli emigrati irpini”; il generale Nicola Di Guglielmo ha illustrato “L’emigrazione dell’Alta Irpinia” esponendo in particolare la situazione e l’emigrazione del circondario di Sant’Angelo dei Lombardi (circa 90.000 persone dal 1876 al 1915) e del comune di Andretta (oltre 3.500 individui nello stesso quarantennio). Il prof.Giuseppe Imbucci, della Facoltà di Magistero di Salerno, ha trattato il tema “L’emigrazione: passato e presente”, sottolineando il ruolo dell’emigrazione quale grande fattore di civiltà e grande patrimonio di energie e di lavoro all’estero. È seguito uno stimolante dibattito, nel quale sono intervenuti il prof. Mas- simo Mazzetti (che ha richiamato l’attenzione sulla sopravvalutazione delle dimensioni dei flussi migratori), il prof. Gennaro Passaro (che ha tra l’altro riferita l’esperienza migratoria del nonno), il prof. Carlo De Rosa (che ha fatto riferimento al caso di un emigrante calitrano che non ha fatto fortuna negli Stati Uniti), l’ins. Michele Guglielmo (che ha recitata una sua poesia sull’emigrante), il dott. Luigi Miele, residente negli Stati Uniti (che ha parlato delle condizioni degli emigrati andrettesi delle varie generazioni) ed infine il prof. Riccardo Scartezzini (che ha ribadita la grande confusione che regna sulle cifre dei flussi migratori, dalle quali vanno sottratte quelle anch’esse consistenti dei rimpatri). Al termine, il prof. Giuseppe Acocella, ordinario di Etica Sociale alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania, nel sottolineare l’importanza degli incontri andrettesi, ha, con rapide ma efficaci pennellate, tratte le conclusioni del Convegno, che va considerato non un’operazione erudita ed accademica, ma un rilevante contributo alla migliore conoscenza del fenomeno migratorio della Campania, ed i cui frutti potranno cogliersi meglio successivamente. Il Convegno, infatti, non si è esaurito nella trattazione accademica e dotta del fenomeno migratorio o nell’arida elencazione di dati e cifre, né un’operazione “di facciata” per la ricorrenza del decennale della costituzione della Pro Loco Andretta. Esso, nel porre problematiche varie, ha inteso proiettarsi nel futuro; e in questo senso che va accolto l’invito del generale Nicola Di Guglielmo, che, nell’assicurare l’impegno suo e dell’Associazione per la pubblicazione degli “Atti” del Convegno, ha rivolto viva preghiera agli studiosi ed agli emigrati di voler inviare dati, elementi, notizie e documenti sull’emigrazione dai rispettivi paesi. Al Convegno hanno fatto seguito altre due importanti manifestazioni organizzate dal Comune di Andretta, con la collaborazione della Pro Loco Andretta e il patrocinio della Società Storica Irpina: il gemellaggio del Comune di Andretta (3.000 abitanti) con la città di Ramapo (94.000 abitanti di diverse nazionalità), dello Stato di New York, nella giornata dell’11 agosto; e la presentazione del libro “Andretta nella prima metà dell’800” di Carmine Ziccardi, nel pomeriggio del 18 agosto da parte del prof. Giuseppe Acocella. Debora Bertoli, nata a Novara il 15.03.1993, figlia di Incoronata Mollica e Roberto Bertoli. 11 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 DIALETTO E CULTURA POPOLARE A CURA DI RAFFAELE SALVANTE MODI DI DIRE Acqua passa e sckera ven’ Adda cr’pà ncuorp’ Cu lu muss’ a lu s’rvizzij Eia amar’ v’len’ Fatt’ assì l’uors’ M’ so’ apparat’ Mo’ t’ rach’ la sett’ma! Nzorfa tu! Sckupp’teia e citt’ Ten’ cust’manza e curt’sia PROVERBI = è sempre la solita musica = deve crepare = attento al suo compito = è amaro, come un veleno = sputa l’osso = mi sono saziato = ora ti do la settima… lezione! = aizza tu ! = mangia e stai zitto = ha educazione e cortesia S’eia sciut’ a f’ccà nsotta è andato a sottomettersi La r’cotta r’ zi Saverij rinomata per la sua squisitezza U’ cchiù brutt’ aspiett’, a tav’la e a liett’ l’aspetto meno presentabile a tavola e a letto La preta morta coc’ egghia egghia la preta morta cuoce da sola Hamm’ì fatt’ a bbota cangiata! abbiamo fatto al contrario Si lu ntuon’ t’ntona se po provochi ti risponde S’ vaj lavann’ r’ vocqua va sparlando in giro Eia na vucculona parla a vanvera Sap’ r’peng’ lu sol’ è un bravo pittore Chi rona, car’ venn’ chi dona, vende a caro prezzo Calitri 1960, la famiglia di Cianci Vincenzo (u’ mbagliasegg’), da sinistra : Francesca - Salvatore - Giovanni - Antonio, seduti : Caputo Maddalena - Giuseppe e Cianci Vincenzo. Angelo Iannella, musicofilo, nella giornata del 1° settembre 1996 mettendo dei fiori al Monumento ai Caduti di Calitri ha fatto suonare, dal Concerto bandistico (in piccolo), inni patriottici in onore di tutti i Caduti. 12 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 RIFLESSIONI aver maturato una discreta D opo esperienza stando per un quarto di secolo al servizio dello sport e in particolar modo del calcio, posso oggi asserire che è stata una esperienza senz’altro positiva, forse perché vissuta in un particolare momento del nostro paese inteso come comunità. Terminato questo rapporto nel 1993 mi sono ritrovato in questi ultimi tre anni, sempre per il mio spirito di associazionismo, a dovere espletare altri compiti per la comunità, atti a migliorare i rapporti socio-culturali della nostra Calitri; tutt’altro genere di organizzazione, comunque sempre a contatto con la popolazione. In soli tre anni ho notato un radicale mutamento e un nuovo metro di comportamento della gente che ha lasciato in me un doloroso sconforto, e di questo il nostro paese ne risentirà chissà ancora per quanto tempo. Un primo mutamento si avverte in un mini esodo, ma che potrebbe risultare un vero e proprio fenomeno di emigrazione da parte di persone o famiglie che vanno in cerca di lavoro in altri luoghi; certamente non più l’emigrante con la valigia di cartone, ma un vero modello come si conviene a quattro anni dal nuovo secolo. Un secondo mutamento è il modo di vivere la festività della domenica dei calitrani; mi ricordo di domeniche super affollate lungo la passeggiata, ora invece c’è mutamento anche negli orari: la mattina delle domeniche è una pena! a parte quelle quattro anime che escono dalla chiesa e animano per un po’ il corso, il resto è abulìa totale. Le sere della domenica poi, ricordo che si usciva per lo “struscio” nel tardo pomeriggio per rincasare all’ora di cena; adesso la cena è stata abolita o sostituita con il fast-food e quando le tenebre sono calate da un bel po’ il corso si rianima (o forse siamo tutti vampiri?). In ordine volutamente cronologico ho lasciato per ultimo le considerazioni che forse sono la “chicca” di queste mie riflessioni. In questi ultimi anni girando per il paese e avvicinando gente per chie- dere il contributo per la festa patronale me ne sono sentite di cotte e di crude: chi si lamenta che sono stati relegati nella riserva e non vedono niente; chi, i più intransigenti, vorrebbero le feste davanti casa; i più magnanimi la vorrebbero nel loro quartiere; chi esclama “come si fanno ancora queste feste!!... e puntuali li vedi in quei giorni in prima fila. Ci sono poi i nostri concittadini residenti fuori Calitri i quali vorrebbero le feste nel periodo delle loro ferie perché si sentono stranieri ed estranei nel loro paese natio dove nessuno pensa a rendere piacevole il loro soggiorno. LA CASA ABBANDONATA L’albero spoglio e le foglie cadenti accanto a una casa colorata e abbandonata, il prato verde e il sole giallo. È un miscuglio di colori che rendono ancor più bella la piccola casetta abbandonata. Fiordellisi Enza (V elementare) VALORE DI UN SORRISO Un sorriso non costa nulla e rende molto, riempie chi lo riceve, senza impoverire chi lo dona. Il tuo sorriso non dura che un secondo ma quel sorriso è infinito, rimane scolpito nel cuore di chi lo riceve. Ricordati, inoltre, che nessuno è così povero da non poterne donare. Ma sta bene attento ché il valore di un sorriso non ha prezzo né si può prestare, né si può comprare, poiché il suo valore è solo nell’istante in cui si dona. Se qualcuno in strada non te lo dona, donalo Tu poiché nessuno ne ha così bisogno di chi non lo sa donare Bonzanini Daniele 13 C’è poi una totale assenza per una qualsiasi manifestazione socio-culturale che è pane quotidiano nel resto dei paesi limitrofi e di tutta la provincia. A parte qualche estemporaneità di alcuni volenterosi, che poi resta fine a se stessa, il resto è notte fonda. Invece di fare la gara di resistenza ad eliminazione diretta dello “struscio”, perché non dedichiamo un po’ del nostro tempo ad una qualsiasi manifestazione? invece di recarci nei paesi limitrofi per assistere ad ogni tipo di spettacolo? Tutti vorrebbero divertirsi, poi ci sono i soliti ignoti pronti a criticare tutto e tutti, e meno male che siamo un popolo di istruiti avendo da cinquant’anni le scuole di ogni ordine e grado e se queste istituzioni non ci fossero sai che delizia!... In questo triste momento, senza voler togliere niente a nessuno o fare termini di paragone, noi siamo soltanto cinquemila anime in più dei nostri dirimpettai di Cairano. Raffaele Tuozzolo Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 CONCORSI IX Edizione del Premio Nazionale di Poesia Religiosa “Dott. GENNARO SCETTA CITTÀ DI POGGIOMARINO” Le poesie dovranno pervenire, entro il 31 dicembre 1996, per ogni eventuale informazione rivolgersi alla Redazione di PRESENZA - Sezione Concorsi Via Palma, 59 - 80040 STRIANO (NA) tel. 081/827.62.64. ••• Con il patrocinio del Comune di Padova e in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Manifestazioni è indetto il ••• Con il patrocinio del Comune di Milano e con la collaborazione del periodico di cultura e di notizie sui premi d’arte e letteratura il Grillo, è indetto la prima edizione del Concorso Nazionale ADSINT di poesia Le opere dovranno pervenire entro il 31 gennaio 1997. Per informazioni rivolgersi a Concorso ADSINT di poesia - Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori Via Venezian, 1 - 20133 MILANO tel. 02/70.60.08.48 23.90.772. Calitri 7.02.1955, matrimonio fra Scoca Vincenzo (pisciap’rtiegghj’) e Cestone Maria Luigia (a’ chiscia), da sinistra in piedi: Galgano Maria Michela - Cestone Vincenzo - Scoca Rosina Cestone Francesco - Scoca Donato; seduti: Di Milia Antonia - Scoca Vincenzo - Cestone Maria Luigia. (Foto Leone). XXVII Premio di poesia Formica Nera - città di Padova Segreteria: Via Dignano, 11 - 35135. Le poesie devono pervenire entro il 5 aprile 1997, per informazioni rivolgersi alla Segreteria o telefonare al 049761.77.37. ••• Il periodico “Il Galeone” promuove la XVI° Edizione del Premio Nazionale Letterario (Poesia) - Artistico “CITTÀ DEL PELORO” nelle due sezioni: A poesie in lingua e B poesie in vernacolo siciliano. Chiusura del bando 28 febbraio 1997. Per essere ammessi al concorso bisogna abbonarsi al periodico “Il Galeone” inviando £. 30.000 mediante c/c postale n.10008985. Per più precise informazioni rivolgersi a Peloro Editrice Complesso Peloritano Pal. D - 98125 CONTESSE MESSINA. N ATA L E Questo giorno di Natale vien per bene o vien per male? Se per ben dell’alma nostra come il testo ci dimostra. Come va che giunto appena il demonio si scatena e conduce dal profondo tutti i diavoli nel mondo? Dunque è un giorno che nel viso porta il ben del Paradiso ma nel fondo e nell’interno tutto il brutto dell’Inferno. Nel sentir di qua e di la un continuo tà, tà, tà nel sentir di giù e di sù un continuo bù, bù, bum. Nel veder razzi e faville già per l’aria a mille a mille. È una prova manifesta che di Dio non è la festa. Ma che pagasi un tributo a Lucifero cornuto. Dopo questo terremoto incomincia un altro moto. Voglio dir della burrasca che non lascia un grano in terra. 14 Ma il demonio più si sfrena verso l’ora della cena. Cena fatta per crepare assai più che per mangiare. Non si mangia se non esce sulla tavola quel pesce, che del timido serpente è strettisimo parente. Taccio qui la varia e grande quantità delle vivande. Delle salse e degli aromi e dei gustosi maccheroni; vino, dolci vari e liquori che di senno mandan fuori certi tipi, e fra questi tali turpi succidi animali, che ubriachi come stanno, pria dell’ora in chiesa vanno e poiché pregar non ponno restan ivi a farsi un sonno. Questo è l’uso, e in guisa tale si santifica il Natale? maestro Luigi Armiento (segnalataci da Michelangelo Armiento da Dusseldorf) Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 N E C R O L O G I Giovanni Roina 15.8.1920 † 1.8.1996 Antonio Maffucci 22.3.1930 † 20.8.1996 Antonietta Zarrilli ved. Ferrara 19.8.1917 † 30.11.1995 La moglie Lucia, i figli Giuseppe e Carmine, con le nuore Marisa e Teresa, uniti ai parenti tutti, lo ricordano con affetto. “La tua scomparsa ci lascia soli, ma il tuo ricordo ci sarà di sollievo e di conforto” Non rattristiamoci di averla perduta, ma ringraziamo Dio di averla avuta. I figli Dorina, Michelina e Michele. La moglie Michelina Capossela, i figli Giancarlo ed Anna, la nuora Sabrina, il genero Antonello, la nipotina Marina, le famiglie dei fratelli e sorelle, cognati e cognate e tutti coloro che lo amarono. Francesco Zabatta 1.11.1912 † 5.9.1991 Nel quinto anniversario della sua dipartita, la moglie Lucia, i figli Vito, e Michele, i nipoti e i parenti tutti, lo ricordano con affetto. D’Auria Vincenza ved. Zarrilli 1928 † 9.11.1995 Il marito, le figlie, i figli i nipoti e i parenti tutti, la ricordano a coloro che la conobbero nella ricorrenza del secondo anniversario della sua scomparsa. Antonio Cianci 23.4.1976 † 26.1.1995 Giuseppe Di Carlo Calitri 28.8.1914 † Australia 7.11.1992 Nel quarto anniversario della scomparsa, la moglie Filomena, il figlio Donato, la nuora e i nipoti lo ricordano con affetto. Giuseppe Senerchia 16.10.1922 † 26.9.1990 Nel sesto anniversario della sua dipartita la moglie e i figli lo ricordano con lo stesso amore di sempre. 15 La mamma Antonietta, il papà Michele e il fratello Marco, nel secondo anniversario della sua scomparsa lo ricordano con lo stesso amore di sempre. Erminio Zarrilli 21.12.1929 † 24.10.1995 Ha dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia. La sua forza e il suo coraggio ci aiutano a vivere. La moglie e i figli in ricordo. Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 AUGURI ELISABETTA Elisabetta Bardi, di Certaldo, studentessa di architettura presso l’Università di Firenze, usufruendo di una borsa di studio “Erasmus” continuerà i suoi studi a Dublino in Irlanda per otto mesi. Animata da un genuino entusiasmo e da un grande desiderio di approfondire i suoi studi e le sue conoscenze culturali, la giovane studentessa si è trasferita in quella bellissima nazione, lasciando nei suoi cari un senso di tristezza per la lontananza. A Elisabetta, ai genitori Saverio e Grazia, ai fratelli Pierluigi ed Alessandro, a Francesco a Lei tanto caro, ai parenti tutti ed agli amici, giungano gli auguri più fervidi della nostra redazione. FORTE È IL SUO AMORE PER NOI E LA FEDELTÀ DEL SIGNORE DURA IN ETERNO. (Salmo 116) FIGLI DELLA PRIMAVERA a vigna che diede linfa al mio sangue sannita Lal ritorno sfiora i miei sogni quando abbaiano i cani del padrone Ulisse. Siete figli della Primavera, voi contadini, fedeli custodi della civiltà agricola! Avete il coraggio di restare dove il pastore dorme col suo gregge i bimbi nascono nello stradone delle canne. Noi esuli salpiamo per treni di frontiera dove muore l’antico rito liturgico della musica del canneto che ondeggia al vento di aprile, al primo vagito dei neonati. Lasciatemi tornare alla terra della mia infanzia sorridere di nuovo all’arrivo della Primavera cantare tra i giunchi dell’Occhito il mio primo amore disperdere quest’esilio nell’utopia della storia baciare ancora una volta il velo della Veronica accompagnare Cristo morto in processione la sacra notte di Venerdì santo. Odo ancora la nenia sannita della giovane zingara che accanto alla culla spergiura la fattura di una strega! Sotto l’incubo delle bombe le grotte di tufo di Colle San Marco contengono ancora il lamento delle donne le lacrime dei bimbi che piangono la guerra. Per me la tua bocca ha ancora il sapore di miele i tuoi capelli neri il profumo delle ginestre i sentieri sanniti cantano la favella d’amore. Tanelli Orazio dagli USA L’AQUILONE C ome il bambino che gioca nel prato sogna di volare lontano, insieme col suo aquilone colorato, nel cielo infinito; così gli uomini dovrebbero iniziare a sognare di volare lontano: verso un mondo nuovo, dove non esiste l’odio, la rabbia e il rancore, ma esiste solo l’amore. Dove saranno tutti uguali, impareranno ad amarsi per i valori reali. Dove non si ama o si odia una persona per il suo colore, ma per ciò che ha dentro il suo cuore. Loredana 1956/57 una gita a piedi fino a Monticchio, da sinistra: Minichino Raffaele - De Nora Bartolomeo - Errico Vincenzo - Melaccio Rodolfo - Rabasca Michele - accoccolati: Di Maio Michele e Caputo Antonio. 16 Questa poesia di Irma Loredana Galgano di Calitri, ha conseguito il 3° premio nella XVI° edizione del Premio Letterario Internazionale “PUGLIA VIVA” che è stato assegnato il 27.10.96 nella sala Rosa del Palazzetto dell’Arte in Foggia. Auguri vivissimi. Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 NOZZE D’ORO Cestone Maria Teresa (ciannill’) nata il 6.4.1916 e Martiniello Vito Salvatore (papp’lon’) nato il 29.5.1916, sposati il 22.4.1936 hanno festeggiato i loro 60 anni di matrimonio.Auguri. Caputo Angela (lena) nata il 26.9.1924 e Maffucci Angelo (ndundar’) nato il 3.8.1921 sposati il 10.9.1945 festeggiano i loro 50 anni di matrimonio.Auguri. Lucrezia Antonietta, nata il 1.2.1922 e Nicolais Francesco, nato il 7.10.1922, sposati il 21.12.1946, festeggiano i loro 50 anni di matrimonio.Auguri. Calitri 23 settembre 1996, da sinistra Di Maio Angela - Di Milia Michele Di Maio Salvatore e Galgano Maria Antonia, sposi il 23 settembre 1946, Di Maio Franca Lucia e Frucci Bruno.Auguri per i 50 anni di matrimonio. Caserta Emma e Basile Aniello, sposati il 14.9.1946, hanno festeggiato i loro 50 anni di matrimonio.Auguri. 17 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 MOVIMENTO DEMOGRAFICO Rubrica a cura di Anna Rosania I dati, relativi al periodo 24.05.1996 al 10.10.1996, sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri. CINGUL’ E VRUOCCH’L’ (gnocchi e broccoli) NATI Mauro Alessandra di Giuseppe e di Rabasca Gerardina Nicolais Cinzia di Giuseppe e di Acocella Maria A. Galgano Erika di Vincenzo e di Zabatta Isabella Bavosa Gaetana di Antonio e di Di Cosmo Maria Maffucci Maria Grazia di Angelo e di Rossi Angela Metallo Maria di Antonio e di Toglia Rosanna Russo Gianna di Antonio e di Maffucci Annamaria Stanco Enzo di Franco e di Leone Concetta Di Napoli Cristina di Canio e di Metallo Filomena Gallucci Antonella di Donato e di Lucrezia Pasqualina Maffucci Adriana di Michele e di Ragazzo Joséphine Del Moro Pasquale di Giuseppe e di Schettino Lucia Calabrese Ilaria di Gerardo e di Santoro Maria Giuseppina 14.05.1996 13.06.1996 15.06.1996 30.06.1996 03.07.1996 13.07.1996 23.07.1996 28.07.1996 30.07.1996 20.08.1996 02.09.1996 07.09.1996 11.09.1996 MATRIMONI Piumelli Giuseppe e Cucciniello Michela Cialeo Vincenzo e Immerso Lidia Di Milia Vincenzo e Di Salvo Maria Miele Vincenzo e D’Ambrosio Paola De Rosa Luciano e Melillo Angelica Galgano Michele Arcangelo e Acocella Anna Maria Rao Pasquale e Gautieri Annamaria Zabatta Emilio e Cubelli Maria Vincenza Corazzelli Vincenzo e Cappiello Maria Margherita Pastore Canio e Fierravanti Tina Julie Dragone Leone e Pompeo Stefania Depalma Nicola e Sansone Maria Antonietta Iannece Aldo e Capraro Elvira Metallo Gerardo e Russo Rosa Di Domenico Giuseppe e Galgano Lucia Di Napoli Antonio e Di Cecca Angela Maffucci Michele e Zarrilli Pierina Gerarda Maffucci Michele e Di Maio Francesca Armiento Michele e Rosamilia Grazia Cerreta Giuseppe e Margotta Enza Natale Vito Antonio e Maffucci Enza Cestone Canio e Gallo Giuseppina Lamanna Gerardo e Galgano Filomena Russo Giuseppe e De Nicola Giuseppa Caruso Michele e Forgione Mariagrazia Iuliano Pietro e Galgano Mirella Pina Zarrilli Stefano e Masi Stefania Cubelli Alfonso e Maffucci Gaetana Caruso Angelo e Pannisco Armida Antonia Astone Gustavo e Zarrilli Lucia Nannariello Pasqualino e Ricciardi Marina 24.04.1996 22.06.1996 01.07.1996 08.07.1996 08.07.1996 20.07.1996 20.07.1996 22.07.1996 25.07.1996 27.07.1996 03.08.1996 07.08.1996 08.08.1996 10.08.1996 12.08.1996 14.08.1996 17.08.1996 19.08.1996 19.08.1996 21.08.1996 28.08.1996 29.08.1996 31.08.1996 04.09.1996 07.09.1996 07.09.1996 07.09.1996 07.09.1996 14.09.1996 21.09.1996 28.09.1996 MORTI Toglia Vittoria Adelaide Metallo Rosa Galgano Mariangela Masciola Diamante Metallo Giuseppe Di Milia Stefano Della Badia Gaetana Di Muro Canio Miele Francescantonio Di Milia Rosa Galgano Angela Roina Giovanni Cicoira Lucia Pasqualicchio Lucia Cestone Francesca Di Napoli Vito Ruberto Matilde Ricette 24.03.1905 - 18.05.1996 10.10.1914 - 13.06.1996 23.01.1922 - 22.06.1996 28.03.1903 - 22.06.1996 15.11.1915 - 11.07.1996 17.04.1920 - 14.07.1996 25.08.1911 - 19.07.1996 06.03.1913 - 21.07.1996 06.04.1914 - 23.07.1996 02.01.1936 - 24.07.1996 27.01.1915 - 29.07.1996 15.08.1920 - 01.08.1996 18.12.1911 - 08.08.1996 28.02.1909 - 14.08.1996 26.05.1911 - 20.08.1996 18.09.1934 - 20.08.1996 04.02.1910 - 01.09.1996 18 Ingredienti: farina di semola di grano duro, cime di rapa, olio d’oliva, sale, peperoncino piccante a pezzetti, aglio. Mettere la farina a fontana sulla spianatoia (hramm’la), versarvi nel mezzo un po’ d’acqua tiepida, una presa di sale, lavorare l’impasto piuttosto sodo, lasciarlo riposare una mezz’ora. Trascorso questo tempo, lavorare di nuovo l’impasto e ricavarne dei bastoncini sottili e lunghi, infarinarli allineati sulla spianatoia e tagliarli con la “paletta” in pezzetti di un centimetro circa (cingul’), rendendoli cavi premendo con le dita. Nel frattempo preparare le cime di rapa (vruocch’l’) lavandole e sgocciolandole. Mettere a bollire in una grossa pentola l’acqua con il sale, cuocere insieme gnocchi e broccoli; a cottura avvenuta, sgocciolarli e versarli in una zuppiera (spasetta). In un tegamino (sartasc’nieggh’) far rosolare l’olio e l’aglio, eliminare quest’ultimo e mettere il peperoncino a pezzetti, allungare il tutto con un po’ di acqua di cottura della pasta, versare il soffritto nella zuppiera e servire con buon vino “r’ la v’sc’glieta” fresco di cantina. Valerio Russo NUOVI PENSIONATI n una suggestiva cerimonia alla preICircolo, senza di tutti i settanta insegnanti del martedì 3 dicembre 1996 nella scuola elementare di Mercatello, presso il 9° Circolo di Salerno, il direttore didattico dottor Vincenzo Sica, ha conferito una pergamena con medaglia ricordo agli insegnanti Remigio Schiavo - Vito Carmine Villani e Mario Carucci, dispensati dal servizio per inidoneità fisica permanente con decreto n. 8385 del 10.07.96 dopo circa 33 anni di insegnamento senza demerito. Ai festeggiati auguriamo una serena e lunga quiescenza. Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 SOLIDARIETÀ COL GIORNALE Angela - Cianci Giuseppe - Maffucci Rosa e Angela - Paolantonio Vito - Del Re Nicola - Santoro Angiolina - Di Cecca Antonia e Paola - Cerreta Francesco - Di Muro Leonardo - Cerreta Maria Via II° Sotto Macello 32 - Nivone Michele - Scarlatella Domenico - Di Guglielmo Michele e Angela - Lucrezia Raffaele - Codella Vito Via I° Gagliano 3 - Gautieri Vincenzo - Caputo Maria - Immerso Maria - Tateo Domenico - Nigro Angelo - Martiniello Antonietta e Vito - Lucrezia Antonio - Fastiggi Giuseppe - Cestone Vito “Tutto Musica” - Di Milia Antonio Via Circonvallazione 44 - Nivone Giuseppe - Galgano Francesco Via Ferrovia 3 - Di Milia Alfredo Di Napoli Donato - Zabatta Lucia - Fastiggi Anna - Lettieri Canio Sena Anna - Rabasca Vitantonio - Di Milia Maria Via M.A. Cicoira 34 - Bozza Vincenzo - Cerreta Alfonso - Gervasi Benedetta Zarrilli Maria Grazia - Margotta Pasquale - Maffucci Antonio “Elektron” - Cianci Giuseppe - Fiordellisi Antonio - Bavosa Gerardo - Zarrilli Lorenzo Corso Rinascimento - Stanco Maria Antonia Via Faenzari 10 - Russo Canio - Russo Michelarcangelo - Di Cairano Antonio Contrada Sambuco - Scoca Vincenzo Contrada Sambuco - Buldo Giovanni - Di Milia Maria Teresa Vico Pittoli 4 - Galgano Vito Via Torre - Armiento Canio - Caputo Vittorio - Codella Francesco - Ricciardi Lucia Gaetana - Capossela Giuseppe (Genova) Borsellino Giuseppe (Contursi Terme). DA CALITRI 10.000: Giuliano Salvatore - Maffucci Francesco Piazza Michelangelo - Fasulo Sergio - Nigro Maria - Gallucci Carmela - Di Napoli Rocco - Di Guglielmo Francesco - Fierravanti Pasquale Fierravanti Pietro - Vallario Lorenzo Via De Sanctis - Di Maio Maria Michela - Nappo Paolo - Della Badia Pietro - Galgano Giuseppe - Balascia Gerardo - Maffucci Maria e Bozza Canio Di Gugliemo Giuseppe Corso Rinascimento 10 - Codella Giuseppe Contrada Difisette - Galgano Donato - Zarrilli Giuseppe Di Maio Vito - Tornillo Giovanni - D’Amelio Pietro - De Nicola Rocco - Leone Giuseppe - Galgano Canio - Mastrullo Giuseppe Zarrilli Gerardino - Ricciardi Fernando - Cestone Gaetano Zabatta Rocco Via A. Del Re 19 - Sicuranza Giovanni - Di Cecca Vito - Codella Luigi - Di Maio Salvatore - Marino Pietro Fiordellisi Giuseppe - Cestone Franchino - Cerreta Giuseppe - Di Milia Patrizia - Zarrilli Michele Via Stanco 46 - Di Milia Giovanni Via A. Manzoni 1 - Iannece Antonio - Errico Vito - Rauso Gaetana - Lucadamo Vincenzo - Russo Antonio - Galgano Umberto - Panelli Peppino - Zarrilli Leonardo - Galgano Pasquale Caputo Pietro - Lettieri Angelomaria - Cianfano Nerina - Siconolfi Anna - Fiordellisi Giovanni - Di Maio Vincenzo Via Pittoli 55 Quaranta Vincenzo - Di Maio Giovanni Via Sotto Concezione 48 - Di Roma Giuseppe. 25.000: Sezione Mutilati e Invalidi di Guerra - Maffucci Filomena - Nicolais Cristina vedova Acocella - Delli Liuni Antonio. 30.000: Nappo Raffaele - Rubino Michelantonio - Di Milia Giovanni Via Dante 21 - Del Cogliano Giuseppe - Metallo Michele Via Circonvallazione - De Rosa Enzo - Nicolais Francesco - Del Re Giovanni - Maffucci Maria - Cestone Francesco - Santamaria Francesco - Galgano Maria Gaetana “Fiori” - Zabatta Vitale Associazione Medica “Nuova Sanità” - Maffucci Angelo Via Campo Sportivo 9 - Lettieri Pietro - Di Carlo “Cartolibreria” - Zarrilli Maria e Vittorio - Senerchia Giuseppe Via I° F.De Sanctis 10 - Iannolillo Giovanni - Germano Giuseppe “Bar” - Zabatta Rocco - Delli Liuni Giulio - Martiniello Vincenzo - Armiento Orazio - Zarrilli Giuseppe Via I° Sotto Macello 12 - Di Milia Maria Antonia Sansone Lorenzina - Maffucci Lorenzo (riav’l’) - Tornillo Salvatore - Del Re Ascenzio - Zabatta Berardino Via F. Tedesco 60 - Sena Antonio - Cerreta Michele - Calà Gerardo - Di Milia Antonietta (Milano) - Di Milia Angela (Palma Campania) - Armiento Michelina (Alessandria). 15.000: Cerreta Rosa Antonia - Di Milia Michele Via Macello 6 - Pastore Raffaele Via Sotto Concezione - Scoca Vincenzo Via Pittoli 86 - Acocella Antonietta - Lucrezia Pasquale - Tuozzolo Antonio Vincenzo - Tornillo Giuseppe Nicola - Metallo Rocco - Zarrilli Canio Via De Sanctis 33 - Cerreta Michele Via Circonvallazione 139 - Strollo Salvatore - Tancredi Giuseppe - Metallo Giovanni Paludi di Pittoli - Zarrilli Vincenzo Contrada Traggine - Di Milia Raffaele - Gautieri Donato - Gautieri Michele - Di Maio Giuseppe Vico Cirminiello 13 - Metallo Giovanni - Tateo Antonio N.N. - Zarrilli Vincenzo Via R. Guttuso - Codella Mario Vico IV Pittoli 5 - Basile Donato Via G. Marconi 14. 20.000: Pasqualicchio M.A. - Rabasca Antonio Mario - Del Cogliano Antonietta - Del Moro Vincenzo - Bruniello Giuseppina Polleria Zabatta Vincenzo - Maffucci Pietro - Di Carlo Maria Francesca - Di Cairano Canio - Panelli Armando - Racioppi Agostino Via M.A. Cicoira - Gautieri Vincenzo Via A. Del Re 34 - Grasso Antonio - Maffucci Edoardo - Acocella Gabriele - Di Milia Vincenzo Contrada Montecaruso - Metallo Vito - Armiento Marianna - Cirminiello Vittorio - Capossela Giovanni - Maffucci Giuseppe Mario - Zarrilli Giuseppe - Di Cairano Lucia - Caruso Girolamo Paduli di Pittoli - Lucrezia Vincenzina - Tuozzolo Rosamaria e Raffaele - Di Cairano Vincenzo Via L. Zarrilli 16 - Gallucci Vincenzo Via F. Tedesco 68 - Cialeo Vincenzo Via Ten. Margotta 54 - Fierravanti Gaetana - Cicoira Romualdo - Cubelli Iolanda - Simone Pasquale - Cialeo Giuseppe - Di Cecca Angelomaria - Caruso Salvatore - Caputo Vincenzo - Zampaglione Donato - Zabatta Vincenzo - Gautieri Donato - Coppola Vincenzo - Cestone Giuseppe - Ricciardi Antonio Via Dante 13 - Galgano Domenico - Di Carlo Antonio - Di Napoli Salvatore Antonio Contrada Sambuco - Di Cairano Antonio Via Circonvallazione 128 - Lungaro Canio Zarrilli Canio - Vallario Leonardo - De Nicola Giuseppe - Maffucci Vittorio Via Sotto Pittoli 30 - Di Roma Canio - Di Cairano Gaetano - Di Cairano Giuseppe - Miranda A. Pasquale - Melaccio Gerardo - Cestone Benedetto - Cubelli Giuseppe - Zarrilli Antonio Corso Matteotti 31 - Lucrezia Michele - Don Vincenzo Cubelli - Scoca Rosa - Cetta Rosetta - Zarrilli Vito Via F. De Sanctis - Margotta 40.000: Rabasca Rosalia vedova Margotta - Armiento Giuseppe - Raho Alberto. 50.000: Lampariello Esterina - Basile Emma ed Aniello - Di Milia Michele Via R. Guttuso 20 - Armiento Giuseppe - Lucadamo Ottavio - Maffucci Raffaele - Pasqualicchio Vincenzo - Vallario Leonardo - Rondinini Maurizio - Stanco Michele - Rabasca Michele - Maffucci Salvatore - Rossi Polestra Maria - Di Maio Teresa - Di Maio Luigi - Codella Vito Corso Garibaldi 44 - Zarrilli Ricciardi Grazina “Oreficeria” - Cicoira Osvaldo - Lampariello Michele Galgano Giovanni Mario - Rabasca Vito Michele - Ricciardi Vitale Via F. Tedesco 59 - Salvante Raffaella - Senerchia Lorenzo - Caruso Girolamo - Zabatta Vittorio - Toglia Luigi - Toglia Michele - Delli Liuni Vitantonio - Mons. Mario Malanga - Cicoira Virginia - Cono Sud - Cerreta Giuseppe Via Papa Giovanni 2 - Lucrezia Luigina - Cicoira Vincenzo fu Nicola - Fiordellisi Giovanni Girardi Giuseppe - Di Napoli Antonio (Galatina) - Messina Giuseppe (Roma). 100.000: Toglia Giovanni. 120.000: Armiento Vincenzo. 19 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 Leone Mario (Bari) - Galvani Enrico (Cascina) - Di Gironimo Bruno (Salerno) - De Nicola Salvatore (Prato) - Maffucci Elide (Padova) - Maffucci Maria Antonietta (Reggio Calabria) - Cirminiello Vincenzo (Roma) - Santeusanio Giovanni (Napoli) - Trofa Enrico (Avellino) - Frucci Angelo (Roma) - Di Napoli Berardino (Mariano Comense) - Codella Berardino (Lentate) - Toglia Lidia (Roma) - Berrilli Giovanni (Roma) - Caputo Antonio (Firenze) Nicolais Giovanni (Napoli) - Buono Marcello (Avellino) - Ricciardi Lorenzo (Napoli) - Pignone Michele (Trani) - Bosio Carla (Pavia) - Cianci Michele (Brescia) - Russo Franco (Peschiera Borromeo) - Di Napoli Pasquale (Milano) - Zarrilli Angela (Pavia) Carola Federico (Caserta) - Galgano Branca Maria Francesca (Bergamo) - Abate Michele (Roma). DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE 10.000: Di Roma Mario (Mariano C.se) - Sebastiano Gaetano (Gradisca d’Isonzo) - N.N. (Arese) - Marra Canio (Pontedera) Cestone M.Antonietta (Gallarate) - Maffucci Michele (Novate M.se) - Ricigliano Peppino (Giussano) - Melaccio Vito (Giussano) - Annunziata Alessandro (Aquilonia) - Marra Sigismondo (Milano) - Capozi Bruno (Roma) - Cestone Metallo Vincenzo (Bergamo) - Zabatta Pasquale (Romanò) - Cerreta Franco (Figino Serenza) - Leone Vitantonio (Bologna) - Di Napoli Vincenzo (Bologna) - Zabatta Francesco (Desio) - Cringoli Ada (S.Angelo dei Lombardi). 100.000: Scoca Maretta (Roma) - Padre Rosario Messina (Casoria) - Cestone Mario (Brescia). 15.000: Ricciardi Vitale (Portici) - Zabatta Giuseppe (Nova M.se) - Di Maio Lampariello Concettina (Trento) - Abate Anna Maria (Verona) - Leone Giuseppe (Lentate sul Seveso) - Cestone Michele (Roma) - Maffucci Domenico (Pisa) - Acocella Filippo (Napoli) - Lucrezia Raffaele (Bollate) - Cerreta Luigi (Bari). 200.000: Ferrara Michelina (Torino). 500.000: Associazione Romana dei Calitrani. 20.000: Gruppo Folk “La Takkarata” (Fragneto Monforte) Vallario Lorenzo (Milano) - Abate Gaetano (Salerno) - Cerreta Orazio (Caselle) - Gabellini Lorenzo (Firenze) - Di Maio Vito (Lecco) - Del Cogliano Concettina (Leccio) - Metallo Vincenza (Roma) - De Rosa Maria (Casorezzo) - Armiento Michelangelo (Torino) - Cerreta Orazio (Caselle) - Di Napoli Francesco (Biella) - Maffucci Edoardo (Torino) - Fierravanti Angela (Melfi) -Lampariello Luigi (Salerno) - Lampariello Michele (Salerno) - Zarrilli Michele (Novate M.se) - Zabatta Donato (Bollate) - Cerreta Annamaria (Fontanarosa) - Scoca Mauro (Chieti) - Di Marco Antonio (Taranto) - Di Cecca Canio (Recale) - Russo Donato (Torino) - Carucci Marco (Caggiano) - Vallario Giuseppe (Grugliasco T.se) - Don Angelo Colicchio (Aquilonia) - Lombardi Beniamino (Ordona) - Balascio Francesco (Bisaccia) - Cubelli Orazio (Portici) - Margotta Angelo (Ancona) - De Luca Donato (Rapone) - Di Muro Franca Maria (Bologna) - Russo Aniello (Avellino) - Nannariello Giuseppe (Milazzo) - Galgano Canio (Lentate sul Seveso) - Rabasca Italo (Avellino) - Di Cairano Vitale (Avellino) - Codella Angelo (Pineto) - Cestone Costantino (Roma) - Cioffari Maria (Novara) - Acocella Marilena (Reggio Emilia) Della Valva Vito (Bollate) - De Rosa Maria (Casorezzo). DALL’ESTERO BELGIO: Galgano Antonio 20.000 - Gervasi Emidio 50.000. SVIZZERA: Associazione ALECS 580.000 - Vallario Pietro 30.000 - Caruso Vittorio 50.000 - Landi Pompeo 20.000. FRANCIA: Ragazzo Nicola 30.000. INGHILTERRA: De Rosa Angela Brattesani 50.000. GERMANIA : Galgano Rosa e Umberto 50.000 - Tuozzolo Agostino 50.000 - Zarrilli/Hemming MD 20. U.S.A.: Polestra Frank M. $ 150 - Cestone Lucietta $ 100 Metallo Vincenzo 30.000 - Frucci Bruno 50.000 - Acocella Mario $ 50 - Abate Maretta Mike $ 50 - Codella Arturo 10.000 - Marrese Luigi 50.000 - Cicoira Angela $ 20 - Maffucci Maria e Michele $ 20 - Miano Antonietta e Vincenzo $ 20 - Acocella Giuseppe $ 10 - CasimiroNicolais Maria $ 10 - Lucrezia Giuseppina $ 10. 25.000: Mucci Vito Michele (Sesto S.Giovanni) - Di Cosmo Canio (Ancona) - Pasqualicchio Vincenzo (Salerno) - Scoca Giuseppe (Bologna). CANADA: Lampariello Michele 100.000 - Lampariello Pietro 100.000 - Rabasca Pasquale 50.000 - Fastiggi Giuseppe 50.000 - Margotta Vincenzo $20. 30.000: Galli Alvaro (Capoliveri) - De Nicola Michele (Poggibonsi) - De Nora Bartolomeo (Verbania) - Cerreta Canio (Valmadrera) - Del Cogliano M.Michela (Caserta) - Di Carlo Michele (Casalnuovo) - Polidoro Berardino (Ariano Irpino) - Tornillo Lucia (Salerno) - Stanco Salvatore (Salerno) - Galgano Amedeo (Melfi) - Mollica Antonio (Novara) - Aristico Antonio (Siena) Acocella Vincenzo (Bologna) - Manzoli Flavia ed Ascanio (Genova) - Nicolais Luigi (Manfredonia) - Codella Vito (Cremona) Pastore Franco e Leonardo (Taranto) - Codella Michele (Pavona di Albano) - Di Carlo Alfredo (Avellino) - Di Maio Agostino (Roma) - Vallario Giuseppe (Firenze) - Nivone Antonio (S. Angelo dei Lombardi) - Bozza Canio (Robecco sul Naviglio) - Del Cogliano Berardino (Salerno) - Gallucci Donato (Ancona) Bonucchi Alfonso (Roma). VENEZUELA: Di Napoli Vito 200.000 - Di Cairano Gaetano 50.000 - Zarrilli Canio 10.000 - Cicoira Vincenzo 100.000. ARGENTINA: Di Milia Giuseppina $ 20 - Buldo Angelo 30.000 - Codella Vincenzo 40.000. URUGUAY: Metallo Antonietta 25.000. BRASILE: Di Napoli Berardino 20.000 - Aristico Canio Vincenzo 30.000. AUSTRALIA: Fierravanti Giuseppe 20.000 - Maffucci Donato 20.000 - Iannece Elvira 15.000 - Di Carlo Filomena $ 20. LIBRO 35.000: De Nicola Vincenzo (Pavia). 40.000: Zabatta Giuseppina e Francesco (Ostia Lido) - Metallo Cesare (S.Giorgio a Cremano) - Fratel Vincenzo Codella (Napoli) - Metallo Mauro (Brescia). Eravamo già in stampa quando ci è giunto, graditissimo, il nuovo libro di Padre Gerardo Cioffari O.P. 50.000: Giannini Mario (Firenze) -Armiento Michelangelo (Roma) - Balestrieri Francesco (Roma) - Galgano Vincenzo (Brindisi) - Paoli Vittorio (Rignano sull’Arno) - Losasso Rocco (Avellino) - Cianci Michele (Firenze) - Molinari Emilia (Napoli) - Maffucci Antonio e Michelina (Scandiano) - Galgano Antonio (Milano) - CALITRI Uomini e Terre nel Cinquecento Edito dal Centro Studi Nicolaiani di Bari 20 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 sentare, in questo libro, dalle sue minuziose esplorazioni il primo quadro d’insieme sulla storia di Andretta. Anzitutto va sottolineata la coerenza con la quale l’autore mette a disposizione di chiunque vorrà approfondire la storia di Andretta una mole rilevante di materiali inediti, che vanno dall’eversione della feudalità alla “quotizzazione” del 1811, e dalla ricostruzione delle istituzioni comunali ai problemi della fiscalità, dall’economia andrettese (dalle proprietà ed attività agricola ai prezzi, alla transumanza) alle condizioni sociali del comune durante l’epidemia del 1817. Carmine Ziccardi ha fatto meritoriamente un lavoro di paziente scavo in filoni e in direzioni differenti, con un certosino lavoro di cernita e pulitura prima e di cesello dopo, traendo dalla massa anonima ed inerte dei documenti il fatto o il personaggio, dandogli anima e vita ed inquadrandolo in un panorama generale, si da conferirgli sostanza e carattere di “fatto storico”. Dall’introduzione di Nicola Di Guglielmo LA NOSTRA BIBLIOTECA DELLA TERRA, IL BRILLANTE COLORE. Note sul “Poema” rinascimentale di un ignoto Parmenide Carmelitano - Edizioni Ripostes - Salerno/Roma 1996. el corso dei restauri della Chiesa di S. Maria del Carmine N di Contursi Terme sono venuti alla luce dei dipinti di notevole valore non solo artistico, ma anche storico, come dimostra, nel questo volume Federico La Sala, docente di filosofia, di origini contursana, ma che vive a Milano da anni. Il libro ha il pregio di mettere in evidenza raffronti storici, che erano sfuggiti ad un primo esame del ritrovamento e che possono far considerare Contursi Terme, erede e custode dell’ultimo messaggio rinascimentale, nonché la Chiesa di Maria SS del Carmine una Cappella Sistina; infatti durante recenti restauri viene scoperto un poema pittorico (tempera sul muro) di un ignoto carmelitano dell’inizio del 600, che rappresenta le sibille che annunciano al mondo pagano la prossima nascita del Cristianesimo. Le Sibille di Contursi hanno parentele più celebri nella cattedrale di Siena, nell’appartamento Borgia in Vaticano, nel Tempio Malatestiano di Rimini, nella Cappella Sistina di Michelangelo; la pittura disegna l’eclettismo ermetico - cabalistico neoplatonico rinascimentale che colloca la filosofia e la teologia pagana in sequenza con il Cristianesimo. Ne deriva un immagine del mondo come presenza divina, nella quale abita l’uomo come unità di corpo e anima. Tuttavia questa grande sinfonia della sacralità del mondo, conduce con sé l’esclusione della donna dal sacro : essa può essere solo portatrice di sacralità. Questa esclusione limita la tradizione e riapre la domanda filosofica con l’estremo Kant della logica: che cosa è l’uomo? Rispondere a questa domanda, interpretando quello che vuole dire l’autore, significa sottrarci alla nostra carenza di futuro. La Sala pensa in termini di speranza e di salvezza e di uomo e di donna : non sono sentieri miei. L’autore ha presentato il volume sul sacrato della Chiesa di S. Maria del Carmine il 12 agosto 1996, alla presenza di autorità religiose e civili, nonché di moltissimi cittadini, partendo dalle considerazioni sulle antiche e nobili origini dei Contursani. 1860 - 1861 ANNI DI BRIGANTAGGIO O DI RIVOLTA SOCIALE? di Antonio Altieri - Tipografia Valsele 1996. olo in questi ultini tempi, alla luce di sempre nuovi docuS menti e di nuove testimonianze, si sta avendo coscienza e consapevolezza che il fenomeno del “brigantaggio”, con eccessiva leggerezza, con imprudente frettolosità e forse anche con buona dose di spirito di parte appellato “banditismo”, fu, invece, la prima rivolta politico-sociale delle genti del Sud contro il nascente Stato italiano. Dopo l’epica “impresa garibaldina” si trattava di inserire, senza grossi traumi, senza crisi di trapasso, questi nuovi popoli, queste nuove terre nel tessuto ancora così labile del nascente Stato italiano . Bisognava, ora, unificare il sistema feudale, ridurre a unità comuni ben sette sistemi metrici e monetari diversi; ma soprattutto bisognava amalgamare tradizioni, concezioni, costumi e mentalità tra loro del tutto differenti. E fu qui che il governo sabaudo segnò i propri limiti; fu qui che si rivelò incapace di una vera e autentica politica unitaria. Si può affermare che il governo piemontese fece di tutto per rendere difficile e traumatica, per non dire impossibile, quella unione di spiriti che, invece, Garibaldi era riuscito a realizzare, sventolando dinanzi agli occhi degli illusi e creduli meridionali promesse libertarie e rivendicazioni terriere. Infatti, finito il bagliore della spedizione dei Mille, il popolo si accorse di avere semplicemente cambiato padrone, Delle belle promesse non era rimasta traccia; anzi alle vessazioni private dei singoli baroni e principi locali si era sostituita la sistematica e diabolica vessazione condotta dai nuovi padroni e al contadino del Sud rimasero, come premio del proprio contributo all’unificazione, ancora e solo sudore, fatica, avvilimento e assoluta sudditanza. Le speranze deluse, i sogni sfumati, le prospettive di un riscatto da condizione di atavica soggezione costituirono la scintilla del malcontento, destinato ben presto a divenire rivolta. È questo l’assunto che il prof. Altieri sostiene in questo suo libro, non con una interessata e ambigua esaltazione, ma con matura e profonda convinzione e soprattutto con alto rigore morale; e con uno stile piano e scorrevole che avvince nella (da Il Giornale di Napoli del 14 agosto 1996) ANDRETTA NELLA PRIMA METÀ DELL’800, di Carmine Ziccardi - Vallesaccarda (AV) 1996) bbandonate le anguste, inevitabili limitazioni dei primi, A isolati, incompresi, ammirevoli cultori della storia locale, la nuova storiografia giovandosi del contatto con altri studiosi e cultori di storia irpina e del confronto con rinnovati strumenti di ricerca, ha permesso a Carmine Ziccardi di pre21 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre1996 lettura e nella voglia di conoscere i fatti, per ristabilire la verità sui tragici avvenimenti che punteggiarono quel doloroso periodo della nostra storia risorgimentale, che va dal 1860 al 1865. Dalla prefazione dell’Autore tata quasi sempre dalla grande miseria, dalle umiliazioni, dalla disperazione di un popolo che era ormai stanco di essere vittima eterna delle prepotenze del potere costituito vecchio e nuovo. Lode perciò al prof. Mazzone che ha saputo dar valore al patrimonio culturale della sua gente, ha salvato con padronanza e bravura le tradizioni degli antenati della sua terra, ha fatto conoscere e apprezzare l’armonia rustica del dialetto di Senerchia, tutto illustrando in opere egregie. Dalla presentazione di Antonio Di Muro SANTI DI CASA NOSTRA la Puglia dei Patroni e delle feste patronali - Centro Regionale dei Servizi Educativi e Culturali - Monopoli Polignano a Mare 1996) n ottimo volume in splendida ed elegante veste editoU riale, che per dovizia di particolari, precisione di dati storici e impegno certosino profuso nella stesura di materia- SPRAZZI di Maria Caputo - Editrice Delta 3 - Avellino 1996 le così vasto e complesso, non temiamo di definire esemplare ed eccellente, se si pensa all’oggetiva difficoltà di mettere ordine in una materia così fluida e complessa. Nè, siamo certi, sono mancati accesi dibattitti e contese nello sceverare la vastità poliedrica del materiale esposto a varie e diversificanti interpretazioni prima di individuare un criterio univoco che potesse valere per una realtà così variegata e a volte controversa. Un lavoro veramente immane quello messo in atto con acume e precisione prima di tutto nella compilazione di schede, con le quali sono state interpellate le diciannove Diocesi pugliesi, che hanno permesso la formulazione di ben 258 schede sintetiche, tante quanti sono i Comuni pugliesi, contattare gli Enti Provinciali per il Turismo, studiosi, fotografi, cultori ecc. Un sincero plauso, perciò, al Centro Regionale dei Servizi Educativi e Culturali di Monipoli che con il Patrocinio della Regione Puglia, ha pubblicato questo importante volume che rappresenta certamente una pietra miliare per uno studio comparato con le altre Regioni d’Italia. a poesia di Maria Caputo germina da un cuore sensibilissiLle proprie mo, che traduce in ritmi e sogni, più che le sue ispirazioni, speranze, le sue trepide attese e le sue prime innocenti esperienze d’amore. Le immagini, vive e pulsanti, scaturiscono dal cuore di questa giovanissima poetessa come una liturgia alla vita. Esse, perciò, ci offrono proprio in questa raccolta di poesie, uno scenario di vita feconda, d’ideali e d’amore, che disattendendo la passione, vivono tutta la tenerezza dell’immaginato vero, concretizzato nella soavità del sentimento.L’arte di Maria Caputo, così giovane, è già pregna di memorie: tutte racchiuse, e tenute segrete, nel suo cuore, ma che appaiono vive e frementi, ogni qualvolta una propria realtà, vissuta o sognata, come coscienza di ciò che attendeva da un altro cuore, ma che non è stato, emerge dal suo canto accorato, per trasformarsi in tessuto spirituale della vita. Ricordi, desideri, ansia, ricerca costante di un approdo, che non sia la banalità noiosa della nostra terrena ventura, ma qualcosa, che di là da essa, ci spinge verso l’Eterno, è il tema dominante della poesia della Caputo; tutta ornata di stille d’amore, ferme, ed impreziosite dall’amore, come memorie tenaci e vive, come una sinfonia di desideri, proiettati nel tempo, perciò roridi di una delicata bellezza icastica. IL BRIGANTAGGIO A SENERCHIA - di Antonio Mazzone - Materdomini 1996. Dalla prefazione di Carlo Bianco uesto libro viene a coronare degnamente una mirabile Q serie di studi che forse nessun paese dell’Alta valle del Sele può vantare. I FUOCHI DI LEDA di Mario Morelli - Editrice Delta 3 S.Pietro di Montoro Superiore (AV) 1996. È un’opera esemplare, caratterizzata da una prosa narrativa a tinta picaresca che pone in risalto un particolare momento della gente di Senerchia vissuta in un periodo storico dell’Italia meridionale reso famigerato per corruzione, vessazione e ferocia, da un regime satrapico. Il fenomeno del brigantaggio meridionale è visto da Antonio Mazzone non come una squallida manifestazione di delinquenza reazionaria, ma come una violenta esplosione di rivolta contro le ingiustizie sociali, che vennero ad aggravare le precarie condizioni delle popolazioni con la creazione dello Stato unitario nazionale. L’autore non giustifica certamente la violenza del brigantaggio, ma vuole dimostrare che essa nacque da un giusto risentimento contro le prepotenze attuate dai “padroni” venuti dal Piemonte. Il brigantaggio dunque per Antonio Mazzone fu un fatto sociale che si colorò di motivi politici, fu una rivolta det- l medico - cantore Mario Morelli in questa sua raccolta di Iconto, poesie unisce all’uso divertito-dissacrante della parola il ractrasfigurato di un’odissea di rivoli-strade-percorsi interiori che muovono dal personale e concludono in un labirinto di uomini-umanità. L’autore è “un poeta di poesia/votato al dolore”, in rapporto, a una solarità e non esteriore, e tematica. La trasgressione vissuta paradossalmente come sentimento schivo e orgoglioso, coglie nel segno portando il lettore a non brancolare nel mero velleitarismo mistico-ideologico. Trasgressione, insomma, come scelta e metafora, “segnale” di rifiuto nihilistico, di rivolta totale. L’Editore 22 Il CALITRANO N. 3 n. s. - Novembre-Dicembre 1996 Vita Calitrana M onsignor Mario Malanga è stato nominato Parroco di Calitri e ha preso possesso della Parrocchia S. Canio il 13 ottobre con una commovente cerimonia alla presenza di S.E. l’arcivescovo mons. Mario Milani, di molti parroci del circondario, di autorità civili e militari, dell’Azione Cattolica e di un foltissimo numero di parrocchiani. Hanno dato il loro saluto ed augurio il sindaco prof. Vito Marchitto, il professor Erberto Di Carlo a nome del Consiglio Pastorale, il Priore dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione prof. Vito Alfredo Cerreta; ha poi parlato il neo Parroco ricordando don Raffaele Gentile e ringraziando tutti i convenuti. G iuseppina Cestone, calitrana residente a Torino, sta portando in giro per l’Italia la sua bellissima mostra fotografica “Curiosando fra le chiocciole”, e dal 20 al 28 settembre 1996 ha esposto nella città di Prato, presso il Salone della Pubblica Assistenza, via S. Jacopo 34. L a Legambiente, sezione di Calitri, ha stampato in proprio un interessante opuscolo sul Piano Regolatore Generale di Calitri, con utili suggerimenti, proposte e alternative, al fine di essere sempre più incisivamente al servizio dei cittadini e dell’ecosviluppo, con una attenzione costante a coniugare denuncia e proposta. N el pomeriggio del 28 ottobre, in piazza S. Scoca è stato inaugurato il metanodotto cittadino, alla presenza di Autorità e dell’Amministratore delegato della Società del gas che ha sede legale in Contrada Vasto, 15 Avellino. I l prof. Pietro Cerreta e l’ing. Canio Lelio Toglia hanno presentato gli esperimenti di fisica al programma di RAITRE GEO con L. Colò nel pomeriggio del 14 15- 16- 21 - e 23 ottobre scorso. I l Consiglio d’Istituto della Scuola d’Arte “S. Scoca” di Calitri, al fine di sensibilizzare ulteriormente i giovani al valore espressivo e formativo delle attività grafico - pittoriche, ha indetto un concorso di disegno riservato a tutti gli alunni delle terze medie delle zone interne della Basilicata e della Campania; i migliori elaborati verrano esposti in una mostra che si terrà il 25.01.1997 e i primi tre riceveranno un premio. Per ulteriori informazioni telefonare all’Istituto d’Arte 0827/30.007. I l pomeriggio di domenica 29 dicembre, nella chiesa dell’Immacolata Concezione si terrà un concerto di Natale della Corale “S. Cecilia” di Lucera (FG) diretta dal maestro d’Organo Don Felice De Cesare. Il Comitato festa del 7 e 8 settembre, con il risparmio delle offerte offre la Corale e la riparazione, pulitura ed accordatura dell’Organo di 1065 canne, eseguito dalla ditta Vincenzo Continiello e Figli di Monteverde (AV). V a dato atto alla solerzia del Comitato pro - debito dell’Immacolata Concezione che in soli due anni è riuscito a saldare il debito di circa 98 milioni che aveva con l’impresa edile del geom. Pasquale Capossela, incaricata dei lavori di consolidamento e di restauro della Chiesa. Calitri 18.6.1995, processione del Corpus Domini, da sinistra: don Raffaele Gentile, Pietro Russo 1° assistente Congrega, Priore dell’Arcinconfraternita prof.Vito Alfredo Cerreta. L a piaga della disoccupazione ha costretto oltre cinquanta famiglie a lasciare Calitri per i cantieri edili di Rimini, Modena, S. Marino, Poggibonsi e Roma. Nicolais Antonio e Giuseppina Duk, sposati il 15.1.1972, festeggiano i loro 25 anni di matrimonio.Auguri. 23 In caso di mancato recapito si prega rispedire al mittente che si impegna ad accollarsi le spese postali. Calitri 1906, da sinistra: Di Maio Giovanni di Giuseppe n. il 26.09.1882 emigrato e deceduto negli USA - Di Maio Vito Nicola di Giuseppe n. il 17.06.1876 e deceduto il 05.04.1971 (calzolaio m’sc’trieggh’) - Cestone Maria Michela fu Giovanni n. 22.06.1897 e deceduta il 30.06.1943 - Di Maio Giuseppe n. il 30.04.1843 capo famiglia - Di Maio Vincenzo n. il 28.06.1873 e deceduto nel Trentino nel corso della prima guerra mondiale (nonno dell’ex sindaco prof. Enzo Di Maio) - Gautieri Filomena, madre di Russo Mariantonia - Di Maio Lucia Gaetana di Vito Nicola (la bambina) n. nel 27.01.1901 e deceduta ad Avellino il 06.01.1996 - Galgano Lucia Maria, una zia - Russo Mariantonia n. il 28.07.1879 e deceduta il 17.01.1962, moglie di Di Maio Nicola, sposati il 13.01.1900 - Di Maio Filomena n. il 24.07.1904 (la bambina) di Vito Nicola, domiciliata negli USA presso la figlia Abate Rosa in Cubelli - Cerreta Lucia Gaetana n. il 21.12.1846, moglie di Di Maio Giuseppe - Di Maio Giuseppe n. il 24.03.1902 (bambino), morto il 13.08.1970 (calzolaio m’sc’trieggh’) - Di Maio Maria Antonia n. nel 1884 coniugata con Giovanni Nicolais ex camp’sandar’ e deceduta nel 1953.