L’INTEGRITA’ DELLA
BIBBIA
Le lingue, il testo e la sua storia
Capitolo 3
Le lingue della Bibbia
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Una lingua è un’organizzazione
dell’esperienza umana secondo
una determinata cultura o visione
del mondo
I libri dell’AT furono scritti in tre
lingue: ebraico(quasi tutto),
aramaico (alcuni passi di Daniele
e Esdra) e greco (Sapienza e
Maccabei 2)
Tutto il NT fu scritto in greco
(tranne originale aramaico di
Matteo, andato perduto)
greco della koinè con molti
semitismi
caratteri greci: logica, visione,
soggetto pensante, riflessione
caratteri ebraici: dinamismo, udito,
soggetto responsabile,
obbedienza
I manoscritti, fonti
documentali della Bibbia
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Materiali di scrittura: incisioni
su argilla, poi essiccata o su
pietra
Dall’Egitto: papiro (fibre
schiacciate e poi incollate in
rotoli, molto deperibili)
Dalla Persia: pergamena (pelle
conciata e levigata, raccolta in
quaderni)
Copiature e revisioni non prive
di errori o aggiunte
Abitualmente per i primi
manoscritti di qualche libro
antico si ha più di un migliaio
di anni passati tra la redazione
ed il manoscritto ritrovato
Più importanti manoscritti della
Bibbia
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Fino al secolo scorso si avevano a disposizione
manoscritti ebraico della Bibbia del X secolo
Due scoperte archeologiche in Egitto e a Qumran ci
hanno messo a disposizione papiri del II sec a.C.
(contenenti frammenti di quasi tutti i libri della Bibbia, in
particolare il Rotolo di Isaia, che è rimasto praticamente
identico dopo più di mille anni)
Per il NT il più antico è il papiro Ryland del II sec d.C.
che contiene alcuni versetti di Giovanni, poi del IV sec ci
sono due codici di pergamena che contengono quasi
tutto AT e NT in greco, il Vaticano (B) e il Sinaitico (S),
poi del V sec l’Alessandrino (A) e il codice di Efraim (C),
in greco con quasi tutto anche loro
Storia del testo ebraico dell’Antico
Testamento
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Nel primo periodo si ha la fissazione del testo (fino al I sec a.C. si
hanno molte varianti, che non cambiano la sostanza); la traduzione
in greco dei settanta presuppone un testo diverso dall’attuale
masoretico
Nel secondo periodo (dal I sec a.C al VI sec d.C.) si fissano le
consonanti del testo
Nel terzo periodo (fino al X sec d.C.) si fissano le vocali e gli altri
segni per la lettura, lavoro fatto dai masoreti, e da allora in poi si è
scritto il testo sempre nello stesso modo
Nel 1445 con l’invenzione della stampa si fissa il testo anche
tipograficamente. La prima edizione cattolica in ebraico fu quella
inserita nella Bibbia Poliglotta Complutense, patrocinata da
Cisneros nel 1520; altre importanti poliglotte sono quelle di Anversa
(1569-75) e Waltoniana (1655-75)
Storia del testo greco del
Nuovo Testamento
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I libri del NT e le relative copie furono scritti in un primo tempo
su papiro (rotolo) e poi su pergamena (codice)
La trasmissione del testo si è realizzata sia direttamente
(copia del libro), che indirettamente (citazione dei Padri o altri
scrittori ecclesiastici)
Si hanno 5000 manoscritti antichi in greco, 10000 manoscritti
in altre lingue e migliaia di citazioni di scrittori; questo fa in
modo che ci siano moltissime varianti (la stragrande
maggioranza proveniente dall’epoca precedente la
canonizzazione del testo)
I primi padri citavano a memoria e la distanza tra redazione
del testo e manoscritti è di qualche secolo per cui la
situazione impone la necessità della critica testuale
La critica testuale
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La critica testuale è la disciplina
scientifica che ricostruisce il testo
originale a partire dalle fonti
documentali
I criteri soprattutto per il NT sono
tre:
 geografico: variante presente
in luoghi lontani tra loro è da
preferire
 genealogico: se tra diverse
varianti una ha dato luogo alle
altre, è da preferire
 letterario-stilistico: la più vicina
allo stile, all’intenzione ed al
contenuto teologico dell’autore
sacro
E’ una scienza congetturale, ma il
testo attuale è solido per la fede
Le traduzioni della Bibbia
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Settanta in greco (II sec
a.C.)
siriaco e latino antiche…
Vulgata di S. Gerolamo (IV
sec d.C.) dall’ebraico
Sixto-Clementina, ufficiale
dopo il Concilio di Trento
Neo-Vulgata voluta da
Paolo VI nel Concilio
Vaticano II e pubblicata da
Giovanni Paolo II nel 1979
Conclusioni
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L’integrità del deposito della
rivelazione contenuta nella
Bibbia è un fatto storico non
solo attestato dal Magistero,
ma sostenuto dalla
conoscenza storica a partire
dai manoscritti più antichi
La Neo-Vulgata latina non è
una traduzione tra le altre
ma è punto di riferimento
per i testi destinati al culto e
per gli studi biblici
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3. L`integrità della Bibbia