L’ICF PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA IN PIEMONTE Assessorati Istruzione, Sanità, Welfare Ufficio Scolastico Regionale Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca L’ICF PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA IN PIEMONTE MODULO 1: L’ICF in Piemonte MODULO 2: Caratteristiche dell’ICF Modelli concettuali di salute e disabilità: verso il modello bio-psico-sociale MODULO 3: La classificazione ICF: la capacità descrittiva delle voci e dei codici. Come navigare nel Manuale La codifica ICF: prova pratica di gruppo. MODULO 4: Presentazione dei qualificatori e loro applicazione. MODULO 5: Dalla codifica alla decodifica: come stendere una relazione ICF oriented MODULO I Progetto triennale di formazione integrata per operatori della scuola della sanità e dei servizi sociali nel Sistema Formativo Piemontese. L’ICF PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA IN PIEMONTE Questo progetto regionale • E’ frutto della collaborazione tra gli Assessorati all’Istruzione, Sanità e Welfare e l’Ufficio Scolastico Regionale del MIUR •nasce dalla necessità di migliorare le attività inerenti l’inclusione scolastica nell’ambito del Sistema Formativo Piemontese a seguito dell’esperienza di circa 15 anni di applicazione dell’attuale normativa •Punta alla creazione di un sistema in cui sia il più forte possibile l’integrazione tra tutti gli operatori coinvolti, le famiglie per offrire una risposta il più adeguata possibile alle esigenze degli alunni con disabilità o con Esigenze Educative Speciali L’ICF dal 2002 al 2010 (con particolare riguardo alle vicissitudini piemontesi) Il Disability Italian Network 1998 –2003: rete collaborativa informale di Centri e operatori a supporto dell’ARS – FVG per la validazione, implementazione e traduzione in italiano dell’ICF. 2003: associazione no-profit per la formazione, lo sviluppo e la diffusione in Italia dell’ICF e degli strumenti ad essa collegati. Il Disability Italian Network I NUMERI DELLA FORMAZIONE 2004-2010 BASE AVANZATO F.A.D. 5513 2086 1910 13% 24% 1% 22% 4% 13% 23% Regioni Amministrazioni Locali Ministeri Ospedali e ASL ONG Scuola o formazione Progetti 2005: IL PIEMONTE 2005:L’ICF PER L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA IN PIEMONTE 12 Corsi Base per 420 operatori sociali e sanitari (UVH) 6 Corsi Avanzati per 149 operatori sociali e sanitari (UVH) 6 Giornate di “Verifica Finale” post F.A.D. SEDE N° PARTECIPANTI AVANZATO N° PARTECIPANTI VERIFICA FIN. N° QUESTIONARI ESAMINATI ALESSANDRIA 25 13 10 NOVARA 24 15 17 CUNEO 25 24 23 TORINO1 25 15 15 TORINO 2 25 16 13 TORINO 3 25 20* 17* TOTALI 149 103 95 2005:L’ICF PER L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA IN PIEMONTE 1- ICF COME MODELLO CONCETTUALE Esiste una definizione concordata di disabilità? S.S.A. ASL TOT Sì 25 21 46 No 12 12 24 In modo parziale o insufficiente 6 17 23 E’ introducibile il modello concettuale ICF S.S.A. ASL TOT Sì 29 32 61 Sì, ma con qualche difficoltà, riserva 13 14 27 No, difficilmente 2 3 5 Ambiti e settori di introduzione del modello concettuale ICF S.S.A. ASL Integrazione socio-sanitaria 9 18 Area Disabilità (attestazione, valutazione, progettazione) 31 33 TOT 64 2005:L’ICF PER L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA IN PIEMONTE 2- ICF COME LINGUAGGIO COMUNE Si è mai posto un problema di linguaggio comune? S.S.A. ASL TOT Sì 19 23 42 Sì, ma senza arrivare ad una conclusione 9 14 23 No 12 14 31 Si è cercato di affrontare il problema? S.S.A. ASL TOT Sì 18 19 37 Parzialmente 7 2 9 No 15 23 38 Vengono utilizzate diagnosi codificate? S.S.A. ASL TOT Sì, di norma 10 30 40 A volte 13 13 26 No 12 6 18 2005:L’ICF PER L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA IN PIEMONTE 3- ICF COME STRUMENTO CLASSIFICATORIO Esistono strumenti di valutazione condivisi? S.S.A. ASL TOT Sì 8 10 18 Sì, solo per alcuni aspetti o ambiti 5 14 19 Sì, costruiti ad hoc 8 4 12 No 20 18 38 E’ introducibile lo strumento classificatorio ICF? S.S.A. ASL TOT Sì 28 (1) 38 56 Sì, ad alcune condizioni 9 13 22 No, troppi ostacoli; non sa 6 6 12 Ostacoli all’introduzione dello strumento classificatorio ICF S.S.A. ASL TOT Numero esiguo di operatori formati 5 6 11 Mancanza di tempo 7 8 15 Diversità formazione, provenienza operatori, etc. 2 2 4 Difficoltà esterne 1 4 5 2005:L’ICF PER L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA IN PIEMONTE 4- ICF: PARTECIPAZIONE; RISCHI E OSTACOLI L’uso di Icf può fornire evidenze per stimolare lo sviluppo di servizi che facilitino la partecipazione S.S.A. ASL TOT Condivide 38 41 79 Condivide con riserva 9 1 10 RISCHI E OSTACOLI ALL’INTRODUZIONE DI ICF S.S.A. ASL TOT Maggiore richiesta di interventi e servizi 15 14 29 Cambiamento etico e culturale della società 8 5 13 Resistenza alla messa in discussione dei ruoli 4 2 6 Necessità di ulteriore formazione 4 4 8 Strumento poco pratico, complesso, soggettivo 2 12 14 Rischio di “deriva tecnica” 2 3 5 Solo potenzialità positive 2 2 4 2005:L’ICF PER L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA IN PIEMONTE Conclusioni …l’immagine riassuntiva che emerge dalle risposte fornite dagli intervistati è quella di un gruppo di persone che sta guadando un fiume. Sulla riva di partenza stanno le prassi quotidiane, dall’altra parte c’è l’ICF. La quasi totalità dei componenti del gruppo vuole traversare perché è convinta, con varia intensità e ragioni, che dall’altra parte si stia meglio; sono pochi quelli che hanno deciso di tornare indietro. Un piccolo numero di persone è già di là, un numero più consistente sta traversando la corrente, quasi la metà si sta ancora organizzando: tra questi ultimi qualcuno vorrebbe aspettare amici e parenti che sono rimasti un po’ più indietro; qualcuno pensa di avere ancora bisogno ancora di qualche esercitazione di nuoto nelle acque vicine alla riva; altri ancora pensano che si debba aspettare l’ordine di traversare (ordine che sarebbe bene accettato). Quasi tutti ritengono che i loro sforzi avranno un senso se altri si uniranno a loro IL PIEMONTE E L’ICF OGGI D.G.R. 34 – 1376 del 1/02/2010 Linee di indirizzo integrate per ASL, Enti gestori delle funzioni socioassistenziali, Istituzioni scolastiche ed Enti di formazione professionale circa il diritto all’educazione, istruzione e formazione professionale degli alunni con disabilità o con Esigenze Educative Speciali D.G.R. 26-13680 del 29/03/2010 Approvazione delle linee guida sul funzionamento Multidisciplinari di Valutazione della Disabilità (UMVD) delle Unità “Le UMVD garantiscono il percorso di presa in carico delle persone con disabilità di età 0-64 anni che necessitano di interventi sanitari e socio sanitari. Nel caso di valutazioni riguardanti i soggetti in età evolutiva, l’UMVD con specifica composizione, prende la denominazione di UMVD-minori” IL PIEMONTE E L’ICF 1995: Circolare regionale 11/SAP : Diagnosi ICD 10. 1999: DGR 36- 27998: data base regionale NPI.net. 2005: corsi ICF per 450 operatori socio-sanitari 2007: L. R. n° 28: diritto allo studio alunni “disabili” e alunni con “esigenze educative speciali” 2007: “Sperimentazione ICF”: rilevazione diagnosi e profilo di funzionamento di 1038 soggetti. 2008: Piano Triennale MIUR – REGIONE PIEMONTE per l’attuazione L.R. “diritto allo studio”: prevista la formazione di 3500 operatori (2500 scolastici, 350 sanitari (NPI, Psic. EE, MR), 350 sociali). IL PIEMONTE E L’ICF 2009: 1. Costituzione gruppo di “Consulenti Regionali Esperti ICF” (1/3 insegnanti, 1/3 op. sociali, 1/3 op. sanitari): tra il “corso base DIN” e il “corso avanzato DIN” esercitazioni in F.A.D. con la stesura di “relazioni ICForiented” 2. Collaudo modulistica per “profilo descrittivo di funzionamento” (ex DF & PDF) che raccoglie informazioni su diagnosi ICD 10, funzioni e strutture corporee, attività e partecipazione, fattori ambientali e personali, punto di vista della persona, elementi progettuali. ICF e’ un ordinatore concettuale 1. C’è una “condizione di salute”? 2. I sistemi corporei funzionano? 3. I sistemi corporei sono integri? 4. Cosa fa la persona ( cosa sarebbe in grado di fare e cosa realmente fa)? 5. Il suo ambiente influisce su quello che fa? 6. Quali sono le caratteristiche individuali significative? ICF come ordinatore concettuale • Concepisce il funzionamento e la disabilità in relazione con l’ambiente di vita dell’interessato • fornisce modalità per descrivere l’impatto dei fattori ambientali, in termini di facilitatori o di barriere, rispetto alle attività ed alla partecipazione di quella persona con una condizione di salute. L’utilizzo dell’ICF presuppone un approccio concettuale ecologico e preclude ogni modello concettuale che ignori gli effetti dell’ambiente nella genesi e nel mantenimento della disabilità. ICF e’ un ordinatore concettuale CONDIZIONE DI SALUTE (disorder, disease, injury, trauma) FISIOLOGIA COSA FA REALMANENTE (SAREBBE IN GRADO DI FARE) LA PERSONA CARATTERISTICHE PERSONALI FATTORI AMBIENTALI ANATOMIA ICF e’ un linguaggio comune Guido Fusaro 1. Classificazione ICD 10 2. Class. ICF funzioni corporee 3. Class. ICF strutture corporee 4. Classificazione ICF A&P 5. Class. ICF fattori ambientali 6. Non classificabili ICF e’ un linguaggio comune Permette di descrivere con un significato condiviso tutti i possibili cambiamenti, in termini di funzionamento o di disabilità, nelle funzioni e strutture corporee e nella attività e partecipazione, che avvengono in una persona con un problema di salute nel suo ambiente di vita. Può essere considerato un “meta-linguaggio”, nel senso che è possibile tradurre in ICF le descrizioni funzionali presenti nei vari strumenti di assessment utilizzati dalle differenti discipline mediche e sociali, eliminando “l’effetto silos” per cui ogni branca specialistica utilizza scale di funzionamento che possono andare bene solo all’interno dell’ambiente in cui tali scale sono nate. ICF e’ un linguaggio comune “CURA DELLA PROPRIA PERSONA” ICF - d510 lavarsi - d520 Prendersi cura di singole parti del corpo Activity of dayly living - Fare il bagno - Toilette (?) Scala Barthel - Fare il bagno - Igiene personale Vineland adaptive behavior scales aiuto) - AQ personale C (farsi il bagno con aiuto) F (lavarsi i denti) G (lavarsi mani e faccia) I (curarsi il naso) L (farsi il bagno senza Q (cura delle proprie unghie) R (cura dei propri capelli) L’ICF e’ uno strumento di classificazione Le categorie ICF sono le unità della classificazione. Sono organizzate in capitoli e sono utilizzabili a più livelli costruiti secondo un ordine gerarchico che permette diversi gradi di dettaglio: La categoria del primo livello comprende tutte le categorie del secondo e così via. E’ importante notare che le persone non sono le unità di classificazione dell’ICF, ovvero che non classifica le persone, ma descrive la situazione di ciascuna persona all’interno di una serie di domini della salute o degli stati ad essa correlati. La descrizione viene effettuata all’interno del contesto dei fattori ambientali e personali. L’ICF e’ uno strumento di classificazione ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ DISABILITÀ FUNZIONI CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE FUNZIONI CORPOREE STRUTTURE CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE STRUTTURE CORPOREE PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI ATTIVITÀ ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE CAPACITÀ CAPACITÀ FATTORI AMBIENTALI PERFORMANCE FACILITATORI/ BARRIERE FATTORI PERSONALI L’ICF e’ uno strumento di classificazione L’ICF e’ uno strumento di classificazione Qualificatori: Scala di gravità _xxx.0 : nessun problema (assente, trascurabile) _xxx.1 : problema lieve (leggero, basso) 0-4% 5-24% _xxx.2 : problema medio (moderato, discreto) 25-49% _xxx.3 : problema grave (elevato, estremo) 50-95% _xxx.4 : problema completo (totale) _xxx.8 : non specificato _xxx.9 : non applicabile 96-100% L’ICF e’ uno strumento di classificazione ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE Primo qualificatore Secondo qualificatore DOMINI - CAPITOLI Performance Capacità d1- Apprendimento e applicazione delle conoscenze d2- Compiti e richieste generali d3- Comunicazione d4- Mobilità d5- Cura della propria persona d6- Vita domestica d7- Interazioni e relazioni interpersonali d8- Aree di vita principali d9- Vita sociale, civile e di comunità L’ICF non e’ (?) uno strumento di: MISURAZIONE Operazione che consiste nel confrontare, direttamente o indirettamente, una grandezza fisica con la conveniente unità di misura, allo scopo di determinarne quantitativamente il valore. VALUTAZIONE Determinazione del valore da assegnare a cose o fatti ai fini di un giudizio, di una classifica, ecc. (Devoto – Oli 2001-20029) IL PROGETTO PIEMONTE Le “Relazioni ICF-oriented” Differenze importanti nel peso totale e in quello specifico riferito alle varie componenti oltre che nel livello di dettaglio delle informazioni; mancanza di informazioni in alcune componenti e sugli aspetti positivi. Scarso riferimento a standard di popolazione e frequente ricorso a sistemi valoriali o ad assunti teorici (ambedue spesso non dichiarati) piuttosto che a evidenze. Informazioni non (facilmente) collegabili o non rilevanti rispetto al funzionamento o disabilità. Soprattutto scarsità di informazioni “di sistema” Difficoltà ad attribuire ordine, chiarezza e rilevanza alle informazioni. IL PROGETTO PIEMONTE Introduciamo la “Checklist Piemonte” Breve selezione di “funzioni corporee” al 2° livello dalla Checklist Oms con un qualificatore. Breve selezione di “strutture corporee” al 1° e 2° livello dalla Checklist Oms con tre qualificatori. Selezione di “stringhe informative” dall’elenco utilizzato nella “sperimentazione CCM” costituito da categorie A&P con tre qualificatori ( P,P1e C) con la possibilità di associare per ciascuna categoria tre fattori ambientali con qualificatore. Breve elenco-promemoria di fattori ambientali Performance globale: quello che la persona fa realmente nel suo contesto che può essere operazionalizzata come il livello di funzionamento in presenza di sostegni e interventi da parte di persone e/o di altri facilitatori o barriere ambientali (adattamenti ambientali, ausili). E’ intesa come quello che il soggetto fa con tutti i fattori ambientali compreso l’aiuto personale. La performance globale può essere qualificata anche nel caso in cui per quella attività l’aiuto personale sostituisce il soggetto Performance 1: può essere operazionalizzata come il livello di funzionamento della persona in assenza di sostegni e interventi da parte di persone ma in presenza di altri (adattamenti ambientali, ausili) facilitatori o barriere ambientali. E’ intesa come quello che il soggetto fa con tutti i fattori ambientali escluso l’aiuto personale. Capacità: la “capacità” della persona che può essere operazionalizzata come il livello di funzionamento della persona in assenza di sostegni e interventi da parte di persone e/o di altri (adattamenti ambientali, ausili)facilitatori o barriere ambientali. E’ intesa come quello che il soggetto fa escludendo l’influenza di tutti i fattori ambientali riconosciuti come rilevanti per quella attività/partecipazione. IL PROGETTO PIEMONTE Introduciamo la “Checklist Piemonte” Quattro passaggi metodologici 1. Scegliete le categorie rispondendo alla domanda: “voglio dire qualcosa al riguardo?” “c’e’ un problema? c’e’ un funzionamento?” 2. Riguardate le categorie scelte e chiedetevi ancora: cosa e’ veramente importante segnalare? cosa e’ poco significativo? 3. Codificate come sarebbe necessario fare per compilare la checklist; avrete così selezionato delle “stringhe informative” costituite dal codice “A&P” con i suoi tre qualificatori e dall’elenco dei Fattori Ambientali coinvolti, ognuna delle quali dovrebbe costituire un “sistema di fattori interagenti tra loro.” 4. Traducete le vostre “stringhe informative” in linguaggio descrittivo e, a questo punto, aggiungete tutto quello che ritenete opportuno o per spiegare le informazioni fornite o aggiungerne altre che vi sembrano importanti (fattori personali). Mettete tutto in buon italiano. IL PROGETTO PIEMONTE Il “Prodotto Finito” 1 b – FUNZIONI CORPOREE (ICF) a cura di operatore sanitario Descrivete l’entità solo delle menomazioni e/o degli eventuali punti di forza quando significativi delle funzioni corporee. Utilizzate come traccia la “checklist PMT” CODIFICA ICF 1 b - STRUTTURE CORPOREE (ICF) a cura di operatore sanitario Descrivete le caratteristiche solo delle menomazioni significative di cui si ha documentata evidenza. Utilizzate come traccia la “checklist PMT CODIFICA ICF IL PROGETTO PIEMONTE Il “Prodotto Finito” 2 a - ATTIVITA’ E PARTECIPAZIONE Descrivete solo l’entità delle limitazioni, o gli eventuali punti di forza delle attività e restrizione della partecipazione che appaiono significative per la persona. La descrizione deve essere fatta in termini di Performance, Performance 1, e Capacità. In caso di differenze tra Performance, Performance 1, e Capacità elencate i Fattori Ambientali che ne sono responsabili. Utilizzate come traccia la “checklist PMT” e l’allegato “breve elenco dei capitoli d1. APPRENDIMENTO E APPLICAZIONE DELLE CONOSCENZE d2. COMPITI E RICHIESTE GENERALI d3. COMUNICAZIONE d4. MOBILITA’ d5. CURA DELLA PROPRIA PERSONA d6. VITA DOMESTICA d7. INTERAZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI d8. AREE DI VITA PRINCIPALI d9. VITA SOCIALE, CIVILE E DI COMUNITA’ CODIFICA ICF IL PROGETTO PIEMONTE Il “Prodotto Finito” 2 b FATTORI CONTESTUALI PERSONALI (ICF) Fate una descrizione sintetica del soggetto e di ogni altra informazione rilevante non descritta in precedenza. Includete tutti i Fattori Personali che possono avere un impatto sullo stato funzionale (es. stile di vita, abitudini, contesto sociale, educazione, eventi della vita, ecc) non descrivibili nelle dimensioni precedentemente prese in esame. IL PROGETTO PIEMONTE “Pensare” in ICF vs “tradurre”in ICF Superare il “Modello Medico” Operazionalita’ vs “Weltanschauung” Condivisione della salienza vs autoreferenzialita’ Pensare in termini di “Sistema” MODULO II DEFINIZIONE DELLO STATO DI SALUTE Salute = assenza di malattia Salute = tensione verso una piena armonia e un sano equilibrio fisico, psichico, spirituale e sociale CONCETTO DI SALUTE DELL’OMS Intera persona tutte le dimensioni del funzionamento umano: fisico, psicologico, personale, familiare e sociale Ambiente Norway New Zealand Australia Uruguay Canada USA Spain Austria Sweden Netherlands Germany Colombia China Italy Egypt Philippines Malawi Japan Jordan Sri Lanka Libya Brazil Thailand Benin Algeria Sudan Lebanon Tunisia Bangladesh Syria Disability in the World 35 30 Survey disability 25 20 15 10 5 0 MODELLO MEDICO DI DISABILITÀ Modello medico La disabilità concerne anormalità fisiologiche e psicologiche (causate da malattie, disturbi o lesioni) che necessitano di trattamento medico. Legge 30 marzo 1971 n. 118 Agli effetti della presente legge, si considerano mutilati ed invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenie di carattere organico o dismetabolico, insufficienze mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali che abbiano subito una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età MODELLO SOCIALE DI DISABILITÀ Modello sociale La disabilità concerne gli svantaggi causati dall’ambiente fisico e sociale che “crea limitazioni” alla vita delle persone con problemi di funzionamento. Legge 5 febbraio 1992 n. 104 E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. MODELLO MEDICO vs SOCIALE problema personale vs problema sociale terapia medica vs integrazione sociale trattamento individuale vs azione sociale aiuto professionale vs responsabilità individuale e collettiva cambiamenti a livello vs manipolazione ambientale personale comportamento vs atteggiamento, cultura assistenza vs diritti umani politiche sanitarie vs politica adattamento individuale vs cambiamento sociale ICIDH (1980) Menomazione: …ogni perdita o anormalità di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche. Disabilità: …ogni restrizione o perdita (risultante da una menomazione) dell’abilità di eseguire un’attività nella maniera considerata normale per un essere umano. Handicap: …uno svantaggio derivato, per un dato individuo, risultante da una menomazione o una disabilità, che limiti o prevenga l’adempimento di un ruolo che è normale (rispetto a età, sesso e fattori sociali e culturali) per l’individuo. Malattia Menomazione Disabilità Handicap art. 3 L104/92 “E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che •causa difficoltà di: - Apprendimento - di relazione - di integrazione lavorativa •tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.” PERCHÉ UNA CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO Cambiamento nella prospettiva: dalla focalizzazione della patologia alla focalizzazione delle conseguenze della patologia. Cambiamento nello scenario delle Politiche Socio Sanitarie: dalle patologie acute alla malattia cronica (transizione epidemiologica). Necessità di un «linguaggio comune» per descrivere il funzionamento da utilizzare a livello interdisciplinare e internazionale. Risposta ai bisogni della persona con disabilità e definizione di aree e parametri della disabilità per ottimizzare gli interventi. LA DIAGNOSI DA SOLA NON È PREDITTIVA DI: Servizi richiesti Livello di assistenza Abilità scolastiche Capacità lavorativa Integrazione sociale DIAGNOSI + FUNZIONAMENTO POSSONO PREVEDERE: Utilizzazione dei servizi sanitari Progettazione di percorsi formativi, educativi Inclusione scolastica Capacità lavorativa Integrazione sociale ICIDH ICF Principi della Revisione Universalità Ambiente Linguaggio neutrale Parità Modello bio-psico-sociale LA 54ª ASSEMBLEA MONDIALE DELLA SANITÀ (22 maggio 2001) - APPROVA E PUBBLICA L’ICF - RACCOMANDA AGLI STATI MEMBRI DI UTILIZZARE L’ICF PER RICERCA, STUDI DI POPOLAZIONE E NEI REPORTS Verso una nuova Classificazione Le componenti della salute secondo l’OMS 1. la presenza di una condizione di salute (malattia, disturbo, lesione, ecc.); 2. l’integrità e/o le alterazioni della fisiologia corporea; 3. l’integrità e/o le alterazioni della anatomia; 4. quello che una persona fa (in termini sia di quello che sarebbe in grado di fare teoricamente, sia in termini di quello che uno realmente fa nel suo ambiente); 5. il contesto di vita (in termini di impatto di eventuali aiuti o ostacoli); 6. i fattori individuali (età, sesso, convinzioni personali, esperienze di vita, reddito…). ICF: le domande 1. C’è una “condizione di salute”? 2. I sistemi corporei funzionano? 3. I sistemi corporei sono integri? 4. Cosa fa la persona ( cosa sarebbe in grado di fare e cosa realmente fa)? 5. Il suo ambiente influisce su quello che fa? 6. Quali sono le caratteristiche individuali significative? ICF: il linguaggio e le risposte 1. Classificazione ICD 10 2. Class. ICF funzioni corporee 3. Class. ICF strutture corporee 4. Classificazione ICF A&P 5. Class. ICF fattori ambientali 6. Non classificabili ICF: il linguaggio e le risposte 1. Classificazione ICD 10 2. Class. ICF funzioni corporee 3. Class. ICF strutture corporee 4. Classificazione ICF A&P 5. Class. ICF fattori ambientali 6. Non classificabili ICF e’ un ordinatore concettuale CONDIZIONE DI SALUTE (disorder, disease, injury, trauma) FISIOLOGIA COSA FA REALMANENTE (SAREBBE IN GRADO DI FARE) LA PERSONA CARATTERISTICHE PERSONALI FATTORI AMBIENTALI ANATOMIA IL MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE NELL’ICF Condizione di salute (malattia/disturbo) Funzioni & Strutture corporee (menomazione) Fattori ambientali Attività (limitazione) Partecipazione (restrizione) Fattori personali Talvolta della persona noi cogliamo frammenti soprapposti e duplicati, spesso non comparabili e custoditi da diverse istituzioni. Rovesciare la prospettiva: una valutazione coerente per descrivere il “volto” della persona Un valutazione coerente che consenta di “zoomare” dal generale al particolare ICF come ordinatore concettuale • Concepisce il funzionamento e la disabilità in relazione con l’ambiente di vita dell’interessato • fornisce modalità per descrivere l’impatto dei fattori ambientali, in termini di facilitatori o di barriere, rispetto alle attività ed alla partecipazione di quella persona con una condizione di salute. L’utilizzo dell’ICF presuppone un approccio concettuale ecologico e preclude ogni modello concettuale che ignori gli effetti dell’ambiente nella genesi e nel mantenimento della disabilità. MODULO III Classificare ordinare e catalogare mediante un criterio, rappresentare cose o persone indicandone tutte le caratteristiche, in modo da darne un’idea compiuta Misurare quantificare una osservazione contro uno standard Valutare determinare un valore, stimare calcolare, stabilire in misura approssimativa L’ICF NON è uno strumento di valutazione o di misurazione Piuttosto esso classifica la salute e gli stati di salute ad essa correlati. L’ICF È UNA CLASSIFICAZIONE L’ICF e’ uno strumento di classificazione Per costruire un “profilo di funzionamento” di un determinato individuo, confrontabile nel tempo (ai fini di valutare gli esiti degli interventi) e condivisibile con l’interessato, o il suo rappresentante, con un incremento della sua consapevolezza e partecipazione. Permette di raccogliere elementi di conoscenza, sul funzionamento e la disabilità, attraverso un lavoro di classificazione, intesa come il lavoro di rappresentare cose o persone indicandone tutte le caratteristiche e dandone un’idea compiuta. CLASSIFICAZIONE Famiglia-Genere-Specie Famiglia Aceraceae - Genere Acer - Specie Acer rubrum Famiglia degli Aceri Aceri e gruppo dei Sambuchi Acero Rosso CLASSIFICAZIONE GERARCHICA L’ICF e’ uno strumento di classificazione STRUTTURA DELL’ICF ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ DISABILITÀ PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI ICF: le domande sulla salute 1. C’è una “condizione di salute”? 1. Classificazione ICD 10 2. I sistemi corporei funzionano? 2. Classificazione ICF funzioni corporee 3. I sistemi corporei sono integri? 4. Cosa fa la persona (cosa sarebbe in grado di fare e cosa realmente fa)? 5. Il suo ambiente influisce su quello che fa? 6. Quali sono le caratteristiche individuali significative? 3. Classificazione ICF strutture corporee 4. Classificazione ICF attività & partecipazione 5. Classificazione ICF fattori ambientali 6. Non classificabili STRUTTURA DELL’ICF ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ DISABILITÀ FUNZIONI CORPOREE Funzioni fisiologiche dei sistemi corporei (es. f.sensoriali, f. mentali, ...) STRUTTURE CORPOREE ATTIVITÀ ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI FATTORI AMBIENTALI Esecuzione di un compito, coinvolgimento in una situazione di vita (es. Parti anatomiche comunicazione, mobilità, ...) Ambiente fisico del corpo (es. e sociale in cui si organi, arti, ...) vive FATTORI PERSONALI Funzioni e strutture corporee - Capitoli FUNZIONI MENTALI STRUTTURE DEL SISTEMA NERVOSO FUNZIONI SENSORIALI E DOLORE OCCHIO, ORECCHIO E STRUTTURE CORRELATE FUNZIONI DELLA VOCE E DELL’ELOQUIO STRUTTURE COINVOLTE NELLA VOCE E NELL’ELOQUIO FUNZIONI DEI SISTEMI CARDIOVASCOLARE, EMATOLOGICO, IMMUNOLOGICO E DELL’APPARATO RESPIRATORIO STRUTTURE DEI SISTEMI CARDIOVASCOLARE, IMMUNOLOGICO, E DELL’APPARATO RESPIRATORIO FUNZIONI DELL’APPARATO DIGERENTE E DEI SISTEMI METABOLICO ED ENDOCRINO STRUTTURE CORRELATE ALL’APPARATO DIGERENTE E AI SISTEMI METABOLICO ED ENDOCRINO FUNZIONI GENITOURINARIE E RIPRODUTTIVE STRUTTURE CORRELATE AI SISTEMI GENITOURINARIO E RIPRODUTTIVO FUNZIONI NEURO-MUSCOLOSCHELETRICHE E CORRELATE AL MOVIMENTO STRUTTURE CORRELATE AL MOVIMENTO FUNZIONI DELLA CUTE E DELLE STRUTTURE CORRELATE CUTE E STRUTTURE CORRELATE Attività e partecipazione - Domini 1 Apprendimento e applicazione delle conoscenze 1 Compiti e richieste generali 1 Comunicazione 1 Mobilità 1 Cura della propria persona 1 Vita domestica 1 Interazioni interpersonali 1 Aree di vita principali 9 Vita sociale, civile e di comunità Fattori ambientali - Domini 1 Prodotti e tecnologie 2 Ambiente naturale e cambiamenti ambientali effettuati dall’uomo 3 Relazioni e sostegno sociale 4 Atteggiamenti 5 Servizi, sistemi e politiche STRUTTURA DELL’ICF ICF PARTE 1: FUNZIONAMENTO E DISABILITÀ DISABILITÀ FUNZIONI CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE FUNZIONI CORPOREE STRUTTURE CORPOREE MODIFICAZIONI NELLE STRUTTURE CORPOREE PARTE 2: FATTORI CONTESTUALI ATTIVITÀ ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE CAPACITÀ CAPACITÀ FATTORI AMBIENTALI PERFORMANCE FACILITATORI/ BARRIERE ITEM ITEM ITEM ITEM livelli: 1° 2° 3° 4° livelli: 1° 2° 3° 4° livelli: 1° 2° 3° livelli: 1° 2° 3° FATTORI PERSONALI Capitolo 2 TERMINE DI PRIMO LIVELLO Funzioni Sensoriali e Dolore Questo capitolo riguarda le funzioni dei sensi, vista, udito, gusto e così via, oltre che la sensazione di dolore. CODICE NOME DEL BLOCCO Funzioni visive e correlate (b210-b229) b210 Funzioni della vista TERMINE DI SECONDO LIVELLO Funzioni sensoriali relative alla percezione della presenza della luce e dell’aspetto, dimensione, forma e colore degli stimoli visivi. DEFINIZIONE OPERATIVA Inclusioni Inclusioni: funzioni dell’ dell’acuità acuità visiva; funzioni del campo visivo; qualità qualità della visione; funzioni relative alla percezione della luce e del colore, acuità acuità visiva della visione da lontano e da vicino, visione monoculare e binoculare; qualità qualità dell’ dell’immagine visiva; menomazioni come miopia, ipermetropia, astigmatismo, astigmatismo, emianopsia, cecità cecità ai colori, visione a tunnel, scotoma centrale e periferico, diplopia, diplopia, nictalopia e ridotta adattabilità adattabilità alla luce. Esclusione ESCLUSIONI INCLUSIONI clusione: funz funzioni ioni percettive (b156) Capitolo 2 Funzioni Sensoriali e Dolore Questo capitolo riguarda le funzioni dei sensi, vista, udito, gu sto e così via, oltre che la sensazione di dolore. Funzioni visive e correlate (b210-b229) b210 Funzioni della vista Funzioni sensor iali relative sensoriali relative alla percezione della presenza della luce e dell’ dell’aspetto, aspetto, dimensione, forma e colore degli stimoli visivi. Inclusioni Inclusioni: funzioni dell’ dell’acuità acuità visiva; funzioni del campo visivo; qualità qualità della visione; funzioni relative alla percezione della luce e del colore, acuità acuità visiva della visione da lontano e da vicino, visione monoculare e binolculare; qualità qualità dell’ dell’immagine visiva; menomazioni come miopia, ipermetropia, astigmatismo, astigmatismo, emianopsia, cecità cecità ai colori, visione a tunnel, scotoma centrale e periferico, diplopia, diplopia, nictalopia e ridotta adattabilità adattabilità alla luce. Esclusione clusione: funz funzioni ioni percettive (b156) b2100 TERMINE DI QUARTO LIVELLO TERMINE DI TERZO LIVELLO Funzioni dell’acuità visiva Funzioni della vista relative alla percezione delle forma e del contorno, sia binoculare che monoculare, sia per la visione da lontano che da vicino. b21000 Acuità binoculare nella visione a distanza Funzioni della vista relative alla percezione di dimensione, for ma e del contorno, utilizzando entrambi gli occhi, per oggetti distanti d agli occhi. b21001 Acuità monoculare nella visione a distanza Funzioni della vista relative alla percezione di dimensione, for ma e del contorno, utilizzando solo l’occhio destro o quello sinistro, per oggetti distanti dall’occhio. Capitolo 2 Funzioni Sensoriali e Dolore Questo capitolo riguarda le funzioni dei sensi, vista, udito, gu sto e così via, oltre che la sensazione di dolore. Funzioni visive e correlate (b210-b229) b210 Funzioni della vista Funzioni sensor iali relative sensoriali relative alla percezione della presenza della luce e dell’ dell’aspetto, aspetto, dimensione, forma e colore degli stimoli visivi. Inclusioni Inclusioni: funzioni dell’ dell’acuità acuità visiva; funzioni del campo visivo; qualità qualità della visione; funzioni relative alla percezione della luce e del colore, acuità acuità visiva della visione da lontano e da vicino, visione monoculare e binolculare; qualità qualità dell’ dell’immagine visiva; menomazioni come miopia, ipermetropia, astigmatismo, emianopsia, cecità cecità ai colori, visione a tunnel, scotoma centrale e periferico, diplopia, nictalopia e ridotta adattabilità adattabilità alla luce. Esclusione clusione: funz funzioni ioni percettive (b156) (b156) b2100 Funzioni dell’ dell’acuità acuità visiva Funzioni della vista relative alla percezione delle forma e del contorno, sia binoculare che monoculare, sia per la visione da lontano che da vicino. b21000 Acuità cuità binoculare inoculare nella visione visione a distanza distanza Funzioni della vista relative alla percezione di dimensione, forma forma e del contorno, utilizzando entrambi gli occhi, per oggetti distanti dagli dagli occhi. b21001 Acuità cuità monoculare nella visione visione a distanza distanza Funzioni della vista relative alla percezione di dimensione, forma forma e del contorno, utilizzando solo l’l’occhio destro o quello sinistro, per oggetti distanti dall’ dall’occhio. b21008 b21009 Funzioni dell’acuità visiva, altro specificato Funzioni dell’acuità visiva, non specificato ICF - Full version - Short version ICF-CY International Classification of Functioning, Disability and Health – Version for Children & Youth WORD HEALTH ORGANIZATION WORD HEALTH ORGANIZATION ICF ICF--CY CY International International Classification of Classification of Functioning, Functioning, Disability and Health Disability and Health Children & Youth Version Children & Youth Version WHO Workgroup for development of version of ICF for Children & Youth, Geneva ICF CY: Children and Youth version •d130 Copiare •Imitare o mimare come una componente basilare dell’apprendere, come copiare un’espressione del volto, un gesto, un suono, un disegno, o le lettere dell’alfabeto •d880 Coinvolgimento nel gioco • d8800 Gioco solitario; tenersi occupato con oggetti, materiali, giocattoli • d8801 Gioco da spettatori; osservare gli altri giocare ma non unirsi a loro • d8802 Gioco parallelo; giocare con oggetti, materiali o giocattoli in presenza di altri ma senza unirsi alle loro attività • d8803 Gioco cooperativo ; unirsi agli altri nel giocare con oggetti, materiali, giocattoli, o altre attività con uno scopo o un obiettivo comune Elementi di codifica Primo qualificatore Secondo qualificatore Decimale (divisore) Terzo qualificatore _ XXXXX . _ _ _ Identificatore delle dimensioni b = Funzioni corporee bxxxxx._ s = Strutture corporee sxxxxx_ d = Attività e Partecipazione dxxxx._ e = Fattori Ambientali exxxx._ MODULO IV Elementi di codifica Primo qualificatore Secondo qualificatore Decimale (divisore) Terzo qualificatore _ XXXXX . _ _ _ Identificatore delle dimensioni b = Funzioni corporee bxxxxx._ s = Strutture corporee sxxxxx_ d = Attività e Partecipazione dxxxx._ e = Fattori Ambientali exxxx._ I QUALIFICATORI PRIMA PARTE: FUNZIONAMENTO E DISABILITA’ Componente Posizione Significato Funzioni Corporee bxxx . X Entità/Grado della Menomazione Strutture Corporee sxxx. X _ _ Entità/Grado della Menomazione Attività e Partecip. dxxx. X _ _ Entità/Grado della Menomazione dxxx. _ X_ Entità/Grado della Menomazione dxxx. _ _ X Entità/Grado della Menomazione SECONDA PARTE: FATTORI CONTESTUALI Componente Grafica Fattori ambientali Significato exxx . X Barriera (Entità/Grado) exxx + X Facilitatore (Entità/Grado) Qualificatori: Scala di gravità _xxx.0 : nessun problema (assente, trascurabile) _xxx.1 : problema lieve (leggero, basso) 0-4% 5-24% _xxx.2 : problema medio (moderato, discreto) 25-49% _xxx.3 : problema grave (elevato, estremo) 50-95% _xxx.4 : problema completo (totale) _xxx.8 : non specificato _xxx.9 : non applicabile 96-100% RELAZIONE TRA GRAVITÀ DEI PROBLEMI E NUMERO DI PERSONE COINVOLTE SCALA QUALIFICATORI PERCENTUALE DEL DANNO SCALA QUALIFICATORI PREVALENZA DEL PROBLEMA 05 10 4 15 20 3 25 30 2 35 40 1 45 50 55 60 65 70 75 0 80 85 90 95 100 Centili Qualif. SUGGERIMENTI A.P.A. PER IL RATING DEI QUALIFICATORI LIVELLO DI MENOMAZIONE, RESTRIZIONE O LIMITAZIONE Nessuno (0) Lieve (1) Medio (2) Grave (3) Completo (4) PUNTEGGI STANDARD (QI) PUNTEGGI T DISTRIBUZIONE NORMALE 85 70-84 55-69 40-54 <39 40 30-39 20-29 10-19 <10 85,4 12,6 1,9 0,1 <0,01 (APA Manual, Introduction) SUGGERIMENTI A.P.A. PER IL RATING DEI QUALIFICATORI LIVELLO DI MENOMAZIONE RESTRIZIONE O LIMITAZIONE DESCRIZIONE NESSUNO (0) Il funzionamento è compreso entro la norma attesa, senza deviazioni significative. LIEVE (1) Vi è una deviazione ravvisabile dalla norma attesa, e il funzionamento può essere in qualche modo meno efficiente e preciso. MEDIO (2) Il funzionamento è significativamente menomato e la persona potrebbe necessitare di assistenza, aiuto, dispositivi o modificazioni dell’ambiente. GRAVE (3) Il funzionamento è seriamente compromesso e la persona potrebbe non essere in grado di svolgere le sue funzioni anche con assistenza esterna. COMPLETO (4) La perdita di funzionamento è totale, senza alcun residuo significativo. I QUALIFICATORI PRIMA PARTE: FUNZIONAMENTO E DISABILITA’ Componente Posizione Significato Funzioni Corporee bxxx . X Grado della Menomazione Strutture Corporee sxxx. X _ _ Grado della Menomazione sxxx. _ X _ Natura della Menomazione sxxx. _ _ X Localizzazione della Menom. dxxx. X _ _ Performance (Grado) dxxx. _ X_ Performance 1 (Grado) dxxx. _ _ X Capacità (Grado) Attività e Partecip. SECONDA PARTE: FATTORI CONTESTUALI Componente Grafica Fattori ambientali Significato exxx . X Barriera (Grado) exxx + X Facilitatore (Grado) STRUTTURE CORPOREE - Tre Qualificatori 3 QUALIFICATORI ESTENSIONE DEL PROBLEMA xxx.0 xxx.1 xxx.2 xxx.3 xxx.4 xxx.8 xxx.9 NESSUN problema problema LIEVE problema MEDIO problema GRAVE problema COMPLETO non specificato non applicabile NATURA DEL CAMBIAMENTO 0 nessun cambiamento nella struttura 1 assenza totale 2 assenza parziale 3 parte in eccesso 4 dimensioni anormali 5 discontinuità 6 posizione deviante 7 cambiamenti qualitativi nella struttura, incluso l’accumulo di fluidi 8 non specificato 9 non applicabile COLLOCAZIONE DEL PROBLEMA 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 più di una regione destra sinistra entrambi i lati frontale dorsale prossimale distale non specificato non applicabile Qualificatori per Funzioni Corporee Esempio Carlo presenta un Ritardo Mentale Medio (Scala LEITER-R Q.I. breve: 40 – media 100; ds 15.) b117.3 Funzioni intellettive, menomazione grave Qualificatori per Strutture Corporee Esempio Carlo presenta una lieve scoliosi dorsale destroconvessa. s760.165 Menomazione lieve nella struttura della colonna vertebrale, dovuta a posizioni devianti della struttura in posizione dorsale COSTRUTTI E QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE Performance Descrive ciò che una persona fa nel suo ambiente attuale. Capacità Il più alto livello probabile di funzionamento che una persona può raggiungere in un determinato momento. COSTRUTTI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE PERFORMANCE Ciò che una persona fa. Risultato dei fattori ambientali sul funzionamento. Dipendente dall’ambiente. Descrive il livello di performance della persona nell’ambiente in cui vive (casa, scuola, lavoro, comunità, ecc.). CAPACITÀ Ciò che una persona può fare. Caratteristica intrinseca della persona. Non dipendente dall’ambiente. Descrive il funzionamento della persona in un ambiente che non facilita e non ostacola. QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE Qualificatore di Performance Qualificatore di Capacità d450. _ _ QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE - Uso d450. _ _ camminare d450.1 _ camminare con difficoltà lieve d450._ 2 moderata difficoltà nella capacità di camminare d450.1 2 difficoltà lieve nel camminare moderata difficoltà nella camminare e capacità di QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE Qualificatore di Performance Qualificatore di Performance 1 Qualificatore di Capacità dxxx. _ _ _ QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE •Performance globale: quello che la persona fa realmente nel suo contesto che può essere operazionalizzata come il livello di funzionamento in presenza di sostegni e interventi da parte di persone e/o di altri facilitatori o barriere ambientali (adattamenti ambientali, ausili). E’ intesa come quello che il soggetto fa con tutti i fattori ambientali compreso l’aiuto personale. La performance globale può essere qualificata anche nel caso in cui per quella attività l’aiuto personale sostituisce il soggetto. QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE •Performance 1: può essere operazionalizzata come il livello di funzionamento della persona in assenza di sostegni e interventi da parte di persone ma in presenza di altri (adattamenti ambientali, ausili) facilitatori o barriere ambientali. E’ intesa come quello che il soggetto fa con tutti i fattori ambientali personale. escluso l’aiuto QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE •Capacità: la “capacità” della persona che può essere operazionalizzata come il livello di funzionamento della persona in assenza di sostegni e interventi da parte di persone e/o di altri (adattamenti ambientali, ausili)facilitatori o barriere ambientali. E’ intesa come quello che il soggetto fa escludendo l’influenza di tutti i fattori ambientali riconosciuti come rilevanti per quella attività/partecipazione. QUALIFICATORI DI ATTIVITÀ E PARTECIPAZIONE - Esempi d540.002 Carlo si veste autonomamente scegliendo gli indumenti adatti al clima e facili da indossare (tute ecc,); utilizza solo scarpe con il velcro perché non ha imparato ad allacciare le stringhe d510.022 – d520.033 La madre di Carlo riferisce che lo deve guidare verbalmente per farsi il bagno e intervenire fisicamente per la cura di unghie e capelli FATTORI AMBIENTALI QUALIFICATORE Barriera exxx.0 exxx.1 exxx.2 exxx.3 exxx.4 NESSUNA barriera barriera LIEVE barriera MEDIA barriera GRAVE barriera COMPLETA exxx.8 barriera non specificato exxx.9 non applicabile Facilitatore exxx.0 exxx+1 exxx+2 exxx+3 exxx+4 NESSUN facilitatore facilitatore LIEVE facilitatore MEDIO facilitatore SOSTANZIALE facilitatore COMPLETO exxx+8 facilitatore non specificato exxx+9 non applicabile Fattori Ambientali - Esempi …un bambino con ritardo mentale necessita di un insegnante di supporto... e330+3 Persone in posizione di autorità insegnante: è un facilitatore sostanziale e585+2 Servizi, sistemi e politiche dell’istruzione e della formazione: sono un facilitatore medio e425.2 Atteggiamenti individuali di conoscenti, colleghi, vicini di casa e membri delle società: sono una barriera media REGOLE GENERALI DI CODIFICA 1. Codificate un «profilo» completo codificando tutte le dimensioni di funzionamento e disabilità, così come le componenti dei Fattori Ambientali. 2. Codificate solo le informazioni rilevanti (in teoria, tutte le categorie dell’ICF si applicano ad ogni persona, ma la maggior parte non sono rilevanti). 3. Codificate solo le categorie per i quali vi sono informazioni esplicite, non fate deduzioni. 4. Codificate al livello che ritenete più opportuno al vostro scopo utilizzando informazioni specifiche. I “QUATTRO ERRORI” 1. Lo “0” 2. “1” o “2”, “2” o “3”? 3. “d740” o “d750”? 4. “performance” o “capacità”? “USE IT FRIENDLY” Convenzione sui diritti della persona con disabilità (ONU-New York 13.12.2006) “Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.” PRINCIPI GENERALI DELLA CONVENZIONE Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone. La non discriminazione. La piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società. Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa. La parità di opportunità. L’accessibilità. La parità tra uomini e donne. Il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità.