QUALE CONTESTO ? PARTECIPAZIONE RAPPORTO MONDO – LUOGHI COMUNITA’ FRAMMENTAZIONE ISTITUZIONI PARTECIPAZIONE RICHIESTA DI STRUMENTI INEDITI E DI NUOVI ATTORI RICHIESTA DI RIVISITARE LA QUANTITA’ E LA QUALITA’ DELLA POLITICA NELLE SUE ESPRESSIONI TRADIZIONALI In un’epoca di flussi, i territori mantengono ancora un potere in grado di generare valore, per sé o per gli altri diversi da sé? MONDO E LUOGHI possono parlare? E’ possibile pensare a un cittadino – attore non solo in tempi contingenti, ma quotidiani? (Aldo Bonomi) COMUNITA’ RANCORE, CURA, OPEROSITA’ Rancore inteso anche come il cittadino deresponsabilizzato, che pensa allo stato come ad un erogatore di prestazioni dovute in stile cash and carry: voto, pago, pretendo. Poi cura, come il nostro welfare che sa garantire asili nido e reti solidali, dalla scuola al volontariato ma che si espande alle polisportive, alle parrocchie fino all’associazionismo. Operosità, cioè il territorio come fabbrica a cielo aperto, le piccole e medie imprese che rappresentano la nervatura della rete di relazioni umane ed economiche su cui si è costruito lo sviluppo in questa terra. MONDO PRODUTTIVO STRATEGIE DI SVILUPPO WELFARE COMUNITA’ FRAMMENTAZIONE ISTITUZIONI Mancata corrispondenza fra territori amministrativi e funzionali Scarsità delle risorse finanziarie e fiscali Mancanza di processi decisionali trasparenti e responsabili verso i cittadini Una PA chiusa e preoccupata dell’atto e delle forme Il problema cremonese non è nelle risorse finanziare scarse e neppure negli strumenti: concertazione e confronto sono parole d’ordine nella provincia. Tuttavia, nel parere degli intervistati c’è ancora un nodo da sciogliere in fatto di governance e questo sta nella progettualità, nella capacità di dare continuità alle iniziative che, per quanto positive, soffrono di frammentazione. La disponibilità ad una logica di governance che accomuna tutti i soggetti non riesce ad incanalarsi in un sistema strutturato, le iniziative rispetto alle quali c’è collaborazione si perdono poi nella gestione quotidiana (Ricerca Censis 2005) QUALI RISCHI PER LE POLITICHE PUBBLICHE ? UNA POLITICA SUBALTERNA ALLE ISTANZE MICRO-TERRITORIALI LOCALISMO INTRANSIGENTE RICENTRALIZZARE LE POLITICHE PUBBLICHE DA DOVE RIPARTIRE? MUTUALISMO UN MODO DIVERSO DI INTENDERE IL TERRITORIO UN MODO DIVERSO DI INTENDERE L’AUTONOMIA MUTUALISMO Storicamente la mutualità si è concretizzata tra uguali, ma oggi la modernità richiede la mutualizzazione fra diversi perché la cifra della modernità è il cambiamento e perché i bisogni non sono più settorializzabili. (Johnny Dotti) UN MODO DIVERSO DI INTENDERE IL TERRITORIO Insieme delle risorse pubbliche e private presenti in un determinato contesto sociale ed ambientale . GEOGRAFIA, LOCALIZZAZIONE, PATRIMONIO CULTURALE, PAESAGGIO TESSUTO IMPRENDITORIALE, INFRASTRUTTURE, SERVIZI PUBBLICI TERRITORIO IDENTITA’ LUOGO, TRADIZIONI, KNOW HOW VALORI, CIVISMO, GIUSTIZIA, DIRITTI CIVILI CULTURA, FORMAZIONE, TEMPO LIBERO, SPORT SISTEMA TERRITORIALE ISTITUZIONALE ECCELLENZE LOCALI INFRASTRUTTURAZIONE DEL TERRITORIO COESIONE SOCIALE OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI SERVIZI PUBBLICI LOCALI TUTELA DEL TERRITORIO PATRIMONIO PUBBLICO UN MODO DIVERSO DI INTENDERE L’AUTONOMIA perché l’autonomia va fortemente rivendicata; va però interpretata ed esercitata non come rigida difesa delle prerogative esistenti bensì come motore stesso delle innovazioni. (Ivana Cavazzini) RAPORTO MATURO CON LA PROSSIMITA’ LA DEMOCRAZIA LOCALE SI ALIMENTA NELLA COMPLEMENTARIETA’ VIRTUOSA FRA 1. IL RAPPORTO CITTADINI E ISTITUZIONI (ES. ELETTI – ELETTORI) 2. IL RAPPORTO FRA ISTITUZIONI (COMUNI, ENTI SOVRAORDINATI) QUALE SFIDA CULTURALE? • SINDACI E CONSIGLIERI COME SNODI DI LEGITTIMAZIONE DEMOCRATICA DEGLI ENTI DI SECONDO LIVELLO • L’OTTICA GIUSTA NELLA QUALE PORSI E’ CHE GLI ENTI DI AREA VASTA DIVENTANO PER I SINDACI E PER I CONSIGLIERI COMUNALI ESSENZIALMENTE UN ALTRO MODO E UN ALTRO AMBITO DI ESERCITARE LE LORO FUNZIONI E DI COMPIERE LE LORO SCELTE • EVITARE IL PRINCIPIO DELL’ARTO FANTASMA