Frammentazione
internazionale della produzione
Materiale di riferimento:
Tajoli (2004): schede di approfondimento manuale di
Krugman e Obstfeld, Economia Internazionale,
HOEPLI
http://www.liuc.it/krugmanobstfeld/frammentazione/default.htm
Feenstra (1998) Integration of Trade and
Disintegration of Production in the Global
Economy, Journal of Economic Perspectives, Vol.
12, No. 4, Fall 1998
Frammentazione
internazionale della produzione
• Uno
degli
aspetti
caratterizzanti
l’integrazione economica tra paesi negli
anni recenti:
il peso sempre più rilevante del commercio
internazionale di beni intermedi, di semilavorati e di parti e componenti.
=> Sempre più beni non vengono prodotti
interamente in un unico paese, ma sono il
risultato di un assemblaggio di parti
prodotte in luoghi diversi.
Why? Third explanation
• The disintegration of production itself leads
to more trade, as intermediate inputs cross
borders several times during the
manufacturing process.
• This leads to an upward bias in the ratios
reported in Table 2, because while the
denominator is value-added, the numerator
is not, and will “double-count” trade in
components and the finished product
Frammentazione
internazionale della produzione
• Concause:
1.Caduta
dei
costi
del
trasporto
internazionale;
2.Sviluppo delle tecnologie di comunicazione
rende più facile rispetto a pochi anni fa
procurarsi input intermedi necessari
o
far eseguire fasi di lavorazione in diverse
parti del mondo
Esempio della Barbie
La Mattel non ha stabilimenti per la
produzione di questa bambola in America.
I materiali che costituiscono la bambola (la
plastica del corpo e dei capelli) vengono da
Taiwan e dal Giappone (petrolio che
probabilmente
proveniva
dal
Medio
Oriente?
Lo stampo per le bambole viene dagli Stati
Uniti, come pure alcuni colori utilizzati per
decorare la bambola.
Esempio della Barbie
L'assemblaggio e la decorazione delle
bambole prima venivano effettuati nelle
Filippine e a Taiwan
più recentemente queste fasi di lavorazione
sono state spostate in altri paesi del SudEst asiatico che risultano meno costosi,
come l'Indonesia, la Malesia e la Cina.
Dalla Cina viene anche il tessuto di cotone
utilizzato per i vestiti della bambola.
Esempio della Barbie
La maggior parte delle bambole Barbie
vengono spedite negli USA da Hong Kong.
Il valore della bambola, 1995 ad Hong Kong:
$2
35 cent = costo della manodopera,
65 cent = materiali impiegati
110 cent = costi di intermediazione e di
trasporto maturati ad Hong Kong.
Esempio della Barbie
Prezzo di vendita negli USA:
$10,
$1 (10%) erano profitti per la Mattel
$9 costi di trasporto, distribuzione, etc.
da sola la Barbie procura alla Mattel quasi un
terzo del proprio fatturato (le vendite di
Barbie sono state pari a 1,6 miliardi di
dollari nel 2001). Il valore del marchio
Barbie è stimato essere pari a $2 miliardi.
Esempio della Barbie
Da questi dati non vi è dubbio che il
grosso dei profitti generati da questo
prodotto finisce negli USA (alla Mattel
stessa, ai distributori, e così via), che
l'idea del prodotto sia americana (e
infatti è da lì che vengono gli stampi),
ma possiamo chiamarlo un prodotto
americano?
Definizioni
Diversi termini (da Feenstra):
Bhagwati and Dehejia (1994) call this
“kaleidoscope comparative advantage,” as
firms shift location quickly;
Krugman (1996) uses the phrase “slicing the
value chain”;
Leamer (1996) prefers “delocalization;”
Antweiler and Trefler (1997) introduce “intramediate trade.”
Definizioni
Perché? i modi con cui un’impresa si
procura input intermedi dall’estero o
delocalizza fasi della produzione
possono essere diversi,
e perchè le normative doganali dei vari
paesi che registrano il commercio
internazionale generato da queste
attività usano terminologie diverse
Esempio di modi
Goods are marketed under the brand name of
the company itself (such as Hyundai or
Samsung, from Korea) (Multinationals);
SMALL
or
purchased by companies in the importing
country, and then marketed under their
own brand names; (foreign companies
engaged
in
“original
equipment
manufacturing” which is then resold under
corporate brandnames in the west ) BIG
Esempio della Nike
• Nike (Tisdale, 1994): about 75,000 people
are employed in Asia in the production of
shoes and clothing for Nike, though only a
few hundred of these are actually
employees of the company. The rest are
employed in factories that have some
contractual arrangement with Nike, possibly
run by third parties, such as South Korean
entrepreneurs.
Main characteristic of this
productions
both Mattel and Nike do the design and marketing of
their products in the United States. The activities
outsourced by these corporations is part of their
larger “value chain,” which include all the
activities from the conception of a product to its
final delivery.
Definizioni
frammentazione internazionale della
produzione (FIP),
identificare il fatto che un processo
produttivo precedentemente integrato
in un solo sito viene smembrato in
almeno due parti distinte, a loro volta
allocate a siti produttivi situati in
paesi diversi
Modi
Il sistema più tradizionale per frammentare
la produzione è quello di acquistare sul
mercato beni intermedi prodotti da un’altra
impresa, OUT-SOURC-ING (nazionale;
intern)
Se l’impresa che produce beni intermedi è
localizzata in un paese differente si attiverà
un flusso di commercio internazionale di
prodotti intermedi
Modi (2)
Un seconda modalità attraverso cui parte
della produzione di un bene viene
delocalizzata in un paese diverso da quello
in cui è residente l’impresa è l’effettuazione
di un investimento diretto all’estero (IDE),
in particolare di un investimento estero di
tipo “verticale”.
In questo modo un’impresa può sia far produrre in suoi
stabilimenti collocati in un paese dei pezzi necessari per la
produzione di beni in altri stabilimenti, sia far effettuare nei
paesi dove ha investito particolari fasi di lavorazione di un
bene destinato poi a quel mercato estero o ad altri mercati
Modi (3)
Subcontracting: un’impresa può commissionare
ad imprese estere la fornitura di beni
intermedi prodotti sulla base di specifiche
richieste dell’impresa committente, oppure
l’esecuzione di specifiche fasi di lavorazione,
senza però avere un controllo proprietario
sull’impresa estera ma avendo semplicemente
dei rapporti contrattuali, anche se decisamente
più stretti che nel caso in cui l’impresa si limiti
ad effettuare un acquisto di beni intermedi.
Modi Subcontracting(3)
Quando un’impresa esporta temporaneamente
alcuni materiali o semi-lavorati perchè
un’impresa
estera
effettui
secondo
le
indicazioni del committente alcune fasi del
processo produttivo (fasi di perfezionamento)
per poi ri-inviare i prodotti ottenuti
all’impresa
originaria,
si
parla
di
frammentazione
internazionale
produzione in senso stretto.
della
Possibilità che si verifichino spillover o
trasferimenti
di
tecnologia
dall’impresa
committente verso l’impresa perfezionatrice
Modi (4)
Legami tra impresa committente e impresa
esecutrice:
-forte tra impresa madre e affiliata (FDI)
-debole nel caso di sub-contracting
-nullo nel caso di importazioni di beni interm.
Debolezza: rende molto più volatili i rapporti
commerciali ma più facili da attuare
Diventano importanti una serie di caratteristiche del
paese verso cui si delocalizza, come per esempio,
l’esistenza di un sistema giuridico affidabile che
renda implementabili i contratti firmati
Condizioni per subcontracting
E’ tanto più probabile che venga attivato:
1. quanto più tra i paesi che scambiano
esistono standard tecnici comuni ( perchè
un input intermedio possa essere
impiegato nella produzione un bene finale
occorre che questo risponda a delle
specifiche tecniche precise);
2. Qualora vi sia convenienza economica
Problema della misura
• Il fatto che le attività delocalizzate non
siano condotte all’interno della stessa
impresa complica l’analisi:
• i dati sulle importazioni delle
multinazionali e i dati sui flussi di FDI non
sono sufficienti per dare una misura
adeguata del fenomeno
Lawrence (1994) e Krugman (1994) lavori che
si basano su questi dati e non trovano
effetti rilevanti sull’andamento dei salari
relativi
Data issue
How to construct a data series that reflects
the full range of industries and activities
included within “outsourcing”
One source of information is to identify the
purchaser of the imports, and use this to
draw inferences about the value-added on
to the imports that occurs in the United
States.
Data issue
Top 100 apparel importers, (1/4 of all apparel
imports in 1993:
Retailers such as JC Penney, Wal-Mart, The
Limited, Kmart and Sears (48% of the
value of these imports;
U.S. apparel designers such as Liz Claiborne,
Donna Karan, Calvin Klein and Ralph
Lauren (22 %);
Domestic producers (20%)
Last two are engaged in design and
marketing functions.
Stima effettuata per gli USA
Input intermedi importati devono essere stimati:
domanda totale per ciascun tipo di input
X
la quota dei beni intermedi importata (aggregato).
Sommando questi valori per tutti gli input utilizzati
in ciascuna industria =
Stima degli imput importati
Feenstra and Hanson (1997) perform this calculation
for U.S. manufacturing industries, and find that
imported inputs have increased from 5.7 percent of
total intermediate purchases in 1972 to 8.6 percent
in 1979, and 13.9 percent in 1990.
Alternative measure: vertical
specialization
Hummels, Rapoport and Yi (1997) introduced the
term “vertical specialization”
When inputs are imported, then processed, and the
resulting product is exported, the total value of
exports reflects more than just the value-added in
that country.
VS: the fraction of the total value of trade accounted
for by inputs that are both imported and then
embodied in exports
VSI=0, when imported inputs are not used in the
production of exports,
VSI=1 when all imports are re-exported, with
minimal value-added
Alternative measure: vertical
specialization
Rise in the values of vertical specialization for
a number of countries
1970
1990
U.S.
3.9%
7.4 %
UK
14.3%
19.1%
France
13.9 %
18.7%
Japan
7.3%
6.6%
Alternative measure: vertical
specialization
As for explaining the growth in exports for
each country, Hummels, Rapoport and Yi
(1997) find that nearly 1/2 of this growth is
due to vertical specialization-based trade in
Canada and the Netherlands;
between 1/4 and 1/3 for France, Denmark and
the U.K.;
smaller amounts for the U.S., Australia and
Japan;
Teoria della frammentazione
della produzione
L'opportunità di localizzare all'estero una o
più fasi del processo produttivo dipende
tipicamente dall'intensità fattoriale della
specifica fase delocalizzata e dalle
differenze nella dotazione fattoriale dei
paesi, che possono generare un vantaggio
comparato
in
specifiche
fasi
di
lavorazione.
Teorema di Heckscher-Ohlin applicato non
alla produzione di beni finali ma alle fasi
di lavorazione dei beni (Deardorff, 2001a).
Teoria (Deardorff, 2001)
In realtà però, l'esistenza di un vantaggio
comparato (ovvero un più basso prezzo
relativo) non è una condizione necessaria
per la frammentazione internazionale.
Può bastare il vantaggio assoluto di un paese:
perché abbia luogo delocalizzazione
internazionale
BASTA differenziale positivo del costo del
lavoro per unità di prodotto tra il paese
che delocalizza e quello verso cui viene
spostata la fase labour-intensive
Teoria (Deardorff, 2001)
Le economie nazionali si caratterizzano per il
fatto di specializzarsi in segmenti più o
meno estesi del processo produttivo:
sarà possibile che un paese si specializzi, ad
esempio, nelle fasi capital intensive o in
quelle skill intensive di produzione di un
bene, senza risultare esportatore del bene
finale stesso.
Specializzazione in una fase del processo, e
NON specializzazione nella produzione di
un dato prodotto.
Teoria (Deardorff, 2001)
Implicazioni teoriche diverse:
per quanto riguarda gli effetti del commercio
internazionale sulla retribuzione dei
fattori produttivi impiegati
Stolper-Samuelson = l'aumento del prezzo di
un bene scambiato internazionalmente
porta all'aumento del reddito reale del
fattore utilizzato intensivamente in quel
settore e alla diminuzione del reddito
reale dell'altro fattore
Teoria (Deardorff, 2001)
Stolper Samuelson
richiede che l'aumento di prezzo del bene
porti all'aumento della specializzazione in
quel settore produttivo.
Ma nè l'aumento del prezzo interno del bene
frammentato
nè
l'aumento
della
specializzazione relativa in quel settore
sono certi in presenza di frammentazione
internazionale della produzione.
Teoria frammentazione della
produzione
Caratteristiche dei paesi:
scambi
internazionali
generati
da
frammentazione
internazionale
della
produzione tendono ad attivare un flusso
consistente di servizi (per il trasporto, la
comunicazione e il coordinamento). Non è
casuale che gli scambi internazionali di
servizi siano cresciuti a tassi sostenuti
negli ultimi anni;
=> appaiono favoriti i paesi in cui i servizi di
questo genere sono ben sviluppati.
Evidenza empirica in Europa
A livello europeo sono disponibili i dati sui volumi di
scambi internazionali originati da una forma
particolare di frammentazione internazionale
della produzione, il Traffico di Perfezionamento
(TP)
Il TP Passivo consente di rilevare i movimenti di
merci in uscita dall'UE e destinate ad essere
perfezionate al di fuori del territorio economico
dell'UE (esportazioni temporanee) e quelli
relativi alle importazioni nel territorio dell'UE di
merci 'a scarico di esportazioni temporanee’
(reimportazioni).
Evidenza empirica in Europa
Il TP Attivo: movimenti in entrata di merci
destinate a subire perfezionamento nel
territorio economico dell'UE (importazioni
temporanee) e quelli di esportazione a
scarico di precedente importazione
temporanea (riesportazioni)
Agevolazioni doganali e tariffarie che
incentivano (ma non obbligano) le imprese
a registrare i flussi di esportazione o
importazione temporanea
Limiti dei dati
Limiti di questa misura:
1. Data la volontarietà nel dichiarare il traffico di
perfezionamento come tale, le misure statistiche
ufficiali disponibili presso gli uffici statistici
nazionali e presso l’Eurostat, inevitabilmente
sottostimano il fenomeno;
2. Non rileva il traffico di perfezionamento intraeuropeo (non è possibile misurare un aspetto
fondamentale del processo di integrazione
economica in atto tra i paesi appartenenti
all’Unione)
Analisi dei dati
TPP europeo:
1. misura la delocalizzazione di specifiche fasi
produttive fortemente intensive nell’impiego di
manodopera non specializzata verso paesi a
basso costo del lavoro geograficamente vicini alla
EU (in particolare paesi dell’Europa centroorientale e del bacino del Mediterraneo);
2. misura il ricorso a competenze tecnologiche
possedute in esclusiva dal perfezionatore (è
questo, ad esempio, il caso di flussi di
perfezionamento diretti verso gli USA, che per
l’UE sono molto consistenti)
Analisi dei dati
Nel 2000 l’UE ha ricevuto dai paesi extra-europei
merci da perfezionare in TP per un valore vicino
a 70 miliardi di euro all’anno,
mentre ha inviato all’estero per il perfezionamento
merci per un valore di circa 13,5 miliardi di euro.
Il valore aggiunto prodotto nell’Unione raddoppia il
valore delle merci, e le ri-esportazioni di prodotti
ottenuti dalla lavorazione di importazioni
temporanee nel 2000 hanno superato i 126
miliardi di euro, pari al circa il 16% delle
esportazioni in regime normale (o esportazioni
definitive).
Analisi dei dati
Da questi dati l’UE risulta dunque effettuare
lavorazioni per conto di paesi terzi ben
più che far lavorare i propri beni
all’estero.
La tendenza ad effettuare fasi di lavorazione
per paesi terzi si è rafforzata nel corso del
decennio passato e le ri-esportazioni sono
cresciute ad un tasso medio annuo
superiore a quello delle esportazioni
definitive
I settori maggiormente
interessati
Condizioni per poter produrre un bene utilizzando la
frammentazione internazionale della produzione:
1. Il
processo
produttivo
deve
avere
le
caratteristiche tecniche per poter essere
segmentato in più fasi, che possono aver luogo in
sedi geografiche separate;
2. le diverse fasi produttive devono avere
caratteristiche diverse (per esempio in termini di
tecnologia impiegata, o di intensità di utilizzo dei
fattori produttivi) che rendono conveniente
dislocare una particolare fase della produzione in
un sito specifico;
I settori maggiormente
interessati
3. i costi di trasporto dei semi-lavorati da un
sito produttivo all’altro devono essere
relativamente
contenuti,
per
non
annullare i risparmi ottenuti dal processo
produttivo così organizzato con un
aggravio di altri costi.
I settori maggiormente
interessati
A livello mondiale i settori che maggiormente
fanno
ricorso
alla
frammentazione
internazionale della produzione sono:
1. il
tessile-abbigliamento,
dove
la
delocalizzazione dei paesi avanzati
riguarda le fasi più labour-intensive del
processo
produttivo
e
avviene
principalmente verso paesi a basso costo
della manodopera;
I settori maggiormente
interessati
2. l’elettronica: delocalizzazione delle fasi
produttive a monte verso i paesi più
tecnologicamente avanzati e delle fasi di
assemblaggio di componenti verso paesi a
basso costo del lavoro
3. alcuni comparti della meccanica: la
delocalizzazione dipende maggiormente
dalle capacità tecnologiche del paese verso
cui si delocalizza.
I settori maggiormente
interessati EU
TP EU:
TPA: la meccanica (inclusa l’elettronica) e i mezzi di
trasporto, che da soli costituiscono circa il 70%
delle ri-esportazioni totali verso il resto del
mondo. In particolare, il settore degli autoveicoli
è
quello
di
maggior
peso,
seguito
dall’aereospaziale, dalla meccanica industriale e
dall’elettronica;
TPP: sono quello del tessile e dell’abbigliamento,
successivamente meccanica ed elettronica;
Tessile e abbigliamento
Settore che si presta alla frammentazione del
processo produttivo:
1. Vi sono fasi intensive in capitale (la tessitura e il
taglio delle stoffe, fatte principalmente a
macchina) che possono convenientemente essere
effettuate in paesi dotati di macchinari
produttivi all'avanguardia; vi sono fasi intensive
in lavoro qualificato (il design, alcune finiture del
capo d'abbigliamento); e vi sono fasi fortemente
intensive in lavoro manuale non qualificato
(come la cucitura) che risulta conveniente
effettuare in paesi a basso costo della
manodopera
Tessile e abbigliamento
2.
3.
Il trasporto di tessuti o di capi d'abbigliamento
semi-lavorati da un paese all'altro è poi
relativamente facile e poco costoso, perchè si
tratta di beni con un elevato valore aggiunto in
rapporto al peso;
Il settore del tessile-abbigliamento dei paesi
avanzati da diversi anni è sottoposto a forti
pressioni competitive da parte di paesi a minor
costo del lavoro, in particolare del Sud-Est
asiatico, che hanno notevolmente aumentato le
proprie esportazioni di questi beni verso il
mercato europeo
Tessile e abbigliamento
Scelte di delocalizzazione: paesi del sud del
Mediterraneo, come Tunisia, Marocco e
Turchia e più recentemente, dopo la
caduta del muro di Berlino, verso i paesi
dell'Europa centro-orientale, che hanno
rappresentato
in
questo
senso
un'opportunità eccezionale
Tessile e abbigliamento: dati
I dati sugli scambi dell'Unione Europea con i paesi
dell'Europa orientale mostrano che nel settore
del
tessile-abbigliamento
il
traffico
di
perfezionamento passivo supera grandemente il
commercio internazionale tradizionale.
Alla metà degli anni '90, il valore delle esportazioni
temporanee di tessili dall'UE verso i principali
paesi dell'Europa centro-orientale era pari ad
oltre una volta e mezzo il valore delle analoghe
esportazioni definitive
Tessile e abbigliamento: dati
A fronte di questo flusso, si registrava un
valore
delle
re-importazioni
di
abbigliamento lavorato negli stessi paesi
dell'Est pari a quasi quattro volte il valore
delle importazioni finali.
Tessile e abbigliamento: dati
Scelta dei paesi dove delocalizzare:
i diversi paesi UE hanno attivato scambi di
perfezionamento con paesi dell'Est
differenti, a seconda della prossimità
geografica e culturale: molte imprese
tedesche hanno trasferito fasi di
produzione di abbigliamento soprattutto
nella
vicina
Polonia,
mentre
gli
imprenditori italiani di questo settore
hanno privilegiato la Romania
Implicazioni per il mercato
del lavoro
IF activities that are outsourced will be those that
use a large amount of unskilled labor, such as
assembly of components and other repetitive
tasks, moving these activities overseas will
reduce the relative demand for unskilled labor in
the developed country, in much the same way as
replacing these workers with automated
production.
This means that outsourcing has a qualitatively
similar effect on reducing the demand for
unskilled relative to skilled labor within an
industry as does skill-biased technological
change
Implicazioni per il mercato
del lavoro
Trade (through outsourcing) and technology
(through computerized communication
and inventories) are complementary
rather than competing explanations for
the changes in employment and wages in
the import-competitive sectors;
Technology and trade are on equal footing as
being only partial explanations for rising
wage inequality;
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