VIA LIBERA - PERIODICO BIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE DOPOLAVORO FERROVIARIO DI TORINO - ANNO XXI - Direzione Via Sacchi, 63 - 10125 Torino
Spedizione in a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - filiale di Torino Aut. Trib. 3456 del 27/11/84 - sito internet: www.dlftorino.it - email: [email protected]
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I nostri servizi sono a Vostra disposizione presso le nostre sedi di:
Torino “DLF” Corso Rosselli, 153 - c/oDLF - tel. 011/386163
Torino “Sacchi” Via Sacchi, 44 b - tel. 011/5800011-5805679
Torino “Magenta” P.zza Dante, 1 c/o Stazione FS - tel. 011/547347
Editoriale
Bivio?
“U
Sommario
4
. L’angolo del lettore
5
. SPAZIO rosa
“Acciaio”
Eva Mameli Calvino
6
. Il Treno Della Solidarietà
I nuovi poveri
Una grande festa per “Nonni doc”
7
. Ieri, oggi, domani
8
. Eventi
Piazza Marmolada
Centenario del deposito locomotive di
Torino smistamento
10 . Recensioni
Mostre | Libri | Film
11 . Sport
Tennis | Sub | Sci
14
. Turismo
Cavour | Langhe | Alsazia | Istanbul | New York
direttore responsabile
Silvia Gruber
capo redattore
Michela Goffredo
Comitato di Redazione
Augusto Sabato, Fulvia Conti,
Sabina Giannini, MICHELE LAVILLA,
GIANNI PETTINATO, DANTE CIULLO
Hanno collaborato a questo numero
GIANCARLO GENTA, ENRICA ODIARD, OMERO VOTTA,
FEDERICO SARDO, FRANCO LUCIA, MASSIMO FAZZARI,
VALTER LOCATI, FRANCO GIRARD
IN copertina
foto da archivio storico fs
impaginazione & stampa
Graf art - venaria (TO)
Prodotta con carta premiata dalla
European Union Eco-label n. reg. FI/11/1, fornita da UPM.
Il marchio Eco-label garantisce che l’intero ciclo di vita del prodotto ha un
impatto ambientale limitato, a partire dalla scelta delle materie prime fino
alla lavorazione, e dal dispendio energetico allo smaltimento dei rifiuti.
na fase delicata”, titolava l’editoriale del dicembre 2010, ed indicava alcune forti criticità nella situazione
economico – finanziaria del DLF di Torino.
Non solo, ma assegnava ad alcuni fatti
che si dovevano verificare tra fine 2010 ed
inizio 2011 , il valore di indicazione della
situazione futura e delle sue implicazioni.
Così è stato.
L’Assemblea dei Soci del 18/10/2011 ha
sancito la trasformazione di quella che
definivo “fase delicata”, in fase critica, aggravata e preoccupante per il futuro del
Sodalizio, e ciò è avvenuto davanti ad una
folta Assemblea e in un dibattito forte. La
votazione sul bilancio, inequivocabile nel
suo risultato, dice anche che la situazione
è ben compresa dai Soci. La condizione
attuale (in cui spicca la bocciatura della
vertenza legale contro Trenitalia in sede
di appello) è di grande crisi di entrate e
di liquidità. Crisi che ruota su una troppo
vasta riduzione delle risorse che entrano,
meglio “entravano”, nel DLF. Ricordo la
fonte storica di reddito, la ristorazione
aziendale, integralmente esaurita, e sottolineo lo squilibrio tra quanto dovrebbe
entrare dai contratti e quanto effettivamente entra, segnalando l’incremento
del contenzioso verso terzi. Insomma, la
quota ricavi del DLF di Torino si è ridotta
in modo preoccupante, ma non la spesa
strutturata e corrente. Anche la speranza di recupero delle risorse che ci sono
dovute si è molto ridotta, ed è ora basata su quelle che consideriamo ancora
esigibili. L’obbligo di un gruppo dirigente, meglio, di questo gruppo dirigente,
ben oltre le polemiche, è di affrontare a
viso aperto la crisi, intervenendo su tutte
le parti della nostra struttura ed attività,
nessuna esclusa, scegliendo! Intanto non
si può contare e quindi vivere su risorse
che consideravamo certe e che non lo
sono più o non lo sono ancora. Dobbiamo organizzarci e vivere con quello che
abbiamo e che produciamo. La bussola,
allora, diventano “le risorse certe di cui
disponiamo”. Bussola si! Ma per andare
dove? Per fare cosa? Vorrei dirlo in modo
chiaro e centrale: “Per salvaguardare,
difendere, valorizzare, l’ATTIVITA’ ISTITUZIONALE DEL DLF, quella che tutti i
giorni svolgono Soci e Gruppi con volontà e dedizione.” E questa attività conta su
di un luogo simbolo, dove il DLF vive : la
sede di c.so Rosselli. I due aspetti sono la
stessa cosa, legati indissolubilmente, senza l’uno non esiste l’altro. Sta lì il punto su
cui dimostrare la capacità di continuare e
di onorare i nostri impegni. Poi (poi in tutti
i sensi) affronteremo le piccole battaglie
con gli “altri”. Quelli che non ci pagano
da mesi, che sperano negli sconti del Tribunale, quelli che avrebbero piacere di
lavorare con noi ma non “sanno ancora”,
quelli che magari vorrebbero fregarci! E
poi ancora faremo i conti con la nostra
organizzazione e con la conseguente riduzione della spese.
Mi auguro, sinceramente, che a fine 2012
si voti secondo scadenza naturale. Le proroghe, specie quelle senza un fine chiaro,
non le condivido; sono dannose (e noi
ne sappiamo qualcosa)! Quale sia poi la
decisione di FS e OO.SS (i cosiddetti Soci
Fondatori), noi a fine 2012 dobbiamo riconsegnare ai Soci le sorti del DLF perché
possano individuare il loro gruppo dirigente; che sia pienamente consapevole
della situazione che andrà a governare,
delle risorse di cui dispone potendo contare certo sulle nostre risorse interne ma,
diciamolo una volta per tutte, anche su
professionalità vere che il modo ci mette
a disposizione e che oggi sono troppo ai
margini della nostra realtà. E con tutto ciò
costruire assetti e regole che “règolino”
e che non siano solo lì a testimoniare dei
nostri convincimenti. Una delle parti di
maggior peso delle regole “regolanti”
ritengo sia l’insieme dei controlli, intesi
come disposizioni e strutture.
Non aggiungo nulla in più (né in meno)
a quanto ho detto a conclusione dell’Assemblea del 18/10/2011 sul tema delle
responsabilità. Dico però che il DLF di
Torino ed il suo gruppo dirigente (meglio, “i suoi gruppi dirigenti”) sono l’evidente dimostrazione, la prova provata,
di quello che sono oggi i meccanismi di
controllo, della loro efficacia e di come,
avendoci insegnato molto, potrebbero/
dovrebbero essere cambiate domani,
per la finalità unica possibile: dimostrare
e confermare in ogni momento ed al
di sopra delle parti l’essenza del nostro
mandato e delle sue finalità. Sono anche
certo che molti oggi non l’intendono così.
La recente storia delle diatribe interne lo
dimostra senza ogni dubbio. Non eliminerà i problemi. Non servirà, purtroppo,
neanche per le soluzioni.
Luigi Conrotto
Via Libera
3
L’angolo del Lettore
“Acciaio”
C
Usseaux (Alta Val Chisone)
Dai Murales del pane: la semina.
foto di giancarlo genta
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ve i sentimenti o gli stati d’animo dei
personaggi il suo stile non è mai banale
né scontato, non scade mai nel retorico,
è anzi molto realistico pur senza essere
troppo offensivo o violento. La lettura di
questo romanzo mi ha trasmesso tante
sensazioni, anche contrastanti, e credo
che la storia di Anna e Francesca rimarrà
depositata nella mia memoria per tanto
tempo.
Enrica Odiard
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Via Libera
SERIETA’ E TRASPARENZA
sui compensi provvigionali
che, anche se la realtà ha vinto sui sogni,
anche se il futuro non è illimitato ma ha
come orizzonte il profilo dell’isola d’Elba,
la loro amicizia le salverà. Mi è piaciuto
molto lo stile dell’autrice, la sua scrittura efficace nella descrizione dei luoghi:
leggendo certi passaggi mi sembrava
di essere distesa su una spiaggia in un
pomeriggio assolato e di vedere emergere dalla foschia della calura le coste
dell’isola d’Elba. Anche quando descri-
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he cosa ci rimane dopo aver finito
un libro che ci è piaciuto? Quali sensazioni ci ha lasciato, la storia e i personaggi continuano a fluttuare nella nostra
mente, ci ha fatto riflettere? Ebbene io
mi sono posta queste domande dopo
aver letto il libro di Silvia Avallone intitolato “Acciaio”. La storia è ambientata
a Piombino, in un quartiere operaio, e
le protagoniste sono due adolescenti,
due amiche per la pelle, che si affacciano
insieme sul palcoscenico della vita da
adulte, attraverso esperienze diverse,
che per un certo tempo le allontanano una dall’altra. A fare da contorno e
sfondo alla loro amicizia, si intrecciano le
storie delle famiglie che abitano in quel
quartiere, altri ragazze e ragazzi, genitori
e fratelli che vivono la loro vita racchiusi nell’orizzonte dei casermoni dai tetti
piatti e la fabbrica dove si lavora l’acciaio
che è, al tempo stesso, la benedizione e
la rovina di quel luogo. Le due ragazzine
sognano una vita diversa, lontano da lì,
con la fiducia e l’incoscienza che si hanno quando si è adolescenti, quando ci si
sente forti ed invincibili, quando il futuro
è tutto da inventare e tutto è ancora possibile. Invece, bisogna fare i conti con la
vita che ridimensiona i progetti e le aspirazioni e non fa sconti a nessuno. Le due
amiche alla fine si ritrovano e capiscono
Spazio rosa
Eva Mameli Calvino
P
er anni la figura di Eva Mameli Calvino è stata sconosciuta al grande
pubblico, limitata, al massimo, ad essere
citata nella biografia del figlio scrittore. Eppure è stata una delle scienziate
più importanti del primo ‘900 italiano,
raro esempio femminile di dedizione
alla causa della ricerca e della divulgazione scientifica. In questi ultimi mesi,
tuttavia, sono usciti due libri dedicati a
questa donna anticonformista, rigorosa e di forte temperamento, che ebbe
una grande passione per la botanica,
la fisiologia e la biologia vegetale e
che nel 1915 – prima donna nel nostro
Paese – conseguì la libera docenza in
botanica. “Eva Mameli Calvino” di Elena Macellari, primo volume della nuova
collana “Le farfalle” di Ali&no Editrice, e
“Fiori in famiglia. Storia e storie di Eva
Mameli Calvino”, scritto dalla torinese
Elena Accati nella collana per ragazzi di
Editoriale Scienza, colmano finalmente
questa imperdonabile dimenticanza.
Eva Giuliana Mameli nasce a Sassari il 12
febbraio del 1886 in una famiglia della
medio-alta borghesia, primogenita di
Giovanni Battista Mameli, colonnello dei
carabinieri, e di Maddalena Cubeddu.
Frequenta un liceo pubblico tradizionalmente “riservato” ai maschi e in seguito si diploma in matematica presso
l’Università di Cagliari. Dopo la morte
del padre, Eva si trasferisce dal fratello maggiore a Pavia, dove frequenta il
Laboratorio crittogamico di Giovanni
Briosi, noto in tutta Italia per gli studi
sulle piante “inferiori”, come muschi
ed alghe, particolarmente rilevanti in
discipline quali fisiologia, patologia ed
ecologia vegetale. La passione per la
botanica la spinge a proseguire le sue
ricerche come assistente volontaria, anche dopo la laurea in scienze naturali,
conseguita nel 1907. Nei tre anni a seguire ottiene il diploma della scuola di
magistero e l’abilitazione per la docenza
in scienze naturali per le scuole normali.
Nel 1920 sposa Mario Calvino, agronomo sanremese, che dirige la Stazione
agronomica di Santiago de Las Vegas a
Cuba, e si trasferisce nell’isola caraibica,
dove, nel 1923 nasce il primo figlio, Italo
Giovanni. Nel 1925 la coppia decide di
far ritorno in Italia per lavorare alla nascita della Stazione sperimentale di floricoltura Orazio Raimondo di Sanremo.
Due anni dopo Eva vince il concorso per
la cattedra di botanica sia all’Università
di Catania sia a quella di Cagliari. Sceglie quest’ultima, accettando di fare la
pendolare tra la famiglia a Sanremo ed
il lavoro a Cagliari. E’ a lei che si deve il
ripristino dell’Orto Botanico di Cagliari,
che la guerra aveva portato al degrado
con la distruzione di molte importanti e
rare specie autoctone dell’isola. Dopo
la nascita del secondo figlio Floriano,
rientra a Sanremo nella Stazione diretta
dal marito, e, alla sua morte nel 1951,
ne diventa direttrice. Durante il fascismo, sfidando le leggi razziali, ospitò
nella sua casa gli ebrei e per questo finì
anche in carcere. Negli ultimi anni della
sua vita Eva Mameli Calvino si dedicò a
raccogliere, ordinare e riscrivere tutto il
materiale raccolto in anni di lavoro nel
campo della floricoltura e della botanica. Anche questa fu una sfida: portare
a termine un dizionario etimologico nel
modo più completo possibile, senza tralasciare nulla di quello che era stato il
suo intenso lavoro. Muore il 31 marzo
1978 all’età di 92 anni.
Italo Calvino ne “La speculazione edilizia”, racconto autobiografico uscito
nel 1958, descrive nei dialoghi la madre
sconsolata di fronte all’aggressione del
territorio, mentre la famiglia è costretta
a vendere una parte del giardino per
pagare una tassa. “(…Il figlio Quinto)
là più che in ogni altro luogo aiolato e
inghiaiato del giardino alla madre piaceva sostare. – Vendiamo quello: area
fabbricabile! - aveva detto Quinto. Al
che la madre: - E bravo, e le calceolarie
dove le trapianto? Non ho più un posto
in tutto il giardino. E i pitosfori, che sono
già così alti? (…). E poi, - e s’arrestò,
come colpita da un timore imprevisto,
- e poi, se una volta venduto il terreno,
ci volessero costruire? – ed ai suoi occhi
si presentò il grigio muro di cemento
che piombava nel verde del giardino
trasformandolo in un freddo fondo di
cortile, in un pozzo senza luce.” Certo
che ci costruiranno! – s’imbizzì Quinto.
– Lo vendiamo apposta! Se non fosse
area fabbricabile, chi lo comprerebbe?”
Michela Goffredo
Barletta: tragedia annunciata
Tina Ceci, 37 anni, Matilde Doronzo, 32 anni, Giovanna Sardaro, 30 anni, Antonella Zaza, 36 anni, Maria Cinquepalmi, 14 anni,
sono morte a Barletta lo scorso 3 ottobre nel crollo dello scantinato mentre lavoravano in nero senza sicurezza. Facciamo
nostri la denuncia e l’appello di “Se non ora quando”
Non è una tragica fatalità, è una morte annunciata. Queste donne lavoravano senza dignità. Lavoravano nelle stesse condizioni
in cui lavorano in paesi in via di sviluppo e dove non esiste la democrazia : Vogliamo che la qualità del lavoro delle donne sia
e resti la stessa che c’è negli altri paesi d’Europa. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro: ogni giorno uomini e donne
nel nostro paese muoiono mentre lavorano, e muoiono nel silenzio di troppi. Vogliamo una politica che offra dignità per le
donne nel lavoro retribuito e dignità nei servizi offerti alle loro famiglie quando loro sono a lavorare.
Via Libera
5
Il treno della solidarietà
I nuovi poveri
“E’
morto nell’auto che era diventata la sua casa da quando era
stato sfrattato”, un dramma dei nuovi
poveri, con lui, nella Fiat Punto, la sorella. Da mesi erravano in macchina per
i paesi della provincia di Torino. Il reddito era divenuto insufficiente a sostenere
le spese quotidiane. I due fratelli hanno
così iniziato a non pagare più l’affitto al
proprietario di casa che, dopo alcuni
anni, è riuscito a ottenere lo sfratto.
“Salonicco si da fuoco perché non riesce più a far fronte ai debiti”, una tra-
gedia provocata dal dissesto nell’eurozona, una porta spalancata alla povertà
che avanza a grandi falcate divorando
risparmi, crediti, salari.
Questa crisi non risparmierà nessuno,
ma essere solidali o “soci” di sodalizi,
può aiutare a far crescere una vera solidarietà. Altro che seguire le indicazioni che l’asociale individualismo, offre
come panacea di tutti i mali a coloro
che egocentricamente lo professano,
badando unicamente a se stessi. Aiutiamoci ad aiutare e non abbassiamo
la guardia, la soglia
della povertà si sposta tutti i giorni in un
altalenante mercato
al ribasso e potrebbe
improvvisamente farci
scivolare chiunque. Il
volontariato puro, dicono sia stato iniziato
dai greci, che rimasti
senza liquidità, hanno
in cambio reso servigi
sociali.
Gianni Pettinato
Una grande festa per “Nonni doc”
U
na folla inconsueta e gioiosa ha animato il nostro Salone di via Sacchi il
pomeriggio di venerdì 7 ottobre in occasione della cerimonia di premiazione di
dodici nonni “speciali”, scelti in una rosa
di quasi 300 anziani delle Circoscrizioni 1
e 8. Un’iniziativa nata dalla collaborazione di SEA (Servizio Emergenza Anziani)
con l’Associazione Diabetici Torino 2000
e Avulss Torino per celebrare la Festa dei
Nonni, istituita nel 2005 dal Parlamento
a riconoscimento del loro ruolo fondamentale nella famiglia e nella società.
Tra i premiati un’arzilla nonna “bis” novantaduenne con ben 37 tra nipoti e pronipoti e anche due nonni della comunità
cinese, distintisi per l’impegno a favore
dell’integrazione. Lo spirito dell’iniziativa rientra tra gli obiettivi che il Servizio
Emergenza Anziani si pone fin dalla sua
istituzione, risalente a circa vent’anni fa,
6
Via Libera
ovvero di contrastare la solitudine delle
persone anziane, favorire gli incontri,
aiutarle a vivere con dignità nelle loro
case finché è possibile, assistendole nelle faccende quotidiane (accompagnarle
a fare la spesa o in ospedale per esami
e controlli, sbrigare pratiche nei diversi
uffici … ), sollevandole nella cura delle
malattie, ma anche portandole fuori a
fare una passeggiata. “Non possiamo
dare anni alla tua vita, ma possiamo
dare più vita ai tuoi anni” recita il motto
dell’associazione. Sono molti gli anziani,
anche disabili, assistiti a Torino e in provincia dai centri SEA, divenuti numerosi
nel corso degli anni grazie anche al prezioso contributo di generosi volontari e
di giovani in servizio civile. Un impegno
costante, che aiuta molto chi riceve, ma
anche chi da.
m.g.
Prendi un sorriso…
Un sorriso,
regalalo a chi non sa ridere.
Un raggio di sole,
fallo splendere dove regna la notte.
Una sorgente,
falla scorrere nel deserto.
Una lacrima,
regalala a chi non ha mai pianto.
Il coraggio,
dallo a chi non sa lottare.
La vita,
raccontala a chi non sa capirla.
La speranza,
trasmettila a chi ne e privo.
La bontà,
donala a chi non conosce amore.
L’amore,
fa...
Omero Votta
Ieri, oggi e domani
Piazza Marmolada
I
nostri soci, specie i vecchi frequentatori
della sede sportiva, ricordano piazza
Marmolada (al centro del gelido quartiere operaio soprannominato per l’appunto
Polo Nord) dei trascorsi anni 60: sul suo
lato nord, si affacciavano lo stabilimento
Fiat dei materiali ferroviari e una vecchia,
fumosa e degradata fonderia che, per
lo smog che provocava, era croce delizia degli abitanti limitrofi e poi le prime
casette di corso Rosselli. Sul lato ovest
si estendeva il muro esterno della nostra
sede sportiva con il suo cancello d’accesso raramente utilizzato; sul lato est un
palazzone di molti piani ed infine, sul lato
sud, uno spiazzo spesso sede di carrozzoni di giostrai o deposito di immondizie
varie. Al centro, una grande aiola spesso
in stato di abbandono. Il tutto limitato
dal trincerone ferroviario che tagliava in
due la città. La circolazione automobilistica, confluendo dai corsi Rosselli, Lione,
Racconigi, era regolata da un impianto
semaforico complicato spesso guasto e
causa di grandi ingorghi e proteste.
La grande rivoluzione edilizia torinese
iniziata nei primi anni 2000 ha completamente rivoluzionato la zona: la fabbrica
Fiat è stata abbattuta ed al suo posto
è sorto un nuovo quartiere con piazze,
edifici abitativi, supermercati lambiti
dalla prima tratta della cosiddetta “Spina”, grande arteria di scorrimento, che,
quando completa, collegherà, da sud a
nord, largo Orbassano a la stazione Stura
correndo sulla interrata sede ferroviaria.
Il centro della piazza è occupato da una
bella aiola circolare che rappresenta il fulcro intorno al quale ruota la circolazione
viaria. La vecchia fonderia è stata sostituita da un moderno caseggiato e il tratto
iniziale di corso Lione è impreziosito da
un ampio parcheggio alberato che ha
alleviato l’annoso problema. Il resto della
piazza è rimasto quasi inalterato con gli
stessi problemi sopra esposti.
La futura sistemazione di piazza Marmolada è, in parte, già definita: il lato ovest
della piazza dove si estende il muro di
cinta della nostra sede sportiva, ed il lato
sud verso la ferrovia, ora parzialmente
utilizzati come parcheggio alquanto disordinato, dovrebbero essere sistemato come segue:dopo un filare di alberi
ad alto fusto; degradando, sarà creato
un parco caratterizzato da un alternarsi
di fasce tematiche e di viali alberati; si
inizia con un parco giochi bimbi, poi da
un’ampia area skateboard, da una pista
per montain bike e, nell’ultima parte, da
un campo di calcio a 8, 60x40, in erba
sintetica. Con questa prospettiva di interventi urbanistici, potrebbe si valorizzerà
l’ingresso della sede sportiva, ora poco
utilizzato, che insiste sul lato ovest di
piazza Marmolada; potrebbe divenire, a
parere dello scrivente, l’ingresso principale dell’impianto. L’ampio parcheggio a
disposizione dei soci, fornirebbe il rilancio della sede sportiva. Inoltre, fornendo
di tessera elettronica i soci frequentatori,
si potrebbe evitare il problema dei cancelli sempre aperti a qualsivoglia visitatore anche se poco gradito. Staremo a
vedere se le condizioni economiche sia
della città che del nostro sodalizio permetteranno questo sviluppo.
Augusto Sabato
L’Italia è fatta, ora bisogna fare gli italiani!
A
lla proclamazione dell’Italia unita del
1861, uno dei suoi fautori, Massimo
D’Azeglio, ebbe a dire: “L’Italia è fatta,
ora bisogna fare gli Italiani”. Questo
stava a significare che gli abitanti della
penisola erano divisi per tradizioni, usi e
costumi e che occorreva quindi un grande impegno per integrarli rendendoli
partecipi ad una unica cultura. Impresa
questa non facile e che ancora oggi si
considera solo parzialmente realizzata.
Tuttavia, alcuni grandi avvenimenti hanno segnato tappe importanti per il raggiungimento di tale obiettivo. Lo slancio
generoso di tutto il popolo italiano nei
confronti della città di Messina, distrutta nel 1908 da un violento terremoto e
poi da un funesto maremoto, ne è un
fulgido esempio, ma una vicenda meno
nota, ha legato una piccola contrada calabrese al Piemonte. L’8 settembre 1905
un violento terremoto colpisce il paese
di Cessaniti, ora in provincia di Vibo Valentia, la cui frazione di Favelloni, 600
abitanti circa, rimane completamente
rasa al suolo. Dopo solo due anni, viene
inaugurato il nuovo villaggio ricostruito
accanto a quello distrutto. Niente più
stradine strette, tortuose o dissestate
ma vie diritte, larghe, parallele, che si
intersecavano fra loro ad angolo retto
con una larga piazza al centro dell’abitato; una struttura che, in piccolo, ricorda
Torino. Il nome della borgata viene cambiato da Fevelloni a Favelloni Piemonte,
e le nuove vie vengono intestate a Torino, Asti, Cuneo, Alessandria, Pinerolo
e Mondovì. Un amore per il Piemonte
dettato da un sentimento raro ma prezioso: la riconoscenza! Il grido di aiuto partito da quella contrada ferita era
stato raccolto dal Comitato di Soccorso
Piemontese “Opera Pia” e il comune di
Cessaniti si era così sdebitato.
Augusto Sabato
Via Libera
7
Eventi
Centenario del deposito locomotive di Torino smistamento
“Un’occasione unica per visitare il Deposito Locomotive di Torino Smistamento e le Officine delle Ferrovie dello Stato, a
cento anni dalla fondazione, con un percorso nel tempo, accompagnati da un ferroviere in divisa d’epoca tra mezzi storici e
di nuova generazione, in coincidenza con il 150° dell’Unità Nazionale”.
Questo recitava la locandina che annunciava l’iniziativa di Trenitalia che per l’occasione ha aperto al pubblico, nei giorni 8 e
9 ottobre, parte degli stabilimenti. L’evento è stato patrocinato dalla Regione Piemonte, Provincia di Torino, Città di Torino
e dalla Circoscrizione IX Nizza-Lingotto, in collaborazione con sodalizi volontaristici. La “Rotonda” del Deposito Locomotive,
il luogo coperto dalla caratteristica forma porticata semicircolare, si è trasformata in un “tempio ferroviario”, dove è stato
possibile venerare un’affascinante ed inedita flotta di antiche “Signore sbuffanti” a vapore, insieme a locomotive elettriche e
diesel. Allestimenti con oggettistica ed uniformi storiche, così come pannelli con immagini fotografiche ed annesse didascalie,
hanno completato l’esposizione, che sicuramente resterà cara nella memoria di visitatori grandi e piccini.
Franco Lucia
U
no dei tanti problemi che si posero
alla neonata Amministrazione ferroviaria dopo la statalizzazione delle preesistenti reti avvenuta nel 1905, fu quello
di adeguare le stazioni delle principali
città alle esigenze dettate dal graduale
aumento del traffico e dalla necessità
di provvedere - in adeguati spazi - alla
manutenzione corrente del materiale rotabile. Venne predisposta pertanto una
tipologia di deposito comprendente
due rimesse circolari poste alle estremità dei fabbricati per le officine ed i
servizi accessori, adattabile secondo le
necessità ad un numero di locomotive
assegnate fra le 160 e le 220 unità; inoltre
le suddette rimesse circolari possono
essere costruite ad anello incompleto
e ampliate in fasi successive, semplice-
8
Via Libera
mente aggiungendovi dei moduli.
Il primo esempio di tale tipologia d’impianto venne attuato a Torino, ove fu
individuata un’area adiacente allo smistamento merci. Per accelerare i tempi
e contenere le spese si iniziò a costruire
per gradi, cominciando dalla rimessa
per le locomotive passeggeri. Fu scelto
quindi il tipo circolare, con una capacità
di 50 binari collegati da una piattaforma girevole da 21 metri. Adiacente alla
rimessa l’officina, dotata di locali per
le varie lavorazioni che vi si dovevano
svolgere. A complemento vennero costruiti gli edifici per gli uffici, refettorio,
spogliatoi, un dormitorio per il personale
proveniente da altri impianti e per quello
di riserva. La centrale termica, oltre al riscaldamento dei vari edifici, provvedeva
anche alla produzione di acqua calda per
il lavaggio delle locomotive. Grande novità dell’epoca era l’utilizzo del cemento
armato al posto della muratura, tecnologia che verrà usata negli anni seguenti
per lo stabilimento Fiat Lingotto e per
il viadotto ferroviario di Ceres. Nel 1917
venne costruita la seconda rimessa, ad
anello incompleto con 20 binari coperti.
Dopo la prima Guerra Mondiale iniziò
l’applicazione della trazione elettrica in
corrente alternata trifase sulle linee di
montagna. La seconda rimessa venne
quindi adibita al ricovero e manutenzione delle locomotive elettriche. Durante
la seconda Guerra Mondiale gli impianti
ferroviari di Torino furono gravemente
danneggiati. La grande rimessa circolare venne ridotta agli attuali 31 binari
e sul piazzale vennero posati dei binari
lineari per il ricovero e la rifornitura delle
automotrici, che nel frattempo avevano
cominciato a diffondersi. Proprio a Torino infatti, facevano capo gli Auto Treni Rapidi Fiat ATR 100 che garantivano
alcuni collegamenti verso Milano. Per
tali treni fu costruito un capannone apposito, ancora oggi esistente e utilizzato
per alcune lavorazioni. Altri ampliamenti
del Deposito furono il capannone lavaggio, il tornio in fossa per la tornitura dei
cerchioni senza smontare gli assi dalle
locomotive, costruito nell’area dove
un tempo vi erano le attrezzature per il
carico del carbone e il capannone Ale
per la manutenzione delle elettromotrici. Numerosi furono i rotabili curiosi e i
prototipi che popolarono il deposito di
Torino. Oltre ai già citati ATR 100, bisogna ricordare le piccole vaporiere 899 –
006, pervenuta alle FS come riparazione
danni di guerra, il “Cubo” 800 – 008, ex
automotrice a vapore poi ridotta a mezzo di manovra. Entrambe queste loco-
Eventi
motive sono attualmente conservate nel
Museo Nazionale di Pietrarsa. Per la trazione diesel sono da ricordare il celebre
prototipo D 461 – 1001, chiamato Cocò
per il suo insolito rodiggio, l’automotrice
panoramica ALTn 444 ricavata da una
ALn 772 e un’altra 772 attrezzata a cella
frigorifera per il trasporto del pesce fresco dalla vicina Liguria. Nel 1961 iniziarono i lavori per la conversione del sistema
di trazione elettrica dal trifase alla corrente continua e di elettrificazione della
Torino – Milano. Oltre al grande uso di
locomotive diesel D341 e D342 e naturalmente del Cocò, vennero attrezzate
alcune rimorchiate Le 840 dotandole di
pantografi trifase e raddrizzatori che, attraverso la condotta ad alta tensione del
riscaldamento, alimentavano in corrente
continua le ALe 840 a cui erano accoppiate. L’ultimo prototipo a frequentare il
deposito fu negli anni ‘70 l’ETR Y 0160,
simulacro di prova per un treno a cassa
oscillante, che diede origine ai successivi
ETR “Pendolino”. Negli anni ’80 per il
traffico merci venne costruito lo scalo di
Orbassano, dotato di deposito e officine
proprie, alleggerendo il vecchio deposito di Torino, adibito prevalentemente
al trasporto passeggeri regionale. Negli
ultimi decenni la tecnologia del trasporto
ferroviario si è orientata verso l’utilizzo
di treni reversibili, dove la locomotiva
non viene più staccata per l’inversione di
marcia ma viene telecomandata tramite
una carrozza pilota posta all’altra estremità del convoglio. Quindi le esigenze
di un moderno deposito sono oggi assai
diverse da quelle di cento anni fa. Per
questo, dopo esattamente un secolo in
cui il nostro Deposito, pur con profonde
modifiche e adattamenti, ha soddisfatto le esigenze di ricovero e riparazione
delle locomotive che via via si sono
succedute sui suoi binari, Trenitalia ha
allo studio una struttura completamente
nuova adatta alla manutenzione a treno
completo. Il nuovo impianto sarà costruito nell’area dell’ormai dismesso scalo
merci di Smistamento, sarà composto
da un capannone della lunghezza di 400
metri e dotato di diversi binari affiancati,
capaci ognuno di ricevere un treno completo di locomotiva e carrozze e da altri
edifici di servizio.
Federico Sardo
Salone Polivalente “A. Gaglioti” - Via Sacchi, 63 Torino
25 novembre 2011 ore 21.00
CAMICIE ROSSE
spettacolo diretto da A. Castellucci
a seguire premiazione
Borse di Studio e Premio di fotografia “Enzo Muraca”
Via Libera
9
Recensioni
Mostre
Incontrare Bagetti
Pinacoteca dell’Accademia
Albertina di Belle Arti
Via Accademia Albertina, 8 - Torino
Fino all’11 Gennaio 2012
Acquerelli, disegni, incisioni
dalle collezioni torinesi.
È un “incontro speciale” con il pittore di vedute, autore di opere in
cui protagonisti sono la Natura e i
fenomeni naturali nel loro accadimento, spettacolo davvero incredibile, colto nell’attimo fuggente.
Infatti Giuseppe Pietro Bagetti (Torino 1764 – 1831), architetto civile e
militare, ebbe l’incarico di seguire
le regie armate per disegnare i fatti
d’arme direttamente sul campo.
Abile e apprezzato acquarellista,
passò successivamente nel 1806 a
Parigi per seguire e riprodurre le
grandi tappe vittoriose dell’impero
napoleonico fino alla campagna
di Russia. Tornato a Torino, dopo
il 1815, venne nominato pittore di
battaglie, vedute e paesaggi presso
la Real Corte. Il percorso espositivo
consente di ammirare l’intero nucleo
delle opere di Bagetti conservate
all’Accademia, ma non solo: agli
acquerelli già esposti, sono affiancati
quelli conservati nei depositi, oltre
ad alcune incisioni e stampe della
Biblioteca storica. La mostra è arricchita da una scelta di significative
opere, alcune inedite, provenienti
da collezioni private torinesi. Inoltre,
in collaborazione con la Direzione
Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici del Piemonte e con
il Palazzo Reale di Torino, a partire
dal 15 ottobre, solo il sabato e per
tutta la durata della mostra, sarà
aperto - con visite guidate a cura
dell’Associazione Amici di Palazzo
Reale - l’Appartamento del re Vittorio
Emanuele III, dove è custodita la
collezione di vedute di Bagetti, realizzate per la committenza sabauda.
Anche la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, dal 20 ottobre all’11 dicembre, presenterà
nella Wunderkammer alcuni celebri
acquerelli degli Album napoleonici
realizzati dall’artista.
Michela Goffredo
10
Via Libera
“Scusate il disagio” di Domenico Ippolito
“L
’idea di scrivere questo libro mi
è venuta osservando i bravissimi
comici organizzati dal capocomico Beppe Braida. Praticamente, ho riportato
uno spettacolo di cabaret su carta, per
far vivere un momento di ironia e comicità anche a chi non ha occasione di
andarlo a vedere.”
Domenico Ippolito, un signore di Carmagnola di origini foggiane, ex capostazione, aveva incontrato Braida a Zelig nel 2003, quando stava lavorando
al famoso “Attentato” che l’ha fatto
conoscere in tutta Italia. Ritrovatolo in
“Scusate il disagio”, il laboratorio da
lui ideato e condotto in scena al Cab41
di Torino, che attualmente è alla terza
edizione dopo due stagioni di continui
esauriti, fu una folgorazione. Trovò stupefacente il fatto che pur non essendo
un format televisivo, vantava già dei dati
da record. I comici, magistralmente diretti da Beppe, erano tutti eccezionali
e capaci di scatenare nel pubblico vere
ovazioni, il tutto condito da un’atmosfera informale. Per Braida, fu invece
Editore: Frilli
Prezzo: € 14,00
una persecuzione: “Non capisco per
quale motivo quest’uomo continui a
tormentarmi. A questo punto, dal momento che con lui ci devo convivere,
non mi resta altro che ringraziarlo per
la sua folle idea di voler fare un libro
su questo spettacolo che ho il piacere
di condurre.”
Ippolito ha sempre amato la comicità,
convinto del fatto che è molto più facile
far piangere che ridere, e districandosi
in mezzo alla follia dei comici e ai loro
umori, ha deciso di intraprendere questa difficile avventura artistico editoriale.
Non perdete questa occasione.
Silvia Gruber
“La sorgente delle muse” di Stella Carlino
S
tella Carlino fa un passo oltre il libro precedente, “Il Poeta” (Pagine,
2008), e lo fa con il canto e con la giusta
partecipazione così come, ai tempi dei
Greci, poteva fare soltanto un poeta
sfiorato dalla grazia e dalla verità delle
Muse. Da qui il titolo “La sorgente delle
muse”, a monito e insegnamento che
la scrittura non dipende dallo scrittore,
ma lo scrittore dalla scrittura.
“… Se fossi differente non sarei io e non
potrei scartare dal dolore il giorno…”
Doveva assumere un’altra piega, dice la
Carlini, ma poi si è accorta di non possedere alcun potere volitivo sull’opera,
lei ha solo trascritto ciò che una voce
gli sussurrava.
“… Respiro i colori della notte. Catturo
l’acciottolato tra le suole. Nelle pupille
luci lontane,,,
In mezzo a tanto stupefacente silenzio,
un urlo: il cuore.”
Editore: A & B
Prezzo: € 10,00
La Carlino, inoltre, sta lavorando a un
vero e proprio romanzo, avvertendo
ormai la necessità di passare da una
dimensione tutta affidata al verso e
alle immagini liriche, anche se sapientemente strutturate in storie dal respiro
“narrativo”, ad una struttura fondata
sull’oggettività della prosa, sullo svolgimento dei personaggi, sull’invenzione
d’un vero e proprio racconto.
Silvia Gruber
Sport
Tennis
D
all’inizio della primavera, momento
di grande fermento per tutto il tennis, ad estate inoltrata, tanti tornei hanno
affollano il calendario piemontese, e il
nostro circolo ne è stato fulcro di alcuni
importanti.
A giugno si è disputato l’ormai consueto
torneo limitato 3.3, sempre meta di tantissimi giocatori, e le soddisfazioni non
sono mancate!
Nel tabellone principale la vittoria è andata al nostro, anche se temporaneamente tesserato per altro circolo, Raffaele Cassetta. Permettetemi di aggiungere
una nota personale. Raffaele è considerato unanimemente un“braccio d’oro”,
ma è anche in possesso di molta sagacia
tattica, dote non usuale nel tennis tutta
velocità di oggi, ed ha indubbie qualità
tecniche che gli permettono di domare
giocatori molto più giovani e sicuramente più allenati. La finale ha infatti rispettato questo copione, avendo la meglio sul
giovane e talentuoso mancino, tesserato
per la Sisport, Marcantonio Simone.
Sempre in campo maschile, nel tabellone
intermedio 4.4, abbiamo visto il nostro
Mauro Ponteprino raggiungere la finale.
Anche nel settore femminile belle sorprese. Il torneo è stato infatti vinto da
Sofia Ragona che, non favorita in partenza per la presenza di giocatrici con
classifica superiore, ha saputo in realtà
mettere in campo colpi e intelligenza
finalizzata al match, che alla fine gli hanno consentito di sovvertire i pronostici
per imporsi meritatamente. Anche qui
nel tabellone intermedio 4.1 da evidenziare la vittoria di Raffaella Ghione da
quest’anno nostra portacolori.
Chi dice che è difficile essere profeta in
patria o che cogliere un successo è più
facile che bissarlo, deve ricredersi dopo
aver visto il nostro Maestro Ramon Abascià rivincere il torneo per 3.1 che già lo
aveva visto trionfatore nel 2010. Come
Raffaele, anche Ramon è un giocatore
completo dal punto di vista tecnico, ma
l’intelligenza che dimostra in campo, gli
permette di vincere partite contro avversari sicuramente più allenati, come in
questo caso, dove esce vittorioso dalla
scontro con Andrea Merlino, frequentatore del nostro circolo ma non per
noi tesserato. Da menzionare, Simone
Veglia, giunto in semifinale, cresciuto
anch’egli nel vivaio curato dal Maestro
Giorgio Marcolongo.
Un ringraziamento davvero sentito mi
sento di esprimerlo per Lino Casoria e
Mauro Ponteprino, senza i quali non saremo mai stati in grado di portare a termine
i due tornei che in totale si sono dipanati
su cinque settimane e per ben quattrocento partite, e ai soci del circolo per la
pazienza che hanno avuto nell’accettare
di non giocare per lasciar spazio ai match.
Nel campionato over 50, un plauso alla
nostra squadra composta da Giorgio
Marcolongo, Michael English, Claudio
Clavico e Alberto Brignacca, vincitori
indiscussi di numerosi incontri che gli
hanno permesso di accedere alla fase
nazionale. Otto squadre si sono alternate
nella finale che si è tenuta a Roma dal 30
al 2 ottobre dove i nostri hanno riportato
il 4° posto.
Ricordiamo l’inizio della consueta S.A.T.
(Scuola Avviamento Tennis), e dei corsi
pre-agonistici ed agonistici, che negli
anni hanno dato a tanti ragazzini la possibilità di diventati bravi giocatori, ed ora
di trovarsi ai vertici del tennis regionale.
Valter Locati
Complimenti
Ottima stagione natatoria per il
socio Mauro Ponteprino.
Dopo alcune vittorie in campo
nazionale e quella ai campionati
italiani di nuoto UISP, a Bad Radkersburg (Austria), ai mondiali UISP,
ha vinto i 50 metri freestyle cat.M50
con il tempo di 28.08”. Si è poi ripetuto nei 50 metri farfalla ed è
arrivato alla medaglia d’argento
con la staffetta 4x50 metri freestyle cat. M200.
Presto riprenderanno gli allenamenti per i prossimi impegni agonistici ,
che culmineranno con i campionati
mondiali Fina in programma l’anno
prossimo a Riccione .
Via Libera
11
Sport
Inizio corsi nel mese di ottobre oppure in qualsiasi momento su richiesta.
Sub
F
inite le vacanze, qualsiasi siano state le destinazioni, paesi della nostra
Italia o stranieri, siamo tornati con nuove
esperienze, portandoci dentro il ricordo
delle emozioni che ci hanno dato i luoghi visitati. Forse qualcuno sarà riuscito
a vivere l’avventura di respirare sotto il
pelo dell’acqua, per vedere quel mondo
sommerso e sconosciuto che Jacques
Costeau definiva “del silenzio”.
Altri ne avrebbero il desiderio, domandandosi come lo si può realizzare stando
in città, quanto può costare, a chi rivolgersi…
A tutte queste domande il DLF di Torino è in grado di dare una risposta: il
Gruppo Sub.
Dal mese di ottobre, presso la Piscina
Sospello (via Sospello 118) inizieranno
vari corsi di ogni livello, tutti i giovedì
con orario 21.00 – 22.00.
Per fare una prova (completamente gratuita e senza impegno) o per qualsiasi
informazione contattateci
Danilo 3138240801
[email protected]
Massimo 3200243452
[email protected]
Vi aspettiamo, anche solo per fare nuoto
libero.
Massimo Fazzari
Corsi ricreativi
Open Water Diver.
Questo corso ti preparerà per immergerti autonomamente fino alla profondità di 18 metri Per i più piccoli esiste il
programma Children Diving.
Advanced Open Water Dwiver.
Questo corso è l’evoluzione dell’ Open
Water Diver Questo corso ti fornirà le
esperienze ed abilità per svolgere immersioni fino alla profondità di 30 metri.
Bls - First Aid.
Questo corso è aperto anche ai non subacquei e insegna le utili tecniche per
prestare un primo soccorso efficace in
caso di necessità.
Rescue Diver.
Tramite questo corso, implemendo le
tue conoscenze, sarai in grado di prevenire le situazioni problematiche e assistere o soccorrere altri subacquei vittime di
una emergenza subacquea.
Oxygen provider.
Corso aperto anche ai non subacquei,
insegna le tecniche di primo soccorso
per le emergenze subacque con l’utilizzo
della somministrazione d’ossigeno.
Night Diver.
Per ammirare il fascino del mondo sottomarino immergendosi di notte.
Nitrox Diver.
Divertimento e Tecnica per immersioni
più lunghe e divertenti
Sci
T
ornato il freddo, la stagione sciistica
è alle porte, ed è tempo di pensare
alla sospirata settimana bianca.
Quest’anno è il DLF di Milano a organizzare dal 3 al 10 Marzo 2012 a Ponte
di Legno Tonale il XXXVI Raduno di Sci.
Ponte di Legno è un grazioso paese che
ha saputo mantenere intatto il suo fascino di borgo antico integrandosi alle
esigenze del turismo moderno. Per l’inverno offre piste di vario livello, dotate
di innevamento artificiale e servite da tre
seggiovie e tre sciovie che garantiscono
un’ottima sciabilità. Il DLF di Torino ha
opzionato l’Hotel Pineta, situato in prossimità degli impianti sciistici e del centro
12
Via Libera
del paese (€ 392,00 MP), e l’Hotel Bleis,
di recente costruzione e situato in posizione tranquilla e panoramica (€ 353,00
MP). Il prezzo per lo Skipass Adamello
Ski per i 6 giorni è di € 184,00, senior €
130,00, junior € 130,00, da 0/8 anni gratis e pedoni € 61,00). Le iscrizioni per
la scuola sci vengono raccolte direttamente dai maestri presso la segreteria
del Raduno, 12 ore di corso collettivo €
102,00. Le prenotazioni dovranno pervenire entro e non oltre il 16 dicembre 2011
accompagnate dal relativo acconto di €
100,00 per ogni partecipante e il saldo
dovrà pervenire improrogabilmente entro e non oltre il 14 gennaio 2012.
Navigation.
Per acquisire una migliore capacità di
orientarsi sott’acqua
Dry Suit.
Per imparare ad utilizzare in sicurezza la
muta stagna
Deep Diver (- 40mt).
Per immergerti in totale sicurezza anche
a profondità maggiori.
Corsi tecnici
Decompression Diver Air
Immergersi in profondità entro i -48 mt
di profondità in aria. Con questo corso
potrai effettuare immersioni fuori curva,
approfondendo le tecniche delle immersioni profonde che richiedono decompressione.
Decompression Procedure
Questo corso addestra i subacquei a pianificare e condurre un’immersione con
decompressione che non superi la profondita’ massima di 45 metri. E’ consentito utilizzare le miscele EAN o l’ossigeno
per la decompressione a condizione che
la miscela di gas sia compresa nel loro
livello di certificazione corrente.
Extended Range
Immergerti entro la profondità di -54 mt
utilizzando miscele decompressive diverse da quelle di fondo con percentuali
d’ossigeno variabili.
Sport
Memorial “Stefano Terranegra”
A
ncora una volta il sole ci ha accompagnato e riscaldato, nonostante
fosse il 16 ottobre, nella 4° edizione del
Memorial intitolato a Stefano Terranegra.
Ancora una volta il ricordo ci ha unito, in
questo mondo ormai solitario e fatto di
silenzi, in una giornata alla ricerca della
sola spensieratezza. Ancora una volta il
fine è stato una raccolta fondi, che con
il contributo di chi ha aderito e della dirigenza del DLF che nulla ha preteso per
l’utilizzo dei campi, è riuscita nell’intento,
devolvendo alla F.P.R.C. ONLUS (Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo) la somma di € 350,00.
Sei squadre composte da sei giocatori,
si sono sfidate in un girone all’italiana,
in doppi in continuo cambiamento che
proseguivano nei game con cambi ogni
otto. Risultati altalenanti hanno portato alla vittoria la squadra “Pietrangeli”,
composta da Fortunato senior, Corbisieri
Massimo e Tito, Condemi, Tortorella e
Ponzetti junior, seguita dalla “Pericoli”,
con Ponteprino, Panzone, Notarnicola,
Cassetta junior, Fortunato junior e Brescia Valeria. Il terzo posto è stato conquistato dalla suadra “Pennetta” composta
da Baglieri, Pisano, Abascià, De Reggi,
Lo Presti e Viviano Erika. A parimerito le
squadre “Panatta”, con Giugno, Vivia-
no senior, Dallafina, Tonus, Garofalo e
Ponzetti senior, e “Bertolucci”, con Battaglino, Licheri, Tiozzo, Losito, Albertin
e Gruber. Ultima, ma non per demeriti,
la squadra “Bertolucci”, con Zanon, Viviano junior, Palleschi, Tortorella junior,
Girard e Costa.
La giornata si è conclusa con la premiazione, che ha voluto dare un riconoscimento a tutti i partecipanti, e una pizzata
finale.
Silvia Gruber
Associazione Dopolavoro Ferroviario
Corso Rosselli, 153 - Torino
In collaborazione con
A.D. Circolo Scacchistico Alfieri
Via San Paolo, 160 - Torino
indice ed organizza il Torneo
3° SEMILAMPO DLF
4° MEMORIAL DOMENICHELLI
Valido come prova del Campionato Regionale Semilampo 2011
a) Torneo omologato FSI - variazione Elo Italia Rapid
b) Torneo senza variazione Elo aperto a tutti
Torino, domenica 20 novembre 2011
Per info: Vito Ciccimarra - 328 6774010
Leonardo Viola, unico ma soddisfatto
partecipante per Torino al
XXIX Raduno Nazionale di Ciclismo
(Senigallia 12 -18 settembre 2011)
Via Libera
13
Turismo
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212, East 42nd Street
Buon hotel situato nel cuore di Manhattan sulla 42ma strada,
tra la seconda e la terza Avenue e a pochi passi dalle principali attrazioni della città come la Grand Central Station, le
Nazioni Unite, Fifth Avenue ed il Chrysler Building. L’attenzione per i dettagli, la cura del servizio, le camere spaziose e i numerosi servizi rendono il soggiorno in quest’hotel
davvero speciale. Le aree comuni, la lobby e i ristoranti sono
stati completamente rinnovati nell’autunno 2009 e offrono ora
Per la sua posizione e per il servizio offerto, l’albergo è molto
apprezzato dalla clientela italiana.
15
Porte aperte al D.L.F.
Per far conoscere le molte attività svolte, sabato 19 novembre 2011, dalle ore 9.00, il D.L.F. di Torino apre le porte della sede
sportiva di c.so Rosselli.
Questo il ricco programma delle iniziative che si terranno nella giornata.
Inaugurazione Mostra fotografica delle opere selezionate al Premio di fotografia “Enzo Muraca”.
Esposizione, in contemporanea, di una personale in ricordo di Mario Gallina del Gruppo Cinefotoamatori e di alcune “fotografie
della realtà nell’Italia di oggi” realizzate dai componenti del gruppo in occasione del 150° dell’Unità per il progetto “Passione Italia”.
I campi da tennis saranno riservati alla prova di nuove racchette mentre gli scacchisti saranno pronti a sfidarvi in una partita lampo.
Bocce e boccini voleranno nel bocciodromo per mano dei meno giovani e nelle vostre se vorrete.
I Capi Gruppo e i simpatizzanti delle varie attività presenti nel circolo, saranno a disposizione per dimostrazioni e informazioni.
Saranno inoltre presenti i rappresentanti del “Rotaract” Club Torino Crocetta” per far conoscere il Texas Hold’em, una delle
più diffuse specialità del gioco del poker a carte comunitarie.
I campi da calcetto saranno aperti agli amanti di tale sport che vorranno dilettarsi tra di loro mentre nel primo pomeriggio si
disputerà un incontro amichevole tra le squadre “junior” e “over” decretate vincitrici del Torneo Primavera.
Possibilità di pranzare a prezzo convenzionato.
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